Nuova Riveduta:

Giobbe 6

Amarezza di Giobbe
Gb 16:6-17; 17:7, 11-16
1 Allora Giobbe rispose:
2 «Ah, se il mio travaglio si pesasse,
se le mie calamità si mettessero tutte insieme sulla bilancia!
3 Sarebbero trovati più pesanti della sabbia del mare.
Ecco perché le mie parole sono temerarie.
4 Infatti le saette dell'Onnipotente mi trafiggono,
lo spirito mio ne succhia il veleno;
i terrori di Dio si schierano in battaglia contro di me.
5 L'asino selvatico raglia forse quando ha l'erba davanti?
Muggisce forse il bue davanti alla pastura?
6 Si può forse mangiare ciò che è insipido, senza sale?
C'è qualche gusto in un chiaro d'uovo?
7 Mi rifiuto di toccare una simile cosa,
essa è per me come un cibo ripugnante.
8 Oh, mi avvenisse pure quel che chiedo,
e mi desse Dio quel che spero!
9 Volesse pure Dio schiacciarmi,
stendere la mano e tagliare il filo dei miei giorni!
10 Sarebbe questo un conforto per me,
esulterei nei dolori che egli non mi risparmia;
poiché non ho rinnegato le parole del Santo.
11 Che è mai la mia forza perché io speri ancora?
Che fine mi aspetta perché io sia paziente?
12 La mia forza è come la forza delle pietre?
E la mia carne è forse di bronzo?
13 Non c'è forza in me,
la saggezza è stata allontanata da me.

Giobbe rileva l'insensibilità dei suoi amici
(Gb 16:1-5, 20; 19:1-6, 19-22)(Pr 17:17; Gb 32:3)
14 «Pietà deve l'amico a colui che soccombe,
se anche abbandonasse il timor dell'Onnipotente.
15 Ma i fratelli miei si sono mostrati infidi come un torrente,
come l'acqua di torrenti che passa.
16 Il ghiaccio li rende torbidi,
e la neve vi si scioglie;
17 ma passato il tempo delle piene,
svaniscono;
quando sentono il caldo, scompaiono dal loro luogo.
18 Le carovane che si dirigono là,
mutano strada,
s'inoltrano nel deserto, e vi periscono.
19 Le carovane di Tema li cercavano con lo sguardo,
i viandanti di Seba vi contavano su,
20 ma furono delusi nella loro fiducia;
giunti sul luogo, rimasero confusi.
21 Tali siete divenuti voi per me;
vedete uno che fa orrore, e vi prende la paura.
22 Vi ho forse detto: "Datemi qualcosa";
oppure: "Con i vostri beni fate un dono a mio favore";
23 oppure: "Liberatemi dalla stretta del nemico";
oppure: "Scampatemi dalla mano dei prepotenti"?
24 Ammaestratemi, e starò in silenzio;
fatemi capire in che cosa ho errato.
25 Quanto sono efficaci le parole rette!
Ma la vostra riprensione che vale?
26 Volete dunque biasimare delle parole?
Ma le parole di un disperato se le porta il vento!
27 Voi sareste capaci di tirare a sorte l'orfano,
e di vendere il vostro amico!
28 Ebbene, guardatemi pure
e vedete se io vi mento spudoratamente.
29 Ripensateci, non commettete errori!
Ripensateci, la mia giustizia è ancora presente.
30 C'è qualche errore sulla mia lingua?
Il mio palato non distingue più quel che è male?

C.E.I.:

Giobbe 6

1 Allora Giobbe rispose:
2 Se ben si pesasse il mio cruccio
e sulla stessa bilancia si ponesse la mia sventura...
3 certo sarebbe più pesante della sabbia del mare!
Per questo temerarie sono state le mie parole,
4 perché le saette dell'Onnipotente mi stanno infitte,
sì che il mio spirito ne beve il veleno
e terrori immani mi si schierano contro!
5 Raglia forse il somaro con l'erba davanti
o muggisce il bue sopra il suo foraggio?
6 Si mangia forse un cibo insipido, senza sale?
O che gusto c'è nell'acqua di malva?
7 Ciò che io ricusavo di toccare
questo è il ributtante mio cibo!
8 Oh, mi accadesse quello che invoco,
e Dio mi concedesse quello che spero!
9 Volesse Dio schiacciarmi,
stendere la mano e sopprimermi!
10 Ciò sarebbe per me un qualche conforto
e gioirei, pur nell'angoscia senza pietà,
per non aver rinnegato i decreti del Santo.
11 Qual la mia forza, perché io possa durare,
o qual la mia fine, perché prolunghi la vita?
12 La mia forza è forza di macigni?
La mia carne è forse di bronzo?
13 Non v'è proprio aiuto per me?
Ogni soccorso mi è precluso?
14 A chi è sfinito è dovuta pietà dagli amici,
anche se ha abbandonato il timore di Dio.
15 I miei fratelli mi hanno deluso come un torrente,
sono dileguati come i torrenti delle valli,
16 i quali sono torbidi per lo sgelo,
si gonfiano allo sciogliersi della neve,
17 ma al tempo della siccità svaniscono
e all'arsura scompaiono dai loro letti.
18 Deviano dalle loro piste le carovane,
avanzano nel deserto e vi si perdono;
19 le carovane di Tema guardano là,
i viandanti di Saba sperano in essi:
20 ma rimangono delusi d'avere sperato,
giunti fin là, ne restano confusi.
21 Così ora voi siete per me:
vedete che faccio orrore e vi prende paura.
22 Vi ho detto forse: «Datemi qualcosa»
o «dei vostri beni fatemi un regalo»
23 o «liberatemi dalle mani di un nemico»
o «dalle mani dei violenti riscattatemi»?
24 Istruitemi e allora io tacerò,
fatemi conoscere in che cosa ho sbagliato.
25 Che hanno di offensivo le giuste parole?
Ma che cosa dimostra la prova che viene da voi?
26 Forse voi pensate a confutare parole,
e come sparsi al vento stimate i detti di un disperato!
27 Anche sull'orfano gettereste la sorte
e a un vostro amico scavereste la fossa.
28 Ma ora degnatevi di volgervi verso di me:
davanti a voi non mentirò.
29 Su, ricredetevi: non siate ingiusti!
Ricredetevi; la mia giustizia è ancora qui!
30 C'è forse iniquità sulla mia lingua
o il mio palato non distingue più le sventure?

Nuova Diodati:

Giobbe 6

Prima risposta di Giobbe: gli amici non gli sono per nulla di aiuto
1 Allora Giobbe rispose e disse: 2 «Ah, se il mio dolore fosse interamente pesato, e la mia sventura si mettesse insieme sulla bilancia, 3 sarebbe certamente più pesante della sabbia del mare! Per questo le mie parole sono state sconsiderate. 4 Poiché le frecce dell'Onnipotente sono dentro di me, il mio spirito ne beve il veleno; i terrori di Dio sono schierati contro di me. 5 L'asino selvatico raglia forse di fronte all'erba, o muggisce il bue davanti al suo foraggio? 6 Si mangia forse un cibo insipido senza sale, o c'è qualche gusto nel chiaro d'uovo? 7 La mia anima rifiuta di toccare simili cose, esse sono per me come un cibo ripugnante. 8 Oh, potessi avere ciò che chiedo, e Dio mi concedesse ciò che spero! 9 Volesse Dio schiacciarmi, stendere la sua mano e distruggermi! 10 Ho tuttavia questa consolazione ed esulto nei dolori che non mi risparmiano, perché non ho nascosto le parole del Santo. 11 Qual è la mia forza, perché possa ancora sperare, e qual è la mia fine, perché debba prolungare la mia vita? 12 La mia forza è forse quella delle pietre, o la mia carne di bronzo? 13 Non è il mio aiuto dentro di me, e la sapienza allontanata da me? 14 A colui che è afflitto, l'amico dovrebbe mostrare clemenza, anche se egli dovesse abbandonare il timore dell'Onnipotente. 15 Ma i miei fratelli mi hanno deluso come un torrente, come l'acqua dei torrenti che svaniscono. 16 S'intorbidiscono a motivo del ghiaccio, e in essi la neve si nasconde, 17 ma nella stagione calda svaniscono; con il calore estivo scompaiono dal loro posto. 18 Il percorso del loro cammino devia, si inoltrano nel deserto e si dissolvono. 19 Le carovane di Tema li cercano attentamente, i viandanti di Sceba sperano in essi, 20 ma rimangono delusi nonostante la loro aspettativa; quando vi giungono rimangono confusi. 21 Ora per me voi siete lo stesso, vedete il mio sgomento e avete paura. 22 Vi ho forse detto: "Datemi qualcosa", o "fatemi un regalo preso dai vostri beni", 23 o "liberatemi dalle mani del nemico", o "riscattatemi dalle mani dei violenti"? 24 Istruitemi, starò in silenzio; fatemi capire in che cosa ho sbagliato. 25 Quanto sono efficaci le parole rette! Ma che cosa provano i vostri argomenti? 26 Intendete forse censurare le mie parole e i discorsi di un disperato, che sono come il vento? 27 Voi gettereste la sorte anche su un orfano e scavereste una fossa per il vostro amico. 28 Ma ora degnatevi di guardarmi, perché non mentirò davanti a voi. 29 Ricredetevi, vi prego, non si faccia ingiustizia! Sì, ricredetevi, perché c'è di mezzo la mia giustizia. 30 C'è forse iniquità sulla mia lingua o il mio palato non distingue più le sventure?».

Riveduta 2020:

Giobbe 6

Prima replica di Giobbe
1 Allora Giobbe rispose e disse: 2 “Ah, se il mio dolore si pesasse, se le mie sciagure si mettessero tutte insieme sulla bilancia! 3 Sarebbero trovate più pesanti della sabbia del mare. Ecco perché le mie parole sono audaci. 4 Perché le saette dell'Onnipotente mi trafiggono, lo spirito mio ne succhia il veleno; i terrori di Dio si schierano in battaglia contro di me. 5 L'asino selvatico raglia forse quando ha l'erba davanti? muggisce forse il bue davanti alla pastura? 6 Si può forse mangiare ciò che è insipido e senza sale? c'è qualche gusto in un chiaro d'uovo? 7 L'anima mia rifiuta di toccare una cosa simile, essa è per me come un cibo ripugnante. 8 Oh, mi avvenisse pure quello che chiedo, e mi desse Iddio quello che spero! 9 Volesse pure Iddio schiacciarmi, stendere la mano e tagliare il filo dei miei giorni! 10 Questo sarebbe un conforto per me, esulterei nei dolori che egli non mi risparmia; poiché non ho rinnegato le parole del Santo. 11 Che è mai la mia forza perché io speri ancora? Che fine mi aspetta perché io sia paziente? 12 La mia forza è come la forza delle pietre? e la mia carne come carne di bronzo? 13 Non sono io ridotto senza energia, e non mi è forse tolta ogni speranza di guarire? 14 Pietà deve l'amico a colui che soccombe, anche se abbandonasse il timore dell'Onnipotente. 15 Ma i miei fratelli si sono mostrati infidi come un torrente, come l'acqua di torrenti che passa. 16 Il ghiaccio li rende torbidi, e la neve vi si scioglie; 17 ma passato il tempo delle piene, svaniscono; quando sentono il caldo, spariscono dal loro luogo. 18 Le carovane che si dirigono là cambiano strada, si inoltrano nel deserto, e vi muoiono. 19 Le carovane di Tema li cercavano con lo sguardo, i viandanti di Seba vi contavano su, 20 ma furono delusi nella loro fiducia; giunti sul luogo, rimasero confusi. 21 Così siete diventati voi per me: vedete uno che fa orrore, e vi prende la paura. 22 Vi ho forse detto: 'Datemi qualcosa', oppure: 'Con i vostri beni fate un dono in mio favore', 23 oppure: 'Liberatemi dalla stretta del nemico', oppure: 'Salvatemi dalla mano dei prepotenti'? 24 Ammaestratemi, e starò in silenzio; fatemi capire in che cosa ho sbagliato. 25 Quanto sono efficaci le parole rette! Ma la vostra riprensione che vale? 26 Volete dunque biasimare delle parole? Ma le parole di un disperato se le porta il vento! 27 Voi sareste capaci di tirare a sorte l'orfano, e di vendere il vostro amico! 28 Ma ora degnatevi di guardarmi, e vedete se io vi mento in faccia. 29 Ricredetevi! Non vi sia in voi iniquità! Ricredetevi, la mia giustizia sussiste. 30 C'è qualche iniquità sulla mia lingua? Il mio palato non distingue più ciò che è male?

Riveduta:

Giobbe 6

Prima replica di Giobbe
1 Allora Giobbe rispose e disse:
2 «Ah, se il mio travaglio si pesasse, se le mie calamità si mettessero tutte insieme sulla bilancia! 3 Sarebbero trovati più pesanti che la sabbia del mare. Ecco perché le mie parole sono temerarie. 4 Ché le saette dell'Onnipotente mi trafiggono, lo spirito mio ne sugge il veleno; i terrori di Dio si schierano in battaglia contro me. 5 L'asino salvatico raglia forse quand'ha l'erba davanti? mugghia forse il bue davanti alla pastura? 6 Si può egli mangiar ciò ch'è scipito e senza sale? c'è qualche gusto in un chiaro d'uovo? 7 L'anima mia rifiuta di toccare una simil cosa, essa è per me come un cibo ripugnante. 8 Oh, m'avvenisse pur quello che chiedo, e mi desse Iddio quello che spero! 9 Volesse pure Iddio schiacciarmi, stender la mano e tagliare il filo de' miei giorni! 10 Sarebbe questo un conforto per me, esulterei nei dolori ch'egli non mi risparmia; giacché non ho rinnegato le parole del Santo. 11 Che è mai la mia forza perch'io speri ancora? Che fine m'aspetta perch'io sia paziente? 12 La mia forza è essa forza di pietra? e la mia carne, carne di rame? 13 Non son io ridotto senza energia, e non m'è forse tolta ogni speranza di guarire? 14 Pietà deve l'amico a colui che soccombe, quand'anche abbandoni il timor dell'Onnipotente. 15 Ma i fratelli miei si son mostrati infidi come un torrente, come l'acqua di torrenti che passano. 16 Il ghiaccio li rende torbidi, e la neve vi si scioglie; 17 ma passato il tempo delle piene, svaniscono; quando sentono il caldo, scompariscono dal loro luogo. 18 Le carovane che si dirigon là mutano strada, s'inoltran nel deserto, e vi periscono. 19 Le carovane di Tema li cercavan collo sguardo, i viandanti di Sceba ci contavan su, 20 ma furon delusi nella loro fiducia; giunti sul luogo, rimasero confusi. 21 Tali siete divenuti voi per me: vedete uno che fa orrore, e vi prende la paura. 22 V'ho forse detto: 'Datemi qualcosa' o 'co' vostri beni fate un donativo a favor mio', 23 o 'liberatemi dalla stretta del nemico', o 'scampatemi di man dei prepotenti'? 24 Ammaestratemi, e mi starò in silenzio; fatemi capire in che cosa ho errato. 25 Quanto sono efficaci le parole rette! Ma la vostra riprensione che vale? 26 Volete dunque biasimar delle parole? Ma le parole d'un disperato se le porta il vento! 27 Voi sareste capaci di trar la sorte sull'orfano, e di contrattare il vostro amico! 28 Ma pure vi piaccia di rivolgervi a guardarmi, e vedete s'io vi menta in faccia. 29 Mutate consiglio! Non vi sia in voi iniquità! Mutate consiglio, la mia giustizia sussiste. 30 V'è qualche iniquità sulla mia lingua? Il mio palato non distingue più quel ch'è male?

Ricciotti:

Giobbe 6

Prima risposta di Giobbe ad Elifaz.
1 Ma Giobbe rispose e disse: 2 «Oh! se si pesassero i miei peccati, con i quali meritai l'ira, e la sventura ch'io soffro [si mettesse sull'altro piatto] della bilancia! 3 Questa risulterebbe più pesante della sabbia del mare: ond'è che le mie parole son piene di dolore! 4 Poichè le frecce del Signore stanno su me confitte, del loro veleno s'abbevera lo spirito mio, e i terrori del Signore contro di me stanno schierati. 5 Raglia forse l'onagro quando ha dell'erba, ovver muggisce il bove quando è davanti alla greppia ricolma? 6 Si può forse mangiare ciò ch'è insipido non condito di sale, ovver si gusta ciò che gustato dà morte? 7 Quelle cose che prima l'anima mia non voleva toccare, adesso nella mia sventura son diventate mio cibo. 8 Oh! se si esaudisse la mia domanda, e ciò che io aspetto mi concedesse Dio! 9 Cioè, [Dio] che cominciò finisca con lo schiacciarmi, sciolga la sua mano per recidermi! 10 E questa sarebbe per me la consolazione, che, mentre egli mi affligge di dolori senza risparmio, io non rinnego le parole sante. 11 Qual è mai infatti la mia forza, perchè io resista? qual è mai il mio fine, perchè io sia longanime? 12 Nè forza di pietre è la mia forza, nè la mia carne è di bronzo: 13 ecco, non v'è per me alcun sollievo in me, e pur i miei intimi s'allontanaron da me! 14 Colui che nega al suo amico pietà, abbandona il timor del Signore. 15 I miei fratelli furon fallaci meco come un torrente che d'un subito gonfia nelle valli: 16 in esso si dissolve il ghiaccio, sopra esso cade la neve; 17 ma quando si dissecca è annientato e al risentir del caldo scompare dal suo letto, 18 si contorcono i rigagnoli del suo corso, si sperdono su nel vuoto e finiscono. 19 Le carovane di Thema erano state intente, le torme di Saba avevano sperato alquanto: 20 ma restaron confuse perchè sperarono, giunsero fin lì, ma restaron deluse. 21 In tal maniera voi vi comportaste, chè ora vedendo la mia sventura vi sbigottite. 22 Ho detto io forse: - Datemi qualcosa? Dei vostri beni fatemi un donativo? - 23 Ovvero: - Liberatemi dalla mano dell'avversario? dalla mano dei violenti scampatemi? - 24 Insegnatemi pure, ed io tacerò, e in ciò in cui io sia ignorante istruitemi. 25 Perchè sminuite le parole veritiere, se fra voi non v'è alcuno che riesca a smentirmi? 26 Soltanto per ingiuriare voi intessete discorsi, e gittate le parole al vento; 27 sopra un orfano voi vi gettate, e vi sforzate d'abbattere l'amico vostro. 28 Ma poichè cominciaste, compite, porgete orecchio e vedete se mentisco. 29 Rispondete, vi prego, senza contenziosità, e ragionando secondo giustizia, sentenziate: 30 e non troverete nella mia lingua iniquità, nè dentro la mia bocca risonerà stoltezza.

Tintori:

Giobbe 6

Giobbe giustifica i suoi lamenti a e rimprovera gli amici.
1 Allora Giobbe rispose dicendo: 2 «Oh, se fossero pesati i miei peccati pei quali ho meritato il castigo, insieme alla sventura che soffro, sulla bilancia! 3 Questa apparirebbe più pesante dell'arena a del mare. Ecco perchè le mie parole son piene di dolore: 4 perchè le saette del Signore mi trafiggono, il loro veleno esaurisce il mio spirito, mentre i terrori del Signore mi assaltano. 5 Raglia forse l'asino selvatico quando ha l'erba davanti, o muggisce il bue dinanzi alla mangiatoia piena? 6 Si può mangiare una vivanda insipida senza sale? Si può gustare ciò che assaggiato dà la morte? 7 Ciò che prima io sdegnava toccare, ora, nel bisogno, è diventato il mio cibo. 8 Oh! mi avvenisse quel che desidero, mi concedesse Iddio quel che aspetto! 9 Che colui che ha cominciato mi finisca, lasci libera la sua mano e mi faccia morire! 10 Ciò mi sarebbe di consolazione, che in mezzo ai mali non mi risparmi, e di non essermi opposto alle parole del Santo. 11 E qual'è la mia forza da poterla durare? Quale fine m'aspetta, per sopportare con pazienza? 12 La mia resistenza non è come quella delle pietre, e la mia carne non è di bronzo. 13 Ecco, non c'è più energia in me, ed anche i miei cari mi hanno abbandonato. 14 Chi non ha compassione per l'amico non ha più il timore del Signore. 15 I miei fratelli son passati davanti a me come un torrente che precipita nelle convalli. 16 A chi teme la brinata cadrà addosso la neve. 17 Appena si saran dileguati, periranno, ai primi calori dispariranno dal loro luogo. 18 I sentieri dove camminano son tortuosi, inoltrandosi nel deserto, periranno. 19 Mirate i sentieri di Tema e le strade di Saba, e aspettate un poco. 20 Son confusi, perchè io ho sperato; venuti fino a me, sono stati coperti di confusione. 21 Siete venuti ora, e al sol vedere il mio male inorridite. 22 Vi ho forse detto: Portatemi qualche cosa, datemi dei vostri beni? 23 Oppure: Liberatemi dalla mano del nemico, strappatemi dalla mano dei potenti? 24 Insegnatemi, e io tacerò e se per caso ho sbagliato, mostratemelo. 25 Perchè intaccate le parole di verità, mentre non v'è tra voi chi possa riprendermi? 26 Solo per rimproverare fate dei discorsi, e gettate le parole al vento; 27 date addosso all'orfano, e vi sforzate di rovinare il vostro amico. 28 Su via, portate in fondo quel che avete cominciato, porgete l'orecchio, e guardate se mentisco. 29 Rispondete, vi prego, senza altercare, e dicendo ciò che è giusto, giudicate; 30 e non troverete iniquità sulla mia lingua e sulla mia bocca non risuonerà la stoltezza».

Martini:

Giobbe 6

Giobbe dimostra com'egli patisce assai più di quello, che abbia meritato, si lamenta di essere abbandonato dagli amici, e riprende con forza anche questi tre, che erano andati a consolarlo, e chiede di essere udito pazientemente.
1 Ma Giobbe rispose, e disse: 2 Volesse Dio, che si pesassero sulla bilancia i peccati, pe' quali ho meritato l'ira e la miseria, ch'io sopporto. 3 Si vedrebbe questa più pesante, che l'arena del mare: per la qual cosa eziandio le mie parole piene son di dolore: 4 Perch'io porto in me fisse le frecce del Signore, delle quali il veleno beve il mio spirito, e i terrori mi assediano. 5 Ragghia forse l'asino salvatico, quando ha dell'erba, o rugge il bue, allorché sta davanti a ben provvista mangiatoia? 6 O si può egli mangiare una cosa insipida, senza condirla col sale? o può egli alcuno frustare una cosa, la quale gustata reca la morte? 7 Quelle cose, che io per l'avanti non avrei voluto toccare, sono adesso nelle mie strettezze mio cibo. 8 Chi mi darà che sia adempiuta la mia richiesta, e che Dio mi conceda quel ch'io aspetto? 9 E che quegli, che ha principiato, egli stesso in polvere mi riduca; lasci agir la sua mano, e mi finisca? 10 E questa sia consolazione per me, che egli in affliggermi co' dolori, non mi risparmi, ed io non contradica alle parole del Santo. 11 Imperocché qual fortezza è la mia per durare? o qual lite sarà il mio, ond'io mi regga colla pazienza? 12 Non è fermezza di sasso la mia fermezza, né la mia carne è di bronzo. 13 Mirate com'io da me non posso aitarmi, e i miei più intimi si son ritirati da me. 14 Chiunque niega compassione all'amico, abbandona il timor del Signore. 15 I miei fratelli sono andati lungi da me, come torrente che passa rapidamente le valli. 16 A quei che temono la brinata caderà addosso la neve. 17 Quando principieranno a dissiparsi, si perderanno, e ai primi calori si struggeranno là dove sono. 18 Tortuose sono le vie, per le quali camminano, si ridurranno in nulla, e periranno. 19 Considerate i sentieri di Thema, e le strade di Saba, e aspettate alcun poco. 20 Sono confusi di mia speranza: sono venuti sin presso a me, e restati coperti di rossore. 21 In questo punto siete venuti, ed or in reggendo i mali miei v'inorridite. 22 Vi ho io forse detto: Portate, e donate a me qualche cosa de' vostri tesori? 23 Ovvero, liberatemi dal poter del nemico, e traetemi dalle mani de' potenti? 24 Insegnatemi, e io mi tacerò: e dov'io fui forse ignorante, istruitemi. 25 Per qual motivo intaccate voi le parole di verità, mentre non v'ha tra voi chi possa riprendermi? 26 I vostri studiati discorsi altro non son che rimproveri, e al vento gittate le parole. 27 Voi date adosso a un pupillo, e tentate di abbattere il vostro amico. 28 Pur conducete a fine la vostra impresa: porgete l'orecchio, e vedete se io dica bugia. 29 Rispondete, vi prego, senza altercazioni; e ragionando secondo giustizia pronunziate sentenza. 30 E non troverete ingiustizia nella mia lingua, né per mia bocca parlerà la stoltezza.

Diodati:

Giobbe 6

1 E GIOBBE rispose e disse: 2 Fosse pur lo sdegno mio ben pesato, E fosse parimente la mia calamità levata in una bilancia! 3 Perciocchè ora sarebbe trovata più pesante che la rena del mare; E però le mie parole vanno all'estremo. 4 Perchè le saette dell'Onnipotente sono dentro di me, E lo spirito mio ne beve il veleno; Gli spaventi di Dio sono ordinati in battaglia contro a me. 5 L'asino salvatico raglia egli presso all'erba? Il bue mugghia egli presso alla sua pastura? 6 Una cosa insipida si mangia ella senza sale? Evvi sapore nella chiara ch'è intorno al torlo dell'uovo? 7 Le cose che l'anima mia avrebbe ricusate pur di toccare Sono ora i miei dolorosi cibi.
8 Oh! venisse pur quel ch'io chieggio, E concedessemi Iddio quel ch'io aspetto! 9 E piacesse a Dio di tritarmi, Di sciorre la sua mano, e di disfarmi! 10 Questa sarebbe pure ancora la mia consolazione, Benchè io arda di dolore, e ch'egli non mi risparmi, Che io non ho nascoste le parole del Santo. 11 Quale è la mia forza, per isperare? E quale è il termine che mi è posto, per prolungar l'aspettazione dell'anima mia? 12 La mia forza è ella come la forza delle pietre? La mia carne è ella di rame? 13 Non è egli così che io non ho più alcun ristoro in me? E che ogni modo di sussistere è cacciato lontan da me?
14 Benignità dovrebbe essere usata dall'amico inverso colui ch'è tutto strutto; Ma esso ha abbandonato il timor dell'Onnipotente, 15 I miei fratelli mi hanno fallito, a guisa di un ruscello, Come rapidi torrenti che trapassano via; 16 I quali sono scuri per lo ghiaccio; E sopra cui la neve si ammonzicchia; 17 Ma poi, al tempo che corrono, vengono meno, Quando sentono il caldo, spariscono dal luogo loro. 18 I sentieri del corso loro si contorcono, Essi si riducono a nulla, e si perdono. 19 Le schiere de' viandanti di Tema li riguardavano, Le carovane di Seba ne aveano presa speranza; 20 Ma si vergognano di esservisi fidati; Essendo giunti fin là, sono confusi. 21 Perciocchè ora voi siete venuti a niente; Avete veduta la ruina, ed avete avuta paura.
22 Vi ho io detto: Datemi, E fate presenti delle vostre facoltà per me? 23 E liberatemi di man del nemico, E riscuotetemi di man de' violenti? 24 Insegnatemi, ed io mi tacerò; E ammaestratemi, se pure ho errato in qualche cosa. 25 Quanto son potenti le parole di dirittura! E che potrà in esse riprendere alcun di voi? 26 Stimate voi che parlare sia convincere? E che i ragionamenti di un uomo che ha perduta ogni speranza non sieno altro che vento? 27 E pure ancora voi vi gittate addosso all'orfano, E cercate di far traboccare il vostro amico. 28 Ora dunque piacciavi riguardare a me, E se io mento in vostra presenza. 29 Deh! ravvedetevi; che non siavi iniquità; Da capo, il dico, ravvedetevi, io son giusto in questo affare. 30 Evvi egli iniquità nella mia lingua? Il mio palato non sa egli discerner le cose perverse?

Commentario abbreviato:

Giobbe 6

1 Capitolo 6

Giobbe giustifica le sue lamentele Giob 6:1-7

Desidera la morte Giob 6:8-13

Giobbe rimprovera i suoi amici come scortesi Giob 6:14-30

Versetti 1-7

Giobbe si giustifica ancora con le sue lamentele. Oltre ai problemi esteriori, il senso interiore dell'ira di Dio gli toglieva tutto il coraggio e la determinazione. La sensazione dell'ira di Dio è più dura da sopportare di qualsiasi afflizione esteriore. Che cosa ha sopportato il Salvatore nel giardino e sulla croce, quando ha messo a nudo i nostri peccati e la sua anima è stata resa un sacrificio per noi alla giustizia divina? Qualunque sia il peso delle afflizioni, nel corpo o nel patrimonio, che Dio si compiace di imporre su di noi, possiamo ben sopportarlo finché ci mantiene l'uso della ragione e la pace della coscienza; ma se uno di questi due aspetti viene turbato, il nostro caso è davvero pietoso. Giobbe riflette sui suoi amici per le loro censure. Si lamenta di non aver avuto nulla da offrire per il suo sollievo, se non ciò che era di per sé insipido, disgustoso e gravoso.

8 Versetti 8-13

Giobbe aveva desiderato la morte come felice conclusione delle sue miserie. Per questo, Elifaz lo aveva rimproverato, ma lui lo chiede di nuovo con più veemenza di prima. È stato molto avventato parlare così di Dio che lo distrugge. Chi, per un'ora, potrebbe sopportare l'ira dell'Onnipotente, se egli sciogliesse la sua mano contro di lui? Diciamo piuttosto con Davide: "Risparmiami un po'". Giobbe fonda il suo conforto sulla testimonianza della sua coscienza di essere stato, in qualche misura, utile alla gloria di Dio. Coloro che hanno la grazia in sé, che ne hanno la prova e la esercitano, hanno in sé la saggezza, che sarà il loro aiuto nei momenti peggiori.

14 Versetti 14-30

Nella sua prosperità Giobbe si era fatto grandi aspettative dai suoi amici, ma ora è stato deluso. Lo paragona al venir meno dei ruscelli in estate. Coloro che ripongono le loro aspettative nella creatura, la vedranno fallire quando dovrebbe aiutarli; mentre coloro che fanno di Dio la loro fiducia, avranno aiuto nel momento del bisogno, Ebr 4:16. Chi fa dell'oro la sua speranza, prima o poi si vergognerà di esso e della sua fiducia. La nostra saggezza consiste nell'abbandonare l'uomo. Riponiamo tutta la nostra fiducia nella Roccia dei secoli, non in giunchi spezzati; nella Fonte della vita, non in cisterne rotte. L'applicazione è molto stretta: "perché ora non siete nulla". Sarebbe bene per noi se avessimo sempre queste convinzioni della vanità della creatura, come quelle che abbiamo avuto o avremo sul letto di malattia, sul letto di morte o nei problemi di coscienza. Giobbe rimprovera i suoi amici per la loro durezza. Pur essendo nel bisogno, non desiderava da loro altro che un buon sguardo e una buona parola. Spesso accade che, anche quando ci aspettiamo poco dagli uomini, abbiamo meno; ma da Dio, anche quando ci aspettiamo molto, abbiamo di più. Benché Giobbe non fosse d'accordo con loro, era pronto a cedere non appena gli si faceva notare che era in errore. Anche se Giobbe era in errore, non avrebbero dovuto fargliela pagare così duramente. La sua giustizia la tiene stretta e non la lascia andare. Sentiva che in lui non c'era stata l'iniquità che avevano supposto. Ma è meglio affidare i nostri caratteri a Colui che custodisce le nostre anime; nel grande giorno ogni credente retto avrà la lode di Dio.

Riferimenti incrociati:

Giobbe 6

1 Giob 4:1

2 Giob 4:5; 23:2

3 Prov 27:3; Mat 11:28
Giob 37:19,20; Sal 40:5; 77:4

4 Giob 16:12-14; De 32:23,42; Sal 7:13; 18:14; 21:12; 38:2; 45:5; Lam 3:12,13
De 32:24; Sal 143:7; Prov 18:14; Mar 14:33,34; 15:34
Giob 9:17; 30:15; 31:23; Sal 88:15,16; 2Co 5:11

5 Sal 104:14
Sal 42:1; Ger 14:6; Gioe 1:18-20

6 Giob 6:25; 16:2; Lev 2:13; Lu 14:34; Col 4:6
Giob 6:30; 12:11; 34:3; Sal 119:103; Eb 6:4,5

7 1Re 17:12; 22:27; Sal 102:9; Ez 4:14,16; 12:18,19; Dan 10:3

8 Giob 6:11-13; 17:14-16; Sal 119:81

9 Giob 3:20-22; 7:15,16; 14:13; Nu 11:14,15; 1Re 19:4; Gion 4:3,8; Ap 9:6
Giob 19:21; Sal 32:4; Is 48:10-13

10 Giob 3:22; 21:33
Giob 9:4
De 29:20; Rom 8:32; 2P 2:4,5
Giob 23:12; Sal 37:30; 40:9,10; 71:17,18; 119:13; At 20:20,27
Lev 19:2; 1Sa 2:2; Is 30:11,12; 57:15; Os 11:9; Abac 1:12; 3:3; Ap 3:7; 4:8

11 Giob 7:5-7; 10:20; 13:25,28; 17:1,14-16; Sal 39:5; 90:5-10; 102:23; 103:14-16

12 Giob 40:18; 41:24

13 Giob 19:28; 2Co 1:12; Ga 6:4
Giob 12:2,3; 13:2

14 Giob 4:3,4; 16:5; 19:21; Prov 17:17; Rom 12:15; 1Co 12:26; 2Co 11:29; Ga 6:2; Eb 13:3
Ge 20:11; Sal 36:1-3; Lu 23:40

15 Giob 19:19; Sal 38:11; 41:9; 55:12-14; 88:18; Ger 9:4,5; 30:14; Mic 7:5,6; Giov 13:18; 16:32
Ger 15:18; Giuda 1:12

17 1Re 17:1

19 Ge 25:15; Is 21:14; Ger 25:23
Ge 10:7; 25:3; 1Re 10:1; Sal 72:10; Ez 27:22,23

20 Ger 14:3,4; 17:13; Rom 5:5; 9:33

21 Giob 6:15; 13:4; Sal 62:9; Is 2:22; Ger 17:5,6
Giob 2:11-13; Sal 38:11; Prov 19:7; Ger 51:9; Mat 26:31,56; 2Ti 4:16; Ap 18:9,10,17,18

22 Giob 42:11; 1Sa 12:3; At 20:33

23 Giob 5:20; Lev 25:48; Ne 5:8; Sal 49:7,8,15; 107:2; Ger 15:21

24 Giob 5:27; 32:11,15,16; 33:1,31-33; 34:32; Sal 32:8; Prov 9:9; 25:12; Giac 1:19
Sal 39:1,2; Giac 3:2
Giob 10:2; Sal 19:12

25 Giob 4:4; 16:5; Prov 12:18; 16:21-24; 18:21; 25:11; Ec 12:10,11
Giob 13:5; 16:3,4; 21:34; 24:25; 32:3

26 Giob 2:10; 3:3-26; 4:3,4; 34:3-9; 38:2; 40:5,8; 42:3,7; Mat 12:37
Giob 6:4,9; 10:1
Giob 8:2; Os 12:1; Ef 4:14

27 Giob 22:9; 24:3,9; 29:12; 31:17,21; Eso 22:22-24; Sal 82:3; Prov 23:10,11; Ez 22:7; Mal 3:5; Giac 1:27
Sal 7:15; 57:6; Ger 18:20,22

28 Giob 11:3; 13:4

29 Giob 17:10; Mal 3:18
Giob 27:4-6

30 Giob 33:8-12; 42:3-6
Giob 6:6; 12:11; 34:3; Eb 5:14

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