Nuova Riveduta:

Giobbe 7

Sofferenza e ribellione di Giobbe
Gb 14 (Sl 102:1-12; Is 38:10-15) Sl 39
1 «La vita dell'uomo sulla terra è come quella di un soldato;
i suoi giorni sono simili ai giorni di un mercenario.
2 Come lo schiavo anela l'ombra,
come l'operaio aspetta il suo salario,
3 così a me toccano mesi di sciagura,
mi sono assegnate notti di dolore.
4 Non appena mi corico, dico: "Quando mi alzerò?"
Ma la notte si prolunga,
e mi sazio di agitazioni fino all'alba.
5 La mia carne è coperta di vermi e di croste polverose,
la mia pelle si richiude, poi riprende a suppurare.
6 I miei giorni se ne vanno più veloci della spola,
si consumano senza speranza.
7 Ricòrdati che la mia vita è un soffio!
L'occhio mio non vedrà più il bene.
8 Lo sguardo di chi ora mi vede non mi potrà più scorgere;
gli occhi tuoi mi cercheranno, ma io non sarò più.
9 La nuvola svanisce e si dilegua;
così chi scende nel soggiorno dei morti non ne risalirà;
10 non tornerà più nella sua casa
e il luogo dove stava non lo riconoscerà più.
11 Io, perciò, non terrò chiusa la bocca;
nell'angoscia del mio spirito io parlerò,
mi lamenterò nell'amarezza dell'anima mia.
12 Sono io forse il mare o un mostro marino
che tu ponga intorno a me una guardia?
13 Quando dico: "Il mio letto mi darà sollievo,
il mio giaciglio allevierà la mia pena",
14 tu mi sgomenti con sogni,
e mi spaventi con visioni;
15 io preferisco soffocare,
a queste mie ossa preferisco la morte.
16 Io mi sto consumando; non vivrò sempre;
ti prego, lasciami stare; i giorni miei non sono che un soffio.
17 Che cos'è l'uomo che tu ne faccia tanto caso,
che tu t'interessi a lui,
18 lo visiti ogni mattina
e lo metta alla prova a ogni istante?
19 Quando cesserai di tenere lo sguardo fisso su di me?
Quando mi darai tempo d'inghiottire la mia saliva?
20 Se ho peccato, che ho fatto a te,
o guardiano degli uomini?
Perché hai fatto di me il tuo bersaglio
a tal punto che sono divenuto un peso a me stesso?
21 Perché non perdoni le mie trasgressioni
e non cancelli la mia iniquità?
Poiché presto giacerò nella polvere;
tu mi cercherai, ma io non sarò più».

C.E.I.:

Giobbe 7

1 Non ha forse un duro lavoro l'uomo sulla terra
e i suoi giorni non sono come quelli d'un mercenario?
2 Come lo schiavo sospira l'ombra
e come il mercenario aspetta il suo salario,
3 così a me son toccati mesi d'illusione
e notti di dolore mi sono state assegnate.
4 Se mi corico dico: «Quando mi alzerò?».
Si allungano le ombre e sono stanco di rigirarmi fino all'alba.
5 Ricoperta di vermi e croste è la mia carne,
raggrinzita è la mia pelle e si disfà.
6 I miei giorni sono stati più veloci d'una spola,
sono finiti senza speranza.
7 Ricordati che un soffio è la mia vita:
il mio occhio non rivedrà più il bene.
8 Non mi scorgerà più l'occhio di chi mi vede:
i tuoi occhi saranno su di me e io più non sarò.
9 Una nube svanisce e se ne va,
così chi scende agl'inferi più non risale;
10 non tornerà più nella sua casa,
mai più lo rivedrà la sua dimora.
11 Ma io non terrò chiusa la mia bocca,
parlerò nell'angoscia del mio spirito,
mi lamenterò nell'amarezza del mio cuore!
12 Son io forse il mare oppure un mostro marino,
perché tu mi metta accanto una guardia?
13 Quando io dico: «Il mio giaciglio mi darà sollievo,
il mio letto allevierà la mia sofferenza»,
14 tu allora mi spaventi con sogni
e con fantasmi tu mi atterrisci.
15 Preferirei essere soffocato,
la morte piuttosto che questi miei dolori!
16 Io mi disfaccio, non vivrò più a lungo.
Lasciami, perché un soffio sono i miei giorni.
17 Che è quest'uomo che tu nei fai tanto conto
e a lui rivolgi la tua attenzione
18 e lo scruti ogni mattina
e ad ogni istante lo metti alla prova?
19 Fino a quando da me non toglierai lo sguardo
e non mi lascerai inghiottire la saliva?
20 Se ho peccato, che cosa ti ho fatto,
o custode dell'uomo?
Perché m'hai preso a bersaglio
e ti son diventato di peso?
21 Perché non cancelli il mio peccato
e non dimentichi la mia iniquità?
Ben presto giacerò nella polvere,
mi cercherai, ma più non sarò!

Nuova Diodati:

Giobbe 7

Giobbe si lamenta con Dio delle sue svariate prove
1 «Non compie forse un duro lavoro l'uomo sulla terra, e i suoi giorni non sono come i giorni di un bracciante? 2 Come lo schiavo sospira l'ombra e come il bracciante aspetta il suo salario, 3 così a me sono toccati in sorte mesi di calamità e mi sono state assegnate notti di dolore. 4 Appena mi corico, dico: "Quando mi alzerò?". Ma la notte si prolunga e sono continuamente agitato fino all'alba. 5 La mia carne è coperta di vermi e di zolle di terra, la mia pelle si screpola ed è ripugnante. 6 I miei giorni sono più veloci di una spola da tessitore e si consumano senza speranza. 7 Ricordati che la mia vita è un soffio; il mio occhio non vedrà più il bene. 8 L'occhio di chi mi vede non mi scorgerà più; i tuoi occhi saranno su di me, ma io non sarò più. 9 Come una nuvola svanisce e si dilegua, così chi scende nello Sceol non risale più; 10 non tornerà più nella sua casa, e la sua dimora non lo riconoscerà più. 11 Perciò non terrò chiusa la bocca; parlerò nell'angoscia del mio spirito, mi lamenterò nell'amarezza della mia anima. 12 Sono io forse il mare o un mostro marino che tu mi faccia sorvegliare da una guardia? 13 Quando dico: "Il mio letto mi darà sollievo, il mio giaciglio allevierà il mio dolore", 14 tu mi spaventi con sogni e mi atterrisci con visioni; 15 così l'anima mia preferisce soffocare e morire piuttosto che questa vita. 16 Mi disfaccio; non vivrò per sempre; lasciami stare; i giorni miei non sono che un soffio. 17 Che cosa è l'uomo perché tu lo renda grande e presti a lui attenzione, 18 e lo visiti ogni mattina mettendolo alla prova ad ogni istante? 19 Quando distoglierai il tuo sguardo da me, e mi lascerai inghiottire la mia saliva? 20 Se ho peccato, che cosa ti ho fatto, o guardiano degli uomini? Perché mi hai fatto il tuo bersaglio, al punto di essere divenuto un peso a me stesso? 21 Perché non perdoni le mie trasgressioni e non passi sopra la mia iniquità? Perché presto giacerò nella polvere; tu mi cercherai, ma io non sarò più».

Riveduta 2020:

Giobbe 7

1 La vita dell'uomo sulla terra è una milizia; i suoi giorni sono simili ai giorni di un operaio. 2 Come lo schiavo desidera l'ombra e come l'operaio aspetta il suo salario, 3 così a me toccano mesi di sciagura, e mi sono assegnate notti di dolore. 4 Appena mi corico, dico: 'Quando mi alzerò?'. Ma la notte si prolunga, e mi sazio di agitazioni fino all'alba. 5 La mia carne è coperta di vermi e di croste polverose, la mia pelle si richiude, poi riprende a suppurare. 6 I miei giorni se ne vanno più veloci della spola, si consumano senza speranza. 7 Ricordati che la mia vita è un soffio! Il mio occhio non vedrà più il bene. 8 Lo sguardo di chi ora mi vede non mi potrà più scorgere; i tuoi occhi mi cercheranno, ma io non sarò più. 9 La nuvola svanisce e si dilegua; così chi scende nel soggiorno dei morti non ne risalirà; 10 non tornerà più nella sua casa, e il luogo dove stava non lo riconoscerà più. 11 Io, perciò, non terrò chiusa la bocca; nell'angoscia del mio spirito parlerò, mi lamenterò nell'amarezza della mia anima. 12 Sono io forse il mare o un mostro marino che tu ponga intorno a me una guardia? 13 Quando dico: 'Il mio letto mi darà sollievo, il mio giaciglio allevierà la mia pena', 14 tu mi atterrisci con sogni, e mi spaventi con visioni; 15 così che l'anima mia preferisce soffocare, preferisce la morte a queste ossa. 16 Io mi sto consumando; non vivrò sempre; ti prego, lasciami stare; i giorni miei non sono che un soffio. 17 Che cosa è l'uomo che tu ne faccia tanto caso, che tu ponga mente a lui, 18 lo visiti ogni mattina e lo metta alla prova ogni istante? 19 Quando cesserai di tenere lo sguardo fisso su di me? Quando mi darai tempo di inghiottire la mia saliva? 20 Se ho peccato, che ho fatto a te, o guardiano degli uomini? Perché hai fatto di me il tuo bersaglio? A tal punto che sono diventato un peso a me stesso? 21 E perché non perdoni le mie trasgressioni e non cancelli la mia iniquità? Poiché presto giacerò nella polvere; e tu mi cercherai, ma io non sarò più”.

Riveduta:

Giobbe 7

1 La vita dell'uomo sulla terra è una milizia; i giorni suoi son simili ai giorni d'un operaio. 2 Come lo schiavo anela l'ombra e come l'operaio aspetta il suo salario, 3 così a me toccan mesi di sciagura, e mi sono assegnate notti di dolore. 4 Non appena mi corico, dico: 'Quando mi leverò?' Ma la notte si prolunga, e mi sazio d'agitazioni infino all'alba. 5 La mia carne è coperta di vermi e di croste terrose, la mia pelle si richiude, poi riprende a suppurare. 6 I miei giorni sen vanno più veloci della spola, si consumano senza speranza. 7 Ricordati, che la mia vita è un soffio! L'occhio mio non vedrà più il bene. 8 Lo sguardo di chi ora mi vede non mi potrà più scorgere; gli occhi tuoi mi cercheranno, ma io non sarò più. 9 La nuvola svanisce e si dilegua; così chi scende nel soggiorno de' morti non ne risalirà; 10 non tornerà più nella sua casa, e il luogo ove stava non lo riconoscerà più. 11 Io, perciò, non terrò chiusa la bocca; nell'angoscia del mio spirito io parlerò, mi lamenterò nell'amarezza dell'anima mia. 12 Son io forse il mare o un mostro marino che tu ponga intorno a me una guardia? 13 Quando dico: 'Il mio letto mi darà sollievo, il mio giaciglio allevierà la mia pena', 14 tu mi sgomenti con sogni, e mi spaventi con visioni; 15 sicché l'anima mia preferisce soffocare, preferisce a queste ossa la morte. 16 Io mi vo struggendo; non vivrò sempre; deh, lasciami stare; i giorni miei non son che un soffio. 17 Che cosa è l'uomo che tu ne faccia tanto caso, che tu ponga mente ad esso, 18 e lo visiti ogni mattina e lo metta alla prova ad ogni istante? 19 Quando cesserai di tener lo sguardo fisso su me? Quando mi darai tempo d'inghiottir la mia saliva? 20 Se ho peccato, che ho fatto a te, o guardiano degli uomini? Perché hai fatto di me il tuo bersaglio? A tal punto che son divenuto un peso a me stesso? 21 E perché non perdoni le mie trasgressioni e non cancelli la mia iniquità? Poiché presto giacerò nella polvere; e tu mi cercherai, ma io non sarò più».

Ricciotti:

Giobbe 7

1 Una milizia è la vita dell'uomo sulla terra, e come i giorni del mercenario sono i suoi giorni. 2 Come lo schiavo anela l'ombra, e come il mercenario aspetta la fine del suo lavoro, 3 così io ebbi in sorte mesi vuoti [di felicità], e nottate di travaglio contai qual mio [retaggio]. 4 Quando io mi corico esclamo: - Quando m'alzerò? -poi di nuovo aspetto la sera, e son pieno di spasimi fino alla tenebra. 5 La mia carne è rivestita di marciume e di croste di terra, la mia pelle si è raggrinzita e contratta. 6 I miei dì passaron più presto che il tessitore recida la tela, e si consumarono senza alcuna speranza. 7 Ricòrdati, [o Dio], che un soffio è la mia vita, e l'occhio mio non tornerà a vedere il bene; 8 non mi scorgerà sguardo di uomo, i tuoi occhi [si punteranno] su me, e io non sarò! 9 Qual si dissipa la nube e si dilegua, così chi scende agli inferi non risale: 10 non tornerà egli mai più alla sua casa, più non lo conoscerà [la gente del] suo luogo. 11 Perciò anch'io non tratterrò la mia bocca: parlerò nell'angustia del mio spirito, ragionerò con l'amarezza dell'anima mia. 12 Sono io forse il mare ovvero un dragone, che tu, [o Dio], m'abbia racchiuso in un carcere? 13 Se io esclamo: - Mi consolerà il mio letto, e troverò conforto ragionando meco sul mio giaciglio! - 14 tu allor mi spaventi con sogni, e con visioni mi sconquassi d'orrore: 15 sicchè l'anima mia preferisce lo strangolamento, ed alla morte [anelano] l'ossa mie. 16 Non ho speranza: certo più non vivrò; lasciami stare, perchè un nulla sono i miei giorni. 17 Che è mai l'uomo, perchè tu molto lo stimi? e perchè poni su lui la tua mente? 18 [ogni] mattina tu lo esamini, [ogni] istante lo sottoponi a saggio. 19 Fino a quando non mi lascerai stare, nè mi permetterai d'inghiottir la mia saliva? 20 [Se] peccai, che potrò fare con te, o guardiano degli uomini? Perchè mi hai posto come tuo bersaglio, sì che io sia a me stesso di peso? 21 Perchè non togli tu il mio peccato, e perchè non rimuovi la mia iniquità? Ecco, adesso nella polvere io giacerò, e se al mattino mi cercherai, io non sarò.»

Tintori:

Giobbe 7

Giobbe espone a Dio la sua miseria, e gli chiede ragione del suo operato
1 «La vita dell'uomo sulla terra è una milizia, e i suoi giorni sono come la giornata d'un salariato. 2 Come lo schiavo sospira l'ombra, e l'operaio aspetta la fine del suo lavoro, 3 così, essendomi toccati mesi vuoti, ho contato le notti d'affanno. 4 Se mi metto a dormire, dico: Quando mi leverò? E poi di nuovo dovrò aspettare la sera, pieno d'affanni fino alla notte. 5 La mia carne è rivestita di putredine e di croste terrose, la mia pelle è secca e raggrinzita, 6 i miei giorni son passati più veloci dell'attimo in cui dal tessitore è recisa la tela, e sono svaniti senza speranza. 7 Ricordati che la mia vita è un soffio, che l'occhio mio non tornerà a vedere la felicità. 8 Lo sguardo dell'uomo non mi vedrà: mi cercherai ed io non sarò più. 9 Come si consuma una nube e dilegua, così chi scende nel soggiorno dei morti non ne uscirà. 10 Non tornerà più nella sua casa, nè più lo ravviserà la sua dimora. 11 Per questo non risparmierò la mia bocca, parlerò nell'angoscia del mio spirito, ragionerò nell'amarezza dell'anima mia. 12 Son forse io il mare, o un mostro marino, chè m'hai chiuso in un carcere? 13 Se io dico: il mio letto mi consolerà, avrò sollievo parlando meco sul mio giaciglio, 14 tu mi spaventerai con sogni, mi terrai agitato con orrende visioni. 15 Per questo l'anima mia preferisce d'essere soffocata, e le mie ossa bramano la morte: 16 son senza speranza; la vita mi fugge. Abbi pietà di me, perchè i miei giorni sono un niente. 17 Che cosa è l'uomo, che tu ne fai tanto conto? E perchè poni in lui il tuo cuore? 18 Lo visiti la mattina presto e lo metti subito alla prova. 19 Quando avrai pietà di me, e mi permetterai d'inghiottire la mia saliva? 20 Ho peccato: che devo farti, o custode degli uomini? Perchè mi hai posto contro di te, ed io son divenuto grave a me stesso? 21 Perchè non perdoni il mio peccato? Perchè non togli la mia iniquità? Ecco presto dormirò nella polvere, e se domattina mi cercherai, io non sarò più».

Martini:

Giobbe 7

Giobbe espone le varie calamità della vita umana, e le sue, e non crede verisimile il suo ritorno alla felicità della vita presente; chiede ancora a Dio, che lo liberi dalle miserie, e ammira la providenza di Dio verso l'uomo infelice.
1 Milizia ell'è la vita dell'uomo sopra la terra, e i giorni suoi son come quelli di un bracciante. 2 Come un servo sospira la sera, e il mercenario aspetta ansiosamente la fine del suo travaglio: 3 Così io pure ebbi in retaggio dei mesi vuoti (di ristoro), e contai delle notti dolorose. 4 Se mi metto a dormire io dico: Quando mi leverò? E dipoi bramerò che venga la sera, e sarò pieno di affanni sino al far della notte. 5 Coperta è la mia carne di putredine, e di croste schifose: la mia cute è secca, e intirizzita. 6 I miei giorni sono passati più velocemente, che non si recide dal tessitore la tela, e sono svaniti senza speranza, 7 Ricorditi, che la mia vita è un soffio, e che gli occhi miei non torneranno a vedere felicità. 8 E occhio d'uomo non mi vedrà: gli occhi tuoi sopra di me, e io più non sarò. 9 Come si dissipa, e svanisce una nuvola; così chi nell'inferno discende non ne uscirà. 10 Né tornerà più alla sua casa, né il luogo dove egli stava lo conoscerà più. 11 Per la qual cosa io pure non ratterrò la mia bocca; parlerò delle angustie del mio spirito, ragionerò delle amarezze dell'anima mia. 12 Son io come il mare, o come una balena, che tu mi hai ristretto in un carcere? 13 Se io dirò: Mi darà conforto il mio letticciuolo, ed avrò alleviamento col ragionar meco stesso nel mio riposo: 14 Mi atterrirai co' sogni, e mi scuoterai con orrende visioni. 15 Per questo l'anima mia si elegge una fine violenta, e le ossa mie la morte. 16 Sono senza speranza: io più non viverò: abbi di me pietà, perocché i giorni miei sono un nulla. 17 Che è l'uomo, che tu ne fai tanto conto? e perché il tuo cuore si occupa intorno a lui? 18 Di gran mattino lo visiti, e lo metti repentinamente alla prova: 19 Sino a quando mi negherai compassione, e non mi permetterai d'inghiottire la mia saliva? 20 Peccai; che farò io con te, o osservatore degli uomini? Per qual motivo mi hai preso per tuo avversario, ond'io son divenuto grave a me stesso? 21 Per qual motivo non togli il mio peccato, e perché non cancelli la mia iniquità? Ecco che io dormirò nella polvere, e se al mattino mi cercherai, io più non sarò.

Diodati:

Giobbe 7

1 Non ha l'uomo un termine della sua milizia in su la terra? E non sono i suoi giorni simili a quelli di un mercenario? 2 Come il servo aspira all'ombra, E il mercenario aspetta il premio della sua opera; 3 Così mi sono stati dati per eredità de' mesi molesti; E mi sono state assegnate per parte mia notti penose. 4 Se mi son posto a giacere, dico: Quando mi leverò? Quando sarà passata la notte? E mi stanco di dimenarmi fino all'alba. 5 La mia carne è rivestita di vermini, e di gromma di terra; La mia pelle si schianta, e si disfa. 6 I miei giorni son passati via più leggermente che la spola del tessitore, E son venuti meno senza speranza.
7 Ricordati che la mia vita è un vento, Che l'occhio mio non tornerà più a vedere il bene. 8 L'occhio di chi mi vede non mi riguarderà più; Se tu rivolgi gli occhi verso me, io non sarò più. 9 Come la nuvola si dilegua, e se ne va via; Così chi scende nel sepolcro non ne salirà più fuori. 10 Egli non ritornerà più a casa sua, E il luogo suo non lo riconoscerà più. 11 Io altresì non ratterrò la mia bocca; Io parlerò nell'angoscia del mio spirito, Io mi lamenterò nell'amaritudine dell'anima mia. 12 Sono io un mare, o una balena, Che tu mi ponga guardia attorno? 13 Quando io dico: La mia lettiera mi darà alleggiamento, Il mio letto solleverà parte del mio lamento; 14 Allora tu mi sgomenti con sogni, E mi spaventi con visioni. 15 Talchè io nell'animo sceglierei innanzi di essere strangolato, E innanzi vorrei la morte che le mie ossa. 16 Io son tutto strutto; io non viverò in perpetuo; Cessati da me; conciossiachè i miei giorni non sieno altro che vanità.
17 Che cosa è l'uomo, che tu ne faccia sì grande stima, Che tu ponga mente ad esso? 18 E che tu lo visiti ogni mattina, E ad ogni momento l'esamini? 19 Fino a quando non ti rivolgerai indietro da me, E non mi darai alcuna posa, Tanto che io possa inghiottir la mia saliva? 20 Io ho peccato; che opererò inverso te, o Guardiano degli uomini? Perchè mi hai posto per tuo bersaglio, E perchè sono io grave a me stesso? 21 E perchè non perdoni il mio misfatto, E non rimuovi la mia iniquità? Conciossiachè di presente giacerò nella polvere; E, se poi tu mi ricerchi, io non sarò più.

Commentario abbreviato:

Giobbe 7

1 Capitolo 7

I problemi di Giobbe Giob 7:1-6

Giobbe dialoga con Dio Giob 7:7-16

Implora il rilascio Giob 7:17-21

Versetti 1-6

Giobbe giustifica qui ciò che non poteva giustificare, il suo desiderio di morte. Osservate il luogo attuale dell'uomo: è sulla terra. È ancora sulla terra, non all'inferno. Non c'è forse un tempo stabilito per la sua permanenza qui? Sì, certo, e lo stabilisce Colui che ci ha creati e ci ha mandati qui. Durante questo tempo, la vita dell'uomo è una guerra, e come i lavoratori a giornata, che hanno il lavoro del giorno da fare nel suo giorno, e devono fare il loro conto alla sera. Giobbe aveva ragione, secondo lui, di desiderare la morte, così come un povero servo, stanco del suo lavoro, ha ragione di desiderare l'ombra della sera, quando andrà a riposare. Il sonno dell'uomo che lavora è dolce; né nessun ricco può trarre tanta soddisfazione dalle sue ricchezze quanta ne trae il bracciante dal suo salario giornaliero. Il paragone è chiaro; ascoltate il suo lamento: i suoi giorni erano inutili, e lo erano stati a lungo; ma quando non siamo in grado di lavorare per Dio, se stiamo seduti tranquillamente per Lui, saremo accettati. Le sue notti erano inquiete. Qualunque cosa sia dolorosa, è bene che venga stabilita per noi e che sia destinata a un fine santo. Quando abbiamo notti confortevoli, dobbiamo vedere che anche quelle ci sono state assegnate, ed esserne grati. Il suo corpo era rumoroso. Vedete che corpi vili abbiamo. La sua vita si affrettava. Mentre viviamo, ogni giorno, come la navetta, lascia un filo dietro di sé: molti tessono la tela del ragno, che fallirà, Giob 8:14. Ma se, mentre viviamo, viviamo per il Signore, in opere di fede e fatiche d'amore, ne avremo il beneficio, perché ognuno raccoglierà quanto ha seminato, e indosserà quanto ha tessuto.

7 Versetti 7-16

Le semplici verità sulla brevità e la vanità della vita dell'uomo e sulla certezza della morte ci fanno bene, quando le pensiamo e ne parliamo applicandole a noi stessi. La morte si fa una volta sola, e quindi deve essere fatta bene. Un errore qui è già recuperato. Altre nubi sorgono, ma la stessa nube non torna mai più: così una nuova generazione di uomini viene innalzata, ma la generazione precedente svanisce. I santi glorificati non torneranno più alle preoccupazioni e ai dolori delle loro case, né i peccatori condannati alle allegrie e ai piaceri delle loro case. A noi interessa assicurarci un posto migliore quando moriremo. Da queste ragioni Giobbe avrebbe potuto trarre una conclusione migliore di questa, mi lamenterò. Quando abbiamo pochi respiri da tirare, dovremmo spenderli nei respiri santi e graziosi della fede e della preghiera, non nei respiri rumorosi e nocivi del peccato e della corruzione. Abbiamo molte ragioni per pregare che Colui che custodisce Israele e non si assopisce né dorme, ci custodisca quando ci assopiamo e dormiamo. Giobbe desidera riposare nella sua tomba. Senza dubbio, questa era la sua infermità; infatti, anche se un uomo buono sceglierebbe la morte piuttosto che il peccato, dovrebbe essere contento di vivere finché Dio vuole, perché la vita è la nostra opportunità di glorificarlo e di prepararci al cielo.

17 Versetti 17-21

Giobbe ragiona con Dio riguardo ai suoi rapporti con l'uomo. Ma nel mezzo di questo discorso, Giobbe sembra aver elevato i suoi pensieri a Dio con una certa fede e speranza. Osservate la preoccupazione per i suoi peccati. Gli uomini migliori hanno da lamentarsi del peccato; e più sono migliori, più se ne lamentano. Dio è il Conservatore delle nostre vite e il Salvatore delle anime di tutti coloro che credono; ma probabilmente Giobbe intendeva l'Osservatore degli uomini, i cui occhi sono sulle vie e sui cuori di tutti gli uomini. Non possiamo nascondergli nulla; dichiariamoci colpevoli davanti al suo trono di grazia, per non essere condannati al suo tribunale. Giobbe sosteneva, contro i suoi amici, di non essere un ipocrita, di non essere un uomo malvagio, eppure riconosceva al suo Dio di aver peccato. I migliori devono riconoscerlo davanti al Signore. Chiede seriamente come poter essere in pace con Dio e implora ardentemente il perdono dei suoi peccati. Intende qualcosa di più della rimozione dei suoi problemi esteriori, ed è ansioso di ottenere il ritorno del favore di Dio. Dove il Signore rimuove la colpa del peccato, spezza il potere del peccato. Per rafforzare la sua preghiera di perdono, Giobbe invoca la prospettiva di morire rapidamente. Se i miei peccati non saranno perdonati mentre vivo, sarò perduto e disfatto per sempre". Quanto è misero l'uomo peccatore senza la conoscenza del Salvatore!

Riferimenti incrociati:

Giobbe 7

1 Giob 14:5,13,14; Sal 39:4; Is 38:5; Giov 11:9,10
Ec 8:8
Giob 14:6; Lev 25:50; De 15:18; Is 21:16; Mat 20:1-15

2 Sal 119:131; 143:6
Ger 6:4
Lev 19:13; De 24:15; Mal 3:5; Giac 5:4

3 Giob 29:2; Sal 6:6; 39:5; Ec 1:14

4 Giob 7:13,14; 17:12; 30:17; De 28:67; Sal 6:6; 77:4; 130:6
Sal 109:23; Is 54:11

5 Giob 2:7,8; 17:14; 19:26; 24:20; 30:18,19; Sal 38:5-7; Is 1:6; 14:11; At 12:23
Giob 9:31; Is 66:24; Ez 20:43

6 Giob 9:25; 16:22; 17:11; Sal 90:5,6; 102:11; 103:15,16; 144:4; Is 38:12,13; 40:6,7; Giac 1:11; 4:14; 1P 1:24
Giob 6:11; 17:15; Prov 14:32; Ger 2:25; Ef 2:12; 1P 1:13

7 Giob 10:9; Ge 42:36; Ne 1:8; Sal 74:18,22; 89:47,50; Ger 15:15
Sal 78:39; Giac 4:14
Giob 10:21,22

8 Giob 20:9; Sal 37:36
Giob 13:27; 14:3; Sal 39:11; 90:8,9
Giob 7:21

9 Giob 37:11
Giob 10:21; 14:10-14; 16:22; 2Sa 12:23; 14:14; Sal 39:13; Is 38:11

10 Giob 8:18; 20:9; Sal 103:16

11 Giob 6:26; 10:1; 13:13; 16:6; 21:3; Sal 39:3; 40:9
Ge 42:21; 2Re 4:27,28; Mat 26:37,38; Lu 22:44; 2Co 2:4
Giob 10:15; 21:25; 1Sa 1:10; Is 38:15,17

12 Giob 7:17; 38:6-11; Lam 3:7
Giob 41:1-34

13 Giob 7:3,4; 9:27,28; Sal 6:6; 77:4

14 Ge 40:5-7; 41:8; Giudic 7:13,14; Dan 2:1; Mat 27:19

15 2Sa 17:23; Mat 27:5

16 Giob 3:20-22; 6:9; 10:1; Ge 27:46; 1Re 19:4; Gion 4:3,8
Giob 10:20; 14:6; Sal 39:10,13
Sal 62:9; 78:33; 144:4; Ec 6:11,12

17 Sal 8:4; 144:3; Eb 2:6
Giob 7:12; 1Sa 24:14
Giob 34:14,15

18 Eso 20:5; 32:34; Is 26:14; 38:12,13
Ge 22:1; De 8:16; Ger 9:7; Dan 12:10; Zac 13:9; 1P 1:7

19 Giob 9:18; Sal 6:3; 13:1-3; 94:3; Ap 6:10

20 Giob 9:29-31; 13:26; 14:16; 22:5; 31:33; 33:9,27; Sal 80:4
Ne 9:6; Sal 36:6
Giob 7:12; 6:4; 16:12-14; Sal 21:12; Lam 3:12
Giob 7:11; 3:24

21 Giob 10:14; 13:23,24; Is 64:9; Lam 3:42-44; 5:20-22
2Sa 24:10; Mic 7:18,19; Os 14:2; Giov 1:29; Tit 2:14; 1G 1:9; 3:5
Giob 3:13; 17:14; 21:32,33; Ec 12:7; Is 26:19; Dan 12:2
Giob 7:18
Sal 37:36; 103:15

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