Nuova Riveduta:

Giudici 12

Castigo di Efraim
Gc 8:1-3; Pr 17:14 (2Ti 2:19)
1 Gli uomini di Efraim si radunarono, passarono a Safon e dissero a Iefte: «Perché sei andato a combattere contro i figli di Ammon e non ci hai chiamati ad andare con te? Noi bruceremo la tua casa e te con essa». 2 Iefte rispose loro: «Io e il mio popolo abbiamo avuto grande ostilità con i figli di Ammon; e quando vi ho chiamati in aiuto, non mi avete liberato dalle loro mani. 3 Vedendo che voi non venivate in mio soccorso, ho posto a repentaglio la mia vita, ho marciato contro i figli di Ammon e il SIGNORE li ha messi nelle mie mani. Perché dunque oggi siete saliti contro di me per muovermi guerra?»
4 Poi Iefte, radunati tutti gli uomini di Galaad, diede battaglia a Efraim; e gli uomini di Galaad sconfissero gli Efraimiti, perché questi li insultavano dicendo: «Voi, Galaaditi, siete dei fuggiaschi di Efraim, in mezzo a Efraim e in mezzo a Manasse!» 5 I Galaaditi intercettarono i guadi del Giordano agli Efraimiti; e quando uno dei fuggiaschi d'Efraim diceva: «Lasciatemi passare», gli uomini di Galaad gli chiedevano: «Sei un Efraimita?» Se quello rispondeva: «No», i Galaaditi gli dicevano: 6 «Ebbene, di' Scibbolet»; e quello diceva: «Sibbolet», senza fare attenzione a pronunciare bene; allora lo afferravano e lo scannavano presso i guadi del Giordano. Perirono in quel tempo quarantaduemila Efraimiti.
7 Iefte fu giudice d'Israele per sei anni. Poi Iefte, il Galaadita, morì e fu sepolto in una delle città di Galaad.

Ibsan, Elon e Abdon, giudici d'Israele
Gc 10:1-5; Sl 127:3-5; Is 32:16-18
8 Dopo di lui fu giudice d'Israele Ibsan di Betlemme, 9 che ebbe trenta figli, fece sposare le sue trenta figlie con gente di fuori, e fece venire da fuori trenta fanciulle per i suoi figli. Fu giudice d'Israele per sette anni. 10 Poi Ibsan morì e fu sepolto a Betlemme.
11 Dopo di lui fu giudice d'Israele Elon, lo Zabulonita; fu giudice d'Israele per dieci anni. 12 Poi Elon, lo Zabulonita, morì e fu sepolto ad Aialon, nel paese di Zabulon. 13 Dopo di lui fu giudice d'Israele Abdon, figlio di Illel, il Piratonita. 14 Ebbe quaranta figli e trenta nipoti, i quali cavalcavano settanta asinelli. Fu giudice d'Israele per otto anni. 15 Poi Abdon, figlio di Illel, il Piratonita, morì e fu sepolto a Piraton, nel paese di Efraim, sul monte Amalec.

C.E.I.:

Giudici 12

1 Ora gli uomini di Efraim si radunarono, passarono il fiume verso Zafon e dissero a Iefte: «Perché sei andato a combattere contro gli Ammoniti e non ci hai chiamati con te? Noi bruceremo te e la tua casa». 2 Iefte rispose loro: «Io e il mio popolo abbiamo avuto grandi lotte con gli Ammoniti; quando vi ho chiamati in aiuto, non siete venuti a liberarmi dalle loro mani. 3 Vedendo che voi non venivate in mio aiuto, ho esposto al pericolo la vita, ho marciato contro gli Ammoniti e il Signore me li ha messi nelle mani. Perché dunque siete venuti oggi contro di me a muovermi guerra?». 4 Iefte, radunati tutti gli uomini di Gàlaad, diede battaglia ad Efraim; gli uomini di Gàlaad sconfissero gli Efraimiti, perché questi dicevano: «Voi siete fuggiaschi di Efraim; Gàlaad sta in mezzo a Efraim e in mezzo a Manàsse». 5 I Galaaditi intercettarono agli Efraimiti i guadi del Giordano; quando uno dei fuggiaschi di Efraim diceva: «Lasciatemi passare», gli uomini di Gàlaad gli chiedevano: «Sei un Efraimita?». Se quegli rispondeva: «No», 6 i Galaaditi gli dicevano: «Ebbene, di' Scibbolet», e quegli diceva Sibbolet, non sapendo pronunciare bene. Allora lo afferravano e lo uccidevano presso i guadi del Giordano. In quella occasione perirono quarantaduemila uomini di Efraim. 7 Iefte fu giudice d'Israele per sei anni. Poi Iefte, il Galaadita, morì e fu sepolto nella sua città in Gàlaad.
8 Dopo di lui fu giudice d'Israele Ibsan di Betlemme. 9 Egli ebbe trenta figli, maritò trenta figlie e fece venire da fuori trenta fanciulle per i suoi figli. Fu giudice d'Israele per sette anni. 10 Poi Ibsan morì e fu sepolto a Betlemme.
11 Dopo di lui fu giudice d'Israele Elon, lo Zabulonita; fu giudice d'Israele per dieci anni. 12 Poi Elon, lo Zabulonita, morì e fu sepolto ad Aialon, nel paese di Zàbulon.
13 Dopo di lui fu giudice d'Israele Abdon, figlio di Illel, di Piraton. 14 Ebbe quaranta figli e trenta nipoti, i quali cavalcavano settanta asinelli. Fu giudice d'Israele per otto anni. 15 Poi Abdon, figlio di Illel, il Piratonita, morì e fu sepolto a Piraton, nel paese di Efraim, sul monte Amalek.

Nuova Diodati:

Giudici 12

Vittoria di Jefte su Efraim
1 Or gli uomini di Efraim si radunarono, passarono a Tsafon e dissero a Jefte: «Perché sei andato a combattere contro i figli di Ammon e non ci hai chiamati per andare con te? Noi bruceremo la tua casa con te dentro». 2 Jefte rispose loro: «Io e il mio popolo abbiamo avuto una grande disputa con i figli di Ammon; e quando vi chiesi aiuto non mi avete liberato dalle loro mani. 3 Così, vedendo che non venivate in mio aiuto, ho posto a repentaglio la mia vita e ho marciato contro i figli di Ammon; e l'Eterno me li ha dati nelle mani. Perché dunque siete oggi saliti contro di me per muovermi guerra?». 4 Poi Jefte radunò tutti gli uomini di Galaad e diede battaglia ad Efraim; e gli uomini di Galaad sconfissero Efraim, perché questi dicevano: «Voi Galaaditi siete fuggiaschi di Efraim, in mezzo ad Efraim e in mezzo a Manasse!». 5 Gli uomini di Galaad si impadronirono dei guadi del Giordano prima che quei di Efraim arrivassero; così, quando uno dei fuggiaschi di Efraim diceva: «Lasciatemi passare», gli uomini di Galaad gli chiedevano: «Sei tu un Efraimita?». Se quegli rispondeva: «No», i Galaaditi gli dicevano: 6 «Allora di' Scibboleth»; se quegli diceva «Sibboleth», perché non poteva pronunciare correttamente, essi lo afferravano e lo uccidevano presso i guadi del Giordano. In quel tempo perirono quarantaduemila uomini di Efraim. 7 Jefte fu giudice d'Israele per sei anni. Poi Jefte, il Galaadita, morì e fu sepolto in una delle città di Galaad.

I giudici Ibtsan, Elon e Abdon
8 Dopo di lui fu giudice d'Israele Ibtsan di Betlemme. 9 Egli ebbe trenta figli; maritò trenta figlie e fece venire da fuori trenta fanciulle per i suoi figli. Fu giudice d'Israele per sette anni. 10 Poi Ibtsan morì e fu sepolto a Betlemme. 11 Dopo di lui fu giudice d'Israele Elon, lo Zabulonita; fu giudice d'Israele per dieci anni. 12 Poi Elon, lo Zabulonita, morì e fu sepolto ad Ajalon, nel paese di Zabulon. 13 Dopo di lui fu giudice d'Israele Abdon, figlio di Hillel, il Pirathonita. 14 Ebbe quaranta figli e trenta nipoti, che cavalcavano settanta asinelli. Fu giudice d'Israele per otto anni. 15 Poi Abdon, figlio di Hillel, il Pirathonita, morì e fu sepolto a Pirathon nel paese di Efraim, nella regione montuosa di Amalek.

Riveduta 2020:

Giudici 12

Guerra di Iefte contro Efraim. Morte di Iefte
1 Ora gli uomini di Efraim si radunarono, passarono a Safon, e dissero a Iefte: “Perché sei andato a combattere contro i figli di Ammon e non ci hai chiamati per venire con te? Noi bruceremo la tua casa e te con essa”. 2 Iefte rispose loro: “Io e il mio popolo abbiamo avuto una grande contesa con i figli di Ammon; e quando vi ho chiamati in aiuto, non mi avete liberato dalle loro mani. 3 E vedendo che voi non venivate in mio soccorso, ho messo a repentaglio la mia vita, ho marciato contro i figli di Ammon, e l'Eterno me li ha dati nelle mani. Perché dunque oggi siete saliti contro di me per muovermi guerra?”. 4 Poi Iefte, radunati tutti gli uomini di Galaad, diede battaglia a Efraim; e gli uomini di Galaad sconfissero gli Efraimiti, perché questi dicevano: “Voi, Galaaditi, siete dei fuggiaschi di Efraim, in mezzo a Efraim e in mezzo a Manasse!”. 5 E i Galaaditi intercettarono i guadi del Giordano agli Efraimiti; e quando uno dei fuggiaschi di Efraim diceva: “Lasciatemi passare”, gli uomini di Galaad gli chiedevano: “Sei tu un Efraimita?”. Se quello rispondeva: “No”, i Galaaditi gli dicevano: 6 “Ebbene, di': 'Scibbolet'”; e quello diceva: “Sibbolet”, senza fare attenzione a pronunciare bene; allora lo prendevano e lo uccidevano presso i guadi del Giordano. E perirono in quel tempo quarantaduemila uomini di Efraim. 7 Iefte fu giudice d'Israele per sei anni. Poi Iefte, il Galaadita, morì e fu sepolto in una delle città di Galaad.

Ibsan, Elon e Abdon, giudici d'Israele
8 Dopo di lui fu giudice d'Israele Ibsan di Betlemme, 9 che ebbe trenta figli, fece sposare trenta figlie con gente di fuori, e fece venire da fuori trenta fanciulle per i suoi figli. Fu giudice d'Israele per sette anni. 10 Poi Ibsan morì e fu sepolto a Betlemme. 11 Dopo di lui fu giudice d'Israele Elon, lo Zabulonita; fu giudice d'Israele per dieci anni. 12 Poi Elon, lo Zabulonita, morì e fu sepolto ad Aialon, nel paese di Zabulon. 13 Dopo di lui fu giudice d'Israele Abdon, figlio di Illel, il Piratonita. 14 Ebbe quaranta figli e trenta nipoti, i quali cavalcarono settanta asinelli. Fu giudice d'Israele per otto anni. 15 Poi Abdon, figlio di Illel, il Piratonita, morì e fu sepolto a Piraton, nel paese di Efraim, sul monte Amalec.

Riveduta:

Giudici 12

Guerra di Jefte contro Efraim. Morte di Jefte
1 Or gli uomini di Efraim si radunarono, passarono a Tsafon, e dissero a Jefte: 'Perché sei andato a combattere contro i figliuoli di Ammon e non ci hai chiamati ad andar teco? Noi bruceremo la tua casa e te con essa'. 2 Jefte rispose loro: 'Io e il mio popolo abbiamo avuto gran contesa coi figliuoli di Ammon; e quando v'ho chiamati in aiuto, non mi avete liberato dalle loro mani. 3 E vedendo che voi non venivate in mio soccorso, ho posto a repentaglio la mia vita, ho marciato contro i figliuoli di Ammon, e l'Eterno me li ha dati nelle mani. Perché dunque siete saliti oggi contro di me per muovermi guerra?' 4 Poi Jefte, radunati tutti gli uomini di Galaad, diè battaglia ad Efraim; e gli uomini di Galaad sconfissero gli Efraimiti, perché questi dicevano: 'Voi, Galaaditi, siete de' fuggiaschi d'Efraim, in mezzo ad Efraim e in mezzo a Manasse!' 5 E i Galaaditi intercettarono i guadi del Giordano agli Efraimiti; e quando uno de' fuggiaschi d'Efraim diceva: 'Lasciatemi passare', gli uomini di Galaad gli chiedevano: 'Sei tu un Efraimita?' Se quello rispondeva: 'No', i Galaaditi gli dicevano: 6 'Ebbene, di' Scibboleth'; e quello diceva 'Sibboleth', senza fare attenzione a pronunziar bene; allora lo pigliavano e lo scannavano presso i guadi del Giordano. E perirono in quel tempo quarantaduemila uomini d'Efraim. 7 Jefte fu giudice d'Israele per sei anni. Poi Jefte, il Galaadita, morì e fu sepolto in una delle città di Galaad.

Ibtsan, Elon e Abdon, giudici d'Israele
8 Dopo di lui fu giudice d'Israele Ibtsan di Bethlehem, 9 che ebbe trenta figliuoli, maritò fuori trenta figliuole, e condusse di fuori trenta fanciulle per i suoi figliuoli. Fu giudice d'Israele per sette anni. 10 Poi Ibtsan morì e fu sepolto a Bethlehem. 11 Dopo di lui fu giudice d'Israele Elon, lo Zabulonita; fu giudice d'Israele per dieci anni. 12 Poi Elon, lo Zabulonita, morì e fu sepolto ad Aialon, nel paese di Zabulon. 13 Dopo di lui fu giudice d'Israele Abdon, figliuolo di Hillel, il Pirathonita. 14 Ebbe quaranta figliuoli e trenta nipoti, i quali cavalcarono settanta asinelli. Fu giudice d'Israele per otto anni. 15 Poi Abdon, figliuolo di Hillel, il Pirathonita, morì e fu sepolto a Pirathon, nel paese di Efraim, sul monte Amalek.

Ricciotti:

Giudici 12

Morte di Jefte
1 Ma allora sorse una sedizione fra gli uomini in Efraim, poichè passati questi verso il settentrione, vennero a dire a Jefte: «Perchè andando a combatter contro i figli di Ammon non hai voluto chiamarci per venire con te? Perciò noi daremo fuoco alla tua casa». 2 Al che egli rispose: «Io e il mio popolo avevamo una grande contesa coi figliuoli di Ammon, ed io v'invitai a prestarmi aiuto, ma non voleste accondiscendere. 3 Vedendo ciò, posi la mia anima nelle mie mani, mossi contro i figli di Ammon e il Signore li diede nelle mie mani. Come mi sono io meritato che voi insorgeste contro di me per muovermi guerra?». 4 Chiamati pertanto intorno a sè tutti gli uomini di Galaad combattè contro Efraim; e gli uomini di Galaad sconfissero gli Efraimiti, perchè questi avevano detto: «Galaad è un fuggiasco di Efraim ed abita in mezzo ad Efraim e Manasse». 5 I Galaaditi sorsero ad occupare i guadi del Giordano pei quali Efraim avrebbe dovuto fare ritorno e quando uno dei fuggiaschi dell'esercito di Efraim veniva al guado e diceva: «Vi prego, lasciatemi passare», i Galaaditi gli chiedevano: «Sei tu un Efrateo?». Se quello rispondeva: «No», 6 gli dicevano: «Di' adunque: - Scibbolet -» che significa spiga; ma esso rispondeva: «Sibbolet», non sapendo pronunciare bene la parola spiga colla stessa lettera. Presolo allora lo strozzavano allo stesso guado del Giordano e in quel tempo caddero quarantaduemila Efraimiti. 7 Jefte Galaadita giudicò Israele per sei anni e morì e fu sepolto nella sua città di Galaad.

Abesan, Aialon e Abdon
8 Dopo di lui giudicò Israele Abesan di Betleem, 9 che ebbe trenta figli e altrettante figliuole, alle quali diede marito mandandole fuori [di casa]; mentre ai figli suoi di numero eguale prese mogli che introdusse in casa sua. Egli giudicò per sette anni Israele 10 e morì e venne sepolto in Betleem. 11 Gli successe Aialon di Zabulon che giudicò Israele per dieci anni 12 e morì e fu sepolto in Zabulon. 13 Dopo costui Abdon figlio di Illel, di Faraton, giudicò Israele. 14 Egli ebbe quaranta figli e da questi trenta nipoti, i quali cavalcavan settanta asinelli; giudicò Israele per otto anni 15 e morì e fu sepolto in Faraton, nel territorio di Efraim, sul monte Amalec.

Tintori:

Giudici 12

Guerra tra lette ed Efraim
1 Ed ecco nascere una sedizione nella tribù di Efraim: gli Efraimiti, passati verso il settentrione, dissero a Iefte: «Perchè andando a combattere contro i figli di Ammon non ci hai voluto chiamare, affinchè potessimo venir teco? Per questo daremo fuoco alla tua casa». 2 Iefte rispose loro: «Io e il mio popolo avevamo una gran contesa coi figli d'Ammon, ed io vi chiamai a recarmi aiuto, ma non voleste venire. 3 Visto ciò, ponendo a repentaglio la mia vita, andai contro i figli d'Ammon, che il Signore mi diede nelle mani. Quando ho meritato che voi insorgeste contro di me a farmi guerra?» 4 Allora Iefte, radunati tutti gli uomini di Galaad, combattè contro Efraim. I Galaaditi sconfissero Efraim, chè aveva detto: «Galaad è un fuggitivo d'Efraim e abita in mezzo tra Efraim e Manasse». 5 I Galaaditi occuparono i guadi del Giordano, pei quali doveva ripassare Efraim, e quando qualche Efraimita fuggitivo vi giungeva e diceva: «Mi raccomando: lasciatemi passare! i Galaaditi gli dicevano: «Sei tu Efraimita?» Rispondendo egli: «Non lo sono», 6 egli replicavano: «Di' dunque Scibboleth» (che vuol dir spiga); ma rispondendo egli «Sibboleth», non sapendo dire spiga colla sua giusta lettera, subito lo prendevano e lo scannavano al passo medesimo del Giordano. Così in quel tempo perirono di Efraim quarantadue mila uomini.

Morte di Iefte
7 E Iefte Galaadita giudicò Israele per sei anni, e morì e fu sepolto nella sua città di Galaad.

I Giudici Abesan, Ahialon e Abdon
8 Dopo di Iefte giudicò Israele Abesan di Betlemme. 9 Egli ebbe trenta figli, e altrettante figlie che mandò a marito fuori di casa ove prese altrettante fanciulle come spose dei suoi figli. Egli giudicò Israele per sette anni, 10 e morì e fu sepolto in Betlemme. 11 A lui succedette Ahialon di Zabulon, il quale giudicò Israele per dieci anni, 12 e morì e fu sepolto in Zabulon. 13 Dopo di lui giudicò Israele Abdon, figlio d'Illel di Faraton. 14 Egli ebbe quaranta figli e da questi trenta nipoti, i quali cavalcavano settanta asinelli. Egli giudicò Israele per otto anni, 15 e morì e fu sepolto a Faraton, nel paese di Efraim, sul monte di Amalec.

Martini:

Giudici 12

Gli Ephratei, che ingiustamente si erano mossi contro di Jephte, sono uccisi fino al numero di quarantadue mila ai guadi del Giordano, perchè non potean pronunziare la voce Scibboleth. Successori di Jephte sono Abesun, Ahialon, e Abdon.
1 Ed ecco che nacque sedizione nella tribù di Ephraim: perocché passati questi verso settentrione andarono a dire a Jephte: Per qual motivo andando a combattere contro i figliuoli di Ammon non hai voluto invitarci, perchè venissimo teco? Ora noi darem fuoco alla tua casa. 2 Rispose egli loro: Io, e il mio popolo eravamo a gran contesa co' figliuoli di Ammon: e io vi chiamai, affinchè mi recaste aiuto, e non voleste farlo. 3 Lo che avendo veduto posi a repentaglio la mia vita, e andai contro i figliuoli di Ammon, e il Signore li diede nelle mie mani. Ho io meritato, che voi vi moviate a farmi guerra? 4 E radunati presso di sé tutti quelli di Galaad, venne alle mani con que' di Ephraim: e i Galaaditi sconfissero gli Ephraimiti, i quali avean detto: Galaad è un fuggitivo di Ephraim, che sta in mezzo tra Ephraim e Manasse. 5 E i Galaaditi posero guardie a' guadi del Giordano, pei quali dovean ripassare que' di Ephraim. E allorché vi giungeva alcuno de' molti fuggitivi, e diceva: Vi prego di lasciarmi passare: dicevano a lui i Galaaditi: Se' tu forse Ephratheo? E rispondendo egli: Nol sono: 6 Gli replicavano: Di' adunque Scibboleth, che vuol dire spiga. E quegli pronunziava, Sibboleth: non sapendo esprimere il nome di spiga colla giusta sua lettera. E immediatamente lo pigliavano, e lo scannavano al passo medesimo del Giordano. E perirono in quel tempo quaranta due mila uomini di Ephraim. 7 Così Jephte di Galaad governò Israele per sei anni: e morì, e fu sepolto nella sua città di Galaad. 8 Dopo di lui fu giudice d'Israele Abesan di Bethlehem: 9 Il quale ebbe trenta figli, e altrettante figliuole, le quali maritò mandandole fuori della sua gente, e altrettante fanciulle di fuori condusse in sua casa spose de' suoi figliuoli. Ei fu giudice d'Israele per sette anni: 10 E morì, e fu sepolto in Bethlehem. 11 E a lui succedette Ahialon Zabulonita, e fu giudice d'Israele per dieci anni: 12 E morì, e fu sepolto in Zabulon. 13 Dopo di lui fu giudice d'Israele Abdon, figliuolo di Illel di Pharathon: 14 Il quale ebbe quaranta figliuoli, e da questi trenta nipoti, i quali cavalcarono settanta asini giovani, ed ei fu giudice d'Israele per otto anni. 15 E morì, e fu sepolto a Pharathon nel paese di Ephraim sul monte Amalec.

Diodati:

Giudici 12

1 OR gli Efraimiti, adunatisi a grida, passarono verso il Settentrione, e dissero a Iefte: Perchè sei tu passato per combattere contro a' figliuoli di Ammon, e non ci hai chiamati per andar teco? noi bruceremo col fuoco la tua casa, e te insieme. 2 E Iefte disse loro: Il mio popolo ed io abbiamo avuta gran contesa co' figliuoli di Ammon; ed io v'ho chiamati, ma voi non mi avete liberato dalle lor mani. 3 Laonde, veggendo che voi non mi liberavate, io ho messa la mia vita nella palma della mia mano, e son passato agli Ammoniti; e il Signore me li ha dati nelle mani; perchè dunque siete voi oggi saliti a me, per farmi guerra? 4 E Iefte adunò tutti i Galaaditi, e combattè contro ad Efraim; e i Galaaditi percossero Efraim; perciocchè dicevano: Voi siete degli scampati di Efraim; Galaad è in mezzo di Efraim e di Manasse. 5 E i Galaaditi occuparono i passi del Giordano a que' di Efraim; e quando alcuno di que' di Efraim che scampavano diceva: Lascia ch'io passi, i Galaaditi gli dicevano: Sei tu di Efraim? E s'egli diceva: 6 No, i Galaaditi gli dicevano: Deh! di' Scibbolet; ma egli diceva: Sibbolet; e non accertava a profferir dirittamente. Ed essi lo prendevano, e lo scannavano a' passi del Giordano. Così in quel tempo caddero morti di Efraim quarantaduemila uomini. 7 E Iefte Galaadita giudicò Israele sei anni; poi morì, e fu seppellito nella città di Galaad.
8 E, DOPO lui, Ibsan, da Bet-lehem, giudicò Israele. 9 Ed ebbe trenta figliuoli, e mandò fuori trenta figliuole a marito, e menò trenta fanciulle di fuori a' suoi figliuoli per mogli; e giudicò Israele sett'anni. 10 Poi Ibsan morì, e fu seppellito in Bet-lehem. 11 E, dopo lui, Elon Zabulonita fu Giudice d'Israele; e giudicò Israele dieci anni. 12 Poi Elon Zabulonita morì, e fu seppellito in Aialon, nel paese di Zabulon. 13 E, dopo lui, Abdon, figliuolo di Hillel, Piratonita, giudicò Israele. 14 Ed ebbe quaranta figliuoli, e trenta figliuoli di figliuoli, i quali cavalcavano settant'asinelli; e giudicò Israele ott'anni. 15 Poi Abdon, figliuolo di Hillel, Piratonita, morì, e fu seppellito in Piraton, nel paese di Efraim, nel monte degli Amalechiti.

Commentario abbreviato:

Giudici 12

1 Capitolo 12

Gli Efraimiti litigano con Iefte Giudici 12:1-7

Ibsan, Elon e Abdon giudicano Israele Giudici 12:8-15

Versetti 1-7

Gli Efraimiti litigarono con Iefte come con Gedeone. Alla base del litigio c'era l'orgoglio; solo da questo nasce la contesa. Non è bene affibbiare nomi di biasimo a persone o Paesi, come si fa di solito, soprattutto a chi si trova in condizioni di svantaggio esteriore. Spesso provoca litigi che si rivelano di cattivo gusto, come in questo caso. Nessuna contesa è così aspra come quella tra fratelli o rivali per l'onore. Che bisogno abbiamo di vigilare e pregare contro i malumori! Che il Signore induca tutto il suo popolo a seguire le cose che favoriscono la pace!

8 Versetti 8-15

Abbiamo qui un breve resoconto di altri tre giudici d'Israele. La vita più felice degli individui e lo stato più felice della società è quello che offre il minor numero di eventi degni di nota. Vivere nel merito e nella tranquillità, essere serenamente utili a coloro che ci circondano, possedere una coscienza limpida; ma soprattutto, e senza il quale nulla può valere, godere della comunione con Dio, nostro Salvatore, mentre viviamo, e morire in pace con Dio e con gli uomini, costituiscono la sostanza di tutto ciò che un uomo saggio può desiderare.

Commentario del Pulpito:

Giudici 12

1 

A nord, o, altrimenti tradotto, a Zafon, una città dei Gaditi menzionata in Gsè 13:27 insieme a Succot, e che si pensa sia la moderna Amateh sul Wady. È difficile dire con certezza quale sia la traduzione giusta, ma nel complesso quest'ultima sembra la più probabile. Benché Galaad si trovi a nord-est di Efraim, non sembra una descrizione naturale del movimento efraimita dire che "andarono verso nord", mentre se marciarono verso Zaphon la frase sarebbe precisa. La frase precedente, radunati, significa arruolati per la battaglia, come in Giuda 7:23,24 . Bruceremo la tua casa, ecc., la stessa selvaggia minaccia di cui si servirono i giovani filistei per indurre la moglie di Sansone a scoprire e rivelare il suo enigma, {Giuda 14:15}e come i Filistei misero effettivamente in pratica su di lei e suo padre per vendicare la distruzione del loro grano. {Giuda 15:6 }Sei passato oltre, come in Giuda 11:29,32;12:3 .

Vers. 1-7. L'invidia del piccolo grande per le grandi azioni del piccolo.

L'individuazione dei difetti di carattere è utile a coloro che desiderano correggere e perfezionare i propri, e per questa ragione l'osservazione della tendenza di particolari posizioni a produrre particolari difetti è molto preziosa. Il vizio particolare della mente umana che la vergognosa e antipatriottica arroganza degli Efraimiti verso il liberatore del loro paese porta alla luce, è la tendenza da parte di coloro che occupano alte sfere a risentirsi e ad invidiare le grandi imprese e i successi di coloro che considerano molto inferiori a loro. Efraim era la più grande e potente delle tribù d'Israele. Il grande capo, Giosuè, era di quella tribù, e sembra che pensassero di avere un primato ereditario tra le tribù. Abbiamo già visto questo spirito irrompere ferocemente nella loro contesa con Gedeone, {Giuda 8:1-3 } e ora di nuovo nel loro attacco ostile contro Iefte. Anzi, anche al tempo di Giosuè qualcosa della stessa arroganza attirò su di loro il rimprovero del loro grande capitano. {Gsè 17:14-16 Essi videro, pensarono che, essendo la tribù principale, avevano il diritto di essere considerati i primi in tutto; che il loro consiglio doveva essere sempre cercato, i loro desideri sempre consultati; e che il mantenimento della loro dignità doveva essere la prima considerazione di tutte le altre tribù. Eppure non li troviamo a mantenere le loro pretese con uno zelo preminente per il servizio pubblico, con uno spirito di sacrificio per il bene pubblico, né fornendo gli uomini più eminenti che prendano la direttiva negli affari civili o militari. Non furono i primi a rischiare la vita e l'incolumità fisica contro le schiere madianite; non furono i primi a respingere l'invasione dei figli di Ammon. La loro dignità, e non il bene del loro paese, era la loro principale preoccupazione. Perciò, quando uno sconosciuto Gedeone, di una delle case inferiori di Manasse, o un meticcio Iefte dall'altra parte del Giordano, salì al primo posto come salvatori del loro paese, l'invidia di Efraim divampò. Che azienda aveva a che fare grandi cose? È stata un'invasione delle prerogative del "grande popolo". Era presunzione; era un affronto a Efraim. Nessuna punizione era troppo brutta per una simile insolenza. "Bruceremo la tua casa su di te con il fuoco". Questa storia illustra quindi l'orgoglio della casta. Mostra a noi uomini, che abbiamo una grande opinione di se stessi, non influenzati da quella buona opinione a fare il più possibile per gli altri, ma solo ad esigere il più possibile per se stessi. Ci mostra come una stima arrogante di se stessi induca gli uomini a invidiare gli altri, che ritengono inferiori, se si distinguono e si elevano superiori a loro nella stima pubblica. Era lo stesso spirito che si manifestava nei farisei quando la fama di nostro Signore come insegnante attirava tante moltitudini ad ascoltarlo. Pensavano di avere il monopolio dell'insegnamento, che nessuna dottrina che non emanasse dalle loro scuole dovesse essere ascoltata, che la conoscenza non potesse provenire da nessuna bocca se non da quella di un rabbino. E così, quando il Figlio del falegname aprì la bocca e pronunciò a Iris lezioni di squisita saggezza e potenza, e incatenò l'attenzione delle moltitudini, e fu riconosciuto come un profeta, la loro invidia fu eccitata. Invece di rallegrarsi che Dio avesse mandato loro un insegnante potente in parole e opere, tramarono solo il modo di far tacere la lingua eloquente. Invece di sedersi ai suoi piedi e imparare dalla sua bocca la vera volontà di Dio e la via della vita, furono solo incitati all'odio e persuasi la folla a dire: Sia crocifisso. Lo stesso spirito è comune ai nostri giorni in ogni professione. I piccoli grandi invidiano le grandi azioni dei piccoli. Ma i doni di Dio non sono limitati a nessuna casta o classe; e sono veramente grandi solo coloro che si rallegrano delle grandi qualità ovunque si trovino, e vedono senza invidia la carriera di coloro che li superano nella corsa di fare il bene e di promuovere la gloria di Dio.

OMELIE DI A.F. MUIR Vers. 1-3. L'ingratitudine è la ricompensa frequente dei benefattori.

Il trionfo di Iefte è funestato da un altro incidente. Efraim, la tribù più potente a ovest del Giordano, lo affronta in assetto ostile. La sua esperienza deve essere stata amara e difficile da comprendere. Ma non è solo nei risultati che le sue buone azioni gli hanno portato. I benefattori di ogni epoca hanno ricevuto un'accoglienza simile.

LE LORO BUONE AZIONI SONO ESSE STESSE UN'OFFESA. Questo ha la sua radice e il suo fondamento nell'incapacità della mente naturale di percepire e apprezzare i motivi spirituali; ma raramente assume la forma di un'obiezione diretta e semplice alla buona azione. Altre forme di scusa per l'opposizione sono facilmente scoperte.

1. Lo spirito con cui sono stati realizzati è frainteso o mal interpretato. La chiave dei nostri giudizi sugli altri è in noi stessi. Se poi siamo malvagi, i nostri giudizi saranno pervertiti. In tutta la storia della Chiesa di Dio questa influenza è evidente, dalla vecchia domanda maliziosa: "'Giobbe serve Dio per nulla?', alla malvagità culminante descritta nel vangelo: "La luce splende nelle tenebre, e le tenebre non l'hanno compresa... Egli era nel mondo, e il mondo è stato fatto per mezzo di lui, e il mondo non lo ha conosciuto. Egli è venuto tra i suoi, e i suoi non l'hanno accolto". {Gv 1:5,10,11 } "Per i puri, tutte le cose sono pure", e viceversa.

2. Presentano un contrasto sgradito con la condotta degli altri. Ogni buona azione è come una luce che porta alla vista cose di simile tipo e ispira comportamenti simili, ma rivela anche l'orrore e l'odiosità della vita ordinaria dell'uomo. Questa è un'offesa contro l' amour propre del peccatore, e quindi imperdonabile; è anche una denuncia di ipocrisia, e purtroppo scomoda. Fa soffrire il cuore degli uomini buoni a vedere questo, e a gridare: "Quand'è che la bontà non sarà l'eccezione, ma la regola?"

3. L'onore che acquisiscono per i loro autori è ambito. Per le menti non azionate dallo spirito di bontà, l'unica cosa che si può desiderare nelle buone opere è la fama esteriore e il vantaggio che portano. L'esclusione da ciò è fortemente risentita. Centinaia di persone sono ansiose di condividere la corona dei giusti che sono lontani dal respirare il suo spirito o dall'emulare il suo esempio.

II QUANTO È DIFFICILE ANCHE PER GLI UOMINI BUONI CAPIRE QUESTO! Iefte argomenta la sua tesi e chiede: "Perché siete venuti oggi da me per combattere contro di me?" La legge di Mosè prometteva vantaggi temporali a coloro che l'avessero adempiuta. A volte questi non venivano apprezzati, e c'era una conseguente perplessità. Ma non dobbiamo supporre che questa meraviglia e questo turbamento mentale fossero limitati a quella dispensazione; Sono caratteristiche profondamente umane. Il nostro Salvatore stesso le sperimentò quando chiese: "Vi ho mostrato molte opere buone da parte del Padre mio; per quale di queste opere mi lapidate?; {Gv 10:32 } e ancora: Siete forse usciti come contro un ladro con spade e bastoni per prendermi? Ogni giorno sedevo con voi a insegnare nel tempio, e voi non mi avete afferrato". {Mt 26:55}La chiave di questo mistero è fornita dalla beatitudine dei perseguitati a causa della giustizia, {Mt 5:11,12}e realizzata nello spirito del sacrificio di Cristo. — M.

Vers. 1-6."Ambizione che volteggia", che "salta se stessa".

Non era la prima volta che Efraim commetteva un'offesa del genere. Gedeone dovette sopportare la loro irragionevolezza e fu così gentile da permettere la loro cooperazione per assicurare i risultati della sua vittoria. Ma ora il "calice della loro iniquità è pieno". Non solo per la distruzione di Ammon è destato Iefte; ha una punizione da infliggere a Efraim. Non lo sapevano, ma questo loro orgoglio era sull'orlo della sua caduta. Essi presumevano che in precedenza fossero esentati dalle cattive conseguenze e si precipitarono ciecamente sul loro castigo. Vediamo qui...

SONO ORGOGLIOSO DEL SUO SVILUPPO E DELLA SUA CARRIERA. La gentilezza e la considerazione del passato non fecero che indurirla e rafforzarla. Si fa affidamento sulle conquiste passate e sul prestigio acquisito attraverso di esse invece che sull'obbedienza presente a Dio, ecc. Efraim si preoccupava più della propria posizione e del proprio vantaggio che di servire la repubblica. Con la sua inerzia nel passato e il suo atteggiamento ostile verso Iefte nella presente occasione, gioca il traditore. Disprezzava i suoi fratelli e rifiutava di riconoscere il capo che Dio aveva scelto, e ora minacciava di rovesciare il vantaggio acquisito dalla vittoria degli Ammoniti. Divenne un disturbo pubblico e un pericolo politico.

II ORGOGLIO PER IL SUO CASTIGO DIVINO, Nei vari dettagli della sua punizione è difficile reprimere una certa misura di simpatia per esso. C'è sempre qualcosa nell'umiliazione di una natura orgogliosa che suscita la nostra simpatia. Eppure era necessario e giusto che a Efraim venisse insegnata una terribile lezione.

1. Quella stessa tribù, con la quale l'appartenenza era stata il loro vanto, ora vorrebbero negare.

2. Lo scherno di essere "fuggiaschi", che avevano usato contro i Galaaditi, ora si rivolge contro loro stessi.

3. La forza marziale su cui avevano fatto affidamento è ora efficacemente e improvvisamente ridotta. Lo stesso accadrà a tutti coloro che si opporranno a Cristo e al suo regno. "Su chiunque cadrà questa pietra, essa lo ridurrà in polvere". Se Dio è contro di noi, o, ciò che è la stessa cosa, siamo contro Dio, possiamo aspettarci una paziente pazienza e, all'inizio, gentili rimproveri; ma, se insistiamo, una terribile punizione. Il peccato è l'orgoglio; rifiuta di inchinarsi alla volontà di Dio, o di accettare i metodi della sua salvezza. — M.

OMELIE DI W.F. ADENEY Ver. 1. Gelosia.

Gli uomini di Efraim sono adirati con Iefte perché la menzogna ha respinto gli Ammoniti senza il loro aiuto.

I GRANDI UOMINI SONO COMUNEMENTE ASSALITI DALLA GELOSIA DEI LORO RIVALI.

1. Questa non è la prova di alcuna mancanza da parte di coloro che vengono così attaccati. Mentre alcuni degli uomini più nobili si sono procurati guai per mancanza di considerazione per le piccole debolezze dei loro inferiori, gli uomini migliori e più concilianti non sono stati in grado di evitare l'invidia e l'errore di giudizio delle nature più basse. È impossibile accontentare tutte le classi nel fare un lavoro di qualsiasi grandezza e valore. Non sono sempre gli uomini più degni che hanno meno nemici. Cristo aveva più nemici che amici.

2. Questa non è una prova delle affermazioni dei rivali dei grandi uomini. Le persone che non riescono a migliorare un'opera possono criticarla.

COLORO CHE SONO ARRETRATI, NELL'AFFRONTARE IL PERICOLO DELLA BATTAGLIA, SONO ANSIOSI DI BRAMARE L'ONORE DELLA VITTORIA. Non c'è motivo di credere che gli uomini di Efraim mostrarono la volontà di unirsi a Iefte fino a dopo il suo grande successo. Le persone deboli ed egoiste che non entreranno in nessuna impresa finché non vedranno che ha avuto successo sono abbastanza abbondanti, ma sono inutili. I veri uomini sono coloro che sostengono la giusta causa quando è in declino, quando è impopolare, quando sembra destinata al fallimento, quando il suo servizio comporta rischi e perdite.

III IL COMPITO DA CUI GLI UOMINI SI RITRAGGONO IN ANTICIPO SEMBRA FACILE DOPO CHE È STATO ESEGUITO CON SUCCESSO. Ora che Iefte ha sconfitto gli ammoniti, gli uomini di Efraim pensano che la sua opera fosse solo una strada sicura per l'onore, nella quale lo avrebbero volentieri accompagnato. Quando vediamo il maestro di un'arte lavorare con abile abilità e precisione infallibile, nulla sembra più facile che fare come lui. Il suo stesso trionfo distrugge l'apparenza delle difficoltà che si trovano sul suo cammino. Così gli onori dell'artista e dell'oratore e, in materia religiosa, del martire e del missionario, ispirano gelosia negli uomini che pensano di essere conquistati a buon mercato solo a causa di quella stessa eccellenza che nasconde il sacrificio, la sofferenza o la fatica necessari per la perfetta conquista di essa.

LE PERSONE EGOISTE SI PREOCCUPANO PIÙ DELLA PROPRIA PARTE NELL'ONORE DI UNA GRANDE IMPRESA CHE DEL SUO SUCCESSO. Gli uomini di Efraim non fanno nulla per incoraggiare Iefte; Sono solo ansiosi di condividere il suo onore. Vediamo nella vita pubblica l'ambizione personale che supera lo spirito pubblico, nel lavoro cristiano l'onore dell'agente esaltato al di sopra del successo dell'opera. Ma il patriota dovrebbe essere sommamente ansioso per il benessere del suo paese, non importa da chi questo sia assicurato, e il cristiano dovrebbe semplicemente desiderare il trionfo di Cristo e l'estensione del cristianesimo, anche se potrebbe non condividere gli onori della vittoria. La gelosia che ostacolerebbe il buon lavoro degli altri perché non vi partecipiamo è un tradimento a Cristo. È indegno per il cristiano desiderare o mantenere un posto che sa che un altro occuperà meglio di lui.

2 

Quando ti ho chiamato. Questo incidente non è menzionato nella narrazione precedente. Probabilmente Iefte chiese l'aiuto di Efraim quando fu nominato capo dei Galaaditi, e questi rifiutarono in parte perché pensavano che il tentativo fosse disperato, e in parte perché erano offesi dalla guida di Iefte.

4 

Vers. 4, 5.— La versione inglese di questi versetti un po' oscuri è ovviamente sbagliata e priva di senso. L'oscurità deriva in parte dal fatto che i versetti 5 e 6 sono semplicemente un'amplificazione, cioè una narrazione in dettaglio di ciò che è più brevemente riferito nel versetto 4; e dall'inserimento delle parole esplicative: "Galaad giace in mezzo a Efraim e in mezzo a Manasse", nel versetto 4. La traduzione letterale dei due versetti è la seguente: — E gli uomini di Galaad sconfissero Efraim (ai guadi del Giordano), perché, dissero, voi siete fuggiaschi di Efraim. (Galaad giace in mezzo a Efraim e in mezzo a Manasse, cioè tra Manasse ed Efraim, cosicché, tornando da Manasse, dove si erano rifugiati, per tornare a Efraim, furono costretti a passare per Gàlaad, e i Galaaditi presero i passaggi del Giordano prima degli Efraimiti; e quando i fuggiaschi di Efraim dissero: "Lasciami passare", gli uomini di Galaad dissero:Sei tu un Efraimita? Se egli rispondeva: No, allora gli dicevano: Dimmi ora Shibboleth, ecc., cioè lo mettevano alla prova della pronuncia; e se trovavano dalla sua pronuncia della parola Shibboleth, cioè Sibboleth, che era un Efraimita, nonostante il suo rinnegamento, allora lo prendevano e lo uccidevano (lo uccidevano a sangue freddo) ai passaggi del Giordano.) E in quel tempo cadde, ecc. La narrazione diretta continua qui dalla versione 4. Omettendo la lunga parentesi esplicativa dall'ultima parte del versetto 4 all'ultima parte del versetto 6, la narrazione prosegue (versetto 4), E gli uomini di Galaad colpirono Efraim, perché, dissero, voi siete fuggiaschi da Efraim; E in quel tempo caddero quarantaduemila degli Efraimiti. La parentesi spiega perché gli efraimiti dovettero passare per Galaad, e come i galaaditi accertarono in ciascun caso se un uomo era un efraimita o no.

Il rimprovero dei giusti.

"Voi Galaaditi siete fuggiaschi di Efraim fra gli Efraimiti e fra i Manassiti."

COLORO CHE SI OPPONGONO ALLA VERITÀ E ALLA BONTÀ SPESSO OBIETTANO ALLE CIRCOSTANZE DELLA VITA E AL CARATTERE DI COLORO CHE SONO RITENUTI CAPACI DI COMPIERE GRANDI OPERE AL SERVIZIO DI DIO. "Fuggitivi" è un termine di rimprovero sociale. Suggerisce ragioni vili che hanno reso conveniente per loro lasciare la propria casa. Allora fu detto: «Non è costui Giuseppe, figlio del falegname?» e: «Da Nazaret può venire qualcosa di buono?». Così Gv 9:24,29.

II QUESTA OBIEZIONE È IRRILEVANTE. Ignora la vera paternità della bontà, e il metodo del suo lavoro, e il carattere dei suoi strumenti in ogni tempo. È contraddittorio.— M. {Gv 9:31 }

5 

Vers. 5, 6. Shibboleth: — L'importanza dei piccoli difetti, dei difetti, ecc.

Questo non è assoluto, ma relativo.

IN CHE COSA CONSISTE QUESTA IMPORTANZA.

1. In ciò che suggeriscono o rivelano. Un errore di incidenza, o un errore nell'affermazione dei fatti, può screditare il presunto studioso. Una differenza di tono o di modi può significare indifferenza, inimicizia o ipocrisia. La temporanea negligenza nei confronti di un figlio può dimostrare la mancanza di vero affetto da parte dei genitori. Trascurare la preghiera privata o pubblica può essere poca cosa in sé, ma può derivare dall'alienazione dell'anima da Dio. L'enunciazione disinvolta di una "bugia bianca" può farci dubitare dell'intero carattere morale di chi parla. Le malattie gravi spesso si manifestano con sintomi relativamente lievi, come la lebbra, l'atassia paralitica,ecc.

2. Lo vediamo nell'ordine della vita nel suo insieme. Nel mondo vegetale e animale la legge della "sopravvivenza del più adatto" opera spesso attraverso adattamenti organici relativamente lievi. Nella vita umana il vantaggio e il successo finale degli uomini dipendono spesso dalla loro leggera superiorità rispetto agli altri concorrenti. Un po' di ignoranza, stravaganza, negligenza, ecc. possono portare alla rovina. "Un punto in tempo ne salva nove." "Pronti, pronti", è un nobile motto. Grandi scoperte sono state fatte da uomini che erano solo un po' in anticipo rispetto ai loro simili.

3. Un'occasione critica può dare a una sciocchezza un'importanza inaspettata. Lo schiamazzare delle oche salvò Roma, secondo il mito. L'accento rozzo di Pietro fece sì che la serva osservasse e rinnegasse enfaticamente Cristo. Le navi sono naufragate a causa di un po' di disattenzione nell'osservare quando si sono alzate improvvisamente le nebbie o si sono formate rocce. Le anime sono andate perdute a causa delle impressioni prodotte dalle incoerenze dei cristiani professanti.

II IL NOSTRO DOVERE NEI LORO CONFRONTI. "Certo che si tratta di correggerli, di sbarazzarsene", dite. Sì; Ma come? A volte sono così legati a noi che non possiamo rimuoverli. È quindi necessario che facciamo tutto ciò che è in nostro potere per compensarli coltivando altre qualità, ecc., o per neutralizzare la loro influenza con spiegazioni tempestive e prove chiare della nostra vera intenzione, spirito, carattere, ecc. Il mero puntiglio, o la scrupolosità del martinetto non bastano. Dobbiamo guardarci dalla follia di coloro che "filtrano un moscerino e ingoiano un cammello". Che tutta la vita sia enfatica nella contraddizione, e che lo spirito di Cristo risplenda attraverso di noi in modo tale che gli uomini imparino a conoscerci nonostante quelle mancanze e difetti che ci danno la menzogna. "Non lontano dal regno dei cieli" può essere peggio della completa alienazione da esso.

Prove: il loro bene e il loro male. Come mezzo per scoprire l'efraimite, il dispositivo era altamente naturale e ingegnoso. Nel complesso, e grosso modo, ha avuto successo. Evidentemente era necessario un metodo del genere. Non c'era tempo per entrare nei minimi dettagli o nell'esame. Ma, d'altra parte, era del tutto possibile che alcuni che non erano efraimiti fossero stati uccisi per errore. Quindi, nel determinare l'idoneità all'appartenenza alla Chiesa, all'ufficio o alla responsabilità spirituale...

I POTREBBERO ESSERE NECESSARI. Ci sono momenti in cui è della massima importanza per noi sapere chi è il popolo di Dio e chi non lo è. Dobbiamo "non avere comunione con le infruttuose opere delle tenebre, ma piuttosto riprenderle". Dagli empi, dai disordinati, dagli increduli ci è comandato di ritirarci. Ma questa ingiunzione sarebbe impossibile da adempiere se la distinzione tra santi e peccatori non fosse in grado di essere fatta. Cristo ha felicemente provveduto a una prova: "Dai loro frutti li riconoscerete". La confessione delle labbra è un altro elemento, ma non deve essere dissociato dal primo. Così, nella vita di tutti i giorni, abbiamo bisogno di conoscere gli uomini, e di conseguenza dobbiamo formarci le nostre opinioni e i nostri giudizi su di loro. Questo è così vitale e necessario per la sicurezza e la felicità, che lo facciamo quasi automaticamente, inconsciamente. Impariamo a distinguere l'onesto dal disonesto, il vero dal falso, l'amico e il nemico, dalle azioni e dalle parole, e dal corso della loro condotta. È sciocco, quindi, che le persone si oppongano alle prove: esse sono necessarie in tutta la gamma della vita, temporale e spirituale. Ma...

II POSSONO INDURRE IN ERRORE. Nella natura delle cose devono essere superficiali, locali, accidentali, ecc. Sono osservati e interpretati da uomini fallibili. Piccole differenze possono acquisire un'importanza fittizia. Un uomo non deve essere condannato per una parola; Dovrebbe essere fatto uno studio accurato dell'intera condotta e del carattere dell'uomo. La vita cristiana ha molte "note", e dove una non è disponibile, un'altra può essere presente. Le Epistole hanno, quindi, una varietà di punti su cui i cristiani possono mettere alla prova se stessi e gli altri. Dio solo conosce il cuore, e in Cristo giudicherà il mondo con un giudizio infallibile. E' meglio peccare di clemenza nei confronti dei trasgressori che di severità. Non importa come possiamo raccomandarci agli uomini, la nostra condizione agli occhi di Dio è di primaria importanza.

6 

Dì ora Shibboleth, ecc. Così, per così dire, ci siamo accidentalmente preservati una curiosa differenza dialettica tra gli Efraimiti e gli abitanti di Galaad. Una differenza simile esiste al giorno d'oggi tra la pronuncia degli abitanti delle diverse parti della Germania. Quello che gli Hannover chiamano stein, una pietra, gli altri tedeschi lo chiamano shtein. Shibboleth significa sia una spiga di granoche un ruscello. Quarantaduemila. È possibile che la guerra tra Iefte e gli Efraimiti sia durata un tempo considerevole, anche se viene menzionato solo il singolo episodio del massacro ai guadi del Giordano, per cui il gran numero di 42.000 uomini può essere meno improbabile di quanto sembri a prima vista. C'è, tuttavia, sempre qualche dubbio sulla correttezza dei numeri. {vedi 1Sa 6:19 }

Shibboleth.

SE LA PROFESSIONE DI UN UOMO È FALSA RISPETTO AL SUO CARATTERE, CIÒ SARÀ RESO MANIFESTO DALLE ABITUDINI DELLA SUA VITA. L'Efraimita che negava la sua parentela tribale fu tradito dalla sua pronuncia dialettica. Così Pietro fu condannato per falsità. {Mt 26:73 Poco importa quello che diciamo se la nostra condotta smentisce le nostre parole. Nessun uomo può nascondere il proprio carattere; Uscirà sul suo volto, colorerà il suo discorso, modellerà la sua azione. Se un uomo vuole sopprimere completamente il suo carattere, deve distruggerlo, perché finché esiste deve obbedire alla sua natura, che è quella di essere la fonte di ogni condotta. Non si può spegnere un vulcano costruendo sopra il suo cratere, né fermare il flusso di un ruscello murandolo. La nostra vera natura, buona o cattiva che sia, deve rivelarsi

(1) in grandi epoche critiche, quando non può sopportare alcuna restrizione; o

(2) in incidenti casuali, quando siamo in disparte e non consideriamo l'occasione sufficientemente importante da richiedere molta preoccupazione; o

(3) nel corso generale e nel colore della nostra vita. {Mt 7:16 }

I SEGNI SUPERFICIALI POSSONO INDICARE GRANDI DISTINZIONI FONDAMENTALI. La prova dello "Shibboleth" è stata molto fraintesa, come se fosse un esempio dell'importanza che a volte viene indebitamente data a semplici distinzioni banali. Il test era semplicemente un mezzo per scoprire le relazioni tribali degli uomini. Ai Galaaditi non importava nulla della differenza di pronuncia in sé. Lo usavano semplicemente come mezzo per determinare un punto veramente importante: la verità o la falsità della professione di coloro che dicevano di non essere uomini di Efraim. Lo stesso errore fu contenuto nel famoso sogghigno di Gibbon sulla grande divisione della cristianità sulla questione di un dittongo. Non era un dittongo, ma la verità fondamentale della perfetta Divinità di Cristo per la quale Atanasio e i suoi amici stavano contendendo con gli ariani, e l'uso del dittongo era semplicemente una forma conveniente per portare la questione a un punto definito. Così le recenti polemiche sui paramenti sono state ridicolizzate come se fossero questioni di "modisteria ecclesiastica", mentre entrambe le parti sanno bene che queste differenze esterne e apparentemente banali sono il segno di questioni fondamentali riguardanti l'autorità sacerdotale e la grazia sacramentale.

1. Dobbiamo stare attenti a non giudicare l'entità di una questione dalla relativa insignificanza delle sue indicazioni esterne.

2. Dobbiamo, tuttavia, stare attenti a non presumere che le banali distinzioni esterne siano segni di profonde e importanti differenze fino a quando non abbiamo dimostrato il fatto. Possiamo erigere la prova di uno "Shibboleth" per separare le persone che non hanno distinzioni fondamentali come quelle degli uomini che erano stati fedeli a Iefte e degli uomini che si erano opposti a lui con invidia. Il pericolo è che in tal modo ingigantiamo l'importanza dello "Shibboleth" stesso, e diventiamo così ristretti e settari.

7 

Sei anni. Forse il dolore per la figlia gli ha accorciato la vita. Poi morì Iefte, il Galaadita. Meglio, e Iefte il Galaadita morì. In una delle città. Forse non si conosceva esattamente il luogo di sepoltura, e perciò si usava l'espressione generale nelle città di Giuda , Ge 13:12. Si dice che Lot abbia abitato nelle città della pianura, Ne 6:2 San-Ballat chiese a Neemia di incontrarlo nei villaggi della pianura. Tuttavia la frase non è quella che ci si aspetterebbe qui, e sembra improbabile che il luogo di sepoltura di Iefte sia sconosciuto. Le versioni dei Settanta, della Vulgata, del siriaco e dell'arabo dicono: "nella sua città di Galaad", come se Galaad fosse stato il nome della città paterna di Iefte. Un'altra congettura è che potrebbe esserci stato un Ar di Galaad così come il ben noto Ar di Moab, o potrebbe esserci stato un insieme di città chiamate Arey-Galaad (le città di Galaad), secondo l'analogia di Havoth-Jair Giuda 10:4 ), ma non ci sono prove a sostegno di queste congetture.

8 

Ibzan di Betlemme. Non è chiaro se si riferisca a Betleem di Giuda o a Betleem della tribù di Zebu-lun, menzionata in Gsè 19:15. Giuseppe Flavio dice che Ibzan apparteneva alla tribù di Giuda e alla città di Betlemme, e alcuni hanno supposto una connessione tra i nomi di Boaz e Ibzan. Ma poiché Betlemme della tribù di Giuda è generalmente chiamata Betlemme di Giuda, o Betlemme-Efrata, e poiché Elon e Abdon erano giudici nel nord-est di Israele, è forse più probabile che si intenda Betlemme di Zabulon. Il dottor Robinson l'ha identificata con un villaggio – un villaggio "molto miserabile" – chiamato Beit Lahm, sei miglia a ovest di Nazareth.

Vers. 8-15. La calma dopo la tempesta.

Il giorno della vita di Iefte era stato davvero burrascoso. La contesa con i suoi fratelli; la contesa con i figli di Ammon; la lotta tra natura e superstizione, e i palpiti di un cuore distratto; la contesa con la tribù di Efraim, e la contesa con una morte prematura sotto la quale egli sprofondò, lo contrassegnarono come un "uomo di contesa" {Ver. 2 in ebraico, e Ger 15:10 } per tutti i suoi giorni, sia lui che "il suo popolo". Ma ora vennero giorni tranquilli e tranquilli sia per Israele che per i suoi governanti. Non c'è menzione di nemici stranieri o di discordia interna. Scene di vita familiare prendono il posto dell'adunata marziale e della lotta sanguinosa. Non c'è nulla da registrare se non per quanto tempo i giudici hanno giudicato, quando sono morti e dove sono stati sepolti. Deduciamo, infatti, dal fatto che c'erano giudici la continua cura di Dio per il suo popolo, e dall'assenza di invasione e servitù deduciamo che il popolo non abbandonò Dio. Ma più di questo non sappiamo, né su quale grande parte di Israele si estendessero questi giudici. Ma non può non sorgere la riflessione che non è bene per un popolo essere in continua lotta. Le lotte per la supremazia sui nemici esterni, e il conflitto per la sistemazione del governo all'interno, dovrebbero avere il loro termine, e cedere il passo al godimento della prosperità e della pace. I momenti più felici nella vita di una nazione non sono sempre quelli che brillano di più sulla pagina della storia. E così nella vita dell'individuo. Sebbene la superficie della sua vita non sia increspata, né il suo tenore variato da cambiamenti sorprendenti, ci può essere un'opera nascosta di Dio che si svolge nell'anima più importante del guadagno o della perdita di fortune, o di qualsiasi vicissitudine di malattia e di salute. La fede può diventare più forte e l'amore può ardere più luminoso; la pazienza può perfezionare la sua opera, e lo spirito di mansuetudine può guadagnare costantemente terreno sullo spirito di ira e di intolleranza; la conoscenza di Gesù Cristo può riempire il campo della visione dell'anima, e il regno dei cieli può avvicinarsi all'abbraccio dell'anima, eppure la vita esteriore può essere monotona e tranquilla. In ogni caso, usiamo i momenti calmi e tranquilli della nostra vita per progredire indisturbati nella grande impresa della nostra salvezza; e nella certezza dell'instancabile amore di Dio proseguiamo il nostro tranquillo giro di meditazione, preghiera e lode. Grandi eventi e gesta potenti figurano nelle pagine della storia, ma il progresso dell'anima nella santità è degno di essere registrato dalla penna di un angelo.

Vers. 8-15. — Cfr. su Giuda 10:1-5 . — M.

9 

Ebbe trenta figli, ecc. Da nessuna testimonianza del giudice di Ibzan è stata conservata, tranne questo incidente domestico, possiamo dedurre, come per la facilità di Jair, che nessun evento importante ha avuto luogo ai suoi tempi.

10 

Poi morì, ecc. Render, E Ibzan morì.

12 

Ad Aijalon. Non Aijalon, della tribù di Dan, menzionata in Gsè 10:12;19:42, ma un'altra città, di cui si parla solo qui, il cui nome è probabilmente conservato nelle rovine di Jalun, quattro ore a est di Akká. È degno di nota il fatto che i due nomi Elon e Aijalon siano identici in ebraico per quanto riguarda le consonanti. Sembra che Aijalon, che non è menzionata tra le città zabulonite in Gsè 19:10-16, sia stata chiamata così da Elon, il suo possessore.

13 

Un Pirathonita, cioè un abitante di Pirathon nella tribù di Efraim, sul monte degli Amalechiti (ver. 15), in seguito famoso come il luogo di nascita di Benaia, uno degli uomini potenti di Davide. Il Farathon che è menzionato in RAPC 1Ma 9:50, e da Giuseppe Flavio, seguendo la sua autorità, fortificato da Gionatan fratello di Giuda, potrebbe essere stato lo stesso, sebbene la sua collocazione tra Titani e Tekoah suggerisca piuttosto una posizione più meridionale; e la Ferata trovata da Robinson tra le due e le tre ore da Samaria,sud-sud-ovest, sulla strada per Gerusalemme, sembra certamente rappresentare Pirathon.

14 

Nipoti. Piuttosto, nipoti. Ebraico,figlio del figlio. Il numero della sua famiglia, e il fatto che fossero tutti montati su asini, sono indicazioni della sua ricchezza e del suo stato, {vedi sopra, Giuda 8:30;10:4 } e forse anche di tempi pacifici e prosperi.

15 

Il monte degli Amalechiti. Questo nome indica qualche episodio di cui si perde la memoria, anche se, con la solita tenacia dei nomi, sopravvive il nome che un tempo lo registrava. Potrebbe essere stato qualche antico insediamento degli Amalechiti, che erano una razza molto errante e diffusa, che ha dato il nome; o potrebbe essere stata una grande sconfitta e un massacro che hanno subito dagli Israeliti, di cui hanno invaso la terra, {Giuda 6:3,33}proprio come la roccia Oreb e il torchio di {Giuda 7:25}commemoravano la vittoria su quei principi.

Riferimenti incrociati:

Giudici 12

1 Giudic 8:1; 2Sa 19:41-43; Sal 109:4; Ec 4:4; Giov 10:32
Giudic 14:15; 15:6; Prov 27:3,4; Giac 3:16; 4:1,2

2 Giudic 11:12-33

3 Giudic 9:17; 1Sa 19:5; 28:21; Giob 13:14; Sal 119:109; Rom 16:4; Ap 12:11
Giudic 11:27; 2Cron 13:12

4 Giudic 11:10; Nu 32:39,40; De 3:12-17
1Sa 25:10; Ne 4:4; Sal 78:9; Prov 12:13; 15:1

5 Giudic 3:28; 7:24; Gios 2:7; 22:11

6 Mat 26:73; Mar 14:70
Sal 69:2,15; Is 27:12
Prov 17:14; 18:19; Ec 10:12; Mat 12:25; Ga 5:15

8 Ge 15:19; 1Sa 16:1; Mic 5:2; Mat 2:1

9 Giudic 12:14; 10:4

12 Gios 19:42; 1Cron 6:69; 8:13

14 Giudic 5:10; 10:4

15 2Sa 23:30
Giudic 3:13,27; 5:14; Ge 14:7; Eso 17:8; 1Sa 15:7

Dimensione testo:


Visualizzare un brano della Bibbia


     

Aiuto Aiuto per visualizzare la Bibbia

Ricercare nella Bibbia


      


     

Ricerca avanzata

Aiuto Aiuto per ricercare la Bibbia

Indirizzo di questa pagina:
https://www.laparola.net/testo.php?riferimento=Giudici12&versioni[]=Nuova+Riveduta&versioni[]=C.E.I.&versioni[]=Nuova+Diodati&versioni[]=Riveduta+2020&versioni[]=Riveduta&versioni[]=Ricciotti&versioni[]=Tintori&versioni[]=Martini&versioni[]=Diodati&versioni[]=Commentario&versioni[]=CommentarioPulpito&versioni[]=Riferimenti+incrociati

Indirizzo del testo continuo:
https://www.laparola.net/app/?w1=bible&t1=local%3Anr&v1=JG12_1&w2=bible&t2=local%3Acei1974&v2=JG12_1&w3=bible&t3=local%3And&v3=JG12_1&w4=bible&t4=local%3Ar2&v4=JG12_1&w5=bible&t5=local%3Aluzzi&v5=JG12_1&w6=bible&t6=local%3Aricciotti&v6=JG12_1&w7=bible&t7=local%3Atintori&v7=JG12_1&w8=bible&t8=local%3Amartini&v8=JG12_1&w9=bible&t9=local%3Adio&v9=JG12_1&w10=commentary&t10=local%3Acommabbrmh&v10=JG12_1&w11=commentary&t11=local%3Acommpulpito&v11=JG12_1&w12=commentary&t12=local%3Arifinc&v12=JG12_1