Nuova Riveduta:

Giudici 8

Altre vittorie di Gedeone sui Madianiti
Gc 12:1-6; Pr 15:1
1 Gli uomini di Efraim dissero a Gedeone: «Perché ci hai trattati in questo modo? Perché non ci hai chiamati quando sei andato a combattere contro Madian?» Ebbero con lui una disputa violenta. 2 Egli rispose loro: «Che ho fatto io in confronto a voi? La racimolatura di Efraim non vale forse più della vendemmia di Abiezer? 3 Dio vi ha messo in mano i prìncipi di Madian, Oreb e Zeeb; che dunque ho potuto fare in confronto a voi?» Quando egli ebbe loro detto quella parola, la loro ira contro di lui si calmò.

1S 25 (Is 9:3; Sl 83:11-12) Gc 5:23
4 Gedeone arrivò al Giordano, lo passò con i suoi trecento uomini, i quali, benché stanchi, continuavano a inseguire il nemico, 5 e disse a quelli di Succot: «Date, vi prego, dei pani alla gente che mi segue, perché è stanca, e io sto inseguendo Zeba e Salmunna, re di Madian». 6 Ma i capi di Succot risposero: «Zeba e Salmunna sono forse già nelle tue mani? Perché dovremmo dare del pane al tuo esercito?» 7 Gedeone disse: «Ebbene! Quando il SIGNORE avrà messo nelle mie mani Zeba e Salmunna, io vi lacererò le carni con delle spine del deserto e con dei rovi». 8 Di là salì a Penuel e fece la stessa richiesta a quelli di Penuel, ma essi gli risposero come avevano fatto quelli di Succot. 9 Egli disse anche a quelli di Penuel: «Quando tornerò in pace, abbatterò questa torre».
10 Zeba e Salmunna erano a Carcor con il loro esercito di circa quindicimila uomini, che era tutto quello che rimaneva dell'intero esercito dei popoli dell'oriente, poiché centoventimila uomini armati di spada erano stati uccisi. 11 Gedeone salì per la via dei nomadi, a oriente di Noba e di Iogbea, e sconfisse l'esercito, che si credeva sicuro. 12 Zeba e Salmunna si diedero alla fuga; ma egli li inseguì, prese i due re di Madian, Zeba e Salmunna, e sbaragliò tutto l'esercito.
13 Poi Gedeone, figlio di Ioas, tornò dalla battaglia, per la salita di Cheres; 14 prese un giovane di Succot, e lo interrogò; e quello gli diede per iscritto i nomi dei capi e degli anziani di Succot, che erano settantasette. 15 Poi Gedeone andò da quelli di Succot e disse: «Ecco Zeba e Salmunna, a proposito dei quali mi insultaste dicendo "Zeba e Salmunna sono forse già nelle tue mani? Perché dovremmo dare del pane alla tua gente esausta?"» 16 Poi prese gli anziani della città, e con delle spine del deserto e con dei rovi castigò gli uomini di Succot. 17 Abbatté la torre di Penuel e uccise la gente della città.
18 Poi disse a Zeba e a Salmunna: «Com'erano gli uomini che avete ucciso sul Tabor?» Quelli risposero: «Erano come te; ognuno di essi aveva l'aspetto di un figlio di re». 19 Ed egli riprese: «Erano miei fratelli, figli di mia madre; com'è vero che il SIGNORE vive, se aveste risparmiato la loro vita, io non vi ucciderei!» 20 Poi disse a Ieter, suo primogenito: «Àlzati, uccidili!» Ma il giovane non estrasse la spada, perché aveva paura, essendo ancora un ragazzo. 21 Zeba e Salmunna dissero: «Àlzati tu stesso e dacci il colpo mortale; poiché qual è l'uomo tale è la sua forza». Gedeone si alzò, uccise Zeba e Salmunna, e prese le mezzelune che i loro cammelli portavano al collo.

Gedeone giudice d'Israele
1S 8 (Gc 6:24; De 12:8-14; 1R 15:14) Ez 7:20
22 Allora gli uomini d'Israele dissero a Gedeone: «Regna su di noi, tu, tuo figlio, e il figlio di tuo figlio, poiché ci hai salvati dalla mano di Madian». 23 Ma Gedeone rispose loro: «Io non regnerò su di voi, né mio figlio regnerà su di voi; il SIGNORE è colui che regnerà su di voi!»
24 Poi Gedeone disse loro: «Una cosa voglio chiedervi: che ciascuno di voi mi dia gli anelli del suo bottino». - I nemici avevano degli anelli d'oro perché erano Ismaeliti. - 25 Quelli risposero: «Li daremo volentieri». E stesero un mantello, sul quale ciascuno gettò gli anelli del suo bottino. 26 Il peso degli anelli d'oro, che egli aveva chiesto, fu di millesettecento sicli d'oro, oltre alle mezzelune, ai pendenti e alle vesti di porpora che i re di Madian avevano addosso, e oltre ai collari che i loro cammelli avevano al collo. 27 Gedeone ne fece un efod, che pose in Ofra, sua città, e tutto Israele si prostituì al seguito di quello; ed esso diventò un'insidia per Gedeone e per la sua casa.
28 Così Madian fu umiliato davanti ai figli d'Israele e non alzò più il capo; e il paese ebbe pace per quarant'anni, durante la vita di Gedeone.
29 Ierubbaal, figlio di Ioas, tornò ad abitare a casa sua. 30 Gedeone ebbe settanta figli, che gli nacquero dalle sue molte mogli. 31 La sua concubina, che stava a Sichem, gli partorì anche lei un figlio, al quale pose nome Abimelec. 32 Poi Gedeone, figlio di Ioas, morì molto vecchio e fu sepolto nella tomba di Ioas suo padre, a Ofra degli Abiezeriti.

Abimelec re di Sichem
(Gc 2:19; 2Cr 24:17-18) Gc 8:22-23; 2R 11:1-3; Pr 18:19
33 Dopo la morte di Gedeone, i figli d'Israele ricominciarono a prostituirsi agl'idoli di Baal e presero Baal-Berit come loro dio. 34 I figli d'Israele non si ricordarono del SIGNORE, del loro Dio, che li aveva liberati dalle mani di tutti i nemici che li circondavano; 35 e non dimostrarono nessuna gratitudine alla casa di Ierubbaal, ossia di Gedeone, per tutto il bene che egli aveva fatto a Israele.

C.E.I.:

Giudici 8

1 Ma gli uomini di Efraim gli dissero: «Che azione ci hai fatto, non chiamandoci quando sei andato a combattere contro Madian?». Litigarono con lui violentemente. 2 Egli rispose loro: «Che ho fatto io in confronto a voi? La racimolatura di Efraim non vale più della vendemmia di Abiezer? 3 Dio vi ha messo nelle mani i capi di Madian, Oreb e Zeeb; che dunque ho potuto fare io in confronto a voi?». A tali parole, la loro ira contro di lui si calmò.
4 Gedeone arrivò al Giordano e lo attraversò. Ma egli e i suoi trecento uomini erano stanchi e affamati. 5 Disse a quelli di Succot: «Date focacce di pane alla gente che mi segue, perché è stanca e io sto inseguendo Zebach e Zalmunna, re di Madian». 6 Ma i capi di Succot risposero: «Tieni forse già nelle tue mani i polsi di Zebach e di Zalmunna, perché dobbiamo dare il pane al tuo esercito?». 7 Gedeone disse: «Ebbene, quando il Signore mi avrà messo nelle mani Zebach e Zalmunna, vi strazierò le carni con le spine del deserto e con i cardi». 8 Di là salì a Penuel e parlò agli uomini di Penuel nello stesso modo; essi gli risposero come avevano fatto quelli di Succot. 9 Egli disse anche agli uomini di Penuel: «Quando tornerò in pace, abbatterò questa torre».
10 Zebach e Zalmunna erano a Karkor con il loro accampamento di circa quindicimila uomini, quanti erano rimasti dell'intero esercito dei figli dell'oriente; centoventimila uomini armati di spada erano caduti. 11 Gedeone salì per la via dei nomadi a oriente di Nobach e di Iogbea e mise in rotta l'esercito che si credeva sicuro. 12 Zebach e Zalmunna si diedero alla fuga, ma egli li inseguì, prese i due re di Madian, Zebach e Zalmunna, e sbaragliò tutto l'esercito.
13 Poi Gedeone, figlio di Ioas, tornò dalla battaglia per la salita di Cheres. 14 Catturò un giovane della gente di Succot e lo interrogò; quegli gli mise per iscritto i nomi dei capi e degli anziani di Succot: settantasette uomini. 15 Poi venne alla gente di Succot e disse: «Ecco Zebach e Zalmunna, a proposito dei quali mi avete insultato dicendo: Hai tu forse già nelle mani i polsi di Zebach e Zalmunna perché dobbiamo dare il pane alla tua gente stanca?». 16 Prese gli anziani della città e con le spine del deserto e con i cardi castigò gli uomini di Succot. 17 Demolì la torre di Penuel e uccise gli uomini della città. 18 Poi disse a Zebach e a Zalmunna: «Come erano gli uomini che avete uccisi al Tabor?». Quelli risposero: «Erano come te; ognuno di loro aveva l'aspetto di un figlio di re». 19 Egli riprese: «Erano miei fratelli, figli di mia madre; per la vita del Signore, se aveste risparmiato loro la vita, io non vi ucciderei!». 20 Poi disse a Ieter, suo primogenito: «Su, uccidili!». Ma il giovane non estrasse la spada, perché aveva paura, poiché era ancora giovane. 21 Zebach e Zalmunna dissero: «Suvvia, colpisci tu stesso, poiché qual è l'uomo, tale è la sua forza». Gedeone si alzò e uccise Zebach e Zalmunna e prese le lunette che i loro cammelli portavano al collo.
22 Allora gli Israeliti dissero a Gedeone: «Regna su di noi tu e i tuoi discendenti, poiché ci hai liberati dalla mano di Madian». 23 Ma Gedeone rispose loro: «Io non regnerò su di voi né mio figlio regnerà; il Signore regnerà su di voi». 24 Poi Gedeone disse loro: «Una cosa voglio chiedervi: ognuno di voi mi dia un pendente del suo bottino». I nemici avevano pendenti d'oro, perché erano Ismaeliti. 25 Risposero: «Li daremo volentieri». Egli stese allora il mantello e ognuno vi gettò un pendente del suo bottino. 26 Il peso dei pendenti d'oro, che egli aveva chiesti, fu di millesettecento sicli d'oro, oltre le lunette, le catenelle e le vesti di porpora, che i re di Madian avevano addosso, e oltre le collane che i loro cammelli avevano al collo. 27 Gedeone ne fece un efod che pose in Ofra sua città; tutto Israele vi si prostrò davanti in quel luogo e ciò divenne una causa di rovina per Gedeone e per la sua casa. 28 Così Madian fu umiliato davanti agli Israeliti e non alzò più il capo; il paese rimase in pace per quarant'anni, durante la vita di Gedeone. 29 Ierub-Baal, figlio di Ioas, tornò a dimorare a casa sua. 30 Gedeone ebbe settanta figli che gli erano nati dalle molte mogli. 31 Anche la sua concubina che stava a Sichem gli partorì un figlio, che chiamò Abimèlech. 32 Poi Gedeone, figlio di Ioas, morì in buona vecchiaia e fu sepolto nella tomba di Ioas suo padre a Ofra degli Abiezeriti.
33 Dopo la morte di Gedeone gli Israeliti tornarono a prostituirsi a Baal e presero Baal-Berit come loro dio. 34 Gli Israeliti non si ricordarono del Signore loro Dio che li aveva liberati dalle mani di tutti i loro nemici all'intorno 35 e non dimostrarono gratitudine alla casa di Ierub-Baal, cioè di Gedeone, per tutto il bene che egli aveva fatto a Israele.

Nuova Diodati:

Giudici 8

Gedeone sbaraglia i re di Madian, Zebah e Tsalmunna
1 Gli uomini di Efraim dissero a Gedeone: «Perché ti sei comportato in questo modo con noi, non chiamandoci quando sei andato a combattere contro Madian?». Ed ebbero con lui un'aspra contesa. 2 Egli rispose loro: «Che ho fatto io a vostro confronto? La racimolatura di Efraim non vale forse di più della vendemmia di Abiezer? 3 DIO vi ha dato nelle mani i principi di Madian, Oreb e Zeeb; che cosa ho potuto fare io a vostro confronto?». Quando disse questo, la loro ira contro di lui si calmò. 4 Gedeone arrivò quindi al Giordano e lo passò con i trecento uomini che erano con lui; benché stanchi, essi continuavano a inseguire il nemico. 5 Disse a quelli di Sukkoth: «Date, vi prego, dei pani alla gente che mi segue, perché è stanca, e io sto inseguendo Zebah e Tsalmunna, re di Madian». 6 Ma i capi di Sukkoth risposero: «Sono forse Zebah e Tsalmunna già nelle tue mani, perché dobbiamo dare del pane al tuo esercito?». 7 Allora Gedeone disse: «Per questo, quando l'Eterno mi avrà dato nelle mani Zebah e Tsalmunna, lacererò il vostro corpo con le spine del deserto e con i rovi». 8 Di là salì a Penuel e parlò a quei di Penuel nello stesso modo; gli uomini di Penuel gli risposero come avevano fatto gli uomini di Sukkoth. 9 Così egli parlò anche agli uomini di Penuel, dicendo: «Quando tornerò in pace, abbatterò questa torre». 10 Or Zebah e Tsalmunna erano a Karkor col loro esercito di circa quindicimila uomini, tutto ciò che rimaneva dell'intero esercito dei figli dell'est, poiché centoventimila uomini che brandivano la spada erano stati uccisi. 11 Gedeone salì per la via di quelli che abitavano in tende, a est di Nobah e di Jogbehah, e sconfisse l'esercito che si credeva al sicuro. 12 E Zebah e Tsalmunna si diedero alla fuga; ma egli li inseguì, prese i due re di Madian, Zebah e Tsalmunna, e sbaragliò l'intero esercito. 13 Poi Gedeone, figlio di Joash, tornò alla battaglia per la salita di Heres. 14 Catturò un giovane della gente di Sukkoth e lo interrogò, ed egli gli mise per scritto i nomi dei capi e degli anziani di Sukkoth, settantasette uomini. 15 Poi venne dagli uomini di Sukkoth e disse: «Ecco Zebah e Tsalmunna, a proposito dei quali mi avete deriso dicendo: "Sono forse Zebah e Tsalmunna già nelle tue mani, perché dobbiamo dare del pane alla tua gente stanca?"». 16 Prese quindi gli anziani della città e con le spine del deserto e con i rovi diede una lezione agli uomini di Sukkoth. 17 Abbatté pure la torre di Penuel e uccise gli uomini della città. 18 Poi disse a Zebah e a Tsalmunna: «Come erano gli uomini che avete ucciso al Tabor?». Essi risposero: «Erano come te; ognuno di loro aveva l'aspetto di un figlio di re». 19 Egli riprese: «Erano miei fratelli, figli di mia madre; come è vero che l'Eterno vive, se aveste risparmiato la loro vita, io non vi ucciderei!». 20 Poi disse a Jether, suo primogenito: «Levati e uccidili!». Ma il giovane non estrasse la spada, perché aveva paura, poiché era ancora giovane. 21 Allora Zebah e Tsalmunna dissero: «Levati tu stesso e dacci addosso, poiché qual è l'uomo tale è la sua forza». Così Gedeone si levò e uccise Zebah e Tsalmunna, e prese le mezzelune che i loro cammelli portavano al collo. 22 Allora gli uomini d'Israele dissero a Gedeone: «Regna su di noi tu, tuo figlio e il figlio di tuo figlio, perché ci hai liberati dalla mano di Madian». 23 Ma Gedeone rispose loro: «Io non regnerò su di voi, e neppure mio figlio regnerà su di voi, l'Eterno regnerà su di voi!». 24 Poi Gedeone disse loro: «Voglio però chiedervi una cosa: ciascuno di voi mi dia gli orecchini del suo bottino». Essi avevano degli orecchini d'oro perché erano Ismaeliti. 25 Essi risposero: «Noi li daremo volentieri». Così stesero un mantello e ciascuno vi gettò gli orecchini del suo bottino. 26 Il peso degli orecchini d'oro che egli aveva chiesto fu di millesettecento sicli d'oro, oltre le mezzelune, i pendenti e le vesti di porpora che i re di Madian indossavano, e oltre i collari che i loro cammelli avevano al collo. 27 Poi Gedeone ne fece un efod, che pose in Ofrah, sua città; tutto Israele vi andò a prostituirsi con esso, e diventò un laccio per Gedeone e per la sua casa.

Quarant'anni di pace e morte di Gedeone
28 Così Madian fu umiliato davanti ai figli d'Israele e non alzò più il capo; e il paese ebbe riposo per quarant'anni, durante la vita di Gedeone. 29 Poi Jerubbaal, figlio di Joash, tornò a dimorare a casa sua. 30 Or Gedeone ebbe settanta figli che uscirono dai suoi lombi, perché ebbe molte mogli. 31 La sua concubina, che stava a Sichem, gli partorì anch'ella un figlio, a cui pose nome Abimelek. 32 Poi Gedeone, figlio di Joash, morì in buona vecchiaia e fu sepolto nella tomba di Joash suo padre, a Ofrah degli Abiezeriti. 33 Dopo la morte di Gedeone i figli d'Israele ricominciarono a prostituirsi ai Baal, e presero Baal-Berith come loro dio. 34 I figli d'Israele non si ricordarono dell'Eterno, il loro DIO, che li aveva liberati dalle mani di tutti i loro nemici tutt'intorno, 35 e non dimostrarono alcuna gratitudine alla casa di Jerubbaal (cioè di Gedeone) per tutto il bene che egli aveva fatto a Israele.

Riveduta 2020:

Giudici 8

Altre vittorie di Gedeone sui Madianiti. Morte di Gedeone
1 Gli uomini di Efraim dissero a Gedeone: “Che azione è questa che tu ci hai fatto, non chiamandoci quando sei andato a combattere contro Madian?”. Ed ebbero con lui una disputa violenta. 2 Ed egli rispose loro: “Che ho fatto io in confronto a voi? la racimolatura di Efraim non vale forse più della vendemmia di Abiezer? 3 Iddio vi ha dato nelle mani i prìncipi di Madian, Oreb e Zeeb! che dunque ho potuto fare in confronto a voi?”. Quando egli ebbe detto loro quelle parole, la loro ira contro di lui si calmò. 4 E Gedeone arrivò al Giordano, e lo passò con i trecento uomini che erano con lui; i quali, benché stanchi, continuavano a inseguire il nemico. 5 E disse a quelli di Succot: “Date, vi prego, dei pani alla gente che mi segue, perché è stanca, e io sto inseguendo Zeba e Salmunna, re di Madian”. 6 Ma i capi di Succot risposero: “Tieni tu forse già nelle tue mani i polsi di Zeba e di Salmunna, che dobbiamo dare del pane al tuo esercito?”. 7 E Gedeone disse: “Ebbene! quando l'Eterno mi avrà dato nelle mani Zeba e Salmunna, io vi lacererò le carni con delle spine del deserto e con dei rovi”. 8 Di là salì a Penuel, e parlò a quelli di Penuel nello stesso modo; ed essi gli risposero come avevano fatto quelli di Succot. 9 Ed egli disse anche a quelli di Penuel: “Quando tornerò in pace, abbatterò questa torre”. 10 Ora Zeba e Salmunna erano a Carcor con il loro esercito di circa quindicimila uomini, che era tutto quello che rimaneva dell'intero esercito dei figli dell'oriente, poiché centoventimila uomini che portavano la spada erano stati uccisi. 11 Gedeone salì per la via dei nomadi a oriente di Noba e di Iogbea, e sconfisse l'esercito che si credeva al sicuro. 12 E Zeba e Salmunna si diedero alla fuga; ma egli li inseguì, prese i due re di Madian, Zeba e Salmunna, e sbaragliò tutto l'esercito. 13 Poi Gedeone, figlio di Ioas, tornò dalla battaglia, per la salita di Cheres. 14 Mise le mani sopra un giovane della gente di Succot, e lo interrogò; ed egli gli diede per iscritto i nomi dei capi e degli anziani di Succot, che erano settantasette uomini. 15 Poi andò dalla gente di Succot, e disse: “Ecco Zeba e Salmunna, a proposito dei quali mi insultaste dicendo: 'Hai tu forse già nelle mani i polsi di Zeba e di Salmunna, che noi dobbiamo dare del pane alla tua gente stanca?'”. 16 E prese gli anziani della città, e con delle spine del deserto e con dei rovi castigò gli uomini di Succot. 17 E abbatté la torre di Penuel e uccise la gente della città. 18 Poi disse a Zeba e a Salmunna: “Come erano gli uomini che avete ucciso al Tabor?”. Quelli risposero: “Erano come te; ognuno di essi aveva l'aspetto di un figlio di re”. 19 Ed egli riprese: “Erano miei fratelli, figli di mia madre; come è vero che l'Eterno vive, se aveste risparmiato loro la vita, io non vi ucciderei!”. 20 Poi disse a Ieter, suo primogenito: “Alzati, uccidili!”. Ma il giovane non estrasse la spada, perché aveva paura, essendo ancora un ragazzo. 21 E Zeba e Salmunna dissero: “Alzati tu stesso e dacci il colpo mortale; poiché qual è l'uomo tale è la sua forza”. E Gedeone si alzò e uccise Zeba e Salmunna, e prese le mezzelune che i loro cammelli portavano al collo. 22 Allora gli uomini d'Israele dissero a Gedeone: “Regna su di noi tu e tuo figlio e il figlio di tuo figlio, poiché ci hai salvati dalla mano di Madian”. 23 Ma Gedeone rispose loro: “Io non regnerò su di voi, né mio figlio regnerà su di voi; l'Eterno è colui che regnerà su di voi!”. 24 Poi Gedeone disse loro: “Una cosa voglio chiedervi: che ciascuno di voi mi dia gli anelli del suo bottino” (i nemici avevano degli anelli d'oro perché erano Ismaeliti). 25 Quelli risposero: “Li daremo volentieri”. E stesero un mantello, sul quale ciascuno gettò gli anelli del suo bottino. 26 Il peso degli anelli d'oro che egli aveva chiesto fu di millesettecento sicli d'oro, oltre le mezzelune, i pendenti e le vesti di porpora che i re di Madian avevano addosso, e oltre i collari che i loro cammelli avevano al collo. 27 E Gedeone ne fece un efod, che pose a Ofra, sua città; tutto Israele vi andò a prostituirsi, ed esso diventò un'insidia per Gedeone e per la sua casa. 28 Così Madian fu umiliato davanti ai figli d'Israele e non alzò più il capo; e il paese ebbe pace per quarant'anni, durante la vita di Gedeone. 29 Ierubbaal figlio di Ioas, tornò ad abitare a casa sua. 30 Ora Gedeone ebbe settanta figli, che gli nacquero dalle molte mogli che ebbe. 31 E la sua concubina, che stava a Sichem, gli partorì anche lei un figlio che chiamò Abimelec. 32 Poi Gedeone, figlio di Ioas, morì in buona vecchiaia e fu sepolto nella tomba di Ioas suo padre, a Ofra degli Abiezeriti. 33 Dopo che Gedeone fu morto, i figli d'Israele ricominciarono a prostituirsi agli idoli di Baal, e presero Baal-Berit come loro dio. 34 I figli d'Israele non si ricordarono dell'Eterno, del loro Dio, che li aveva liberati dalle mani di tutti i loro nemici che li circondavano; 35 e non dimostrarono nessuna gratitudine alla casa di Ierubbaal, ossia di Gedeone, per tutto il bene che egli aveva fatto a Israele.

Riveduta:

Giudici 8

Altre vittorie di Gedeone sui Madianiti. Morte di Gedeone
1 Gli uomini di Efraim dissero a Gedeone: 'Che azione è questa che tu ci hai fatto, non chiamandoci quando sei andato a combattere contro Madian?' Ed ebbero con lui una disputa violenta. 2 Ed egli rispose loro: 'Che ho fatto io al paragon di voi? la racimolatura d'Efraim non vale essa più della vendemmia d'Abiezer? 3 Iddio v'ha dato nelle mani i principi di Madian, Oreb e Zeeb! che dunque ho potuto far io al paragon di voi?' Quand'egli ebbe lor detto quella parola, la loro ira contro di lui si calmò. 4 E Gedeone arrivò al Giordano, e lo passò con i trecento uomini ch'erano con lui; i quali, benché stanchi, continuavano a inseguire il nemico. 5 E disse a quelli di Succoth: 'Date, vi prego, dei pani alla gente che mi segue, perché è stanca, ed io sto inseguendo Zebah e Tsalmunna, re di Madian'. 6 Ma i capi di Succoth risposero: 'Tieni tu forse già nelle tue mani i polsi di Zebah e di Tsalmunna, che abbiamo a dar del pane al tuo esercito?' 7 E Gedeone disse: 'Ebbene! quando l'Eterno mi avrà dato nelle mani Zebah e Tsalmunna, io vi lacererò le carni con delle spine del deserto e con de' triboli'. 8 Di là salì a Penuel, e parlò a quei di Penuel nello stesso modo; ed essi gli risposero come avean fatto quei di Succoth. 9 Ed egli disse anche a quei di Penuel: 'Quando tornerò in pace, abbatterò questa torre'. 10 Or Zebah e Tsalmunna erano a Karkor col loro esercito di circa quindicimila uomini, ch'era tutto quel che rimaneva dell'intero esercito dei figli dell'oriente, poiché centoventimila uomini che portavano spada erano stati uccisi. 11 Gedeone salì per la via di quelli che abitano sotto tende a oriente di Nobah e di Iogbeha, e sconfisse l'esercito che si credeva sicuro. 12 E Zebah e Tsalmunna si diedero alla fuga; ma egli li inseguì, prese i due re di Madian, Zebah e Tsalmunna, e sbaragliò tutto l'esercito. 13 Poi Gedeone, figliuolo di Joas, tornò dalla battaglia, per la salita di Heres. 14 Mise le mani sopra un giovane della gente di Succoth, e lo interrogò; ed ei gli diè per iscritto i nomi dei capi e degli anziani di Succoth, ch'erano settantasette uomini. 15 Poi venne alla gente di Succoth, e disse: 'Ecco Zebah e Tsalmunna, a proposito de' quali m'insultaste dicendo: Hai tu forse già nelle mani i polsi di Zebah e di Tsalmunna, che noi abbiamo da dar del pane alla tua gente stanca?' 16 E prese gli anziani della città, e con delle spine del deserto e con de' triboli castigò gli uomini di Succoth. 17 E abbatté la torre di Penuel e uccise la gente della città. 18 Poi disse a Zebah e a Tsalmunna: 'Com'erano gli uomini che avete uccisi al Tabor?' Quelli risposero: 'Eran come te; ognun d'essi avea l'aspetto d'un figlio di re'. 19 Ed egli riprese: 'Eran miei fratelli, figliuoli di mia madre; com'è vero che l'Eterno vive, se aveste risparmiato loro la vita, io non vi ucciderei!' 20 Poi disse a Iether, suo primogenito: 'Lèvati, uccidili!' Ma il giovane non tirò la spada, perché avea paura, essendo ancora un giovinetto. 21 E Zebah e Tsalmunna dissero: 'Lèvati tu stesso e dacci il colpo mortale; poiché qual è l'uomo tal è la sua forza'. E Gedeone si levò e uccise Zebah e Tsalmunna, e prese le mezzelune che i loro cammelli portavano al collo. 22 Allora gli uomini d'Israele dissero a Gedeone: 'Regna su noi tu e il tuo figliuolo e il figliuolo del tuo figliuolo, giacché ci hai salvati dalla mano di Madian'. 23 Ma Gedeone rispose loro: 'Io non regnerò su voi, né il mio figliuolo regnerà su voi; l'Eterno è quegli che regnerà su voi!' 24 Poi Gedeone disse loro: 'Una cosa voglio chiedervi: che ciascun di voi mi dia gli anelli del suo bottino'. (I nemici aveano degli anelli d'oro perché erano Ismaeliti). 25 Quelli risposero: 'Li daremo volentieri'. E stesero un mantello, sul quale ciascuno gettò gli anelli del suo bottino. 26 Il peso degli anelli d'oro ch'egli avea chiesto fu di millesettecento sicli d'oro, oltre le mezzelune, i pendenti e le vesti di porpora che i re di Madian aveano addosso, e oltre i collari che i loro cammelli aveano al collo. 27 E Gedeone ne fece un efod, che pose in Ofra, sua città; tutto Israele v'andò a prostituirsi, ed esso diventò un'insidia per Gedeone e per la sua casa. 28 Così Madian fu umiliato davanti ai figliuoli d'Israele, e non alzò più il capo; e il paese ebbe requie per quarant'anni, durante la vita di Gedeone. 29 Ierubbaal figliuolo di Joas, tornò a dimorare a casa sua. 30 Or Gedeone ebbe settanta figliuoli, che gli nacquero dalle molte mogli che ebbe. 31 E la sua concubina, che stava a Sichem, gli partorì anch'ella un figliuolo, al quale pose nome Abimelec. 32 Poi Gedeone, figliuolo di Joas, morì in buona vecchiaia, e fu sepolto nella tomba di Joas suo padre, a Ofra degli Abiezeriti. 33 Dopo che Gedeone fu morto, i figliuoli d'Israele ricominciarono a prostituirsi agl'idoli di Baal, e presero Baal-Berith come loro dio. 34 I figliuoli d'Israele non si ricordarono dell'Eterno, del loro Dio, che li avea liberati dalle mani di tutti i loro nemici d'ogn'intorno; 35 e non dimostrarono alcuna gratitudine alla casa di Ierubbaal, ossia di Gedeone, per tutto il bene ch'egli avea fatto a Israele.

Ricciotti:

Giudici 8

1 Gli uomini di Efraim gli dissero: «Cosa hai inteso fare col non chiamarci quando movesti a combattere contro Madian?», e mettendosi a litigare violentemente, quasi gli usavano violenza. 2 Egli rispose loro: «Che cosa potea fare di simile a quello che voi avete fatto? Non vale di più un grappolo di Efraim, che le vendemmie di Abiezer? 3 Il Signore ha dato nelle vostre mani i principi di Madian, Oreb e Zeb. Che cosa potea io fare di simile a quello che voi avete fatto?». Avendo ciò detto, si acquietò il loro animo, che s'era sdegnato contro di lui.

Rifiuto di Soccot e Fanuel
4 Giunto Gedeone al Giordano, lo passò coi trecento uomini che eran con lui e che per la stanchezza non potevano inseguire i fuggiaschi. 5 Disse allora a quei di Soccot: «Date, ve ne prego, del pane alla gente che è con me poichè sono assai stanchi, e così potremo inseguire Zebee e Salmana re di Madian». 6 Ma i capi di Soccot risposero: «Tieni tu forse già nelle tue mani le palme delle mani di Zebee e di Salmana, e perciò domandi che diamo pane al tuo esercito?». 7 Al che egli soggiunse: «Ebbene, quando il Signore darà Zebee e Salmana nelle mie mani io strazierò le vostre carni colle spine e coi triboli del deserto». 8 E salendo quindi a Fanuel parlò allo stesso modo agli uomini di quella località; ed avendogli essi risposto alla stessa guisa di quei di Soccot, 9 egli disse: «Quando me ne ritornerò vittorioso in pace, io distruggerò questa torre». 10 Zebee e Salmana se ne stavano riposando con tutto il loro esercito. Erano rimasti quindicimila uomini di tutte le schiere dei popoli orientali, perchè erano stati uccisi centoventimila combattenti, che portavano la spada. 11 Ascendendo Gedeone per la stessa via di quelli che abitavano nelle tende, ad oriente di Nobe e di Iegbaa, assalì l'esercito nemico, che si credeva sicuro e non sospettava sinistro alcuno. 12 Fuggirono Zebee e Salmana, ma Gedeone li inseguì e li prese, gettando lo scompiglio in tutto il loro esercito.

Castigo di Soccot e Fanuel
13 Nel ritornarsene dalla guerra prima del levar del sole, 14 prese un fanciullo degli uomini di Soccot e, richiestolo del nome dei principi e dei seniori della città, prese nota di settantasette uomini. 15 Venne a Soccot e disse a quegli abitanti: «Ecco Zebee e Salmana a proposito dei quali voi mi avete insultato, col dire: - Tieni tu forse già nelle tue mani le mani di Zebee e di Salmana e perciò domandi che diamo del pane agli uomini che sono stanchi e vengono meno? -». 16 Presi adunque gli anziani della città, li flagellò con le spine del deserto e coi triboli e sterminò gli uomini di Soccot. 17 Abbattè pure la torre di Fanuel e uccise gli abitanti della città. 18 Disse quindi a Zebee e a Salmana: «Com'erano gli uomini che voi avete uccisi sul Tabor?». E avendo essi risposto: «Somigliavano a te e uno di loro pareva quasi un figlio di re», 19 egli soggiunse: «Erano miei fratelli, figli di mia madre. Viva il Signore se voi li aveste risparmiati, ora non vi ucciderei». 20 Poi voltosi a Ieter, suo primogenito disse: «Levati e uccidili». Ma non avendo egli estratto la spada, perchè essendo ancora un giovinetto aveva paura, 21 Zebee e Salmana dissero: «Levati su tu stesso e avventati sopra di noi, poichè la forza dell'uomo è in proporzione dell'età». Gedeone si levò, uccise Zebee e Salmana e prese gli ornamenti e le borchie, con cui si suole adornare il collo dei cammelli dei re.

Gedeone rifiuta la dignità regia
22 Tutti gli uomini d'Israele dissero a Gedeone: «Domina sopra di noi tu, il figliuolo tuo e il figlio del figliuol tuo, poichè ci hai liberati dalle mani di Madian». 23 Al che egli rispose: «Io non dominerò sopra di voi, nè dominerà sopra di voi il mio figliuolo: ma dominerà sopra di voi il Signore». 24 Poi soggiunse: «Domando una sol cosa da voi: datemi tutti gli orecchini che sono nel vostro bottino». Gli Ismaeliti infatti erano soliti portare orecchini d'oro. 25 Ed essi risposero: «Te li daremo assai volentieri». E avendo steso sul suolo un mantello, vi gettarono tutti gli orecchini della preda. 26 Il peso degli orecchini ch'egli aveva chiesto fu di millesettecento sicli d'oro, senza contare gli ornamenti, i monili e la veste di porpora, di cui faceano uso i re di Madian, e senza contare le collane d'oro dei cammelli. 27 Gedeone fece con quell'oro un Efod e lo pose nella sua città di Efra e tutto Israele prevaricò a causa di esso, che divenne una rovina per Gedeone e per tutta la sua casa.

Morte di Gedeone
28 Madian fu umiliato innanzi ai figliuoli d'Israele, nè potè più oltre alzare il suo collo; e il paese riposò per i quarant'anni durante i quali governò Gedeone. 29 Andò pertanto Jerobaal figlio di Joas ad abitare nella sua casa, 30 ed ebbe settanta figli, tutti da lui procreati avendo avuto molte mogli. 31 Da una concubina che avea in Sichem ebbe un figlio di nome Abimelec. 32 Morì Gedeone figlio di Joas in età molto avanzata e venne sepolto nella tomba di Joas suo padre, in Efra della famiglia di Ezri. 33 Dopo la morte di Gedeone i figli di Israele prevaricarono e fornicarono coi Baalim. Fecero alleanza con Baal, affinchè fosse il loro dio 34 e non si ricordarono più del Signore Iddio che li aveva liberati dalle mani di tutti i loro nemici circostanti, 35 e non usarono neppure misericordia alla casa di Jerobaal ossia di Gedeone, in vista di tutto il bene che egli aveva fatto in Israele.

Tintori:

Giudici 8

I nemici inseguiti oltre il Giordano
1 Gli uomini di Efraim dissero a Gedeone: «Che hai inteso di fare col non invitarci andando a combattere contro Madian?» E contesero aspramente con lui, quasi fino alla violenza. 2 Ma egli rispose loro: «E che ho potuto fare io di simile a quello che voi avete fatto? Non vai forse più un grappolo d'Efraim, che le vendemmie di Abiezer? 3 Il Signore vi ha dato nelle mani i principi di Madian, Oreb e Zeb: ed io che ho potuto fare di simile a quello che voi avete fatto?» Dette queste parole, si calmò lo spirito da cui erano animati contro di lui. 4 Or Gedeone, giunto al Giordano, lo passò con i trecento uomini che erano con lui; ma per la stanchezza non potevano inseguire i fuggiaschi. 5 Allora egli disse alla gente di Soccot: «Date, vi prego, del pane agli uomini che son con me, chè sono molto stanchi, affinchè possiamo inseguire Zebee e Salmana, re di Madian». 6 Ma i principi di Soccot risposero: «Hai forse già in mano i pugni di Zebee e di Salmana per domandarci dei viveri pel tuo esercito?». 7 Gedeone rispose loro: «Ebbene, quando il Signore avrà dato nelle mie mani Zebee e Salmana, io vi farò lacerar le carni colle spine e coi triboli del deserto». 8 Poi di là salito a Fanuel, parlò nella stessa guisa agli uomini di quel luogo, i quali gli risposero come quelli di Soccot. 9 E a loro disse: «Quando in pace tornerò dalla vittoria, distruggerò questa torre». 10 Intanto Zebee e Salmana prendevano riposo con tutta la loro gente, coi quindici mila rimasti di tutte le schiere dei popoli d'oriente; gli altri centoventimila combattenti che menavan la spada, eran già stati fatti a pezzi. 11 Or Gedeone, salendo per la via di coloro che abitavano sotto le tende, dalla parte orientale di Nobe e di Iegbaa, percosse il campo dei nemici che se ne stavano sicuri e senza alcun sospetto. 12 Zebee e Salmana fuggirono; ma Gedeone li inseguì e li prese dopo avere messo in scompiglio tutto il loro esercito. 13 Tornando dalla battaglia prima del levar del sole, Gedeone, 14 preso un fanciullo della gente di Soccot, gli domandò i nomi dei principi e dei seniori di Soccot, e prese nota di settantasette persone. 15 Andato poi a Soccot, disse loro: «Eccovi Zebee e Salmana, riguardo ai quali mi scherniste col dire: I pugni di Zebee e di Salmana son già nelle tue mani, da domandarci dei viveri per la tua gente stanca e sfinita?» 16 Presi poi i seniori della città e quegli uomini di Soccot, con spine del deserto e triboli li fece lacerare e sbranare. 17 Abbattè pure la torre di Fanuel, dopo avere uccisi gli abitanti della città. 18 E disse a Zebee e a Salmana: «Come erano quegli uomini che voi uccideste sul Tabor?» Risposero: «Somigliavano a te, e uno di essi pareva figlio di re». 19 Gedeone disse loro: «Erano miei fratelli, figli di mia madre. Viva il Signore; se voi aveste lasciato loro la vita, io non vi ucciderei». 20 E disse a Ieter suo primogenito: «Levati e uccidili». Ma egli non trasse fuori la spada, perchè aveva paura, essendo ancor giovane. 21 Allora Zebee e Salmana dissero: «Levati su tu stesso e ammazzaci, chè la forza è proporzionata all'età». Gedeone si levò e uccise Zebee e Salmana, e prese gli ornamenti e le borchie con cui suole essere ornato il collo dei cammelli reali.

Gedeone ricusa la dignità regia
22 Or tutti gli uomini d'Israele dissero a Gedeone: «Sii tu il nostro signore, tu, il tuo figlio e il figlio del tuo figlio, giacché ci hai liberati dalla mano di Madian». 23 E Gedeone: «Non io sarò il vostro signore, nè lo sarà il mio figlio; ma soltanto il Signore comanderà a voi».

Gli ultimi anni di Gedeone
24 Gedeone disse loro: «Io vi chiedo soltanto che mi diate gli orecchini che avete predati». Gli Ismaeliti solevano portare orecchini d'oro. 25 Ed essi risposero: «Te li daremo molto volentieri». E steso per terra un mantello, vi gettarono sopra gli orecchini predati. 26 Il peso degli orecchini richiesti fu di mille settecento sicli d'oro, senza gli ornamenti, i monili, le vesti di porpora, che solevano usare i re di Madian, e senza i collari d'oro dei cammelli. 27 Gedeone ne fece un Efod, e lo pose nella sua città di Efra. E tutto Israele peccò a causa di questo Efod, che divenne una rovina per Gedeone e per tutta la sua casa. 28 Essendo stati così umiliati dinanzi ai figli d'Israele, i Madianiti non poteron più alzare la testa, e il paese ebbe riposo per quarant'anni nei quali governò Gedeone. 29 Ierobaal figlio di Gioas se ne tornò ad abitare in casa sua. 30 Egli ebbe settanta figli nati da lui e dalle molte mogli che aveva. 31 La sua concubina che aveva in Sichem gli partorì un figlio chiamato Abimelec. 32 E Gedeone figlio di Gioas morì in prospera vecchiaia, e fu sepolto nel sepolcro di Gioas suo padre, in Efra della famiglia di Ezri.

Israele ingrato a Dio e a Gedeone
33 Ma dopo la morte di Gedeone i figli d'Israele traviarono e fornicarono con Baal. Fecero alleanza con Baal, lo scelsero come loro dio, 34 senza ricordarsi del Signore Dio loro, che li aveva liberati dalle mani di tutti i nemici d'ogni intorno. 35 Essi non ebbero gratitudine alcuna verso la famiglia di Ierobaal, o Gedeone, in proporzione del grande bene che egli aveva fatto a Israele.

Martini:

Giudici 8

La tribù di Ephraim fa risentimento contro di Gedeone, perche credesi disprezzata; ed egli con buone parole la acquieta. Vince Zebee, e Salmana, e stermina gli uomini di Soccoth, e di Phanuel; e degli orecchini, e di altri donativi del popolo ne fa un Ephod, che fu la rovina di sua famiglia, e d'Israele. Dopo aver governato quarant' anni, e aver avuto dalle sue mogli settanta figliuoli, e uno, cioè Abimelech, da una concubina, egli se ne muore, e Israele torna all'idolatria.
1 Ma quelli di Ephraim dissero a lui: Che è quello che ti se' messo in testa di fare non invitandoci, mentre andavi a combattere contro Madian? E altercavano aspramente e quasi gli andavano alla vita. 2 Ed ei rispose loro: Ma che poteva far io di eguale a quel che voi avete fatto? Non vale egli più un grappolo di Ephraim che le vendemmie di Abiezer? 3 Il Signore ha dati a voi nelle mani i principi di Madian, Oreb e Zeb: che poteva far io di eguale a quel che voi avete fatto? È parlato ch'egli ebbe in tal guisa, si calmò il loro spirito, che era inviperito contro di lui. 4 E Gedeone arrivato che fu al Giordano, lo passò co' trecento uomini che eran con lui, i quali non potevano inseguire i fuggitivi per la stanchezza. 5 Ed egli disse a quelli di Soccoth: Date, vi prego, del pane alla gente che è con me, perchè sono molto rifiniti: affinchè possiamo dar dietro a Zebee, e Salmana regi di Madian. 6 Risposero i principi di Soccoth: Hai tu forse messe le manette a Zebee, e Salmana, che domandi del pane pel tuo esercito? 7 Disse egli loro: Quando adunque il Signore avrà dato nelle mie mani Zebee e Salmana, io lacererò le vostre carni colle spine, e co' triboli del deserto. 8 E partitosi da quel luogo giunse a Phanuel: e parlò nella stessa guisa agli uomini di quel luogo. E quelli risposero a lui, come avean risposto quelli di Soccoth. 9 Ond'ei disse loro: Tornato ch'io sia in pace, e vincitore, distruggerò questa torre. 10 Ma Zebee e Salmana prendevan riposo con tutta la loro gente. Imperocché eran rimasi quindici mila uomini di tutte le schiere de' popoli di oriente, essendo stati uccisi cento venti mila soldati che portavano spada. 11 E Gedeone presa la strada per andar verso di quelli che abitano sotto le tende dalla parte orientale di Nobe, e di Jegbaa, attaccò il campo de' nemici, i quali si tenevan sicuri, e nulla sospettavano di avverso. 12 E Zebee e Salmana si diedero alla fuga: ma Gedeone tenne lor dietro, e li prese, avendo messo in iscompiglio tutto il loro esercito. 13 E tornato dalla battaglia prima del levar del sole 14 Prese un fanciullo di quelli di Soccoth: e gli domandò i nomi de' principi, e de' seniori di Soccoth, e prese nota di settanta sette persone. 15 Ed entrò in Soccoth, e disse loro: Eccovi Zebee e Salmana, per conto de' quali voi mi scherniste dicendo: Hai tu forse messe già le manette a Zebee e Salmana; e per questo domandi che noi diamo del pane alla tua gente stanca, e rifinita? 16 Prese adunque i seniori della città, e con ispine e triboli del deserto lacerò, e fece in brani que' cittadini di Soccoth. 17 E atterrò similmente la torre di Phanuel, uccisi gli abitanti della città. 18 E disse a Zebee e Salmana: Come eran fatti quegli uomini che voi uccideste sul Thabor? Risposer quelli: Ei ti somigliavano, e uno di essi sembrava quasi un figliuolo di re. 19 Ed egli rispose loro: Erano miei fratelli, figliuoli di mia madre. Viva il Signore, se voi aveste salvato ad essi la vita, io non vi farei morire. 20 E disse a Jether suo primogenito: Va, uccidili. Ma egli non tirò la spada; perchè avea paura, essendo ancora fanciullo. 21 E Zebee e Salmana dissero: Su via, tu stesso dacci il colpo: perocché la forza dell'uomo è proporzionata all'età. E Gedeone si avanzò, e uccise Zebee e Salmana, e prese i loro ornamenti, e le lunette, che soglion mettersi per fregio al collo de' cammelli reali. 22 Or tutti gli uomini d'Israele dissero a Gedeone: Sii tu il signore nostro, e il tuo figliuolo, e il figliuolo del tuo figliuolo, avendoci tu liberato dal potere di Madian. 23 Egli rispose loro: Io non sarò signor vostro, nè lo sarà il mio figliuolo, ma il Signore comanderà a voi. 24 E disse loro: Una sola cosa domando da voi; datemi gli orecchini che avete predati imperocché gl'Ismaeliti solevan portare orecchini d'oro. 25 Ed essi risposero: Arcivolentieri te li daremo. E steso per terra un pallio, vi gettaron sopra gli orecchini predati. 26 E il peso degli orecchini che Gedeone avea domandato, fu di mille settecento sicli di oro senza gli ornamenti, e le collane, e le vesti di porpora, delle quali solevano far uso i re di Madian, e senza le lunette d'oro de' cammelli. 27 E Gedeone ne fece un Ephod, e lo depositò nella sua città di Ephra. E peccò tutto Israele a causa di questo Ephod, il quale fu la rovina di Gedeone, e di tutta la sua famiglia. 28 Ma i Madianiti furono umiliati dinanzi a' figliuoli d'Israele, e non poterono più alzare la testa: ma fu pace nel paese pe' quarant'anni, nei quali governò Gedeone. 29 Se ne andò adunque Jerobaal figliuolo di Gioas ad abitare nella sua casa: 30 Ed ebbe settanta figliuoli usciti dal suo fianco; perocché ebbe più mogli. 31 E una concubina, che egli avea in Sichem, gli partorì un figliuolo per nome Abimelech, 32 E morì Gedeone figliuolo di Gioas in prospera vecchiaia, e fu sepolto nella sepoltura di Gioas suo padre in Ephra, la quale apparteneva alla famiglia di Ezri. 33 Ma dopo la morte di Gedeone i figliuoli d'Israele si ribellaron (da Dio), e fornicarono con Baal. E fecero alleanza con Baal, perch'ei fosse loro dio. 34 Nè si ricordarono del Signore Dio loro, il quale gli avea liberati dalle mani di tutti i nemici che aveano all'intorno. 35 Nè ebber pietà della famiglia di Jerobaal, (cioè) Gedeone, in ricompensa di tutti i benefizii che egli avea fatti ad Israele.

Diodati:

Giudici 8

1 E GLI uomini di Efraim gli dissero: Che cosa è questo che tu ci hai fatto, di non averci chiamati, quando tu sei andato a combattere contro a Madian? E contesero aspramente con lui. 2 Ma egli disse loro: Che ho io ora fatto al par di voi? il raspollar d'Efraim non vale egli meglio che la vendemmia d'Abiezer? 3 Iddio vi ha dati i Capi de' Madianiti, Oreb, e Zeeb, nelle mani; e che ho io potuto fare al par di voi? Allora, dopo ch'ebbe loro così parlato, il lor cruccio contro a lui si acquetò.
4 Or Gedeone arrivò al Giordano, e, passandolo con que' trecent'uomini ch'erano con lui, i quali stanchi come erano, pur perseguitavano i Madianiti, 5 disse a que' di Succot: Deh! date alcuni pezzi di pane alla gente che è al mio seguito; perciocchè sono stanchi, e io perseguito Zeba, e Salmunna, re di Madian. 6 Ma i principali di Succot risposero: Hai tu già in mano le palme di Zeba e di Salmunna, che noi diamo del pane al tuo esercito? 7 E Gedeone rispose: Perciò, quando il Signore mi avrà dato nelle mani Zeba e Salmunna, io vi sminuzzerò le carni con delle spine del deserto, e con triboli. 8 Poi di là egli salì in Penuel, e parlò a que' di Penuel nella medesima maniera; ed essi gli risposero come que' di Succot aveano risposto. 9 Ed egli disse parimente a que' di Penuel: Quando io ritornerò in pace, io disfarò questa torre. 10 Or Zeba e Salmunna, erano in Carcor, co' lor campi d'intorno a quindicimila uomini, ch'erano tutti quelli ch'erano rimasti di tutto il campo degli Orientali; e i morti erano cenventimila uomini, che potevano trar la spada. 11 E Gedeone salì traendo al paese di coloro che abitano in padiglioni, dal lato orientale di Noba, e di Iogbea; e percosse il campo, il qual se ne stava in sicurtà. 12 E Zeba, e Salmunna, fuggirono; ma egli li perseguitò, e prese i due re di Madian, Zeba, e Salmunna, e mise in rotta tutto il campo. 13 Poi Gedeone, figliuolo di Ioas, se ne ritornò dalla battaglia, dalla salita di Heres. 14 E prese un fanciullo della gente di Succot, e lo domandò; ed egli gli descrisse i principali e gli Anziani di Succot, ch'erano settantasette uomini. 15 Poi Gedeone venne agli uomini di Succot, e disse: Ecco Zeba, e Salmunna, de' quali per ischerno voi mi diceste: Hai tu già nelle mani le palme di Zeba, e di Salmunna, che noi diamo del pane alla tua gente stanca? 16 Ed egli prese gli Anziani della città, e delle spine del deserto, e de' triboli, e con essi castigò quegli uomini di Succot. 17 Disfece ancora la torre di Penuel, e uccise gli uomini della città.
18 Poi disse a Zeba, ed a Salmunna: Come erano quegli uomini che voi uccideste in Tabor? Ed essi risposero: Come tu appunto; ciascuno di essi pareva nel sembiante un figliuolo di re. 19 Ed egli disse loro: Essi erano miei fratelli, figliuoli di mia madre; come il Signore vive, se voi aveste loro salvata la vita, io non vi ucciderei. 20 Poi disse a Ieter, suo primogenito: Levati, uccidili. Ma il fanciullo non trasse fuori la sua spada; perciocchè avea paura; conciossiachè egli fosse ancor giovanetto. 21 E Zeba, e Salmunna, dissero: Levati su tu, e avventati sopra noi; perciocchè quale è l'uomo tale è la sua forza. Gedeone adunque si levò, e uccise Zeba, e Salmunna, e prese le borchie che i lor cammelli aveano al collo.
22 E gl'Israeliti dissero a Gedeone: Signoreggia sopra noi, tu, e il tuo figliuolo, e il figliuolo del tuo figliuolo; conciossiachè tu ci abbi salvati dalla mano de' Madianiti. 23 Ma Gedeone disse loro: Nè io, nè il mio figliuolo, signoreggeremo sopra voi; il Signore signoreggerà sopra voi. 24 Poi Gedeone disse loro: Io vi farò una richiesta, che ciascun di voi mi dia il monile ch'egli ha predato; perciocchè coloro aveano de' monili d'oro, perchè erano Ismaeliti. 25 Ed essi dissero: Noi del tutto te li daremo. Steso adunque un ammanto, ciascuno vi gittò il monile ch'egli aveva predato. 26 E il peso dei monili d'oro, che Gedeone avea chiesti, fu di mille settecento sicli d'oro; oltre alle borchie, e alle collane, e a' vestimenti di porpora, che i re di Madian aveano indosso; e oltre a' collari che i cammelli loro aveano al collo. 27 E Gedeone fece di quell'oro un Efod, e lo pose in Ofra, sua città; e tutto Israele fornicò quivi dietro ad esso; e ciò fu in laccio a Gedeone e alla sua casa. 28 Così Madian fu depresso davanti a' figliuoli d'Israele, e non alzò più il capo; e il paese ebbe riposo per quarant'anni, a' dì di Gedeone.
29 E Ierubbaal, figliuolo di Ioas, se ne andò, e dimorò in casa sua. 30 Or Gedeone ebbe settanta figliuoli, ch'erano usciti della sua anca; conciossiachè egli avesse molte mogli. 31 E la sua concubina, ch'era in Sichem, gli partorì anch'essa un figliuolo, al quale egli pose nome Abimelec. 32 Poi Gedeone, figliuolo di Ioas, morì in buona vecchiezza, e fu seppellito nella sepoltura di Ioas, suo padre, in Ofra degli Abiezeriti. 33 E, dopo che Gedeone fu morto, i figliuoli d'Israele tornarono a fornicare dietro a' Baali, e si costituirono Baal-berit per dio. 34 E non si ricordarono del Signore Iddio loro, il quale li avea riscossi dalle mani di tutti i lor nemici d'ogn'intorno; 35 e non usarono benignità inverso la casa di Ierubbaal, cioè, di Gedeone, secondo tutto il bene ch'egli avea operato inverso Israele.

Commentario abbreviato:

Giudici 8

1 Capitolo 8

Gedeone pacifica gli Efraimiti Giudici 8:1-3

Succot e Penuel si rifiutano di aiutare Gedeone Giudici 8:4-12

Succot e Penuel punite Giudici 8:13-17

Gedeone vendica i suoi fratelli Giudici 8:18-21

Gedeone rifiuta il governo, ma gli viene data l'occasione per l'idolatria Giudici 8:22-28

Morte di Gedeone, ingratitudine di Israele Giudici 8:29-35

Versetti 1-3

Coloro che non vogliono tentare o azzardare nulla per la causa di Dio, saranno i più pronti a censurare e a litigare con coloro che hanno uno spirito più zelante e intraprendente. E coloro che sono più restii a compiere servizi difficili, saranno i più arrabbiati per non averne il merito. Gedeone è qui un grande esempio di abnegazione e ci mostra che l'invidia è meglio eliminata dall'umiltà. Gli Efraimiti avevano dato sfogo alla loro passione con una libertà di parola molto sbagliata, segno certo di una causa debole: la ragione si esaurisce quando il rimprovero vola alto.

4 Versetti 4-12

Gli uomini di Gedeone erano svenuti, eppure perseguivano; affaticati da ciò che avevano fatto, ma desiderosi di fare di più contro i loro nemici. È spesso il caso del vero cristiano, che sviene e tuttavia persegue. Il mondo conosce poco la lotta perseverante e vittoriosa che il vero credente conduce con il suo cuore peccatore. Ma egli si affida a quella forza divina, nella fede della quale ha iniziato il suo conflitto, e con l'apporto della quale solo può portarlo a termine in trionfo.

13 Versetti 13-17

I servitori attivi del Signore incontrano un'opposizione più pericolosa da parte dei falsi professanti che da parte dei nemici palesi; ma non devono preoccuparsi del comportamento di coloro che sono israeliti di nome, ma madianiti di cuore. Devono perseguire i nemici delle loro anime e della causa di Dio, anche se sono pronti a svenire a causa dei conflitti interiori e delle difficoltà esteriori. E saranno in grado di perseverare. Quanto meno gli uomini aiutano e quanto più cercano di ostacolare, tanto più il Signore li aiuterà. Poiché l'avvertimento di Gedeone è stato ignorato, la punizione è stata giusta. Molti vengono istruiti con i rovi e le spine dell'afflizione, che non imparerebbero altrimenti.

18 Versetti 18-21

Bisogna fare i conti con i re di Madian. Poiché si confessarono colpevoli di omicidio, Gedeone agì come vendicatore del sangue, essendo il parente più prossimo delle persone uccise. Poco pensavano di sentirne parlare tanto tempo dopo; ma l'omicidio raramente rimane impunito in questa vita. I peccati a lungo dimenticati dall'uomo, devono essere resi noti a Dio. Quale misera consolazione nella morte dalla speranza di soffrire meno dolore e di morire con meno disgrazia di altri! Eppure molti sono più ansiosi per questi motivi che per il giudizio futuro e per ciò che seguirà.

22 Versetti 22-28

Gedeone rifiutò il governo che il popolo gli offriva. Nessun uomo buono può compiacersi di un onore fatto a se stesso, che appartiene solo a Dio. Gedeone pensò di conservare il ricordo di questa vittoria con un efod, fatto con il bottino più pregiato. Ma probabilmente questo efod aveva, come di consueto, un teraphim annesso, e Gedeone lo intendeva come un oracolo da consultare. Molti sono indotti a sbagliare strada da un passo falso di un uomo buono. Per Gedeone stesso divenne un'insidia e fu la rovina della famiglia. Quanto presto gli ornamenti che alimentano la bramosia degli occhi, che formano l'orgoglio della vita e che tendono alle indulgenze della carne, porteranno la vergogna su coloro che ne sono ghiotti!

29 Versetti 29-35

Appena morto Gedeone, che aveva mantenuto il popolo al culto del Dio d'Israele, essi non ebbero più alcun freno; allora andarono dietro a Baalim e non mostrarono alcuna gentilezza verso la famiglia di Gedeone. Non c'è da stupirsi se chi dimentica il proprio Dio, dimentica anche i propri amici. Tuttavia, consapevoli della nostra ingratitudine nei confronti del Signore e osservando quella dell'umanità in generale, dovremmo imparare a pazientare per qualsiasi ritorno scortese che incontreremo per i nostri poveri servigi e decidere, sull'esempio divino, di non essere vinti dal male, ma di vincere il male con il bene.

Commentario del Pulpito:

Giudici 8

1 

Gli uomini di Efraim. È possibile che il trasferimento della primogenitura da Manasse a Efraim

Genesi 48:13-19

potrebbe aver prodotto un certo allontanamento tra le tribù. È anche possibile che Efraim, in vista del loro grande potere tribale e della distinzione conferita loro dal giudizio di Giosuè figlio di Nun,

Numeri 13:8

e il possesso della sua tomba,

Giosuè 24:30

possono essere diventati altezzosi e prepotenti, e forse più disposti a riposare sulle loro antiche glorie piuttosto che imbarcarsi in nuove imprese. In ogni caso, Gideon non li consultò, né chiese il loro aiuto, in prima istanza. Ora che la guerra aveva avuto tanto successo, gli uomini di Efraim erano molto dispiaciuti di non essere stati consultati

Versetti 1-3. La cecità dell'amor proprio

Nessuno ammira l'orgoglio, l'invidia, la gelosia e la petulanza quando li vede raffigurati nel carattere e nella condotta di altri uomini. Tutti, al contrario, riconoscono la bellezza dell'umiltà, della gentilezza e della tolleranza, e ammirano l'autocontrollo e la pazienza nelle provocazioni, e il rinvio dei sentimenti privati al bene pubblico. Com'è possibile che così spesso cediamo alle passioni che condanniamo negli altri, e pratichiamo così raramente e in modo così imperfetto quelle grazie di cui vediamo la bellezza e l'eccellenza? Signore, aiutaci a spogliarci dell'uomo vecchio, che è corrotto secondo le concupiscenze ingannevoli, e a rivestirci dell'uomo nuovo, che dopo di te è stato creato nella giustizia e nella vera santità. Aiutaci ad essere ciò che approviamo e a lasciare fuori in noi stessi ciò che disapproviamo negli altri

OMELIE DI A.F. MUIR. Versetti 1-9, 13-17. Affrontare gli ostacoli

Efraim, Succoth e Penuel

NON SI DOVREBBE PERMETTERE CHE INTERFERISCANO CON I FINI PRINCIPALI E LE PRESSANTI RICHIESTE DEL SERVIZIO DIVINO. Gideon si affretta a seguire il nemico in rotta e in ritirata. L'apatia scontrosa di Efraim, il rifiuto di Succoth e Penuel di soddisfare le esigenze del patriottismo e dell'umanità, non lo allontanano. Quando l'ultimo colpo sarà stato sferrato e il potere di Madian sarà stato abbattuto, egli tornerà e distribuirà a ciascuno secondo i loro meriti. Questo è un esempio di come spesso possano sorgere problemi collaterali e del modo in cui devono essere affrontati. È raro che le difficoltà e le opposizioni della vita, per quanto fastidiose e frenanti possano essere, possano impedire completamente i doveri più gravi o giustificare la dilazione. Spesso la natura meschina dell'opposizione si rivela con una costante continuazione nel sentiero del dovere e con una risoluzione solitaria. Dobbiamo fare quello che possiamo, lasciando agli altri la responsabilità della propria condotta. I più grandi operai della vigna di Cristo hanno dovuto lavorare e continuare a vivere in mezzo a incomprensioni, obliqui e ostacoli; ma il loro lavoro è stato comunque compiuto, e il suo effetto morale è stato tanto più grande

II, QUANDO ARRIVA IL MOMENTO OPPORTUNO, DEVONO ESSERE TRATTATI SECONDO LA NATURA E IL GRADO DELL'OPPOSIZIONE. È necessaria una saggia discriminazione. Dove la gentilezza può essere utile, devono essere evitate misure dure. Gedeone conosceva il carattere altero di Efraim, la ferita che il loro spirito ambizioso aveva subito quando il comando era stato strappato dalle loro mani, e così esercitò pazienza e fu gentile e pacifico. La guerra civile fu evitata quando avrebbe potuto comportare la rovina nazionale, e si fece appello alla generosa fazione di Efraim. "Una risposta dolce allontana l'ira". Dopotutto, Efraim aveva espiato il comportamento scorretto del passato con il servizio tempestivo ed efficace reso anche di fronte a un malinteso inspiegabile. È saggio dare credito ai nostri avversari con le migliori motivazioni e parlare con gentilezza e ragione, astenendosi dall'autoglorificazione. Ma dove l'ostacolo era stato un crimine nazionale e una violazione dei primi principi dell'umanità, si perseguiva una strada diversa. Qui le funzioni del giudice erano chiamate in esercizio. La punizione fu severa ed esemplare, ma inflitta con cura. Succoth e Penuel vengono visitati con una pronta e terribile ricompensa. Ma i principi e gli anziani sono puniti, come i principali colpevoli; La gente comune, che era indifesa, fu risparmiata. Tutte le eresie e gli scismi, l'empietà di vita, l'opposizione spirituale, ecc., non devono essere considerati nella stessa luce. La gentilezza può far guadagnare un fratello. Un po' di colpa può ricadere su noi stessi. Si deve tener conto dei fallimenti della natura umana. Ma non dobbiamo avere comunione con i profani, i bestemmiatori, i miscredenti, ecc. La differenza di opinione può coesistere con una vera cooperazione e fratellanza.

2 

Cosa ho fatto, ecc. Il personaggio di Gideon viene fuori splendidamente in questa risposta. Umile e senza pretese,

Giudici 6:15,36 , nota

e non disposto alla gloria, era disposto a dare agli Efraimiti pieno credito per la loro parte nella grande vittoria; prudente e amante del suo paese, vide l'immensa importanza dell'unione tra loro e il pericolo delle divisioni intestine e della discordia, e così subito rispose agli scherni di Efraim con la dolce risposta che allontana l'ira.

Proverbi 15:1

L'uva. L'inserimento della parola uva, che non è in ebraico, rovina piuttosto il proverbio. Correrebbe meglio, la spigolatura di Efraim è migliore della vendemmia di Abi-ezer. La parola vendemmia mostra a sufficienza che la spigolatura era una spigolatura dell'uva. Efraim, che era arrivato alla fine del combattimento, come la spigolatrice quando la vendemmia è finita, aveva ottenuto più gloria dalla cattura di Oreb e Zeeb dei Manassiti, che avevano attraversato l'intera campagna. Il passo sopra citato in Isaia

Isaia 10:25

implica che un grande massacro dei Madianiti ebbe luogo presso la rocca di Oreb

4 

È venuto in Giordania. La narrazione risale a Giudici 7:24 , per seguire la storia personale di Gedeone, da cui lo scrittore era stato distolto per riferire il risultato del messaggio di Gedeone agli Efraimiti, che è raccontato in Versetti, 24 e 25, e Giudici 8:1-3 .

vedi Giudici 7:25 Giudici 2:1-6 , nota

Versetti 4-12."Debole, ma inseguente."

Sbagliamo a guardare alle Scritture solo per le lezioni spirituali; Ci insegnano anche lezioni di condotta negli affari di questa vita. Ed è una questione di grande importanza che ci comportiamo bene e saggiamente in tutti gli affari della vita. Che le lezioni della saggezza mondana non siano al di sotto dell'ambito della Sacra Scrittura, l'intero Libro dei Proverbi ci insegna, come la preghiera di Salomone

2Cronache 1:10

per la sapienza per governare bene e giudicare rettamente, e tutto il corpo della legge di Mosè. Le biografie di uomini straordinari riportate nei libri storici ci insegnano la stessa cosa, se le usassimo correttamente. Ma l'abitudine esagerata di allegorizzare e spiritualizzare l'Antico Testamento ha in qualche modo interferito con la loro utilità a questo riguardo

La lezione che questa parte della storia di Gedeone sembra insegnarci è il valore della perseveranza, di fare tutto ciò che prendiamo in mano, di portarlo a termine fino alla fine, e di non smettere finché non è stato completato. Ioas, re d'Israele, fu rimproverato dal profeta Eliseo sul letto di morte, perché aveva colpito il suolo solo tre volte, e poi era rimasto, soddisfatto di un risultato imperfetto. L'esempio di Gedeone ci mostra uno che non si accontentava di risultati imperfetti, che si era fatto un'idea completa di ciò che doveva fare, e lo fece. La sua carriera non si è fermata né dai successi né dalle difficoltà. È vero che aveva spinto i figli dell'oriente al di là del Giordano. C'era stato un grande massacro alla roccia di Oreb, i re erano fuggitivi; il potere di Madian fu spezzato. Alcuni potrebbero pensare che sia stato fatto abbastanza. Ma senza dubbio Gedeone aveva in mente il futuro e il momento presente. I torti e la miseria del suo paese durante l'oppressione madianita, sette lunghi anni di crudele servitù, erano freschi nella sua memoria. Non voleva che la pianura di Izreel fosse di nuovo preda di quelle locuste provenienti dall'oriente. E così Madian deve essere schiacciato. Ma la sua forza e la forza dei suoi 300 potevano resistere ancora a lungo? La lunga e frettolosa marcia, i combattimenti corpo a corpo, il caldo, la fame e la sete, il peso delle loro armi, che senza dubbio avevano preso al posto delle brocche e delle trombe, avevano quasi esaurito le loro forze; nemmeno i loro stessi compatrioti li avrebbero aiutati; erano stanchi e sveniti; Non potrebbero ora fermarsi e riposare? No, il loro lavoro non era completo; così, anche se deboli, devono ancora inseguirli. Penso che mentre leggiamo questa commovente storia di energia e perseveranza dobbiamo vergognarci della nostra pusillanimità; dobbiamo sentirci rimproverati per la nostra prontezza a soccombere agli ostacoli, o ad accontentarci di mezzi successi; Dobbiamo decidere che metteremo un po' più di energia nel nostro lavoro quotidiano, o nei nostri compiti straordinari, e che, nonostante la stanchezza e lo scoraggiamento, di fronte agli ostacoli e alle opposizioni, persevereremo e porteremo a termine qualsiasi lavoro abbiamo in mano, di cui siamo convinti che sia giusto farlo. Questa è la prima lezione che Gedeone ci ha dato: debole, eppure insegue

Ma senzadubbio possiamo anche spiritualizzare la lezione, E APPLICARLA ALLA NOSTRA GUERRA SPIRITUALE, E ALLE LOTTE DELL'ANIMA PER IL DOMINIO SUL PECCATO. Qui l'importanza di svolgere il nostro lavoro a fondo e di perseverare, nonostante i successi e gli ostacoli, fino a quando il nostro compito non è completato, non è certamente minore che negli affari di questa vita. Nel resistere alle tentazioni, nel sottomettere risolutamente le concupiscenze carnali e gli appetiti indisciplinati che combattono contro l'anima, nelle risolute conquiste di noi stessi, nel perfezionare la santità nel timore di Dio, nell'incontrare l'opposizione del mondo, le contraddizioni dei peccatori, le astuzie e gli assalti del diavolo, dobbiamo aspettarci di essere spesso deboli. È così facile abbandonare la lotta, accontentarsi di risultati imperfetti, cercare riposo e agio nell'abbandonare l'inseguimento ravvicinato che avevamo iniziato. Ma questo non è lo spirito di Gedeone. Se vogliamo essere nella nostra guerra spirituale come lo fu lui nel suo conflitto contro i suoi nemici terreni, anche quando siamo deboli e stanchi dobbiamo ancora perseguire; dobbiamo perseverare fino alla fine, e non allentare mai le nostre mani né riposare i nostri piedi finché non abbiamo ottenuto una vittoria completa e finale attraverso la grazia del nostro Signore Gesù Cristo. A lui sia gloria nei secoli dei secoli

OMELIE DI A.F. MUIR. versetto 4."Debole, ma all'inseguimento."

Una marcia splendida e davvero forzata . Umanamente parlando, è stata la vera battaglia. Le qualità più grandi furono richiamate e i risultati più grandi assicurati. Un'immagine della vita cristiana

DIO SPESSO PERMETTE AI SUOI SERVI DI SOPPORTARE DIFFICOLTÀ NEL FARE LA SUA VOLONTÀ

II COLORO CHE STANNO SVOLGENDO UN SERVIZIO IMPORTANTE IN CIRCOSTANZE DI DIFFICOLTÀ DOVREBBERO ESSERE INCORAGGIATI E SOSTENUTI

III IL DOVERE E L'ALTA VOCAZIONE DEI CRISTIANI DEVONO TRIONFARE SULLA DEBOLEZZA, SULLE DIFFICOLTÀ E SULL'OPPOSIZIONE

I RISULTATI PIÙ GRANDI DIPENDONO SPESSO DALLA PERSEVERANZA ANCHE IN MEZZO AGLI SVANTAGGI.

OMULIE di W.F. ADNEY versetto 4."Debole, ma all'inseguimento."

La debolezza delle truppe di Gedeone può illustrare la debolezza spirituale dei cristiani, e l'influenza di ciò sulla loro condotta nella vita

POTREI VENIRCI MENO MENTRE SEGUIAMO LA CONDOTTA CRISTIANA

1. Notare le caratteristiche di questa debolezza. Lo è

(1) perdita di forze, in modo che non siamo in grado di ottenere così tanto né di progredire così velocemente come dovremmo altrimenti fare;

(2) un senso di angoscia, che rende ogni movimento un dolore e priva la vita cristiana della sua luminosa speranza e del suo allegro entusiasmo

2. Notate l' esistenza di questa debolezza nel perseguire la condotta cristiana. Anche se continuiamo a seguire la retta via, potremmo provare svenimento. Non è solo la deviazione verso un prato secondario che porta angoscia. Potremmo stancarci di fare il bene.

Galati 6:9

Pertanto

(1) non siamo troppo fiduciosi perché siamo nel giusto, e

(2) Non lasciamoci sgomentare dall'esperienza dello svenimento, come se questo fosse un segno di defezione spirituale

3. Notare le cause di questa debolezza

(1) Questi possono essere osservati nelle circostanze della vita: nella lunghezza del percorso; la grande difficoltà non è quella di innervosirci per alcune azioni eroiche, ma di continuare ad andare avanti attraverso il lungo giorno caldo, attraverso la lunga e stanca notte: nella velocità dell'inseguimento; la vita è una corsa rapida e severa,e la difficoltà spesso è quella di superare i doveri che si accumulano così rapidamente che coloro che, per così dire, "prendono le cose facilmente" devono sempre trovarsi in ritardo: negli impedimenti del cammino, che conduce attraverso grovigli boschetti di pregiudizi e rotori, e su per le altezze scoscese di nobili conquiste

(2) Le cause della debolezza possono anche essere ricondotte alla nostra abitudine e condizione: come la mancanza di nutrimento - l'anima che lavora sempre e non cerca rinnovata forza nel nutrirsi spirituale del pane della vita, nella preghiera, nella lettura della Scrittura, nella meditazione, nella comunione con Cristo, sicuramente verrà meno; mancanza di riposo - c'è un'insonnia spirituale,un'abitudine all'attività irrequieta, che invariabilmente si traduce in svenimento. Cristo aveva bisogno di riposo e chiamò i suoi discepoli a riposare.

Marco 6:31

LA DEBOLEZZA NON DEVE TRATTENERCI NEL PERSEGUIMENTO DELLA CONDOTTA CRISTIANA. Benché le truppe di Gedeone fossero deboli, continuavano a inseguirle

1. Lo svenimento non è la morte. Se la nostra forza è scarsa, questa è una buona ragione per farne il miglior uso. Se la debolezza riduce i nostri talenti a uno, non abbiamo scuse per seppellire quell'unico

2. Dio si aspetta che i nostri risultati non siano più che proporzionati alla nostra forza. Lui conosce la nostra debolezza.

Salmi 103:14

Non è un padrone severo, che si aspetta che facciamo mattoni senza paglia; quindi non dobbiamo disperare di piacere a Dio perché la nostra debolezza non permette che un servizio minimo

3. La vera fonte della vittoria non è la nostra forza, ma la potenza di Dio. Quando siamo più deboli, la forza di Dio resa perfetta nella nostra debolezza può essere più efficace.

2Corinzi 12:9

Il piccolo può inseguirne mille, perché Dio è con lui. Quando siamo più deboli, siamo meno sicuri di noi stessi e, nella nostra umiltà e impotenza, siamo spinti verso i potenti per avere forza, in modo che la nostra debolezza possa essere il mezzo per condurci alla vera forza che sola può compiere grandi cose

4. Lo svenimento può essere superato. La debolezza non è necessariamente il precursore della morte. Potrebbe essere solo temporaneo. Possiamo trovare in Dio un rimedio sicuro alla debolezza spirituale, perché "coloro che sperano nel Signore rinnoveranno le loro forze".

Isaia 40:31

5. Se avanziamo fedelmente nonostante l'attuale debolezza, saremo ricompensati con il riposo e il trionfo futuri. Le truppe di Gedeone furono ben ricompensate per il loro coraggioso inseguimento. La breve corsa della vita si concluderà in un'oasi di riposo, in una casa d'onore. Cerchiamo dunque di essere coraggiosi e sinceri, ricordando che in proporzione alla stanchezza della fatica presente ci sarà la dolcezza del riposo futuro.

2Corinzi 4:16-18

5 

Succoth. Sul lato orientale del Giordano, come appare chiaramente dal racconto in Genesi 33:17,18 , poiché vi leggiamo che Giacobbe viaggiò dal monte Galaad a Mahanaim, quindi a Penuel, e da Penuel a Succot, così chiamato dalle capanne o tabernacoli che aveva fatto per il suo bestiame; e che dopo aver lasciato Succot giunse alla città di Sichem (chiamata Shalem), "nel paese di Canaan", mostrando che Succot non era nel paese di Canaan. In Giosuè 13:27 ci viene anche detto distintamente che Succoth apparteneva alla tribù transgiordana di Gad (che si trovava a sud dello Jabbok), nella valle del Giordano, dove la sua vicinanza a Mahanaim (Versetti. 26, 30) mostra che era lo stesso luogo di Succoth di Giacobbe , che era anch'esso vicino allo Jabbok.

Genesi 32:22

L'identificazione di Succoth con qualsiasi rappresentante moderno è molto incerta. Girolamo menziona un luogo transgiordano chiamato Soc-hoth, nella regione di Bet-San, o Sondaggi della Falce; e Burkhardt menziona anche un luogo da lui descritto come "le rovine di Sukkot", a due ore da Bysan (Bet-San), e sul calco del Giordano. Ma questo, così come il Sakut di Robinson e Van de Velde, a ovest del Giordano, circa dieci miglia a sud di Bet-San, è troppo a nord per il Suceoth di Giacobbe, che è dimostrato essere lo stesso del Succoth di Gedeone dal collegamento di quest'ultimo con Penuel (Versetto 8), e che,come sopra notato, si dimostra essere lo stesso del Succoth di Giosuè 13 per la sua vicinanza a Mahanaim. Dobbiamo attendere un po' di luce prima di poter decidere l'esatta posizione di Succoth

6 

E i principi di Succoth, ecc. Nulla poteva essere più egoistico, codardo e antipatriottico della condotta dei capi di Succoth. Invece di aiutare Gedeone nella sua coraggiosa impresa per la liberazione del suo paese, rifiutarono persino il cibo ai suoi stanchi seguaci, per paura della possibilità di incorrere nell'ira dei Madianiti in modo agile. La loro condotta e quella degli uomini di Penuel è forse uno dei tanti indizi di quanto poca vera unione ci fosse tra le tribù sulle sponde opposte del Giordano.

vedi Giudici 5:16,17

7 

Strapperò la tua carne, ecc. Queste parole respirano uno spirito feroce e vendicativo; tale, tuttavia, non può sorprenderci per l'età e il paese di cui stiamo leggendo (Confronta Versetti, 9 e 21). La provocazione, bisogna ammetterlo, era molto grande, ma lo spirito era ancora molto diverso da quello che dettava la preghiera sotto una provocazione molto più grande: "Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno". Spine del deserto. La natura della punizione qui minacciata, e la cui esecuzione è raccontata nel Versetto 16, è incerta. La parola qui tradotta lacrima significa letteralmente trebbiare,. Quindi alcuni suppongono che la punizione di cui si parla qui fosse un tipo severo di pena capitale inflitta da strumenti di trebbiatura con punte di ferro affilate, chiamati qui "spine del deserto" e "rovi (sebbene alcuni intendano ancora letteralmente spine e rovi); e confrontano 2Samuele 12:31 , dove la parola resa erpici significa trebbia, come anche Isaia 28:27; 41:15 . Ma altri, come Bertheau, Keil e Delitzsch, non pensano affatto che fosse una pena capitale, e prendono la parola thresh in senso figurato nel senso di punire severamente, e pensano che le spine e i cardi letterali fossero gli strumenti della punizione

8 

Di là salì a Penuel. Quando Giacobbe stava tornando da Paddan-Aram a Canaan, raggiunse prima Penuel e poi Succoth.

Genesi 32:30;33:17

Gedeone, viaggiando nella direzione opposta a quella di Canaan, raggiunge naturalmente prima Succot e poi Penuel. Andando anche da Succot a Penuel, salìdalla valle del Giordano verso i monti a est. Sembra che Penuel sia stato un luogo importante, dal momento che Geroboamo riparò le sue fortificazioni con l'obiettivo di mantenere la sua presa sull'Israele transgiordano.

1Re 12:25

La torre qui menzionata mostra che era un luogo forte, ma la sua esatta posizione è sconosciuta

10 

Karkor. O, piuttosto, il Karkor. Siamo ancora su un terreno sconosciuto. La situazione assegnatagli da Eusebio e Girolamo, come se fosse la stessa di un castello chiamato Carcaria, vicino a Petra, è del tutto fuori questione, in quanto troppo a sud. Come appellativo suggerisce l'idea di uno spazio murato (kir = un muro; kir-kir= uno spazio murato tutto intorno; Confronta il latino carcer, una prigione); possibilmente un ovile chiuso o bovino su larga scala,

vedi Numeri 32:36 : "edificato ... ovili per pecore"

offrendo una certa protezione ai soldati madianiti

11 

Gedeone salì. Vedi Versetto 8, nota. Ciò implica che la sua direzione era verso est, lontano dalla valle del Giordano. Noba faceva parte della mezza tribù di Manasse. Noba, che diede il nome alla città, che prima si chiamava Kenath, sembra appartenesse alla famiglia di Machir.

Numeri 32:42

Iogbehah apparteneva alla tribù di Gad.

Numeri 32:35

Sembra che queste due città si trovassero sulla frontiera orientale delle rispettive tribù, ma il luogo esatto è del tutto sconosciuto. È una congettura che forse Kunawat potrebbe essere Nobah, conservando il suo antico nome di Kenath. A est di queste città c'era il deserto, abitato da nomadi che abitavano in tende, dove si trovava Karkor e dove Zebah e Zalmunna si erano accampati fuori dalla portata, come pensavano, dei loro inseguitori. Ma Gedeone, piombato su di loro all'improvviso, mise in rotta l'esercito e prese prigionieri i due re.

vedi Salmi 83:11

12 

Lui era sconcertato. Piuttosto, come a margine, terrorizzava. Coloro che non furono uccisi nel primo assalto, quando "colpì l'esercito", furono così terrorizzati che fuggirono senza ulteriore resistenza, e molti probabilmente riuscirono a fuggire, poiché tutti gli sforzi di Gedeone erano diretti alla cattura dei due re

13 

Prima che il sole sorgesse. C'è una meravigliosa diversità nelle interpretazioni di questo versetto. Alcune delle vecchie versioni e dei rabbini ebrei lo interpretano prima del tramonto. Molti dei migliori commentatori ebrei, tuttavia, intendono la frase come l'A.V: "Prima del sorgere del sole", cioè prima dell'alba; supponendo che l'attacco di Gedeone all'accampamento madianita sia stato un attacco notturno, e che Succoth sia stato così vicino a Karkor da poterlo raggiungere al sorgere del sole. Ma altri dicono che la parola qui resa sole (heres) è usata solo in poesia, e che la parola resa non è mai usata per l'alba, ma, come, nella frase "la salita di Akrabbim",

Giudici 1:36

di un'ascesa su una collina. Perciò prendono heres come un nome proprio, e traducono "dalla salita di Hems". Altri ancora, con un cambiamento quasi impercettibile nell'ultima lettera, leggono "le montagne" invece di Heres. Ma l'A.V può essere ben difeso, e dà un senso eccellente. In Giudici 14:18 la stessa parola per il sole è pronunciata con una frase molto simile, "prima che il sole tramontasse". In Genesi 19:15 la frase "si alzò il mattino" ha il verbo da cui deriva la parola qui tradotta; e una nota di tempo qui si adatta esattamente al contesto. Indica la rapidità dei movimenti di Gedeone il fatto che egli fosse effettivamente sulla via del ritorno a Succot all'alba, dopo aver sconfitto i Madianiti e fatto prigionieri i loro due re

Versetti 13-21. La vendetta completa

Se c'è mai stato un uomo sull'apice del successo e del trionfo, è stato Gedeone al suo ritorno dall'inseguimento dei Madianiti. Aveva salvato il suo paese; aveva liberato un intero popolo da un giogo straniero; aveva restaurato l'adorazione del Dio vero e vivente nella sua terra natale e sradicato un'idolatria vile e degradante; era il conquistatore di un vasto esercito con mezzi molto inadeguati; aveva sottomesso e fatto prigionieri due potenti re; aveva vendicato la morte dei suoi stessi fratelli su coloro che, con orgoglio e sfrenatezza, li avevano uccisi; e aveva rimproverato la condotta insolente, vigliacca e antipatriottica dei suoi stessi connazionali che, nel momento del suo più grande bisogno, lo avevano insultato invece di aiutarlo; e si trovava nell'orgogliosa posizione di aver intrapreso un'impresa quasi impossibile, e di essere riuscito oltre la sua massima aspettativa. Ma proprio all'apice di questo successo sembra di vedere uno sbilanciamento verso la caduta. È molto lieve; c'era ancora una meravigliosa moderazione d'animo (come si vede in Versetti. 22, 23); ma il debole cuore umano aveva una dose di successo più forte di quella che poteva sopportare. Finché il suo occhio era completamente solo, ed era solo la gloria di Dio che cercava, e il benessere del suo paese, tutto andava bene (vedi Versetto 2). Ma Gedeone non era perfetto. Se fosse stato senza l'orgoglio dell'umanità decaduta, non avrebbe ucciso i re prigionieri, non avrebbe messo a morte gli uomini insolenti di Succoth e di Penuel, riccamente come meritavano la punizione. Ma è qui che ci sembra di vedere il primo offuscamento del singolare splendore dello zelo disinteressato di Gedeone. Quando abbiamo tenuto conto dei costumi e delle opinioni dell'epoca, non possiamo fare a meno di sentire che qualcosa di diverso dallo zelo e dall'amore per Dio era all'opera in lui quando egli gli tolse quelle vite. Zebah e Zahnunna avevano ucciso i suoi fratelli, e così gli avevano fatto un torto , e lo avevano offeso ; gli uomini di Succoth e Penuel lo avevano schernito e offeso , avevano sottovalutato il suo potere, avevano approfittato della sua momentanea debolezza per farlo vergognare. Deve avere la sua vendetta. Nella sua ora di grandezza più che umana, la piccolezza dell'umanità ha cominciato a nascere. Era senza dubbio vero che la legge del vendicatore del sangue giustificava l'uccisione dei re, e la vile condotta dei Succoti e dei Penueliti avrebbe assicurato un'acquiescenza universale alla giustizia della loro punizione. Ma non possiamo fare a meno di vedere che l'orgoglio di sé, anche se non percepito da Gedeone, ha avuto una mano in queste azioni, che gettano un'ombra distinta sul sentiero luminoso di Gedeone, e di cui non possiamo leggere nemmeno a questa distanza di tempo senza una fitta di rimpianto. Come saremmo contenti se quel nobile spirito, nel pieno della vittoria, si fosse elevato abbastanza al di sopra dello spirito della sua età e della sua stessa rabbia per risparmiare i suoi nemici prostrati; e se al culmine della sua gloria avesse disprezzato la meschinità degli uomini di Succot, e li avesse lasciati alla punizione della loro stessa vergogna e al disprezzo dei loro simili!

vedi 2Samuele 19:23

Ma non poteva essere. E forse la lezione della debolezza umana è più preziosa per noi così com'è; perché ci lascia un avvertimento a non cercare una vendetta completa per noi stessi in nessuna circostanza, ma ad accontentarci di affidare la nostra causa a Dio: e che è meglio per l'uomo essere ostacolato e umiliato piuttosto che fare tutto a modo suo. Non può sopportarlo

14 

Ha descritto. Piuttosto, scrisse , cioè gli diede un elenco dei principi e degli anziani

15 

Gli uomini di Succoth. Che significa i principi e gli anziani

16 

Insegnava, cioè correggeva, puniva. È, tuttavia, molto probabile che la vera guida sia Ire threshed or straped (yadash per yadah, le lettere finali e (essendo molto simili). Abbiamo poi l'adempimento della minaccia di Gedeone nel Versetto 7 registrato con le stesse parole riguardo a Succoth, proprio come l' abbattimento della torre di Penuel nel Versetto 17 è in accordo verbale con il Versetto 9. Sembra che sia la Settanta che la Vulgata abbiano trovato che egli trebbiava nelle loro copie

17 

Uccise gli uomini della città. Ciò rende probabile che la trebbiatura degli uomini di Succot fosse una pena capitale, poiché non c'è motivo per cui gli uomini di Penuel debbano essere puniti più severamente degli uomini di Succot

18 

Che tipo di uomini, ecc. Viene qui riportato alla luce un episodio non narrato prima, cioè che in qualche occasione sconosciuta, forse non appena si seppe dell'insurrezione degli Israeliti sotto Gedeone, o quando, come narrato in Giudici 6:2 , avevano cercato di nascondersi sul monte Tabor, ma erano stati catturati, Zebah e Zalmunna avevano messo a morte i fratelli di Gedeone. Possiamo osservare di sfuggita quanto questo sia caratteristico di una vera narrazione in cui ogni. La cosa che è successa non può essere collegata.

vedi Giudici 10:11,12 , nota

La parola qui tradotta che tipo di, cioè di che tipo, significa, in ogni altro luogo in cui ricorre, dove? e il senso di quale tipo si deduce solo dalla risposta: Come sei tu, così erano loro. Ma non è sicuro cambiare così il significato universale di una parola comune. È meglio prendere le parole di Gedeone: Dove sono gli uomini che avete ucciso sul Tabor, come un rimprovero contro di loro per l'uccisione dei suoi fratelli, e una minaccia che presto sarebbero venuti dove erano i loro assassini. La risposta di Zebah e Zalmunna, che non è data per intero, era senza dubbio intesa a calmare e a disprezzare l'ira di Gedeone. Invocarono la necessità di ucciderli per legittima difesa; Erano uomini di tale statura e valore regale che le loro stesse vite sarebbero state in pericolo se li avessero risparmiati. Ma Gedeone fece orecchie da mercante alla loro supplica. Deve vendicare la morte dei suoi stessi fratelli, i figli di sua madre. Li avrebbe risparmiati come prigionieri di guerra,

2Re 6:22

Ma deve fare la sua parte come Goel o Vendicatore.

Numeri 35:12

Osservate l'enfasi posta sul fatto che essi non erano semplicemente figli di suo padre avuti da un'altra moglie, ma figli di sua madre, una relazione molto più tenera.

Confronta Salmi 50

20 

Disse a Jether, ecc. Questi segni di vita selvaggia sono dolorosi da contemplare in un uomo come Gedeone. Ma è bene che ci rendiamo conto che gli uomini migliori e più grandi non possono elevarsi al di sopra delle maniere e delle massime ricevute della loro epoca; e ci insegna a tenere in debito conto le colpe degli uomini incivili con cui abbiamo a che fare, siano essi afghani, o zulu, o altri

21 

Gli ornamenti. Letteralmente, piccole lune, ornamenti a forma di mezzaluna d'oro e d'argento, che così come le "catene" (Versetto 26) venivano appese come ornamenti al collo dei loro cammelli.

Confronta Giudici 5:30

Sembrerebbe da Versetto 26 che anche i re stessi indossassero questi ornamenti; e in Isaia 3:18 sono enumerati tra gli articoli di abbigliamento femminile - pneumatici rotondi come la luna, A.V

22 

Versetti 22, 23.Governa tu, ecc. La gratitudine di Israele verso il loro grande liberatore, si aggiungeva alla sensazione che sarebbe stato per la loro sicurezza, e al desiderio, che forse già cominciava a sentire, di essere come le nazioni circostanti,

1Samuele 8:5

naturalmente portò all'offerta: "Tu governa su di noi". Ma il tempo predetto da Mosè

Deuteronomio 17:14,15

non era ancora arrivato. E così Gedeone rispose con moderazione e pietà: «Io non dominerò su di te, né mio figlio dominerà su di te: il Signore dominerà su di te».

Confronta 1Samuele 8:7;10:19;12:12

Versetti 22-35. Prosperità

Dio ha due modi di mettere alla prova gli uomini: uno nella fornace dell'afflizione, affinché la prova della loro fede, essendo molto più preziosa dell'oro che perisce, possa essere trovata a lode, onore e gloria all'apparizione di Gesù Cristo; l'altro nel calderone della prosperità, e questa è la prova molto più dura delle due. L'afflizione tende a umiliare, ad ammorbidire e a sottomettere; ma nella prosperità, l'autostima, la fiducia in se stessi, l'autocompiacimento, la volontà di sé, l'orgoglio e la sicurezza, sono inclini a sorgere con una rigogliosità di rango. Il disprezzo per i diritti e i sentimenti degli altri si rafforza con l'eccessiva stima del rispetto dovuto a se stesso di un uomo. Le lezioni della Scrittura sui pericoli della prosperità, e sulla trappola che il possesso di un potere illimitato è per gli uomini in generale, sono molto numerose e molto sorprendenti, e culminano nel detto del nostro Salvatore: "Un ricco difficilmente entrerà nel regno dei cieli".

Matteo 19:23

L'ultima parte del regno di Davide fu paragonata alla prima parte della sua vita, l'ultima parte di Salomone fu contrapposta al principio Uzzia,

2Cronache 26:16

Ioas, re di Giuda,

2Cronache 24:22

Amazia dopo la sua vittoriosa campagna a Edom,

2Cronache 25:14-16

anche il buon Ezechia,

2Cronache 32:27-31

Tutto ci insegna il pericolo della prosperità e l'incapacità del cuore umano di bere una coppa piena di successo senza intossicarsi. Se ci rivolgiamo alla storia secolare, è sempre la stessa storia. Uomini di caratteri e temperamenti diversi si sono tutti deteriorati sotto l'influenza del troppo successo nella vita, e si sono dimostrati indegni di un potere illimitato. Nabucodonosor, Alessandro Magno, Nerone, Costantino, Carlo Magno, Luigi Quatorze, Napoleone Buonaparte, uomini dai caratteri più diversi, si possono citare per aver mostrato in modi e gradi diversi quanto sia difficile per l'uomo passare attraverso il pentolone della prosperità senza portare alla luce più o meno le scorie di un cuore corrotto. È un'indagine interessante e istruttiva fino a che punto Gedeone passò attraverso questo pentolone illeso e con il suo carattere religioso intatto. Abbiamo già dato un'occhiata

Omiletica, Giudici 8:13-21

allo splendore del successo di Gedeone, e alle grandi qualità con cui, sotto Dio, lo ottenne. Anche noi abbiamo avuto occasione

Omiletica, Giudici 7:9-25

notare la singolare forza e perfezione della fede di Gedeone, e gli eccellenti frutti che essa portò nella pratica. L'umiltà e la semplicità di intenti da lui dimostrate, la docilità e l'obbedienza fiduciosa, l'intero abbandono di se stesso nelle mani di Dio, senza un pensiero per se stesso o un timore del risultato, che segnava il suo corso, erano del più alto livello di eccellenza umana guidata e informata dallo Spirito Santo di Dio. Non è, come abbiamo già visto,

Omiletica, Giudici 8:13-21

Fino a quando la sua meravigliosa vittoria non fu consumata dalla cattura dei due re, possiamo vedere qualsiasi difetto nel suo carattere. La pentola di affinamento non aveva ancora cominciato a fare il suo lavoro. Ma quando arriviamo all'episodio della severa punizione degli uomini di Succoth e di Penuel, al massacro a sangue freddo dei re prigionieri e al saccheggio del loro bottino, anche quando abbiamo tenuto conto dei costumi e delle opinioni dei tempi e abbiamo dato il giusto peso alle circostanze del caso,È impossibile non sentire che certe passioni sopite di orgoglio, e il risentimento per le ingiurie, e la "gioia insolente", nata da troppa prosperità, erano stati suscitati dai suoi successi. La sua richiesta degli anelli d'oro che costituivano una parte della preda del popolo, e la loro realizzazione di un costoso efod, senza alcuna indicazione da parte di Dio o consapevolezza che stava facendo ciò che gli sarebbe stato gradito, mostrava una presunzione molto lontana dalla fiduciosa docilità che era stata una caratteristica così bella nella sua condotta precedente; e vediamo un allontanamento dalla semplicità della sua prima vita nelle sue numerose mogli e concubine, e nella sua connivenza nell'irregolare affluenza degli Israeliti a Ofra per un culto semi-idolatrico davanti all'efod, che conduceva alla sua dignità mondana, ed era forse una fonte di emolumento per lui. Queste cose sono senza dubbio macchie nella fama di Gedeone. D'altra parte, la sua pia moderazione nel rifiutare il regno ereditario che gli era stato offerto, la persistente "bontà che mostrò a Israele" fino alla fine della sua vita, come possiamo tranquillamente concludere dall'ultimo versetto del capitolo, il buon governo con cui diede riposo alla terra per quarant'anni, e la continua repressione del culto di Baal finché visse,sono tutte prove che egli mantenne la sua integrità dinanzi a Dio e non perse mai la sua pretesa di essere un Suo servitore; ed è in pieno accordo con questo punto di vista che leggiamo che egli "morì in buona vecchiaia e fu sepolto nel sepolcro di Ioas suo padre", parole con le quali lo storico sacro intende evidentemente metterci davanti l'immagine di uno che, sotto il favore di Dio, fu felice nella sua morte, come lo era stato nella sua vita. Né possiamo dubitare per un momento di ciò che lo ha trattenuto sul sentiero scivoloso della grandezza mondana. Se Dio lo lasciò, come fece con Ezechia, "per metterlo alla prova, affinché conoscesse tutto ciò che era nel suo cuore", egli non lo lasciò né lo abbandonò del tutto. La fede in Dio che lo aveva portato al campo madianita, anche se poteva essere stata offuscata, non si estinse mai. La comunione con Dio, anche se meno fresca e meno costante, non è mai stata del tutto interrotta. La cattiva credenza che Dio è, e che egli è il rimuneratore di coloro che lo cercano, una volta così profondamente incisa nel suo cuore e confermata dalla sua esperienza, non si allontanò mai, possiamo esserne certi, da lui. "Debole, ma inseguitore", può probabilmente descrivere la guerra della sua anima nei momenti più sfavorevoli della sua vita. Per quanto ci riguarda, alziamoci dalla contemplazione della carriera di Gedeone con la ferma determinazione di scrollarci di dosso quelle cose che possono essere un laccio per noi, e di non rallentare il nostro passo nella ricerca di quelle cose che sono in alto. È con la preghiera costante che la nostra fede deve essere mantenuta viva; È con una risoluta resistenza a quelle molteplici concupiscenze che combattono contro l'anima che il nostro spirito deve essere mantenuto libero per la santa obbedienza, e l'occhio della nostra mente deve essere tenuto libero per discernere tra il prezioso e il vile. Dobbiamo stare attenti ai primi germogli di quelle disposizioni peccaminose nel nostro cuore che sono stimolate a crescere da oggetti di desiderio carnale, o da torti o insulti o parole di scherno, e dobbiamo stroncarle sul nascere crocifiggendo la carne con i suoi affetti e le sue concupiscenze. E se ci troveremo prosperi in questo mondo, se le ricchezze aumenteranno, se gli amici si moltiplicheranno, se tutto andrà bene per noi, se il mondo ci sorriderà, se ci eleveremo di conseguenza, in potenza, nella stima degli uomini, se ci si apriranno nuove fonti di gratificazione e la vita indosserà per noi i suoi colori più gaii e sfarzosi,allora soprattutto ci conviene stare in guardia e mantenere in noi la supremazia dell'amore di Dio. Allora umiliamoci davanti alla croce di Cristo; allora portiamo le glorie del regno in piena vista, finché le glorie della terra impallidiscano davanti a loro; allora sforziamoci più seriamente che mai di sentire quanto incommensurabilmente il piacere di fare la volontà di Dio si eleva al di sopra del piacere di piacere a noi stessi, e fino a che punto la felicità dell'obbedienza alla legge di Dio trascende la felicità di cedere ai nostri desideri. Una tale vittoria su di noi sarà molto più gloriosa della conquista di diecimila Madianiti, e il nostro sarà un bottino più ricco del più ricco bottino dei re

OMELIE DI A.F. MUIR. Versetti 22-27. Nobile abnegazione

L'intera situazione naturalmente descritta. Nell'impeto della vittoria l'impulso è quello di onorare Gedeone e di assicurarsi un legame permanente con la gloria del suo nome, stabilendo una monarchia ereditaria nella sua famiglia. Questo onore egli rifiuta. Abbiamo qui...

HO UNA GRATITUDINE GENEROSA MA SBAGLIATA. Era un impulso naturale nei soldati. Ma il loro errore fu duplice:

(1) nell'esaltare l'uomo invece di Dio, e

(2) nel tentativo di porre fine alla teocrazia

La mente naturale agisce sempre così, di fronte ai segni più evidenti dell'intervento e dell'autorità divina; Costruirsi fuori dall'Invisibile da parte delle autorità e delle istituzioni umane. La catena di connessione con Dio si indebolisce allungandola. I più chiari comandi di Dio vengono disobbediti per un errato interesse personale. Si dipende dall'agente umano perché la percezione del Divino è debole. Esaltare se stessi non era che una specie di autoglorificazione. Anche il motivo di Gedeone è frainteso

II SERVIZIO DISINTERESSATO. L'onore è rifiutato. Se la prudenza aiutò la decisione, fu principalmente dovuta alla fede inalterata e alla riverenza verso Geova. Può aver sentito che la sua "forza" e il suo successo erano esclusivamente individuali e dovuti all'ispirazione diretta; e l'incapacità e i disaccordi dei suoi figli potrebbero essersi già traditi. In tal modo rivendica il suo patriottismo e il suo disinteresse. La sua umiltà e la sua magnanima lealtà a Dio come unico Sovrano per Israele superano tutte le sue imprese

1. Com'è difficile per gli uomini credere al disinteresse dei benefattori!

2. Dio, che impartisce potenza e ispirazione, può anche purificare il cuore dalle ambizioni e dalle debolezze mondane

III DEVOTO RICONOSCIMENTO DELL'AIUTO E DELL'AUTORITÀ DIVINA. L'efod è spiegato e descritto in Esodo 28 . È l'abito sacerdotale, con attaccato il pettorale, indossato nel santuario. L'Urim e Thummim erano anche usati in connessione con esso per la consultazione oracolare. Significava, quindi, un tabernacolo e il suo servizio ovunque fosse collocato

1. Cantici, per quanto ciò fosse all'onore di Dio e alla commemorazione della sua misericordia, fu un atto pio

2. Utilizzando il bottino del popolo per la sua costruzione, è stato effettuato un sacrificio nazionale

3. Ma inserendolo in Ofra incoraggiò lo scisma, diede alla sua famiglia un'importanza indebita e tentò i suoi connazionali a pratiche superstiziose.

OMULIE di W.F. Adeney Versetti 22, 23. Gedeone e la teocrazia

Questo episodio può essere considerato in relazione alla condotta degli uomini d'Israele, a quella di Gedeone e al fatto storico della teocrazia

I L'INCIDENTE CONSIDERATO IN RELAZIONE ALLA CONDOTTA DEGLI UOMINI D'ISRAELE

1. Questi uomini hanno assunto un potere che non possedevano legittimamente. Non avevano l'autorità di rivedere la costituzione, nessun diritto di eleggere un re. L'elezione di Gedeone fu un atto di ribellione contro "l'Eterno".

2. Questi uomini furono così abbagliati dallo splendore delle conquiste umane che ignorarono l'influenza divina che ne era la fonte. La campagna di Gedeone era stata concepita in particolare per evitare il pericolo che il popolo attribuisse agli uomini ciò che era realmente opera di Dio.

Giudici 7:4

Eppure consideravano Gedeone come l'unico eroe e dimenticarono di glorificare Dio. Siamo tutti troppo pronti a riconoscere solo lo strumento umano, e ignoriamo la potenza divina che è la fonte di tutto ciò che è buono e grande. La stessa ricchezza di cui Dio ha dotato un uomo di genio può indurci a commettere questo errore. Eppure, quanto più un uomo è dotato, tanto più abbiamo ragione di attribuire la sua grandezza al Datore di ogni dono buono e perfetto

3. Questi uomini furono allontanati dalla fiducia nell'Invisibile per il desiderio di grandezza terrena. La gloria di Israele era il suo governo da parte dell'invisibile Re. Questo implicava fede. Ma spesso la tentazione era quella di perdere questa fede e la vita santa e lo stato semplice che essa richiedeva, e di desiderare una regalità umana e la pompa di una corte terrena, come quella delle nazioni pagane. C'è sempre una grande difficoltà a vivere nel potere dello spirituale. La forza tangibile e l'esibizione visibile tendono ad attirarci dalla serena spiritualità della vita nell'invisibile

II L'INCIDENTE CONSIDERATO IN RELAZIONE ALLA CONDOTTA DI GEDEONE

1. Gedeone si dimostrò un patriota altruista. Il vero patriottismo è incompatibile con l'ambizione personale. Una nazione non ha nemici più grandi dei suoi ambiziosi uomini di genio. Il degno statista è colui che mira al bene del suo paese trascurando la propria esaltazione

2. Gedeone si mostrò forte nel resistere al desiderio popolare quando sapeva che non era saggio. Non dobbiamo plasmare il nostro carattere semplicemente in obbedienza ai dettami dell'opinione pubblica. Il desiderio del popolo non è una scusa per fare del male. Non c'è impresa più difficile che resistere con successo alla gentilezza di coloro che cercano di promuovere l'onore e la grandezza di un uomo, anche se in un modo che egli crede sbagliato

3. Gedeone si dimostrò saldo nella fedeltà a Dio. Qui stava il segreto della sua resistenza. Era stato chiamato da Dio dall'aia. Egli si è sempre ritenuto il servo di Dio. È meglio essere servitori e fedeli a Dio che re e ribellarsi contro di lui

4. Gedeone mostrò subito il suo discernimento

(1) dell'esistenza e del potere della teocrazia che i suoi contemporanei sembrano aver ignorato, e

(2) della sua idoneità per il felice governo della sua nazione

III L'INCIDENTE CONSIDERATO IN RELAZIONE ALLA TEOCRAZIA

1. Non è saggio proporre una rivoluzione di governo se non per fini grandi e necessari. È facile rovesciare l'ordine attuale; Non è così facile essere sicuri che ciò che sostituiamo sarà migliore. Non possiamocalcolare i possibili usi a cui potrebbe essere destinato il nuovo potere che creiamo

2. Il miglior metodo di governo è quello che è più adatto alla condizione di una nazione. Venne un tempo in cui una regalità umana era necessaria per Israele. Il tentativo di imporre questo prima che il paese fosse maturo per farlo si è concluso solo in un disastro.

Giudici 9:5

3. Nessun governo può essere migliore di una vera teocrazia. Questo deve essere distinto dal governo dei sacerdoti e dei profeti che a volte è falsamente chiamato teocrazia, sebbene sia tanto un governo umano quanto il governo di re e soldati. Non c'è niente di meglio che un popolo sia guidato dal pensiero di Dio per fare la volontà di Dio. Il governo della Chiesa è una teocrazia. L'assunzione papale è quindi un tradimento a Cristo. "Uno è il nostro Maestro".

Matteo 23:8

Sostituire qualsiasi autorità umana alla guida diretta di Cristo significa ripiegare su uno stato inferiore, come la condotta di Israele quando il popolo era disposto ad abbandonare il suo Re Divino per un monarca umano.

24 

Desidererei una tua richiesta. Ancora una volta la debolezza umana irrompe in questo grande uomo, e ci sembra di vedere l'effetto di una grande prosperità nel suscitare desideri egoistici nel suo cuore. Forse non è senza significato che nel Versetto 21 si fa menzione del fatto che egli prese gli ornamenti che erano al collo dei cammelli in relazione al massacro dei re. In ogni caso abbiamo ora un secondo esempio di amore per il bottino. Sembra che fosse un'usanza nazionale presso gli Ismaeliti, tra i quali sono annoverati i Madianiti,

vedi Genesi 37:25-28

per portare anelli d'oro; perciò, quando venivano a spogliare gli uccisi, c'era un vasto bottino di anelli d'oro. Gedeone chiese che la loro parte fosse la sua parte, e il popolo acconsentì prontamente alla richiesta. Orecchini. La parola è singolare in ebraico, il che concorda con il suo significato più appropriato di anello al naso, un ornamento spesso indossato sia dagli uomini che dalle donne in Oriente. Gesenius menziona di aver visto a Lipsia alcune donne danzanti indiane con anelli al naso. È distintamente contrassegnato come un anello al naso in Genesi 24:22,30,47 , perché nell'ultimo versetto il servo di Abramo dice che egli "le mise l'anello (han-nezem) al naso" (volto, A.V). Ancora, in Ezechiele 16:12 l'ebraico è: "Ti ho messo un anello al naso" (Ho messo un gioiello sulla tua fronte, A.V). Cantici anche Giobbe 42:11 , "un anello d'oro", implica che fosse un anello al naso, e non un orecchino. In altri passi, tuttavia, come Genesi 35:4 Esodo 32:2 , è espressamente detto che questi anelli venivano portati nelle orecchie; mentre in altri, ancora, non c'è nulla che indichi se fossero portati nelle orecchie o nel naso, come Proverbi 25:12 Osea 2:13 , tranne che in quest'ultimo passaggio il numero singolare in ebraico è più favorevole all'anello al naso che agli orecchini, come lo traduce l'A.V. Molti pensano, con una certa probabilità, che l'anello al naso non perforasse la cartilagine del naso, ma pendesse dal naso da un filetto intorno alla fronte. In ogni caso erano d'oro

Versetti 24-27. L'errore di un brav'uomo

HO ORIGINE DA MOTIVI PER LA MAGGIOR PARTE NOBILI E ONOREVOLI

(1) Desideroso di una testimonianza nazionale della graziosa liberazione di Dio, e di una commemorazione di essa per i secoli futuri, egli

(2) persuade gli Israeliti a fare un'offerta nazionale, e

(3) aumenta i mezzi di grazia nel proprio distretto

II RIFLETTENDO I DIFETTI DEL SUO CARATTERE E TRADENDO IL SUO VIZIO LATENTE. Nel suo zelo per la riforma religiosa di Israele non considerò sufficientemente l'orientamento del passo che aveva fatto. Era un espediente frettoloso e rozzo, dal quale una maggiore esperienza o un saggio consiglio, o, soprattutto, lo Spirito di Dio, lo avrebbero salvato. E qui stava la radice del male. Fece affidamento sulla sua saggezza e dimenticò di chiedere la guida di Dio. Arrivando a considerare se stesso come il re-introduttore dell'adorazione di Geova, e l'esponente della mente di Geova, egli dimenticò che era solo come gli era stato insegnato da Dio che poteva essere preservato dall'errore. Di tutte le invenzioni, quelle religiose devono essere esaminate con la massima attenzione. E sullo sfondo di questa supposizione c'era una segreta tendenza all'autostima a causa delle sue doti spirituali e del suo carattere, e delle grandi conquiste del passato. L'orgoglio a causa della propria umiltà: non è forse una mancanza che molti hanno condiviso? Con questo errore ha seminato i semi di gravi mali: scisma, superstizione, culto dell'eroe. Ma...

III IL BENE SOSTANZIALE FATTO NON FU COMPLETAMENTE DISTRUTTO, Mentre egli viveva — una vita tranquilla, costante, giusta — il popolo osservava la vera adorazione di Geova. Il suo esempio è stato una guida e un deterrente. E quando alla sua morte la superstizione si scatenò, e l'antica idolatria licenziosa rifluì in un'ondata di distruzione sul paese e sulle istituzioni dell'adorazione di Geova, c'erano alcune cose che non potevano essere distrutte, rimanendo come idee germinali nella coscienza spirituale di Israele: l'obbligo immediato della legge morale su tutti,la diretta responsabilità di ciascuno verso Dio e la fede nell'aiuto personale di Geova

(1) Dio sovrintende allo sviluppo della sua verità, e

(2) trattiene il male che si mescola con il bene nelle opere degli uomini. — M

25 

Un indumento. Piuttosto, il mantello. Probabilmente il mantello militare di Gedeone,

vedi Isaia 9:5

che giaceva nella sua tenda pronto per essere usato come mantello di giorno o come coperta di notte.

Deuteronomio 22:17

26 

Mille e settecento sicli, pari a circa cinquanta libbre di peso, e probabilmente a più di 3000 sterline del nostro denaro, calcolando un siclo d'oro a 1 sterlina e 16 scellini e 6 pence. Se gli anelli, come quello dato a Rebecca,

Genesi 24:22

pesavano mezzo siclo ciascuno, sarebbero il bottino di 3400 cadaveri. Se ognuno di loro pesasse meno, ciò implicherebbe ovviamente un numero maggiore di uccisi. Gli ornamenti, come nel Versetto 21, i collari. La parola così resa sembra piuttosto significare gocce o ciondoli. Se indossato da donne

Isaia 3:19 , catene, A.V

erano spesso di perle singole. L'abito viola, la famosa porpora di Tiro, ricavato dal succo di un mollusco che si trova nel Mediterraneo, che era il colore distintivo degli abiti reali e imperiali. Catene. Forse aqueste catene erano appesi gli ornamenti citati nel Versetto 21 come sul collo dei cammelli. In Cantici 4:9 la catena è menzionata come ornamento del collo di una donna; in Proverbi 1:9 del collo di un uomo. Molti interpreti interpretano questi ultimi articoli come se non facessero parte del bottino di Gedeone, ma come parte del popolo. Ma sembra molto più probabile che il bottino dei re debba essere la parte di Gedeone, come del resto implica il Versetto 21. È meglio, quindi, prendere tutti questi articoli come proprietà dei re, e capire che lo scrittore ci dice che Gedeone aveva gli anelli, che erano il bottino del popolo, oltre a tutto il bottino che naturalmente spettava alla sua parte

27 

Gedeone ne fece un efod. C'è una grande differenza di opinioni tra i commentatori riguardo al significato di questa affermazione. Questo

Esodo 28:4,6-30

era quella parte dell'abito del sommo sacerdote

1Samuele 14:3, 21:9

che copriva il petto davanti e la parte superiore del dorso dietro, le due parti erano strette insieme da due grosse pietre di onice, una su ciascuna spalla, e tenute insieme dalla curiosa cintura, proprio sopra la quale era fissata la corazza del giudizio. In una forma modificata l'"efod di lino" era indossato da tutti i sacerdoti; ma era particolarmente indossato dal sommo sacerdote quando interrogava Dio tramite Urim e Thummim.

1Samuele 23:9; 30:7

Quindi era anche collegato con il culto idolatrico, come vediamo in Giudici 17:5 e Osea 3:4 , essendo probabilmente usato per scopi di divinazione, poiché sappiamo che i re idolatri d'Israele, invece di consultare il Signore, consultavano i falsi dèi.

2Re 1:2,3

Qual era dunque lo scopo di Gedeone nel fare questo costoso efod? Possiamo dedurre dalla sua provata pietà che in ogni caso la sua intenzione era quella di rendere onore al Signore, che gli aveva dato la vittoria. Allora, poiché ora era a capo dello Stato, sebbene avesse rifiutato l'ufficio regale, e poiché era prerogativa speciale del capo dello Stato "interrogare il Signore",

1Samuele 22:13, 23:2, 4 , ecc.; 1Samuele 28:6 , ecc

può aver pensato che fosse suo diritto, oltre che una questione di grande importanza per il popolo, avere a portata di mano i mezzi per interrogare Dio. I suoi rapporti con la grande tribù di Efraim possono aver reso scomodo andare a Silo per consultare il sommo sacerdote locale, e quindi avrebbe avuto l'efod nella sua propria città di Ofra, proprio come Iefte fece di Mizpa il suo centro religioso.

Giudici 11:11

Se abbia mandato a chiamare il sommo sacerdote per venire a Ofra, o se si sia servito del ministero di qualche altro sacerdote, non abbiamo mezzi per decidere. Il popolo, tuttavia, sempre incline all'idolatria, fece dell'efod un idolo, e Gedeone, sia perché era una fonte di guadagno o di dignità per la sua casa, o pensando che fosse un mezzo per tenere il popolo lontano dall'adorazione di Baal (Versetto 33), sembra essere stato connivente con esso. Questa sembra essere la spiegazione meglio supportata dal poco che sappiamo delle circostanze del benessere. Una trappola, cioè come in Giudici 2:3 , ciò che conduce una persona alla distruzione finale. Vedi Esodo 10:7 , dove i servi del Faraone dicono di Mosè: Fino a quando quest'uomo sarà per noi un laccio? Vedi anche Esodo 23:33; 34:12; Deuteronomio 7:16; 1Samuele 18:21 , ecc. Osserva in questo versetto come la narrazione si protrae ben oltre il tempo presente, per tornare di nuovo al Versetto 28.

vedi nota a Giudici 2:1-6;7:25;8:4

28 

Non alzarono più la testa. Mostrando così la saggezza della perseveranza di Gedeone nel portare a compimento la sua vittoria.

vedi Omiletica su Giudici 8:4-12

La narrazione risale al Versetto 26, o forse meglio al Versetto 21

29 

Versetti 29-32. L'aldilà

È interessante osservare la vita dopo la morte di grandi uomini. In alcuni è un progresso continuo, in altri una crescente debolezza di carattere e di facoltà. Quello di Gedeone era...

I UNA RICOMPENSA E UNA CONSEGUENZA DEL FEDELE SERVIZIO A GEOVA. Lunga vita, tranquillità, prosperità, onore

II SI È MANTENUTO COMPLETAMENTE NEL DIRITTO E HA FATTO UNA BENEDIZIONE PER GRAZIA DI DIO. Aveva cominciato bene. La sua giovinezza fu consacrata; La sua vecchiaia ne fu il vero esito. Eppure non per virtù naturale, ma per la benedizione di Dio

III CONTENENTE I GERMI DEI MALI NAZIONALI. Non era mai al culmine dell'eccitazione spirituale. Forse la sua era una natura che richiedeva grandi difficoltà da superare per mantenerla a posto. Agisce in ogni caso, non riesce a superare il lassismo della sua età, ed entra in contatto con i Cananei. Quanto della sua vita dopo la morte potrebbe essere spiegato come un vivere del ricordo di un passato glorioso, e una crescente stima della parte che lui stesso aveva svolto. L'efod, il figlio naturale avuto dalla donna cananea, gli interessi contrastanti dei molti eredi della sua influenza e della sua fama: queste erano le occasioni di un male indicibile.

30 

Versetti 30-32. Gedeone ebbe settanta figli, ecc. Questa nota ci aiuta a riempire il quadro dello stato di Gedeone dopo la vittoria di Madianita, la menzogna aveva infatti nobilmente rifiutato il regno, come un Pericle avrebbe rifiutato di essere tiranno di Atena Ma non tornò alla povertà e all'oscurità, come L. Q. Cincinnato, nella leggenda romana, tornò al suo aratro dopo la sua vittoria sulla Volsciana. Fu giudice su Israele per quarant'anni,con una casa e un harem come un grande principe, che viveva nella sua città paterna, con l'efod che vi si stabiliva, lui stesso il centro attorno al quale si riunivano i poteri della Chiesa e dello Stato; dirigendo gli affari del suo paese, sia civili che ecclesiastici, con eminente successo, così che il paese rimase in pace per quarant'anni (una pace lunga quanto quella che seguì la battaglia di Water-Leo), e l'odioso culto di Baal fu efficacemente soppresso. E dopo aver vissuto nella ricchezza e nell'onore, morì in pace, e fu sepolto nel sepolcro di suo padre a Ofra in buona vecchiaia. Egli rimane per noi come uno dei personaggi più notevoli dell'Antico Testamento, non certo privo di difetti e imperfezioni, e non del tutto incontaminato dalla prosperità, ma pur sempre un grande uomo e un eminente servitore di Dio

31 

Di chi chiamò il nome. Questo è tradotto male; se fosse stato, gli diede il nome di Abimelec, letteralmente, mise il suo nome Abimelec. Ci sono due frasi in ebraico. L'uno, lo chiamò Set, Noè, Ismaele, Isacco, Esaù, Giacobbe, ecc., a seconda dei casi. E questa è la frase sempre, anche se non esclusivamente,

vedi, ad esempio, Genesi 35:10 Giudici 6:32

utilizzato per il nome dato a un bambino alla nascita o alla circoncisione. L'altra è, gli ha dato o ha dato il nome, o, ha dato o impostato il suo nome così e così, e questa frase è usata solo per altri nomi, o cognomi dati più tardi nella vita. Gli esempi sono Giudici 13:3; 2Re 17:34; Neemia 9:7; Daniele 2:7; 5:12 . La deduzione è che il nome di Abimelec, che significa padre di un re, ed era il nome della famiglia reale di Gerar, fu dato ad Abimelec come un cognome significativo, e fu forse una delle cause che lo indussero a impadronirsi del regno. Una terza frase si trova in 2Re 23:34; 24:17; 2Cronache 36:4 : cambiò il suo nome in Ioiachim; cambiò il suo nome in Sedechia. L'ebraico è lo stesso in tutti questi passaggi

33 

E avvenne, ecc. Cf. Giudici 2:11,12,19; 3:7; 4:1; 5:1; 10:6; 13:1 . Baal-Berith. Vedi Giudici 2:13 , nota. Era come il Ζευς Ορκιος dei Greci, il dio delle alleanze

Versetti 33-35. La conseguenza dell'imperfetto riconoscimento di Geova

UN'ADORAZIONE IMPURA E DIFETTOSA DEL VERO DIO PREPARATA PER L'ADORAZIONE DI FALSI DÈI. "Le false adorazioni lasciano il posto alle false divinità".

II INDEBITE MAGNIFICAZIONI DELL'IMPORTANZA UMANA A SPESE DELL'ONORE DOVUTO A DIO SOLO, DISTOLSE DALL'ADORAZIONE DI GEOVA, E COSÌ TAGLIÒ LE RADICI DEL RISPETTO PERSONALE IN CUI ERA TENUTO IL SUO SERVITORE. La vera religione è il fondamento e la salvaguardia di tutta la stima e il rispetto dovuti l'uno verso l'altro. Il Padre celeste è la chiave di volta di tutta la casa della vita. — M

34 

Versetti 34, 35. Dimenticanza e ingratitudine

Mentre passiamo attraverso i documenti storici della Bibbia, dobbiamo spesso essere colpiti dalla severa fedeltà con cui i cronisti ebrei descrivono le azioni malvagie e vergognose della loro nazione. Questo fatto non è solo prezioso come prova della veridicità nuda e cruda delle narrazioni; essa conferisce alla storia della Bibbia un carattere universale, facendone uno specchio della natura umana. Così la dimenticanza e l'ingratitudine qui registrate sono infelicemente tipiche della condotta troppo comune dell'umanità in generale

I LA PREVALENZA DI QUESTA CONDOTTA. Per quanto innaturale e mostruoso appaia nella narrazione, è così comune nell'esperienza da essere appena notato. È stato costantemente ripetuto nella storia di Israele.

Salmi 78:11,42

È prevalente nelle comunità cristiane

1. Non si limita all' ateismo. L'ateo nega l'esistenza di Dio. L'uomo empio crede che Dio esista, eppure ignora la sua esistenza. L'ateo è raro. Ma non c'è forse qualcosa di farisaico e ipocrita nell'orrore con cui viene considerato, come se la grande moltitudine degli uomini fosse di gran lunga migliore di lui, sebbene molti di loro dimenticassero il Dio della cui esistenza sono campioni, e non gli rendessero mai culto o obbedienza

2. Non si limita all' aperta irreligione. Non dobbiamo supporre che tutte le persone che non vanno in chiesa siano completamente atee, ma non possiamo nemmeno credere che tutti coloro che si impegnano in atti pubblici di adorazione riconoscano veramente Dio nei loro cuori. È possibile dimenticare Dio nella casa di Dio ed essere colpevoli di vile ingratitudine mentre si cantano le sue lodi

3. Non si limita alla totale ateità. Ci sono quelli che, come gli ebrei, hanno conosciuto Dio, ma da allora lo hanno dimenticato e trascurato, e quelli che vivono più vicino a lui per un certo periodo, ma a volte sono tentati di abbandonarlo

II LE CAUSE DI QUESTO COMPORTAMENTO

1. Il peccato. Il popolo d'Israele andò dietro ai Baal, e il risultato fu che dimenticò il Signore. Non possiamo avere due dèi supremi. L'immoralità è fatale per la religione

2. Distrazione mondana. Quando non è stata sperimentata alcuna caduta speciale in un grande peccato, la mente può essere distolta dalle cose divine, e così assorbita dagli affari, dalla politica o dalle preoccupazioni e dai piaceri della vita, che non rimane tempo o energia per i pensieri spirituali.

Matteo 13:22

3. Non spiritualità. Anche quando non c'è una grande distrazione mondana, possiamo sprofondare in un'abitudine di vita bassa e non spirituale, in cui il pensiero di Dio diventa debole e debole. Richiede un certo sforzo spirituale per conservare la memoria di Dio fresca e luminosa, perché

(1) è invisibile, e può essere appreso solo nella vita interiore, e

(2) La sua azione è gentile e non desta la nostra attenzione con metodi sensazionali.

Habacuc 3:4

1. Perdita dell'amore per Dio. Ricordiamo ciò che amiamo. L'indifferenza del cuore crea la negligenza del pensiero

2. Egoismo. Israele si ricordò di Dio nel momento del bisogno e lo dimenticò nella stagione della prosperità. L'egoismo ci spinge a ricordarci di Dio solo quando vogliamo il suo aiuto

III LA COLPEVOLEZZA DI QUESTA CONDOTTA

1. Implica slealtà verso la legittima autorità di Dio. Se dimentichiamo Dio, dimentichiamo la sua volontà e trascuriamo il suo servizio. Non siamo liberi di farlo, perché siamo naturalmente soggetti alla sua suprema sovranità

2. Implica l'indifferenza per la sua natura paterna. Egli è nostro Padre e noi siamo legati a lui da vincoli di natura.

Deuteronomio 32:18

3. Implica un indegno ritorno per la sua bontà. La gratitudine è strettamente associata alla riflessione. Gli ingrati dimenticano; Coloro che non si prendono la briga di pensare cadono in una grossolana ingratitudine. L'ingratitudine verso Dio si unisce all'ingratitudine verso i suoi servi. Lo stesso spirito si vede in entrambi i peccati. È probabile che non saremo fedeli all'uomo finché non lo siamo prima a Dio.

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Nessuno dei due mostrò benignità, ecc. L'oblio di Dio è spesso il padre dell'ingratitudine verso gli uomini. Il cuore di pietra che non è toccato dall'amore di Cristo è anche insensibile alla bontà dell'uomo

Riferimenti incrociati:

Giudici 8

1 Giudic 12:1-6; 2Sa 19:41; Giob 5:2; Ec 4:4; Giac 4:5,6

2 1Co 13:4-7; Ga 5:14,15; Fili 2:2,3; Giac 1:19,20; 3:13-18
Giudic 6:11,34

3 Giudic 7:24,25; Sal 44:3; 115:1; 118:14-16; Giov 4:37; Rom 12:3,6; 15:18,19; Fili 2:3
Prov 15:1; 16:32; 25:11,15

4 1Sa 14:28,29,31,32; 30:10; 2Co 4:8,9,16; Ga 6:9; Eb 12:1-4

5 Ge 33:17; Sal 60:6
Ge 14:18; De 23:4; 1Sa 25:18; 2Sa 17:28,29; 3G 1:6-8

6 Giudic 5:23; Ge 25:13; 37:25,28; 1Sa 25:10,11; 1Re 20:11; 2Re 14:9; Prov 18:23; Fili 2:21

7 Giudic 8:16

8 Ge 32:30,31; 1Re 12:25

9 1Re 22:27,28
Giudic 8:17

10 Giudic 7:12
Giudic 7:22; 20:2,15,17,25,35,46; 2Re 3:26; 2Cron 13:17; 28:6,8; Is 37:36

11 Nu 32:35,42
Giudic 18:27; 1Sa 15:32; 30:16; 1Te 5:3

12 Gios 10:16-18,22-25; Giob 12:16-21; 34:19; Sal 83:11; Am 2:14; Ap 6:15,16; 19:19-21

14 Giudic 1:24,25; 1Sa 30:11-15

15 Giudic 8:6,7

16 Giudic 8:7; Prov 10:13; 19:29; Esd 2:6
Mic 7:4

17 Giudic 8:9; 1Re 12:25

18 Giudic 4:6; Sal 89:12
Sal 12:2; Giuda 1:16

20 Gios 10:24; 1Sa 15:33; Sal 149:9

21 Giudic 9:54; 1Sa 31:3,5; Ap 9:6
Sal 83:1
Is 3:18

22 Giudic 9:8-15; 1Sa 8:5; 12:12; Giov 6:15

23 Giudic 2:18; 10:18; 11:9-11; Lu 22:24-27; 2Co 1:24; 1P 5:3
1Sa 8:6,7; 10:19; 12:12; Is 33:22; 63:19

24 Ge 24:22,53; Eso 12:35; 32:3; 1P 3:3-5
Ge 16:10,11; 25:13; 37:25,28; 1Sa 25:11; 1Re 20:11

26 Est 8:15; Ger 10:9; Ez 27:7; Lu 16:19; Giov 19:2,5; Ap 17:4; 18:12,16
Giudic 8:21

27 Giudic 17:5; 18:14,17; Eso 28:6-12; 1Sa 23:9,10; Is 8:20
Giudic 8:32; 6:11,24; De 12:5
Eso 23:33; Sal 73:27; 106:39; Os 2:2; 4:12-14
Giudic 8:33; De 7:16

28 Sal 83:9-12; Is 9:4; 10:26
Giudic 3:11,30; 5:31

29 Giudic 6:32; 1Sa 12:11
Ne 5:14,15

30 Giudic 9:2,5; 10:4; 12:9,14; Ge 46:26; Eso 1:5; 2Re 10:1
Ge 2:24; 7:7; De 17:17; 2Sa 3:2-5; 5:13-16; 1Re 11:3; Mal 2:15; Mat 19:5-8; Ef 5:31-33

31 Giudic 9:1-5; Ge 16:15; 22:24
Giudic 9:18; Ge 20:2

32 Ge 15:15; 25:8; Gios 24:29,30; Giob 5:26; 42:17
Giudic 8:27; 6:24

33 Giudic 2:7-10,17,19; Gios 24:31; 2Re 12:2; 2Cron 24:17,18
Giudic 8:27; 2:17; Eso 34:15,16; Ger 3:9
Giudic 9:4,46

34 Sal 78:11,42; 106:18,21; Ec 12:1; Ger 2:32

35 Giudic 9:5,16-19; Ec 9:14,15

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