Nuova Riveduta:

Levitico 16:29

Le 23:26-32
«Questa sarà per voi una legge perenne: nel settimo mese, il decimo giorno del mese, vi umilierete e non farete nessun lavoro, né colui che è nativo del paese, né lo straniero che abita fra di voi.

C.E.I.:

Levitico 16:29

Questa sarà per voi una legge perenne: nel settimo mese, nel decimo giorno del mese, vi umilierete, vi asterrete da qualsiasi lavoro, sia colui che è nativo del paese, sia il forestiero che soggiorna in mezzo a voi.

Nuova Diodati:

Levitico 16:29

Questa sarà per voi una legge perpetua: nel settimo mese, il decimo giorno del mese, umilierete le anime vostre e non farete alcun lavoro, né il nativo del paese, né il forestiero che risiede fra voi.

La Parola è Vita:

Levitico 16:29

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La Parola è Vita
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Riveduta:

Levitico 16:29

Questa sarà per voi una legge perpetua: nel settimo mese, il decimo giorno del mese, umilierete le anime vostre, non farete lavoro di sorta, né colui che è nativo del paese, né il forestiero che soggiorna fra voi.

Diodati:

Levitico 16:29

E siavi questo per istatuto perpetuo. Nel settimo mese, nel decimo giorno del mese, affliggete l'anime vostre; e non fate lavoro alcuno, nè colui ch'è natio del paese, nè il forestiere che dimora fra voi.

Commentario abbreviato:

Levitico 16:29

15 Versetti 15-34

Ecco qui significati i due grandi privilegi del Vangelo: la remissione dei peccati e l'accesso a Dio, che dobbiamo solo per mezzo del nostro Signore Gesù. Considerate l'espiazione per la colpa. Cristo è sia il Creatore che il Soggetto dell'espiazione, difatti egli è il Sacerdote, anzi il Sommo Sacerdote, che permette la riconciliazione al popolo. E come Cristo è il Sommo Sacerdote, egli è pure il Sacrificio con il quale l'espiazione è fatta, poiché egli è, in definitiva, la nostra riconciliazione con Dio. Egli è stato così raffigurato dai due capri. Il capro ammazzato era Cristo che moriva per i nostri peccati, il capro espiatorio il Cristo risorto per la nostra giustificazione. È scritto che l'espiazione si completava mettendo i peccati d'Israele sulla testa del capro, mandandolo via nel deserto, in una terra non abitata, e proprio questo allontanamento rappresentava la totale remissione dai loro peccati. Esso portava via tutte le loro ingiustizie. Ma Cristo, l'Agnello di Dio, porta via il peccato del mondo, prendendolo su sé stesso, Giovanni 1:29. L'ascensione al cielo, che Cristo fece per noi, è rappresentata dall'entrata del sommo sacerdote nel luogo santissimo. Confrontate con Ebrei 9:7. Il sommo sacerdote doveva uscire di nuovo, ma il nostro Signore Gesù vive intercedendo per noi e stando sempre alla presenza di Dio. Ecco inoltre l'esempio dei due grandi compiti del Vangelo: le fede e il pentimento. Per fede mettiamo le nostre mani sulla testa dell'offerta, contando su Cristo come Signore, nostra Giustizia, che prega per la nostra soddisfazione, l'unica solo capace di procurarci il perdono. Per mezzo del pentimento compungiamo le nostre anime, non solo digiunando dai piaceri del corpo, ma dandoci pena interiore per il peccato e vivendo una vita di privazione. Confessiamo quindi i nostri peccati a Dio che è fedele da perdonarceli tutti e da giustificarci. Per mezzo dell'espiazione otteniamo ristoro per le nostre anime. "Peccatore, applica il sangue di Cristo efficacemente alla tua anima e così potrai stare alla presenza di Dio, ottenendo conforto e accettazione!" Prendiamo questo sangue di Cristo, applichiamolo su di noi per fede e vedremo come esso ci fa riappacificare con Dio.

Riferimenti incrociati:

Levitico 16:29

Lev 23:27-32; Eso 30:10; Nu 29:7; 1Re 8:2; Esd 3:1
Sal 35:13; 69:10; Is 58:3,5; Dan 10:3,12; 1Co 11:31; 2Co 7:10,11
Lev 23:3,7,8,21,28,36; Eso 12:16; 20:10; Is 58:13; Eb 4:10

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