Nuova Riveduta:

Matteo 15:11

non quello che entra nella bocca contamina l'uomo; ma è quello che esce dalla bocca, che contamina l'uomo!»

C.E.I.:

Matteo 15:11

Non quello che entra nella bocca rende impuro l'uomo, ma quello che esce dalla bocca rende impuro l'uomo!».

Nuova Diodati:

Matteo 15:11

Non ciò che entra nella bocca contamina l'uomo; ma è quel che esce dalla bocca che contamina l'uomo».

La Parola è Vita:

Matteo 15:11

Non ciò che entra nella bocca dell'uomo lo rende impuro, piuttosto ciò che esce dalla sua bocca lo rende impuro».

La Parola è Vita
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Riveduta:

Matteo 15:11

Non è quel che entra nella bocca che contamina l'uomo; ma quel che esce dalla bocca, ecco quel che contamina l'uomo.

Diodati:

Matteo 15:11

Non ciò che entra nella bocca contamina l'uomo; ma ben lo contamina ciò che esce dalla bocca.

Commentario:

Matteo 15:11

11. Non è quel che entra nella bocca che contamina l'uomo; ma quel che esce dalla bocca, ecco quel che contamina l'uomo.

Sentenza grave, la cui illustrazione è però tratta da un soggetto così famigliare che nessuno può scusarsi di non comprenderla. Gesù distingue fra la contaminazione levitica e la contaminazione morale, fra l'immondezza esteriore e quella del cuore. Secondo la legge levitica, l'uomo poteva contaminarsi ritualmente, in modi innumerevoli: e molti dei cibi sani, di cui liberamente si nutrivano i Gentili, erano proibiti come immondi agli Ebrei. Ciò era ordinato ad un fine temporale di grande importanza, cioè di mantenere gli Ebrei separati dalle altre razze, fino alla nuova dispensazione; e di simboleggiare la differenza fra la corruzione pagana e la santità del popolo di Dio. Ma gli Ebrei, perdendo di vista siffatto scopo, pur chiaramente rivelato, erano giunti a riguardare i cibi immondi come atti per se medesimi a contaminare moralmente e, per necessaria conseguenza, ritenevano l'uso rigoroso dei cibi mondi come atto a purificare intrinsecamente, o almeno a procacciare il favore di Dio. La contaminazione morale non può derivare da nessuna specie di cibo che entri nel corpo per la bocca, ma ci viene solamente con i cattivi pensieri, colle inclinazioni e i desideri interni del cuore, i quali, espressi in parole, trovano dalle labbra la loro uscita. Le parole sgorganti dalla bocca sono qui usate ad indicare generalmente ogni specie di azione esterna che pone in effetto i desideri del cuore umano. Osservate queste parole del Signore, voi tutti che vi siete fatti schiavi del digiuno del Venerdì e della Quaresima, delle distinzioni fra carne e pesce, e che, per aver trascurate queste prescrizioni, vi sentite la coscienza inquieta; l'autore della religione cristiana vi libera per sempre da tutte questo imposture. E l'apostolo Paolo espressamente accusa come «apostati dalla fede di Cristo» coloro i quali, «negli ultimi giorni «ordineranno l'astensione da cibi che Iddio ha creati, affinché quelli che credono e han ben conosciuta la verità ne usino con rendimento di grazie» 1Timoteo 4:3.

PASSI PARALLELI

Marco 7:15; Luca 11:38-41; Atti 10:14-15; 11:8-9; Romani 14:14,17,20

1Timoteo 4:4-5; Tito 1:15; Ebrei 13:9

Matteo 15:18-20; 12:34-37; Salmo 10:7; 12:2; 52:2-4; 58:3-4; Isaia 37:23

Isaia 59:3-5,13-15; Geremia 9:3-6; Romani 3:13-14; Giacomo 3:5-8; 2Pietro 2:18

Riferimenti incrociati:

Matteo 15:11

Mar 7:15; Lu 11:38-41; At 10:14,15; 11:8,9; Rom 14:14,17,20; 1Ti 4:4,5; Tit 1:15; Eb 13:9
Mat 15:18-20; 12:34-37; Sal 10:7; 12:2; 52:2-4; 58:3,4; Is 37:23; 59:3-5,13-15; Ger 9:3-6; Rom 3:13,14; Giac 3:5-8; 2P 2:18

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