Nuova Riveduta:Neemia 101 «Ad applicare il loro sigillo sono stati: Neemia, il governatore, figlio di Acalia, e Sedechia, 2 Seraia, Azaria, Geremia, 3 Pascur, Amaria, Malchia, 4 Cattus, Sebania, Malluc, 5 Carim, Meremot, Obadia, 6 Daniele, Ghinneton, Baruc, 7 Mesullam, Abiia, Miiamin, 8 Maazia, Bilgai, Semaia. Questi erano i sacerdoti. Il servizio del tempio | C.E.I.:Neemia 101 «A causa di tutto questo noi vogliamo sancire un impegno stabile e lo mettiamo in iscritto. Sul documento sigillato vi siano le firme dei nostri capi, dei nostri leviti e dei nostri sacerdoti». | Nuova Diodati:Neemia 101 Quelli che misero il loro sigillo sul documento furono: Nehemia, il governatore, figlio di Hakaliah, e Sedekia, 2 Seraiah, Azaria, Geremia, 3 Pashuhur, Amariah, Malkija, 4 Hattush, Scebaniah, Malluk, 5 Harim, Meremoth, Obadiah, 6 Daniele, Ghinnethon, Baruk, 7 Meshullam, Abijah, Mijamin, 8 Maaziah, Bilgai e Scemaiah. Questi erano sacerdoti. 9 I Leviti: Jeshua, figlio di Azaniah, Binnui dei figli di Henadad e Kadmiel, 10 e i loro fratelli Scebaniah, Hodijah, Kelita, Pelaiah, Hanan, 11 Mika, Rehob, Hashabiah, 12 Zakkur, Scerebiah, Scebaniah, 13 Hodijah, Bani e Beninu. 14 I capi del popolo: Parosh, Pahath-Moab, Elam, Zattu, Bani, 15 Bunni, Azgab, Bebai, 16 Adonijah, Bigvai, Adin, 17 Ater, Ezechia, Azzur, 18 Hodijah, Hashum, Betsai, 19 Harif, Anatoth, Nebai, 20 Magpiash, Meshullam, Hezir, 21 Mescezabeel, Tsadok, Jaddua, 22 Pelatiah, Hanan, Anaiah, 23 Hoscea, Hananiah, Hasshub, 24 Hallohesh, Pilha, Shobek, 25 Rehum, Hashabnah, Maaseiah, 26 Ahijah, Hanan, Anan, 27 Malluk, Harim e Baanah. 28 Il resto del popolo, i sacerdoti, i Leviti, i portinai, i cantori, i Nethinei e tutti quelli che si erano separati dai popoli dei paesi stranieri per seguire la legge di DIO, le loro mogli, i loro figli e le loro figlie, tutti quelli cioè che avevano conoscenza e intelligenza, 29 si unirono ai loro fratelli, i più ragguardevoli fra loro, e si impegnarono con esecrazione e giuramento a camminare nella legge di DIO data per mezzo di Mosè servo di DIO, e ad osservare e mettere in pratica tutti i comandamenti dell'Eterno, il nostro Signore, i suoi decreti e i suoi statuti, 30 a non dare le nostre figlie ai popoli del paese e a non prendere le loro figlie per i nostri figli, 31 a non comprare nulla in giorno di sabato o in altro giorno sacro dai popoli che portassero a vendere in giorno di sabato qualunque genere di merci e di cereali, a lasciar riposare la terra ogni settimo anno e a non riscuotere alcun debito. 32 Ci impegnammo tassativamente di pagare ogni anno il terzo di un siclo per il servizio della casa del nostro DIO, 33 per i pani della presentazione, per l'oblazione perpetua di cibo, per l'olocausto perpetuo dei sabati, dei noviluni, delle feste stabilite, per le cose consacrate, per le offerte per il peccato, per fare espiazione per Israele e per ogni lavoro della casa del nostro DIO. 34 Inoltre tirammo a sorte tra i sacerdoti, i Leviti e il popolo circa l'offerta della legna da portare nella casa del nostro DIO, ogni anno a tempi fissati, secondo le nostre case paterne, perché bruciasse sull'altare dell'Eterno, il nostro DIO, come sta scritto nella legge. 35 Ci impegnammo pure a portare ogni anno nella casa dell'Eterno le primizie del nostro suolo e le primizie di tutti i frutti di ogni albero, 36 e i primogeniti dei nostri figli e del nostro bestiame, come sta scritto nella legge, e i primogeniti delle nostre mandrie e delle nostre greggi per presentarli nella casa del nostro DIO ai sacerdoti che prestano servizio nella casa del nostro DIO. 37 Inoltre ci impegnammo a portare ai sacerdoti nelle camere della casa del nostro DIO le primizie della nostra pasta, le nostre offerte, i frutti di ogni albero, del mosto e dell'olio, e ai Leviti la decima del nostro suolo; i Leviti stessi preleveranno le decime in tutte le città dove noi lavoriamo. 38 Un sacerdote, discendente di Aaronne, sarà con i Leviti quando i Leviti preleveranno le decime; e i Leviti porteranno la decima della decima alla casa del nostro DIO nelle camere della tesoreria, 39 perché in quelle camere i figli d'Israele e i figli di Levi porteranno l'offerta del frumento, del mosto e dell'olio; qui sono gli utensili del santuario, i sacerdoti che prestano servizio, i portinai e i cantori. Noi non abbandoneremo la casa del nostro DIO. | Riveduta 2020:Neemia 101 Quelli che posero il loro sigillo furono i seguenti: Neemia, il governatore, figlio di Acalia, e Sedechia, 2 Seraia, Azaria, Geremia, 3 Pascur, Amaria, Malchia, 4 Cattus, Sebania, Malluc, 5 Carim, Meremot, Obadia, 6 Daniele, Ghinneton, Baruc, 7 Mesullam, Abiia, Miiamin, 8 Maazia, Bilgai, Semaia. Questi erano sacerdoti. 9 Leviti: Iesua, figlio di Azania, Binnui dei figli di Chenadad, Cadmiel, 10 e i loro fratelli Sebania, Odia, 11 Chelita, Pelaia, Anan, Mica, 12 Reob, Casabia, Zaccur, Serebia, 13 Sebania, Odia, Bani, Beninu. 14 Capi del popolo: Paros, Paat-Moab, Elam, Zattu, Bani, 15 Bunni, Azgad, 16 Bebai, Adonia, Bigvai, Adin, 17 Ater, Ezechia, Azzur, 18 Odia, Casum, 19 Besai, Carif, Anatot, 20 Nebai, Magpias, Mesullam, 21 Chezir, Mesezabeel, Sadoc, 22 Iaddua, Pelatia, Anan, Anaia, 23 Osea, Anania, Cassub, 24 Alloches, Pila, Sobec, 25 Reum, Casabna, Maaseia, 26 Achia, Canan, Anan, 27 Malluc, Carim, Baana. 28 Il resto del popolo, i sacerdoti, i Leviti, i portinai, i cantori, i Netinei e tutti quelli che si erano separati dai popoli dei paesi stranieri per aderire alla legge di Dio, le loro mogli, i loro figli e le loro figlie, tutti quelli che avevano discernimento e intelligenza, 29 si unirono ai loro fratelli più ragguardevoli tra loro, e si impegnarono con esecrazione e giuramento a camminare nella legge di Dio data per mezzo di Mosè, servo di Dio, a osservare e mettere in pratica tutti i comandamenti dell'Eterno, del Signore nostro, le sue prescrizioni e le sue leggi, 30 a non dare le nostre figlie ai popoli del paese e a non prendere le figlie loro per i nostri figli, 31 a non comprare nulla in giorno di sabato o in altro giorno sacro, dai popoli che portassero a vendere in giorno di sabato qualsiasi sorta di merci o di alimenti, a lasciare a riposo la terra ogni settimo anno, e a non esigere il pagamento di nessun debito. 32 Ci imponemmo anche per legge di dare ogni anno il terzo di un siclo per il servizio della casa del nostro Dio, 33 per i pani della presentazione, per l'oblazione perenne, per l'olocausto continuo dei sabati, dei noviluni, delle feste, per le cose consacrate, per i sacrifici di espiazione a favore d'Israele, e per tutta l'opera della casa del nostro Dio. 34 Noi sacerdoti, i Leviti e il popolo, tirando a sorte, regolammo quello che concerne l'offerta della legna, per portarla, secondo le nostre case patriarcali, alla casa del nostro Dio, a tempi fissati, anno per anno, perché bruciasse sull'altare dell'Eterno, del nostro Dio, come sta scritto nella legge; 35 e ci impegnammo a portare ogni anno nella casa dell'Eterno le primizie del nostro suolo e le primizie di ogni frutto di qualunque albero, 36 come anche i primogeniti dei nostri figli e del nostro bestiame, secondo quanto sta scritto nella legge, e i primogeniti delle nostre mandrie e delle nostre greggi per presentarli nella casa del nostro Dio ai sacerdoti che fanno il servizio nella casa del nostro Dio. 37 E ci impegnammo anche a portare ai sacerdoti nelle camere della casa del nostro Dio, le primizie della nostra pasta, le nostre offerte prelevate, le primizie dei frutti di qualunque albero, del vino e dell'olio, e a dare la decima delle rendite del nostro suolo ai Leviti, i quali devono prelevare essi stessi queste decime in tutti i luoghi da noi coltivati. 38 E un sacerdote, figlio di Aaronne, sarà con i Leviti quando preleveranno le decime; e i Leviti porteranno la decima della decima alla casa del nostro Dio, nelle stanze che servono da magazzino, 39 poiché in quelle stanze i figli d'Israele e i figli di Levi devono portare l'offerta prelevata sul frumento, sul vino e sull'olio; là sono gli utensili del santuario, i sacerdoti che fanno il servizio, i portinai e i cantori. Noi ci impegnammo così a non abbandonare la casa del nostro Dio”. | Riveduta:Neemia 101 Quelli che v'apposero il loro sigillo furono i seguenti: Nehemia, il governatore, figliuolo di Hacalia, e Sedecia, 2 Seraia, Azaria, Geremia, 3 Pashur, Amaria, Malkija, 4 Hattush, Scebania, Malluc, 5 Harim, Meremoth, Obadia, 6 Daniele, Ghinnethon, Baruc, 7 Meshullam, Abija, Mijamin, 8 Maazia, Bilgai, Scemaia. Questi erano sacerdoti. 9 Leviti: Jeshua, figliuolo di Azania, Binnui de' figliuoli di Henadad, Kadmiel, 10 e i loro fratelli Scebania, Hodia, 11 Kelita, Pelaia, Hanan, Mica, 12 Rehob, Hashabia, Zaccur, Scerebia, 13 Scebania, Hodia, Bani, Beninu. 14 Capi del popolo: Parosh, Pahath-Moab, Elam, Zattu, Bani, 15 Bunni, Azgad, 16 Bebai, Adonia, Bigvai, Adin, 17 Ater, Ezechia, Azzur, 18 Hodia, Hashum, 19 Betsai, Harif, Anatoth, 20 Nebai, Magpiash, Meshullam, 21 Hezir, Mescezabeel, Tsadok, 22 Jaddua, Pelatia, Hanan, Anaia, 23 Hosea, Hanania, Hasshub, 24 Hallohesh, Pilha, Shobek, 25 Rehum, Hashabna, Maaseia, 26 Ahiah, Hanan, Anan, 27 Malluc, Harim, Baana. 28 Il resto del popolo, i sacerdoti, i Leviti, i portinai, i cantori, i Nethinei e tutti quelli che s'eran separati dai popoli dei paesi stranieri per aderire alla legge di Dio, le loro mogli, i loro figliuoli e le loro figliuole, tutti quelli che aveano conoscimento e intelligenza, 29 s'unirono ai loro fratelli più ragguardevoli tra loro, e s'impegnarono con esecrazione e giuramento a camminare nella legge di Dio data per mezzo di Mosè servo di Dio, ad osservare e mettere in pratica tutti i comandamenti dell'Eterno, del Signor nostro, le sue prescrizioni e le sue leggi, 30 a non dare le nostre figliuole ai popoli del paese e a non prendere le figliuole loro per i nostri figliuoli, 31 a non comprar nulla in giorno di sabato o in altro giorno sacro, dai popoli che portassero a vendere in giorno di sabato qualsivoglia sorta di merci o di derrate, a lasciare in riposo la terra ogni settimo anno, e a non esigere il pagamento di verun debito. 32 C'imponemmo pure per legge di dare ogni anno il terzo d'un siclo per il servizio della casa del nostro Dio, 33 per i pani della presentazione, per l'oblazione perpetua, per l'olocausto perpetuo dei sabati, dei noviluni, delle feste, per le cose consacrate, per i sacrifizi d'espiazione a pro d'Israele, e per tutta l'opera della casa del nostro Dio; 34 e tirando a sorte, noi sacerdoti, Leviti e popolo, regolammo quel che concerne l'offerta delle legna, affin di portarle, secondo le nostre case patriarcali, alla casa del nostro Dio, a tempi fissi, anno per anno, perché bruciassero sull'altare dell'Eterno, del nostro Dio, come sta scritto nella legge; 35 e c'impegnammo a portare ogni anno nella casa dell'Eterno le primizie del nostro suolo e le primizie d'ogni frutto di qualunque albero, 36 come anche i primogeniti de' nostri figliuoli e del nostro bestiame conforme sta scritto nella legge, e i primogeniti delle nostre mandre e de' nostri greggi per presentarli nella casa del nostro Dio ai sacerdoti che fanno il servizio nella casa del nostro Dio. 37 E c'impegnammo pure di portare ai sacerdoti nelle camere della casa del nostro Dio, le primizie della nostra pasta, le nostre offerte prelevate, le primizie de' frutti di qualunque albero, del vino e dell'olio, e di dare la decima delle rendite del nostro suolo ai Leviti, i quali debbon prendere essi stessi queste decime in tutti i luoghi da noi coltivati. 38 E un sacerdote, figliuolo d'Aaronne, sarà coi Leviti quando preleveranno le decime; e i Leviti porteranno la decima della decima alla casa del nostro Dio nelle stanze che servono di magazzino, 39 poiché in quelle stanze i figliuoli d'Israele e i figliuoli di Levi debbon portare l'offerta prelevata sul frumento, sul vino e sull'olio; quivi sono gli utensili del santuario, i sacerdoti che fanno il servizio, i portinai e i cantori. Noi c'impegnammo così a non abbandonare la casa del nostro Dio. | Ricciotti:Neemia 101 Quelli che sottoscrissero furono: Neemia, Atersata figlio di Achelai, e Sedecia, 2 Saraia, Azaria, Jeremia, 3 Fesur, Amaria, Melchia, 4 Attus, Sebenia, Melluc, 5 Arem, Merimut, Obdia, 6 Daniel, Genton, Baruch, 7 Mosollam, Abia, Miamin, 8 Maazia, Belgai, Semeia: tutti sacerdoti. 9 Leviti: Josue figlio di Azania, Bennui de' figli di Enadad, Cedmiel, 10 e i loro fratelli, Sebenia, Odaia, Celita, Falaia, Anan, 11 Mica, Roob, Asebia, 12 Zacur, Serebia, Sabania, 13 Odaia, Bani, Baninu. 14 Capi del popolo: Faros, Faat-Moab, Elam, Zetu, Bani, 15 Bonni, Azgad, Bebai, 16 Adonia, Begoai, Adin, 17 Ater, Ezecia, Azur, 18 Odaia, Asum, Besai, 19 Aref, Anatot, Nebai, 20 Megfia, Mosollam, Azir, 21 Mesizabel, Sadoc, Jeddua, 22 Feltia, Anan, Anaia, 23 Osee, Anania, Asub, 24 Aloes, Falea, Sobec, 25 Reum, Asebna, Maasia, 26 Ecaia, Hanan, Anan, 27 Melluc, Aran, Baana. 28 Pei rimanenti del popolo, sacerdoti, leviti, ostiarii, Natinei, e per tutti quelli che s'erano separati dalle genti straniere per amore della legge di Dio, con le loro mogli e figli e figlie, 29 tutti quelli che potevano comprenderla promisero a nome de' loro fratelli; e i principali di loro venivano a promettere e giurare che camminerebbero nella legge data da Dio per mezzo di Mosè servo di Dio; che eseguirebbero ed osserverebbero tutti i comandamenti del Signore Dio nostro, le sue leggi e i suoi riti; 30 che non daremmo le nostre figliuole a gente straniera, nè da questa prenderemmo le figliuole per spose dei figli nostri. 31 E dagli stranieri che in giorno di sabato portano a vendere mercanzie ed oggetti d'uso, non ne compreremo, nè il sabato nè gli altri giorni santi. E l'anno settimo lasceremo [la terra] riposare, e non esigeremo alcun credito. 32 E ci obbligheremo a pagare ogni anno la terza parte d'un siclo, a benefizio della casa del nostro Dio, 33 per i pani della proposizione, per il sacrifizio perpetuo, per olocausto perpetuo dei sabati, delle calende, delle solennità, e per le cose sante, e per il peccato, acciò si preghi per Israele, e per tutto quanto abbisogna per la casa del nostro Dio. 34 Tirammo poi a sorte fra i sacerdoti, i leviti del popolo, per l'offerta delle legna, affinchè dalle case dei padri nostri, fossero portate alla casa del nostro Dio, ai suoi templi, d'anno in anno, per bruciare sull'altare del Signore Dio nostro, com'è scritto nella legge di Mosè; 35 e per offrire di anno in anno nella casa del Signore le primizie della nostra terra, e le primizie de' frutti d'ogni albero, 36 ed i primogeniti de' nostri figli e del nostro bestiame, com'è scritto nella legge, ed i primogeniti dei nostri bovi e delle nostre pecore, per esser offerti nella casa del nostro Dio ai sacerdoti che ministrano nella casa del Dio nostro; 37 e le primizie de' nostri cibi e delle nostre bevande, e de' frutti d'ogni albero, e della vigna e dell'olivo, le porteremo ai sacerdoti nel tesoro del nostro Dio, ed ai leviti la decima delle nostre raccolte. I medesimi leviti da tutte le città riceveranno le decime delle nostre rendite. 38 Il sacerdote figlio d'Aronne avrà parte coi leviti alle decime dei leviti; ed i leviti offriranno la decima delle loro decime alla casa del nostro Dio, ponendole in custodia nella casa del tesoro. 39 Perchè nel tesoro porteranno i figli di Israele e i figli di Levi le primizie del grano, del vino e dell'olio; ivi staranno i vasi sacri, i sacerdoti, i cantori, gli ostiarii, i ministri; e noi non abbandoneremo la casa del nostro Dio. | Tintori:Neemia 10Firmatari e condizioni dell'alleanza | Martini:Neemia 10Sono notati quelli, che sottoscrissero con Dio l'alleanza, per cui promettono di osservare tutti i precetti di Dio, particolarmente del non mescolarsi con quelli di altre nazioni, di custodire il sabato, l'anno settimo, le oblazioni, le primizie, le decime. | Diodati:Neemia 101 Or quelli che aveano la cura d'apporre i suggelli furono Neemia, Hattirsata, figliuolo di Hacalia, e Sedechia, 2 Seraia, Azaria, Geremia, 3 Pashur, Amaria, Malchia, 4 Hattus, Sebania, Malluc, 5 Harim, Meremot, Obadia, 6 Daniele, Ghinneton, Baruc, 7 Mesullam, Abia, Miamin, 8 Maazia, Bilgai, e Semaia; costoro erano i sacerdoti. 9 E i Leviti furono: Iesua, figliuolo di Azania; e Binnui, de' figliuoli di Henadad; e Cadmiel; 10 e i lor fratelli: Sebania, Hodia, 11 Chelita, Pelaia, Hanan, Mica, 12 Rehob, Hasabia, Zaccur, Serebia, 13 Sebania, Hodia, Bani, Beninu. 14 I capi del popolo furono: Paros, Pahat-Moab, Elam, Zattu, Bani, 15 Bunni, Azgad, 16 Bebai, Adonia, Bigvai, Adin, 17 Ater, Ezechia, Azzur, 18 Hodia, Hasum, 19 Besai, Harif, Anatot, 20 Nebai, Magpias, Mesullam, 21 Hezir, Mesezabeel, Sadoc, 22 Iaddua, Pelatia, Hanan, Anania, 23 Hosea, Hanania, Hassub, 24 Lohes, Pilha, Sobec, 25 Rehum, Hasabna, Maaseia, 26 Ahia, Hanan, Anan, 27 Malluc, Harim, Baana. 28 E il rimanente del popolo, sacerdoti, Leviti, portinai, cantori, Netinei, e tutti quelli che si erano separati da' popoli de' paesi, per la Legge di Dio, le lor mogli, i lor figliuoli, e le lor figliuole, tutti quelli che aveano senno e conoscimento, 29 si attennero a' lor fratelli, i più notabili d'infra loro; e convennero per giuramento ed esecrazione, di camminar nella Legge di Dio, la quale fu data per Mosè, servitor di Dio; e di osservare, e di mettere in opera tutti i comandamenti del Signore Iddio nostro, e le sue leggi, ed i suoi statuti. 30 E che noi non daremmo le nostre figliuole a' popoli del paese, e che non prenderemmo le lor figliuole per li nostri figliuoli; 31 e che noi non prenderemmo nulla in giorno di sabato, o in altro giorno sacro, da' popoli del paese, che portano merci, e ogni sorta di derrate al giorno del sabato, per venderle; e che noi lasceremmo vacar la terra ogni settimo anno; ed in quello rilasceremmo ogni riscossa di debiti. |
Commentario abbreviato di Matthew Henry:
Neemia 10
1 Capitolo 10
Il patto, chi lo ha firmato Ne 10:1-31
Il loro impegno nei riti sacri Ne 10:32-39
Versetti 1-31
Conversione è separarsi dal corso e dalle abitudini di questo mondo, dedicandosi alla condotta diretta dalla Parola di Dio. Quando ci impegniamo a eseguire i comandamenti di Dio, significa eseguire tutti i suoi comandamenti e guardare a lui come al Signore e al nostro Signore.
32 Versetti 32-39
Avendo fatto alleanza contro i peccati di cui si erano resi colpevoli, si obbligarono a osservare i doveri che avevano trascurato. Non dobbiamo solo smettere di fare il male, ma imparare a fare il bene. Nessun popolo può aspettarsi la benedizione di Dio se non mantiene il culto pubblico. È probabile che le nostre case vadano bene, se ci si preoccupa che il lavoro della casa di Dio proceda bene. Quando ognuno aiuta e ognuno dà, anche se in minima parte, per un'opera buona, l'insieme diventerà una grande somma. Dobbiamo fare quello che possiamo in opere di pietà e di carità e, in qualsiasi condizione ci troviamo, compiere con gioia il nostro dovere verso Dio, che sarà la via più sicura verso l'agio e la libertà. Dato che le ordinanze di Dio sono il mezzo di sostentamento delle nostre anime, il credente non si rammaricherà delle spese; eppure la maggior parte delle persone lascia che la propria anima muoia di fame.
Commentario del Pulpito:
Neemia 10
1 I NOMI DI COLORO CHE HANNO SIGILLATO E I TERMINI DELL'ALLEANZA Neemia 10. Il patto che i Leviti avevano raccomandato, probabilmente su suggerimento di Neemia ed Esdra, la cui mano può forse essere rintracciata nel lungo discorso del capitolo precedente (Versetti. 6-38), fu subito accettato dai capi della nazione nella Chiesa e nello Stato, e fu "sigillato" da Neemia, dal suo segretario, dai capi delle famiglie sacerdotali e levitiche, ogni suggellamento per la sua casa, da parte dei capi di varie famiglie o comunità laiche, e da un certo numero di singoli laici, suggellando (come sembrerebbe) solo per se stessi. Il resto del popolo, quelli che non suggellarono effettivamente, continuarono a "contrarre i loro fratelli", cioè erano d'accordo con loro, e accettarono gli obblighi del patto così pienamente come se vi avessero messo i loro sigilli. Non c'era opposizione, nessuna voce dissenziente, nessun partito che se ne stava in disparte. Quella specie di entusiasmo si era impadronito della nazione che porta tutto davanti a sé, e fa sì che tutta una moltitudine diventi "come un solo uomo" per il bene o per il male. Questa volta è stato per sempre. Il popolo si impegnava, prima di tutto, in termini generali, ad osservare tutta la legge, "ad osservare e ad osservare tutti i comandamenti del Signore loro Signore, i suoi decreti e i suoi statuti" (Versetto 29); dopo di che passarono a precisare alcuni punti speciali della legge, recentemente violati, che si impegnavano ad osservare in futuro. Questi erano principalmente i seguenti:
1. La proibizione dei matrimoni misti con le nazioni idolatriche vicine (Versetto 30);
2. Il comando di santificare il sabato;
3. La legge relativa all'anno sabbatico (Versetto 31);
4. La legge delle primizie (Versetti, 35-37);
5. L'obbligo di pagare le decime all'ordine sacerdotale (Versetti. 37, 38). Infine, essi assunsero alcuni nuovi obblighi, non espressamente contenuti nella legge, ma forse considerati come derivanti da essa come conseguenza naturale, oppure come modi desiderabili di adempiere alle sue disposizioni
Questi erano in numero di tre, cioè:
1. L'abolizione completa dell'usanza che si era sviluppata di prestare denaro ai loro fratelli dietro pegno; vedi Neemia 5:3-13
2. Il sostentamento del servizio del tempio con una tassa annuale su ogni maschio adulto, che era fissata per il momento al tasso di un terzo di un siclo (Versetto 32); e,
3. La fornitura della legna necessaria per tenere acceso il fuoco sull'altare maggiore e per consumare le varie offerte (Versetto 34). È degno di nota il fatto che queste due ultime norme divennero istituzioni nazionali permanenti, mantenendosi fino all'epoca romana, quando le troviamo ancora in vigore (vedere Matteo 17:24 ; Giuseppe., 'Campana. Giud:,' 2:17, §6)
Neemia, come Tirshatha, o governante civile, naturalmente appusse prima di tutto il suo sigillo. Era seguito da Zidkija, o Zadok, probabilmente il suo segretario Neemia 13:13
Cap. 10.- Un patto solenne
La confessione pubblica e il racconto dei rapporti di Dio con Israele, riportati nel capitolo precedente, si concludevano con la dichiarazione di stipulare "un patto sicuro", scritta e sigillata. Questo capitolo contiene un resoconto particolare dell'operazione
I PERCHÉ È STATO FATTO IL PATTO
1. Per le ragioni contenute nella precedente confessione. "A causa di tutto questo" Neemia 9:38
(1) L'alleanza di Dio con i loro padri e la sua fedeltà ad essa. Erano stati scelti come suo popolo e ora sentivano di dover agire di conseguenza. Essi possedettero di nuovo la terra in virtù del suo patto e delle sue promesse, e l'avrebbero persa per infedeltà
(2) La multiforme bontà di Dio verso di loro come nazione nel corso della loro storia. "La bontà di Dio conduce al pentimento", ed essi ne sentirono l'influenza per questo fine, mentre ricordavano le manifestazioni di essa ai loro padri e a se stessi
(3) La lunga successione delle loro allontanamenti nazionali da Dio. Mostrando quanto fossero inclini al male; quanto avessero bisogno di ogni salvaguardia contro di esso
(4) Le successive punizioni inflitte loro. Impressionandoli con il male del peccato e la necessità della pietà e della giustizia per la loro felicità
2. Nella speranza che un impegno così solenne sarebbe stato di grande aiuto per assicurare la loro futura obbedienza. Sentendo che tutto ciò che era stato detto consisteva in tante ragioni per conformarsi alla legge divina, si preoccupano di adottare qualsiasi mezzo fosse in grado di assicurarla. A questo scopo si uniscono in un solenne voto pubblico, scritto e sigillato, con il quale si impegnano, non solo a Dio, ma l'uno verso l'altro, ad obbedire alle leggi divine e a mantenere il culto divino. E senza dubbio una tale transazione era adatta a rafforzare i loro buoni propositi e a promuovere il loro adempimento
II DA CHI È STATO. FATTO, E IN CHE MODO. Da tutta l'assemblea: sacerdoti, leviti, ss.), e da tutto il popolo, uomini e donne, e i loro figli e figlie che avevano intelligenza. Fra loro c'erano "quelli che si erano separati dal popolo dei paesi secondo la legge di Dio, in parte, forse, proseliti dai pagani, ma includendo probabilmente i discendenti degli Israeliti che erano stati lasciati nel paese dagli Assiri e dai Caldei, e si erano molto mescolati con i pagani vedi Esdra 6:21
1. I capi del popolo apponevano i loro sigilli sul documento (Versetti. 1-27). Atti il loro capo era Neemia stesso, come governatore; seguono poi i capi delle case sacerdotali e levitiche, e dopo di loro i capi dei laici
2. Il resto del popolo esprimeva il suo solenne assenso con un giuramento con una maledizione
III LE PROMESSE DI CUI CONSISTEVA
1. Una promessa generale e comprensiva di obbedienza a tutta la legge di Dio (Versetto 29)
2. Alcune promesse speciali
(1) Non sposarsi con i pagani (Versetto 30). Una questione che preoccupava molto sia Esdra che Neemia vedi Esdra 9:10; Neemia 13:23-30 Il lassismo a questo riguardo minacciava di distruggere la particolarità di Israele sia per quanto riguarda la razza che la religione
(2) Osservare rigorosamente il sabato e gli altri giorni sacri, e l'anno sabbatico, compresa la remissione dei debiti (Versetto 31; vedi Deuteronomio 15:2
(3) Contribuire al sostentamento del tempio, dei suoi ministri e dei suoi servizi (Versetti, 32-39). Le contribuzioni promesse includevano un pagamento annuale in denaro di un terzo di shekel ciascuno per le spese dei servizi ordinari; l'innalzamento a turno al tempio della legna necessaria per il fuoco dell'altare; l'offerta delle primizie di tutti i prodotti, dei primogeniti del bestiame e dei primogeniti (cioè il denaro del riscatto per loro); e il pagamento delle decime ai Leviti, che da parte loro pagavano "la decima delle decime" ai sacerdoti
(4) Non abbandonare il tempio. Avrebbero continuato a sostenerlo e a partecipare ai suoi servizi nei tempi stabiliti
Riflessioni:
1. La revisione del passato è adattata per imprimere nel nostro cuore il dovere e la saggezza di servire Dio
2. Nel servizio di Dio, l'osservanza del sabato e il mantenimento del culto pubblico sono della massima importanza. Come ordinanze divine, e per il benessere degli individui e delle famiglie, della Chiesa e dello Stato
3. Tutti dovrebbero unirsi nel sostenere l'adorazione di Dio. Con contributi, presenze e sforzi per indurre gli altri a partecipare
4. Gli impegni solenni e definiti sono aiuti alla coltivazione e alla pratica della religione. Le impressioni e gli scopi dei tempi di particolare sentimento religioso possono così diventare di valore permanente. È più probabile che gli obblighi così riconosciuti e adottati vengano ricordati nei momenti di tentazione. Il cristiano stabilisce così con se stesso che egli è del Signore, e non deve, non vuole, allontanarsi da lui; deve servirlo e lo servirà in ogni cosa. In un insediamento così definito ci sono pace e sicurezza. Di qui il valore di quelle ordinanze con le quali si fa e si rinnova di tanto in tanto la professione di pietà. A questi alcuni hanno aggiunto forme di "patto" più simili a quelle descritte in questo capitolo. Hanno apposto mano e sigillo su un documento scritto. Il Dr. Doddridge lo ha fatto, e nel suo "Rise and Progress" raccomanda la pratica e fornisce moduli per lo scopo. I Patti scozzesi presentano probabilmente gli esempi più memorabili di documenti di questo tipo pubblicamente accettati, firmati da migliaia di tutte le classi e che esercitano una grande e duratura influenza sul corso degli affari. Una promessa definita è particolarmente appropriata e utile rispetto alle pratiche esteriori, come la dedizione di una certa parte del reddito alla religione e alla carità. Le richieste di denaro per gli scopi ordinari della vita sono così numerose e urgenti, che le richieste della causa di Dio e dei poveri rischiano di essere soddisfatte in modo molto insufficiente, a meno che non vi sia specificamente dedicata una parte specifica. Quando ciò avviene, gli altri rami di spesa si adeguano al reddito così diminuito. Bisogna però fare attenzione a non fare voti che non possono essere mantenuti e che diventino così un laccio e un peso per la coscienza. Dovrebbero per la maggior parte essere semplicemente promesse di fare ciò che, al di fuori di esse, ci incombe, o di evitare ciò che, al di fuori di esse, è sbagliato, o comunemente, se non uniformemente, ci porta a fare il male
5. È piacevole quando tutte le classi della società si uniscono in atti solenni di dedizione di se stesse e dei loro beni a Dio, e in accordi per il mantenimento della religione tra di loro
6. L'eccitazione religiosa generale e le professioni sono, tuttavia, spesso ingannevoli. Il patto solenne riportato in questo capitolo fu presto violato vedi Neemia 13:10-29
OMELIE DI W. CLARKSON. Cap. 10.- Stipulare un patto.-
Neemia ed Esdra, e coloro che hanno agito con loro, hanno mostrato una vera comprensione del carattere quando hanno fornito:
CHE UN FORTE SENTIMENTO RELIGIOSO DOVREBBE PRENDERE UNA FORMA DEFINITA. "A causa di tutto ciò facciamo un patto sicuro e lo scriviamo; e i nostri capi, leviti e sacerdoti, vi hanno posto il loro sigillo" Neemia 9:38 E Neemia e Zidkija (Zadok), e molti altri, sacerdoti, leviti e capifamiglia, firmarono e suggellarono formalmente un patto solenne, impegnandosi e il popolo in generale a un servizio più puro e leale del Signore. L'emozione era forte a Gerusalemme. Molte cose concorsero a richiamarlo. Atti, il grande raduno che seguì la festa dei tabernacoli, si innalzò alla sua altezza; la folla doveva essere calmata dai capi; Neemia 8:9 seguì una giornata di digiuno e di confessione; quando tutto il popolo si avvicinò molto a Dio nell'umiliazione. In che cosa dovrebbe finire tutto questo? Dovrebbe passare in emozione, in eccitazione religiosa? Sarebbe stato un grave errore. Neemia provvide saggiamente a impegnarsi formalmente e solennemente al servizio più puro e più degno di Geova, abbandonando i mali che erano cresciuti e tornando ai doveri che erano stati trascurati. Fu ben sostenuto da tutti in questo movimento, e abbiamo una lunga lista di uomini influenti che aggiunsero i loro sigilli ai suoi, impegnandosi e tutti coloro che rappresentavano a una rinnovata e ravvivata santità nazionale. Lascia entrare un sentimento forte
(1) l'individuo, in
(2) la Chiesa, in
(3) La società o la comunità passano presto a una forma definita; lascia che prendano una forma tangibile; lascia che giungano a una risoluzione deliberata che possa essere formulata e scritta, o possono scomparire, lasciando dietro di sé nient'altro che la pigrizia spirituale e la demoralizzazione. Impariamo ulteriormente
II CHE UN MOVIMENTO RELIGIOSO DOVREBBE ESSERE GUIDATO DA POCHI, MA DOVREBBE AVERE LA PARTECIPAZIONE ATTIVA DI TUTTI (Versetti. 1-29). "Quelli che suggellarono" furono meno di cento (Versetti. 1-27); questi erano uomini di spicco, "nobili", abbastanza pochi perché i loro nomi fossero attaccati all'albo e fossero iscritti nelle nostre sacre Scritture, che godevano di un'onorevole immortalità che molti che si sono sforzati di assicurare, sicuramente mancheranno; ma "il resto del popolo", inclusi "facchini, stagisti, nethini,... "le loro mogli, i loro figli e le loro figlie" (Versetto 28), tutti questi "si unirono ai loro fratelli, i nobili, e fecero una maledizione e un giuramento" (Versetto 29). Giurarono pubblicamente e in modo udibile di 'camminare nella legge di Dio', sostenendo così tutto ciò che i capi avevano iniziato. Tutti i movimenti di risveglio, e in verità qualsiasi azione o impresa religiosa, devono essere ordinati; ci devono essere leader che diano direzione e consiglio; anche seguaci generici che daranno un concorso pratico e cordiale. Dio non vuole un servizio mal regolato, in cui c'è confusione e disordine, né desidera un semplice servizio rappresentativo, in cui pochi agiscono per i molti senza la loro simpatia. Tutti devono aderire
(1) le classi più umili -- facchini, netinei, ss.);
(2) il sesso debole: le mogli, le donne;
(3) i giovani: "i figli e le figlie", "chiunque ha intendimento (Versetto 28); poiché il servizio di Dio dovrebbe essere intelligente, generale e ordinato. Dobbiamo servirlo "con intendimento" 1Corinzi 14:15
III CHE I "VOTI DI DIO" DOVREBBERO ESSERE NON SOLO GENERALI, MA PARTICOLARI. Questi Giudei fecero voto "di camminare nella legge di Dio,.., di osservare e mettere in pratica tutti i comandamenti del Signore nostro Dio, i suoi decreti e i suoi statuti" (Versetto 29); ma non si accontentarono di un tale patto generale: si impegnarono ad astenersi da mali particolari: dalle alleanze matrimoniali proibite (Versetto 30), dalla violazione del sabato, dall'usura (Versetto 31); e anche di adempiere obblighi particolari, si incaricavano di
(1) pagamento di denaro per il servizio del tempio (Versetti. 32, 33), con
(2) fornitura di legna per il fuoco che non si è mai spento (Versetto 34),
(3) con la traduzione delle primizie e delle decime secondo la legge (Versetti. 35-39)
Ci sono tempi di risveglio e di riconsacrazione nella vita degli uomini e nella storia delle Chiese. Questi sono irregolari, vengono nella grazia di Dio non sappiamo quando o quando. "Il vento soffia dove vuole", ecc Giovanni 3:8 E regolari: anniversari, feste, ss.), momenti in cui siamo spinti a consacrarci o a riconsacrarci al servizio del Salvatore. Questi dovrebbero essere usati per una solenne e completa devozione di noi stessi e dei nostri beni; e dovrebbero comprendere la deliberata separazione di noi stessi dai grovigli mondani (Versetto 30), dalla negligenza delle ordinanze (Versetto 31), dall'ingiustizia e dalla durezza, da ogni pressione del diritto legale che è indistinguibile dalla severità non cristiana (Versetto 31), e la deliberata risoluzione di adorare il Signore e dedicare una buona parte delle nostre risorse materiali al suo servizio e alla gloria del suo nome
OMELIE di R.A. Redford Versetti 1-39.- Impegno solenne a mantenere la casa di Dio
IO TUTTI DOVREI IMPEGNARMI "a non abbandonare la casa del nostro Dio". Coloro che sono i primi in posizione, influenza, capacità dovrebbero essere leader nella cura della casa di Dio. La distinzione di rango si perde nell'unità della dedizione. Il servizio di Dio chiamerà a sé tutta la varietà delle facoltà umane. Dove c'è il cuore di "osservare e mettere in pratica tutti i comandamenti del Signore nostro Dio", si troverà un ufficio o un posto per ciascuno, dai nobili ai bambini
II IL VINCOLO CHE CI LEGA ALLA CASA DI DIO E AL SUO SERVIZIO deve essere considerato come IL PIÙ SOLENNE E IRREVOCABILE
1. Dovremmo essere pronti a dare il nostro nome e ad assumere su di noi il voto di una professione pubblica. L'ebreo si mise sotto il giuramento e la maledizione. Siamo in una dispensa di libertà, ma la nostra libertà non è una licenza. Il legame d'amore è il più forte di tutti i legami. Siamo stati liberati dal Figlio di Dio; ma la nostra libertà è l'abbandono di tutto a lui, per poter prendere su di noi il suo giogo e portare il suo peso
2. Ci separeremo dal mondo per poter essere fedeli a Dio. Non possiamo servire Dio e mammona. Dobbiamo essere liberi dai grovigli, per poter essere buoni soldati di Gesù Cristo, sopportando le dure
3. La nostra consacrazione a Dio includerà la consacrazione della nostra sostanza. Con riluttante liberalità riempiremo la "casa del tesoro del nostro Dio", affinché non ci sia mancanza nel suo servizio, affinché ogni settore del culto divino possa essere lode al suo nome. Mentre la proporzione delle contribuzioni era una questione di prescrizione scritta ai sensi della legge, per guidare il popolo nel suo stadio inferiore di illuminazione, facciamo attenzione che con il nostro privilegio superiore, e la nostra conoscenza più ampia, e i nostri principi più spirituali, non cadiamo al di sotto del loro standard. I nostri cuori non dovrebbero richiedere alcuna regola formale; ma è bene sistematizzare il nostro dare per il nostro bene, perché la natura umana richiede ogni possibile assistenza, e l'abitudine sostiene il principio e fortifica il sentimento. L'effetto di un riconoscimento universale del dovere nel dare alla casa di Dio sarebbe incommensurabile. Qualsiasi vero risveglio della religione sarà certamente conosciuto da questo test. I cuori più grandi otterranno una benedizione più grande in futuro
2 Versetti 2-8.I capi delle case sacerdotali apportavano poi i loro sigilli, e tra questi la casa sacerdotale di Seraia aveva, molto giustamente, la precedenza. Gli altri nomi di questo elenco ricorrono per la maggior parte in Neemia 12:1-6, dove designano "sacerdoti" (cioè case sacerdotali) "che salirono con Zorobabele". Eliasib, il sommo sacerdote dell'epoca, probabilmente appusse il sigillo della casa di Seraiah
9 Versetti 9-13.- Jeshua, Binnui e Kadmiel rappresentano le tre principali famiglie dei leviti ritornati vedi Esdra 2:40; 3:9; Neemia 7:43,44; 9:4,5), ecc
Binnui, si può notare, ha ora soppiantato Kadmiel ed è passato al secondo posto. Dei nomi rimasti, quelli di Hashabia e di Serebia designano le famiglie che tornarono con Esdra Esdra 8:18,19 I nomi rimanenti sono probabilmente anche quelli di famiglie
14 Versetti 14-27.- Il capo del popolo. Fino a Magpias i nomi corrispondono a quelli delle famiglie laiche che tornarono con Zorobabele, Esdra 2:3-30; Neemia 7:8-33 i primi diciotto sono personali e gli ultimi tre nomi di località. Nebai è lo stesso di "Nebo", Neemia 7:33 e Magpiash lo stesso di Magbish Esdra 2:30 Da Meshullam a Baanah (Versetti. 20-27) i nomi sembrano essere di nuovo personali, ma sono nuovi, e quindi probabilmente quelli di individui che non erano autorizzati a rappresentare né clan né località. Nel Versetto 17, i due nomi Ater e Hezbollah dovrebbero essere uniti da un trattino, poiché è chiaro che rappresentano l'unica famiglia, Ater di Ezechia, menzionata in Esdra it. 16 e Neemia 7:21. "Hizkijah" e "Hezekiah" sono nell'originale identico
28 Il resto della gente. cioè coloro che non avevano apposto i loro sigilli, indipendentemente dal fatto che altri avessero sigillato per loro o no. L'autore non fa eccezione, e quindi indica un consenso molto generale, se non universale, da parte della nazione. La sua enumerazione delle classi è la stessa di Esdra Esdra 2:70 Tutti quelli che si erano separati dal popolo dei paesi secondo la legge di Dio. I proseliti pagani che si erano uniti al popolo ebraico dopo il loro ritorno dalla cattività Comp. Esdra 6:21 Ognuno ha conoscenza e intelligenza. Tutti coloro che avevano l'età per comprendere la natura del patto e che cosa significasse il suggellamento ad esso, non una classe particolarmente "intelligente" o "colta", come suppone Ewald (Hist. of Israel, vol. 5, p. 144, nota 4)
29 Si stringono ai loro fratelli, ai loro nobili. Diedero il loro appoggio e la loro adesione ai loro fratelli più illustri che avevano apposto i loro sigilli sul documento, approvando ciò che avevano fatto e ratificandolo. Entrato in una maledizione, e in un giuramento, di camminare nella legge di Dio. Sembra che qualcosa di simile sia accaduto nel deserto, quando la legge di Dio fu data per la prima volta al suo popolo; Deuteronomio 29:12 e quindi, quando furono fatti i rinnovi del patto, e il popolo fu tenuto a ratificare l'atto, fu naturale ricorrere all'antica sanzione, Probabilmente fu fatto un giuramento del popolo al tempo di Giosia, 2Re 23:3 quando si dice che "si sono attenuti al patto". Mosè il servo di Dio. L'epiteto "servo di Dio", o "servo del Signore", si riferisce a Mosè in un modo particolare. Dio lo chiamò Numeri 12:7 "il mio servo Mosè, che è fedele in tutta la mia casa"; e d'ora in poi "servo di Dio" fu il suo epitheton usitatum vedi Giosuè 1:1; 8:31,33; 1Cronache 6:49; 2Cronache 24:9; Daniele 9:11; Ebrei 3:5; Apocalisse 15:3 San Paolo contrappone "Mosè, il servo" a "Cristo, il Figlio" Ebrei 3:1-6
30 Che non daremmo alle nostre figlie, ss. Sul ripetersi dei matrimoni misti così presto dopo la riforma di Esdra, vedi il commento su Neemia 13:23
31 Se la gente della terra porta le merci... di sabato. Se i pagani di questa regione insisteranno per portare le loro merci nelle nostre città e offrirle per la vendita immediata di sabato, noi ebrei ci impegniamo a non trattare con loro in quel giorno. In seguito, Neemia applicò norme più severe Neemia 13:15-22 O nel giorno sacro. Piuttosto, "o in un giorno santo". Il popolo si impegna ad astenersi dal commercio non solo di sabato, ma in qualsiasi giorno sacro. Che saremmo partiti il settimo anno. Con "lasciare il settimo anno", si intende lasciare le terre incolte ogni settimo anno o anno sabbatico. Questo precetto della legge era stato spesso trascurato durante i tempi della monarchia, e la sua negligenza era uno dei peccati che la cattività era espressamente destinata a punire 2Cronache 36:21 Ora sembra che dopo il ritorno il precetto sia stato nuovamente disobbedito. L'esazione di ogni debito. Letteralmente, "il pegno di ogni mano". Confronta Neemia 5:2-13, e nota che, nonostante la maledizione di Neemia e l'assenso del popolo ad essa (Versetto 13), la pratica del prestito su pegno era ricominciata
32 Di caricarci ogni anno con la terza parte di un siclo. Fino a quel momento gli ebrei non avevano avuto un'imposta analoga alla nostra "tariffa ecclesiastica". Il "mezzo siclo del santuario", come viene chiamato, essendo pagabile solo nella rara, e proibita, occasione di un censimento di tutto il popolo, Esodo 30:13-16 non avrebbe potuto servire per il sostegno ordinario del servizio del tempio; ma era calcolato per suggerire alle menti riflessive la necessità di un fondo regolare, e le persone su cui gravava l'obbligo di provvederlo. Mentre gli ebrei erano una nazione indipendente, con i loro re e le loro entrate, non si era sentita alcuna difficoltà a mantenere il servizio, poiché i re vi provvedevano facilmente; ma nelle condizioni attuali le cose erano diverse. Un "governatore" non era come un re; era responsabile; era rimovibile; Era tenuto a rimettere la maggior parte delle tasse alla corte. In queste circostanze, e probabilmente in connessione con un bisogno immediato, sorse l'idea di una tassa speciale (volontaria), da pagare annualmente da tutti i maschi adulti, per il sostentamento del servizio, la fornitura continua del sacrificio mattutino e serale, l'incenso, il pane di presentazione, le giovenche rosse, il capro espiatorio, le numerose vittime e le numerose offerte di carne e bevande richieste in varie occasioni. e soprattutto in ciascuna delle grandi feste. Si riteneva che la disposizione della legge stabilisse due cose:
1. l'uniformità dell'imposta; e,
2. La sfera della sua incidenza: che dovrebbe essere pagata da tutti i maschi adulti
Per quanto riguarda il suo importo adeguato, esso doveva essere fissato tenendo conto delle esigenze esistenti rispetto ai mezzi esistenti. La terza parte di un siclo fu decisa, come sufficiente all'epoca; ma non passò molto tempo prima che la terza parte fosse sostituita dal mezzo siclo, ritornando così allo standard fissato dalla legge, e prendendo ampie disposizioni per il mantenimento dei riti stabiliti in piena completezza ed efficienza Comp. Matteo 17:24-27 Servizio divino.-
"Il servizio della casa del nostro Dio". Differenza tra questo nel tempio di Gerusalemme e nei santuari cristiani. Superiorità di quest'ultimo. Nel commentarlo, mentre pensiamo principalmente alla parte assunta dai ministri, abbiamo in mente anche il "servizio del canto" e tutto ciò che è necessario per condurre convenientemente il culto di Dio. Si noti, quindi, che il servizio della casa di Dio
I È PARTICOLARMENTE SACRO. Ha a che fare immediatamente con Dio, e con Cristo, e con le anime degli uomini. Dovrebbe, quindi, essere curato con riverenza, devozione, purezza di motivi. La frivolezza, l'egoismo, la cupidigia e l'ambizione mondana, sbagliate ovunque, sono palesemente sbagliate qui. Ogni parte del servizio dovrebbe avere uno scopo distintamente religioso e dovrebbe essere svolta in uno spirito religioso
II DOVREBBE ESSERE CONDOTTO SECONDO LE DIRETTIVE DIVINE. Non solo agire in opposizione a questi, ma andare oltre ad essi nel "culto della volontà", è empio e pericoloso
III DOVREBBE IMPEGNARE LE MIGLIORI ENERGIE DEGLI UOMINI MIGLIORI. Richiede, senza dubbio, prima uomini buoni, ma fornisce spazio ai talenti dei più abili; e tutti coloro che vi sono impegnati dovrebbero fare del loro meglio. Lasciare questo lavoro ai deboli, o farlo in modo superficiale o trasandato, è vergognoso e peccaminoso
IV È INCORAGGIATO DA SPECIALI PROMESSE DIVINE. La predicazione del Vangelo, la preghiera unitaria, la lode unitaria, la celebrazione dei sacramenti, tutto è così incoraggiato
V è FECONDO DI BENEDIZIONI. A coloro che vi sono attivi, a coloro che si uniscono, alla società, ss. Di benedizione in questa vita e nei secoli
VI DOVREBBE ESSERE GENEROSAMENTE SOSTENUTO DA TUTTI. In molti, il senso dell'obbligo di fornire tale sostegno è dei più deboli
33 Per il pane di presentazione. Vedi Levitico 24:5-8. Per quanto piccolo fosse il costo del pane di presentazione, consistente, com'era, di non più di dodici focacce di fior di farina alla settimana, è tuttavia posto al primo posto a causa della sua importanza, essendo il pane della presenza di Dio, il tipo del pane sacramentale del nuovo patto. L'offerta continua di carne è quell'offerta di farina intrisa con olio d'oliva eccellente che Dio aveva richiesto che fosse offerta due volte al giorno, al mattino e alla sera, insieme ai due agnelli, che costituivano l' olocausto continuo Numeri 28:5 Dei sabati. cioè "per l'offerta dei giorni di sabato", che consisteva in due agnelli con offerte di carne e bevande appropriate, oltre all'offerta di ogni giorno Numeri 28:9,10 Delle lune nuove. Due giovenchi, un montone, sette agnelli, con offerte di cibo e bevande appropriate (ibid. Versetti. 11-14. Per le feste fisse. La pasqua, la festa di Pentecoste, la festa delle trombe e la festa dei tabernacoli. Le offerte richieste in ciascuno di essi sono date con grande esattezza nei numeri 28 e 29. Le cose sante. "Offerte agitate" e "offerte di pace" Levitico 23:10,17,19 sono probabilmente intenzionali. Erano "santi al Signore per il sacerdote" (ibid. Versetto 20). Le offerte per il peccato sono quelle comandate in Numeri 28:15,22,30; 29:5,11,16,19, ss. E per tutti i lavori di casa. Il "lavoro" interno di purificare e mantenere in giusto ordine l'apparato di adorazione è probabilmente intenzionale, non una riparazione esterna
34 Tiriamo a sorte l'offerta di legna. Oggi si sente parlare per la prima volta dell'"offerta di legna". Ai tempi della monarchia il combustibile era stato probabilmente più abbondante di quanto non lo fosse stato ora, e il tesoro del tempio era stato abbastanza ricco da fornire ciò che era necessario per mantenere il fuoco dell'altare perennemente acceso Levitico 6:13 Ma i tempi erano cambiati. La regione montuosa della Giudea era stata gradualmente spogliata delle sue foreste. Il tempio era, relativamente parlando, povero, e si era reso necessario un accordo permanente per la fornitura del combustibile necessario. Sembrerebbe, dal presente passaggio, che l'accordo effettivamente fatto fosse quello in cui diverse famiglie o distretti si assumevano il dovere di fornire a turno il legno, e venivano tirati a sorte per determinare l'ordine in cui dovevano svolgere l'ufficio. Secondo Giuseppe Flavio ('Bell. Giudici'. 17, §6), la legna necessaria per un anno veniva portata in un giorno particolare, il quattordicesimo giorno del quinto mese, che era celebrato come una festa, e conosciuta come la "Xiloforia". Agisce nei tempi stabiliti di anno in anno. Da ciò si può dedurre che, in origine, non si sceglieva un solo giorno per portare tutta la legna; tanto meno uno e lo stesso giorno stabilito per ogni anno. Il sistema originale era variabile ed elastico; ma nel corso del tempo fu introdotta e stabilita una rigida uniformità. Come è scritto nella legge. Vedi Levitico 6:12
35 E per portare le primizie... alla casa dell'Eterno. L'idea di offrire "primizie" può essere attribuita alla pietà naturale. Erano ben noti ai Greci e ai Romani (απαρχαι, primi-tiae). Ma nella legge mosaica fu loro comandato: Esodo 22:29; 23:19; Levitico 23:10,17), ecc
e da allora in poi divenne una questione di obbligo religioso. Il presente passaggio fornisce, tuttavia, una prova evidente che l'obbligo era stato ormai da tempo disatteso. Le primizie di tutti i frutti. Le primizie erano richieste non solo per il grano e gli altri cereali, ma anche per il vino e l'olio, i prodotti della vite e dell'olivo, e implicitamente tutti gli altri alberi da frutto vedi Numeri 18:12; Deuteronomio 18:4), ecc
36 Il primogenito dei nostri figli e del nostro bestiame, come è scritto nella legge. Vedi Esodo 22:29; 34:19. I primogeniti dovevano essere "redenti"
37 Le primizie del nostro impasto. Vedere Numeri 15:18-21. E le nostre offerte. Letteralmente, "le nostre offerte elevate" Numeri 15:20; Levitico 23:11,17 Alle camere della casa. Le camere di stoccaggio annesse all'edificio del tempio vedi Neemia 13:4,5 Le decime della nostra terra. Come per la legge delle primizie, così per quella delle decime (che era più onerosa), si era sviluppata la pratica di trascurarla da parte di molti, se non di tutti. Il risultato naturale sarebbe stato il non essere presenti ai Leviti a Gerusalemme, e quindi un venir meno alla solennità e alla grandiosità dell'adorazione del tempio Comp. Neemia 13:10 Fu ora fatto di nuovo patto da parte del popolo che avrebbero ripreso la pratica legale, almeno fino al punto di pagare quella che è stata chiamata "la prima decima", o quella dovuta ai Leviti per il loro sostentamento. In tutte le città della nostra coltivazione. La decima levitica non fu portata a Gerusalemme. ma immagazzinato in qualche città vicina, generalmente levitica
38 Il sacerdote sarà con i leviti quando questi riscuoteranno la decima. Alcuni rappresentanti (o rappresentanti) dell'ordine sacerdotale dovevano essere presenti ogni volta che i Leviti ricevevano le loro decime, per prendere nota della quantità e impedire ai Leviti di privare i sacerdoti della loro parte dovuta, la decima della decima. Questo decimo, così accertato, doveva essere trasportato a Gerusalemme a spese dei Leviti, e depositato nella sua apposita camera di deposito
39 I figli d'Israele e i figli di Levi porteranno l'offerta. I sacerdoti non dovevano essere disturbati con la consegna di nessuna delle offerte. Le primizie e le altre oblazioni del popolo dovevano essere portate al tempio dal popolo stesso; e la "decima della decima", che era dovuta ai sacerdoti, dai Leviti. Così i sacerdoti non sarebbero stati distolti dal loro dovere di servire nel tempio da occupazioni secolari e da questioni di meri affari mondani. Non abbandoneremo, né trascureremo, la casa del nostro Dio. Non subiremo, cioè, alcuna interruzione del servizio continuo del tempio, non saremo complici di alcuna negligenza o negligenza nella conduzione di esso. Per quanto ci riguarda, si farà di tutto per permettere ai sacerdoti e ai leviti di rimanere costantemente a Gerusalemme in gran numero, e di dedicarsi interamente ai loro sacri doveri nella casa di Dio. Con questa enfatica dichiarazione delle sue intenzioni il popolo concluse gli impegni con i quali si era volontariamente impegnato
Aderire alla casa di Dio
"Non abbandoneremo la casa del nostro Dio". Introdurre, con riferimento al contesto:
IO IL POSTO. "La casa del nostro Dio". Il tempio così designato in un senso del tutto peculiare. In un senso più profondo, tuttavia, la Chiesa cristiana è la casa di Dio, e ogni membro di essa 1Corinzi 3:16; 6:19; Efesini 2:21,22; 1Timoteo 4:15 In senso più basso, il nome può essere dato agli edifici destinati al culto cristiano. Nell'Antico Testamento sembra essere usato per le sinagoghe Ecclesiaste 5:1 Tali edifici possono essere chiamati case di Dio perché:
1. Devoto specialmente a lui. C'è un senso in cui tutti gli edifici dovrebbero essere dedicati a Dio (motto sopra la Borsa Reale); ma le case di riunione della Chiesa sono particolarmente consacrate a lui, al suo culto; la pubblicazione del suo grande nome, delle sue leggi, dei suoi inviti, delle sue promesse, delle sue minacce; si sforza di promuovere il suo regno. Eppure i luoghi di culto non sono sempre dedicati a Dio, e mai perfettamente
2. Benedetto e onorato da lui. Con la sua presenza e le sue operazioni di grazia, nell'illuminazione, conversione, santificazione, consolazione, rafforzamento, ss. dei fedeli. Le opere di Dio nel santuario sono tra le sue più grandi e migliori, migliori della trasformazione del caos materiale in κοσμος
II LA RISOLUZIONE CHE LO RISPETTA. "Non abbandoneremo", ecc vedi anche Neemia 13:10,11 La dichiarazione significa più di quanto esprima. Equivale a dire: "Ci interesseremo di esso, lo sosterremo, promuoveremo la sua prosperità"
1. Con i nostri doni. Il punto principale qui. Vedere i versetti precedenti
2. Dalla partecipazione ai suoi servizi
Tentazioni al giorno d'oggi di una totale o parziale trascuratezza del culto pubblico, o di un vagabondaggio quasi altrettanto dannoso. Tentazioni dovute all'incredulità, alla mondanità, alla mancanza perpetua o occasionale di interesse per i servizi, alla povertà, persino al dolore
3. Con lo sforzo e la preghiera per la sua prosperità
III MOTIVI PER FARLO NOSTRO
1. Perché è la casa di Dio, "la casa del nostro Dio"
2. Per il piacere di essere lì goduto
3. A causa del profitto che si può ottenere
4. A causa dell'attaccamento alle persone che vi si incontrano
5. A motivo del bene degli altri che vi viene promosso. Il più alto benessere degli individui e della società è legato al mantenimento del culto e dell'istruzione cristiana pubblica
6. A causa di ciò che è già stato speso su di esso. Amore, zelo, contributi, lavoro. Coloro che hanno fatto di più per il loro luogo di culto saranno più attaccati ad esso. Lasciate che i giovani facciano e mantengano questo proposito. Specialmente coloro che hanno lasciato la casa, il ministro e gli amici della loro prima vita stiano attenti a non abbandonare la casa di Dio. Saranno così preservati dalla tentazione, si assicureranno nuove amicizie utili al loro carattere e alla loro felicità e, se sinceri nella loro adorazione, la guida e la benedizione di Dio, e la salvezza eterna
Illustratore biblico:
Neemia 10
1 CAPITOLO 10
Neemia 10:1-39
Quelli che suggellarono furono: Neemia.-Alleanza con Dio:-
(I.) Le parti che entrano nel patto
1.) Neemia 49 governatore. Questa è la vera grandezza agli occhi di Dio, essere i primi nella consacrazione al servizio della religione e stare in mezzo al Suo popolo nei momenti difficili
2.) I sacerdoti. È degno di nota il fatto che il nome di Eliasib, il sommo sacerdote, non compaia in questo elenco. È onorevole per il resto dei sacerdoti che, nonostante questa defezione del loro capo, così tanti di loro abbiano messo mano a questo santo vincolo
3.) I Leviti. Osserviamo tra loro quasi tutti i nomi di coloro che hanno preso parte alle precedenti solennità di questo memorabile giorno. È bene quando coloro che sono eminenti nella devozione sono anche eminenti per devozione. A volte accade che coloro che sono dotati nella preghiera non si distinguano per la pratica santa
4.) I capi della nazione. Questa fedeltà alla causa della verità aggiunge lustro a tutta la gloria terrena e pone un ornamento di grazia sulla fronte più nobile
5.) Il resto del popolo. È una cosa benedetta quando intere famiglie si uniscono così insieme nella fede di Cristo e nella vita religiosa
(II.) Gli impegni del patto
1.) Peccati a cui rinunciare. È vano fare ad alta voce professione di esperienza spirituale e di devozione al Salvatore, a meno che non si abbandonino i peccati che li affliggono e non si inizi un nuovo corso di obbedienza
2.) Compiti da svolgere
(1) Dare a Dio
(2) Lavorare per Dio (ver. 34) . Tutti fanno voto di lavorare per Dio, ciascuno al proprio posto, secondo la volontà divina, nei tempi stabiliti, e instancabili nel fare il bene. Henry Martyn scrisse: "Con rassegnazione e pace, posso guardare avanti a una vita di lavoro e di isolamento dalle comodità terrene, mentre Gesù sta vicino a trasformarmi nella Sua santa immagine. Quanto sono felice e onorato di essere stato tollerato di essere un missionario". E Levi Parsons testimoniò: «Posso sottoscrivere con la mia mano di essere per sempre del Signore, di essere mandato ovunque, di fare qualsiasi cosa, di sopportare qualsiasi difficoltà, di vivere e morire come missionario».
(3) Sperare in Dio
(III.) Le deduzioni deducibili dal patto
1.) Qui vediamo la correttezza del patto religioso
2.) L'obbligo di pattuire stabilito. Quando ti dedichi al Signore in patto, per obbedire ai precetti della Sua Parola, il tuo obbligo essenziale non viene rafforzato o alterato; è semplicemente riconosciuto da te, e promesso che si adempia
3.) Illustrati i benefici derivanti dall'alleanza. (W. Ritchie.)
Conforto del patto:
Christmas Evans, dopo essere stato duramente provato, fu indotto a entrare di nuovo in un patto personale con Dio; e tale fu la gioia in Dio che ne seguì, che egli disse di esso: "Dopo aver stipulato questo patto, ho provato grande calma e pace. Ho avuto la sensazione di un pover'uomo che è appena passato sotto la protezione della famiglia reale e ha ottenuto una pensione a vita, la terribile paura della povertà e del bisogno ha lasciato la sua casa per sempre. Ho sentito la sicurezza e il riparo che le galline sentono sotto le ali della gallina". (Il Pensatore.)
Un patto nazionale:
Il 25 febbraio 1638, una scena memorabile fu testimoniata nel cimitero di Greyfriars, a Edimburgo. Il Patto Nazionale per mantenere il Presbiterianesimo e per resistere agli errori contrari, essendo stato più volte firmato all'interno della chiesa, la pergamena fu successivamente posta sulla lapide piatta, ancora esistente, di Boswell di Auchinleck, dove molti altri, per mostrare la loro determinazione a morire piuttosto che arrendersi, la firmarono con il sangue delle loro braccia. La storia testimonia che molti di loro hanno sopportato molte sofferenze piuttosto che violare il loro impegno. Se gli uomini fragili manterranno la loro promessa, molto più il Dio Onnipotente deve onorare il Suo patto. (Ibidem)
28 CAPITOLO 10
Neemia 10:28-30
E tutti quelli che si erano separati dal popolo dei paesi secondo la legge di Dio.-Un vero risveglio:-
1.) La prova cruciale di ogni risveglio è la misura in cui effettivamente purifica e riforma la vita di coloro che cadono sotto la sua influenza
2.) Questo è il tipo di risveglio di cui tutti noi abbiamo bisogno di nuovo. Perché siamo costantemente soggetti a cadere al di sotto del livello dei nostri privilegi cristiani. Siamo anche inclini a diventare ciechi di fronte ai nostri difetti e a sottovalutare l'entità dei nostri difetti. Abbiamo bisogno di portare la nostra vita alla luce della santa legge di Dio e alla luce della vita di Cristo, affinché le nostre coscienze possano essere risvegliate a una penitenza più vera e più profonda
3.) Un pentimento che è il frutto di un vero risveglio della vita religiosa entra naturalmente nei dettagli della condotta. (T. Campbell Finlayson.)
E che non avremmo dato le nostre figlie al popolo del paese.-Matrimonio e purezza:-
Dovunque trovo una vita puramente selvaggia, cioè una vita divorata dal peccato impuro, non trovo nemmeno nella vita la capacità di avanzare e crescere. C'è un esempio nel caso dell'Africa, la cui vita non si è mossa per un paio di migliaia di anni, semplicemente perché è intrisa di impurità. Tornando ai primi sforzi della civiltà, come riportato nella Bibbia, trovo uomini che fanno uno sforzo dopo l'altro, facendo un po' di strada, e poi ogni sforzo svanisce in un pozzo di peccato impuro. La vita dovrebbe crescere se naturale, ma se l'impurità è naturale, è naturale ristagnare, non crescere mai, cadere a pezzi, e che le civiltà siano spazzate via dalla debolezza e dall'impotenza. La storia della nostra civiltà europea è la storia dell'ascesa graduale dell'idea di matrimonio e di purezza. (Canonico Scott-Holland.)
31 CAPITOLO 10
Neemia 10:31
E se il popolo del paese porterà a tutti vasellame o viveri o viveri.-Il profitto dell'osservanza del sabato:-
Giovanni Brand era un vecchio pescatore della Cornovaglia. La pesca non era stata buona per alcuni giorni, l'acqua era stata selvaggia e tempestosa; ma alla fine, la domenica, il tempo divenne bello, e gli altri pescatori dissero: "Vorremmo tenere la domenica, ma... abbiamo avuto così poco pesce ultimamente; e ci dispiace uscire oggi... ma... il tempo è così bello. È un peccato; Non ci andremmo se non fossimo così poveri". «Come!» disse l'onesto Giovanni, «hai intenzione di infrangere le leggi di Dio con i tuoi se e con i tuoi ma? Meglio essere poveri che essere malvagi. La mia religione non è di quelle che cambiano con il vento. 'Ti ricorderai del giorno di sabato per santificarlo': questo mi basta". Ed egli li persuase, ed essi seguirono il suo consiglio e passarono la giornata ad adorare Dio. E fu bene che lo facessero; Quella notte, proprio quando le barche stavano per tornare, una terribile tempesta si scatenò all'improvviso sull'abisso, e durò due giorni. Qualsiasi barca in quel tempo sarebbe certamente naufragata. Ma due giorni dopo tornò il bel tempo, e furono presi più pesci di quanti ne fossero stati catturati nelle settimane precedenti. No; nessuno ha mai perso obbedendo a Dio. Sii come Giovanni Brand; essere scrupolosi, onesti e timorati di Dio dentro e fuori; Non avere una religione come una banderuola che si sposta con il vento, o una che può essere spezzata con un "se" o un "ma". (J. Reid Howatt.)
Il sabato benefico:
In un saggio sul sabato scritto da un tipografo operaio in Scozia, appare il seguente passaggio sorprendente: "Compagni del giogo, pensate come l'astrazione del sabato renderebbe irrimediabilmente schiave le classi lavoratrici con le quali ci identifichiamo. Pensate al lavoro che si svolge in un ciclo monotono, continuo ed eterno: le membra sempre sulla graticola, le dita sempre in movimento, i bulbi oculari sempre tesi, la fronte sempre sudata, i piedi sempre in difficoltà, il cervello sempre pulsante, le spalle sempre cadenti, i lombi sempre doloranti, e la mente irrequieta che trama sempre! Pensate alla bellezza che cancellerebbe, all'allegria che estinguerebbe, alla forza gigantesca che domerebbe, alle risorse della natura che esaurirebbe, alle aspirazioni che schiaccerebbe, alle malattie che genererebbe, ai progetti che distruggerebbe, ai gemiti che estorcerebbe, alle vite che immolerebbe, delle tombe spensierate che avrebbe scavato prematuramente! Guardateli faticare e sgranocchiare, sudare e agitarsi, macinare e tagliare, tessere e filare, seminare e raccogliere, falciare e mietere, sollevare e costruire, scavare e piantare, scaricare e immagazzinare, lottare e lottare, nell'orto e nel campo, nel granaio e nel fienile, nella fabbrica e nel mulino, nel magazzino e nel negozio, sul monte e nel fosso, sul ciglio della strada e nel bosco, in città e in campagna, sul mare e sulla spiaggia, sulla terra nei giorni di luminosità e di oscurità. Che triste immagine presenterebbe il mondo se non avessimo il sabato!"
32 CAPITOLO 10
Neemia 10:32-39
E facemmo per noi delle ordinanze, per caricarci ogni anno con la terza parte del siclo.-Tassazione volontaria:-
Non per imboccare il sentiero spinoso della religione dotata o volontaria, né per indagare se le decime siano coeve al primo uomo e vincolanti per l'epoca presente, sosteniamo:
(I.) Che la Chiesa suppone un edificio. Dio può essere adorato in qualsiasi casa. L'esperienza ha insegnato la comodità e il valore di una casa di Dio. L'edificio deve essere costruito e mantenuto
(II.) Che una Chiesa ha bisogno di un ministro. "Nessun uomo può lavorare rettamente nella Parola e nella dottrina senza uno studio biblico diligente e abituale; nessun uomo può condurre tale studio senza la rinuncia alle occupazioni secolari; nessun uomo può abbandonare tali occupazioni senza un salario adeguato e garantito dalla Chiesa in cui insegna, per la quale lavora". Il ministero deve essere sostenuto
(III.) Che una Chiesa è una fratellanza. "I ricchi e i poveri si incontrano". "I poveri li avete sempre con voi". In senso ecclesiastico, "se uno non provvede alla propria casa, ha rinnegato la fede".
(IV.) Che una Chiesa è un'organizzazione missionaria. Ha compiti sia in patria che all'estero. La Parola di Dio deve essere tradotta, le masse evangelizzate, la società lievitata. Una vera Chiesa deve necessariamente essere una Chiesa generosa. Arriva a dare (Commento omiletico.)
35 CAPITOLO 10
Neemia 10:35
E per portare le primizie della nostra terra.-Un servizio di frutta:-
Notiamo in questo testo:
(I.) Volenterosi. "E da portare." Non c'era nessuna tassa. L'amore è il suo stesso soggetto a tassazione, e raccoglie sempre i frutti più ricchi, più maturi e più buoni. Quando una Chiesa o una comunità è piena d'amore, non c'è bisogno di temere per le entrate
(II.) Precedenza. "Primizie". In tutte le cose Cristo deve avere la "preminenza". Deve essere Alpha
(III.) Signoria universale. Primizie di "tutti gli alberi". Egli è il Signore di tutti. Così è con il frutto delle nostre anime. Gesù reclama tributi da tutte le province della nostra natura. Non si accontenta delle azioni. Egli reclama la prigionia dei nostri pensieri. Egli vuole non solo le primizie delle nostre emozioni, della penitenza, ma anche della nostra gratitudine, della nostra adorazione, della nostra fiducia e del nostro amore. Facciamo in modo che la Sua bandiera sventoli su ogni provincia della nostra natura, e che Noi Gli diamo le primizie della coscienza e della meditazione, dell'immaginazione e della memoria, dell'amore ardente e della volontà sottomessa
(IV.) Offerta annuale. "Anno dopo anno". Perderemmo la coscienza dell'avanzare del tempo se non fosse per i nostri compleanni. Perderemmo molte occasioni di gratitudine se non fosse per il tempo della semina e del raccolto, dell'estate e dell'inverno. La terra vivente ci ricorda il Dio vivente, che provvede a tutto ciò di cui abbiamo bisogno. (W. M. Statham.)
37 CAPITOLO 10
Neemia 10:37
E le decime.-Decime:-
Senza indagare sul motivo per cui il numero dieci è stato così frequentemente preferito come numero di selezione nei casi di offerte di tributo, sia sacre che profane, volontarie e obbligatorie, possiamo notare che numerosi esempi del suo uso si trovano sia nella storia profana che in quella biblica, prima o indipendentemente da, la nomina delle decime levitiche secondo la legge. Nella storia biblica i due esempi principali sono:
1.) Abramo presenta la decima parte dei suoi beni, secondo le versioni siriaca e araba di Ebrei 7, ma come sembrano mostrare i passaggi stessi, del bottino della sua vittoria, a Melchisedek ( Genesi 14:20 ; Ebrei 7:2-6
2.) Giacobbe, dopo la sua visione a Luz, dedicò un decimo di tutti i suoi beni a Dio nel caso in cui fosse tornato a casa sano e salvo Genesi 28:22. Questi esempi testimoniano l'antichità delle decime, in una forma o nell'altra, precedenti al sistema delle decime mosaico. Ma si possono trovare numerosi esempi della pratica delle nazioni pagane, Greci, Romani, Cartaginesi, Arabi, di applicare decimi derivati dalla proprietà in generale, dal bottino, dai beni confiscati, o dai profitti commerciali, ai sacri e ai quasi sacri, e anche a scopi fiscali, cioè come consacrati a una divinità, presentati come ricompensa a un generale di successo, messo da parte come tributo a un sovrano o come fonte permanente di reddito. (Dizionario biblico di Smith.)
Dare come mezzo di cultura del carattere:
Dio porta avanti la Sua causa nel mondo con l'aiuto del Suo popolo. Egli ci chiama costantemente a dare, ora a questa causa e ora a quella. Perché? Certamente Colui al quale appartengono l'argento e l'oro non ha bisogno che noi lo aiutiamo a portare avanti la Sua opera. Potrebbe, se volesse, farlo in modo molto più efficiente senza di noi. Ma Egli si sta sforzando di educarci alla somiglianza con Cristo e all'incontro per il cielo. Se un padre potesse mettere suo figlio dove abitualmente darebbe, dando, nell'espressione di una benevola simpatia e disponibilità, lo metterebbe sotto il più efficiente di tutti i mezzi per lo sviluppo in lui di uno spirito veramente cristiano, o simile a Cristo. Gli avrebbe conferito una delle benedizioni più ricche possibili. Questa è la benedizione che il nostro Padre celeste sta cercando di concederci, circondandoci come fa con coloro che hanno bisogno della nostra simpatia e del nostro aiuto. Se riconosciamo con gratitudine il disegno saggio e amorevole del nostro Padre e, per quanto possiamo, diamo il nostro aiuto con uno spirito veramente cristiano, le nostre contribuzioni faranno più bene a noi che diamo che a coloro che le ricevono. Ogni espressione di amore cristiano lascerà un'impronta sul nostro carattere che porteremo con noi per sempre. Si svilupperà in un potere accresciuto e in una supremazia più assoluta dentro di noi, quello spirito cristiano senza il quale non potremo mai camminare per le strade dorate. Abbiamo bisogno, quindi, di coltivare l'abitudine di dare tanto quanto l'abitudine di pregare
39 CAPITOLO 10
Neemia 10:39
E noi non abbandoneremo la casa del nostro Dio.-Zelo per il santuario:-
Perché dovremmo dire della "dimora della casa di Dio": "Non la abbandoneremo"?
1.) Dio ha chiaramente ordinato il culto pubblico. Egli ha creato l'uomo per essere sociale, sociale in virtù dei suoi dolori, delle sue gioie, dei suoi bisogni, dei suoi affetti e delle sue relazioni. Ha anche fatto l'uomo per essere sociale nelle cose spirituali. L'isolamento dell'egoismo è peccato. L'unione è cara alla comunione, e la comunione rafforzata dal culto pubblico. Gesù onorò il tempio. I fedeli di ogni tempo hanno desiderato abitare nella casa del Signore
2.) Le manifestazioni speciali della presenza divina, concesse nelle congregazioni dei santi, dovrebbero renderci care tali scene privilegiate
3.) Come il santuario è stato il luogo del riposo del Signore, così è stato il luogo in cui Egli ha impartito i doni più ricchi ai Suoi adoratori
4.) Il servo di Dio amerà i cortili del Signore e non li abbandonerà, perché in essi gusta la maggior parte del cielo di quaggiù. Non potete farvi un'idea migliore del cielo che fissando il sabato più felice e l'ora di adorazione più felice del sabato più felice, di cui abbiate mai goduto nell'assemblea dei santi. (Canonico Stowell.)
Lo zelo per la casa di Dio si esprime in una santa risoluzione di non abbandonarla:
(I.) Una risoluzione che si addice bene ai cristiani stessi. La presente risoluzione comprende i seguenti particolari:
1.) Che non rigetteremo mai la professione della nostra fede, né faremo una defezione dalla verità e dalle vie del Vangelo, per nessuna causa, né per nessun motivo
2.) Che non trascureremo le ordinanze del culto divino, né mancheremo di assisterci ad esse ogni volta che saremo chiamati, e avremo l'opportunità di comparire davanti a Dio nella Sua casa
(1) Gesù Cristo, come Signore della Sua casa, ha stabilito diverse ordinanze da osservare
(2) Ci deve essere un'assemblea di persone che si riuniscono per la pubblica amministrazione di queste sacre ordinanze
(3) Ci devono essere alcuni luoghi appropriati e convenienti designati e concordati per tali assemblee religiose dove possono essere tenute
(4) Ci sono tempi e stagioni particolari per lo svolgimento di queste assemblee religiose
(5) Ci sono alcune persone il cui lavoro e dovere è quello di precedere gli altri in queste sante amministrazioni
3.) Che promuoveremo per quanto in noi risiedono gli interessi della religione e diffonderemo il regno di Cristo nel mondo
(II.) Non solo è lecito, ma può essere utile e conveniente, per i cristiani nelle società impegnarsi con Dio, e i doveri che hanno verso di Lui e gli uni verso gli altri
(III.) Offrire ragioni sia per prendere questa risoluzione che per obbligarci a farla bene
1.) Perché è la casa di Dio
(1) Abbandonare la casa di Dio significherebbe abbandonare la nostra misericordia
(2) Lasciare questa casa significa abbandonare il luogo che Dio stesso ha scelto e dove si compiace di dimorare
(3) Abbandonare questa casa è abbandonare Dio Stesso. Non possiamo abbandonare l'eredità del Signore, ma in effetti andiamo a servire altri dèi
2.) Perché il nostro bene particolare è riposto nell'interesse pubblico
3.) Questo è il modo più nobile di imitare il grande Dio stesso e di conformarsi all'esempio del nostro benedetto Salvatore
4.) Questo rende gli uomini vere benedizioni per il mondo. Questi uomini sono davvero la forza e la sicurezza di una nazione. Per il loro bene Dio a volte preserva gli altri da quei giudizi che i loro peccati piangenti altrimenti farebbero cadere sulle loro teste colpevoli. Sodoma era stata preservata per amore di dieci uomini giusti, se ne fossero stati trovati così tanti in quel luogo
5.) Questo sarà il nostro gioito e conforto un altro giorno. Applicazione: Avendo preso questa decisione, dobbiamo obbligarci a farla bene. A causa dell'incostanza e dell'inganno dei nostri cuori. Tali impegni ci aiuteranno a fissarci più fermamente nell'interesse della religione e ci renderanno più efficaci nel resistere a tutte le tentazioni dell'apostasia. In questo modo siamo resi più capaci di servire gli interessi della religione. Una forza quando è unita diventa la più forte. La concomitanza congiunta di molti dà un grande vantaggio a un progetto, e una migliore prospettiva di successo. (Matteo Clarke.)
Attaccamento alla casa di Dio:
Considera-
(I.) La risoluzione stessa: "Non abbandoneremo", ecc. Questa risoluzione include:
1.) Frequenza costante e regolare
2.) Un vivo interesse per il suo benessere e la sua prosperità
(II.) I motivi di questa risoluzione
1.) La nostra unione di grazia con Dio. Tutto ciò che è legato a Dio dovrebbe essere caro e sacro per noi: la Sua Parola, le Sue ordinanze, il Suo popolo; perciò la Sua casa
2.) Il nostro chiaro e imperativo dovere. Il culto pubblico è di Sua propria nomina
3.) La nostra professione pubblica
4.) I vantaggi speciali che ne trarremo. Esaltazione dei desideri; elevazione dell'anima; allargamento della mente; arricchimento dell'anima con tutte le benedizioni spirituali in Cristo. "Un giorno nei tuoi cortili è meglio di mille", ecc. "Coloro che sperano nel Signore", ecc.
5.) Il legame della casa di Dio con il mondo celeste. È "la porta del cielo". Applicazione:
1.) Quando i professori sono indifferenti al benessere della casa di Dio, è un'indicazione infallibile che il cuore non è retto con Dio
2.) Che l'argomento ispiri gli amici sinceri di Cristo a uno zelo più ardente per la diffusione della gloria divina
3.) Quanto è adatta la casa di Dio a ogni descrizione. Gli spericolati qui sono avvertiti, gli intenzionati eccitati, l'interrogante diretto, il lutto confortato, i fedeli stabiliti, ecc. (J. Burns, D.D.)
Riferimenti incrociati:
Neemia 10
1 Ne 9:38
Ne 8:9
Ne 7:70; Esd 2:63
Ne 1:1
3 Ne 11:12
Ne 12:2,13
Ne 3:11; 8:4
7 Ne 3:6; 8:4; 11:11; 12:13,25-33
Ne 12:4
Ne 12:5
Ne 12:17,41
8 Ne 12:5
Ne 3:29; 12:6,18,42; Esd 10:21
9 Ne 3:19; 7:43; 8:7; 9:4
Ne 3:18,24; 12:8,24
11 Ne 11:15,22; 12:24; Esd 8:19,24
14 Ne 3:11; 7:8,11-13
Esd 2:3-70
Ne 7:15
Esd 2:10
15 Ne 7:16,17; Esd 2:11,12; 8:11,12; 10:28
16 Ne 7:19-21; Esd 2:14-16; 8:14
25 Ne 3:17-32
28 Ne 7:72,73; Esd 2:36-43,70
Ne 9:2; 13:3; Lev 20:24; Esd 9:1,2; 10:11-19; 2Co 6:14-17
Rom 1:1
Ne 8:2; Sal 47:7; Ec 5:2; Ger 4:2
29 Is 14:1; At 11:23; 17:34; Rom 12:9
Ne 5:12,13; 13:25; De 27:15-26; 29:12-14; 2Cron 15:13,14; Sal 119:106; At 23:12-15,21
2Re 10:31; 23:3; 2Cron 6:16; 34:31; Ger 26:4
De 33:4; Mal 4:4; Giov 1:17; 7:19
De 5:1,32; Sal 105:45; Ez 36:27; Giov 15:14; Tit 2:11-14
Sal 8:1,9
30 Eso 34:16; De 7:3; Esd 9:1-3,12-14; 10:10-12
31 Ne 13:15-22; Eso 20:10; Lev 23:3; De 5:12-14; Is 58:13,14; Ger 17:21,22
Eso 12:16; Lev 16:29; 23:21,35,36; Col 2:16
Eso 23:10,11; Lev 25:4-7; 2Cron 36:21
Ne 5:1-13; De 15:1-3,7-9; Mat 6:12; 18:27-35; Giac 2:13
Is 58:6
32 Ge 28:22; Prov 3:9
Eso 30:11-16; Mat 17:24-27; 2Co 8:12
33 Lev 24:5; 2Cron 2:4
Nu 28:1-29:40; Eb 10:11
2Cron 24:5-14
34 1Cron 24:5,7; 25:8,9; Prov 18:18
Ne 13:31; Lev 6:12; Gios 9:27; Is 40:16
Eb 10:3-7
Lev 6:12,13
35 Eso 23:19; 34:26; Lev 19:23-26; Nu 18:2,12; De 26:2; 2Cron 31:3-10; Prov 3:9,10; Mal 3:8-12
36 Eso 13:2,12-15; 34:19; Lev 27:26,27; Nu 18:15,16; De 12:6
Nu 18:9-19; 1Co 9:6-14; Ga 6:6
37 Lev 23:17; Nu 15:19-21; 18:12,13; De 18:4; 26:2
Ne 13:5,9; 1Re 6:5-10; 2Cron 31:11,12
Lev 27:30-33; Nu 18:21,24-32; 2Cron 31:6; Mal 3:8,10
38 Nu 18:26-28
Ne 13:12,13; 1Cron 9:26; 2Cron 31:11,12
39 De 12:6-11,17; 14:23-27; 2Cron 31:12
Nu 18:30
Ne 13:10,11; Sal 122:9; Eb 10:25
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