Nuova Riveduta:

Neemia 3

Ricostruzione delle mura di Gerusalemme
1 «Eliasib, sommo sacerdote, si mise al lavoro con i suoi fratelli sacerdoti e insieme costruirono la porta delle Pecore; la consacrarono e vi misero i battenti; continuarono a costruire fino alla torre di Mea, che consacrarono, e fino alla torre di Cananeel. 2 Accanto a Eliasib lavorarono gli uomini di Gerico, e accanto a loro lavorò Zaccur, figlio di Imri.
3 I figli di Senaa costruirono la porta dei Pesci, ne fecero l'intelaiatura e vi misero i battenti, le serrature e le sbarre. 4 Accanto a loro lavorò alle riparazioni Meremot, figlio di Uria, figlio di Accos; accanto a loro lavorò alle riparazioni Mesullam, figlio di Berechia, figlio di Mesezabeel; accanto a loro lavorò alle riparazioni Sadoc, figlio di Baana; 5 accanto a loro lavorarono alle riparazioni i Tecoiti, di cui i più importanti non vollero sottomettersi a lavorare all'opera del loro signore.
6 Ioiada, figlio di Pasea, e Mesullam, figlio di Besodeia, restaurarono la porta Vecchia; ne fecero l'intelaiatura e vi misero i battenti, le serrature e le sbarre. 7 Accanto a loro lavorarono alle riparazioni Melatia, il Gabaonita, Iadon, il Meronotita, e gli uomini di Gabaon e di Mispa, che dipendevano dalla sede del governatore d'oltre il fiume; 8 accanto a loro lavorò alle riparazioni Uzziel, figlio di Caraia, uno degli orefici, e accanto a lui lavorò Anania, uno dei profumieri. Essi lasciarono Gerusalemme com'era, fino al muro largo.
9 Accanto a loro lavorò alle riparazioni Refaia, figlio di Cur, capo della metà del distretto di Gerusalemme. 10 Accanto a loro lavorò alle riparazioni, di fronte a casa sua, Iedaia, figlio di Carumaf, e accanto a lui lavorò Cattus, figlio di Casabneia. 11 Malchia, figlio di Carim, e Cassub, figlio di Paat-Moab, restaurarono un'altra parte delle mura e la torre dei Forni. 12 Accanto a loro lavorò alle riparazioni, con le sue figlie, Sallum, figlio di Alloches, capo della metà del distretto di Gerusalemme.
13 Canun e gli abitanti di Zanoà restaurarono la porta della Valle; la costruirono, vi misero i battenti, le serrature e le sbarre. Fecero inoltre mille cubiti di muro fino alla porta del Letame.
14 Malchia, figlio di Recab, capo del distretto di Bet-Accherem, restaurò la porta del Letame; la costruì, vi mise i battenti, le serrature, le sbarre.
15 Sallum, figlio di Col-Oze, capo del distretto di Mispa, restaurò la porta della Sorgente; la costruì, la coperse, vi mise i battenti, le serrature e le sbarre. Fece inoltre il muro del serbatoio di Siloe, presso il giardino del re, fino alla scalinata che scende dalla città di Davide.
16 Dopo di lui Neemia, figlio di Azbuc, capo della metà del distretto di Bet-Zur, lavorò alle riparazioni sino di fronte alle tombe di Davide, fino al serbatoio che era stato costruito e fino alla casa dei prodi. 17 Dopo di lui lavorarono alle riparazioni i Leviti, sotto Reum, figlio di Bani; e accanto a lui lavorò per il suo distretto Casabia, capo della metà del distretto di Cheila. 18 Dopo di lui lavorarono alle riparazioni i loro fratelli, sotto Bavvai, figlio di Chenadad, capo della metà del distretto di Cheila; 19 e accanto a lui Ezer, figlio di Iesua, capo di Mispa, restaurò un'altra parte delle mura, di fronte alla salita dell'arsenale, all'angolo.
20 Dopo di lui Baruc, figlio di Zabbai, ne restaurò con ardore un'altra parte, dall'angolo fino alla porta della casa di Eliasib, il sommo sacerdote. 21 Dopo di lui Meremot, figlio di Uria, figlio di Accoz, ne restaurò un'altra parte, dalla porta della casa di Eliasib fino all'estremità della casa di Eliasib. 22 Dopo di lui lavorarono i sacerdoti che abitavano le campagne circostanti. 23 Dopo di loro Beniamino e Cassub lavorarono di fronte alla loro casa. Dopo di loro Azaria, figlio di Maaseia, figlio di Anania, lavorò presso la sua casa. 24 Dopo di lui Binnui, figlio di Chenadad, restaurò un'altra parte delle mura, dalla casa di Azaria fino alla svolta e fino all'angolo.
25 Palal, figlio di Uzai, lavorò di fronte alla svolta e alla torre superiore che sporge dal palazzo del re e che dà sul cortile della prigione. Dopo di lui lavorò Pedaia, figlio di Paros. 26 I Netinei che abitavano sulla collina lavorarono fino di fronte alla porta delle Acque, verso oriente, e di fronte alla torre sporgente. 27 Dopo di loro i Tecoiti ne restaurarono un'altra parte, di fronte alla grande torre sporgente e fino al muro della collina.
28 I sacerdoti lavorarono alle riparazioni al di sopra della porta dei Cavalli, ciascuno di fronte alla propria casa. 29 Dopo di loro Sadoc, figlio di Immer, lavorò di fronte alla sua casa. Dopo di lui lavorò Semaia, figlio di Secania, guardiano della porta orientale. 30 Dopo di lui Anania, figlio di Selemia, e Canun, sesto figlio di Salaf, restaurarono un'altra parte delle mura. Dopo di loro Mesullam, figlio di Berechia, lavorò di fronte alla sua camera.
31 Dopo di lui Malchia, uno degli orefici, lavorò fino alle case dei Netinei e dei mercanti, di fronte alla porta di Ammifcad e fino al piano superiore dell'angolo. 32 Gli orefici e i mercanti lavorarono alle riparazioni fra il piano superiore dell'angolo e la porta delle Pecore.

C.E.I.:

Neemia 3

1 Eliasìb, sommo sacerdote, con i suoi fratelli sacerdoti si misero a costruire la porta delle Pecore; la consacrarono e vi misero i battenti; continuarono a costruire fino alla torre di Mea, che poi consacrarono, e fino alla torre di Cananeèl. 2 Accanto a Eliasìb lavoravano gli uomini di Gerico e accanto a loro lavorava Zaccùr figlio di Imri. 3 I figli di Senaà costruirono la porta dei Pesci, ne fecero l'intelaiatura e vi posero i battenti, le serrature e le sbarre. 4 Accanto a loro lavorava alle riparazioni Meremòt figlio di Uria, figlio di Akkoz; accanto a loro lavorava alle riparazioni Mesullàm, figlio di Berechia figlio di Mesezabèel; accanto a loro lavorava alle riparazioni Zadòk figlio di Baana; 5 accanto a loro lavoravano alle riparazioni quelli di Tekòa; ma i loro notabili non piegarono il collo a lavorare all'opera del loro Signore. 6 Ioiadà figlio di Pasèach e Mesullàm figlio di Besodia, restaurarono la porta Vecchia; ne fecero l'intelaiatura e vi posero i battenti, le serrature e le sbarre. 7 Accanto a loro lavoravano alle riparazioni Melatia il Gabaonita, Iadon il Meronotita, e gli uomini di Gàbaon e di Mizpà, alle dipendenze della sede del governatore dell'Oltrefiume; 8 accanto a loro lavorava alle riparazioni Uzzièl figlio di Caraia tra gli orefici e accanto a lui lavorava Anania tra i profumieri. Essi hanno rinforzato Gerusalemme fino al Muro Largo; 9 accanto a loro lavorava alle riparazioni Refaia figlio di Cur, capo della metà del distretto di Gerusalemme. 10 Accanto a loro lavorava alle riparazioni, di fronte alla sua casa, Iedaia figlio di Carumaf e accanto a lui lavorava Cattus figlio di Casabnià. 11 Malchia figlio di Carim e Cassùb figlio di Pacat-Moab restaurarono la parte successiva di mura e la torre dei Forni. 12 Accanto a loro lavorava alle riparazioni insieme con le figlie, Sallùm figlio di Allòches, capo della metà del distretto di Gerusalemme. 13 Canun e gli abitanti di Zanòach restaurarono la porta della Valle; la ricostruirono, vi posero i battenti, le serrature e le sbarre. Fecero inoltre mille cubiti di muro fino alla porta del Letame. 14 Malchia figlio di Recàb, capo del distretto di Bet-Kerem, restaurò la porta del Letame; la ricostruì, vi pose i battenti, le serrature e le sbarre. 15 Sallùm figlio di Col-Coze, capo del distretto di Mizpà, restaurò la porta della Fonte; la ricostruì, la coprì, vi pose i battenti, le serrature e le sbarre. Fece inoltre il muro della piscina di Siloe, presso il giardino del re, fino alla scalinata per cui si scende dalla città di Davide. 16 Dopo di lui Neemia figlio di Azbuk, capo della metà del distretto di Bet-Zur, lavorò alle riparazioni fin davanti alle tombe di Davide, fino alla piscina artificiale e fino alla casa dei Prodi. 17 Dopo di lui lavoravano alle riparazioni i leviti, sotto Recum figlio di Bani; accanto a lui lavorava per il suo distretto Casabià, capo della metà del distretto di Keilà. 18 Dopo di lui lavoravano alle riparazioni i loro fratelli, sotto Binnui figlio di Chenadàd, capo dell'altra metà del distretto di Keilà; 19 accanto a lui Ezer figlio di Giosuè, capo di Mizpà, restaurava un'altra parte delle mura, di fronte alla salita dell'arsenale, all'angolo. 20 Dopo di lui Baruch figlio di Zaccai ne restaurava con ardore un'altra parte dall'angolo fino alla porta della casa di Eliasìb sommo sacerdote. 21 Dopo di lui Meremòt figlio di Uria, figlio di Akkoz, ne restaurava un'altra parte, dalla porta della casa di Eliasìb fino all'estremità della casa di Eliasìb. 22 Dopo di lui lavoravano i sacerdoti che abitavano la periferia. 23 Dopo di loro Beniamino e Cassùb lavoravano di fronte alla loro casa. Dopo di loro Azaria figlio di Maaseia, figlio di Anania, lavorava presso la sua casa. 24 Dopo di lui Binnui figlio di Chenadàd restaurò un'altra parte delle mura, dalla casa di Azaria fino alla svolta, cioè all'angolo. 25 Palal figlio di Uzai lavorò di fronte alla svolta e alla torre sporgente dal piano di sopra della reggia, che dà sul cortile della prigione. Dopo di lui lavorava Pedaia figlio di Pareos. 26 Gli oblati che abitavano sull'Ofel lavoravano fin davanti alla porta delle Acque, verso oriente, e di fronte alla torre sporgente. 27 Dopo di loro quelli di Tekòa ne restaurarono un'altra parte, di fronte alla gran torre sporgente e fino al muro dell'Ofel. 28 I sacerdoti lavoravano alle riparazioni sopra la porta dei Cavalli, ciascuno di fronte alla sua casa. 29 Dopo di loro Zadòk figlio di Immer lavorava di fronte alla sua casa. Dopo di lui lavorava Semaia figlio di Secania, custode della porta d'oriente. 30 Dopo di lui Anania figlio di Selemia e Canun sesto figlio di Zalaf restaurarono un'altra parte delle mura. Dopo di loro Mesullàm figlio di Berechia lavorava di fronte alla sua stanza. 31 Dopo di lui Malchia, uno degli orefici, lavorava fino alla casa degli oblati e dei mercanti, di fronte alla porta della Rassegna e fino al piano di sopra dell'angolo. 32 Gli orefici e i mercanti lavorarono alle riparazioni fra il piano di sopra dell'angolo e la porta delle Pecore.
33 Quando Sanballàt seppe che noi edificavamo le mura, si adirò, si indignò molto, si fece beffe dei Giudei 34 e disse in presenza dei suoi fratelli e dei soldati di Samaria: «Che vogliono fare questi miserabili Giudei? Rifarsi le mura e farvi subito sacrifici? Vogliono finire in un giorno? Vogliono far rivivere pietre sepolte sotto mucchi di polvere e consumate dal fuoco?». 35 Tobia l'Ammonita, che gli stava accanto, disse: «Edifichino pure! Se una volpe vi salta su, farà crollare il loro muro di pietra!».
36 Ascolta, Dio nostro, come siamo disprezzati! Fa' ricadere sul loro capo il loro dileggio e abbandonali al saccheggio in un paese di schiavitù! 37 Non coprire la loro iniquità e non sia cancellato dalla tua vista il loro peccato, perché hanno offeso i costruttori.
38 Noi dunque andavamo ricostruendo le mura che furono dappertutto portate fino a metà altezza; il popolo aveva preso a cuore il lavoro.

Nuova Diodati:

Neemia 3

Elenco di coloro che lavorarono alla ricostruzione delle mura
1 Eliascib, sommo sacerdote, si levò allora assieme ai suoi fratelli sacerdoti e costruirono la porta delle Pecore; la consacrarono e vi misero i suoi battenti. Continuarono a costruire fino alla torre di Meah, che poi consacrarono, e fino alla Torre di Hananeel. 2 Vicino a Eliascib edificarono gli uomini di Gerico, e vicino a loro edificò Zakkur, figlio di Imri. 3 I figli di Senaah costruirono la porta dei Pesci, ne fecero l'intelaiatura e vi misero i suoi battenti, le serrature e le sbarre. 4 Vicino a loro lavorava alle riparazioni Meremoth, figlio di Uria, figlio di Kots; vicino a loro lavorava alle riparazioni Meshullam, figlio di Berekiah, figlio di Mescezabeel; vicino a loro lavorava alle riparazioni Tsadok, figlio di Baana; 5 vicino a loro lavoravano alle riparazioni i Tekoiti; ma i nobili fra di loro non piegarono il collo per fare il lavoro del loro Signore. 6 Jehoiada, figlio di Paseah, e Meshullam, figlio di Besodeiah, restaurarono la porta Vecchia; ne fecero l'intelaiatura e vi misero i suoi battenti, le serrature e le sbarre. 7 Vicino a loro lavoravano alle riparazioni per la residenza del governatore della regione oltre il Fiume Melatiah il Gabaonita, Jadon il Meronothita e gli uomini di Gabaon e di Mitspah. 8 Vicino a loro lavorava alle riparazioni Uzziel, figlio di Harhaiah, uno degli orefici; vicino a lui lavorava alle riparazioni Hananiah, uno dei profumieri. Essi fortificarono Gerusalemme fino al Muro Largo. 9 Vicino a loro lavorò alle riparazioni Refaiah, figlio di Hur, capo di metà del distretto di Gerusalemme. 10 Vicino a loro lavorava alle riparazioni, di fronte alla sua casa, Jedaiah, figlio di Harumaf; vicino a lui lavorava alle riparazioni Hattush figlio di Hashabneiah. 11 Malkijah, figlio di Harim, e Hashshub, figlio di Pahath-Moab, ripararono un'altra parte delle mura e la torre dei Forni. 12 Vicino a lui lavorava alle riparazioni, insieme alle sue figlie, Shallum, figlio di Hallohesh, capo di metà del distretto di Gerusalemme. 13 Hanun e gli abitanti di Zanoah ripararono la porta della Valle; la costruirono e vi misero i suoi battenti, le serrature e le sbarre. Ripararono inoltre mille cubiti di muro fino alla porta del Letame. 14 Malkijah, figlio di Rekab, capo del distretto di Beth-Hakkerem, riparò la porta del Letame; la costruì, e vi mise i suoi battenti, le serrature e le sbarre. 15 Shallum, figlio di Kol-Hezeh, capo del distretto di Mitspah, riparò la porta della Sorgente; la costruì, la coperse e vi mise i suoi battenti, le serrature e le sbarre. Riparò inoltre il muro della piscina di Siloe, presso il giardino del re, fino ai gradini che scendono dalla città di Davide. 16 Dopo di lui Nehemia, figlio di Azbuk, capo di metà del distretto di Beth-Zur, lavorò alle riparazioni fin davanti alle tombe di Davide, fino alla piscina artificiale e fino alla casa dei Prodi. 17 Dopo di lui lavorarono alle riparazioni i Leviti, sotto Rehum, figlio di Bani; vicino a lui lavorava alle riparazioni per il suo distretto Hashabia, capo di metà del distretto di Keilah. 18 Dopo di lui lavorarono alle riparazioni i loro fratelli, sotto Bavvai, figlio di Henadad, capo dell'altra metà del distretto di Keilah. 19 Vicino a lui Ezer, figlio di Jeshua, capo di Mitspah, riparò un'altra parte delle mura, di fronte alla salita dell'arsenale, all'angolo. 20 Dopo di lui Baruk, figlio di Zabbai, ne riparò con ardore un'altra parte, dall'angolo fino alla porta della casa di Eliascib, il sommo sacerdote. 21 Dopo di lui Meremoth, figlio di Uria, figlio di Kots, ne riparò un'altra parte, dalla porta della casa di Eliascib fino all'estremità della casa di Eliascib. 22 Dopo di lui lavorarono alle riparazioni i sacerdoti che abitavano nei dintorni. 23 Dopo di loro Beniamino e Hashub lavorarono alle riparazioni di fronte alla loro casa. Dopo di loro Azaria, figlio di Maaseiah, figlio di Ananiah, lavorò alle riparazioni presso la sua casa. 24 Dopo di lui Binnui, figlio di Henadad, riparò un'altra parte delle mura, dalla casa di Azaria fino alla svolta, cioè all'angolo. 25 Palal, figlio di Uzai, fece riparazioni di fronte alla svolta e alla torre sporgente dalla casa superiore del re, che era vicino al cortile della prigione. Dopo di lui fece riparazioni Pedaiah, figlio di Parosh. 26 I Nethinei, che abitavano sull'Ofel, fecero riparazioni fin davanti alla porta delle Acque, verso est, e di fronte alla torre sporgente. 27 Dopo di loro i Tekoiti ne ripararono un'altra parte, di fronte alla grande torre sporgente e fino al muro dell'Ofel. 28 Al di sopra della porta dei Cavalli, i sacerdoti lavorarono alle riparazioni, ciascuno di fronte alla propria casa. 29 Dopo di loro Tsadok, figlio di Immer, lavorò alle riparazioni di fronte alla sua casa. Dopo di lui lavorò Scemaiah, figlio di Scekaniah, custode della porta orientale. 30 Dopo di lui Hananiah, figlio di Scelemiah, e Hanun, sesto figlio di Tsalaf, ripararono un'altra parte delle mura. Dopo di loro Meshullam, figlio di Berekiah, lavorò alle riparazioni di fronte alla sua dimora. 31 Dopo di lui Malkijah, uno degli orefici, lavorò alle riparazioni fino alle case dei Nethinei e dei mercanti, di fronte alla porta di Mifkad e fino alla salita dell'angolo. 32 Fra la salita dell'angolo e la porta delle Pecore lavorarono alle riparazioni gli orefici e i mercanti.

Riveduta 2020:

Neemia 3

Ricostruzione delle mura di Gerusalemme
1 Eliasib, sommo sacerdote, si mise con i suoi fratelli sacerdoti a costruire la porta delle Pecore; la consacrarono e vi misero i suoi battenti; continuarono a costruire fino alla torre di Mea, che consacrarono, e fino alla Torre di Cananeel. 2 Accanto a Eliasib lavorarono gli uomini di Gerico, e accanto a loro lavorò Zaccur, figlio di Imri. 3 I figli di Senaa costruirono la porta dei Pesci, ne fecero l'intelaiatura, e vi misero i battenti, le serrature e le sbarre. 4 Accanto a loro lavorò alle riparazioni Meremot, figlio di Uria, figlio di Accos; accanto a loro lavorò alle riparazioni Mesullam, figlio di Berechia, figlio di Mesezabeel; accanto a loro lavorò alle riparazioni Sadoc, figlio di Baana; 5 accanto a loro lavorarono alle riparazioni i Tecoiti; ma i principali fra loro non piegarono il collo a lavorare all'opera del loro signore. 6 Ioiada, figlio di Pasea, e Mesullam, figlio di Besodeia, restaurarono la porta Vecchia; ne fecero l'intelaiatura, e vi misero i battenti, le serrature e le sbarre. 7 Accanto a loro lavorarono alle riparazioni Melatia, il Gabaonita, Iadon, il Meronotita, e gli uomini di Gabaon e di Mispa, che dipendevano dalla sede del governatore d'oltre il fiume; 8 accanto a loro lavorò alle riparazioni Uzziel, figlio di Caraia, tra gli orefici, e accanto a lui lavorò Anania, tra i profumieri. Essi lasciarono stare Gerusalemme come era, fino al muro largo. 9 Accanto a loro lavorò alle riparazioni Refaia, figlio di Cur, capo della metà del distretto di Gerusalemme. 10 Accanto a loro lavorò alle riparazioni di fronte alla sua casa, Iedaia, figlio di Carumaf, e accanto a lui lavorò Cattus, figlio di Casabneia. 11 Malchia, figlio di Carim e Cassub, figlio di Paat-Moab, restaurarono un'altra parte delle mura e la torre dei Forni. 12 Accanto a loro lavorò alle riparazioni, con le sue figlie, Sallum, figlio di Alloches, capo della metà del distretto di Gerusalemme. 13 Canun e gli abitanti di Zanoà restaurarono la porta della Valle; la costruirono, vi misero i battenti, le serrature e le sbarre. Fecero inoltre mille cubiti di muro fino alla porta del Letame. 14 Malchia, figlio di Recab, capo del distretto di Bet-Accherem restaurò la porta del Letame; la costruì, vi mise le serrature, i battenti, le sbarre. 15 Sallum, figlio di Col-Oze, capo del distretto di Mispa, restaurò la porta della Sorgente; la costruì, la coprì, vi mise i battenti, le serrature e le sbarre. Fece inoltre il muro del serbatoio di Siloe, presso il giardino del re, fino alla scalinata per cui si scende dalla città di Davide. 16 Dopo di lui Neemia, figlio di Azbuc, capo della metà del distretto di Bet-Zur, lavorò alle riparazioni fino di fronte ai sepolcri di Davide, fino al serbatoio che era stato costruito, e fino alla casa dei prodi. 17 Dopo di lui lavorarono alle riparazioni i Leviti, sotto Reum, figlio di Bani; e accanto a lui lavorò per il suo distretto Casabia, capo della metà del distretto di Cheila. 18 Dopo di lui lavorarono alle riparazioni i loro fratelli, sotto Bavvai, figlio di Chenadad, capo della metà del distretto di Cheila; 19 e accanto a lui Ezer, figlio di Iesua, capo di Mispa, restaurò un'altra parte delle mura, di fronte alla salita dell'arsenale, all'angolo. 20 Dopo di lui Baruc, figlio di Zaccai, ne restaurò con ardore un'altra parte, dall'angolo fino alla porta della casa di Eliasib, il sommo sacerdote. 21 Dopo di lui Meremot, figlio di Uria, figlio di Accoz, ne restaurò un'altra parte, dalla porta della casa di Eliasib fino all'estremità della casa di Eliasib. 22 Dopo di lui lavorarono i sacerdoti che abitavano la campagna circostante. 23 Dopo di loro Beniamino e Cassub lavorarono di fronte alla loro casa. Dopo di loro Azaria, figlio di Maaseia, figlio di Anania, lavorò presso la sua casa. 24 Dopo di lui Binnui, figlio di Chenadad, restaurò un'altra parte delle mura, dalla casa di Azaria fino alla svolta, e fino all'angolo. 25 Palal, figlio di Uzai, lavorò di fronte alla svolta e alla torre sporgente dalla casa superiore del re, che dà sul cortile della prigione. Dopo di lui lavorò Pedaia, figlio di Paros. 26 I Netinei, che abitavano sulla collina, lavorarono fino di fronte alla porta delle Acque, verso oriente, e di fronte alla torre sporgente. 27 Dopo di loro i Tecoiti ne restaurarono un'altra parte, di fronte alla grande torre sporgente e fino al muro della collina. 28 I sacerdoti lavorarono alle riparazioni al di sopra della porta dei Cavalli, ciascuno di fronte alla propria casa. 29 Dopo di loro Sadoc, figlio di Immer, lavorò di fronte alla sua casa. Dopo di lui lavorò Semaia, figlio di Secania, guardiano della porta orientale. 30 Dopo di lui Anania, figlio di Selemia, e Canun, sesto figlio di Salaf, restaurarono un'altra parte delle mura. Dopo di loro Mesullam, figlio di Berechia, lavorò di fronte alla sua camera. 31 Dopo di lui Malchia, uno degli orefici, lavorò fino alle case dei Netinei e dei mercanti, di fronte alla porta di Ammifcad e fino alla salita dell'angolo. 32 Gli orefici e i mercanti lavorarono alle riparazioni fra la salita dell'angolo e la porta delle Pecore.

Riveduta:

Neemia 3

Ricostruzione delle mura di Gerusalemme
1 Eliascib, sommo sacerdote, si levò co' suoi fratelli sacerdoti e costruirono la porta delle Pecore; la consacrarono e vi misero le sue imposte; continuarono a costruire fino alla torre di Mea, che consacrarono, e fino alla Torre di Hananeel. 2 Allato a Eliascib lavorarono gli uomini di Gerico, e allato a loro lavorò Zaccur, figliuolo d'Imri. 3 I figliuoli di Senaa costruirono la porta de' Pesci, ne fecero l'intelaiatura, e vi posero le imposte, le serrature e le sbarre. 4 Allato a loro lavorò alle riparazioni Meremoth, figliuolo d'Uria, figliuolo di Hakkots; allato a loro lavorò alle riparazioni Meshullam, figliuolo di Berekia, figliuolo di Mescezabeel; allato a loro lavorò alle riparazioni Tsadok, figliuolo di Baana; 5 allato a loro lavorarono alle riparazioni i Tekoiti; ma i principali fra loro non piegarono i loro colli a lavorare all'opera del loro signore. 6 Joiada, figliuolo di Paseah, e Meshullam, figliuolo di Besodeia, restaurarono la porta Vecchia; ne fecero l'intelaiatura, e vi posero le imposte, le serrature e le sbarre. 7 Allato a loro lavorarono alle riparazioni Melatia, il Gabaonita, Jadon, il Meronothita, e gli uomini di Gabaon e di Mitspa, che dipendevano dalla sede del governatore d'oltre il fiume; 8 allato a loro lavorò alle riparazioni Uzziel, figliuolo di Harhaia, di tra gli orefici, e allato a lui lavorò Hanania, di tra i profumieri. Essi lasciarono stare Gerusalemme com'era, fino al muro largo. 9 Allato a loro lavorò alle riparazioni Refaia, figliuolo di Hur, capo della metà del distretto di Gerusalemme. 10 Allato a loro lavorò alle riparazioni dirimpetto alla sua casa, Jedaia, figliuolo di Harumaf, e allato a lui lavorò Hattush, figliuolo di Hashabneia. 11 Malkia, figliuolo di Harim e Hasshub, figliuolo di Pahath-Moab, restaurarono un'altra parte delle mura e la torre de' Forni. 12 Allato a loro lavorò alle riparazioni, con le sue figliuole, Shallum, figliuolo di Hallohesh, capo della metà del distretto di Gerusalemme. 13 Hanun e gli abitanti di Zanoah restaurarono la porta della Valle; la costruirono, vi posero le imposte, le serrature e le sbarre. Fecero inoltre mille cubiti di muro fino alla porta del Letame. 14 Malkia, figliuolo di Recab, capo del distretto di Beth-Hakkerem restaurò la porta del Letame; la costruì, vi pose le imposte, le serrature, le sbarre. 15 Shallum, figliuolo di Col-Hozeh, capo del distretto di Mitspa, restaurò la porta della Sorgente; la costruì, la coperse, vi pose le imposte, le serrature e le sbarre. Fece inoltre il muro del serbatoio di Scelah, presso il giardino del re, fino alla scalinata per cui si scende dalla città di Davide. 16 Dopo di lui Neemia, figliuolo di Azbuk, capo della metà del distretto di Beth-Zur, lavorò alle riparazioni fin dirimpetto ai sepolcri di Davide, fino al serbatoio ch'era stato costruito, e fino alla casa de' prodi. 17 Dopo di lui lavorarono alle riparazioni i Leviti, sotto Rehum, figliuolo di Bani; e allato a lui lavorò per il suo distretto Hashabia, capo della metà del distretto di Keila. 18 Dopo di lui lavorarono alle riparazioni i loro fratelli, sotto Bavvai, figliuolo di Henadad, capo della metà del distretto di Keila; 19 e allato a lui Ezer, figliuolo di Jeshua, capo di Mitspa, restaurò un'altra parte delle mura, dirimpetto alla salita dell'arsenale, all'angolo. 20 Dopo di lui Baruc, figliuolo di Zaccai, ne restaurò con ardore un'altra parte, dall'angolo fino alla porta della casa di Eliascib, il sommo sacerdote. 21 Dopo di lui Meremoth, figliuolo di Uria, figliuolo di Hakkoz, ne restaurò un'altra parte, dalla porta della casa di Eliascib fino all'estremità della casa di Eliascib. 22 Dopo di lui lavorarono i sacerdoti che abitavano il contado. 23 Dopo di loro Beniamino e Hashub lavorarono dirimpetto alla loro casa. Dopo di loro Azaria, figliuolo di Maaseia, figliuolo di Anania, lavorò presso la sua casa. 24 Dopo di lui Binnui, figliuolo di Henadad, restaurò un'altra parte delle mura, dalla casa di Azaria fino allo svolto, e fino all'angolo. 25 Palal, figliuolo d'Uzai, lavorò dirimpetto allo svolto e alla torre sporgente dalla casa superiore del re, che dà sul cortile della prigione. Dopo di lui lavorò Pedaia, figliuolo di Parosh. 26 - I Nethinei che abitavano sulla collina, lavorarono fino dirimpetto alla porta delle Acque, verso oriente, e dirimpetto alla torre sporgente. 27 Dopo di loro i Tekoiti ne restaurarono un'altra parte, dirimpetto alla gran torre sporgente e fino al muro della collina. 28 I sacerdoti lavorarono alle riparazioni al disopra della porta de' Cavalli, ciascuno dirimpetto alla propria casa. 29 Dopo di loro Tsadok, figliuolo d'Immer, lavorò dirimpetto alla sua casa. Dopo di lui lavorò Scemaia, figliuolo di Scecania, guardiano della porta orientale. 30 Dopo di lui Hanania, figliuolo di Scelemia, e Hanun, sesto figliuolo di Tsalaf, restaurarono un'altra parte delle mura. Dopo di loro Meshullam, figliuolo di Berekia, lavorò difaccia alla sua camera. 31 Dopo di lui Malkja, uno degli orefici, lavorò fino alle case de' Nethinei e de' mercanti, dirimpetto alla porta di Hammifkad e fino alla salita dell'angolo. 32 E gli orefici e i mercanti lavorarono alle riparazioni fra la salita dell'angolo e la porta delle Pecore.

Ricciotti:

Neemia 3

1 Allora Eliasib sommo sacerdote, ed i sacerdoti suoi fratelli, si mossero, e ricostruirono la porta Ovile; la consacrarono, vi posero le imposte, e consacrarono [la muraglia] sino alla torre di cento cubiti, e sino alla torre di Ananeel. 2 Accanto a lui fabbricarono quei di Gerico; accanto a lui fabbricò Zacur figlio di Amri. 3 La porta dei Pesci fu ricostruita dai figli di Asnaa; la coprirono, vi misero le imposte, le serrature e le sbarre. Accanto a loro riedificò Marimut figlio di Uria, figlio di Accus. 4 Accanto a lui, Mosollam figlio di Barachia, figlio di Mesezebel. Accanto a loro, Sadoc figlio di Baana. 5 Accanto a loro fabbricarono i Tecueni; ma i loro maggiorenti non vollero piegare il collo e lavorare per il loro Signore. 6 La porta Vecchia fu rifatta da Joiada figlio di Fasea, e da Mosollam figlio di Besodia; la coprirono, vi misero le imposte, le serrature e le sbarre. 7 Accanto a loro rifabbricarono Meltia di Gabaon, e Jadon di Meronat, uomini di Gabaon e di Masfa, a nome del governatore della regione di là dal fiume. 8 Accanto a lui, Eziel orefice figlio di Araia. Accanto a lui, Anania figlio di un profumiere. E fu lasciata quella parte [della muraglia] di Gerusalemme, sino al muro della piazza grande. 9 Accanto a lui murò Rafaia figlio di Ur, capo d'uno de' quartieri di Gerusalemme. 10 Ed accanto a lui, Jedaia figlio d'Aromaf, di contro alla sua casa. Accanto a lui, Attus figlio di Asebonia. 11 Melchia figlio di Erem, e Asub figlio di Faat-Moab, riedificarono metà d'un quartiere, e la torre dei Forni. 12 Accanto a loro murò Sellum figlio di Aloes, capo della metà d'un quartiere di Gerusalemme; egli e le sue figliuole. 13 Anum e gli abitanti di Zanoe ricostruirono la porta della Valle; la riedificarono ponendovi le imposte, le serrature e le sbarre; ed inoltre mille cubiti di muraglia, sino alla porta Stercoraria. 14 Questa porta Stercoraria fu riedificata da Melchia figlio di Recab, capo del quartiere di Betacaram, il quale la rifece, e vi pose le imposte, le serrature e le sbarre. 15 La porta della Fonte fu rifabbricata da Sellum figlio di Coloza, capo del quartiere di Masfa. La rifece, la coprì, vi pose le imposte, le serrature e le sbarre; ed in più, le mura della piscina di Siloe, sino all'orto del re, e sino alla scalinata che scende dalla città di Davide. 16 Appresso a lui fabbricò Neemia figlio di Azboc, capo di metà del quartiere di Betsur, sino di contro al sepolcro di Davide, sino alla piscina già costruita con tanto lavoro, e sino alla casa dei Forti. 17 Appresso a lui fabbricarono i leviti, con Reum figlio di Benni. Appresso a lui, Asebia, capo di metà del quartiere di Ceila, lungo il suo quartiere. 18 Appresso a lui, i suoi fratelli, e Bavai figlio di Enadad, capo di metà del quartiere di Ceila. 19 Accanto a lui, Azer figlio di Josue, principe di Masfa, rifece un doppio tratto, di faccia alla salita dell'angolo fortissimo. 20 Appresso a lui, sul monte, Baruc figlio di Zacai fabbricò per una doppia lunghezza, da quell'angolo insino alla porta di casa di Eliasib gran sacerdote. 21 Appresso a lui, Merimut figlio di Uria, figlio di Accus, fabbricò per doppia lunghezza dalla porta della casa di Eliasib, fin quanto s'estendeva la casa d'Eliasib. 22 Ed appresso a lui fabbricarono i sacerdoti, quelli della pianura del Giordano. 23 Appresso fabbricarono Beniamino e Asub di faccia alle loro case; ed appresso Azaria figlio di Maasia, figlio di Anania, di faccia alla sua casa. 24 Appresso, Bennui figlio di Enadad, per un doppio tratto, dalla casa di Azaria insino alla voltata ed all'angolo. 25 Falel figlio di Ozi, di faccia alla voltata ed alla torre che sporge dalla sommità della casa del re, cioè lungo l'atrio della prigione; ed appresso, Fadaia figlio di Faros. 26 I Natinei abitavano in Ofel, sino a di faccia alla porta delle acque ad oriente, ed alla torre sporgente. 27 Appresso, fabbricarono i Tecueni per doppia lunghezza, di contro, dalla torre grande e sporgente sino al muro del tempio. 28 E risalendo dalla porta dei cavalli, la fabbrica fu fatta dai sacerdoti, ciascuno in faccia alla propria casa. 29 Appresso a loro, Sadoc figlio di Emmer fabbricò di faccia alla sua casa; e dopo di lui, Semaia figlio di Sechenia, custode della porta orientale. 30 Appresso a lui, Anania figlio di Selemia, e Anun sesto figlio di Selef, per doppia lunghezza: ed appresso, Mosollam figlio di Barachia, di contro alle sue stanze. Appresso a lui, Melchia figlio d'un orefice, sino alla casa de' Natinei e de' merciai di faccia alla porta Giudiciale, e fino alla sala dell'angolo. 31 E lungo la sala dell'angolo, alla porta Ovile, fabbricarono gli orefici ed i mercanti.

Tintori:

Neemia 3

Ricostruzione delle mura di Gerusalemme
1 Il sommo sacerdote Eliasib e i suoi fratelli sacerdoti, levatisi, costruirono la porta del gregge; poi la consacrarono e vi misero i battenti. Essi la consacrarono (la muraglia) fino alla torre dei cento cubiti, e fino alla torre di Ananeel. 2 Accanto a loro costruirono gli uomini di Gerico, accanto ai quali costruì Zacur, figlio di Amri. 3 I figli di Asnaa costruirono la porta dei pesci, che essi stessi coprirono, e vi misero i battenti, le serrature e le sbarre. Accanto a loro costruì Marimut figlio di Uria figlio di Accus, 4 accanto al quale costruì Mosollam figlio di Barachia figlio di Mesezebel, e accanto a loro costruì Sadoc figlio di Baana. 5 Accanto a questi costruirono i Tecuiti, ma i loro principali non piegarono il loro collo nell'opera del loro Signore. 6 La porta vecchia la costruirono Ioiada figlio di Fasea e Mosollam figlio di Besodia: essi stessi la coprirono e vi posero i battenti, le serrature e le sbarre. 7 Accanto a loro costruirono Meltia Gabaonita e Iadon di Meronat, uomini di Gabaon e di Masfa, per il capo che era nel paese di là dal fiume. 8 Accanto a loro costruì Eziel figlio di Araia orefice, accanto al quale costruì Anania figlio del profumiere. Lasciarono (le mura di) Gerusalemme fino al muro della piazza maggiore. 9 Accanto a lui costruì Rafaia figlio di Hur, capo di un distretto di Gerusalemme; 10 accanto a questi costruì Iedaia figlio di Aromaf, di faccia alla sua casa, e accanto a lui costruì Attus figlio di Asebonia. 11 Melchia, figlio di Erem, e Asub, figlio di Faat-Moab, costruirono la metà d'un quartiere e la torre dei forni. 12 Accanto a loro costruì Sellum figlio di Aloes, principe della metà d'un quartiere di Gerusalemme, egli con le sue figlie. 13 Anun e gli abitanti di Zanoe costruirono la porta della valle: edificatala, vi misero i battenti, le serrature e le sbarre, e fecero mille cubiti di muraglia fino alla porta del Letame. 14 La porta del Letame la fece Melchia figlio di Recab, principe del distretto di Betacaram, e, edificatala, vi mise i battenti, le serrature e le sbarre. 15 La porta della Fontana la costruì Sellum figlio di Coloza, principe del quartiere di Masfa: egli, edificatala, la coprì e vi pose i battenti, le serrature e le sbarre, e fece le muraglie della piscina di Siloe fino all'orto del re e fino agli scalini che scendevano dalla città di David. 16 Dopo di lui, Nehemia figlio di Azbuc, principe della metà del distretto di Betsur, costruì fino dirimpetto al sepolcro di David e fino alla piscina, costruita con grande lavoro, e fino alla casa dei forti. 17 Dopo di lui costruirono i leviti: Reum figlio di Benni, dopo il quale costruì Asebia principe della metà del quartiere di Ceila, per il suo quartiere. 18 Dopo di lui costruirono i loro fratelli: Bavai figlio di Enadad, principe della metà di Ceila, 19 e, accanto a lui, Azer figlio di Iosue, principe di Musfa, costruì un'altra sezione dirimpetto alla salita dell'angolo fortissimo. 20 Dopo di lui n'edificò sul monte un'altra sezione Darne figlio di Zacai, dall'angolo fino alla porta della casa di Eliasib sommo sacerdote. 21 Dopo di lui n'edificò un'altra sezione Merimut figlio di Uria figlio di Accus, dalla porta della casa di Eliasib, finché non terminava la casa di Eliasib. 22 Dopo di lui costruirono i sacerdoti, gli uomini delle pianure del Giordano, 23 dopo i quali Beniamino e Asub costruirono di faccia alle loro case, e dopo di essi, di faccia alla sua casa, edificò Azaria figlio di Maasia, figlio di Anania. 24 Dopo di lui edificò un'altra sezione Bennui figlio di Enadad, dalla casa di Azaria fino allo svolto e all'angolo. 25 Falel figlio di Ozi costruì di faccia allo svolto e alla, torre alta sporgente fuori della casa del re, cioè nel cortile della prigione; e dopo di lui Fadaia figlio di Faros. 26 Or i Natinei abitavan sull'Ofel, fin dirimpetto alla porta delle acque, verso levante, e fino alla torre sporgente. 27 Dopo Fadaia edificarono un'altra sezione quelli di Tecua, dirimpetto alla gran torre sporgente fino alla muraglia del tempio. 28 Però al disopra della porta, dei cavalli edificarono i sacerdoti, ciascuno di faccia a casa sua. 29 Dopo di essi edificò, di faccia a casa sua, Sadoc figlio di Emmer, dopo il quale edificò Semaia figlio di Sechenia custode della porta orientale. 30 Dopo di lui edificarono un'altra sezione Anania figlio di Selemia e Anun sesto figlio di Selci. Dopo questi edificò Mosollam figlio di Barachia, di faccia al suo erario. Dopo di lui Melchia, figlio di un orefice, edificò sino alla casa dei Natinei e dei merciai, di faccia alla porta giudiziaria e fino alla sala alta dell'angolo. 31 Gli orefici e i mercanti edificarono tra la sala alta dall'angolo e. la porta del gregge.

Martini:

Neemia 3

Sono edificate le mura, le torri, e le porte di Gerusalemme dà diverse persone, che son qui riferite.
1 Ed Eliasib sommo Sacerdote, e i suoi fratelli sacerdoti intrapreser di fabbricare la porta del gregge. Ei la consagrarono, e vi messero le sue imposte, e consagrarono (lo spazio) fino alla torre di cento cubiti, e fino alla torre di Hananeel. 2 E presso a lui fabbricarono quelli di Gerico; e presso a lui fabbrico Zachur figliuolo di Amri. 3 La porta de' pesci fu edificata da' figliuoli di Asnaa: ei vi posero l'architrave, e le imposte, e le serrature, e le sbarre. E accanto a loro fabbricò Marimuth figliuolo di Uria, figliuolo di Accus. 4 E presso a questo fabbricò Mosollam figliuolo di Barachia, figliuolo di Mesezebel: e presso a questi fabbricò Sadoc figliuolo di Baana. 5 E presso a questi edificaron quelli di Thecua: ma i principali loro cittadini non piegarono i loro colli a faticare all'opera del loro Signore. 6 La porta vecchia fu edificata da Joiada figliuolo di Phasea, e da Mosollam figliuolo di Besodia: ei vi posero l'architrave, e le imposte, e le serrature, e le sbarre: 7 E presso a questi fabbricarono Meltia di Gabaon, e Jadon di Meronath, e gli uomini di Gabaon, e di Maspha pel governatore del paese, che stava di là dal fiume. 8 E presso a lui fabbricò Eziel figliuolo di Araia, orefice: e presso a lui fabbricò Hanania figliuolo di un profumiere: e lasciarono stare la parte di Gerusalemme, che va fino al muro della piazza maggiore. 9 E presso a lui fabbricò Raphaia figliuolo di Hur, capo di una regione di Gerusalemme. 10 E presso a lui fabbricò Jedaia figliuolo ai Haromaph, dirimpetto alla sua casa: e presso a lui fabbrico Hattus figliuolo di Hasebonia. 11 La metà di una regione, e la torre de' forni fu fabbricata da Melchia figliuolo di Herem, e da Hasub figliuolo di Phahath-Moab. 12 E presso a lui fabbricò Sellum figliuolo di Alohes, capo della metà di una regione di Gerusalemme; egli, e le sue figliuole. 13 E la porta della valle fu edificata da Hanun, e dagli abitanti di Zanne: essi la fabbricarono, e vi poser le imposte, e le serrature, e le sbarre, e fecer mille cubiti di muraglia fino alla porta stercoraria. 14 E la porta stercoraria fu fabbricata da Melchia figliuolo di Rechab, capo del quartiere di Bethacharam: egli la fabbricò, e vi pose imposte, e le serrature, e le sbarre. 15 E la porta della fontana fu edificata da Sellum figliuolo di Cholhoza, capo del quartiere di Maspha: egli la edificò, e vi pose l'architrave, e le imposte, e le serrature, e le sbarre, e fece le muraglie della piscina di Siloe fino all'orto del re, e fino alla scalinata, per cui si scende dalla città di David. 16 Appresso a lui fabbricò Nehemia figliuolo di Azboc, capo della metà del quartiere di Bethsur, fin dirimpetto al sepolcro di David, e fino alla piscina, che fu costrutta con grand'arte, e fino alla casa dei forti. 17 Dopo di lui fabbricarono i Leviti, Rehum figliuolo di Benni: e dopo di lui Hasebia, capo della metà del quartiere di Ceila pel suo quartiere. 18 Dopo di lui fabbricarono i suoi fratelli: Bavai figliuolo di Enadad, capo della metà del quartiere di Ceila. 19 E dopo di questo Azer figliuolo di Josuè, capo del quartiere di Maspha, edifico la parte seconda dirimpetto alla salita dell'angolo fortificato. 20 Dopo di lui Baruch figliuolo di Zachai fabbricò sul monte la seconda parte, dall'angolo fino alla porta della casa di Eliasib sommo Sacerdote. 21 Dopo di lui Merimuth figliuolo di Uria, figliuolo di Haccus, fabbricò la seconda parte, dalla porta della casa di Eliasib, quanto si stendeva la casa di Eliasib. 22 E dopo di lui fabbricarono i sacerdoti abitanti nelle pianure del Giordano. 23 Dopo di essi fabbricarono Beniamin, e Hasub, dirimpetto alle loro case: e dopo di questi Azaria figliuolo di Maasia, figliuolo di Hanania dirimpetto alla sua casa. 24 Dopo di lui fabbricò Bennui figliuolo di Henadad la seconda parte, alla casa di Azaria fino alla svolta, e all'angolo. 25 Phalel figliuolo di Ozi (fabbrico) dirimpetto alla svolta, e alla torre, che spunta dalla parte superiore della casa del re, viene a dire, lungo l'atrio della prigione: dopo di lui Phadaia figliuolo di Pharos. 26 Or i Nathinei abitavano in Ophel sin dirimpetto alla porta delle acque verso Levante, a sino alla torre, che sporge in fuora. 27 Dopo di lui fabbricarono quelli di Thecua la seconda parte a dirimpetto, dalla gran torre, che scappa in fuora, sino alla muraglia del tempio. 28 E all'insù dalla porta de' cavalli fabbricarono i sacerdoti, ciascuno di rimpetto alla propria casa. 29 Dopo di essi Sadoc figliuolo di Emmer fabbricò dirimpetto a sua casa. E dopo di lui fabbrico Semaia figliuolo di Sechenia, custode della porta orientale (del tempio). 30 Dopo di lui edificarono Hanania figliuolo di Selemia, e Hanun, sesto figliuolo di Seleph, la seconda parte: dopo di questi fabbricò Mosollam figliuolo di Barachia dirimpetto al suo erario. Dopo di lui Melchia figliuolo di un orefice fabbricò sino alla casa de' Nathinei, e de' merciai dirimpetto alla porta de' giudici, e sino alla sala dell'angolo. 31 E lungo la sala dell'angolo alla porta del gregge fabbricaron gli orefici, e i mercatanti.

Diodati:

Neemia 3

1 ED Eliasib, sommo sacerdote, e i suoi fratelli sacerdoti, si levarono su, ed edificarono la porta delle pecore; essi la santificarono, e posarono le sue porte; e la santificarono, fino alla torre di Cento, e fino alla torre di Hananeel. 2 Ed allato a lui edificarono gli uomini di Gerico; e allato a loro edificò Zaccur, figliuolo d'Imri. 3 Ed i figliuoli di Senaa edificarono la porta de' pesci; essi le fecero i suoi palchi, e posarono le sue porte, i suoi serrami, e le sue sbarre. 4 Ed allato a loro ristorò Meremot, figliuolo di Uria, figliuolo di Cos; ed allato a loro ristorò Mesullam, figliuolo di Berechia, figliuolo di Mesezabeel; ed allato a loro ristorò Sadoc, figliuolo di Baana. 5 Ed allato a loro ristorarono i Tecoiti; ma i principali d'infra loro non sottomisero il collo al servigio del lor Signore. 6 E Gioiada, figliuolo di Pasea, e Mesullam, figliuolo di Besodia, ristorarono la porta vecchia. Essi le fecero i suoi palchi, e posarono le sue porte, i suoi serrami, e le sue sbarre. 7 Ed allato a loro ristorarono Melatia Gabaonita, e Iadon Merenotita, con que' di Gabaon, e di Mispa, presso al seggio del governatore di qua dal fiume. 8 Ed allato ad esso ristorò Uzziel, figliuolo di Harhoia, con gli orafi; ed allato a lui ristorò Hanania, ch'era de' profumieri. E Gerusalemme fu lasciata come era, fino in capo del muro largo. 9 Ed allato a coloro ristorò Refaia, figliuolo di Hur, capitano della metà della contrada di Gerusalemme. 10 Ed allato a loro, e dirimpetto alla sua casa, ristorò Iedaia, figliuolo di Harumaf; ed allato a lui ristorò Hattus, figliuolo di Hasabneia. 11 Malchia, figliuolo di Harim, ed Hassub, figliuolo di Pahat-Moab, ristorarono un doppio spazio, ed anche la torre de' forni. 12 Ed allato a loro ristorò Sallum, figliuolo di Lohes, capitano dell'altra metà della contrada di Gerusalemme, con le sue figliuole. 13 Ed Hanun, e gli abitanti di Zanoa ristorarono la porta della valle; essi la fabbricarono, e posarono le sue porte, i suoi serrami, e le sue sbarre; ed insieme mille cubiti del muro, fino alla porta del letame. 14 E Malchia, figliuolo di Recab, capitano della contrada di Bet-cherem, ristorò la porta del letame; egli la fabbricò, e pose le sue porte, i suoi serrami, e le sue sbarre. 15 E Sallum, figliuolo di Col-hoze, capitano della contrada di Mispa, ristorò la porta della fonte; egli la fabbricò, e la coperse, e posò le sue porte, i suoi serrami, e le sue sbarre; e insieme il muro dell'acquidotto di Sela, verso l'orto del re, e fino a' gradi, che scendono dalla Città di Davide. 16 Dopo lui Neemia, figliuolo di Azbuc, capitano della metà della contrada di Betsur, ristorò fin dirimpetto alle sepolture di Davide, e fino allo stagno fatto per arte, e fino alla casa de' prodi. 17 Dopo lui ristorarono i Leviti, Rehum, figliuolo di Bani; ed allato a lui ristorò Hasabia, capitano della metà della contrada di Cheila, lungo la sua contrada. 18 Dopo lui ristorarono i lor fratelli, Bavvai, figliuolo di Henadad, capitano dell'altra metà della contrada di Cheila. 19 Ed allato a lui Ezer, figliuolo di Iesua, capitano di Mispa, ristorò un doppio spazio, dirimpetto alla salita dell'armeria del cantone. 20 Dopo lui Baruc, figliuolo di Zaccai, s'inanimò, e ristorò doppio spazio, dal cantone fino all'entrata della casa di Eliasib, sommo sacerdote. 21 Dopo lui Meremot, figliuolo di Uria, figliuolo di Cos, ristorò altresì doppio spazio, dall'entrata della casa di Eliasib, fino all'estremità di essa. 22 E dopo lui, ristorarono i sacerdoti che abitavano nella pianura. 23 Dopo loro ristorarono Beniamino, ed Hassub, dirimpetto alla lor casa. Dopo loro, Azaria, figliuolo di Maaseia, figliuolo di Anania, ristorò presso alla sua casa. 24 Dopo lui, Binnui, figliuolo di Henadad, ristorò doppio spazio, dalla casa di Azaria fino alla rivolta, e fino al canto. 25 Palal, figliuolo di Uzai, ristorò dalla rivolta, e dalla torre, che sporgeva infuori dall'alta casa del re, ch'era presso al cortile della prigione. Dopo lui ristorò Pedaia, figliuolo di Paros. 26 E i Netinei che abitavano in Ofel, ristorarono fino allato della porta delle acque, verso Oriente, e la torre sporta in fuori. 27 Dopo loro, i Tecoiti ristorarono doppio spazio, d'allato alla torre grande sporta in fuori, fino al muro di Ofel. 28 I sacerdoti ristorarono d'appresso alla porta de' cavalli, ciascuno dirincontro alla sua casa. 29 Dopo loro, Sadoc, figliuolo d'Immer, ristorò dirincontro alla sua casa. E dopo lui, ristorò Semaia, figliuolo di Secania, guardiano della porta orientale. 30 Dopo lui, Hanania, figliuolo di Selemia, ed Hanun, sesto figliuolo di Salaf, ristorarono doppio spazio. Dopo loro Mesullam, figliuolo di Berechia, ristorò dirincontro alle sue camere. 31 Dopo lui, Malchia, figliuolo di un orafo, ristorò fino alla casa de' Netinei, e de' mercatanti d'aromati, allato alla porta della carcere, e fino all'alta sala del cantone. 32 E fra l'alta sala del cantone, e la porta delle pecore, ristorarono gli orafi, ed i mercatanti di aromati.

Commentario abbreviato di Matthew Henry:

Neemia 3

Capitolo 3

La ricostruzione delle mura di Gerusalemme

Versetti 1-32

Il lavoro è stato diviso, in modo che ognuno sapesse cosa doveva fare e se ne occupasse con il desiderio di eccellere, ma senza contese o interessi separati. Non c'è nessuna contesa tra di loro, se non quella su chi debba fare di più per il bene pubblico. Ogni israelita dovrebbe dare una mano per la costruzione di Gerusalemme. I nobili non devono pensare che ci sia qualcosa di inferiore a loro, con cui possono promuovere il bene del loro Paese. Anche alcune donne contribuirono a portare avanti i lavori. Alcune ripararono contro le loro case e una riparò contro la sua camera. Quando si deve fare un'opera di bene generale, ognuno deve dedicarsi alla parte che è alla sua portata. Se ognuno spazzerà davanti alla propria porta, la strada sarà pulita; se ognuno riparerà uno, saremo riparati tutti. Alcuni che avevano fatto per primi aiutarono i loro compagni. Le mura di Gerusalemme, in cumuli di rifiuti, rappresentano lo stato disperato del mondo circostante, mentre il numero e la malvagità di coloro che ne ostacolavano la costruzione, danno una vaga idea dei nemici con cui dobbiamo confrontarci, mentre compiamo l'opera di Dio. Ognuno deve iniziare a casa propria, perché è facendo progredire l'opera di Dio nelle nostre anime che contribuiremo al meglio al bene della Chiesa di Cristo. Possa il Signore stimolare i cuori del suo popolo a mettere da parte le loro piccole dispute e a trascurare i loro interessi mondani rispetto alla costruzione delle mura di Gerusalemme e alla difesa della causa della verità e della pietà contro gli assalti di nemici dichiarati.

Commentario del Pulpito:

Neemia 3

1 INIZIO DEI LAVORI E SISTEMAZIONE DEI GRUPPI DI LAVORO, CON I NOMI DI COLORO CHE HANNO SUPERVISIONATO L'EDIFICIO Neemia 3 L'obiettivo speciale di questo capitolo sembra essere la resa dell'onore dove l'onore era dovuto, il mettere a verbale i nomi degli uomini che coraggiosamente vennero al fronte in questa occasione, sacrificarono la loro comodità al loro dovere e si esposero a un minacciato attacco ostile Neemia 4:8-20 Sebbene l'eloquenza di Neemia avesse trascinato su di lui la maggior parte della nazione, Neemia 2:18 non aveva portato il tutto. C'erano quelli che si rifiutavano di prendere parte a quest'opera, anche se era "l'opera del loro Signore" Neemia 3:5 E questi ritardatari erano della classe "nobile". Il merito maggiore era quindi dovuto ai capi che sceglievano la parte migliore, sostenevano Neemia con zelo e, spada in mano, Neemia 4:17 o lavoravano da soli o sovrintendevano agli operai. Neemia registra i nomi di trentotto di queste persone, e in trenta casi aggiunge al nome dell'individuo quello di suo padre. Dove manca questa designazione, egli per lo più ne supplisce con un'altra, in modo da contrassegnare definitivamente la persona a cui si è destinati. A questo scopo generale di rendere onore ai meritevoli si combina il desiderio di porre graficamente l'intera scena davanti al lettore. Ciò avviene per mezzo di una profusione di dettagli topografici. Neemia ci porta lungo l'intero circuito delle mura, ci mostra "la torre di Meah", "la torre di Hananeel", "la porta dei pesci", "la porta antica", "il trono del governatore", "le ampie mura", "la torre delle fornaci", "la porta della valle", "la porta del letame", "la porta della fontana,... la piscina di Siloe", "il giardino del re", "le scale,.... i sepolcri di Davide", "la piscina che fu fatta", "l'armeria", "la torre che si stende", "l'Ofel", "la porta dei cavalli", "la porta di Mifkad", "la porta delle pecore" e "l'ascesa dell'angolo" -- ci mostra la parte al lavoro in ogni luogo, riparando una parte del muro o ricostruendo una porta -- nota lo zelo di coloro che, completando rapidamente il brano prima loro assegnato, poi ne intraprese un secondo (Versetti. 11, 19, 21, 24, ss.), e nell'insieme ci dà una descrizione piena di vita e di attività. Il passaggio è inestimabile per il topografo e, sebbene non risolva tutte le difficoltà che incontra nei suoi tentativi di riprodurre la pianta dell'antica città, fornisce un aiuto più efficace di tutte le altre notizie esistenti sull'argomento messe insieme

Allora Eliasib, il sommo sacerdote, si alzò. È soddisfacente trovare Eliasib il sommo sacerdote che prende la parte che gli si addice in questa occasione. Successivamente lo troviamo "alleato per matrimonio con Tobia, Neemia 13:4 e colpevole di una profanazione del tempio (ibid. Versetto 5). Dalla discendenza dei sommi sacerdoti riportata in Neemia 12:10,11, sembra che Eliasib fosse il figlio di Ioiakìm, e il nipote di Giosuè che tornò da Babilonia con Zorobabele Esdra 2:2; 3:2 Con i suoi fratelli. I sacerdoti in generale. Si confronti il Versetto 28, che mostra che i sacerdoti intrapresero una porzione del muro orientale, oltre ai lavori qui menzionati. Costruì la porta delle pecore. La "porta delle pecore" sembra essere stata una porta nel muro orientale, la προβατικη di San Giovanni, Giovanni 5:2 che era vicino alla piscina di Bethesda. Da questa porta venivano portate le pecore necessarie per il sacrificio, che venivano poi lavate nella piscina adiacente, e da essa trasportate nell'area del tempio, dove la piscina confina. I sacerdoti abitavano principalmente in questa parte della città. Lo hanno santificato. Sembra che questa sia stata una dedica molto distinta da quella descritta in Neemia 12:27-43. I sacerdoti, dopo aver completato la ricostruzione della porta delle pecore e del muro che da essa si estendeva verso nord fino alla torre di Hananeel, anticiparono la dedicazione generale con una dedicazione speciale, che "santificava", o consacrava, la loro parte del muro. Così un carattere sacro fu impresso all'opera nel più breve momento possibile, e fu posta sotto la protezione dell'Onnipotente. La torre di Meah (o meglio Hammeah, cioè "i Cento") e la torre di Hananeel sembrano essere state situate quasi nello stesso punto delle mura. Forse erano l'uno di fronte all'altro, come le torri nelle mura di Babilonia (Erode, 1:179)

Un record onorevole

Nel capitolo precedente sono riportate le buone risoluzioni del popolo; Qui, ciò che è più soddisfacente, le loro prestazioni. È un resoconto di coloro che si unirono per restaurare le mura di Gerusalemme, e la parte che ogni persona principale, o gruppo di persone, prese nell'opera. Il racconto può sembrare di scarso interesse per noi; ma sarebbe di grande aiuto per gli ebrei, specialmente per i discendenti di coloro i cui nomi sono così onorevolmente ricordati, purché conservassero le loro genealogie. Anche per noi non deve essere privo di interesse o profitto

I LAVORATORI E IL LORO LAVORO. Un'impresa grandissima portata a termine rapidamente Neemia 6:15 e con successo; perché

1. Un lavoro di volontariato. Tutti animati da zelo, e lavorando di cuore, non per costrizione. Ciò che è particolarmente riportato di uno (Versetto 20) era senza dubbio vero, in buona misura, di tutti: essi "ripararono seriamente"

2. Da un popolo unito. Con poche eccezioni (Versetto 5), tutti sembrano aver fatto la loro parte. Preti, nobili, mercanti, commercianti, operai; Gli abitanti della città e gli abitanti della campagna (perché il benessere della metropoli, con il suo tempio, ss.), era sentito come una preoccupazione comune), tutti univano le loro energie

3. Da un popolo che agisce in ordinata cooperazione. Senza questo, il loro numero e il loro zelo sarebbero serviti a poco. Il lavoro era distribuito in molte parti, e ogni individuo e gruppo prendeva la parte assegnata loro da coloro che erano a capo degli affari. Ogni gruppo di uomini riparò quella parte del muro che gli cadde in sorte; e di ogni banda le varie classi facevano ciò per cui erano più adatte; alcuni trovavano mezzi, altri sovrintendevano, altri sgomberavano la spazzatura e raccoglievano pietre funzionanti, altri facevano la muratura. In questo modo si evitava la confusione e si sprecava il tempo e il lavoro di nessuno. Molte buone imprese sono rese fallite, o molto ostacolate, per la mancanza di un ordine e di una subordinazione così volitivi, che non possono essere garantiti a causa dell'orgoglio, della caparbietà, della gelosia, ss. di coloro che dovrebbero cooperare

4. Con le funzioni religiose (Versetto 1) Il sommo sacerdote e i suoi confratelli sacerdotali aprivano la strada e "santificavano" (dedicavano) la loro opera a Dio; molto probabilmente avendo riguardo, in questo solenne atto di pietà, a tutta l'opera. Il racconto è istruttivo, in quanto mostra quanto può essere fatto anche da un popolo debole quando è unito, zelante e disposto a fare ciascuno la parte che gli è stata assegnata, e offre tutto a Dio in dipendenza dal suo aiuto e dalla sua benedizione

II IL RECORD. Può essere utile come:

1. Un esempio. I nomi e le opere di coloro che hanno reso un buon servizio alla nazione, alla città o alla Chiesa dovrebbero essere commemorati:

(1) Per la gloria di Dio, il cui prodotto e dono sono gli uomini buoni e utili

(2) Per l'onore dei lavoratori

(3) Come illustrazione di grandi princìpi. La loro natura, il loro funzionamento, il loro valore Comp. Ebrei 11

(4) Come stimolo e incoraggiamento per gli altri. I giovani dovrebbero essere familiarizzati con i nomi e le azioni degli uomini e delle donne più nobili, e i principi che hanno formato il loro carattere, in modo che possano assorbire il loro spirito e imitare la loro nobiltà. Da qui il valore della storia e della biografia, sacra o ordinaria che sia

2. Un promemoria. C'è un resoconto di uomini buoni e di buone azioni in un altro libro: la memoria di Dio, Ebrei 6:10 un record che è

(1) Esatto. Escludendo molti che ricevono onore dagli uomini, ma includendo tutti coloro che hanno servito Dio e i loro fratelli con sincera pietà e amore. Solo i pochi possono essere menzionati per nome nei registri umani; ma tutti sono "nel libro della vita" Filippesi 4:3 Molti che qui sono di poco conto stanno là. E piccoli servizi così come grandi trovano un posto in quel record Matteo 10:42

(2) Indelebile. Nessun nome o atto registrato lì cade, o viene cancellato, o svanisce

(3) Da pubblicare. Atti il grande giorno, quando molti che ora sono oscuri e pensano poco di se stessi diventeranno famosi

(4) Essere la guida nel conferire le ricompense. Ognuno secondo le sue opere Comp. Luca 19:15-19; 2Corinzi 9:6 Il pensiero di questo disco dovrebbe

(1) Incitaci a un servizio attivo e devoto, portandoci a fare la nostra parte, e a farla bene, aspirando a una "menzione d'onore" nel racconto divino e nell'ultimo giorno

(2) Incoraggiarci in caso di immeritata negligenza, falsa dichiarazione o censura. Cantici Neemia implora ripetutamente Dio di ricordarsi delle sue buone azioni, come se disperasse della dovuta stima o ricompensa da parte degli uomini

(3) Nutrite l'attesa gioiosa. Si tiene un'altra registrazione dei malfattori e delle loro opere, e di tutti gli ipocriti che pretendono lo zelo e la fedeltà cristiana. Anche questo sarà pubblicato. Perciò "alcuni sorgeranno a vergogna e disprezzo eterno" Daniele 12:2; 1Corinzi 4:5

OMELIE DI W. CLARKSON Cap. 3.- Fare l'opera di Dio

Sotto la direzione di Neemia, e ispirati dalla sua stessa serietà, i figli d'Israele si dedicarono alla buona opera di circondare la città di Dio con mura. Il racconto della loro costruzione in questo capitolo ci ricorda:

IO CHE TUTTO IL LAVORO CHE FACCIAMO PER DIO È CONSIDERATO IMPORTANTE ED È REGISTRATO DA LUI. Difficilmente ci saremmo aspettati, a giudicare dai precedenti, che tutti questi nomi sarebbero comparsi nelle Sacre Scritture con i posti loro assegnati. Avremmo dovuto pensare che lo spazio così occupato sarebbe stato meglio occupato con più miracoli o parabole di nostro Signore, o degli atti degli apostoli. Il fatto che questi nomi siano inseriti in questo libro, che ripercorrerà tutto il mondo e attraverserà tutte le epoche, è la prova che Dio considera importante tutto il lavoro fatto per lui, e che lo registra. Ha altri libri di memoria Malachia 3:16 ; Confronta Salmi 40:7; 56:8; 139:16; Apocalisse 20:12, in cui sono scritte le resistenze e le azioni del suo popolo. Tutto è registrato lì: il lavoro per costruire le mura della città, l'offerta del bicchiere di acqua fresca, la gentile parola di incoraggiamento o di simpatia. Il nostro record è in alto. Le opere di malvagità notevoli e famose saranno dimenticate quando le azioni più umili di devota utilità saranno immortalate in uno o nell'altro dei libri di Dio

II CHE, SE FATTA RAPIDAMENTE, L'OPERA DI DIO DOVREBBE ESSERE COMPIUTA REGOLARMENTE E CON DISCERNIMENTO. Procedettero a tutta velocità, senza perdere tempo, ma tutto fu fatto in ordine. Non c'era fretta. Ognuno aveva il suo posto e lo prendeva senza interrompere il suo vicino. I sacerdoti "costruirono la porta delle pecore" (Versetto 1). "Poi vennero gli uomini di Gerico" (Versetto 2); … "ma i figli di Hassenaah costruirono la porta dei pesci" (Versetto 3), ss. Alcuni sacerdoti e altri singoli operai avevano assegnato loro il muro "di fronte alla loro casa" (Versetti. 10, 23, 28-30), dove avrebbero interferito meno con gli altri, e nel quale avrebbero naturalmente avuto il massimo interesse. Cantici anche i Leviti avevano per loro parte la parte più vicina al tempio (Versetto 17), dove avrebbero lavorato con il massimo zelo

III CHE DOVREBBE ESSERE FATTO RELIGIOSAMENTE. È fin troppo possibile e troppo comune svolgere un lavoro religioso con uno spirito non religioso, se non addirittura irreligioso, meccanicamente e sconsideratamente, se non in modo scontroso ed egoistico. Tre cose in questo racconto indicano la serietà religiosa

(a) I ministri di Dio presero la direttiva. "Il sommo sacerdote si alzò con i suoi fratelli" (Versetto 1). Quando i capi della religione si mettono in prima linea nel pericolo, nelle difficoltà e nella fatica, c'è la garanzia di un certo entusiasmo spirituale nell'opera

(b) Si fermarono per dedicare l'opera che avevano fatto. "Lo santificarono" (Versetto 1)

(c) Di uno di essi leggiamo, che "Baruc premurosamente riparò", ss. Si distingueva per l'entusiasmo con cui lavorava, superando e incitando gli altri. Gli operai nella vigna di Cristo dovrebbero spesso ricordare a se stessi perché lavorano, che cosa mirano a fare, per chi sono impiegati

IV CHE LA COOPERAZIONE DI TUTTI COLORO CHE AIUTERANNO DI CUORE DOVREBBE ESSERE ACCETTATA DI BUON GRADO. Qui abbiamo nel lavoro unito

(1) sacerdoti (Versetti. 1, 22),

(2) Leviti (Versetto 17),

(3) Netinei (Versetto 26),

(4) estranei (Versetti. 2, 5, 7),

(5) governanti (Versetti. 16, 17, 19),

(6) commercianti (Versetti. 31, 32),

(7) donne: "lui e le sue figlie" (Versetto 12)

Tutti possono prestare servizio, ciò che uno non può fare, un altro può farlo. Nessun soccorritore sincero deve essere disprezzato. In crisi, specialmente come questa, quando le grandi cose dipendono dal successo di pochi giorni di lavoro, tutte le distinzioni dovrebbero essere messe da parte. Coloro che hanno a cuore il regno di Cristo saranno messi da parte, e tutti uniranno le mani, non solo con il consenso, ma con entusiasmo

V CHE LA NEGLIGENZA È ANNOTATA E REGISTRATA DAL DIVINO MAESTRO. "I loro nobili (di Tekoah) non hanno messo il collo davanti all'opera del loro Signore". Non possiamo dire se fosse per indolenza o per orgoglio, se non fossero disposti a impegnarsi in lavori insoliti, o se si rifiutassero di associarsi con i loro inferiori sociali. Sappiamo, tuttavia, che sia l'indolenza che l'orgoglio tengono molti lontani dall'opera del Signore, e sappiamo che tale rifiuto di aiuto è sia poco saggio che colpevole. Significa trattenere la mano da ciò che è più degno e più duraturo; è stare al di fuori della benedizione di coloro che Dio onora di più. È per invitare la maledizione di Meroz, Giudici 5:23 la condanna del Figlio dell'uomo nel giorno del giudizio. - C Matteo 5:45

OMULIE di R.A. Redford Versetti 1-32.- Lavoro ecclesiastico

Notate diversi punti in questo resoconto delle fatiche e della distribuzione del loro lavoro

La devozione e l'impegno per la causa di Dio sono degni di distinzione e di ricordo. I nomi hanno un grande potere, sia tra i contemporanei che tra i successori. Siamo stimolati da esempi individuali

1. I sacerdoti sono menzionati per primi; e i ministri di Dio dovrebbero essere i primi e primi in ogni opera buona, specialmente in quella che è più strettamente connessa con la sua casa

2. Non solo gli individui sono onorati in pochi registri, ma le famiglie. La nostra vita domestica dovrebbe essere intimamente legata alla nostra vita ecclesiale. Il miglior titolo di famiglia è quello che si conquista nel campo della santa impresa

3. Mentre tutti erano stati invitati, alcuni hanno rifiutato. I "nobili non si misero di fronte all'opera del loro Signore". Ma a questo ozio vergognoso possiamo porre lo zelo sovrabbondante di altri, che non solo hanno fatto il proprio lavoro, ma anche il lavoro degli altri

ANCHE LE DONNE ERANO PRONTE A FARE LA LORO PARTE, e, intendendo "figlie" nel senso di donne, le figlie di Shallum, "sovrano della mezza parte di Gerusalemme", non troppo alte o troppo deboli per unirsi in una tale causa. Nell'edificazione della Gerusalemme spirituale le "figlie" apportano una parte non trascurabile

III ALCUNI INTRAPRESERO IL LAVORO "DI FRONTE ALLA PROPRIA CASA". Potremmo trovare l'opportunità a portata di mano. Non c'è onore più grande che quello di collegarla alla lode e alla gloria di Gerusalemme

IV L'effetto di questo sforzo generale e contemporaneo di tutto il popolo del Signore per riparare le rovine della loro città, unendoli, cancellando le distinzioni errate, sviluppando grandi qualità, elevando la loro fede a un livello più alto. La riforma sia l'effetto che la causa del risveglio.-R

OMELIE DI J.S. EXELL. Cap. 3.- La Chiesa impegnata in un'opera di riparazione morale

CHE LA CHIESA È IMPEGNATA A RIPARARE LA ROVINA MORALE. "E poi a loro riparò Meremoth" (Versetto 4). Gerusalemme era una volta una città forte e bella; ora è in rovina. La società non è sempre stata in rovina. L'uomo non è sempre stato un relitto

1. La desolazione era estesa. L'intera città era desolata; non un muro o una porta sono rimasti intatti. E l'intera natura intellettuale e morale dell'uomo è devastata dal peccato; non ha facoltà incolte

2. La desolazione era varia. Il cancello delle pecore, le porte, le travi, le serrature erano state distrutte; e così tutte le molteplici capacità dell'uomo sono state danneggiate dal peccato

3. La desolazione era pietosa. Era triste vedere Gerusalemme in rovina; ma molto di più vedere la rovina dell'animo umano

4. La desolazione era visibile. I viaggiatori videro la città in rovina; La condizione decaduta dell'uomo è evidente a tutti

II IL METODO CHE LA CHIESA DEVE SEGUIRE NELLA SUA OPERA DI RIPARAZIONE MORALE

1. Ci deve essere una buona leadership ufficiale. "Allora il sommo sacerdote Eliasib si alzò" (Versetto 1)

2. Ci deve essere un uso saggio del talento individuale. "Orafi", "speziali" (Versetto 8)

3. Deve essere perseguito uno scopo comune attraverso una varietà di compiti

4. Ci deve essere un riconoscimento del potere degli affetti domestici (Versetto 29)

5. Ci deve essere una rigorosa attenzione ai minimi dettagli del lavoro. "E ne erificò le porte, le serrature e le sbarre" (Versetto 6)

6. Ci sono sempre quelli nella Chiesa che si rifiutano di aiutare nella sua impresa

2 Accanto a Eliasib costruirono gli uomini di Gerico, ai quali fu assegnato l'angolo nord-orientale delle mura, come la parte più vicina alla loro città. L'inclusione di Gerico nella Giudea restaurata era apparsa da Esdra 2:34

3 È strano che i figli di Hassenaah, che costruirono il quarto pezzo di muro, non siano menzionati per nome. Non c'è nessun'altra omissione simile. La porta dei pesci, che costruirono, si trovava nel muro settentrionale, verso la sua estremità orientale, e non lontano dalla moderna "porta di Damasco". Si pensa che sia così chiamata perché era la porta attraverso la quale venivano portati i pesci dal Giordano e dal Mar di Galilea. Le sue serrature dovrebbero piuttosto essere "le sue sbarre"; e le sbarre, "le prese" o "chiavi", che tenevano le sbarre. Le porte delle città nell'antichità erano quasi sempre protette in questo modo

4 Il figlio di Koz. Piuttosto "il figlio di Hakkoz". Meshullam, figlio di Berechia, è menzionato di nuovo in Neemia 6:18

5 I Tecoiti sono il popolo di Tekoa, da cui venne la "donna saggia" che Ioab mandò a convincere Davide a riportare a casa Absalom 2Re 14:2,3 Era un posto piccolo, e non compare nemmeno nel catalogo di coloro che tornarono con Zorobabele, Esdra 2:20-35; Neemia 7:25-38 o nell'elenco del censimento di Neemia Neemia 11:25-35 I loro nobili non si misero al lavoro. Questa imputazione di colpa è stata pensata in modo non in armonia con la narrazione generale contenuta nel capitolo, e sono state proposte varie correzioni per rimuovere la cosiddetta difficoltà. Ma prima bisogna dimostrare che esiste una difficoltà. Sicuramente sarebbe stato più strano se non ci fosse stata alcuna opposizione ai desideri di Neemia, nessun ritiro dall'opera, piuttosto che se ci fosse stata la quantità di opposizione che è registrata. E supponendo che ci fosse opposizione, perché Neemia non avrebbe dovuto notarla? Nella musica, la forza e il valore delle note armoniose è messo in risalto da una dissonanza occasionale. Il desiderio di rendere onore a coloro che lo meritano sarebbe del tutto compatibile con la determinazione di marchiare con disonore gli immeritevoli. E il contrasto aumenterebbe il valore della lode. Pertanto, non c'è motivo di disturbare il testo esistente, né di mettere in discussione il suo chiaro significato. Le classi superiori di Tekoah, gli adirim o "esaltati", si ritiravano dal lavoro, come buoi che ritirano il collo dal giogo, e se ne stavano in disparte, lasciando alla gente comune il compito di dedicarsi o meno ad esso, a loro piacimento. La gente comune fu forse spinta a un maggiore zelo dalla defezione dei loro capi naturali. Furono tra coloro che portarono a termine un doppio compito, riparando una seconda porzione di muro (Versetto 27) dopo aver terminato la prima

Indifferenza nelle alte sfere

"Ma i loro nobili non misero il collo all'opera del loro Signore. Alcuni suppone che Neemia, o un altro governante umano, si riferisse al "loro Signore". Meglio, come evidentemente hanno capito i nostri traduttori, "Dio". La parola tradotta "lavoro" significa il lavoro di un servo == "servizio"

L 'OPERA DELLA CHIESA È IL SERVIZIO DEL SIGNORE. Tutto il lavoro deve essere considerato così, e non può essere fatto correttamente altrimenti. Ma l'opera della Chiesa è enfaticamente il servizio di Dio; sia quello direttamente spirituale (evangelizzazione, istruzione dei cristiani e dei loro figli), sia quello di provvedere e mantenere tutto ciò che è necessario (ministri, insegnanti, edifici, ss.), sia che si tratti di aiuto caritativo ai poveri

1. Dio ha redento e costituito la sua Chiesa proprio per questi fini. "Voi non appartenete a voi stessi, perché siete stati comprati a caro prezzo", ecc 1Corinzi 6:20

2. Ha affidato l'opera al suo popolo

3. Egli ha dato loro istruzioni per il suo adempimento

4. Quindi la lealtà verso di lui richiede che lo facciano. E solo chi ha fede e amore verso di lui può farlo in modo vero e accettevole. Possiamo giudicare qualsiasi opera da questa prova: può essere descritta come "il servizio del Signore"? Molto di ciò che va sotto questo nome è chiamato in modo errato, o perché non è stato nominato da lui, o non è fatto in spirito di amore e obbedienza a lui

II Questo servizio RICHIEDE UNO SFORZO STRENUO. Come quella dei buoi da tiro che "mettono il collo" al loro lavoro. L'opera del cristiano è degna di uno sforzo sincero e non può essere ben fatta senza di essa. Il suo "Signore" ha il diritto di aspettarselo

III ALCUNI CHE PROFESSANO D'ESSERE SERVITORI DI DIO RIFIUTANO QUESTA PARTE DEL SUO SERVIZIO. Anche in mezzo all'entusiasmo generale rimangono impassibili

1. Le cause del loro rifiuto. Può essere una totale mancanza della pietà che professano; o il dominio dell'indifferenza, dell'egoismo, dell'indolenza o dell'orgoglio (verso Dio, o verso coloro che vorrebbero essere i loro compagni di lavoro)

2. La sua colpa. Rifiutare di partecipare a un lavoro comune è

(1) l'ingiustizia verso gli altri, che hanno così un onere eccessivo su di loro; e

(2) ribellione contro Dio

3. Le sue conseguenze. Perdita di grandi onori e benedizioni, ora e nell'aldilà. Punizione per l'infedeltà Matteo 25:26-30

IV TALE NEGLIGENZA SI RISCONTRA SPESSO TRA COLORO CHE DOVREBBERO ESSERE LEADER DI ALTRI. "I nobili." Le classi più elevate e più ricche hanno doni speciali per il servizio del Signore; ma anche speciali tentazioni di trascurarlo, dalla loro posizione, educazione, abitudini di lusso e di autoindulgenza, senso di superiorità, ss.); e troppo spesso soccombono a tali tentazioni. Qui viene loro ricordato che, per quanto possano essere esaltati al di sopra dei loro simili, Dio è "il loro Signore", il loro Padrone e Maestro, e ha diritto al loro servizio allo stesso modo di quello dei loro inferiori sociali. L'esempio di questi dovrebbe stimolarli. E per quanto grande possa essere la loro dignità terrena, non è paragonabile all'onore di essere umili e devoti servitori di Dio

LO ZELO PIO E IL LAVORO DA PARTE DELLA GENTE COMUNE SONO TANTO PIÙ LODEVOLI QUANDO SONO PRIVATI DELLA COOPERAZIONE DEI LORO CAPI NATURALI. "I Tekoiti", invece di imitare i loro nobili, ripararono due tratti del muro (vedi Versetto 27). Le classi medie e inferiori non di rado superano in opere pie e benevole i grandi della terra, e compensano in una certa misura la loro indifferenza. Non è bene, tuttavia, perdere tempo a riflettere sugli altri. Ciascuno consideri se partecipa in prima persona alle opere di pietà e di carità, secondo la misura delle sue capacità e delle sue opportunità. "Ognuno di noi renderà conto di sé a Dio"

6 L'antica porta doveva corrispondere alla moderna "porta di Damasco" o essere stata nelle sue immediate vicinanze. Non è menzionato altrove

7 Gabaon e Mispah si trovavano a nord di Gerusalemme, alla distanza rispettivamente di circa 5,5 e 4,5 miglia. Gli abitanti erano incaricati di riparare la parte centrale del muro settentrionale. Al trono del governatore, da questa parte, il fiume Cantici, la Septuaginta; e, tra i moderni, Michaelis, Pool e A. Clarke. Altri traducono: "gli uomini di Gabaon e Mizpa, che appartenevano alla giurisdizione del governatore dall'altra parte del fiume". Ma questo non può essere stato il fatto, dal momento che Gabaon è menzionata tra le città rioccupate in Neemia 7:25, e se Bethel era ebrea, come sappiamo che era da Neemia 11:31, Gabaon e Mizpa, che erano più vicine a Gerusalemme, non possono essere rimaste siriane. Nel complesso, non c'è motivo di contestare la traduzione comunemente accettata, dal momento che Neemia usa di nuovo l per d in Versetto 32, e il governatore della Siria potrebbe aver avuto un "trono", o tribunale, a Gerusalemme, che di solito era sotto la sua giurisdizione, sebbene esentato dalla sua autorità sotto il regime esistente

8 Hanania, figlio di uno degli speziali. O "il figlio di Harak-kashim". Fortificarono Gerusalemme fino alle larghe mura. La Settanta ha κατελιπον, "se ne andarono", e la Vulgata dimiserunt nello stesso senso, che è data anche come traduzione alternativa dai nostri traduttori, a margine. E senza dubbio il verbo bz ha questo per uno dei suoi significati. Ma la clausola non ha quindi un senso soddisfacente. Che bz sia usato per "fortificare" da Neemia è chiaro da Neemia 4:2, e possiamo quindi ben comprenderlo in questo senso qui. Perché usi bz qui e qzj in ogni altro posto è difficile da spiegare, a meno che non supponiamo, con Pool, che il muro non avesse bisogno di riparazioni regolari in questa parte, ma solo di un po' di rafforzamento

9 Il sovrano della mezza parte di Gerusalemme. Confronta versetto 11. La città in sé non sembra essere intesa, ma piuttosto il territorio al di fuori del quale si riteneva appartenesse alla città. Questo fu diviso in due parti, sotto due "principi" o "governanti", Rephaiah e Shallum

11 Malchijah e Hashub, che qui si dice abbiano riparato non l'altro pezzo, ma "un secondo pezzo" del muro, non sono stati menzionati in precedenza nel nostro testo attuale; per cui si è concluso con ragione (Bertheau) che il testo è difettoso, essendo caduti alcuni versetti interi confronta Versetto 20). La torre delle fornaci è menzionata di nuovo in Neemia 12:38. La sua posizione esatta non può essere fissata

12 Lui e le sue figlie. Sembra quasi impossibile che le donne siano state costrette a prestare servizio, specialmente quando era così pericoloso Neemia 4:13-21 Per "figlie" dobbiamo quindi intendere i villaggi contenuti nel distretto di Shallum, il che è conforme all'uso del termine in Neemia 11:25,27,28 Zelo familiare per il buon lavoro

"Lui e le sue figlie". Alcuni prendono qui "figlie" nel senso che porta in Neemia 11:25,27, cioè "villaggi (considerati come le figlie della città o del distretto a cui appartengono), e leggerebbero "esso" (cioè la metà o il distretto di Gerusalemme) "e i suoi villaggi". Se, tuttavia, prendiamo la parola "figlie" nel senso di donne, ci presenta un esempio di un padre e delle sue figlie che si uniscono in un'opera buona. Probabilmente le figlie avevano mezzi indipendenti. Ci ricordano i numerosi casi in cui la pietà e lo spirito pubblico animano le famiglie: i genitori e i loro figli e figlie che si uniscono in opere di utilità cristiana. Queste famiglie sono la forza delle congregazioni. Unione di una famiglia nel lavoro cristiano

I INDICA UN'EDUCAZIONE BUONA ED EFFICACE. Mostra che i genitori hanno educato i loro figli alla pietà e allo zelo, hanno insegnato loro a interessarsi all'opera del Signore e hanno dato loro l'esempio; e che i figli hanno ceduto all'influenza così esercitata, assorbendo lo spirito dei loro genitori e imitando le loro azioni. I genitori dovrebbero associare presto i loro figli a loro nelle buone opere, nell'insegnare e renderli capaci di donare alla causa di Cristo e ai poveri, ss. I giovani, che hanno anche solo un piccolo reddito proprio, dovrebbero dedicarne una parte al bene degli altri, e dovrebbero impiegare parte del loro tempo a fare del bene

II FORMA UN SACRO VINCOLO FAMILIARE. Santifica i legami naturali; lega genitori e figli in una santa comunione

III ELEVA LA VITA FAMILIARE. Fornire oggetti di interesse comune, argomenti di conversazione, argomenti di preghiera, impieghi, occasioni di reciproco incoraggiamento, merito e aiuto, tutto tende ad elevare il pensiero% affetti, motivi e scopi al di sopra della regione dell'interesse personale, della mondanità e della vanità: e così formare caratteri nobili

IV ACCRESCE ED ESALTA LA FELICITÀ FAMILIARE. Nessun'altra attività comune, per quanto innocente o lodevole, può fornire piaceri uguali a quelli che scaturiscono dalla comune consacrazione al servizio di Dio e dell'uomo

V PREPARA I GIOVANI A UN SERVIZIO PIÙ ELEVATO E PIÙ GRANDE. Fornendo così alla Chiesa una successione di operai ben qualificati. Tali famiglie sono i migliori vivai, non solo per la Chiesa, ma anche per il ministero e l'opera missionaria

VI AIUTA AD ASSICURARE E A PREPARARSI PER IL RICONGIUNGIMENTO FAMILIARE NELLA DIMORA CELESTE. Che i genitori decidano allora con Giosuè: "Quanto a me e alla mia casa, serviremo il Signore". Che i figli e le figlie collaborino cordialmente con i padri e le madri nell'esecuzione di questa risoluzione

13 La porta della valle. Una porta nel muro occidentale (Vedi il commento su Neemia 2:13 Zanoah era situata a ovest di Gerusalemme alla distanza di circa nove o dieci miglia. È menzionata in Giosuè 15:34 come città di Giuda, ma non era un luogo di grande importanza. Possiamo a malapena supporre che agli abitanti fossero assegnati fino a mille cubiti del muro, poiché si tratta di più di un quarto di miglio, e l'intero circuito era inferiore a quattro miglia. Bertheau suggerisce che Neemia intenda semplicemente notare che la distanza tra le due porte, la Valle e la porta del Letame, era di mille cubiti, e che non dice nulla delle riparazioni perché non erano necessarie riparazioni

14 Il cancello del letame. Vedi il commento su Neemia 2:13. Sovrano di una parte di Bet-Haccerem. Piuttosto, "governante del distretto di Bethaccerem", o capo della regione in cui si trovava Bet-Haccerem. Questo era un quartiere nelle vicinanze di Tekoah Geremia 6:1

15 Il cancello della fontana. Vedi il commento su Neemia 2:14. Sovrano di una parte di Mizpa. Piuttosto, "sovrano del distretto di Mizpa", che si distingue dalla città di Mizpa (Versetti. 7, 19), e che si dimostra abbia fornito un gruppo di lavoro distinto. Il muro della piscina di Siloe era probabilmente un'opera d'arte destinata a proteggere coloro che in un momento di assedio frequentavano questa fontana. La piscina doveva essere sempre stata al di fuori della cinta muraria principale della città. Forniva acqua al giardino reale, che si trovava all'incrocio tra le valli del Cedron e dell'Hinnora (Joseph. Giud, 2Re 25:4. Le scale che scendono dalla città di Davide potrebbero essere la rampa di gradini di pietra scavati nella roccia che si possono ancora vedere sul fianco occidentale dell'Ophel, che conducono dalla valle del Tyropeeon in direzione del tempio (vedi Stanley, "Lectures on the Jewish Church", Terza Serie, p. 126; Tristram, 'Terra di Israele', p. 190)

16 Neemia, figlio di Azbuk. Non lo scrittore, che era "il figlio di Hachalia", Neemia 1:1 ma un'altra persona con lo stesso nome. Era il frequente portare lo stesso nome da parte di due o più contemporanei che rendeva necessario designare gli uomini generalmente con i loro nomi e i nomi dei loro padri. Bethzur ("Casa della Roccia") è ora Beit-Sur, e si trova sulla strada ordinaria da Gerusalemme a Hebron, a circa quindici miglia a sud di Gerusalemme. È menzionata in Giosuè 15:58 tra le città di Giuda, e sembra essere diventata un luogo di notevole importanza sotto i Maccabei RAPC 1Ma 4:29; 6:31-50; 14:7; and so on

I sepolcri di Davide e dei re, suoi discendenti, fino al tempo di Ezechia, furono scavati nella roccia su cui sorgeva il tempio Ezechiele 43:7-9 apparentemente sul lato occidentale. Finora non sono stati scoperti. Qui c'era anche la piscina che fu fatta da Ezechia quando stava per essere assediato da Sennacherib 2Cronache 32:30; Isaia 22:9-11 La casa dei potenti: i Gibborim, o "uomini potenti di Davide" 2Samuele 23:8; 1Cronache 11:10 -non è menzionato altrove. Era senza dubbio la caserma dove, secondo la tradizione, Davide aveva acquartierato, le sue migliori truppe

17 Il sovrano della metà di Keilah. Piuttosto, "sovrano di metà della regione di K". Il distretto all'interno del quale sorgeva Keila era diviso in due parti, una delle quali era sotto Hashabia e l'altra sotto Bavai (Versetto 18). Entrambi presero parte ai lavori di restauro, e ai due gruppi di lavoro furono assegnate porzioni adiacenti del muro da parte sua; Piuttosto, "da parte sua" -- pro tractu suo, come rende Rambach

18 Keilah è probabilmente l'odierna Kila, che si trova a circa dodici miglia a sud-ovest di Gerusalemme, nella Sefela, o pianura bassa dei Filistei 1Samuele 23:1-3 Fu assegnato a Giuda da Giosuè, Giosuè 15:44 minacciato di cattura, ma "salvato" da Davide, 1Samuele 23:5 e apparentemente rioccupato al ritorno dalla prigionia

19 Un altro pezzo. Ezer non è stato precedentemente menzionato per aver riparato alcuna parte del muro; ma "gli uomini di Mizpa" sono stati menzionati come tali (Versetto 7). A quanto pare Ezer era succeduto a "Jadon il Meronothita, come sovrintendente del gruppo di lavoro Mizpah. La salita all'armeria alla svolta del muro. Letteralmente, "l'ascesa all'armeria dell'angolo". Probabilmente c'erano diverse armerie a Gerusalemme vedi Isaia 22:8 Questa era chiamata "l'armeria dell'angolo", essendo situata all'angolo nord-occidentale delle mura speciali della città di Davide. C'era una "ascesa" ad esso, o per gradini, o per un ripido sentiero, dalla valle del Tyropoeon

20 Seriamente riparato. Cantici Gesenius, Pool e Bertheau. La costruzione non è esente da difficoltà, e la lettura è alquanto dubbia (la Vulgata "in monte" ne riporta una diversa); ma nel complesso la traduzione dell'A. V. può essere valida. Baruc ha l'alto onore di essere scelto per una lode speciale, per aver mostrato uno zelo ardente che meritava questa ricompensa. Egli portò rapidamente a termine il compito che gli era stato assegnato per caso, la cui menzione deve essere caduta accidentalmente (vedi il commento al Versetto 11), e ora intraprese un "secondo pezzo", che si estendeva dall'angolo nord-occidentale del muro interno fino alla porta della casa del sommo sacerdote. Sembrerebbe che questa porta fosse nel muro, al quale la casa doveva essere addossata (vedi il versetto successivo)

Lavoro serio

"Baruc, figlio di Zabbal, riparò premurosamente un altro pezzo". È singolare che questa parola "sinceramente" sia usata per Baruc e per nessun altro. Forse è una lettura errata. O altrettanto probabilmente allude a circostanze a noi sconosciute. La parola significa "bruciare" ed è comunemente usata per indicare la rabbia; qui, tuttavia, di zelo, o forse di emulazione. Baruc ci viene presentato come "un lavoratore fervore". Così dovrebbero essere tutti i cristiani. È uno dei segni del "popolo particolare" di Cristo che egli ha redento dando se stesso per loro, che sono "zelanti nelle opere buone" Tito 2:14 L'argomento quindi è: la serietà nell'opera cristiana

IO CHE COS'È. Non lo zelo senza conoscenza, né lo zelo alimentato da motivi mondani, né l'ardore di un settarismo bigotto, né ancora il calore di un'emozione transitoria, eccitata da parole o sermoni o incidenti passeggeri; ma una fiamma costante di pio zelo, che scaturisce dalla conoscenza, dalla fede e dall'amore cristiani, e sostiene un proposito e uno sforzo risoluti. È la vita di Dio nell'anima, in uno stato di vigore e di animazione, orientata al servizio pratico

II LE SUE CAUSE

1. Ardente gratitudine per le benedizioni ricevute. Non scaturisce dal desiderio o dall'aspettativa di guadagnare o meritare la salvezza con opere diligenti, ma dall'esperienza e dalla speranza della salvezza elargita gratuitamente, e dalla realizzazione dei molteplici benefici in essa inclusi. Il suo linguaggio è: "Che cosa renderò al Signore per tutti i suoi benefici verso di me?"

2. L'amore a Dio e a Cristo e agli uomini. È: l'amore in azione; l'amore per Dio e per il Salvatore, che incita all'obbedienza e fa del servizio un diletto; l'amore per gli uomini, che spinge allo sforzo di fare loro del bene

3. Contemplazione della condizione e delle prospettive dell'umanità

4. La fede nei rimedi divini per il peccato e la miseria umana

5. L'esempio degli altri. Di uomini come San Paolo. Era soprattutto il Signore Gesù Cristo, "che andava attorno facendo del bene" e poteva dire: "Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e portare a termine la sua opera". L'esempio di noti cristiani viventi eminenti per zelo ha una potente influenza nella formazione di caratteri simili. Serietà degli uomini in altre occupazioni

6. La stessa indifferenza e negligenza di cui alcuni sono colpevoli. Agitando il cuore a un'indignazione scusabile, se non santa, temendo che l'opera ne risenta di conseguenza, e decidendo che non lo farà

7. Anticipazione del conto finale

8. Preghiera fervente. Perché la pura serietà cristiana, con qualsiasi mezzo eccitata, è un dono dello Spirito Santo

III I SUOI SEGNI ED EFFETTI

1. Generosità di dono e di lavoro. Non distribuendoli secondo un attento calcolo della nostra parte, o di ciò che è "necessario" per conservare la speranza della vita eterna, ma dilettandoci a fare tutto ciò che è possibile

2. Pronta abnegazione

3. Coraggio nell'affrontare le difficoltà e le opposizioni. La serietà è lenta a credere nell'impossibilità

4. Completezza del lavoro. Facendo del nostro meglio come soli in qualsiasi senso degno del Signore e della sua opera

5. Costanza e perseveranza. Superiorità all'influenza dei cattivi esempi e tutte le altre tentazioni di negligenza o di abbandono del servizio

IV LA SUA BEATITUDINE

1. Come prova chiara e duratura della vera fede e del vero amore. Dare "assicurazione di speranza", che senza serietà pratica e benevola è infondata, se esiste. Nessuna rigidità dell'ortodossia, o estasi di emozioni religiose, sono sufficienti senza di essa

2. Come rendere felice l'opera del cristiano

3. Come assicurarsi l'approvazione e la benedizione divina

4. Come assicurare il successo

5. Come anticipando un'abbondante ricompensa

21 Il primo brano di Meremoth è citato nel Versetto 4. Il secondo pezzo non può essere stato molto lungo, dal momento che si estendeva solo lungo una parte della casa del sommo sacerdote

22 Sembra che i sacerdoti che avevano terre nella valle del Giordano fossero intesi dagli uomini della pianura, hak-kikkar, "la pianura", senza ulteriori aggiunte, avendo sempre quel significato nella Scrittura. Abbiamo già sentito dire che gli uomini di Gerico erano impegnati nell'opera (Versetto 2)

24 Dopo di lui ripararono Binnui gli uomini di Henadad un altro pezzo. Il nome, Binnui, non è mai stato usato in precedenza, ma probabilmente dovrebbe essere sostituito da Bavai (ywnb per ywb) nel Versetto 18. Era un levita, Neemia 10:9 dell'importante famiglia levitica di Enadad, menzionata in Esdra 3:9. fino alla rotazione del muro, fino all'angolo. Fino all'angolo nord-est delle mura speciali della città di Davide, che qui confinavano con le mura principali di Gerusalemme. Qui spiccava una torre (Versetto 25) e il muro girava ad angolo retto, sia verso nord che verso sud

25 La torre che si trova fuori dall'alta casa del re. Nell'originale non è chiaro se la parola tradotta "alto" appartenga a "torre" o "casa". La maggior parte dei commentatori lo attribuisce a "torre". La "casa del re" di questo luogo non può essere altro che l'antico palazzo di Davide, che si trovava in questo quartiere, mentre quello di Salomone era sulla collina opposta, o occidentale Geremia 32:2 avrebbe naturalmente la sua prigione, che starebbe nel suo cortile. Da questa prigione prese il nome la "porta della prigione" di Neemia 12:39

26 I Netinei abitavano a Ofel. Ophel era "il lungo, stretto, arrotondato sperone o promontorio che intercorre tra la valle centrale di Gerusalemme (il Tiropeone) e il Cedron, o Valle di Giosafat" (Boschetto). I Nethini, che avevano le loro abitazioni su questo sperone, erano destinati a fortificare una parte del circuito orientale, ma a quanto pare restaurarono non tanto le loro mura quanto quelle che si trovavano a nord di esso, ai margini dell'attuale area di Haram. Qui doveva esserci la porta d'acqua, che portava via l'acqua superflua dai serbatoi del tempio; e qui c'era la grande torre che si erge, le cui fondamenta sono state scoperte di recente. Si trovava all'angolo sud-orientale della grande piattaforma su cui era stato costruito il tempio

27 I Tekoiti ripararono un altro pezzo. Confronta Versetto 5. Il loro "secondo pezzo" sembra essersi esteso dalla "grande torre" al muro costruito da Shallum sul lato occidentale dello sperone che arrivava fino alla piscina di Siloe (Versetto 15). Questo è qui chiamato "il muro di Ophel"

28 Da sopra il cancello dei cavalli. Questa era una porta nel muro orientale Geremia 31:40 attraverso il quale i cavalli potevano entrare in città. Probabilmente era adiacente al vecchio palazzo, essendo in corrispondenza o vicino alla "svolta del muro" menzionata nel Versetti. 24, 25. Sembra qui che Neemia ritorni al punto lasciato nel Versetto 26, e proceda da lì verso nord per completare l'intero circuito

Fare del bene vicino a casa

"Ognuno contro la sua casa". I sacerdoti e gli altri (Versetti. 10, 23, 29, 30), le cui case erano vicine al muro, ripararono quella parte del muro che era di fronte a ciascuna delle loro abitazioni. Questo suggerisce una regola importante per i lavoratori cristiani

L 'ORDINE DA OSSERVARE NELLA RICERCA DEL BENE DEGLI ALTRI. Ognuno faccia il lavoro che gli è più vicino. Che cominci con la sua famiglia. Nessuna quantità di buon lavoro altrove compenserà l'abbandono lì. I genitori cristiani possono fare molto bene alla comunità educando bene i loro figli. Poi, se le capacità e le opportunità lo permettono, ciascuno cerchi il bene dei suoi dipendenti, amici, vicini, della congregazione con cui adora, della città o del paese, del paese, della Chiesa in generale, del mondo

II MOTIVI DELL'ADOZIONE DEL PRESENTE DECRETO

1. Ciò che è più vicino è solitamente più conosciuto. I suoi bisogni possono essere percepiti al meglio e come soddisfarli

2. Fa appello con forza ai nostri cuori. In parte perché più conosciuto. L'occhio colpisce il cuore Lamentazioni 3:51 In parte a causa degli affetti naturali che appartengono alle relazioni più strette. Ora le emozioni del cuore sono sia un richiamo al dovere che una qualifica per le sue prestazioni efficienti. Le parole pronunciate, i doni elargiti, con il sentimento, sono i più potenti per il bene

3. Ha il primo diritto su di noi. Dio ha posto gli uomini in relazioni strette e di prossimità in modo che possano aiutarsi reciprocamente quando si presenta l'occasione. Violiamo l'ordine divino quando ci prendiamo cura dei lontani trascurando i vicini

4. Possiamo raggiungerlo più facilmente

5. Potremmo sperare in un maggiore successo nell'affrontarlo. Perché il nostro lavoro sarà con più conoscenza e più cuore, e meno spreco di risorse; e porterà con sé il peso del carattere conosciuto, della simpatia personale e delle mille influenze che scaturiscono dalla vita familiare, dall'amicizia, dal vicinato, ss. Un uomo non può lavorare in nessun luogo con tanto effetto quanto "contro la sua casa"

6. Prendendoci cura di esso possiamo proteggere le nostre case nel modo più efficace. Come quei preti e gli altri che hanno costruito il pezzo di muro più vicino a loro. Ci sono pericoli per noi e per le nostre famiglie che possono essere evitati facendo il nostro dovere verso coloro che ci sono più vicini; pericoli per la cupa inimicizia che l'indifferenza e l'abbandono possono generare in loro; pericoli derivanti dalla loro ignoranza, grossolanità o vizio; pericoli dalle loro malattie, ecc

7. Quando ciascuno fa il lavoro più vicino a lui, l'intero lavoro sarà fatto nel modo più sicuro e rapido. I cristiani devono ancora seguire scrupolosamente quest'ordine. Ciononostante, bisogna ammettere che c'è molto da fare che non può essere raggiunto. C'erano molte parti delle mura di Gerusalemme che non erano di fronte alla casa di nessuno, o di nessuno in grado di ripararle; e c'erano molti capaci e disposti ad assistere all'opera le cui abitazioni non erano a Gerusalemme, o, se erano in città, non vicino alle mura. E così dovettero lavorare a distanza dalle loro case. Allo stesso modo, c'è molto lavoro cristiano da fare dove non esistono cristiani, o non ne esistono alcuno in grado di farlo; E così c'è ampio spazio per quelle organizzazioni che permettono ai benevoli di fare il bene a distanza, e anche in terre lontane

29 Semaia, il figlio di Secania, è molto probabilmente il discendente di Davide, menzionato in 1Cronache 3:22. Doveva essere un uomo anziano, poiché suo figlio, Hattush, era tornato a Gerusalemme con Esdra; Esdra 8:2,3 ma può comunque aver preso parte all'opera. Il fatto che egli fosse il custode della porta orientale non milita contro questa ipotesi, perché quel posto era onorevole, e non si deve supporre che tutti i discendenti di Davide si trovassero in condizioni fiorenti. Per "porta est" dobbiamo forse intendere "la porta delle acque verso oriente" del Versetto 26

30 Dopo di lui. Il testo tradizionale dà "dopo di me"; e si è supposto che Neemia si sia assegnato una certa parte del muro e l'abbia riparato, ma abbia soppresso il proprio nome per modestia. Ma, come sovrintendente generale dell'insieme, Neemia 4:13-23 egli poteva a malapena accettare un lavoro speciale; e l'argomento che avrebbe potuto essere fondato su una sola occorrenza dell'espressione "dopo di me" è privato di ogni forza dalla sua doppia occorrenza, qui e nel Versetto 31. Un altro pezzo. Un Hanun (Versetto 13) è stato menzionato tra i leader dei gruppi di lavoro, e anche un Hananiah (Versetto 8); ma non erano accoppiati insieme; e ci si può ben chiedere se uno dei due sia identico al suo omonimo di questo versetto. Probabilmente abbiamo qui un altro esempio dell'incompletezza del nostro attuale testo di questo capitolo (vedi il commento su Versetto 11)

31 Malchiah figlio dell'orafo. O "il figlio di Hazzorefi". Ma la menzione di orafi (zorephim) nel Versetto 32 avvalora la resa dell'A. V, che è accettata dalla maggior parte dei critici. Al luogo dei Netinei. Piuttosto, "la casa". La posizione esatta non può essere fissata; ma la porta Miphkad doveva essere situata nel muro orientale, un po' a sud della porta delle pecore. La salita dell'angolo potrebbe essere stata una "salita", come quella di Salomone, 2Cronache 9:4 che probabilmente era una scalinata; o la parola tradotta "salire" può significare "una camera al piano superiore" (υπερωον), una camera situata sopra il cancello

32 fino al cancello delle pecore. Confronta Versetto 1. Il circuito è completato e il punto da cui è stato fatto l'inizio è stato raggiunto. Gli orafi e i mercanti erano tenuti a riparare il pezzo di muro immediatamente a sud del cancello delle pecore, per il quale nessuno si era offerto volontario. Probabilmente avevano case nelle vicinanze. Essi acconsentirono; e così l'intero muro fu preso in mano, e la grande opera, che Neemia aveva concepito nel suo cuore mentre era ancora a Susa, fu inaugurata

Illustratore biblico:

Neemia 3

1 CAPITOLO 3

Neemia 3:1-32

Allora il sommo sacerdote Eliasib si alzò con i suoi fratelli.-I costruttori al lavoro:-

L'unità nella diversità sembra essere il principio su cui Dio opera sia nel mondo naturale che in quello spirituale, una verità che può essere illustrata quasi all'infinito

(I.) Lo vediamo, per esempio, in una Chiesa individuale. Che varietà di costituzione mentale e abitudini di pensiero; Quale differenza nella formazione, nell'educazione e, di conseguenza, nell'apprensione delle cose spirituali, e anche nel tempo, nelle opportunità e nell'influenza sociale, tra i singoli membri. Tuttavia, dove c'è l'alito vivificante dello Spirito di Dio, ci sarà unità nell'opera, mentre c'è diversità nelle operazioni. Così un uomo è chiamato a predicare, un altro a farsi carico delle finanze; mentre ciascuno prende la propria parte e cerca con l'aiuto di Dio di assolvere la propria responsabilità individuale, ci deve essere un accordo di simpatia tra tutti i lavoratori, perché essi "sono membra gli uni degli altri".

(II.) Lo stesso vale per le diverse sezioni in cui la Chiesa di Cristo è ancora infelicemente divisa

(III.) Possiamo andare oltre e applicare questa verità ai molti sforzi che vengono ora compiuti in tutto il mondo. Tra le nazioni d'Europa ci sono operai zelanti, e noi dobbiamo portarli davanti a Dio nella preghiera credente. Stanno lavorando sullo stesso muro, anche se su parti diverse. E ci sono anche lavoratori indiretti, che non dobbiamo non riconoscere. Il filantropo, il riformatore della temperanza, coloro che sono impegnati in movimenti educativi, caritatevoli e di altro tipo che tendono a beneficiare le masse del popolo, sono anche loro impegnati nella costruzione del muro. Dobbiamo allargare le nostre simpatie e gioire di ogni uomo che cerca di fare un lavoro onesto per Dio. Non dobbiamo dimenticare, tuttavia, che mentre c'era unità nell'opera, c'era individualità nelle sue diverse parti. Essendo l'opera grande, fu suddivisa, e a ciascuno fu assegnata una parte speciale, generalmente quella che si trovava più vicina alla propria abitazione. C'è del lavoro lì, se solo lo cercherà sotto la guida dello Spirito di Dio. Circa vent'anni fa un giovane nel cui cuore risiedeva il fervente desiderio di predicare ai pagani, si trovava in un'assemblea affollata ad ascoltare un predicatore popolare. «Voi pensate», disse l'oratore, «a un gruppo di neri riuniti sotto l'ampio albero di banian, e immaginate come potreste parlare loro del meraviglioso amore di Cristo. Ah, fratello mio, comincio da casa; provalo prima per le strade di Londra". Era una parola di stagione; Il giovane cominciò a costruire contro la sua casa; Dio lo ha benedetto per la conversione di centinaia di anime, e lo sta benedicendo ancora. Anche nel lavoro cristiano possiamo vedere che l'istinto egoistico è riconosciuto, non l'egoismo che deruba Dio e glorifica se stesso, ma quello che porta un lavoratore a interessarsi al proprio settore di lavoro come non può esserlo in nessun altro. In questo senso c'è un egoismo che non è peccaminoso, e che potremmo quasi dire non è egoistico. Se tenuta in debita subordinazione ai pensieri sull'unicità dell'opera, è lodevole e dovrebbe essere coltivata. Quante volte, conversando con un fratello lavoratore, non siamo riusciti ad attirare la sua attenzione mentre gli parlavamo del nostro lavoro o di quello di altri fratelli! Ma quando gli chiedevamo della sua congregazione, della sua sala missionaria, o della sua scuola domenicale o sgangherata, che cambiamento! La sua lingua era sciolta e tutto il suo volto brillava di animazione mentre ci raccontava come il Signore lo stava aiutando e benedicendo. E' naturale e giusto che sia così. Sta costruendo davanti alla sua porta e, pur non ignorando gli altri, pensa al lavoro contro la sua casa come a nessun'altra parte del muro. Il suo cuore è specialmente lì. Dalle parti di lavoro assegnate ai singoli cittadini, possiamo anche apprendere l'importanza della concentrazione nello sforzo cristiano. Se un uomo avesse messo un mattone qui, e un pezzo di malta là, e avesse posato una trave laggiù, il muro avrebbe fatto solo un lento progresso; ma poiché un uomo costruiva davanti alla propria porta, e un altro davanti alla sua, e così via tutt'intorno alla città, l'attenzione e l'energia di ciascuno erano concentrate sulla sua parte speciale, e le mura si avvicinavano rapidamente al completamento. Ora, la concentrazione è un principio importante nell'opera cristiana come nella costruzione di un muro, e se guardiamo indietro alla storia della Chiesa, troveremo che i risultati più grandi sono stati raggiunti da uomini che hanno continuamente rivolto le loro energie verso un dato punto. Ai nostri giorni è di moda piuttosto denigrare "gli uomini di una sola idea". Questa moda è molto promossa da uomini di nessuna idea, che sono gelosi di fratelli più fortunati di loro. Questo principio è importante in riferimento non solo allo scopo della vita, ma alla sfera del lavoro. È più importante fare bene una cosa che molte cose indifferentemente. La diffusione sembra essere l'obiettivo di molti lavoratori in quest'epoca inquieta, e l'ampiezza piuttosto che la profondità è caratteristica dei loro sforzi. (W. P. Lockhart.)

Il riparatore della breccia:

(I.) I costruttori. I patrioti hanno espresso il loro proposito di costruire il muro, e procedono immediatamente a mettere in atto questa buona risoluzione. Non conosciamo nulla in tutta la storia come la scena qui ritratta. Abbiamo letto, infatti, dell'antica Roma, quando fu bruciata dal fuoco, ricostruita dai suoi cittadini; ma questi erano ancora ricchi e potenti. Abbiamo anche sentito parlare dell'antica Cartagine, quando fu quasi rasa al suolo dagli invasori stranieri, riparata e fortificata dai patrioti della nazione; ma questi erano ancora numerosi e ricchi. Non sappiamo nulla, tuttavia, di simile negli annali del mondo, dove il piccolo rimanente dei prigionieri di Giuda, con semplice fiducia in Dio, si accinse a ricostruire la loro capitale caduta, mentre erano pochi di numero, poveri di risorse e circondati da schiere di nemici che disapprovavano la loro impresa

1.) Erano tutti Israeliti nella terra di Giuda. Nel libro di Esdrawe si apprende che agli stranieri della comunità di Israele non era permesso di partecipare alla ricostruzione del tempio, anche se per scopi sinistri offrivano i loro servizi. Non potevano entrare con spirito nell'impresa, e il lavoro della mano non era accettato se non accompagnato dall'amore del cuore. Ed è ancora l'Israele spirituale che può lavorare per promuovere la causa e la verità di Cristo sulla terra. Solo coloro che la amano e la esemplificano possono efficacemente far progredire la religione. Solo loro possono veramente conoscere la verità per poterla dire e diffondere. È una profonda osservazione di Pascal, "che le cose naturali devono essere conosciute per essere amate, ma le cose divine devono essere amate per essere conosciute". La verità salvifica non si discerne con il solo potere della ragione naturale, o attraverso le acquisizioni del sapere umano; può essere percepita solo attraverso l'illuminazione dello Spirito Santo. Solo i credenti nella parola di salvezza possono proclamare quella parola con potenza vivente. È una cosa debole, oltre che spietata, per un uomo dire la verità per la fede degli altri, che non crede nella propria anima. È vano aspettarsi uno sforzo serio per la conversione delle anime da coloro che non hanno pietà di se stessi e che non si sono mai pentiti dei propri peccati

2.) Erano di posizioni e doni diversificati. Merita di essere notato che coloro che sono qui menzionati non solo hanno dato contributi in denaro, affinché l'opera potesse avanzare, ma hanno lavorato con sforzo personale nella costruzione del muro. Questo è degno di grande lode, in quanto mostra un cuore per la buona causa e saggezza nel promuoverla. Il denaro può, senza dubbio, fare molto per procurare o sostenere gli sforzi nel promuovere l'opera di Dio; Ma c'è un potere nell'attività vivente, nella calda simpatia, nell'influenza personale dell'attuale credente che aiuta a portare avanti un'impresa religiosa, che le donazioni d'oro non potranno mai assicurare. È quindi a onore di quei santi di Giuda che non hanno semplicemente dato il loro denaro, ma hanno dato se stessi, nella vita, nell'amore, per lavorare con le loro mani in quest'opera di Dio per costruire le mura della loro città. Nella narrazione di questi sforzi personali diversificati osserviamo:

(1) I sacerdoti e i leviti si unirono all'opera. "Allora Eliasib il sommo sacerdote si alzò con i suoi fratelli, i sacerdoti, e costruirono la porta delle pecore" (ver. 1). E "dopo di lui ripararono i Leviti" (ver. 17) . Ma l'atto più umile compiuto per la causa di Dio riceve gloria dal suo legame con Lui; e i ministri del santuario dovrebbero essere i primi nello sforzo di edificare la causa della verità sulla terra

(2) Il governatore e i nobili lavoravano alle mura. C'è, infatti, una notevole eccezione a quest'opera patrizia. Riguardo ai nobili dei Takoiti è detto: "Ma i loro nobili non hanno messo il collo all'opera del loro Signore" (ver. 5)

(3) Le figlie di Giuda condivisero questa onorevole fatica. "Shallum, il sovrano della metà di Gerusalemme, riparò, lui e le sue figlie" (ver. 12)

(4) I giovani si unirono in questo sacro lavoro. "E Hanun, il sesto figlio di Zalaph, riparò un altro pezzo" (ver. 30). I giovani sono spesso tentati di pensare che la religione sia una cosa cupa, e che abbracciarla nei loro primi anni significherebbe perdere tutti i piaceri della vita

3.) I costruttori qui appartenevano a diverse parti della Terra Santa. Erano venuti da Gerico, da Gabaon, da Keila, da Mitspa e da Tekoa. Questi non erano uomini di Gerusalemme, ma amavano gli interessi pubblici della religione connessi con la città di Dio e, come veri Israeliti, lavorarono per la sua restaurazione. L'estensione, la purezza, il risveglio della Chiesa in ogni parte del mondo, è la causa comune di tutti coloro che nominano il nome di Cristo. I cristiani, quindi, non dovrebbero mai essere così assorbiti dai propri interessi di partito da dimenticare la grande causa della Sua gloria e del bene dell'uomo. Se amano veramente il Signore Gesù, il loro rispetto per il Suo onore deve essere messo alla prova dal loro sforzo attivo per rovesciare il regno del peccato e far avanzare l'impero della giustizia

(II.) Lo stato di avanzamento dei lavori. Nell'appello del giudizio divino per il rovesciamento della città, Dio ha comandato: "Inizia dal mio santuario"; E così osserviamo, questo lavoro di restauro inizia accanto al tempio, procede verso nord e verso ovest, fino a completare il giro del muro. "I sacerdoti costruirono la porta delle pecore, la santificarono e ne aprirono le porte". Per mezzo di esso i sacrifici venivano portati nel luogo santo, e i patrioti lo ripararono per primi, per poter difendere la casa di Dio da ogni assalto o pericolo. Erano i ministri della religione che svolgevano questa parte dell'opera, e così insegnavano ai loro fratelli che tutto ciò che è connesso con il culto divino deve essere custodito con cura religiosa. Da loro, inoltre, apprendiamo che la nostra prima preoccupazione in ogni riforma, così come nelle attività della vita, dovrebbe essere per la sicurezza e la prosperità della Chiesa di Dio. Ma se la Chiesa di Cristo è cara al cuore dei suoi membri ed è prospera grazie alle loro opere di fede, la causa dell'umanità e della verità è al sicuro sulla terra. Il lavoro qui era svolto dagli operai dove ciascuno di loro era più profondamente interessato. È registrato di molti dei padroni di casa di Gerusalemme che "riparò contro la sua casa" (ver. 23) , e riguardo a uno che sembra essere stato solo un inquilino, è detto, "riparò contro la sua camera" (ver. 30) . Il lavoro vicino alle rispettive abitazioni era molto conveniente per le persone impegnate, ed era necessario per la loro sicurezza che il muro non fosse abbattuto. La religione fa sempre appello all'istinto dell'amor proprio e alla forza dell'affetto domestico nel cuore umano, per animare lo zelo per il suo avanzamento. Genitore cristiano! I vostri figli vi sono cari e voi siete incaricati di lavorare e pregare per la loro salvezza. Filantropo cristiano! Il vostro paese è l'oggetto del vostro amore, e vi è richiesto di fare i vostri sforzi più importanti per il benessere religioso dei vostri fratelli, vostri parenti secondo la carne. Quest'opera, inoltre, fu perseguita con vario zelo. L'impresa richiedeva la cooperazione degli sforzi; e a volte troviamo due persone unite nell'erigere una porta. C'era bisogno anche di diversità di zelo, perché mentre una parte doveva solo essere riparata, un'altra doveva essere completamente ricostruita; ma la diversità della grazia richiesta è stata mostrata con perseveranza. In onore di uno di loro leggiamo: "Baruc riparò con fervore" (versetto 20), come se la sua diligenza fosse tale da essere manifesta a tutti gli astanti. A lode degli altri, ci è dato di capire che quando ebbero innalzato una parte, procedettero a restaurarne un'altra. "Meremoth" e i "Tekoiti" (vers. 21, 27), dopo aver terminato il lavoro loro assegnato per primo, intrapresero una seconda parte di lavoro, come se sentissero che non ci sarebbe stata remissione dal lavoro finché una parte di Gerusalemme fosse rimasta distrutta

(III.) L'opposizione dei nemici. Non è bene che la vita spirituale prosegua senza prove, o che una grande opera progredisca senza l'ammonimento della sua costante dipendenza da Dio. Lunghe stagioni di riposo o di prosperità sono atte a produrre autocompiacimento nel cuore; Dio quindi sottopone i Suoi servi a umilianti rovesci, e li versa da un vaso all'altro, per timore che si stabiliscano sulle loro fecce. Nell'esecuzione di un'opera buona l'incontro con le difficoltà è salutare, ed è permesso con profonda saggezza. Colui che siede sul seggio degli sprezzanti raramente ha bisogno di sedersi a lungo da solo. Qui osserviamo che il principale beffardo è presto raggiunto da un umile imitatore, nella stessa tensione di ridicolo per le opere di seria pietà. "Or Tobia 50 'Ammonita era presso di lui, e disse: Anche quello che costruiscono, se una volpe sale, abbatterà anche il loro muro di pietra." E così è stato in tutte le epoche. Le scene più solenni e i personaggi più venerabili, le azioni più grandi e le imprese più grandiose, hanno incontrato la derisione di uomini cattivi, seduti sul seggio del beffardo. Alla fine del secolo scorso, il capo degli infedeli del continente sfogava le sue maliziose battute contro le sublimi verità della fede cristiana e si faceva beffe della redenzione del mondo mediante il sangue del Figlio di Dio. Così, anche, gli spiriti profani del tempo ridevano per disprezzare l'inizio della grande impresa delle moderne missioni presso i pagani, e deridevano la proposta di convertire il mondo alla fede cristiana, mentre solo poche sterline erano ancora nel tesoro, e alcuni artigiani analfabeti erano consacrati apostoli del Vangelo all'India. Tutti questi schernitori trascurano quest'unica cosa, che la causa della verità ha Dio per suo autore, e quindi la fede nello sforzo per il suo avanzamento si basa sull'Onnipotenza per il successo. Ci vuole poco talento per suscitare una risata contro gli affetti e le opere di pietà

(IV.) La devozione di Giuda sotto Neemia. Nel narrare lo zelo dei costruttori, Neemia non fa menzione del suo grande servizio nella causa comune. Era l'anima di tutta l'impresa: la pianificava, la animava e la sosteneva, in ogni momento; eppure non si riferisce mai una volta a se stesso tra coloro i cui nomi sono registrati con onore. All'inizio dell'impresa, mentre essa ancora prospera, questo vero grand'uomo narra in terza persona l'andamento dell'opera, come se non avesse avuto parte all'onorevole fatica. Ma non appena sorgono le difficoltà, lo stile della storia cambia, ed egli prende il suo posto sotto il termine "noi", tra coloro che soffrono per la causa della verità. È un bell'esempio di modestia e umiltà per tutti i servi di Dio. Neemia in quest'ora di prova mostra grande pazienza sotto l'ingiustizia. L'orgoglioso disprezzo che incontrò avrebbe potuto provocare il suo risentimento per infliggere una punizione ai suoi spregevoli autori. Era molto apprezzato dal re, e probabilmente sarebbe stato facile per lui ottenere il potere di castigare questi avversari del suo paese; ma si distingue tanto per pazienza quanto per coraggio. Non c'è cristiano che soffra il rimprovero nel servire Cristo, ma il Signore lo sente come fatto a se stesso; e a meno che non si chieda misericordia di perdonare l'affronto, sarà colpito dall'ira dell'Agnello per sempre

(V.) Lo zelo del popolo per il completamento dell'opera. La derisione e lo scoraggiamento allontanano moltitudini dal sostegno di una buona causa. Molti hanno cominciato a seguire bene il loro corso religioso. Quanti, inoltre, sono spaventati e allontanati da una buona opera dagli scherni e dall'opposizione diretta contro coloro che sono zelanti nella sua promozione. Credono che l'impresa sia giusta in se stessa, sono persuasi che sia piena di benedizioni per gli uomini; ma non possono sopportare gli scherzi o le battute che l'aperta adesione ad esso comporta. (W. Ritchie.)

Menzione d'onore:

Era naturale che il Pascià facesse così "menzione d'onore" di coloro che venivano al fronte e gettavano le loro energie in quest'opera patriottica. Neemia era senza dubbio ansioso di tramandare ai posteri i nomi di tutti coloro che erano i capi del movimento; non voleva prendersi tutto il merito dell'opera; Possiamo essere certi che scrisse questo registro di nomi con piacere e orgoglio. Troviamo che sacerdoti, governanti, mercanti e commercianti presero tutti parte a questa impresa; e, per quanto riguarda l'opera del Signore, è solo conveniente che ci sia questa unità di spirito e divisione del lavoro. Spesso, nelle nostre Chiese cristiane moderne, troppo è lasciato ai ministri della religione; E a volte ci si aspetta che un uomo svolga un lavoro che dovrebbe essere condiviso da un'intera congregazione. Il mercante e il commerciante a volte invocano le avvincenti pretese degli affari o la pressione dei "tempi cattivi" come motivo per tenersi lontani dai vari sforzi della benevolenza cristiana; e c'è anche da temere che alcuni dei nostri aristocratici moderni siano impediti dall'orgoglio altezzoso e sciocco del rango di gettare le loro energie e la loro influenza nelle attività della Chiesa cristiana. (T. C. Finlayson.)

Una discendenza divina:

A noi l'elenco dei costruttori di Neemia può ora sembrare poco più che un arido registro di nomi. Ma non è difficile immaginare quanto possa essere stato interessante per generazioni dopo che è stato scritto. Mentre Gerusalemme ricominciava a crescere in potenza e splendore, gli uomini scorrevano con vivo interesse l'elenco di coloro che si erano impegnati in un'opera così coraggiosa e di abnegazione. Possiamo immaginare come, secoli dopo, l'occhio di qualche giovane ragazzo si accese di orgoglio e di entusiasmo quando lesse qui, in uno dei libri sacri, il nome di un suo antenato, che aveva nobilmente partecipato alla costruzione delle mura di Gerusalemme. È una cosa grandiosa venire da un lignaggio patriottico o divino. (Ibidem)

Al lavoro:

Le parole hanno lasciato il posto ai fatti

(I.) Esaminando questo elenco di lavoratori, rimaniamo colpiti dal fatto che essi provengono da tutte le classi sociali

1.) I sacerdoti hanno avuto un ruolo di primo piano in questo lavoro. "Allora il sommo sacerdote Eliasib si alzò con i suoi fratelli, i sacerdoti, e costruirono la porta delle pecore". Temiamo che, per quanto riguarda il sommo sacerdote, ciò che fece in questo modo non fu un'opera d'amore. Alcuni anni dopo, con grande rammarico di Neemia, questo stesso Eliasib recitò una parte molto indegna e antipatriottica: e sospettiamo che fu più per amore delle apparenze che per un reale desiderio di promuovere il successo dell'impresa che fu trovato tra i costruttori menzionati in questo capitolo. Ancora una volta, era giustissimo che il sacerdote fosse attivo in questa occasione, perché era dovuto in gran parte alla loro infedeltà, cioè all'infedeltà, cioè del sacerdozio prima del tempo della cattività babilonese, che la città fu ridotta in rovina. In Geremia leggiamo: "I sacerdoti non dissero: Dov'è il Signore? e coloro che osservano la legge non mi hanno conosciuto; anche i pastori si sono ribellati a me, e i profeti hanno profetizzato per Baal, e hanno camminato dietro a cose che non giovano".

2.) Anche i capi, o principi della casa d'Israele, presero parte alla riparazione delle mura e, come nel caso dei sacerdoti, era giusto che lo facessero; poiché la loro cattiva condotta, le loro pratiche malvagie, avevano contribuito grandemente alla caduta della città Michea 3:9, 12. I vantaggi della cooperazione sono stati così assicurati. Grazie a questa combinazione, il lavoro è stato svolto in modo rapido, simultaneo ed economico. Qui, certamente, c'era uno spettacolo notevole: tutte le classi della comunità concentravano le loro energie su un obiettivo comune. Differenze di opinione e rivalità potevano esistere tra loro, ma per la prima volta queste erano affondate nel raggiungimento di uno scopo caro a ogni cuore patriottico

(II) Che il lavoro a cui si fa riferimento è stato intrapreso da gruppi di varie località, e non dai soli cittadini della capitale. Così leggiamo: "E accanto a lui edificarono gli uomini di Gerico". Vengono nominati anche i Tecoiti, e gli uomini di Gabaon e di Mizpa, e gli abitanti di Zanoah, e i governanti di Bethaccerem, questi e altri provenienti dai luoghi circostanti sono rappresentati mentre collaboravano con gli abitanti della città per riparare le mura. Era un'opera di importanza nazionale, e come tale era considerata da coloro che l'hanno appena nominata

(III.) Esaminando ulteriormente questo registro troviamo in esso riferimenti incidentali che non dovrebbero essere trascurati

1.) Il primo di questi che nominerò si riferisce all'aristocrazia di Tekoah, e non è evidentemente inteso come un omaggio per loro. I Tecoiti, come popolo, non erano arretrati, "ma i loro nobili non misero il collo all'opera del loro Signore". Si sono disonorati stando in disparte come hanno fatto in questa crisi. La loro condotta, è vero, avrebbe potuto essere peggiore. Se non erano attivi in essa, non possiamo dire di loro che fossero attivi nella loro opposizione ad essa. Avete conosciuto persone che non si sono accontentate di un atteggiamento passivo verso ciò che è buono. Che irrequieti, sì, furiosi avversari dovette affrontare il cristianesimo dei suoi primi giorni!

2.) In stridente contrasto con la supinità dei nobili di Tekoah era la condotta di Baruc, figlio di Zabbai. Neemia dice di lui che "riparò premurosamente" la sua parte del muro. Egli loda in modo particolare lo zelo di Baruc. Lutero, Wesley, Whitfield, anche questi sono nomi ai quali, tra le altre alte qualità, sarà sempre associato uno zelo instancabile, come attesta il loro lavoro più abbondante. Lo sguardo acuto di Neemia notò forse lo zelo di Baruc? e l'occhio di Dio passerà inosservato su un solo lavoratore sincero per Lui, in qualsiasi luogo o in qualsiasi tempo?

3.) Il terzo e ultimo riferimento incidentale su cui richiamerò la vostra attenzione ci informa che c'erano coloro che erano impegnati nella costruzione di questo muro che difficilmente ci saremmo aspettati di trovare così impiegati. Atti versetto 12 leggiamo: "E poi a lui riparò Shallum, figlio di Halohesh, il capo della metà di Gerusalemme, lui e le sue figlie". Tutto l'onore a loro. Pensiamo ad altri, del loro sesso, che hanno faticato degnamente, e in alcuni casi eroicamente, al servizio di Cristo. Ci viene in mente il caso di suor Dora del Walsall Cottage Hospital. Pensiamo anche ad alcuni che oggi lavorano così; donne per nascita e per educazione che hanno consacrato i loro beni e la loro vita al Signore, per amore del quale non si tirano indietro di fronte a lavori umili, e ministeri ripugnanti, e rischi e pericoli, per affrontare i quali richiede un coraggio più alto che nervi il soldato per il campo di battaglia. (T. Rowson.)

Lavori individuali:

L'operaio è sempre il vero nobile del mondo. Pagare gli altri per fare una parte del nostro lavoro per noi non ci assolve dal dovere del lavoro personale. Ogni commerciante sa che per lui pagare un direttore e uno staff di impiegati per condurre i suoi affari, mentre lui stesso se ne va in campagna per vivere e divertirsi, significa, in nove casi su dieci, il declino delle sue entrate, la rottura dei suoi rapporti commerciali e, in breve, la rovina dei suoi affari. Ogni signora sa che assumere la servitù non è sufficiente per garantire l'ordine e la salubrità delle sue stanze, la regolarità dei pasti in casa, né il comfort di suo marito, di se stessa e dei suoi figli. Il padrone, la padrona, devono pensare, pianificare e lavorare. Nell'opera ecclesiastica la stessa legge è in vigore fino all'estremo iota e apice. (A. G. Griffith.)

La massoneria della vita:

Più di una figura nella Scrittura rappresenta l'opera della vita come edificio 1Pietro 2:4, 5; Matteo 16:18; 1Corinzi 3:10-15

(I.) Ognuno contribuisca con la sua vita all'edificazione della città di Dio

(II.) Ogni uomo ha la sua sfera e il suo tipo di lavoro

1.) Ognuno deve trovare il proprio compito

2.) Ognuno deve accontentarsi del proprio compito

(III.) Ogni uomo contribuisce con un frammento al grande tutto

(IV.) Ogni uomo deve lavorare in armonia con i suoi compagni costruttori

(V.) L'opera unitaria è supervisionata dal grande architetto

1.) Egli comprende solo l'intero grande e intricato piano della vita

2.) È vicino a noi con le indicazioni stradali

3.) Lascia che il pensiero: "Tu Dio mi vedi", ci animi nel nostro lavoro. (Commento omiletico.)

Un suggestivo documento della Chiesa:

(I.) La potenza dell'influenza personale. Neemia creò uno spirito di entusiasmo che mise in moto tutta questa serie di sforzi

(II.) La forza dell'esempio. I preti presero l'iniziativa nel lavoro comune

(III.) Vantaggi dell'organizzazione sistematica. Ogni volontario è stato incaricato di una parte limitata del lavoro

(IV.) Il gigantesco risultato raggiungibile con l'azione individuale. Come insetti corallo al lavoro, la moltitudine dei costruttori fece ciascuno la sua parte del tutto

(V.) La diversità di disposizione rivelata dalla grande emergenza

1.) Lavoro entusiasta

2.) Rifiuto di mettere il collo al giogo

(VI.) La consenzienza di intenti e di sforzi che una grande emergenza richiede ed è calcolata per realizzare

(VII.) La diversità dei doni che una grande emergenza chiama alla requisizione. (Ibidem)

Lavoro associato:

Una singola ape, con tutta la sua industria, la sua energia e gli innumerevoli viaggi che deve compiere, non raccoglierà più di un cucchiaino di miele in una sola stagione, eppure il peso totale del miele prelevato da un singolo alveare è spesso da sessanta a cento libbre. Una lezione molto proficua per l'umanità di ciò che può derivare dal lavoro associato. (Illustrazioni scientifiche, ecc.)

La costruzione del muro:

Imparare-

(I.) Che mentre Dio concede il successo a uno sforzo sincero, questo stesso successo susciterà spesso opposizione

(II.) L'opposizione al lavoro serio proviene generalmente dalla "moltitudine mista" che si aggira attorno al vero popolo di Dio

(III.) Ciò che un uomo non osa fare da solo, è incoraggiato a farlo dall'associazione con gli altri; e spesso uomini di opinioni e gusti diversi si uniscono per opporsi all'opera di Dio, il loro unico vincolo di unione è il desiderio di fermarla

(IV.) Ci sono timidi e timorosi in ogni comunità il cui cuore viene facilmente meno, e che spesso pensano che la buona causa stia per essere sconfitta

(V.) In quasi tutte le chiese cristiane l'ardore di pochi è più o meno smorzato dall'apatia di molti

(VI.) Dobbiamo vegliare oltre che pregare. Un proverbio russo dice: "Quando sei in una tempesta, prega Dio e rema fino alla riva".

(VII.) L'unità dei lavoratori, e che dovrebbero incoraggiarsi l'un l'altro quando sono assediati da amici o nemici

(VIII.) Il lavoro costante e persistente dà il meglio di sé a lungo termine

IX. Che anche in mezzo a un duro lavoro per il Signore, le decenze e le convenienze della vita non sono in alcun modo trascurate. (W. P. Lockhart.)

I ministri dovrebbero essere leader:

I ministri di Cristo non devono solo dare una buona esortazione al loro gregge, ma anche mettere la propria spalla nell'opera. L'esempio è più potente del precetto. Le strade del Ban de la Roche furono presto spianate e messe in ordine quando il buon pastore Oberlin diede l'esempio del lavoro manuale ai suoi parrocchiani. (J. M. Randall.)

Lavoratori mercantili:

Nel nostro paese, i nomi di Henry Thornton, Sir Thomas Fowell Buxton, Sir Francis Crossley e Samuel Budget verranno in mente a molti. I nostri mercanti e commercianti hanno davvero gloriose opportunità di estendere il nome del Redentore, se solo avessero una mente per l'opera. (Ibidem)

E accanto a lui edificarono gli uomini di Gerico.-Sistema e dettaglio in opera:-

Un grande lavoro...

(I.) Può essere pianificato solo da una grande mente

(II.) Può essere realizzato solo da una divisione del lavoro

(III.) Può essere realizzato solo con l'attenzione ai dettagli. "Sbarre e serrature".

(IV.) Mette in evidenza adattamenti speciali

(V.) Deve tenere conto dell'utilità pratica. La porta del pesce necessaria come la riparazione del muro del tempio

(VI.) Deve essere ispirato da uno scopo elevato

(VII.) Deve guardare al futuro. Deve avere in sé l'elemento della permanenza. (Commento omiletico.)

8 CAPITOLO 3

Neemia 3:8

E fortificarono Gerusalemme fino all'ampio muro.

(I.) La separazione del popolo di Dio dal mondo è come quel largo muro che circonda Gerusalemme. Una separazione effettiva è fatta per grazia, è portata avanti nell'opera di santificazione, e sarà completata in quel giorno in cui i santi saranno rapiti insieme al Signore nell'aria

1.) I cristiani dovrebbero mantenere un ampio muro di separazione tra loro e il mondo. La distinzione non dovrebbe essere di abbigliamento o di parola, la separazione dovrebbe essere morale e spirituale

(1) Un cristiano dovrebbe essere più scrupoloso degli altri uomini nei suoi rapporti. Non deve mai deviare dal sentiero dell'integrità. Dovrebbe essere uno la cui parola è il suo vincolo, e che, una volta che ha promesso la sua parola, giura a suo danno e non cambia

(2) Il cristiano dovrebbe distinguersi per i suoi piaceri. Non siamo del tutto noi stessi, forse, nella nostra fatica quotidiana, dove le nostre occupazioni sono dettate piuttosto dalla necessità che dalla scelta, ma i nostri piaceri e i nostri passatempi danno prova di ciò che è il nostro cuore e di dove si trova

(3) Tale separazione dovrebbe essere applicata a tutto ciò che riguarda il cristiano. Quando un estraneo entra in casa nostra, dovrebbe essere ordinato in modo tale che possa percepire chiaramente che abbiamo un rispetto per Lui che è invisibile, e che desideriamo vivere e muoverci alla luce del volto di Dio

(4) Questo ampio muro dovrebbe essere molto evidente nello spirito della nostra mente. Dovrebbe esserci sempre in un cristiano l'aria di uno che ha le scarpe ai piedi, i fianchi cinti e il bastone in mano, via, via verso una terra migliore

2.) Motivi per cui questo muro dovrebbe essere molto ampio

(1) Se sei sincero nella tua professione, c'è una distinzione molto ampia tra te e le persone non convertite

(2) Ricordate che il nostro Signore Gesù Cristo aveva un ampio muro tra Lui e gli empi

(3) Un ampio muro di separazione è abbondantemente buono per voi stessi. Quando un cristiano cede all'usanza del mondo non si sente mai tratto profitto da essa. Chiedete a un pesce di passare un'ora sulla terraferma, e penso che se obbedisse, il pesce scoprirebbe che non è molto vantaggioso, perché sarebbe fuori dal suo elemento. Ed è così per i cristiani in comunione con i peccatori

(4) Mantenere alto l'ampio muro di separazione significa fare il massimo bene al mondo. Il cristiano perde la sua forza nel momento in cui si allontana dalla sua integrità. Anche se il mondo può denunciare apertamente il rigido puritano, segretamente lo ammira. Tu giovane nella bottega, tu giovane donna nel laboratorio, se ti tieni per te stesso nel nome di Cristo, casto e puro per Gesù, senza ridere di scherzi che dovrebbero farti arrossire; non mescolarsi con passatempi sospetti; ma essendo teneramente geloso della tua coscienza in ogni momento, allora la tua compagnia in mezzo agli altri sarà come se un angelo scuotesse le ali, e diranno: "Evita questo o quello proprio ora, perché c'è il Tal dei tali". Ti avranno paura in un certo senso; vi ammireranno in segreto; e chi può dirlo se non che, alla fine, vengano a imitarti?

(II.) Le larghe mura intorno a Gerusalemme indicavano sicurezza. Il cristiano è circondato dalle ampie mura...

1.) Della potenza di Dio

2.) Dell'amore di Dio

3.) Della legge e della giustizia di Dio

4.) Dell'immutabilità di Dio

5.) Dell'opera dello Spirito Santo

6.) Quasi ogni dottrina della grazia ci offre un ampio muro, un possente baluardo, una grande munizione di difesa

(III.) Questo ampio muro suggerisce divertimento. Queste mura erano usate come passeggiate, e venivano utilizzate:

1.) Per il riposo dalla fatica

2.) Per la comunione

3.) Per prospettive e prospettive. (C. H. Spurgeon.)

Ver 10. Anche contro la sua casa.-Riparare la casa:-

Siamo tutti templi, edifici del Dio vivente, e alcuni di noi sono tristemente in rovina; Alcuni di noi sono caduti in rovina assoluta. I nostri corpi, invece di essere il santuario dello Spirito Santo, sono abitati da cattive concupiscenze, temperamenti crudeli, passioni immonde. Altri, anche se non in un caso così triste, sono ancora gravemente in rovina. C'è molto nella loro vita che ha bisogno di essere modificato, riparato. La nostra negligenza e negligenza hanno permesso alle nostre vite di cadere nel decadimento e alla spazzatura di accumularsi. Una congregazione restaurata è sempre più importante del tessuto restaurato della chiesa. Lasciamo che Neemia 101 insegni come queste riparazioni possono essere eseguite al meglio

1.) In primo luogo, prima di intraprendere l'opera, Neemia pregò il Dio del cielo: "Signore, prendi provvedimenti per me". "Se il Signore non costruisce la casa, non è perduto il lavoro di coloro che la costruiscono". Dobbiamo chiedere a Dio di restaurare in noi tutto ciò che la frode e la malizia del diavolo hanno decaduto in noi

2.) La prossima cosa che Neemia fece, dopo aver pregato Dio, fu di mettersi al lavoro, e di mettere gli altri al lavoro, per le riparazioni. Il lavoro e la preghiera devono andare insieme; Pregate con fervore, lavorate con volontà

3.) Neemia fece indossare a ciascun lavoratore una spada al fianco, a causa dei nemici intorno a loro che avrebbero cercato di ostacolarli. Questo ci insegna che, qualunque sia il nostro lavoro, dobbiamo avere con noi la nostra religione. Dobbiamo avere la spada dello Spirito accanto a noi. I nostri nemici - il mondo, la carne e il diavolo - sono sicuri di attaccarci, e guai a noi se siamo disarmati! C'era un tamburino nella grande guerra americana che perse la sua Bibbia, un libro che apprezzava sopra ogni cosa. Così si mise al lavoro per riparare il più possibile la sua perdita. Si ricordò di molti testi che aveva imparato alla scuola domenicale, e li scrisse sulla pergamena del suo tamburo. Così, durante la marcia, sul campo di battaglia, o dovunque egli svolgesse la sua opera, la Parola di Dio era davanti ai suoi occhi. Come i costruttori di Neemia, aveva la spada al fianco. Prima che iniziassero effettivamente i lavori di riparazione, Neemia fece un attento esame dello stato delle rovine, per poter sapere esattamente cosa si desiderava. Esaminiamo le rovine, le brecce nei muri, i rifiuti che si sono accumulati, i punti deboli dell'edificio. E da dove cominciamo?

1.) Per la maggior parte, ordinò a ciascuno dei suoi operai di riparare "di fronte alla propria casa". Nel tentativo di riparare agli errori, ai difetti e ai fallimenti della nostra vita, ricominciamo da capo contro la nostra stessa casa. Esaminiamo le rovine lì, non quelle del nostro vicino. Riparare i nostri modi è il piano più sicuro e migliore per aiutarci ad aiutare gli altri a riparare i loro. Guardiamo con coraggio negli angoli trascurati della nostra vita e vediamo quali riparazioni sono necessarie

2.) Esaminiamo di nuovo le rovine; Non c'è bisogno di riparazioni nella nostra vita lavorativa? Il nostro modo di fare il nostro lavoro, qualunque esso sia, è abbastanza soddisfacente, del tutto vero, onesto e diretto?

3.) Allora non c'è bisogno di riparazioni nella cerchia domestica, ricordando che dobbiamo ricominciare da capo contro la nostra stessa casa? I bambini sono spesso indisciplinati, egoisti, problematici. La servitù è spesso fonte di disagio. Un marito vede in sua moglie un grande bisogno di riparazioni. La moglie dice lo stesso del marito. Ebbene, cominciamo da capo contro la nostra stessa casa. Stiamo facendo del nostro meglio per dare il buon esempio in famiglia?

4.) Non c'è bisogno di riparazioni nella nostra preghiera? Penso che molti di noi abbiano l'impressione che le nostre preghiere siano a volte trascurate, spesso affrettate, formali, fredde, irreali. Poi c'è la lettura della Bibbia. Alcuni di noi trascurano del tutto questo, altri leggono senza interesse o comprensione. Non c'è forse qualcosa da riparare qui? (H. J. Wilmot-Buxton, M.A.)

Costruire contro la propria casa:

Questo suggerisce...

(I.) La cura della propria anima. È salvato? Sta prosperando?

(II.) Un profondo interesse per il benessere spirituale di coloro che vivono sotto lo stesso tetto

(III.) Lavorare per la salvezza di tutti coloro che nella provvidenza di Dio sono portati in relazioni strette o frequenti con noi. (W. P. Lockhart.)

Lavora ad ogni porta:

Il principio su cui è stata svolta gran parte del lavoro è indicato in diversi punti di questo capitolo. Charles Reade dice: "Questa può sembrare una cosa da poco per i lettori impegnati, ma è stato un colpo di genio da maestro. Non solo era una grande divisione del lavoro, ma animava il lavoro con una nobile emulazione e un orgoglio personale". Neemia si servì di un metodo che è generalmente considerato come una conseguenza della nostra civiltà moderna, e anticipò i dirigenti delle nostre grandi industrie nell'uso del principio della divisione del lavoro, che ai nostri giorni è portato a così tanto punto. Ogni uomo di fronte alla propria casa è il principio che dovrebbe essere applicato in ogni lavoro per l'elevazione morale e spirituale della comunità in cui viviamo

(I.) C'è del lavoro da fare proprio alle nostre porte. C'è ancora molto lavoro da fare nei nostri cuori. Il miglior muro che possiamo costruire per proteggere la nostra casa è la struttura di una vita cristiana. È una vera difesa per le nostre case circondarle da uomini e donne dal cuore puro come lo fu per Gerusalemme il muro che Neemia eresse. La ragione per cui così tanti missionari mandano i loro figli non è sempre per il bene dell'istruzione superiore che si può avere nelle nostre scuole, ma forse più spesso perché non sarebbe sicuro permettere ai loro figli di crescere in mezzo al miasma morale di una terra pagana. Nei caratteri rovinati e nelle vite peggio che sprecate di molti degli uomini e delle donne in mezzo ai quali viviamo, vediamo il muro rotto, e l'opera di riparazione consiste negli sforzi che facciamo per cristianizzarli. Qui c'è lavoro alla porta di tutti

(II.) Ogni uomo è responsabile del lavoro che si trova più vicino alla propria casa. Un ministro è posto a capo di una congregazione, non per fare l'opera del popolo per loro, ma per indurre ciascuno di loro a fare l'opera che Dio ha posto alla porta perché ciascuno li faccia. Conosco un ministro di successo che attribuisce gran parte del suo successo al fatto che non farà nulla da solo per poter far fare a uno dei suoi uomini. (A. Soutar, M.A.)

12 CAPITOLO 3

Neemia 3:12

Lui e le sue figlie.-Donne degne:-

Non sappiamo come lavorassero queste signore; probabilmente non si trattava di un lavoro manuale, ma piuttosto di parole di gentilezza e di considerazione verso i costruttori. Non dobbiamo indugiare a mostrare quanto degnamente le donne d'Inghilterra adempiano la loro missione nei dolci uffici della carità. Alcuni di loro compiono i sacrifici più nobili per amore al loro Redentore. Una povera donna cercò di essere ammessa a uno dei nostri grandi raduni missionari a Exeter Hall. Il giovane che faceva da portiere le chiese il biglietto. «Non ne ho», fu la risposta; "Non posso permettermi di abbonarmi". «Non si può entrare senza biglietto», fu la secca replica. «Credo, signore», disse la vedova, «di aver dato più di quanto abbiate mai dato voi alla società; Ho dato un unico figlio, ed egli sta lavorando per la vostra società in India". La vedova fu ammessa allegramente su questa affermazione. (J. M. Randall.)

Zelo familiare:

(I.) Donne importanti

1.) All'interno del cerchio della storia biblica

2.) Nella storia

(II.) L'influenza della donna

1.) Per il male. Jezebel; mogli di Salomone; devoti della moda, &c

2.) Per sempre. (Commento omiletico.)

15 CAPITOLO 3

Neemia 3:15

Vicino al giardino del re.-Il giardino del re:-

Ci sono sei di questi "giardini del re" ai quali ti condurrò, ma non avremo il tempo di soffermarci in più di uno di essi

(I.) Il giardino del paradiso, che era situato in mezzo all'Eden

(II.) Il giardino del Getsemani

(III.) Il giardino della sepoltura e della risurrezione

(IV.) Il giardino del cuore umano. Il cuore è destinato ad essere un giardino per Dio. Per natura merita a malapena questo nome; è piuttosto un intricato deserto di ogni sorta di cose rumorose. Cosa si deve fare a questo giardino trascurato? L'aratro ruvido della convinzione deve essere trascinato attraverso di esso. La vanga dell'afflizione deve rompere la superficie, frantumare le zolle e uccidere le erbacce. In questo terreno preparato lo Spirito Santo deve mettere i semi della fede, dell'amore e della speranza, della pazienza e della perseveranza e dello zelo. Allora ci deve essere prosciugato molto superfluo di cattiveria e eccesso di fiducia carnale, o il nostro cuore sarà una fredda palude, un'inutile palude che uccide le piante. E oltre a tutto questo, ci deve essere una costante zappatura, rastrellamento e scavo. Dopo che un giardino è stato fatto, le aiuole non vengono mai lasciate sole a lungo; Se fossero stati lasciati a se stessi, avrebbero presto riprodotto le erbacce e sarebbero tornati alla vecchia confusione. Quindi, con il giardino del cuore, la pulizia e la potatura devono essere fatte ogni giorno, e Dio deve farlo attraverso noi stessi, e noi dobbiamo farlo attraverso l'esame costante e il pentimento

(V.) Il giardino della Chiesa Cristiana. Seguimi in ogni parola del testo

1.) Che cos'è? Un giardino. Così è chiamato nel libro del Cantico dei Cantici. Molti pensieri sono raccolti in quell'unica metafora come le api in un alveare

(1) Implica la separazione. Desidero ardentemente vedere il muro di separazione tra la Chiesa e il mondo allargato e rafforzato. I cristiani dovrebbero sempre indossare i loro reggimenti come soldati di Cristo. Devono partire senza che l'accampamento porti il Suo rimprovero. "Non conformatevi a questo mondo".

(2) È un luogo di ordine. Quando si entra in un giardino, non si trovano le piante disposte in ogni modo, ma il giardiniere saggio le dispone secondo le loro tinte e sfumature, in modo che in piena estate il giardino sembri un arcobaleno che è stato fatto a pezzi e calato sulla terra. Cerchiamo tutti di mantenere l'ordine in ogni cosa come servi di Cristo. Noi non cerchiamo l'ordine che consiste nel far dormire tutti al loro posto, come cadaveri nelle catacombe, ma vogliamo l'ordine che trova tutti a lavorare al loro posto per la causa comune del Signore Gesù

(3) Un giardino è un luogo di bellezza. Tale dovrebbe essere la Chiesa cristiana. Se non c'è santità, non c'è amore, non c'è zelo, non c'è devozione fuori nel mondo, tuttavia dovreste vedere queste cose nella Chiesa

(4) È un luogo di crescita

(5) È un luogo di pensionamento. Quando un uomo è nel suo giardino, non si aspetta di vedere tutti i suoi clienti che si infilano tra le aiuole per fare affari con lui. Così il Signore Gesù vuole che riserviamo la Chiesa perché sia un luogo in cui Egli può manifestarsi a noi come non fa al mondo

2.) Di chi è? È il giardino del re. L'ha scelta per Sé. L'ha comprato. Quale nobiltà dà questo alla Chiesa di Cristo?

3.) Di cosa ha bisogno?

(1) Richiede lavoro. In ogni Chiesa ci dovrebbe essere...

(a) Fioriere. La scorsa settimana ho ricevuto una lettera da una giovane donna. Dice che è qui da due anni, che è stata molto preoccupata per la sua anima, e ha spesso desiderato che qualcuno le parlasse, ma nessuno l'ha fatto. Qualcuno è stato negligente, molto negligente. Vogliamo fioritori che possano prendere i giovani marsupi e metterli dove cresceranno

(b) Alcuni per vegliare su quelli che sono piantati

(c) Alcuni per raccogliere i dispersi

(d) Alcuni per bruciare la spazzatura e spazzare le foglie. Nella chiesa migliore ci sarà sempre qualche foglia che cade. Ogni volta che un fratello vede qualcosa di male, dovrebbe spazzarlo via e non dire nulla al riguardo. Ogni volta che vi accorgete che un certo fratello sta andando un po' storto, parlategli tranquillamente; non diffonderlo in tutta la Chiesa e non creare gelosie e sospetti. Raccogli la foglia e distruggila. Quando un fratello ti ha offeso, così che ti senti contrariato, perdonalo. Se tutti cercassero di fare la pace, non ci sarebbe mai stato molto accumulo di discordia nel giardino del Re a infastidirlo

(2) Vuole nuovi impianti

(3) Vuole la pioggia e il sole, la rugiada dello Spirito Santo e il sole del favore divino

4.) Cosa produce? "In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto".

(VI.) Il giardino del paradiso lassù Apocalisse 22:1-5. (C. H. Spurgeon.)

Il giardino del cuore:

Molto spesso, quando passo per un giardino, mi imbatto in un po' di terreno delimitato dal resto da un bastone o da una fila di pietre, e qualche ragazzo o qualche fanciulla viene di corsa; "Questo è il mio giardino", dicono, "tutto mio, per farne quello che voglio". Ora, ognuno di noi ha un giardino, il nostro, eppure dovrebbe essere, e deve essere, il giardino del Re. È il giardino del cuore

(I.) Vorrei che ricordaste che i giardini sono fatti di rifiuti. Vogliamo che il nostro cuore sia buono e gentile, e come dovrebbe essere il giardino di un re; e guardiamo i rovi e i luoghi desolati, e a volte temiamo che non si possa mai fare un giardino. "Non sarò mai buono", dici; «Non sarò mai come il tal dei tali». Quando ero un ragazzino imparai a disegnare, e un giorno, quando ci avevo provato più e più volte, e non ci ero riuscito, gettai giù la matita e dissi con rabbia: "Non sarò mai in grado di disegnare". Il padrone era un uomo molto gentile e molto saggio. Lui rise piacevolmente e disse: «Vieni, non è mai molto tempo. Non sapevo disegnare meglio di quanto sapessi fare tu quando avevo la tua età". Questo mi ha dato nuova vita. Lui che sapeva disegnare qualsiasi cosa con la matita, e poteva farla esattamente bene con un solo tocco... pensare che una volta non sapeva disegnare meglio di me! Ci riprovai allora, e non mi sentii mai incline a mollare dopo. E così per tutte le brave persone che siano mai vissute, i loro cuori erano selvaggi e desolati prima di diventare il giardino del Re

(II.) Prima che il Re possa fare un giardino, deve possedere la terra. Gesù ci dice: "Figlio mio, dammi il tuo cuore". Vuole il cuore, non perché sia un giardino, ma per farne un giardino del Re

(III.) Deve essere disboscato e piantato. "Ah", dite, "questo è un lavoro duro". Le erbacce cresceranno così velocemente quando le avrai estirpate. Ma supponiamo che tu possa convincere qualcuno a venire a cambiare il terreno, in modo che invece di produrre erbacce produca fiori e frutti. Questo è proprio ciò che possiamo fare. Gesù è venuto apposta per creare cuori puri

(IV.) Dobbiamo tenere questo giardino per il Re

1.) Dobbiamo piantarlo bene. "Il seme è la Parola di Dio".

2.) Dobbiamo annaffiarlo due volte al giorno, e la preghiera è l'irrigazione

3.) Dobbiamo stare in guardia contro i nemici. Quando ero ragazzo mettevamo dei mucchietti di "granelli" per attirare le lumache e le lumache, per poi sgattaiolare fuori di notte con una lanterna e prendere queste creature dispettose, che altrimenti avrebbero rovinato tutti i frutti e molti dei fiori. Abbiate cura di queste, delle abitudini che rovinano tutta la frutta; delle piccole negligenze e dimenticanze che rovinano il giardino del Re. I peschi e i susini hanno una stuoia o una rete appesa davanti a loro, d'inverno per tenere lontane le gelate, o d'estate per tenere lontani gli uccelli indaffarati. Dobbiamo stare attenti a tutto ciò che danneggia il giardino del Re. Dobbiamo stare in guardia contro i cattivi compagni, i cattivi libri e le cattive influenze di ogni genere, e anche contro le parole affrettate, i modi sconsiderati e i piccoli pensieri e sentimenti dannosi

(V.) Se è il giardino del Re, il Re stesso vi verrà. Ciro era solito dire: "Mi interesso così tanto del mio giardino perché ho piantato ogni pianta e ho seminato ogni seme in esso". È così che Gesù ama il suo giardino. L'ha trasformata da un deserto in un giardino, ha seminato il buon seme e ha piantato gli alberi. Ho sentito parlare di un pover'uomo che viveva in una casetta molto povera, lontana da tutti gli altri. Un giorno qualcuno lo chiamò per vederlo e gli disse: "Amico mio, devi sentirti molto solo qui". "Solo", rispose lui, "ah, così potrei essere, ma Gesù è una compagnia così benedetta!" Aveva passeggiato nel giardino del Re con il Re, e questo lo rese così felice. (Marco Guy Pearse.)

28 CAPITOLO 3

Neemia 3:28

Dall'alto del cancello dei cavalli riparavano i preti, ognuno di fronte alla sua casa.-

Come addolcire la vita delle grandi città:

Interpreto queste parole principalmente come un suggerimento di alcune riflessioni applicabili ai doveri del popolo cristiano in vista dei bisogni spirituali delle nostre grandi città. Considera-

(I.) Le rovine che hanno bisogno di riparazioni. Se mi soffermo piuttosto sul lato oscuro che su quello luminoso della vita cittadina, non si capirà che le cause stesse che intensificano il male di una grande città stimolano il bene: l'attrito delle moltitudini e l'impeto dato in tal modo a tutti i tipi di attività mentale. La maggior parte di noi si è talmente familiarizzata con i mali che ci guardano in faccia ogni volta che usciamo sul marciapiede, che siamo arrivati a pensare ad essi come inseparabili dalla nostra vita moderna, come il rumore della ruota di una carrozza per la sua rotazione. Ed è così, allora? Deve essere che la struttura splendente della nostra società moderna, come un vecchio tempio messicano, deve essere costruita su uno strato di uomini viventi gettati dentro per gettare le fondamenta? Se è così, allora mi permetto di dire che in larga misura il progresso è un'illusione, e che la vita semplice delle comunità agricole è migliore di questa malsana aggregazione di uomini. L'inizio dell'opera di riparazione di Neemia fu quella triste cavalcata di mezzanotte intorno alle mura in rovina. Perciò c'è un solenne obbligo imposto al popolo cristiano di familiarizzarsi con i terribili fatti, e poi di meditare su di essi, finché la compassione di Cristo, premendo contro le cateratte del cuore, li spalanca e fa uscire un fiume di utile pietà e di opere salvifiche Proverbi 24:11, 12

(II.) La rovina deve essere riparata principalmente dal vecchio vangelo di Gesù Cristo. Lungi da me il porre rimedi l'uno contro l'altro. Le cause sono complicate e la cura deve essere complicata quanto le cause. L'intemperanza deve essere combattuta con la predicazione distinta dell'astinenza e con l'invocazione di restrizioni legislative al traffico. Le case povere devono essere affrontate con una riforma sanitaria. L'arte e la musica, i quadri e il giardinaggio delle finestre, ecc., daranno il loro aiuto per ammorbidire e raffinare. Io dico, Dio si affretti a fare tutto questo, ma credo che servirò al meglio la mia generazione cercando di far sì che gli uomini amino e temano Gesù Cristo, il Salvatore. Questo produrrà nuovi gusti e nuove inclinazioni, che si riformeranno, addolciranno e purificheranno più velocemente di qualsiasi altra cosa

(III.) Questo rimedio deve essere applicato dall'azione individuale degli uomini e delle donne cristiani sulle persone a loro più vicine. Se vuoi fare del bene alla gente, devi pagarne il prezzo. Quel prezzo è il sacrificio personale e lo sforzo. Un cuore amorevole e una parola comprensiva, l'esibizione della vita e della condotta cristiana, il fatto di scendere in mezzo al male, sono gli unici magneti antiquati da cui gli uomini sono attratti a una vita più pura e più elevata. Questo è il modo in cui Dio salva il mondo: con l'azione di singole anime su singole anime. "I sacerdoti ripararono ciascuno contro la propria casa". Il possesso implica responsabilità. Otteniamo la grazia per noi stessi per poterla trasmettere. "Dio ha rifulso nei nostri cuori, affinché possiamo dare la luce della conoscenza della gloria di Dio nel volto di Gesù Cristo". Non c'è nulla di più potente della confessione dell'esperienza personale. Se, come Andrea, avete trovato il Messia, potete dirlo. Tutti possono predicare chi può dire: "Abbiamo trovato il Cristo". L'esistenza di una Chiesa in cui i lavoratori siano numerosi quanto i cristiani dovrebbe essere qualcosa di più di un sogno utopico. Ci sono persone nelle vostre case, persone che siedono accanto a voi nel vostro ufficio contabile, sui banchi del vostro college, che lavorano al vostro fianco in un mulino o in una fabbrica o in un magazzino, che incrociano il vostro cammino in cento modi, e Dio ve le ha date perché possiate portarle a Lui. Oh! se viveste più vicini a Cristo, prendereste il fuoco sacro da Lui, e come un pezzo di ferro freddo che giace accanto a una calamita, toccandoLo, diventereste voi stessi magnetici, e attirereste gli uomini fuori dal loro male e li portereste a Dio. (A. Maclaren, D.D.)

Cercasi un risveglio personale:

C'erano una volta molti cristiani che si riunivano per pregare per un risveglio nella grande città in cui vivevano. Per una settimana pregarono: «Signore, ravviva la città!», ma i cieli erano come rame. Per alcune settimane continuarono a pregare quasi altrettanto ampiamente e indefinitamente, finché un amico, che sentiva il bisogno di essere rianimato individualmente, esclamò: "O Signore, ravviva la Tua opera nel mio cuore! O Signore, rianimami!" Ci fu una rottura generale alla fine di questa preghiera. Si cercò e si concesse un risveglio personale, e il lavoro divenne presto diffuso e profondo. Una volta una chiesa battista di New York cercò l'influenza benevola dello Spirito Santo, ma non ci fu alcuna consapevolezza di risposta o benedizione fino a quando un fratello di colore, devoto e serio, rispettato e amato da tutti, si inginocchiò e, con voce strozzata, pregò nella lingua del 51° Salmi

Riferimenti incrociati:

Neemia 3

1 Ne 12:10; 13:28
Ne 12:39; Giov 5:2
Ne 12:30; De 20:5; Sal 30:1; Prov 3:6,9
Ne 12:39; Ger 31:38; Zac 14:10

2 Ne 7:36; Esd 2:34
Ne 10:12

3 Ne 12:39; 2Cron 33:14; Sof 1:10
Ne 3:6; 2:8
Ne 6:1; 7:1

4 Ne 3:21; 10:15
Esd 8:33
Ne 10:7

5 Ne 3:27; 2Sa 14:2; Am 1:1
Giudic 5:23; Ger 5:4,5; 1Co 1:26; 1Ti 6:17,18
Ger 27:2,8,12; 30:8,9; Mat 11:29; At 15:10

6 Ne 12:39

7 Gios 9:3-27; 2Sa 21:2
Ne 3:19; 2Cron 16:6
Ne 2:8

8 Ne 3:31,32; Is 46:6
Ge 50:2; Eso 30:25; Ec 10:1
Ne 12:38

9 Ne 3:12,17

10 Ne 3:23,28-30
Ne 10:4

11 Ne 10:5
Ne 7:11; 10:14; Esd 2:6; 8:4
Ne 12:38

12 Ne 3:9,14-18
Eso 35:25; At 21:8,9; Fili 4:3

13 Ne 2:13
Ne 11:30; Gios 15:34,56; 1Cron 4:18

14 Ne 2:13; 12:31
Ne 3:9,12,15-18
Ger 6:1

15 Ne 2:14; 12:37; 2Cron 32:30
Ne 3:9,12,14
Ne 3:7; Giudic 20:1,3
Ger 40:6
Is 8:6
Lu 13:4; Giov 9:7
2Sa 5:6,7

16 Ne 3:9,12,14
Gios 15:58; 1Cron 2:45; 2Cron 11:7
2Cron 16:14; At 2:29
2Re 20:20; Is 7:3; 22:11
1Re 14:27,28; 2Cron 12:10,11; CC 3:7

17 Ne 3:16; 1Cron 23:4
Gios 15:44; 1Sa 23:1,2-13

19 Ne 10:9; 12:8
Ne 3:15
2Cron 26:9

20 Ec 9:10; Rom 12:11
Ne 3:1,21; 12:22,23; 13:4,28

21 Ne 3:4
Ne 7:63; Esd 2:61

22 Ne 6:2; 12:28

23 Ne 3:10,29,30
Ne 10:2
Ne 8:4,7

24 Ne 10:9
Ne 3:11,19,27
Ne 3:20

25 Ger 22:14; 39:8
Ne 12:39; Ger 32:2; 33:1; 37:21; 39:15
Ne 8:4
Ne 7:8; Esd 2:3

26 Ne 7:46-56; 10:28; 1Cron 9:2; Esd 2:43-58
Ne 3:27; 11:21; 2Cron 27:3; 33:14
Ne 8:1,3; 12:37

27 Ne 3:5
Ne 3:26

28 2Re 11:16; 2Cron 23:15; Ger 31:40
Ne 3:10,23

29 Ne 7:40; Esd 2:37
Esd 10:2
Ger 19:2

30 Ne 3:21
Ne 3:4

31 Ne 3:8,32

32 Ne 3:1; 12:39; Giov 5:2
Ne 3:8,31

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