Neemia 6

1 INTRODUZIONE A NEEMIA 6

Sanballat e i suoi fratelli, sentendo che le mura erano finite, mandarono da Neemia, per avere un incontro con lui in un luogo chiamato, che egli rifiutò, Neemia 6:1,2, poi gli inviarono una lettera terrificante, suggerendo che lui, e gli ebrei con lui, sarebbero stati trattati come ribelli, poiché la loro intenzione, come riferito, era di farlo re, la quale lettera egli non considerò, Neemia 6:3-9, poi assunsero alcuni che pretendevano di essere profeti per consigliargli di fuggire al tempio per sicurezza, cosa che egli rifiutò, Neemia 6:10-14 e così l'opera proseguì e fu terminata, sebbene ci fosse una corrispondenza segreta tra i loro nemici e alcuni falsi fratelli tra loro, Neemia 6:15-19

Versetto 1. Quando Sanballat, Tobia, Ghesem l'Arabo e tutti gli altri nostri nemici seppero che io avevo costruito le mura,

Abbastanza finito:

e che non vi era rimasta alcuna breccia; ma tutto era composto fermo e forte:

sebbene in quel momento non avessi messo le porte sui cancelli; non su tutti loro, anche se alcuni potrebbero farlo per i particolari costruttori di essi; e tutti potevano essere già pronti, anche se non ancora messi sui cardini

2 Versetto 2. Allora Sanballat e Ghesem mi mandarono:

Messaggeri:

dicendo: Vieni, incontriamoci in uno dei villaggi; in Cephirim, che Jarchi prende per il nome di un luogo, forse lo stesso con Cephirah, una città della tribù di Beniamino, Giosuè 18:26

nella pianura di Ono; che era nella stessa tribù, vedi 1Cronache 8:12, potevano fingere un incontro amichevole, per appianare le divergenze tra loro, o per conversare insieme sull'interesse generale del re di Persia in quelle parti:

ma pensavano di farmi del male; ucciderlo, o almeno confinarlo; O lo congetturò dal loro carattere generale e dal loro comportamento, o aveva l'intelligenza del loro disegno

3 Versetto 3. E mandai loro messaggeri,

Egli non mostrò loro alcun disprezzo aperto, né rispose per mezzo del messaggero che veniva da loro, ma mandò loro alcuni dei suoi:

dicendo: Sto facendo una grande opera; si trattava di un affare di grande importanza, molto occupato, e non si dava il tempo di dare loro un incontro:

così che non posso scendere; Essendo Gerusalemme costruita su un'altura, e il luogo proposto per incontrarsi in una pianura, andandovi si esprime con la discesa:

perché l'opera dovrebbe cessare, mentre io la lascio, e scendere da te? a significare che sarebbe cessato se l'avesse lasciato; ed essendo di maggiore importanza di qualsiasi cosa su cui potrebbero avere da conversare, egli sostiene che sarebbe sbagliato rinunciarvi per un tale motivo; Questa era la ragione che riteneva opportuno dare, ma non era l'unica, né la principale, che è stata suggerita nel versetto precedente

4 Versetto 4. Eppure mi hanno mandato quattro volte in questo modo,

Essendo molto desiderosi di prenderlo nelle loro mani, e quindi erano molto pressanti e importuni:

e io risposi loro allo stesso modo; ogni volta come prima, essendo tanto deciso a finire il lavoro quanto loro a distoglierlo da esso

5 Versetto 5. Allora Sanballat, suo servo, mi mandò per la quinta volta allo stesso modo,

Nel suo nome, né Tobia né Ghesem si unirono a lui, essendo egli più sollecito e ansioso di prenderlo nelle sue mani di chiunque di loro; e può essere, come alcuni pensano, fingere più amicizia per lui che gli altri, e quindi scrivere da soli, come se non sapessero nulla dei suoi scritti:

con una lettera aperta in mano: la quale, avendo in essa un'intimazione che Neemia era colpevole di tradimento, chiunque volesse leggerla, e così diffondeva la diffamazione

6 Versetto 6. In cui è stato scritto, è riportato tra i pagani,

Tra le diverse nazioni confinanti; Era una faccenda di cui non si sussurrava solo tra pochi; Era un discorso comune, era sulla bocca di tutti in diverse nazioni:

e Gashmu lo dice; lo stesso con Gheshem l'Arabo; egli lo afferma, e si atterrà alla sua affermazione, e si impegna a mettere in pratica ciò che dice; lo cita per nome, che sapeva non si sarebbe offeso con lui per averne fatto uso, e che senza dubbio era d'accordo che lo facesse; affinché Neemia non pensasse che questo fosse il discorso di alcuni del rango inferiore del popolo, ma fu anche affermato nientemeno che dal governatore del re in Arabia:

che tu e i Giudei pensiate di ribellarvi; che avevano ordito un complotto e prendevano provvedimenti per sollevare una ribellione contro il re di Persia e ribellarsi contro di lui.

per questo motivo costruisci le mura; le mura di Gerusalemme, per la loro sicurezza contro qualsiasi forza che potesse essere inviata per reprimerli.

affinché tu possa essere il loro re, secondo queste parole; scritto in questa epistola, e riportato tra i pagani

7 Versetto 7. E tu hai anche costituito dei profeti per predicare la tua predica a Gerusalemme,

Disse questo per coprire ciò che lui e Tobia avevano fatto, manomettendo, corrompendo e assoldato i profeti per scoraggiarlo e metterlo su metodi per cui l'opera sarebbe cessata:

dicendo: C'è un re in Giuda; oltre Artaserse, a cui toglievano il giogo, avendo avuto un re tutto loro, e in mezzo a loro:

e ora sarà riferito al re, secondo queste parole; Una notizia come questa, e con queste stesse parole, giungerà presto alle orecchie del re di Persia:

Venite dunque e consultiamoci insieme; escogita il metodo migliore per porre fine a questa notizia, se falsa, e per cancellare il biasimo che è su di te e può colpirci; e così, in parte terrorizzandolo, e in parte fingendo amicizia con lui, sperava di prenderlo nelle sue mani

8 Versetto 8. Allora gli mandai a dire:

Che si tratti di una lettera o di un messaggero non è detto:

dicendo che non si fanno cose come tu dici; che c'era qualche complotto per ribellarsi e farlo re, o che i profeti erano stati nominati per dichiararlo tale.

ma tu li fingi di cuore; in breve, che non erano altro che menzogne di sua invenzione

9 Versetto 9. perché tutti ci hanno fatto paura,

O tutti voi, come lo interpreta Aben Esdra; o tutte le nazioni pagane, come Jarchi; Questo era il disegno di tutte quelle notizie scandalose, per intimidirli, e di ciò si compiacevano, come segue:

le loro mani saranno indebolite dal lavoro, perché non sia più fatto; Speravano che questo sarebbe stato l'effetto di quei rapporti inviati loro:

ora, dunque, o Dio, rafforza le mie mani; e non abbiano ciò che vogliono e sperano; secondo Aben Esdra, queste parole sono dirette a Sanballat, che se fosse stato un amico, come pretendeva, invece di indebolirsi, avrebbe rafforzato le sue mani con una sincera riconciliazione; così Vatablus; ma sono un discorso a Dio, essendo queste brevi giaculatorie usuali con Neemia

10 Versetto 10. Poi giunsi alla casa di Semaia, figlio di Delaia, figlio di Mehetabeel, che era stato rinchiuso.

O nella propria casa, o in una camera del tempio, come se si fosse dedicato alla meditazione, al digiuno e alla preghiera; o, come avrebbe potuto suggerire a Neemia, per la sua sicurezza, e così lo progettò come esempio per lui; quest'uomo poteva essere un sacerdote della condotta di Delaia, 1Cronache 24:18 o comunque era una persona di cui Neemia aveva una buona opinione, e veniva da lui sulle lettere inviategli dai suoi nemici, per consultarsi con lui, e con gli altri, poiché avevano suggerito che avesse nominato dei profeti per parlare di lui come di un re.

ed egli disse: Raduniamoci nella casa di Dio, dentro il tempio, e chiudiamo le porte del tempio; Sembra che si trovasse in casa sua, o in una camera del tempio, che pensasse che non fosse abbastanza segreto e sicuro, e quindi propose di entrare nel tempio, nel luogo santo, dove non potevano andare se non i sacerdoti:

perché verranno a ucciderti; intendendo i suoi nemici, Sanballat e i suoi compagni:

sì, di notte verranno a ucciderti; quella stessa notte, e quindi non si doveva perdere tempo a provvedere alla sua sicurezza

11 Versetto 11. E io dissi: "Dovrebbe fuggire un uomo come me?".

Il commissario del re, che aveva la direzione e la direzione di tutta la faccenda della costruzione delle mura di Gerusalemme, da cui dipendeva interamente; perché, se si fosse assentato, il popolo se ne sarebbe andato e avrebbe lasciato il suo lavoro, e la città e le mura sarebbero rimaste indifese, come si sperava da questo piano; e che aveva espresso tanta fiducia in Dio, e aveva avuto tanto successo:

e chi c'è, che, essendo come io sono; in un tale incarico, e in tali circostanze, e da cui tanto dipendeva:

sarebbe entrato nel tempio per salvargli la vita? o dove c'erano poche ragioni per credere che sarebbe stato conservato a lungo, se avesse fatto un passo del genere:

Non entrerò; come non essendo né legale, né onorevole, né sicuro

12 Versetto 12. Ed ecco, mi resi conto che Dio non l'aveva mandato,

Perché egli consigliava a ciò che era contro la causa di Dio e della vera religione:

ma che pronunciò la profezia contro di me; poiché fuggendo, come egli consigliava, sembrerebbe che egli si fosse reso colpevole dei crimini di ribellione e di tradimento di cui era accusato; e lasciando il popolo, come se si fosse disgregato, egli stesso non poté rimanere a lungo al sicuro, no, non nel tempio.

perché Tobia e Sanballat lo avevano assoldato; Lo scoprì in seguito, con l'intenzione di intimidirlo, e di prendere misure tali da perdere così il suo carattere e la sua influenza

13 Versetto 13. Perciò egli è stato assunto perché io abbia paura, e lo faccia, e pecchi,

Diffidando della potenza e della provvidenza di Dio per proteggerlo, ed entrando in una parte del tempio in cui egli, non essendo un sacerdote, non aveva il diritto di entrare:

e perché avessero motivo di cattiva notizia, per rimproverarmi; come un ribelle e un traditore contro il re, che era stato riferito di lui, e che sarebbe stato rafforzato da un tale passo

14 Versetto 14. Mio Dio, pensa a Tobia e a Sanballat secondo queste loro opere,

I loro malvagi consigli e le loro trame, non solo li confondono e li delude, ma li ricompensano come meritano:

e sulla profetessa Noadia: che Aben Esdra ritiene essere lo stesso con Semaia, perché disse, נועד, "incontriamoci", ecc. Neemia 6:10, ma senza dubbio è il nome di una donna, una falsa profetessa, e fu assunta, e nello stesso schema con Semaia:

e il resto dei profeti che mi avrebbero messo in paura; e così lo mise in cammino, lasciando il popolo e il lavoro in cui era impegnato, e fuggì per la sua salvezza; Sembra che ce ne fossero più di quelli menzionati per nome, che cercavano di scoraggiarlo e intimidirlo

15 Versetto 15. Così il muro fu terminato il venticinquesimo giorno del mese di Elul,

Il sesto mese, che comprende parte di agosto e parte di settembre:

in cinquantadue giorni; che Aben Esdra calcola dal tempo in cui Sanballat inviò la sua lettera a Neemia, quando non mancava altro che mettere le porte sulle porte, Neemia 6:1, ma piuttosto queste, con Jarchi, devono essere contate dal momento in cui la costruzione fu iniziata; che, risalendo dal venticinque di Elul, sembrerà che sia iniziato il terzo giorno del quinto mese di Ab; né c'è bisogno di pensare che ciò sia incredibile, considerando il numero degli operai, il loro ardore e la loro diligenza nel costruire, e che le mura non furono interamente costruite tutt'intorno, ma solo riparate, e le brecce riparate, e gran parte dei vecchi materiali che erano a portata di mano, e la pietra non tagliata, e specialmente assistiti dalla benedizione di Dio, che successe all'impresa: né mancano esempi simili a questo; e come è osservato da molti da Curzio, le mura della nuova Alessandria, che erano lunghe sessanta stadi, o più di sette miglia, furono terminate in diciassette giorni; se si deve credere a Niceforo, le alte mura che circondavano Costantinopoli, ed erano venti miglia di circonferenza, furono terminate in due mesi. Non è da considerare Giuseppe Flavio che, contrariamente alle Scritture, questo muro di Gerusalemme ha richiesto due anni e quattro mesi di costruzione

16 Versetto 16. E quando tutti i nostri nemici udirono ciò,

Che il muro era finito:

e tutte le nazioni che erano intorno a noi videro queste cose; le nazioni vicine, che non solo udirono con le loro orecchie, ma videro con i loro occhi ciò che era accaduto.

erano molto abbattuti ai loro stessi occhi; attraverso la vergogna e la confusione, a causa delle loro stesse beffe e scherni; attraverso il dolore e la vessazione per l'inaspettato successo degli ebrei, e attraverso la paura di loro che era caduta su di loro, come nota Jacchi:

poiché si rendevano conto che quest'opera era opera del nostro Dio; la sua speciale provvidenza e benedizione che l'accompagnavano, come appariva dal fatto che fu così presto attuato

17 Versetto 17. Inoltre, a quei tempi,

Mentre il muro era in costruzione:

i nobili di Giuda mandarono molte lettere a Tobia, e le lettere di Tobia giunsero a loro; le lettere si scambiavano spesso tra loro, lo informavano di come andavano le cose a Gerusalemme, e lui li consigliava su ciò che era dannoso per il vero interesse della loro nazione; tali falsi amici avevano Neemia intorno a sé, eppure l'opera riuscì sotto di lui; il che lo mostrò tanto più di essere di Dio

18 Versetto 18. Poiché in Giuda c'erano molti che gli avevano giurato,

A Tobia, che non solo in privato corrispondeva con lui per lettere, ma si impegnava con un giuramento a lui di essere fedeli ai suoi interessi, e di fare come egli avrebbe dovuto consigliarli:

perché era genero di Secania, figlio di Arah; di una famiglia che venne fuori da Zorobabele dalla cattività, Esdra 2:5 e molto probabilmente di notevole importanza:

e suo figlio Johanan aveva preso la figlia di Meshullam, figlio di Berechia; una persona molto eminente, interessata alla costruzione del muro, Neemia 3:4,30

19 Versetto 19. E riferirono le sue buone opere davanti a me,

Lo raccomandò come un uomo molto degno, meritevole di rispetto e di attenzione da parte di Neemia, e di essere preso nella sua amicizia, e ammesso a conversare con lui, il cui consiglio e consiglio poteva essere utile:

e gli rivolsi le mie parole; riferì sia ciò che disse che ciò che fece; poiché la parola usata significa sia parole che azioni:

e Tobia mandò lettere per mettermi in paura; percependosi, dall'intelligenza dei suoi amici, che Neemia non avrebbe avuto nulla da dirgli, né avere a che fare con lui, lo minacciò

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