Nuova Riveduta:

Neemia 9

Il popolo digiuna e confessa i suoi peccati
1 Il ventiquattresimo giorno dello stesso mese, i figli d'Israele si radunarono, vestiti di sacco e coperti di polvere, per celebrare un digiuno. 2 Quelli che appartenevano alla discendenza d'Israele si separarono da tutti gli stranieri, si presentarono davanti a Dio e confessarono i loro peccati e le iniquità dei loro padri. 3 Si alzarono in piedi nel posto dove si trovavano e ascoltarono la lettura del libro della legge del SIGNORE, loro Dio, per un quarto della giornata; e per un altro quarto essi fecero la confessione dei peccati, e si prostrarono davanti al SIGNORE, loro Dio.
4 Iesua, Bani, Cadmiel, Sebania, Bunni, Serebia, Bunni e Chenani salirono sulla tribuna dei Leviti e invocarono ad alta voce il SIGNORE loro Dio. 5 I Leviti Iesua, Cadmiel, Bani, Casabneia, Serebia, Odia, Sebania e Petaia dissero: «Alzatevi e benedite il SIGNORE, vostro Dio, di eternità in eternità! Si benedica il tuo nome glorioso, che è esaltato al di sopra di ogni benedizione e di ogni lode!
6 Tu, tu solo sei il SIGNORE! Tu hai fatto i cieli, i cieli dei cieli e tutto il loro esercito, la terra e tutto ciò che è sopra di essa, i mari e tutto ciò che è in essi, e tu fai vivere tutte queste cose, e l'esercito dei cieli ti adora. 7 Sei tu il SIGNORE Dio che hai scelto Abramo, lo hai fatto uscire da Ur dei Caldei e gli hai dato il nome di Abraamo; 8 tu hai trovato il suo cuore fedele davanti a te e hai concluso un patto con lui, promettendogli di dare alla sua discendenza il paese dei Cananei, degli Ittiti, degli Amorei, dei Ferezei, dei Gebusei e dei Ghirgasei; tu hai mantenuto la tua parola, perché sei giusto.
9 Tu hai visto l'afflizione dei nostri padri in Egitto e hai udito il loro grido presso il mar Rosso. 10 Hai operato miracoli e prodigi contro il faraone, contro tutti i suoi servi, contro tutto il popolo del suo paese, perché sapevi che essi avevano trattato i nostri padri con prepotenza. Così ti sei fatto un nome come quello che hai in questo giorno. 11 Hai aperto il mare davanti a loro, ed essi sono passati in mezzo al mare all'asciutto; tu hai gettato nell'abisso quelli che li inseguivano, come una pietra in fondo ad acque vorticose. 12 Di giorno li guidavi con una colonna di nuvola, e di notte con una colonna di fuoco per illuminare loro il cammino da percorrere. 13 Sei sceso sul monte Sinai e hai parlato con loro dal cielo dando loro prescrizioni giuste e leggi di verità, buoni precetti e buoni comandamenti. 14 Hai fatto loro conoscere il tuo santo sabato e hai dato loro comandamenti, precetti e una legge per mezzo di Mosè, tuo servo. 15 Davi loro pane dal cielo quando erano affamati, e facevi scaturire acqua dalla roccia quando erano assetati, e hai detto loro che andassero a prendere possesso del paese che avevi giurato di dar loro.
16 Ma i nostri padri si sono comportati con superbia, irrigidendo i loro colli e non ubbidendo ai tuoi comandamenti. 17 Hanno rifiutato di ubbidire e non si sono ricordati delle meraviglie da te fatte in loro favore; e hanno irrigidito i loro colli e, nella loro ribellione, si sono voluti dare un capo per tornare alla loro schiavitù. Ma tu sei un Dio pronto a perdonare, misericordioso, pieno di compassione, lento all'ira e di gran bontà, e non li hai abbandonati. 18 Anche quando si erano fatti un vitello di metallo fuso, dicendo: "Ecco il tuo Dio che ti ha fatto uscire dall'Egitto!", e ti avevano oltraggiato gravemente, 19 tu, nella tua immensa misericordia, non li hai abbandonati nel deserto: la colonna di nuvola che stava su di loro non cessava di guidarli durante il giorno, lungo il loro viaggio, e la colonna di fuoco non cessava di illuminare loro il cammino da percorrere di notte. 20 Hai dato loro il tuo buono Spirito per istruirli; non hai rifiutato la tua manna alle loro bocche e hai dato loro acqua quando erano assetati. 21 Per quarant'anni li hai sostentati nel deserto, e non è mancato loro nulla; i loro vestiti non si sono logorati e i loro piedi non si sono gonfiati. 22 Hai dato loro regni e popoli, li hai divisi fra loro definendone i confini; essi hanno posseduto il paese di Sicon, cioè il paese del re di Chesbon, e il paese di Og, re di Basan. 23 Hai moltiplicato i loro figli come le stelle del cielo, e li hai introdotti nel paese in cui avevi promesso ai loro padri di farli entrare per possederlo. 24 I loro figli vi sono entrati e hanno preso possesso del paese; tu hai umiliato davanti a loro i Cananei che abitavano il paese, e li hai consegnati nelle loro mani con i loro re e con i popoli del paese, perché li trattassero come volevano. 25 Essi sono diventati padroni di città fortificate e di una terra fertile, hanno posseduto case piene d'ogni bene, cisterne già scavate, vigne, oliveti, alberi fruttiferi in abbondanza; hanno mangiato, si sono saziati, sono ingrassati e sono vissuti in delizie, per la tua gran bontà.
26 Ma essi hanno disubbidito, si sono ribellati contro di te, si sono gettati la tua legge dietro le spalle, hanno ucciso i tuoi profeti che li scongiuravano di tornare a te e ti hanno oltraggiato gravemente. 27 Perciò tu li hai messi in mano ai loro nemici, che li hanno oppressi; ma al tempo della loro afflizione essi hanno gridato a te, e tu li hai esauditi dal cielo; e, nella tua immensa misericordia, hai dato loro dei liberatori, che li hanno salvati dalle mani dei loro nemici. 28 Ma quando erano in pace, ricominciavano a fare il male davanti a te; perciò tu li abbandonavi nelle mani dei loro nemici, che diventavano loro dominatori; poi, quando ricominciavano a gridare a te, tu li esaudivi dal cielo; e così, nella tua misericordia, più volte li hai salvati. 29 Tu li scongiuravi per farli tornare alla tua legge; ma essi si inorgoglivano e non ubbidivano ai tuoi comandamenti, peccavano contro le tue prescrizioni che fanno vivere chi le mette in pratica. La loro spalla rifiutava il giogo, essi irrigidivano i loro colli e non volevano ubbidire. 30 Hai avuto pazienza con loro molti anni, mentre li avvertivi per mezzo del tuo Spirito e per bocca dei tuoi profeti; ma essi non vollero dare ascolto, e tu li hai messi in mano ai popoli dei paesi stranieri. 31 Però, nella tua immensa compassione, tu non li hai sterminati del tutto, e non li hai abbandonati, perché sei un Dio clemente e misericordioso. 32 Ora dunque, o Dio nostro, Dio grande, potente e tremendo, che mantieni il patto e agisci con misericordia, non ti sembrino poca cosa tutte queste afflizioni che sono piombate addosso a noi, ai nostri re, ai nostri capi, ai nostri sacerdoti, ai nostri profeti, ai nostri padri, a tutto il tuo popolo, dal tempo dei re d'Assiria fino a oggi. 33 Tu sei stato giusto in tutto quello che ci è accaduto, poiché tu hai agito fedelmente, mentre noi abbiamo agito da malvagi. 34 I nostri re, i nostri capi, i nostri sacerdoti, i nostri padri non hanno messo in pratica la tua legge e non hanno ubbidito né ai comandamenti né alle esortazioni con cui tu li scongiuravi. 35 Ma proprio mentre godevano del loro regno, dei grandi benefici che tu largivi loro e del vasto e fertile paese che tu avevi messo a loro disposizione, essi non ti hanno servito e non hanno abbandonato le loro opere malvagie. 36 E oggi eccoci schiavi! Eccoci schiavi nel paese che tu hai dato ai nostri padri, perché ne mangiassero i frutti e ne godessero i beni. 37 Esso moltiplica i suoi prodotti per i re ai quali tu ci hai sottoposti a causa dei nostri peccati, e che dispongono dei nostri corpi e del nostro bestiame a loro piacere; e noi siamo in grande angoscia.

Il popolo rinnova solennemente il patto con Dio
38 «A motivo di tutto questo, noi abbiamo fatto un patto stabile, lo abbiamo messo per iscritto; e i nostri capi, i nostri Leviti e i nostri sacerdoti vi hanno applicato il loro sigillo.

C.E.I.:

Neemia 9

1 Il ventiquattro dello stesso mese, gli Israeliti si radunarono per un digiuno, vestiti di sacco e coperti di polvere. 2 Quelli che appartenevano alla stirpe d'Israele si separarono da tutti gli stranieri, si presentarono dinanzi a Dio e confessarono i loro peccati e le iniquità dei loro padri. 3 Poi si alzarono in piedi nel posto dove si trovavano e fu fatta la lettura del libro della legge del Signore loro Dio, per un quarto della giornata; per un altro quarto essi fecero la confessione dei peccati e si prostrarono davanti al Signore loro Dio. 4 Giosuè, Bani, Kadmiel, Sebania, Bunni, Serebia, Bani e Kenani si alzarono sulla pedana dei leviti e invocarono a gran voce il Signore loro Dio. 5 I leviti Giosuè, Kadmiel, Bani, Casabnia, Serebia, Odia, Sebania e Petachia dissero: «Alzatevi e benedite il Signore vostro Dio ora e sempre! Si benedica il tuo nome glorioso che è esaltato al di sopra di ogni benedizione e di ogni lode! 6 Tu, tu solo sei il Signore, tu hai fatto i cieli, i cieli dei cieli e tutte le loro schiere, la terra e quanto sta su di essa, i mari e quanto è in essi; tu fai vivere tutte queste cose e l'esercito dei cieli ti adora. 7 Tu sei il Signore, il Dio che hai scelto Abram, lo hai fatto uscire da Ur dei Caldei e lo hai chiamato Abramo. 8 Tu hai trovato il suo cuore fedele davanti a te e hai stabilito con lui un'alleanza, promettendogli di dare alla sua discendenza il paese dei Cananei, degli Hittiti, degli Amorrei, dei Perizziti, dei Gebusei e dei Gergesei; tu hai mantenuto la tua parola, perché sei giusto. 9 Tu hai visto l'afflizione dei nostri padri in Egitto e hai ascoltato il loro grido presso il Mare Rosso; 10 hai operato segni e prodigi contro il faraone, contro tutti i suoi servi, contro tutto il popolo del suo paese, perché sapevi che essi avevano trattato i nostri padri con durezza; ti sei fatto un nome fino ad oggi. 11 Hai aperto il mare davanti a loro, ed essi sono passati in mezzo al mare sull'asciutto; quelli che li inseguivano tu li hai precipitati nell'abisso, come una pietra in fondo alle acque impetuose.
12 Li hai guidati di giorno con una colonna di nube e di notte con una colonna di fuoco, per rischiarare loro la strada su cui camminare. 13 Sei sceso sul monte Sinai e hai parlato con loro dal cielo e hai dato loro decreti giusti e leggi di verità, buoni statuti e buoni comandi; 14 hai fatto loro conoscere il tuo santo sabato e hai dato loro comandi, decreti e una legge per mezzo di Mosè tuo servo. 15 Hai dato loro pane del cielo quando erano affamati e hai fatto scaturire acqua dalla rupe quando erano assetati e hai comandato loro che andassero a prendere in possesso il paese che avevi giurato di dare loro.
16 Ma essi, i nostri padri, si sono comportati con superbia, hanno indurito la loro cervice e non hanno obbedito ai tuoi comandi; 17 si sono rifiutati di obbedire e non si sono ricordati dei miracoli che tu avevi operato in loro favore; hanno indurito la loro cervice e nella loro ribellione si sono dati un capo per tornare alla loro schiavitù. Ma tu sei un Dio pronto a perdonare, pietoso e misericordioso, lento all'ira e di grande benevolenza e non li hai abbandonati. 18 Anche quando si sono fatti un vitello di metallo fuso e hanno detto: Ecco il tuo Dio che ti ha fatto uscire dall'Egitto! e ti hanno insultato gravemente, 19 tu nella tua misericordia non li hai abbandonati nel deserto: la colonna di nube che stava su di loro non ha cessato di guidarli durante il giorno per il loro cammino e la colonna di fuoco non ha cessato di rischiarar loro la strada su cui camminavano di notte. 20 Hai concesso loro il tuo spirito buono per istruirli e non hai rifiutato la tua manna alle loro bocche e hai dato loro l'acqua quando erano assetati. 21 Per quarant'anni li hai nutriti nel deserto e non è mancato loro nulla; le loro vesti non si sono logorate e i loro piedi non si sono gonfiati. 22 Poi hai dato loro regni e popoli e li hai spartiti fra di loro come un sovrappiù; essi hanno posseduto il paese di Sicon, cioè il paese del re di Chesbòn e il paese di Og re di Basan.
23 Hai moltiplicato i loro figli come le stelle del cielo e li hai introdotti nel paese in cui avevi promesso ai loro padri di farli entrare per possederlo. 24 I loro figli vi sono entrati e hanno preso in possesso il paese; tu hai umiliato dinanzi a loro i Cananei che abitavano il paese e li hai messi nelle loro mani con i loro re e con i popoli del paese, perché ne disponessero a loro piacere. 25 Essi si sono impadroniti di fortezze, di una terra grassa, e hanno posseduto case piene d'ogni bene, cisterne scavate, vigne, oliveti, alberi da frutto in abbondanza; hanno mangiato e si sono saziati e si sono ingrassati e hanno vissuto in delizie per la tua grande bontà. 26 Ma poi sono stati disobbedienti, si sono ribellati contro di te, si sono gettati la tua legge dietro le spalle, hanno ucciso i tuoi profeti che li scongiuravano di tornare a te, e ti hanno offeso gravemente. 27 Perciò tu li hai messi nelle mani dei loro nemici, che li hanno oppressi. Ma al tempo della loro angoscia essi hanno gridato a te e tu li hai ascoltati dal cielo e, nella tua grande misericordia, tu hai dato loro liberatori, che li hanno strappati dalle mani dei loro nemici. 28 Ma quando avevano pace, ritornavano a fare il male dinanzi a te, perciò tu li abbandonavi nelle mani dei loro nemici, che li opprimevano; poi quando ricominciavano a gridare a te, tu li esaudivi dal cielo; così nella tua misericordia più volte li hai salvati. 29 Tu li ammonivi per farli tornare alla tua legge; ma essi si mostravano superbi e non obbedivano ai tuoi comandi; peccavano contro i tuoi decreti, che fanno vivere chi li mette in pratica; la loro spalla rifiutava il giogo, indurivano la loro cervice e non obbedivano. 30 Hai pazientato con loro molti anni e li hai scongiurati per mezzo del tuo spirito e per bocca dei tuoi profeti; ma essi non hanno voluto prestare orecchio. Allora li hai messi nelle mani dei popoli dei paesi stranieri. 31 Però nella tua molteplice compassione, tu non li hai sterminati del tutto e non li hai abbandonati perché sei un Dio clemente e misericordioso. 32 Ora, Dio nostro, Dio grande, potente e tremendo, che mantieni l'alleanza e la misericordia, non sembri poca cosa ai tuoi occhi tutta la sventura che è piombata su di noi, sui nostri re, sui nostri capi, sui nostri sacerdoti, sui nostri profeti, sui nostri padri, su tutto il tuo popolo, dal tempo dei re d'Assiria fino ad oggi.
33 Tu sei stato giusto in tutto quello che ci è avvenuto, poiché tu hai agito fedelmente, mentre noi ci siamo comportati con empietà. 34 I nostri re, i nostri capi, i nostri sacerdoti, i nostri padri non hanno messo in pratica la tua legge e non hanno obbedito né ai comandi né agli ammonimenti con i quali tu li scongiuravi. 35 Essi mentre godevano del loro regno, del grande benessere che tu largivi loro e del paese vasto e fertile che tu avevi messo a loro disposizione, non ti hanno servito e non hanno abbandonato le loro azioni malvage. 36 Oggi eccoci schiavi nel paese che tu hai concesso ai nostri padri perché ne mangiassero i frutti e ne godessero i beni. 37 I suoi prodotti abbondanti sono dei re ai quali tu ci hai sottoposti a causa dei nostri peccati e che sono padroni dei nostri corpi e del nostro bestiame a loro piacere, e noi siamo in grande angoscia».

Nuova Diodati:

Neemia 9

Il popolo confessa i propri peccati
1 Il ventiquattresimo giorno dello stesso mese, i figli d'Israele si radunarono per un digiuno, vestiti di sacco e coperti di terra. 2 Quelli che appartenevano alla stirpe d'Israele si separarono da tutti gli stranieri e si presentarono per confessare i loro peccati e le iniquità dei loro padri. 3 Quindi si alzarono in piedi al loro posto e lessero il libro della legge dell'Eterno, il loro DIO, per la quarta parte del giorno; e per un'altra quarta parte fecero la confessione dei peccati e si prostrarono davanti all'Eterno, il loro DIO. 4 Poi Jeshua, Bani, Kadmiel, Scebaniah, Bunni, Scerebiah, Bani e Kenani salirono sulla tribuna dei Leviti e gridarono ad alta voce all'Eterno, il loro DIO. 5 I Leviti Jeshua, Kadmiel, Bani, Hashabneiah, Scerebiah, Hodijah, Scebaniah e Pethahiah dissero: «Alzatevi e benedite l'Eterno, il vostro DIO, d'eternità in eternità! Si benedica il nome tuo glorioso, che è esaltato al disopra di ogni benedizione e lode! 6 Tu solo sei l'Eterno! Tu hai fatto i cieli, i cieli dei cieli e tutto il loro esercito, la terra e tutto ciò che sta su di essa, i mari e tutto ciò che è in essi. Tu conservi in vita tutte queste cose, e l'esercito dei cieli ti adora. 7 Tu sei l'Eterno, il DIO che ha scelto Abramo; lo hai fatto uscire da Ur dei Caldei e gli hai dato il nome di Abrahamo. 8 Tu hai trovato il suo cuore fedele davanti a te e hai stabilito un patto con lui, per dare alla sua discendenza il paese dei Cananei, degli Hittei, degli Amorei, dei Perezei, dei Gebusei e dei Ghirgasei; tu hai adempiuto la tua parola, perché sei giusto. 9 Tu hai visto l'afflizione dei nostri padri in Egitto e hai udito il loro grido presso il Mar Rosso. 10 Hai operato miracoli e prodigi contro il Faraone, contro tutti i suoi servi e contro tutto il popolo del suo paese, perché sapevi che essi avevano trattato i nostri padri con insolenza. Così ti sei fatto un nome che rimane anche oggi. 11 Tu hai diviso il mare davanti a loro, ed essi sono passati in mezzo al mare sull'asciutto, mentre invece tu precipitavi nell'abisso i loro inseguitori come una pietra in acque impetuose. 12 Tu li hai guidati di giorno con una colonna di nuvola e di notte con una colonna di fuoco per illuminare loro la via su cui camminare. 13 Sei pure disceso sul monte Sinai, hai parlato loro dal cielo e hai dato loro giusti decreti e leggi di verità, buoni statuti e comandamenti. 14 Hai fatto loro conoscere il tuo santo sabato e hai dato loro comandamenti, statuti e una legge per mezzo di Mosè, tuo servo. 15 Tu hai pure dato loro pane dal cielo quando erano affamati e hai fatto scaturire acqua dalla roccia quando erano assetati; e comandasti loro di andare a prendere possesso del paese che avevi giurato di dare loro. 16 Ma essi e i nostri padri si comportarono con superbia, indurirono la loro cervice e non ubbidirono ai tuoi comandamenti. 17 Si rifiutarono di ubbidire e non si ricordarono delle meraviglie che tu avevi compiuto in mezzo a loro; indurirono invece la loro cervice e nella loro ribellione si scelsero un capo per tornare alla loro schiavitù. Ma tu sei un Dio pronto a perdonare, misericordioso, pieno di compassione, lento all'ira e di grande benignità. Tu non li hai abbandonati, 18 neppure quando si fecero un vitello di metallo fuso e dissero: "Questo è il tuo dio che ti ha fatto uscire dall'Egitto!"; fecero così una cosa blasfema. 19 Tuttavia nella tua grande misericordia non li hai abbandonati nel deserto; la colonna di nuvola non si allontanò da loro durante il giorno per guidarli nel cammino, e la colonna di fuoco durante la notte per illuminare loro la via su cui camminare. 20 Hai dato il tuo buono Spirito per istruirli; non hai rifiutato la tua manna alle loro bocche e hai dato loro acqua quando erano assetati. 21 Per quarant'anni li hai nutriti nel deserto, e non mancò loro nulla; le loro vesti non si logorarono e i loro piedi non si gonfiarono. 22 Hai inoltre dato loro regni e popoli, assegnando loro le regioni più lontane; così essi entrarono in possesso del paese di Sihon, del paese del re di Heshbon e del paese di Og, re di Bashan. 23 Hai moltiplicato i loro figli come le stelle del cielo e li hai introdotti nel paese in cui avevi detto ai padri loro di entrare per possederlo. 24 Così i loro figli entrarono e presero possesso del paese; tu hai umiliato davanti a loro gli abitanti del paese, i Cananei, e li hai dati nelle loro mani con i loro re e con i popoli del paese, perché ne facessero quel che a loro piaceva. 25 Essi si impadronirono di città fortificate e di una terra fertile ed entrarono in possesso di case piene di ogni bene, di cisterne già scavate, di vigne, di uliveti e di alberi fruttiferi in abbondanza; mangiarono, si saziarono, ingrassarono e vissero nelle delizie per la tua grande bontà. 26 Ciò nonostante essi furono disubbidienti, si ribellarono contro di te, gettarono la tua legge dietro le spalle, uccisero i tuoi profeti che li esortavano a ritornare a te e commisero cose blasfeme. 27 Perciò tu li desti nelle mani dei loro nemici, che li oppressero; ma al tempo della loro sventura essi gridarono a te, e tu li ascoltasti dal cielo e, nella tua grande misericordia, tu desti loro dei liberatori, che li salvarono dalle mani dei loro nemici. 28 Quando però avevano riposo, essi ricominciavano a compiere il male davanti a te; perciò tu li abbandonavi nelle mani dei loro nemici, che li dominavano; tuttavia, quando tornavano a gridare a te, tu li ascoltavi dal cielo; così nella tua misericordia molte volte li hai liberati. 29 Tu li esortavi per farli tornare alla tua legge, ma essi si inorgoglivano e non ubbidivano ai tuoi comandamenti, e peccavano contro i tuoi decreti per mezzo dei quali, se uno li mette in pratica, salva la vita; ritraevano le loro spalle dal giogo, indurivano la loro cervice e rifiutavano di ubbidire. 30 Pazientasti con essi per molti anni, esortandoli mediante il tuo Spirito e per bocca dei tuoi profeti, ma essi non vollero prestare orecchio; allora tu li desti nelle mani dei popoli dei vari paesi. 31 Però nella tua grande compassione non li hai interamente distrutti e non li hai abbandonati, perché sei un Dio clemente e misericordioso. 32 Ora dunque, o DIO nostro, Dio grande, potente e tremendo, che mantieni il patto e la misericordia, non sembri poca cosa davanti a te la sciagura che è venuta su di noi, sui nostri re, sui nostri capi, sui nostri sacerdoti, sui nostri profeti, sui nostri padri e su tutto il tuo popolo, dal tempo dei re di Assiria fino al giorno d'oggi. 33 Tuttavia tu sei stato giusto in tutto quello che ci è accaduto, perché tu hai agito fedelmente, mentre noi abbiamo agito empiamente. 34 I nostri re, i nostri capi, i nostri sacerdoti, i nostri padri non hanno messo in pratica la tua legge né hanno ubbidito ai tuoi comandamenti e ai tuoi precetti con cui li esortavi. 35 Persino quando si trovavano nel loro regno, nella grande prosperità che tu avevi loro largito e nel vasto e fertile paese che avevi messo a loro disposizione, non ti servirono e non abbandonarono le loro opere malvagie. 36 E oggi eccoci schiavi! Siamo schiavi nel paese che avevi dato ai nostri padri, perché ne mangiassero i frutti e ne godessero i beni. 37 Così i suoi abbondanti prodotti vanno ai re che tu hai stabilito sopra di noi, a causa dei nostri peccati; essi signoreggiano sui nostri corpi e sul nostro bestiame come vogliono; e noi siamo in grande angoscia.

Il popolo si impegna solennemente a mantenere varie obbligazioni
38 A motivo di tutto questo, noi prendiamo un fermo impegno e lo mettiamo per scritto; e i nostri capi, i nostri Leviti e i nostri sacerdoti vi metteranno il loro sigillo».

Riveduta 2020:

Neemia 9

Digiuno e confessione per i peccati del popolo
1 Il ventiquattresimo giorno dello stesso mese, i figli d'Israele si radunarono, vestiti di sacco e coperti di polvere, per celebrare un digiuno. 2 Quelli che appartenevano alla discendenza d'Israele si separarono da tutti gli stranieri, si presentarono davanti a Dio, e confessarono i loro peccati e le iniquità dei loro padri. 3 Si alzarono in piedi nel posto dove si trovavano, e fu fatta la lettura del libro della legge dell'Eterno, del loro Dio, per un quarto del giorno; e per un altro quarto essi fecero la confessione dei peccati, e si prostrarono davanti all'Eterno, al loro Dio. 4 Iesua, Bani, Cadmiel, Sebania, Bunni, Serebia, Bani e Chenani salirono sulla tribuna dei Leviti e gridarono ad alta voce all'Eterno, al loro Dio. 5 E i Leviti Iesua, Cadmiel, Bani, Casabneia, Serebia, Odia, Sebania e Petaia dissero: “Alzatevi e benedite l'Eterno, il vostro Dio, di eternità in eternità! Si benedica il tuo nome glorioso, che è esaltato al di sopra di ogni benedizione e di ogni lode! 6 Tu, tu solo sei l'Eterno! tu hai fatto i cieli, i cieli dei cieli e tutto il loro esercito, la terra e tutto ciò che sta su di essa, i mari e tutto ciò che è in essi, tu fai vivere tutte queste cose, e l'esercito dei cieli ti adora. 7 Tu sei l'Eterno, l'Iddio che hai scelto Abramo, lo hai fatto uscire da Ur dei Caldei e gli hai dato il nome di Abraamo; 8 tu hai trovato il suo cuore fedele davanti a te, e hai stabilito con lui un patto, promettendogli di dare alla sua discendenza il paese dei Cananei, degli Ittiti, degli Amorei, dei Ferezei, dei Gebusei e dei Ghirgasei; tu hai mantenuto la tua parola, perché sei giusto. 9 Tu hai visto l'afflizione dei nostri padri in Egitto e hai udito il loro grido presso il Mar Rosso; 10 e hai operato miracoli e prodigi contro Faraone, contro tutti i suoi servi, contro tutto il popolo del suo paese, perché sapevi che loro avevano trattato i nostri padri con prepotenza; e ti sei fatto un nome come è quello che hai al giorno d'oggi. 11 Hai diviso il mare davanti a loro, così sono passati in mezzo al mare sull'asciutto; e quelli che li inseguivano tu li hai gettati nell'abisso, come una pietra in fondo ad acque impetuose. 12 E li hai guidati di giorno con una colonna di nuvola, e di notte con una colonna di fuoco per illuminare loro la via per la quale dovevano camminare. 13 Sei sceso sul monte Sinai, hai parlato con loro dal cielo e hai dato loro prescrizioni giuste e leggi di verità, buoni precetti e buoni comandamenti: 14 hai fatto loro conoscere il tuo santo sabato, e hai dato loro comandamenti, precetti e una legge per mezzo di Mosè, tuo servo. 15 Hai dato loro pane dal cielo quando erano affamati, hai fatto scaturire acqua dalla roccia quando erano assetati e hai detto loro che andassero a prendere possesso del paese che avevi giurato di dargli. 16 Ma loro, i nostri padri, si sono comportati con superbia, hanno indurito il loro collo, e non hanno ubbidito ai tuoi comandamenti; 17 hanno rifiutato di ubbidire, e non si sono ricordati delle meraviglie che tu avevi fatto in loro favore; hanno indurito il loro collo e, nella loro ribellione, si sono voluti dare un capo per tornare alla loro schiavitù. Ma tu sei un Dio pronto a perdonare, misericordioso, pieno di compassione, lento all'ira e di grande benignità, e non li hai abbandonati. 18 Neppure quando si sono fatti un vitello di metallo fuso e hanno detto: 'Ecco il tuo Dio che ti ha fatto uscire dall'Egitto!' e ti hanno gravemente offeso, 19 tu nella tua immensa misericordia, non li hai abbandonati nel deserto: la colonna di nuvola che stava su loro non ha cessato di guidarli durante il giorno per il loro cammino, e la colonna di fuoco non ha cessato di illuminare loro la via per la quale dovevano camminare. 20 Hai dato loro il tuo buono Spirito per istruirli, e non hai rifiutato la tua manna alle loro bocche, e hai dato loro dell'acqua quando erano assetati. 21 Per quarant'anni li hai sostenuti nel deserto, e non è mancato loro nulla; le loro vesti non si sono logorate e i loro piedi non si sono gonfiati. 22 Hai dato loro regni e popoli, e li hai divisi fra loro per regioni; ed essi hanno posseduto il paese di Sicon, cioè il paese del re di Chesbon, e il paese di Og re di Basan. 23 Hai moltiplicato i loro figli come le stelle del cielo, e li hai introdotti nel paese in cui avevi promesso ai loro padri di farli entrare per possederlo. 24 E i loro figli sono entrati e hanno preso possesso del paese; tu hai umiliato davanti a loro i Cananei che abitavano il paese, e li hai dati nelle loro mani con i loro re e con i popoli del paese, perché li trattassero come a loro piaceva. 25 Essi si sono impadroniti di città fortificate e di una terra fertile, e hanno posseduto case piene di ogni bene, cisterne già scavate, vigne, uliveti, alberi fruttiferi in abbondanza; hanno mangiato, si sono saziati, sono ingrassati e sono vissuti in delizie, per la tua grande bontà. 26 Ma sono stati disubbidienti, si sono ribellati contro di te, si sono gettati la tua legge dietro le spalle, hanno ucciso i tuoi profeti che li scongiuravano di tornare a te, e ti hanno gravemente offeso. 27 Perciò tu li hai dati nelle mani dei loro nemici, che li hanno oppressi; ma al tempo della loro afflizione essi hanno gridato a te, e tu li hai esauditi dal cielo; e, nella tua immensa misericordia, tu hai dato loro dei liberatori, che li hanno salvati dalle mani dei loro nemici. 28 Ma quando avevano riposo, ricominciavano a fare il male davanti a te; perciò tu li abbandonavi nelle mani dei loro nemici, i quali diventavano loro dominatori; poi, quando ricominciavano a gridare a te, tu li esaudivi dal cielo; e così, nella tua misericordia, più volte li hai salvati. 29 Tu li scongiuravi per farli tornare alla tua legge; ma essi si inorgoglivano e non ubbidivano ai tuoi comandamenti, peccavano contro le tue prescrizioni che fanno vivere chi le mette in pratica; la loro spalla rifiutava il giogo, essi indurivano il loro collo e non volevano ubbidire. 30 Hai pazientato con loro molti anni, e li hai scongiurati per mezzo del tuo Spirito e per bocca dei tuoi profeti; ma essi non hanno voluto prestare orecchio, e tu li hai dati nelle mani dei popoli dei paesi stranieri. 31 Però, nella tua immensa compassione, tu non li hai sterminati del tutto, e non li hai abbandonati, perché sei un Dio clemente e misericordioso. 32 Ora dunque, o Dio nostro, Dio grande, potente e tremendo, che mantieni il patto e la misericordia, non sembrino poca cosa ai tuoi occhi tutte queste afflizioni che sono piombate addosso a noi, ai nostri re, ai nostri capi, ai nostri sacerdoti, ai nostri profeti, ai nostri padri, a tutto il tuo popolo, dal tempo dei re di Assiria al giorno d'oggi. 33 Tu sei stato giusto in tutto quello che ci è avvenuto, poiché tu hai agito fedelmente, mentre noi ci siamo comportati da malvagi. 34 I nostri re, i nostri capi, i nostri sacerdoti, i nostri padri non hanno messo in pratica la tua legge e non hanno ubbidito né ai comandamenti né agli avvertimenti con i quali tu li scongiuravi. 35 Ed essi, mentre godevano del loro regno, dei grandi benefici che tu elargivi loro e del vasto e fertile paese che tu avevi messo a loro disposizione, non ti hanno servito e non hanno abbandonato le loro opere malvagie. 36 E oggi eccoci schiavi! eccoci schiavi nel paese che tu hai dato ai nostri padri, perché ne mangiassero i frutti e ne godessero i beni. 37 Esso moltiplica i suoi prodotti per i re ai quali tu ci hai sottoposti a causa dei nostri peccati, e che sono padroni dei nostri corpi e del nostro bestiame a loro piacere; e noi siamo in grande angoscia.

Il popolo rinnova solennemente il patto con Dio
38 A causa di tutto questo, noi abbiamo fatto un patto stabile e lo abbiamo messo per iscritto; e i nostri capi, i nostri Leviti e i nostri sacerdoti vi hanno posto il loro sigillo.

Riveduta:

Neemia 9

Digiuno e confessione dei peccati del popolo
1 Or il ventiquattresimo giorno dello stesso mese, i figliuoli d'Israele si radunarono, vestiti di sacco e coperti di terra, per celebrare un digiuno. 2 Quelli che appartenevano alla progenie d'Israele si separarono da tutti gli stranieri, si presentarono dinanzi a Dio, e confessarono i loro peccati e le iniquità dei loro padri. 3 S'alzarono in piè nel posto dove si trovavano, e fu fatta la lettura del libro della legge dell'Eterno, del loro Dio, per un quarto del giorno; e per un altro quarto essi fecero la confessione de' peccati, e si prostrarono davanti all'Eterno, al loro Dio. 4 Jeshua, Bani, Kadmiel, Scebania, Bunni, Scerebia, Bani e Kenani salirono sulla tribuna dei Leviti e gridarono ad alta voce all'Eterno, al loro Dio. 5 E i Leviti Jeshua, Kadmiel, Bani, Hashabneia, Scerebia, Hodia, Scebania e Pethahia dissero: 'Levatevi e benedite l'Eterno, il vostro Dio, d'eternità in eternità! Si benedica il nome tuo glorioso, ch'è esaltato al disopra d'ogni benedizione e d'ogni lode! 6 Tu, tu solo sei l'Eterno! tu hai fatto i cieli, i cieli de' cieli e tutto il loro esercito, la terra e tutto ciò che sta sovr'essa, i mari e tutto ciò ch'è in essi, e tu fai vivere tutte queste cose, e l'esercito de' cieli t'adora. 7 Tu sei l'Eterno, l'Iddio che scegliesti Abramo, lo traesti fuori da Ur de' Caldei, e gli desti il nome d'Abrahamo; 8 tu trovasti il cuor suo fedele davanti a te, e fermasti con lui un patto, promettendogli di dare alla sua progenie il paese de' Cananei, degli Hittei, degli Amorei, de' Ferezei, de' Gebusei e de' Ghirgasei; tu hai mantenuta la tua parola, perché sei giusto. 9 Tu vedesti l'afflizione de' nostri padri in Egitto e udisti il loro grido presso il mar Rosso; 10 e operasti miracoli e prodigi contro Faraone, contro tutti i suoi servi, contro tutto il popolo del suo paese, perché sapevi ch'essi aveano trattato i nostri padri con prepotenza; e ti facesti un nome com'è quello che hai al dì d'oggi. 11 E fendesti il mare davanti a loro, sì che passarono per mezzo al mare sull'asciutto; e quelli che l'inseguivano tu li precipitasti nell'abisso, come una pietra in fondo ad acque potenti. 12 E li conducesti di giorno con una colonna di nuvola, e di notte con una colonna di fuoco per rischiarar loro la via per la quale dovean camminare. 13 E scendesti sul monte Sinai e parlasti con loro dal cielo e desti loro prescrizioni giuste e leggi di verità, buoni precetti e buoni comandamenti: 14 e facesti loro conoscere il tuo santo sabato, e desti loro comandamenti, precetti e una legge per mezzo di Mosè, tuo servo; 15 e desti loro pane dal cielo quand'erano affamati, e facesti scaturire acqua dalla rupe quand'erano assetati e dicesti loro che andassero a prender possesso del paese che avevi giurato di dar loro. 16 Ma essi, i nostri padri, si condussero con superbia, indurarono le loro cervici, e non ubbidirono ai tuoi comandamenti; 17 rifiutarono d'ubbidire, e non si ricordarono delle maraviglie che tu avevi fatte a pro loro; e indurarono le loro cervici; e, nella loro ribellione, si vollero dare un capo per tornare alla loro schiavitù. Ma tu sei un Dio pronto a perdonare, misericordioso, pieno di compassione, lento all'ira e di gran benignità, e non li abbandonasti. 18 Neppure quando si fecero un vitello di getto e dissero: - Ecco il tuo Dio che t'ha tratto fuori dall'Egitto! e t'oltraggiarono gravemente, 19 tu nella tua immensa misericordia, non li abbandonasti nel deserto: la colonna di nuvola che stava su loro non cessò di guidarli durante il giorno per il loro cammino, e la colonna di fuoco non cessò di rischiarar loro la via per la quale doveano camminare. 20 E desti loro il tuo buono spirito per istruirli, e non rifiutasti la tua manna alle loro bocche, e desti loro dell'acqua quand'erano assetati. 21 Per quarant'anni li sostentasti nel deserto, e non mancò loro nulla; le loro vesti non si logorarono e i loro piedi non si gonfiarono. 22 E desti loro regni e popoli, e li spartisti fra loro per contrade; ed essi possedettero il paese di Sihon, cioè il paese del re di Heshbon, e il paese di Og re di Bashan. 23 E moltiplicasti i loro figliuoli come le stelle del cielo, e li introducesti nel paese in cui avevi detto ai padri loro che li faresti entrare per possederlo. 24 E i loro figliuoli v'entrarono e presero possesso del paese; tu umiliasti dinanzi a loro i Cananei che abitavano il paese, e li desti nelle loro mani coi loro re e coi popoli del paese, perché li trattassero come loro piaceva. 25 Ed essi s'impadronirono di città fortificate e d'una terra fertile, e possedettero case piene d'ogni bene, cisterne bell'e scavate, vigne, uliveti, alberi fruttiferi in abbondanza, e mangiarono e si saziarono e ingrassarono e vissero in delizie, per la tua gran bontà. 26 Ma essi furon disubbidienti, si ribellarono contro di te, si gettaron la tua legge dietro le spalle, uccisero i tuoi profeti che li scongiuravano di tornare a te, e t'oltraggiarono gravemente. 27 Perciò tu li desti nelle mani de' loro nemici, che li oppressero; ma al tempo della loro distretta essi gridarono a te, e tu li esaudisti dal cielo; e, nella tua immensa misericordia, tu desti loro de' liberatori, che li salvarono dalle mani dei loro nemici. 28 Ma quando aveano riposo, ricominciavano a fare il male dinanzi a te; perciò tu li abbandonavi nelle mani dei loro nemici, i quali diventavan loro dominatori; poi, quando ricominciavano a gridare a te, tu li esaudivi dal cielo; e così, nella tua misericordia, più volte li salvasti. 29 Tu li scongiuravi per farli tornare alla tua legge; ma essi s'inorgoglivano e non ubbidivano ai tuoi comandamenti, peccavano contro le tue prescrizioni che fanno vivere chi le mette in pratica; la loro spalla rifiutava il giogo, essi induravano le loro cervici e non voleano ubbidire. 30 E pazientasti con essi molti anni, e li scongiurasti per mezzo del tuo spirito e per bocca dei tuoi profeti; ma essi non vollero prestare orecchio, e tu li desti nelle mani de' popoli de' paesi stranieri. 31 Però, nella tua immensa compassione, tu non li sterminasti del tutto, e non li abbandonasti, perché sei un Dio clemente e misericordioso. 32 Ora dunque, o Dio nostro, Dio grande, potente e tremendo, che mantieni il patto e la misericordia, non paian poca cosa agli occhi tuoi tutte queste afflizioni che son piombate addosso a noi, ai nostri re, ai nostri capi, ai nostri sacerdoti, ai nostri profeti, ai nostri padri, a tutto il tuo popolo, dal tempo dei re d'Assiria al dì d'oggi. 33 Tu sei stato giusto in tutto quello che ci è avvenuto, poiché tu hai agito fedelmente, mentre noi ci siam condotti empiamente. 34 I nostri re, i nostri capi, i nostri sacerdoti, i nostri padri non hanno messa in pratica la tua legge e non hanno ubbidito né ai comandamenti né agli ammonimenti coi quali tu li scongiuravi. 35 Ed essi, mentre godevano del loro regno, dei grandi benefizi che tu largivi loro e del vasto e fertile paese che tu avevi messo a loro disposizione, non ti servirono e non abbandonarono le loro opere malvage. 36 E oggi eccoci schiavi! eccoci schiavi nel paese che tu desti ai nostri padri, perché ne mangiassero i frutti e ne godessero i beni. 37 Ed esso moltiplica i suoi prodotti per i re ai quali tu ci hai sottoposti a cagion dei nostri peccati, e che son padroni dei nostri corpi e del nostro bestiame a loro talento; e noi siamo in gran distretta'.

Il popolo rinnova solennemente il patto con Dio
38 A motivo di tutto questo, noi fermammo un patto stabile e lo mettemmo per iscritto; e i nostri capi, i nostri Leviti e i nostri sacerdoti vi apposero il loro sigillo.

Ricciotti:

Neemia 9

1 Ai ventiquattro di quel mese, i figli d'Israele digiunarono e si radunarono vestiti di sacco e coperti di polvere. 2 La stirpe de' figli d'Israele si separò da tutti gli stranieri; e si presentarono, e confessarono i propri peccati, e le iniquità dei loro padri. 3 Poi si alzarono in piedi, e lessero quattro volte nella giornata il libro della legge del Signore Dio loro; e quattro volte confessarono, e adorarono il Signore Dio loro. 4 Josue, Bani, Cadmiel, Sabania, Bonni, Sarebia, Bani e Canani salirono sul gradino dei leviti, e con gran voce invocarono il Signore Dio loro. 5 Dipoi i leviti Josue, Cedmiel, Bonni, Asebnia, Serebia, Odaia, Sebnia e Fataia dissero: «Alzatevi, benedite il Signore Dio vostro, [che è] dall'eternità e per l'eternità. Sia benedetto con ogni benedizione e lode il nome tuo eccelso e glorioso. 6 Tu sei solo, o Signore; tu hai fatto il cielo, il cielo de' cieli, e tutta la loro milizia, la terra e tutte le cose che essa contiene, i mari e tutto quello che in essi si trova; tu a tutte queste cose dai vita, e te adora la milizia de' cieli. 7 Tu medesimo, Signore Dio, eleggesti Abramo, lo cavasti di tra il fuoco dei Caldei, e gli mettesti nome Abraamo. 8 Tu trovasti fedele nel tuo cospetto il suo cuore; e facesti con lui il patto di dargli la terra del Cananeo, dell'Eteo, dell'Amorreo, del Ferezeo, del Jebuseo e del Gergeseo, acciò fosse dei suoi discendenti; e mantenesti la tua parola, perchè sei giusto. 9 Tu vedesti l'afflizione de' padri nostri in Egitto, e udisti il loro grido presso il Mar Rosso. 10 Facesti segni e prodigi sul Faraone, su tutti i suoi ministri, e su tutto il popolo di quella terra; tu conoscesti che s'erano crudelmente diportati coi padri nostri, ed affermasti il tuo nome allora come oggi. 11 Tu dividesti avanti a loro il mare, e passarono in mezzo al mare all'asciutto; quelli poi che li inseguivano, li precipitasti nell'abisso, come pietra in acque profonde. 12 Tu fosti il loro condottiero: di giorno, da una colonna di nube, e di notte, da una colonna di fuoco, acciò vedessero la strada per la quale camminavano. 13 Scendesti ancora sul monte Sinai, parlasti con loro dal cielo, e desti a loro dei giusti comandamenti, una legge di verità, cerimonie ed ordini santi. 14 E desti loro a santificare il tuo sabato, e per mano di Mosè tuo servo desti a loro e comandamenti e cerimonie e legge. 15 Quando ebbero fame, tu desti a loro il pane dal cielo, e quando ebbero sete cavasti per loro l'acqua da una rupe. E dicesti loro che entrassero a posseder quella terra sulla quale tu avevi esercitata la tua potenza acciò fosse di loro. 16 Ma essi, e i padri nostri, furon superbi, indurarono le loro cervici, non ascoltarono i tuoi comandamenti; 17 non vollero udirli, e non si ricordarono delle maraviglie che tu avevi fatte per loro. Induraron le loro cervici, e si misero in testa di ritornare alla loro schiavitù, pur di contendere con te. Ma tu, Dio benigno, clemente, misericordioso, paziente, di molta misericordia, non li abbandonasti, 18 neppur quando si fecero un vitello di getto, e dissero: - È questo il tuo Dio che ti ha cavato dall'Egitto; e commisero grandi sacrilegi. - 19 Ma tu, che sei così ricco in misericordia, non li abbandonasti nel deserto. La colonna di nube non lasciò di guidarli nel loro cammino, il giorno; nè la colonna di fuoco, la notte, per mostrar loro la strada da prendere. 20 E desti loro il tuo buon spirito che li ammaestrasse, non negasti alla loro bocca la tua manna, e desti loro l'acqua per dissetarsi. 21 Per quarant'anni li nutristi nel deserto, e nulla mancò loro; le loro vesti non si consumarono, e i loro piedi non ne soffrirono. 22 Tu desti loro in dominio regni e popoli, spartendoli fra loro a sorte; possederono la terra di Seon, la terra del re di Esebon, la terra di Og re di Basan. 23 Moltiplicasti i loro figliuoli come le stelle del cielo, e li conducesti in quella terra, della quale avevi detto ai loro padri che vi sarebbero entrati, e l'avrebbero posseduta. 24 Vennero i figli, possederono quella terra, e tu abbattesti dinanzi a loro i Cananei che l'abitavano, ed abbandonasti nelle loro mani i re ed i popoli di quella terra, acciò ne facessero quel che volevano. 25 S'impadronirono dunque di città forti, e di terra grassa; possederono case piene d'ogni bene, cisterne che altri avevano fabbricato, vigne ed oliveti, ed alberi da frutto in abbondanza. Mangiarono, si saziarono, si ingrassarono, abbondarono di delizie per la tua gran bontà. 26 Ma poi provocarono il tuo sdegno, s'allontanarono da te, si buttaron dietro le spalle la tua legge; uccisero i tuoi profeti, che li scongiuravano di ritornare a te; commisero grandi empietà. 27 Allora tu li desti in mano a' loro nemici, che li tribolarono. Durante quella tribolazione, gridarono a te, e tu dal cielo li ascoltasti, e secondo la misericordia tua grande desti a loro dei salvatori che li salvassero dalle mani de' loro nemici. 28 Ma quand'ebbero pace, tornarono a fare il male nel tuo cospetto, e tu li abbandonasti nelle mani de' loro nemici che li conculcarono. Allora si rivolsero gridando a te, e tu dal cielo li esaudisti, e li liberasti per tua bontà, molte volte. 29 Tu li esortasti a ritornare alla tua legge; ma essi operaron da superbi, non ascoltarono i tuoi comandi, e peccarono contro que' tuoi precetti che, se l'uomo li osserva vi trova la vita; voltarono le spalle, indurarono la cervice, non diedero ascolto. 30 Tu pazientasti molti anni con loro; ed il tuo spirito li ammonì per mezzo dei tuoi profeti. Ma non ti ascoltarono, e tu li desti in mano a' popoli stranieri. 31 Però, nella moltitudine delle tue misericordie, non li lasciasti perire, nè li abbandonasti, perchè sei Dio misericordioso e clemente. 32 Or dunque, Dio nostro, grande, forte e terribile, che mantieni la promessa ed usi misericordia, non rivolgere il tuo sguardo da tutta l'afflizione che è venuta su noi, sui nostri re e principi, sui sacerdoti e profeti nostri, sui nostri padri, e su tutto il tuo popolo, dal tempo del re Assur insino ad oggi. 33 Tu sei stato giusto in tutto quello che è venuto sopra di noi, perchè hai fatto giustizia, e noi abbiamo agito iniquamente. 34 I nostri re, i nostri principi, i nostri sacerdoti, i nostri padri non eseguiron la tua legge, non badarono ai tuoi comandamenti nè alle testimonianze con le quali tu li richiamavi. 35 Essi, nel loro regno, nell'abbondanza grande che tu avevi loro data, nella terra pingue e spaziosa che avevi messa loro innanzi, non ti servirono, nè si ritrassero dalle loro perverse inclinazioni. 36 Ecco che anche noi oggi siamo schiavi; e quella terra che tu avevi data ai nostri padri, acciò mangiassero del suo pane e dei suoi frutti, ecco che in essa noi siamo schiavi. 37 Le sue mèssi si moltiplicano a vantaggio dei re che pei nostri peccati tu ci hai posti addosso, e che sono padroni de' nostri corpi e de' nostri giumenti a loro talento; e noi siamo in grande tribolazione. 38 Per motivo dunque di tutto questo, noi medesimi facciamo un patto, e lo scriviamo, e lo sottoscrivono i nostri capi, i nostri leviti, i nostri sacerdoti».

Tintori:

Neemia 9

Nel giorno di penitenze, dopo la preghiera dei leviti, è rinnovata l'alleanza
1 Il ventiquattro dello stesso mese, i figli d'Israele, vestiti di sacco e col capo coperto di polvere, si adunarono per un digiuno. 2 La stirpe dei figli d'Israele fu separata da tutti gli stranieri, e, presentatasi, confessò i suoi peccati e le iniquità dei suoi padri. 3 Si alzarono per restare in piedi, e lessero nel libro della legge del Signore Dio loro quattro volte nel giorno e quattro volte confessavano adorando il Signore loro Dio. 4 Poi si alzarono, sul palco dei leviti, Iosue, Bani, Cedmihel, Sabania, Bonni, Sarebia, Bani e Canani, e gridarono ad alta voce al Signore Dio loro. 5 E i leviti Iosue, Cedmihel, Bonni, Asebnia, Serebia, Odaia, Sebnia, Fataia, dissero: «Alzatevi, benedite il Signore vostro Dio d'eternità in eternità. Sia benedetto il nome tuo sublime e glorioso con ogni benedizione e lode. 6 Tu solo sei, o Signore! Tu hai fatto i cieli, il cielo dei cieli e tutto il loro esercito, la terra e tutto quello che contiene, i mari e tutto ciò che v'è dentro: tu doni la vita a tutte queste cose, e l'esercito del cielo ti adora. 7 Sei tu, o Signore, l'iddio che eleggesti Abramo, lo traesti dal fuoco dei Caldei, gli desti il nome di Abrahamo; 8 trovato il suo cuore fedele dinanzi a te, facesti con lui il patto di dargli la terra dei Cananei, degli Etei, Amorrei, Ferezei, Gebusei, Gergesei; di darla alla sua discendenza, e adempisti le tue parole perchè sei giusto. 9 Tu vedesti l'afflizione dei nostri padri in Egitto, ascoltasti il loro grido presso il mar Rosso, 10 operasti miracoli e portenti contro Faraone, sopra tutti i suoi servi e tutto il popolo di quel paese, perchè sapevi che essi avevano agito con superbia contro di essi: e ti facesti un nome che hai anche oggi. 11 Apristi il mare dinanzi a loro; essi passarono in mezzo al mare all'asciutto, e tu sprofondasti, qual pietra, in grandi acque, i loro persecutori. 12 Tu fosti loro guida con una colonna di nube di giorno, con una colonna di fuoco la notte, per mostrar loro la via nella quale dovevano camminare. 13 Di più scendesti sul monte Sinai, parlasti con loro dal cielo, desti loro giuste ordinazioni, una legge di verità, cerimonie e ottimi precetti. 14 Facesti loro conoscere il santo tuo sabato, prescrivesti loro comandamenti e cerimonie, una legge per mezzo di Mosè tuo servo. 15 E desti loro pane dal cielo, quand'erano affamati, facesti loro scaturire acqua dalla pietra, quand'ebbero sete. E dicesti loro di entrare a posseder la terra, sulla quale alzasti la mano per darla a loro. 16 Ma essi, i nostri padri, agiron con superbia, induraron le loro cervici, non ascoltaron i tuoi comandamenti. 17 Non vollero dar retta, non si ricordarono delle tue maraviglie, che tu avevi operate per loro: induraron le loro cervici, si diedero un capo per tornare alla loro schiavitù, come ribelli. Ma tu, Dio propizio, clemente e misericordioso, longanime e di molta pietà, non li abbandonasti 18 anche quando si fecero un vitello di getto, e dissero: Ecco il tuo Dio che t'ha tratto dall'Egitto; e commisero grandi bestemmie. 19 Tu, nelle tue grandi misericordie, non li abbandonasti nel deserto: non si partì da loro la colonna di nube, che, durante il giorno, ne guidava il cammino, nè la colonna di fuoco, che, durante la notte, mostrava loro la via da tenersi. 20 Tu desti loro il tuo buono spirito per ammaestrarli, non rifiutasti la tua manna alla loro bocca, e nella sete desti loro l'acqua. 21 Per quarant'anni li sostentasti nel deserto: non mancò loro nulla: le loro vesti non invecchiarono, e i loro piedi non furono enfiati. 22 TU desti loro regni e popoli, li dividesti loro a sorte, e possedettero la terra di Sehon, la terra del re Esebon, la terra di Og re di Basan. 23 Tu moltiplicasti i loro figli come le stelle del cielo, e li conducesti nel paese di cui avevi detto ai loro padri di farveli entrare a prenderne possesso. 24 I figli vennero e occuparono questo paese, e tu umiliasti dinanzi a loro i Cananei abitatori del paese, li desti nelle loro mani, coi re e i popoli della terra; chè li trattassero a loro piacimento. 25 Essi allora s'impadronirono di città fortificate, di un paese fertile, possedettero case piene di ogni bene, cisterne fatte da altri, vigne, uliveti, alberi fruttiferi in abbondanza, mangiarono, si saziarono, ingrassarono, nuotarono nelle delizie, per la tua grande bontà. 26 Ma essi ti fecero sdegnare, ritirandosi da te, gettando la tua legge dietro le spalle, e uccisero i tuoi profeti che li scongiuravano di ritornare a te, e diedero in grandi bestemmie. 27 Perciò tu li desti nelle mani dei loro nemici che li oppressero. Avendo essi nel tempo della tribolazione gridato a te, tu ascoltasti dal cielo, e, secondo le tue molte misericordie, desti loro dei salvatori che li liberassero dalle mani dei loro nemici. 28 Ma, avuto il riposo, tornarono a fare il male davanti a te, e tu li abbandonasti in potere dei loro nemici che ne divennero padroni. Allora tornarono a gridare verso di te. e tu dal cielo li esaudisti, e nelle tue misericordie li liberasti molte volte. 29 Tu li esortasti a ritornare alla tua legge, ma essi agirono con superbia, non ascoltarono i tuoi comandamenti, peccarono contro i tuoi ordini, che danno la vita a chi li pratica; voltarono le spalle, indurarono le loro cervici, non diedero retta. 30 Tu li sopportasti per molti anni, li ammonisti per mezzo del tuo spirito per bocca dei profeti, e non avendo essi ascoltato, li abbandonasti ai popoli della terra. 31 Ma per le tue moltissime misericordie non li sterminasti, non li abbandonasti, perchè tu sei un Dio misericordioso e clemente. 32 Or dunque, Dio nostro grande, forte e terribile, che mantieni il patto e la misericordia, non allontanar dalla tua faccia tutti gli affanni che hanno oppresso noi, i nostri re, i nostri principi, i nostri sacerdoti, i nostri profeti, 33 i nostri padri e tutto il popolo, dal tempo del re di Assur fino a questo giorno. 34 Tu sei giusto in tutto quello che c'è accaduto, perchè sei stato verace. Noi invece abbiamo agito iniquamente; ad nostri re, i nostri principi, i nostri sacerdoti, i nostri padri non adempiron la tua legge, non obbedirono ai tuoi comandamenti, agli ordini da te loro intimati; 35 e negli stessi loro regni, e in mezzo ai molti beni che loro desti, e in questa terra vastissima e fertile, che tu avevi messa a loro disposizione, essi non ti servirono, non lasciarono le loro perverse inclinazioni. 36 Ed oggi eccoci schiavi, come la terra da te data ai nostri padri, perchè ne mangiassero il pane, ne godessero i beni. Noi siamo schiavi in essa, 37 che moltiplica i prodotti per i re, che tu hai posto sopra di noi a causa dei nostri peccati, che spadroneggiano a loro talento sui nostri corpi, e sui nostri bestiami; e noi siamo in grande tribolazione». 38 Ed ora, dopo tutte queste cose, noi stessi facciamo il patto, lo sottoscriviamo, e i nostri capi, i nostri leviti, e i nostri sacerdoti vi pongono i sigilli.

Martini:

Neemia 9

Il popolo facendo penitenza col digiuno, e col cilicio si separa dagli stranieri. I Leviti confessano i benefizj di Dio, e le scelleraggini degl'Israeliti, e pregano pel popolo, e così fermano alleanza col Signore.
1 Ma il dì ventiquattro di quel mese i figliuoli d'Israele si raunarono, osservando il digiuno, vestiti di sacco, e coperti di terra. 2 E la stirpe de' figliuoli d'Israele fu separata da tutti i figliuoli stranieri: e stando dinanzi al Signore confessavano i loro peccati, e le iniquità de' padri loro. 3 E si alzarono in piedi: e fu fatta la lettura del libro della legge del Signore Dio loro quattro volte il giorno, e quattro volte lodavano, e adoravano il Signore Dio loro. 4 E salirono al posto de' Leviti, Josuè, e Bani, e Cedmihel, Sabania, Bonni, Sarebia, Bani, e Chanani, e ad alta voce gridarono al Signore Dio loro. 5 E questi Leviti, Josuè, e Cedmihel, Bonni, Hasebnia, Serebia, Odaia, Sebnia, Phathathia, dissero: Alzatevi; benedite il Signore Dio vostro (che è) ab eterno, e in eterno: e sia benedetto l'eccelso nome tuo con ogni benedizione, e laude. 6 Tu stesso, o Signore, tu solo facesti il cielo, e il cielo de' cieli, e tutta la loro milizia: la terra, e tutto quello, che in essa contiensi: i mari, e tutto quel ch'ei comprendono: e a tutte queste cose dai vita, e ti adora l'esercito celestiale. 7 Fosti tu, o Signore Dio, che eleggesti Abramo, e lo traesti dal fuoco de' Caldei, e gli desti il nome di Abrahamo. 8 E conoscesti, come il suo cuore era fedele dinanzi a te: e facesti alleanza con lui, per dare a lui, e alla sua stirpe la terra de' Chananei, degli Hethei, e Amorrhei, e Pherezei, e Jebusei, e Geragezei: e adempisti la tua parola, perchè tu se'giusto. 9 E mirasti l'afflizione de' padri nostri in Egitto: e udisti le loro grida presso al mar rosso. 10 E facesti segni, e prodigj sopra Pharaone, e sopra tutti i suoi servi, e sopra tutto il popolo di quel paese: perocché tu sapevi, com' eglino ci avean trattati superbamente: e ti facesti il nome, quale tu hai anche in oggi. 11 E apristi il mare dinanzi ad essi, e passaron per mezzo al mare asciutto: e i loro persecutori gettasti nell'abisso, come pietra che cade in acqua profonda. 12 E fosti loro condottiere in una colonna di nube il giorno, e in una colonna di fuoco la notte, affinchè vedessero la strada, per cui camminare. 13 Scendesti ancora sul monte del Sinai, e con essi parlasti dal cielo, e desti loro de' precetti di giustizia, e una legge di verità, e cerimonie, e comandamenti buoni. 14 E facesti loro conoscere il santo tuo sabato, e i tuoi insegnamenti, e le tue cerimonie, e la legge intimasti loro per mezzo di Mosè tuo servo. 15 E desti anche ad essi pane dal cielo, quand'erano affamati, e quando ebber sete, facesti scaturire acqua da un masso; e dicesti loro, che entrassero al possesso della terra, cui tu, alzata la mano, avevi promesso di dare ad essi. 16 Ma eglino, e i padri nostri operarono con superbia, e induraron le loro cervici, e non ascoltarono i tuoi comandamenti. 17 E non vollero intendere, e si scordarono delle mirabili cose fatte da te a pro loro. E induraron le loro cervici, e si fissero in testa di tornare alla loro schiavitù, quasi per contender (con te.) Ma tu Dio buono, clemente, e misericordioso, paziente, e di molta benignità, non gli abbandonasti, 18 Neppur quando si fecero quel vitello di getto, e dissero: Questo (o Israele) è il tuo Dio, che ti ha tratto dall'Egitto: e commisero bestemmie grandi. 19 Ma tu, perchè grandi sono le tue misericordie, non li lasciasti nel deserto: la colonna della nube, che mostrava loro la strada, non fu sottratta ad essi di giorno, né la colonna di fuoco, da cui eran guidati la notte nel loro viaggio. 20 E desti loro per maestro il tuo spirito buono, e non togliesti loro di bocca la tua manna, e assetati ebbero acqua da te. 21 Per quarant'anni li pascesti nel deserto, e nulla ad essi mancò: le loro vesti non invecchiarono, e i loro piedi non si logorarono. 22 E desti in dominio loro i regni, e i popoli, e desti loro a sorte le loro porzioni: ed ei divennero padroni della terra di Sehon, e della terra del re Hesebon, e della terra di Og re di Basan. 23 E moltiplicasti i loro figliuoli, come le stelle del cielo, e li collocasti nel paese, in cui avevi detto a' padri loro di fargli entrare per averne il dominio. 24 E i figliuoli vennero, e occuparono questa terra, e umiliasti dinanzi a loro i Chananei abitatori della medesima terra, e li desti in loro potere, coi loro re, e coi popoli del paese, affinchè li trattassero, come loro piaceva. 25 Ed ei si fecero padroni delle città forti, e di un grasso paese, e occuparon le case piene a ogni bene: le cisterne fatte da altri, le vigne, e gli uliveti, e le piante fruttifere in gran numero, e mangiarono, e si saziarono, e ingrassarono, e nuotarono nelle delizie, mercè della tua bontà grande. 26 Ma eglino ti provocarono ad ira, e si ritiraron da te, e si gettarono la tua legge dietro alle spalle: e uccisero i tuoi profeti, i quali gli scongiuravano, che tornassero a te: e diedero in gran di bestemmie. 27 E tu li desti in potere de' loro nemici, i quali gli oppressero. E nel tempo della loro tribolazione alzaron le grida a te, e tu udisti dal cielo, e nella molta tua misericordia concedesti loro dei salvatori, che li liberassero dalle mani de' loro nemici. 28 E quand'ebber riposo, tornarono a fare il male dinanzi a te: e tu gli abbandonasti in potere de' loro nemici, i quali li dominarono. E si rivolsero, e alzaron le grida verso di te: e tu dal cielo gli esaudisti, e mercè delle tue misericordie, molte volte li liberasti; 29 E gli esortasti a ritornare alla tua legge. Ma eglino operaron superbamente, e non ascoltarono i tuoi comandamenti, nell'adempimento de' quali l'uomo trova la vita: ed ei voltaron le spalle, e indurarono le loro cervici, e non diedero retta. 30 E pazientasti con essi per molti anni, e gli ammonisti per mezzo del tuo spirito per bocca de' tuoi profeti: ed essi non ascoltarono, e tu li desti in balia dei popoli delle genti. 31 Ma per le tue misericordie, che sono moltissime, tu non li volesti consunti, ne gli abbandonasti: perchè tu se' un Dio di benignità, e di clemenza. 32 Adesso adunque, Dio nostro grande, forte, e terribile, che mantieni il patto, e la misericordia, non voler porre in non cale tutti que' mali, che sono caduti addosso a noi, ai nostri re, ai nostri principi, ai nostri sacerdoti, ai nostri profeti, e ai padri nostri, e a tutto il tuo popolo dal tempo del re di Assur fin a questo di. 33 Or giusto se' tu in tutti quei mali, che sono piovuti sopra di noi: perocché tu hai fatta giustizia, ma noi abbiamo operato empiamente. 34 I nostri re, i nostri principi, i nostri sacerdoti, e i padri nostri non adempirono la tua legge, e non ubbidirono a' tuoi comandamenti, e agli ordini, che tu avevi loro intimati. 35 Ed eglino mentre regnavano, e godevano dei molti beni dati loro da te, e di questa terra grassa, e spaziosa, di cui tu avevi conceduta loro la padronanza, non servirono a te, e non si convertirono dalle pessime loro inclinazioni. 36 Ecco che noi medesimi oggi dì siamo servi; e nella terra data da te a' padri nostri, perchè mangiassero il suo pane, e i suoi frutti, in essa noi stessi siamo servi. 37 E le sue biade moltiplicano in pro dei regi, ai quali tu ci hai sottoposti pe' nostri peccati; ei sono padroni de' nostri corpi, e de' nostri giumenti a lor talento; e noi siamo in grande afflizione. 38 A riflesso di tutte queste cose pertanto noi stessi facciamo per iscritto il patto, e lo sottoscrivono i nostri capi, i nostri Leviti, e i nostri sacerdoti.

Diodati:

Neemia 9

1 ED al ventiquattresimo giorno dell'istesso mese, i figliuoli d'Israele si adunarono con digiuno, e con sacchi, e con terra sparsa sopra loro. 2 E la progenie d'Israele si separò da tutti gli stranieri, e si presentarono, e fecero confessione de' lor peccati, e dell'iniquità de' lor padri. 3 Ed essendosi rizzati in piè nel luogo stesso ove ciascuno si ritrovava, si lesse nel libro della Legge del Signore Iddio loro, una quarta parte del giorno; ed un'altra quarta parte fecero confessione, e adorarono il Signore Iddio loro.
4 E Iesua, Bani, Cadmiel, Sebania, Bunni, Serebia, Bani, e Chenani, si levarono in piè sopra il palco de' Leviti, e gridarono ad alta voce al Signore Iddio loro. 5 E i Leviti Iesua, Cadmiel, Bani, Hasabneia, Serebia, Hodia, Sebania, e Petahia, dissero: Levatevi, benedite il Signore Iddio vostro da un secolo all'altro; e benedicasi, o Dio, il Nome tuo glorioso, ed esaltato sopra ogni benedizione e laude. 6 Tu solo sei il Signore; tu hai fatti i cieli, i cieli de' cieli, e tutto il loro esercito; la terra, e tutto quello che è sopra essa; i mari, e tutto quello che è in essi; e tu vivifichi tutte queste cose, e l'esercito del cielo ti adora. 7 Tu sei il Signore Iddio, ch'eleggesti Abramo, e lo traesti fuori di Ur de' Caldei, e gli ponesti nome Abrahamo. 8 E trovasti il cuor suo fedele davanti a te, e facesti patto con lui, promettendogli di dare alla sua progenie il paese de' Cananei, degli Hittei, degli Amorrei, de' Ferizzei, de' Gebusei, e de' Ghirgasei; e tu hai messe ad effetto le tue parole; perciocchè tu sei giusto. 9 E riguardasti all'afflizione de' nostri padri in Egitto, ed esaudisti il lor grido al mar rosso. 10 E facesti miracoli e prodigi sopra Faraone, e sopra i suoi servitori, e sopra tutto il popolo del suo paese; perciocchè tu conoscesti ch'erano superbamente proceduti contro a loro; e ti acquistasti un tal Nome quale è al dì d'oggi. 11 E fendesti il mare davanti a loro, talchè passarono per mezzo il mare per l'asciutto; e gittasti a fondo coloro che li perseguitavano, come una pietra in acque forti. 12 E li conducesti di giorno con una colonna di nuvola, e di notte con una colonna di fuoco, per illuminarli nella via per la quale aveano da camminare. 13 E scendesti in sul monte di Sinai, e parlasti con loro dal cielo, e desti loro ordinazioni diritte, e leggi veraci, statuti, e comandamenti buoni. 14 Ed insegnasti loro il tuo santo sabato, e desti loro comandamenti, statuti, e leggi per Mosè, tuo servitore. 15 E desti loro dal cielo del pane per la fame loro, e facesti loro salire dell'acqua dalla rupe per la lor sete; e dicesti loro ch'entrassero per possedere il paese, del quale tu avevi alzata la mano che tu il daresti loro. 16 Ma essi e i padri nostri procedettero superbamente, e indurarono il lor collo, e non ubbidirono a' tuoi comandamenti; 17 e ricusarono di ubbidire, e non si ricordarono delle tue maraviglie, che tu avevi operate inverso loro; e indurarono il lor collo; e nella lor ribellione si vollero costituire un capo per ritornare alla lor servitù. Ma tu che sei l'Iddio de' perdoni, pietoso, misericordioso, lento all'ira, e di gran benignità, non li abbandonasti. 18 Eziandio, quando essi si fecero un vitello di getto, e dissero: Questo è l'Iddio tuo che ti ha tratto fuor di Egitto; e ti fecero di gran dispetti, 19 tu pure, per le tue gran misericordie, non li abbandonasti nel deserto; la colonna della nuvola non si dipartì d'in su loro di giorno, per condurli per lo cammino; nè la colonna del fuoco di notte, per alluminarli nella via, per la quale aveano da camminare. 20 E desti loro il tuo buono Spirito, per dar loro intelletto; e non ritraesti la tua manna dalla lor bocca, e desti loro dell'acqua per la lor sete. 21 E li sostentasti quarant'anni nel deserto, e non mancò loro nulla; i lor vestimenti non si logorarono, e i lor piedi non si calterirono. 22 E desti loro regni e popoli; e li dividesti per contrade; ed essi possedettero il paese di Sihon, cioè, il paese del re di Hesbon, e il paese di Og, re di Basan. 23 E moltiplicasti i lor figliuoli, come le stelle del cielo, e li introducesti nel paese, del quale tu avevi detto a' lor padri, ch'essi vi entrerebbero, per possederlo. 24 E così i lor figliuoli vi entrarono, e possedettero quel paese; e tu abbassasti davanti a loro i Cananei, abitanti del paese, e li desti nelle lor mani, insieme con i re loro, e co' popoli del paese, per far di loro a lor volontà. 25 Talchè presero delle città forti, ed un paese grasso; e possedettero case piene d'ogni bene, pozzi cavati, vigne, uliveti, ed alberi fruttiferi, in abbondanza; e mangiarono, e si saziarono, e s'ingrassarono, e vissero in delizie per li tuoi gran beni. 26 Ma essi ti provocarono ad ira, e si ribellarono contro a te, e gittarono la tua Legge dietro alle spalle, e uccisero i tuoi profeti che protestavano loro, per convertirli a te; e ti fecero di gran dispetti. 27 Laonde tu li desti nelle mani de' lor nemici, i quali li afflissero; ma al tempo della loro afflizione, avendo essi gridato a te, tu li esaudisti dal cielo; e, secondo le tue gran misericordie, desti loro de' liberatori, i quali li liberarono di mano de' lor nemici. 28 Ma quando aveano riposo, tornavano a far male nel tuo cospetto; laonde tu li abbandonavi nelle mani de' lor nemici, i quali si rendevano lor padroni; poi, quando tornavano a gridare a te, tu li esaudivi dal cielo; e così, secondo le tue misericordie, tu li hai più volte salvati. 29 Ed hai loro protestato, per convertirli alla tua Legge; ma essi sono superbamente proceduti, e non hanno ubbidito a' tuoi comandamenti, ed hanno peccato contro alle tue leggi, per le quali, chi le metterà ad effetto viverà; e sono stati restii a porger la spalla, ed hanno indurato il lor collo, e non hanno ubbidito. 30 E benchè tu indugiassi inverso loro per molti anni, e protestassi loro per lo tuo Spirito, per lo ministerio de' tuoi profeti, non però porsero gli orecchi; laonde tu li desti nelle mani de' popoli de' paesi. 31 E pure, per le tue gran misericordie, tu non ne hai fatta una final distruzione, e non li hai abbandonati; perciocchè, tu sei un Dio pietoso e misericordioso. 32 Ora dunque, o Dio nostro, Dio grande, forte e tremendo, che osservi il patto e la benignità, non sia reputato piccolo appo te tutto il travaglio che è avvenuto a noi, a' nostri re, a' nostri principi, a' nostri sacerdoti, a' nostri profeti, a' nostri padri, e a tutto il tuo popolo, dal tempo dei re degli Assiri, fino ad oggi. 33 Ora tu sei giusto in tutto quello che ci è avvenuto; perciocchè tu hai operato fedelmente; ma noi siamo proceduti empiamente. 34 Nè i nostri re, nè i nostri principi, nè i nostri sacerdoti, nè i nostri padri, non hanno messa in opera la tua Legge, e non hanno atteso a' tuoi comandamenti, nè alle tue testimonianze, con le quali tu hai loro protestato. 35 E non ti hanno servito nel lor regno, e ne' gran beni, che tu avevi loro dati, nè in quell'ampio e grasso paese, che tu avevi messo in lor potere; e non si son convertiti dalle loro opere malvage. 36 Ecco, oggi noi siamo servi; ecco, siamo servi nel paese che tu desti a' nostri padri, per mangiarne i frutti ed i beni. 37 Ed esso produce in abbondanza per li re che tu hai costituiti sopra noi, per li nostri peccati, e i quali signoreggiano sopra i nostri corpi, e sopra le nostre bestie, a lor volontà; onde noi siamo in gran distretta. 38 PER tutto ciò adunque noi facciamo un patto stabile, e lo scriviamo; e i nostri capi, e i nostri Leviti, e i nostri sacerdoti hanno cura di suggellarlo.

Commentario abbreviato di Matthew Henry:

Neemia 9

1 Capitolo 9

Un digiuno solenne Ne 9:1-3

Preghiera e confessione del peccato Ne 9:4-38

Versetti 1-3

La Parola dirige e accelera la preghiera, perché con essa lo Spirito aiuta le nostre infermità a pregare. Lo studio attento della parola di Dio ci farà scoprire sempre più la nostra peccaminosità e l'abbondanza della sua salvezza; così ci chiama a piangere per il peccato e a gioire in Lui. Ogni scoperta della verità di Dio dovrebbe renderci più instancabili nel frequentare la sua sacra parola e la sua adorazione.

4 Versetti 4-38

Il riassunto delle loro preghiere è qui riportato. Senza dubbio fu detto molto di più. Qualunque sia la nostra capacità di fare qualsiasi cosa nel modo del dovere, dobbiamo servire e glorificare Dio secondo il massimo di essa. Quando confessiamo i nostri peccati, è bene notare le misericordie di Dio, per essere più umili e vergognarci. I comportamenti del Signore hanno mostrato la sua bontà e la sua longanimità, e la durezza dei loro cuori. La testimonianza dei profeti era la testimonianza dello Spirito nei profeti, ed era lo Spirito di Cristo in loro. Essi parlavano come erano mossi dallo Spirito Santo, e ciò che dicevano deve essere accolto di conseguenza. Il risultato fu lo stupore per le misericordie del Signore e la sensazione che il peccato li avesse portati allo stato attuale, dal quale nulla, se non l'amore immeritato, avrebbe potuto salvarli. E la loro condotta non è forse un esempio della natura umana? Studiamo la storia della nostra terra e la nostra storia. Ricordiamo i nostri vantaggi fin dall'infanzia e chiediamoci quali sono stati i nostri primi guadagni. Facciamolo spesso, per mantenerci umili, grati e vigili. Ricordiamo tutti che l'orgoglio e l'ostinazione sono peccati che rovinano l'anima. Ma spesso è difficile persuadere i cuori spezzati a sperare, come un tempo era difficile indurli a temere. È questo il tuo caso? Guarda questa dolce promessa: un Dio pronto a perdonare! Invece di allontanarci da Dio per un senso di indegnità, veniamo con coraggio al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovare la grazia di aiutarci nel momento del bisogno. Egli è un Dio pronto a perdonare.

Commentario del Pulpito:

Neemia 9

1 DIGIUNO SOLENNE OSSERVATO, CON CONFESSIONE DEI PECCATI; E IL PATTO VOLONTARIO CON DIO STIPULATO DAL POPOLO E SUGGELLATO DAI PRINCIPI, DAI SACERDOTI E DAI LEVITI Neemia 9 Quando la legge fu letta loro per la prima volta il primo giorno del settimo mese, il popolo aveva mostrato forti sentimenti di compunzione, un sincero desiderio di tornare a Dio per la spinosa via del pentimento. Nel controllare questo sentimento in quel particolare giorno, Esdra e Neemia si erano conformati alle idee prevalenti sul tema dell'osservanza della festa, ma non avevano inteso contrastare il desiderio popolare di una qualche distinta azione penitenziale, di qualche procedimento pubblico marcato, che avrebbe dovuto fornire allo stesso tempo uno sfogo al sentimento represso, e servire come punto di partenza da cui gli individui, o anche la nazione, potrebbe intraprendere una nuova carriera. È una circostanza molto curiosa, e non facile da spiegare, che non abbiano fissato il 10 del mese il "grande giorno dell'espiazione", come il giorno più appropriato dell'umiliazione nazionale e dell'umiliazione generale di sé. La vicinanza di quell'occasione lo avrebbe naturalmente e quasi necessariamente suggerito a loro, e nulla poteva superare la sua intrinseca idoneità. In quel giorno, e solo in quel giorno in tutto l'anno, ogni anima doveva affliggersi, e chiunque non lo facesse doveva essere sterminato e distrutto di fra il popolo Levitico 23:27-29 Non può darsi che l'osservanza del giorno fosse cessata. Forse il tempo di preparazione che la selezione di questa "festa del dolore" avrebbe concesso mi è sembrato troppo breve. Forse si è ritenuto indesiderabile scegliere per uno straordinario atto nazionale di autoumiliazione un giorno che già possedeva la sua routine, e forse il suo rituale, di pentimento. In ogni caso, il fatto era che le autorità civili ed ecclesiastiche giunsero alla determinazione di non fare alcun uso speciale del regolare giorno di digiuno annuale, ma di lasciare l'osservanza di quell'occasione all'inclinazione naturale del popolo, e di fissare un giorno diverso, che non avesse usanze tradizionali, per il solenne atto di penitenza su cui era impostato il cuore della nazione. Poiché la festa dei tabernacoli durava dal 15 al 22, era necessario scegliere un giorno prima o dopo quella settimana santa. Un giorno tra il 10 e il 15 sarebbe seguito troppo vicino al giorno dell'espiazione; un giorno, quindi, fu fissato dopo che la festa era finita. Ma non il giorno dopo -- il passaggio dalla gioia al dolore sarebbe stato in tal caso troppo brusco -- ma il giorno dopo solo uno, il 24 Neemia 9:1 Poi, essendo ancora presente la folla che era salita per la festa, si tenne un gran digiuno: si indossò il sacco, si cosparse di polvere sul capo; per metà giornata la vasta assemblea rimase nel grande cortile del tempio, ascoltando le parole della legge per tre ore, e per tre ore confessando i propri peccati (Versetto 3); dopo di ciò i Leviti presero la parola e, a nome di tutto il popolo, benedissero Dio, riconobbero la sua provvidenza misericordiosa e la sua speciale bontà verso Israele durante l'intero corso della loro storia (Versetti. 5-25), confessarono i loro peccati e i peccati dei loro padri (Versetti. 26-35), ammisero la giustizia del loro attuale basso ceto (Versetti. 36, 37), e infine presentarono un vincolo scritto o patto, al quale invitarono i presenti a mettere i loro sigilli (Versetto 38), impegnandoli a "camminare nella legge di Dio, ad osservare e a mettere in pratica tutti i suoi comandamenti" e a fare una provvista perpetua per i sacerdoti e per il servizio del tempio Neemia 10:29-39 Le parole della formula furono, senza dubbio, accuratamente preparate in anticipo, e mostrano tracce dell'influenza di Esdra, alla cui preghiera Esdra 9:6-15 Hanno una grande somiglianza. Possiamo forse supporre che fossero una sua composizione, e che, sebbene non sia menzionato, egli fosse presente, dirigendo tutti i lavori, istruendo e animando i Leviti, ed esercitando un'influenza benefica su tutti i ceti del popolo. (Il presente capitolo è strettamente unito a quello che segue, e deve essere studiato in relazione ad esso.)

con sacchi e terra su di essi. Sull'uso del sacco nel lutto, vedi Genesi 37:34, 2Samuele 3:31, 21:10, 1Re 21:27, ss. Mettere terra o polvere sulla testa era meno comune; ma se ne fa menzione in 1Samuele 4:12, 2Samuele 1:2 e Giobbe 2:12

Versetti 1-3.- Un giorno speciale di digiuno: come è passato

Questo capitolo e il successivo contengono un resoconto degli eventi di un giorno riservato al digiuno speciale e all'umiliazione. Questi tre versetti danno una descrizione generale degli eventi

I L'APPUNTAMENTO. Il 24° giorno del mese Tisri; Era passato solo un giorno sereno dai festeggiamenti della festa dei Tabernacoli. Cantici gioia e dolore si succedono nella vita; anche nella vita religiosa. Nessuna incoerenza nell'indulgenza di ciascuno a turno. Il popolo aveva mostrato di essere pronto a un'umiliazione speciale all'inizio del mese, alla festa delle trombe, quando, letta la legge, pianse. Ma in quel momento fu chiesto loro di frenare il loro dolore perché stavano celebrando una festa. Da allora, il dieci del mese, il giorno dell'espiazione, l'unico giorno di digiuno prescritto dalla legge, era stato senza dubbio osservato. Ma si riteneva desiderabili servizi di tipo più speciale, nei quali, mediante le espressioni congiunte del pentimento e del rinnovato patto con Dio, si dovevano porre le fondamenta per una vita più in armonia con la legge

II La SEPARAZIONE dagli alieni effettuata. L'adunanza e i suoi esercizi dovevano essere strettamente per "il seme d'Israele". Altri non potevano realmente avere comunione con loro nel loro racconto dei rapporti di Dio con i loro padri e la loro nazione, né condividere il loro dolore o le nuove risoluzioni. Gli ebrei quindi "si separarono da tutti gli estranei" per il momento, e tennero una riunione di soli ebrei. Questo sembra essere il significato delle parole. Osservate che la comunità di fede e di sentimento è essenziale per il culto unito, e quanto più è profonda e piena, tanto più reale e proficua sarà il culto unito. La congregazione mista ha i suoi vantaggi, ma i cristiani sinceri desidereranno una compagnia più stretta di quella che essa offre, e che si può trovare solo nelle adunanze di coloro che la pensano allo stesso modo, a parte per un po' di tempo da coloro che sono formali e tiepidi

III I SEGNI ESTERNI dell'umiliazione adottati. Digiuno, astinenza dal cibo, più o meno rigida. Una pratica sancita da nostro Signore e impiegata non solo come espressione di umiliazione, ma come aiuto per un'intensa devozione vedi Matteo 4:2; 17:21; Atti 13:2,3 È degno di considerazione se il suo generale disuso tra i cristiani protestanti occidentali sia da attribuire a una diminuita devozione, o a un'accresciuta spiritualità a cui tali metodi e strumenti di pietà sono estranei, o all'esperienza che nei climi occidentali il digiuno non aiuta la devozione. Quel che è certo è che non ha alcun valore come osservanza religiosa se non in quanto promuove o esprime la religione spirituale. Oltre al digiuno, questi ebrei indossavano sacchi e si mettevano della terra sul capo, usanze non rare per loro in circostanze simili. Tali segni di umiliazione come questi sono, tuttavia, chiaramente proibiti da nostro Signore, east.in caso della devozione privata, Matteo 6:16 come il sapore dell'ostentazione; E, senza dubbio, quanto più prevale lo spirito del Vangelo, quanto più tali segni esterni diventano sgradevoli. E in ogni periodo erano preziose solo per esprimere e promuovere veri sentimenti di penitenza. Possiamo facilmente immaginare come, dove si riconoscevano segni di lutto, un'intera assemblea che appariva in essi eccitava l'un l'altro a un dolore più profondo, come in effetti tra noi si fa quando centinaia o migliaia di persone si incontrano, in qualche occasione di dolore generale, tutti vestiti di nero

IV Gli ESERCIZI RELIGIOSI del giorno

1. L'adorazione di Dio. Compresi-

(1) Lode. Dichiarazioni della gloria divina e racconti delle sue opere meravigliose, nella creazione e nella loro storia nazionale

(2) Confessione dei peccati. I propri peccati e quelli dei loro padri. La sostanza della confessione resa è data in Versetti. 7-35. La confessione dei propri peccati non è solo appropriata, ma è una condizione del perdono Proverbi 28:13; 1Giovanni 1:9 Ma perché confessare i peccati dei loro padri? Va ricordato che questo era un raduno nazionale per l'umiliazione nazionale, introduttivo a una migliore vita nazionale. In un'assemblea del genere, una rassegna dei peccati della nazione sarebbe molto appropriata e proficua. Ricordava la grande causa della sofferenza nazionale del passato, del degrado e della sottomissione presenti. Ha portato alla luce ciò che deve essere evitato se dovessero sorgere tempi migliori. Ha prodotto la convinzione personale di partecipare ai peccati di coloro che ci hanno preceduto e la necessità di abbandonarli. Ha accresciuto il sentimento della grande tolleranza e misericordia di Dio verso la loro nazione, che allo stesso tempo ha approfondito il pentimento e incoraggiato la speranza

(3) Preghiera (Versetto 32)

2. Lettura della legge. Questo aveva avuto un posto di rilievo nella celebrazione delle feste sia delle trombe che dei tabernacoli (vedi capitolo precedente), ed era stato il mezzo principale per risvegliare quel dolore generale per il peccato che aveva preparato il popolo per questo speciale giorno di digiuno. Sembrerebbe che fino a quel momento non conoscessero "il libro della legge" e che ciò che avevano udito di recente avesse suscitato una fame non facilmente saziabile. In questa occasione metà del tempo è stato speso nella lettura e nell'ascolto di parti del libro. I suoi precetti e le sue storie aumenterebbero la loro penitenza; le dichiarazioni che, tra i suoi decreti legali, conteneva della misericordia perdonante di Dio, e gli esempi del suo esercizio che registrava, li avrebbero assicurati che il loro pentimento non sarebbe stato vano; e il tutto avrebbe guidato e stimolato le loro lodi e confessioni, suppliche e buoni propositi

V Il TEMPO OCCUPATO (Versetto 3). È stato un "incontro prolungato". Per sei ore la congregazione rimase unita. Metà del tempo era impiegato nella lettura della legge, senza dubbio con spiegazioni simili a quelle riportate in Neemia 8:7,8, e metà nell'adorazione. Forse i due si sono alternati durante la funzione. In tempi di generale sentimento religioso si possono tenere funzioni molto lunghe senza stancarsi; Di solito sono indesiderabili; Ma la richiesta di quelli molto brevi è di solito un segno del decadimento della vita spirituale. In conclusione

1. Le fondamenta di una vita religiosa nuova o migliorata devono essere poste in un autentico pentimento

2. La conoscenza della parola di Dio è essenziale per una pietà intelligente, accettabile e duratura. La lettura e l'esposizione della Sacra Scrittura dovrebbero quindi avere un posto di rilievo nel culto pubblico

3. La realtà e il valore della nostra conoscenza religiosa devono essere valutati dalla sua influenza sul nostro cuore e sulla nostra vita. Opera in noi il pentimento e una vita più pia e giusta?

OMELIE DI W. CLARKSON. Versetti 1-5, 16-18, 26,28-30, 33-35.- Confessione

La festa dei tabernacoli, tenuta in un modo che Israele non aveva conosciuto dai tempi di Giosuè (cap. 8:17), si concludeva, "secondo la maniera" di quella festa, con una "solenne assemblea" l'ottavo giorno (cap. 8:18), "l'ultimo giorno, il gran giorno della festa" Giovanni 7:37 Dopo un intervallo di un giorno, in cui non fu fatto nulla di strano, "il ventiquattresimo giorno del mese i figli d'Israele si riunirono con il digiuno" (Versetto 1), e si tenne un grandissimo giorno di confessione, adorazione e preghiera. Questo era un atto del tutto facoltativo da parte loro; non è stato fatto per conformarsi a nessuna ingiunzione' è stato ritenuto una cosa adatta e desiderabile. Sotto la legge c'era un po' di spazio -- sotto il Vangelo c'è di più -- per il servizio spontaneo. Non solo le ordinanze e i servizi che sono prescritti, ma anche quelli che la coltivazione della nostra vita spirituale richiede, sono ciò che i saggi e i buoni vogliono praticare. Questi non dovrebbero essere

(1) Cantici molti come impedirci di prendere una parte equa nei doveri della vita quotidiana e della cittadinanza, o come condurre insensibilmente alla formalità e al cerimonialismo; né dovrebbero essere

(2) così pochi da affamare l'anima o privarla del pieno nutrimento di cui ha bisogno. Esdra e Neemia possono aver pensato che l'intensa e prolungata esaltazione del cuore in cui si erano crogiolati non fosse priva di pericoli, e che sarebbe stata saggiamente seguita da un servizio più calmo. Nel coltivare il nostro carattere religioso, un tipo di servizio dovrebbe alternarsi a un altro: il contemplativo con il sociale, lo spirituale con il pratico, il gioioso e il congratulante con il penitenziale. La confessione dei peccati era la nota chiave di tutto questo servizio. Ha trovato espressione in due modi

I SEGNI ESTERIORI DELL'UMILIAZIONE (Versetto 1). "I figli d'Israele si radunarono con il digiuno, e con sopra di loro un sacco e della terra" (Versetto 1). Presero quelle misure per indicare l'umiltà che nella loro epoca e nella loro terra erano naturali per loro:

(1) digiuno,

(2) indossare un sacco,

(3) Mettere terra o "spruzzare polvere" Giobbe 2:12 sulla testa

Ogni volta che si verificano manifestazioni esteriori di questo tipo, "chinando il capo come un giunco, o stendendo sacco e cenere", Isaia 58:5 o il digiuno, diventare puramente formale o semplicemente ostentato, Matteo 6:16 Diventano inaccettabili o addirittura decisamente ripugnanti per colui che esige sincerità e spiritualità Salmi 51:2Giovanni 4:24 Ma la testa china, l'occhio basso, la lacrima incontrollabile, il sospiro inconsapevole: queste sono spesso le espressioni inarticolate ma eloquenti di contrizione che l'occhio di colui che tutto vede, l'orecchio del Padre che tutto sente non riesce a vedere e a non udire

II PAROLE DI PENITENZA. Un quarto "lo confessarono, e adorarono il Signore loro Dio" (Versetto 3). "A gran voce" (Versetto 4) gli otto Leviti guidarono le loro devozioni, invitandoli a "alzarsi e benedire il Signore loro Dio nei secoli dei secoli" (Versetto 5), e poi il popolo li seguì nella loro confessione; così: "I nostri padri si comportarono con superbia, indurirono la loro cervice, non diedero ascolto ai tuoi comandamenti e rifiutarono di obbedire, e non si ricordarono delle meraviglie che facevi in mezzo a loro" (Versetti. 16, 17); essi "operarono grandi provocazioni" (Versetto 18); "sono stati disubbidienti e si sono ribellati contro di te, e hanno gettato la tua legge dietro le loro spalle" (Versetto 26); "hanno fatto di nuovo il male davanti a te" (Versetto 28); "Hanno agito con orgoglio e hanno peccato contro i tuoi giudizi... ritirarono la spalla" (Versetto 29). "Noi abbiamo agito empilmente, né i nostri re, né i nostri principi, né i nostri preti, né i nostri padri hanno osservato la tua legge; … non ti hanno servito.., nella tua grande bontà". Ecco un'ampia e senza riserve confessione della loro colpa e di quella dei loro padri:

1. Molteplici mancanze: non dare ascolto ai comandamenti, non essere memori dei prodigi, non servire Dio nella sua grande bontà

2. Trasgressione positiva e aggravata: agire con orgoglio, fare grandi provocazioni, ribellarsi a Dio, gettare la legge dietro di sé, ecc

3. Retrocessione: "ritirare la spalla" che era stata data al giogo. Siamo chiamati a "prendere con noi le parole e volgerci al Signore" Osea 14:2 "Con la bocca si fa la confessione per la salvezza" Romani 10:10 La nostra confessione dovrebbe essere

(1) ampio e non vincolato, compreso

a) carenza,

(b) trasgressione e, se richiesto,

c) l'arretramento; deve essere

(2) sincero: non una semplice ripetizione di parole che altri penitenti hanno impiegato, ma l'espressione di ciò che il nostro cuore sente

OMELIE di J.S Exell Versetti 1-29.- Una rassegna orante della bontà divina come si manifesta nei fatti della vita umana

I Questa è una revisione orante del NOME Divino. "E benedetto sia il tuo nome glorioso, che si innalza al di sopra di ogni benedizione e lode" (Versetto 5)

1. Vede Dio come il Creatore di tutte le cose (Versetto 6)

2. Vede Dio come elettore del suo popolo (Versetto 7)

3. Vede Dio come un patto con i fedeli (Versetto 8)

4. Vede Dio come colui che libera il suo popolo nel tempo della dolorosa afflizione (Versetti. 9, 10)

II Questa è una rassegna orante dell'AZIONE Divina. "E tu hai diviso il mare davanti a loro" (Versetto 11)

1. L'atto di liberazione (Versetto 11)

2. L'atto di orientamento. "E li hai condotti di giorno per una colonna di nuvole" (Versetto 12)

3. L'atto di istruzione (Versetti. 13, 14)

4. L'atto di disposizione. "E diede loro del pane dal cielo per la loro fame" (Versetto 15)

5. L'atto di tolleranza (Versetto 17)

6. L'atto di conquista (Versetto 24)

7. L'atto di retribuzione (Versetto 27)

OMELIE di R.A. Redford Versetti 1-38.- Il solenne digiuno dell'Israele riunito. Notate tre aspetti della vita religiosa del popolo

1. La loro confessione dei peccati

2. La loro riforma esterna

3. La loro solenne adozione della parola scritta di Dio come legge della loro vita. Prendili come rappresentativi, universali

UMILIAZIONE E CONFESSIONE

1. Pubblico e unito, così come privato e solitario. Grande imponenza nei numeri. Il cuore ha bisogno dello stimolo del contatto con grandi onde di sentimento. C'è molto nell'espressione dell'emozione religiosa per alimentarla e sostenerla

2. Il senso del peccato non dovrebbe essere semplicemente il riconoscimento di trasgressioni individuali, ma di impotenza morale. "Hanno confessato i loro peccati e le iniquità dei loro padri". Hanno raccontato la storia della grazia divina e le inversioni del suo popolo. Ha mantenuto vivo nel loro cuore il senso della loro totale dipendenza dalla gratuita, immeritata misericordia di Geova

3. Lo spirito penitenziale si vestirà con un abito appropriato. Il popolo digiunava e si vestiva di sacco e di terra, in segno di lutto e di umiliazione. Non ci viene imposto di adottare le loro usanze religiose, ma c'è un'espressione naturale di penitenza che non è formalità o ipocrisia. Abnegazione, semplicità di vita e di costumi, memoria pratica del nulla delle cose terrene. "La moderazione è nota a tutti gli uomini"

II LA RIFORMA DELLA VITA ESTERIORE. Ci sono condizioni esterne nelle quali solo il vero servizio di Dio può essere adempiuto. Tali sono:

1. Completa separazione dall'alleanza con estranei empi. La purezza senza compromessi della nostra conversazione è la nostra unica salvaguardia. Il cuore veramente consacrato rinuncerà a tutto per Dio. Spesso si tratta di un sacrificio, ma rinunciare alla vecchia vita significa salvare la nuova

2. Attenzione all' osservanza pubblica delle ordinanze religiose. Le nature più umili e santificate apprezzano di più tali opportunità. L'abbandono della casa di Dio è un segno sicuro di decadenza della vita spirituale. Nulla può essere sostituito ad esso. La religione solitaria può essere sincera, ma non può essere del tutto sana, ed è generalmente incline a diventare morbosa. I doni consacrati del popolo di Dio sono messi a nostra disposizione dalla mescolanza dei cuori e delle voci, e dall'uso di un'espressione preparata del sentimento religioso

3. Il servizio di Dio nella vita quotidiana. "Nel paese che hai dato ai nostri padri; " "Ecco, noi siamo servi in esso". La religione deve essere resa una realtà, non solo nell'assemblea pubblica, ma anche nella casa, nel luogo degli affari, nelle relazioni che intratteniamo con i nostri simili, nella vita nazionale, in tutto il paese

III IL SOLENNE PATTO SUGGELLATO DAL POPOLO DI DIO, L'ADOZIONE DELLA SUA PAROLA COME L'UNICA LEGGE DA OSSERVARE. "Facciamo un patto sicuro e lo scriviamo"

1. Il patto si basa su un patto. Ci troviamo sul terreno che Dio stesso ha preparato per noi: la storia della sua fedeltà e del suo amore nel passato. Non osiamo impegnarci a vivere secondo la legge di Dio se non abbiamo la certezza della sua grazia. L'Antico Testamento è il prezioso sostegno della nostra fede quando ci impegniamo a Cristo nel nuovo patto del Vangelo. Siamo capaci di circondarci della nube dei testimoni

2. La comunione della fede è il nostro aiuto. Coloro che hanno apposto i loro sigilli sulla stessa scrittura sostengono la forza l'uno dell'altro nell'adempimento del voto. Principi, leviti, sacerdoti, con il popolo. Dio non ha riguardo alla qualità delle persone; ma quando tutti i ranghi e gli uffici sono uniti nel suo servizio, la fiducia di tutti è mantenuta, e lo spirito di fratellanza alimenta lo spirito di sacrificio di sé

3. La consacrazione pubblica e la professione di obbedienza dovrebbero essere il risultato di un profondo lavoro interiore dello Spirito di Dio, nel rinnovamento del cuore e della vita. Tutti i voti avventati sono sbagliati; Quanto più quelle fatte in nome della religione! Poiché ci pentiamo e ritorniamo al Signore, possiamo tranquillamente fare un'alleanza di fedeltà; ma un semplice suggellamento dell'uomo esteriore, senza un rinnovamento spirituale, è una beffa e una trappola

4. L'illuminazione dovrebbe accompagnare tutti gli atti religiosi pubblici. Il popolo udì la parola e la comprese prima di impegnarsi solennemente a osservare la legge. Non ci può essere un sano risveglio della religione che non sia fondato sull'illuminazione. Le grandi assemblee sono facilmente mosse all'azione comune; Ma la preparazione per esso dovrebbe essere l'annuncio chiaro, pieno, semplice del Vangelo. Non si terrà mai abbastanza conto del fatto che il cuore umano inganna se stesso, che l'ignoranza acceca, che l'egoismo e l'indolenza nascondono le meraviglie del passato e i pericoli del futuro. L 'intera parola di Dio dovrebbe essere il fondamento su cui si edifica la vita religiosa

2 La progenie d'Israele si separò da tutti gli estranei. Confronta Neemia 10:28, da cui risulta che gli "stranieri" sono "il popolo dei paesi", o pagani vicini, dei quali c'era in ogni tempo un numero considerevole a Gerusalemme Comp. Neemia 13:16 Non era conveniente che questi stranieri prendessero parte a una cerimonia il cui scopo principale era che il popolo speciale di Dio rinnovasse il suo patto con lui. Si alzò e si confessò. L'atteggiamento è forse scarsamente inteso qui, dal momento che gli ebrei confessavano i loro peccati inginocchiati, Esdra 9:5 o prostrato Esdra 10:1 Perciò nel versetto successivo si sente dire che essi "si alzarono" (consurrexerunt, Vulg.)

OMELIE di W. CLARKSON Versetti 2, 31-33, 36-38.- Impugnazione

È stato osservato che non c'è preghiera in questo lungo discorso a Dio. E l'assenza di supplica diretta è certamente molto evidente. Ma dobbiamo ricordare che possiamo rivolgerci a Dio in più modi che chiedendogli direttamente le benedizioni che desideriamo dalla sua mano. La relativa e quasi completa assenza di una petizione formale da questo indirizzo ci suggerisce che potremmo andare lontano verso la vittoria della nostra causa

PRESENTO L'ANIMA DAVANTI A DIO IN UNO STATO SPIRITUALE RICETTIVO. È solo in alcune condizioni spirituali che possiamo aspettarci di essere destinatari della sua munificenza. Non essere nello stato giusto significa chiudere a chiave la porta a cui ci troviamo. Con un discorso come questo gli ebrei o mostrarono di essere in una condizione di accoglienza accettabile o si misero in una condizione di accoglienza. C'erano

1. Il solenne riconoscimento dell'eccellenza di Dio, della sua grandezza: "Dio nostro, il Dio grande, potente e terribile" (Versetto 32); della sua bontà, "per amore delle tue grandi misericordie"; "tu sei un Dio misericordioso e misericordioso" (Versetto 31); della sua fedeltà -- "che osserva l'alleanza e la misericordia" (Versetto 32); della sua giustizia -- "tu sei giusto in tutto ciò che ci è stato introdotto" (Versetto 33)

2. Senso del proprio deserto malato. "Tu hai agito bene, ma noi abbiamo agito malvagiamente"

3. Disponibilità a separarsi dal peccato. "La discendenza d'Israele si separò da tutti gli stranieri" (Versetto 2). "Se consideriamo l'iniquità nei nostri cuori, il Signore non ci ascolterà" Salmi 66:18; Isaia 1:15

4. Disponibilità a impegnarsi al suo servizio. Gli ebrei erano pronti a "fare un'alleanza sicura, a scriverla e a sigillarla" (Versetto 38). Così, in questa occasione, i figli d'Israele si presentarono davanti a Dio, e non solo mostrarono, quando cominciarono a parlargli con riverenza e umiltà, ma acquisirono di più man mano che procedevano, una condizione spirituale adatta per ricevere le sue comunicazioni divine. Non è con "parlare ad alta voce", né con "parlare molto", Matteo 6:7 ma piuttosto chiedendo, con il giusto temperamento e modo, che facciamo un appello forte e prevalente al Divino Ausiliatrice; presentandoci davanti a lui come supplichevoli nello spirito di

a. profonda riverenza,

b. profonda umiltà,

c. Autentica consacrazione

II RICHIESTA IN PAROLE (Versetti. 32, 36, 37). "Ora dunque, nostro Dio... Non sembri poca cosa davanti a te tutta l'angoscia che si è abbattuta su di noi, sui nostri re, sui nostri capi, sui nostri sacerdoti, sui nostri profeti, sui nostri padri e su tutto il tuo popolo, dal tempo dei re d'Assiria fino ad oggi" (Versetto 32). «Ecco», continua questo appello, «noi siamo servi, e tu hai dato il paese ai nostri padri... Noi siamo servi in essa, ed essa produce molto aumento ai re che tu hai posto sopra di noi... essi dominano sui nostri corpi e sul nostro bestiame, a loro piacimento, e noi siamo in grande angoscia" (Versetti, 36, 37). Questo è

(1) un appello diretto alla pietà di Geova affinché egli avesse compassione di coloro che erano schiavi nella loro stessa terra, essendo le loro persone e le loro proprietà alla mercé di un principe straniero; era anche

(2) un appello indiretto alla sua fedeltà e giustizia. Poiché Dio non li aveva castigati molto a lungo e molto dolorosamente? - lui che aveva promesso di perdonare loro le loro iniquità quando fossero tornati a lui; colui che non avrebbe reso la sua punizione sproporzionata rispetto alla loro offesa. Desideravano "vedere la bellezza del Signore" (la sua giustizia, la sua equità), per poter essere "rallegrati secondo i giorni in cui egli li aveva umiliati e gli anni in cui avevano veduto il male" Salmi 90:15,17 Nel fare il nostro appello a Dio ci sono due cose che saranno sempre la sostanza e il peso della nostra supplica:

(3) il dolore della nostra necessità: la nostra debolezza, il nostro bisogno, i nostri problemi, la nostra umiliazione, la nostra oscurità e ignoranza, i nostri ripetuti fallimenti, la nostra distanza dalla meta e dal premio;

(4) la grandezza della sua bontà: la sua pietà, la sua pazienza, la sua premura, la sua misericordia promessa, la sua fedeltà. Possiamo sperare di arrivare al suo trono perché è "un Dio misericordioso e misericordioso", che implora la sua "grande misericordia" (Versetto 31). Ma più di questo, possiamo venire "intrepidamente" al trono della sua grazia, perché egli è Colui che "osserva il patto" (Versetto 32) così come la "misericordia", perché ha promesso la sua parola a noi in Cristo Gesù, e sarà "fedele e giusto da perdonarci i nostri peccati e purificarci da ogni ingiustizia". -C

3 Al loro posto. Vedi sopra, Neemia 8:7. Il popolo e i ministri avevano i loro "posti" designati in ogni riunione di carattere religioso. I primi ora "si alzavano" al loro posto e leggevano, cioè "impegnati nella lettura della legge, non come lettori effettivi, ma come ascoltatori. I lettori sarebbero stati i Leviti vedi Neemia 8:7,8 Un quarto della giornata. Il giorno e la notte erano divisi dagli ebrei in quattro parti, ciascuna della durata di tre ore. Le divisioni notturne sono frequentemente alluse nel Nuovo Testamento Marco 13:35; Giovanni 18:28), ecc

Adorato. Letteralmente, "si inchinarono" o "si prostrarono"

4 Sulla scala dei Leviti. Piuttosto, "sul podio dei leviti", lo stesso probabilmente del "pulpito di Neemia 8:4. Bani. Piuttosto, "Binnui", il vedi Neemia 10:9; 12:8 rappresentante dei "figli di Henadad. Jeshua, Binnui e Kadmiel sono le tre principali famiglie dei Leviti Comp. Esdra 2:40; 3:9; Neemia 3:24; 8:7), ecc

Serebia era il capo di una famiglia che tornò con Esdra Esdra 8:18 Chenani è probabilmente l'"Hanan" di Neemia 8:7 e Neemia 10:10

Versetti 4-6.- Elogio unito

Inizio del culto e delle confessioni con lode generale

I I LEADER DEL CULTO. Un ufficio onorevole e responsabile

II LA LORO ESORTAZIONE AL POPOLO

1. In quanto all'atteggiamento con cui dovevano offrire lode. "Alzati": la postura appropriata per questa parte del culto divino

2. In quanto alla lode che dovevano offrire

(1) A chi. "Geova tuo Dio". Il Dio vero e vivente, eterno e immutabile; il Dio d'Israele, colui che si è rivelato a loro in modo speciale, li ha presi in particolare relazione con sé, li ha resi oggetto di particolare cura e disciplina, ha dato loro promesse speciali. I cristiani hanno ragioni ancora più grandi per chiamare Geova il loro Dio e dargli lode

(2) Per quanto tempo. "Per sempre e per sempre". Indica che Dio esisterà per sempre, e sarà degno di lode, e realmente lodato; e che dovremmo aspirare e sperare di essere eternamente suoi adoratori

III LA LODE UNITA

1. Introduttivo

(1) Lode del nome di Dio. Di Dio come rivelato e dichiarato dalle sue opere e dalla sua parola

(2) Dichiarazione dell'inadeguatezza di ogni lode a Dio. "Che è esaltato", ss. Non solo nessuna parola può esprimere a sufficienza la sua maestà e la sua infinita eccellenza, ma nessun pensiero, nessuna emozione (che spesso trascendono il pensiero così come il linguaggio; vedi Romani 8:26 ne sono degni. E non solo la nostra lode è inadeguata, ma "ogni benedizione e lode". Questo non è un motivo per rifiutare il nostro culto, perché allora non si offrirebbe alcuna lode in cielo o in terra, ma per lottare per pensieri, sentimenti e linguaggi più nobili, e offrire tutto con la più profonda umiltà. Dio accondiscende ad accettare il culto più povero, se sincero, e il meglio che possiamo presentare

2. Lode a Dio come "Geova solo"

3. Attribuzione a lui della creazione di tutte le cose (Versetto 6). Una grande verità non solo sconosciuta alla maggior parte dei pagani, ma abbandonata da molti uomini colti nelle terre cristiane. Nella lode di Dio la manifestazione della Sua potenza, saggezza e bontà nell'opera della creazione dovrebbe occupare un posto di rilievo. Colui che ha fatto tutto dovrebbe ricevere l'omaggio di tutte le sue creature intelligenti

IV IL RICONOSCIMENTO DI ALTRI FEDELI. "L'esercito del cielo ti adora". È stimolante, quando ci si unisce nel culto divino, ricordare i nostri simili e quindi coltivare la comunione con loro (confronta l'inizio del Te Deum). Gli ebrei non avevano questa soddisfazione rispetto a nessun altro popolo. Essi soli adoravano il vero Dio, e non avevano imparato a pensare e a sentire che l'adorazione pagana fosse quasi equivalente alla loro. Tanto più volentieri riconobbero che il loro Dio, sconosciuto e non adorato dal resto del mondo, era adorato, lodato e servito da schiere di intelligenze eccelse in altri mondi. Anche per noi questa è una verità incoraggiante, adatta a stimolare ed elevare la nostra adorazione. Gli esseri più grandi che Dio ha fatto si inchinano con umiltà davanti a lui, e con tutto l'ardore della loro natura serafica celebrano la sua lode. Non dobbiamo vergognarci di essere come loro, ma dobbiamo cercare di rendere la nostra adorazione il più simile possibile alla loro, ed essere grati che, attraverso la mediazione del nostro Redentore, nel quale il cielo e la terra sono uniti, sia il più gradita possibile a Dio. Essi lodano il Salvatore e il Creatore; Lo lodiamo con un sentimento che non possono condividere; poiché egli ha riscattato noi mediante il suo sangue, non loro

5 Alzati. Il popolo si era prostrato (vedi il commento al Versetto 3) per la confessione e la preghiera; Ora viene loro chiesto di "alzarsi" in piedi per la lode. Confrontate la pratica della Chiesa cristiana. Sia benedetto. Letteralmente, "benedicano". I leviti rivolgono il loro indirizzo, dopo la frase iniziale, dal popolo a Geova stesso, che d'ora in poi ne diviene il suddito. Il tuo nome glorioso. L'alto onore dovuto al "nome" di Dio è insegnato dagli scrittori sacri con una voce uniforme da Mosè Esodo 20:7 all' ultimo apostolo sopravvissuto Apocalisse 15:4 Il "nome glorioso" di Dio è un'espressione che ricorre quattro volte nella nostra versione dell'Antico Testamento; ma la frase esatta qui usata si trova solo in Salmi 72:19

6 Tu sei il Signore solo. Confronta Salmi 86:10 e Isaia 27:1-6. In quest'ultimo passaggio la frase usata è quasi identica. Il cielo dei cieli. Confronta Deuteronomio 10:14; 1Re 8:27; Salmi 148:4. L'espressione è stata spiegata come:

1. Il cielo più alto;

2. I cieli in tutta la loro infinità,

Quest'ultimo senso si adatta meglio ai vari passaggi in cui ricorre la frase. Con tutto il loro ospite. L'"esercito del cielo" è stato interpretato nel significato:

1. Gli angeli;

2. Le stelle

Dal contesto immediato sembrerebbe che le stelle siano qui intese; Ma l'ultima frase del versetto è più propriamente applicabile agli angeli. Tuttavia, bisogna ricordare che, secondo H.S., Salmi 148:3 anche le stelle "lodano" Dio. Tu li conservi tutti. La preservazione di tutte le cose create da parte di colui che le ha chiamate all'esistenza è appena insegnata nell'Antico Testamento altrove che in questo passo. Il Salmista dice in un punto: "Tu preservi l'uomo e la bestia"; Salmi 36:6 Ma questo riconoscimento è molto lontano dall'universalità del presente passaggio. L'uomo naturalmente, ma scioccamente, immagina che le cose, una volta create, siano in grado di conservarsi. Il pensiero esatto vede che, se tutte le cose sono state prodotte dal nulla, ci vuole esattamente la stessa forza per sostenerle che per produrle in origine. Perciò la "conservazione" è stata definita "una creazione continua"

Versetti 6-15, 19-25, 27-31.- Adorazione e ringraziamento

A questa grande e solenne assemblea, che seguì la festa dei tabernacoli, Esdra e otto leviti guidarono l'intera assemblea in un riverente discorso e appello a Dio. Alcuni pensano che il racconto di esso in questo capitolo (Versetti. 6-38) sia l'esatta copia di esso come allora fu scritto per l'uso dei Leviti; o può essere l'argomento principale di esso, come successivamente ricordato e registrato. Abbiamo visto che la confessione del peccato ne è il fondamento e la sostanza. Ma include l'adorazione e il ringraziamento, perché la grata esposizione delle eccellenze del carattere di Dio e della grazia dei suoi rapporti sarebbe proprio la cosa da approfondire e ravvivare la penitenza per il loro peccato. La consapevolezza della santità di Dio e il ricordo della sua bontà sono inseparabilmente connessi con il senso della nostra colpa. Questo racconto della bontà di Dio, sia generale che particolare, contiene riferimenti a:

1. La grandezza essenziale di Dio: come unico Signore; Creatore e Preservatore degli uomini; Creatore del cielo, "con tutto il loro esercito"; che "l'ostia del cielo adora" (Versetto 6)

2. La sua bontà distintiva verso Israele: scegliendo Abramo (Versetto 7), operando grandi prodigi a favore della razza (Versetti 10, 11), dando loro un giorno di riposo e un capo umano (Versetto 14), stabilendoli e arricchendoli nella terra promessa (Versetti 22-25)

3. La Sua miracolosa e costante cura per i loro bisogni: dando loro "pane dal cielo per la loro fame" e facendo sgorgare per loro acqua dalla roccia per la loro sete (Versetto 15); quarant'anni sostenendoli nel deserto (Versetto 21)

4. La sua fedeltà: "mettere in pratica le sue parole, perché è giusto" (Versetto 8)

5. La sua pietà, la sua misericordia e la sua pazienza: vedendo la loro afflizione e ascoltando il loro grido (Versetto 9); "pronto a perdonare, lento all'ira e di grande gentilezza" (Versetto 17); "liberandoli molte volte" in risposta al loro grido (Versetto 28); "non consumandoli del tutto né abbandonandoli" (Versetto 31)

6. La sua guida e il suo insegnamento: dare la colonna di nuvole e la colonna di fuoco (Versetto 12); parlare loro dal cielo e dare loro giudizi e leggi vere, ss. (Versetto 13), e il suo "Spirito buono per istruirli" (Versetto 20)

7. Il suo amore castigatore (Versetti. 28-30). Consideriamo

SONO IL TERRENO ABBONDANTE PER LA GRATITUDINE DA PARTE DI OGNUNO DI NOI. Noi adoriamo e benediciamo Dio come

(1) il nostro Creatore: "è lui che ci ha fatti, e non noi stessi"; è lui che ha soffiato in noi "l'alito della vita" e ci ha resi "anime viventi";

(2) il nostro Divino Preservatore e Sostenitore, la cui visitazione ha preservato il nostro spirito;

(3) Colui che ci ha mostrato molti favori particolari e speciali che non ha concesso agli altri;

(4) Colui che ha aperto la sua banda e soddisfatto il nostro bisogno quotidiano, "caricandoci ogni giorno di benefici";

(5) Colui che è stato fedele in tutti i suoi rapporti con noi, che

(6) ha sopportato molto e a lungo la nostra ostinazione, la nostra infruttuosità, la nostra imperfezione;

(7) Colui che ci ha guidato continuamente, "ordinando i nostri passi", guidandoci per una via che non conoscevamo, per una via retta e saggia;

(8) insegnandoci la sua santa volontà, agendo su di noi mediante il suo "buon Spirito", e

(9) benedicendoci con ciò che forse abbiamo apprezzato di meno, ma che è stato l'esempio più vero del suo amore, castigandoci, correggendoci, "conducendoci nel deserto, umiliandoci", indebolendoci, impoverendoci, togliendoci la "luce dei nostri occhi", "rompendo i nostri schemi di gioia terrena", affinché potessimo tornare a lui, di trovare il nostro riposo nel suo amore, la nostra parte nel suo servizio

II BUONE RAGIONI PER CUI NOI, COME ANIME ERRANTI MA CHE SI SFORZANO, DOVREMMO RICORDARLO E RACCONTARLO. Ci sono quattro valide ragioni per cui, alla presenza di Dio e gli uni degli altri, dovremmo ricordare la sua amorevole benignità passata e la sua eterna bontà

1. È in accordo con la sua volontà, e gli darà piacere quando lo faremo con riverenza e gratitudine

2. Approfondirà il nostro senso del peccato, perché sentiremo che ci siamo ribellati a tutta questa bontà e misericordia

3. Darà spiritualità e intensità alla voce della nostra lode. Tali ricordi ci costringeranno a "fare melodia nel nostro cuore" quando facciamo musica con la nostra voce

4. Darà profondità alla nostra costante gratitudine, quel senso di debito illimitato che portiamo con noi dal santuario e che conserviamo nei nostri cuori ovunque

7 Versetti 7-31.- Confrontate con questo lungo riassunto storico quelli ancora più lunghi di Salmi 78:5-72 e Atti 7:2-47. I rapporti di Dio con il suo popolo fornirono una lezione morale di straordinaria forza, e gli insegnanti di morale, naturalmente, fecero spesso riferimento ad essi. Ma non capita spesso di avere una ricapitolazione così completa ed elaborata come la presente, che, a partire dalla chiamata di Abramo, porta la storia fino al tempo della servitù persiana. La bontà di Dio e l'ingratitudine del suo popolo formano il peso del tutto

Versetti 7, 8.- Il favore di Dio ad Abramo

La moltitudine, guidata dai Leviti, inizia ora il racconto dei misericordiosi rapporti di Dio con la loro razza; e, in primo luogo, con il loro grande antenato, Abramo. Con le parole: "Tu sei Geova Dio", asseriscono che fu il solo vivente e vero Dio, il Creatore di tutte le cose, a distinguere Abraamo, e per mezzo di lui la loro nazione, mediante il suo favore. Poi raccontano:

I La Sua SCELTA di Abramo. Della sua stessa volontà di grazia che lo separava dagli altri, per conservare la conoscenza e l'adorazione di se stesso, e per essere il Padre del popolo che egli costituiva come suo peculiarmente

II Lo CONDUCE dalla Caldea a Canaan

III Il suo cambiamento del suo nome da Abramo ad Abramo. Promettendogli così una numerosa posterità

IV Il suo riconoscimento della sua fedeltà. Un riferimento a Genesi 15:6, dove "credette" fa parte dello stesso verbo della parola "fedele" qui Comp. Galati 3:9) -- Il fedele Abramo

Abramo fu fedele nel cuore, e questo davanti a Dio. Ha creduto in Dio e ha continuato a confidare in Lui in tutte le prove della sua fede. Egli fu fedele nel mantenere l'adorazione di Dio in mezzo agli idolatri e nell'insegnare alla sua famiglia a "osservare la via del Signore, a praticare la giustizia e il giudizio" Genesi 18:19 E Dio ha segnato e premiato la sua fedeltà

V Il suo PATTO con lui. Sembra che si faccia particolare riferimento a Genesi 15:18-21. Le promesse più grandi, che Abramo e la sua posterità sarebbero stati una benedizione per tutti gli uomini, non si vedono qui

VI La sua esecuzione del patto. in cui si riconosce la giustizia di Dio (Versetto 6)

Riflessioni:

1. Tutte le benedizioni di cui godono gli uomini hanno la loro origine nella grazia gratuita e nella scelta di Dio

2. Eppure Dio, nel trattare gli uomini, ha riguardo per la loro fedeltà a lui

3. La giustizia, così come la bontà, di Dio ci assicura che adempirà tutte le sue promesse

4. Sia noi che gli ebrei abbiamo motivo di lodare Dio per la grazia mostrata ad Abramo. Egli infatti è il nostro antenato spirituale, "il padre di tutti quelli che credono" Romani 4:11

8 Cananei, ss. Le nazioni scacciate erano in realtà sette, Deuteronomio 7:1 Ma è una figura retorica comune mettere la parte per il tutto. Nella presente enumerazione gli Hivvei sono omessi. Hai adempiuto le tue parole. Benché per un certo tempo rimanenti delle nazioni maledette fossero rimasti nel paese, "per provare Israele", Giudici 3:1 Eppure, alla fine, tutti furono cacciati o ridotti alla condizione di schiavi vedi il commento su Esdra 2:55 Fedeltà di cuore

"E circonda il suo cuore fedele davanti a te." Abbiamo qui

I UNA CARATTERISTICA PRINCIPALE DI UN UOMO PIO

1. La sua sede. Il cuore. Nessuna pratica meramente esteriore costituisce la fedeltà davanti a Dio

2. La sua realtà. È la fedeltà "davanti a Dio", che chi scruta il cuore può vedere esistere; non solo ciò che gli uomini potrebbero erroneamente pensare che esista dalle apparenze esteriori

3. Il suo principio. Fede in Dio (vedi sopra, IV)

4. Le sue manifestazioni

un. Confessione. Riconoscimento aperto di Dio e testimonianza per lui

b. Adorare

c. Obbedienza

d. Fedeltà nell'uso dei talenti per Dio

e. Costanza e perseveranza in tutto

Nonostante le tentazioni, le difficoltà, l'opposizione, la persecuzione, le defezioni altrui

II IL RICONOSCIMENTO DIVINO DI ESSO

1. Lo sa e lo segna. "Il Padre li cerca", e si rallegra di trovarli. Se non osservato dagli uomini, non da lui

2. Lo accetta. Anche se è accompagnato da imperfezioni, come nel caso di Abramo

3. Lo onora e lo premia. Con graziose assicurazioni e il loro adempimento. Ai fedeli si mostrerà fedele. Alla fine si dirà loro che "Ben fatto, servo buono e fedele, entra nella gioia del tuo Signore". In conclusione, Dio vede tutti i cuori; Che cosa trova nel nostro?

9 Versetti 9-11.- Redenzione dall'Egitto

Il popolo procede a celebrare la potenza e la bontà di Dio come mostrato nella liberazione dei loro antenati dalla schiavitù egiziana

I LA CONDIZIONE DA CUI SONO STATI LIBERATI. Era uno dei

1. Oppressione crudele. "Hanno agito con orgoglio", insolenza e crudeltà, "contro di loro"

2. Miseria. "L'afflizione dei nostri padri"

II LE TAPPE SUCCESSIVE DELLA LORO LIBERAZIONE

1. L'avviso divino della loro condizione. "Hai visto", ss.), "Tu sapevi", ss. Sembrava che Dio li avesse dimenticati, ma non era così. Il suo occhio era su di loro; la loro condizione lo interessava; e alla fine, nella pienezza del tempo, si interpose per salvarli

2. Le piaghe inflitte al sovrano e al popolo d'Egitto

3. Le meraviglie compiute sul Mar Rosso. Nel pericolo più evidente, il popolo e Mosè gridarono a Dio; udì "il loro grido" (Versetto 9), divise le acque, condusse gli Israeliti al sicuro e travolse i loro "inseguitori"

III UN GRANDE RISULTATO DELLA LORO LIBERAZIONE. "Cantici ti sei fatto un nome", ecc Comp. Esodo 9:16 Geova si assicurò un nome di potenza, terribilità, speciale favore a Israele; un nome diffuso, duraturo ("come è oggi", e ancora ai nostri giorni); un nome da venerare, di cui fidarsi, da amare, da gioire, da lodare, da pubblicare. Gli ebrei non si stancarono mai di proclamare nei loro Salmi il nome di colui che li aveva riscattati dall'Egitto in modo così meraviglioso; e, ricordando questa grande redenzione, rinnovarono di tanto in tanto la loro fiducia che Dio che aveva fatto tanto per loro non li avrebbe abbandonati. Avviso-

1. L'importanza di questi eventi per gli Israeliti. Non solo per i loro effetti immediati; ma diedero alla luce la nazione, la separarono dai pericoli spirituali dell'Egitto, dalla sua idolatria, ss. Il loro passaggio attraverso il Mar Rosso fu il loro battesimo nazionale a Mosè e a Dio per mezzo di lui, 1Corinzi 10:2 consacrandoli ad essere il popolo di Dio, ad apprendere e mettere in pratica le sue leggi, a mantenere il suo culto, a preservare la sua conoscenza a beneficio ultimo del mondo

2. Il loro significato per noi

(1) Diretto. Come dimostrazione della potenza e della bontà del nostro Dio, della sua attenzione al suo popolo nei suoi dolori, e della sua sicura liberazione, anche se potrebbe dover a lungo 'aspettarlo'. Come pegno del trionfo finale della sua Chiesa su tutti i suoi nemici. E come una delle più meravigliose di quella serie di interposizioni che avevano per oggetto l'illuminazione e la salvezza dei Gentili così come degli Ebrei

(2) Tipico. Della grande redenzione operata per noi in Cristo mediante la sua morte e la potenza dello Spirito Santo. La creazione e la consacrazione di un nuovo e più grande "Israele di Dio". Questa redenzione è, come quella degli Israeliti, una liberazione dalla schiavitù alla libertà, dalla degradazione all'onore, dalla miseria alla felicità, con la prospettiva di un riposo stabile e benedetto; ma di gran lunga superiore rispetto alle meraviglie con cui è stato ed è, operato, ai mali da cui salva e alle benedizioni a cui introduce. Valutando correttamente queste cose, saremo preparati e spinti a "cantare il cantico di Mosè, servo di Dio, e il cantico dell'Agnello" Apocalisse 15:3

10 Hanno trattato con orgoglio. L'"orgoglio degli egiziani" è menzionato in Esodo 18:11. Che Dio "si sia fatto un nome" dai segni e dai prodigi mostrati in Egitto è spesso dichiarato vedi Esodo 9:16, 14:17, 15:14-16), ecc

Il nome divino che si è fatto da sé

"Cantici ti sei fatto un nome, come è oggi". "Qual è il tuo nome?" è una domanda posta a Dio da uomini riflessivi di tutte le epoche. Come concepiremo e parleremo di Dio? La risposta si trova nelle varie manifestazioni che ha fatto di se stesso. Egli è l'artefice e l'editore del proprio nome

I MODI ATTRAVERSO I QUALI DIO SI È FATTO UN NOME

1. Dalle sue opere. Della natura, della provvidenza, del miracolo, della grazia

2. Dalla sua parola. Istruendo direttamente gli uomini su come pensare e parlare di lui, e mettendoli in grado di interpretare le sue opere

3. In modo preminente per la manifestazione di se stesso nel suo Figlio. Il carattere, l'insegnamento e le opere di Cristo presentano una rivelazione perfetta del Dio invisibile. "Ho proclamato il tuo nome e lo proclamerò" Giovanni 17:26

II IL NOME CHE SI È COSÌ FATTO. L'Onnipotente, Il Più Saggio, Il Più Buono, il Santo, il Giusto, il Fedele, il Misericordioso, il Terribile, il Padre e il Salvatore di tutti, specialmente dei credenti, dell'AMORE, ecc

III LA SUA RESISTENZA. "Come è oggi." Rimane lo stesso; Il suo nome è scritto in modo tale da non poter mai essere cancellato, proclamato in modo tale che risuonerà per il mondo, per l'universo, per sempre

IV PERCHÉ SI È FATTO UN TALE NOME. Per la sua gloria e per il beneficio delle sue creature; affinché possano temerLo, confidare, amare, adorare e obbedirLo, e così essere salvati e benedetti. Infine, nella nostra esperienza personale, conosceremo e illustreremo il nome di Dio. Quale parte del suo nome? Questo dipende da come siamo influenzati da e verso di esso ora

11 Come una pietra. Questa frase è tratta dal "canto di Mosè" Esodo 15:5 L'autore del discorso ha in mente anche Esodo 15:10. L'epiteto dato alle "acque" non è, tuttavia, lo stesso, come potrebbe apparire dall'A.V

12 Versetti 12-21.- Israele nel deserto

Il popolo ora racconta le misericordie di Dio ai suoi padri nel deserto e confessa i peccati di cui si è reso colpevole. Dopo la liberazione dall'Egitto, il deserto dovette essere attraversato prima che Canaan potesse essere raggiunto; E lì il popolo fu istruito e organizzato, provato e provato, disciplinato e castigato, e così preparato per l'ordinato insediamento come nazione nella terra promessa

I FAVORI DIVINI PER I QUALI SI DISTINSERO

1. Guida miracolosa (Versetti. 12, 19)

2. Provvidenze miracolose (Versetti. 15, 20, 21)

3. Legislazione miracolosa (Versetti. 13, 14)

(1) Come sono state date le leggi. In parte per la voce di Dio dal Sinai (Versetto 13), principalmente per la mediazione di Mosè (Versetto 14)

(2) Di che cosa, consistevano. In generale sono descritti come "giusti giudizi e vere leggi", ss. (Versetti, 13, 14). In particolare, viene menzionata l'istituzione del sabato (Versetto 14), uno dei più grandi e migliori doni di Dio per loro

1. Il dono dello "Spirito buono" di Dio (Versetto 20). Si può fare riferimento allo Spirito di Dio dato a Mosè e ai settanta anziani, Numeri 11:17,25 o anche Bezaleel e Aholiab Esodo 35:31-35 Ma guardando a passi come Salmi 51:11 e 143:10, è del tutto possibile che si possa fare riferimento all'influenza illuminante dello Spirito sulla mente e sul cuore delle persone in generale

2. Il comando di entrare in Canaan. versetto 15, dove "promessi loro" (lett. "detto loro") dovrebbe probabilmente essere "comandato loro". Il comando, tuttavia, includeva praticamente una promessa rinnovata. Dio aveva "giurato di darglielo"; ora è stato ordinato loro di entrare e prenderne possesso; implicando che Dio avrebbe dato loro il possesso se avessero obbedito alla sua chiamata

II LE GROSSOLANE INIQUITÀ PER LE QUALI SI DISTINGUEVANO. Nonostante le meravigliose manifestazioni di Dio in mezzo a loro, e la sua grande bontà

1. Disobbedienza orgogliosa e ostinata (Versetti. 16, 17)

2. Scopo di tornare in Egitto Versetto 17; vedi Numeri 14:1-4 Proprio ai confini della terra promessa si rifiutarono di entrarvi, terrorizzati dai rapporti della maggior parte delle spie, e non esercitando fede nel potere di colui che aveva operato per loro così potentemente. sì, proposero di tornare nel paese di schiavitù, e "nominarono un capitano per condurli là

3. Idolatria (Versetto 18). Una violazione del principio fondamentale della loro legge

III LA PAZIENZA, LA MISERICORDIA E LA COSTANZA DIVINE (Versetti. 17, 19, 20). Essi "fecero grandi provocazioni" e molti di loro furono pesantemente puniti; sì, a tutti quelli che uscirono dall'Egitto, eccetto a due, fu proibito di entrare in Canaan, e morirono nel deserto; eppure anche questi continuarono durante la loro vita a godere della guida e del sostentamento divini, così che "non mancava loro nulla". Dio si mostrò "pronto a perdonare", ss. (Versetto 17), e mostrò le sue "molteplici misericordie", e non le abbandonò. Ai figli mantenne le promesse, il cui beneficio i padri avevano perduto

IV LA LUNGA DURATA DEL SUO MIRACOLOSO SOSTENTAMENTO DI LORO (Versetto 21). Lezioni:

1. La bontà di Dio e la depravazione dell'uomo. La storia di Israele è piena di entrambi. Cantici è tutta storia. "La terra è piena della bontà del Signore" e piena anche della malvagità umana. Ognuno è reso più evidente dall'altro; e il contrasto fa apparire l'uno più glorioso, l'altro più orribile

2. Come, dopo la liberazione dall'Egitto, il deserto dovette essere attraversato prima che Canaan potesse essere goduto, così è nella vita cristiana. Questo mondo è un deserto in confronto al cielo, e il viaggio attraverso di esso è difficile e pericoloso. Ma si trova tra la conversione e il cielo, e deve essere attraversato

3. Attraverso questo deserto, però, Dio conduce il suo popolo. Egli guida, provvede, protegge, istruisce, governa, e così li addestra e li prepara per l'eredità promessa. Questo è il nostro conforto in mezzo a tutti i disagi e i pericoli del viaggio

4. Nelle misericordie ordinarie l'azione di Dio è tanto reale quanto nel miracoloso. Il nostro cibo, le nostre bevande, i nostri vestiti, ss. sono veramente suoi doni come la manna, ss. che egli ha concesso a Israele. La sua potenza, la sua sapienza e la sua bontà sono realmente manifestate in essi, e in modo più esteso e meraviglioso

5. Tra i migliori doni di Dio ci sono le sue rivelazioni di se stesso e delle sue leggi; il suo dono supremo è il suo Spirito. Sotto la dispensazione cristiana tutte queste benedizioni sono di gran lunga superiori alle benedizioni simili concesse a Israele. Le nostre responsabilità sono, quindi, maggiori; Il nostro stato morale e spirituale dovrebbe essere molto più elevato, la nostra gratitudine più ardente

6. Abbiamo la promessa di un'eredità migliore di quella di Canaan, con il comando di camminare costantemente verso di essa; stiamo attenti a non venirne a mancare a causa dell'incredulità e della disubbidienza

13 Giusti giudizi, vere leggi, buoni statuti, ss.), sono espressioni che implicano una moralità immutabile, un criterio di giusto e sbagliato antecedente al comando o al precetto, il quale criterio è senza dubbio l'eterna bontà di Dio stesso. La ripetizione degli epiteti mostra che il compositore della forma deve essere penetrato dallo spirito di ammirazione per i comandamenti di Dio che aleggia in modo così straordinario in tutto il Salmi 119

14 Loro il più pazzo conosceva il tuo santo sabato. L'esistenza anteriore del sabato alla legge è qui implicita, il che si accorda con Genesi 2:2,3 e Esodo 20:11. Precetti, statuti e leggi. Piuttosto una perifrasi per "la legge" in generale, che una divisione logica della Legge in parti distinte

15 Pane dal cielo. La manna era già stata chiamata il "pane del cielo" Salmi 105:40 e il "grano del cielo" Salmi 78:24 dai salmisti nazionali. Il compositore di questa preghiera la chiama ora per la prima volta "pane dal cielo", una frase consacrata ai cristiani per il suo impiego in Giovanni 6:32,51,58

16 Loro e i nostri padri. Piuttosto, "essi, i nostri padri". Il vau è usato esegeticamente. Trattato con orgoglio. cioè "ha agito in modo insolente". Confronta Deuteronomio 1:43, dove lo stesso verbo è tradotto "furono presuntuosi" (marg.). Indurirono il loro collo. Cantici in 2Re 17:14

17 Nella loro ribellione. Diversi manoscritti hanno b' Mitzraim per b' Miryam, che darebbe il senso di "nominare un capitano per tornare alla loro schiavitù in Egitto". Cantici la Settanta. Nominato capitano. Il riferimento è a Numeri 14:4, dove ci viene detto che gli Israeliti "si dissero l'un l'altro: Facciamo un capitano e torniamo in Egitto". I leviti parlano come se la nomina fosse stata fatta, forse ritenendo l'intenzione moralmente equivalente all'atto. Un Dio pronto a perdonare. Letteralmente, "un Dio di perdoni". La parola usata è rara, ricorre solo in Daniele 9:9 e Salmi 130:4, oltre al presente passo. Grazioso e misericordioso, lento all'ira e di grande gentilezza. Questo è citato da Gioele 2:13, che è forse una riproduzione consapevole di Giona 4:2

18 Grandi provocazioni. O "grandi bestemmie", come la stessa parola è resa in Ezechiele 35:12

19 OMELIE di J.S. Exell Versetti 19-27.- La descrizione divina di una vita peccaminosa

CHE LA VITA PECCAMINOSA È FAVORITA DALLA PAZIENZA DIVINA. I peccati del popolo erano l'orgoglio (Versetto 16), la disobbedienza (Versetto 17), l'idolatria (Versetto 18), l'omicidio (Versetto 26), la provocazione, l'ostinazione. "Eppure tu, nella tua multiforme misericordia, non li hai abbandonati nel deserto" (Versetto 19)

1. Questa pazienza è misericordiosa

2. Questa tolleranza è premurosa. Nel deserto c'è così tanto bisogno

3. Questa tolleranza non è riconosciuta. Vedere l'ostinazione del peccato

II CHE LA VITA PECCAMINOSA È FAVORITA DA TUTTI I MINISTERI BENEFICI DEL CIELO. "La colonna della nube non si allontanò da loro" (Versetto 19)

1. La vita peccaminosa ha luce

2. La vita peccaminosa ha una guida

3. La vita peccaminosa ha un'istruzione spirituale (Versetto 20). Vedere l'ingratitudine del peccato

III CHE LA VITA PECCAMINOSA È SOSTENUTA DALLA BENEVOLA PROVVIDENZA DI DIO (Versetto 21)

1. Adatto

2. Continuo

3. Sufficiente

4. Vari. Vedi la cecità volontaria e l'ingratitudine del peccato

IV CHE LA VITA PECCAMINOSA SPERIMENTA SPESSO UNA GRANDE PROSPERITÀ TEMPORALE PER MANO DI DIO (Versetto 22)

1. Possesso

2. Moltiplicazione

3. Conquista

4. Molto. Eppure la bontà di Dio non conduce al pentimento

V CHE LA VITA PECCAMINOSA È ANCHE DISCIPLINATA DA PROVVIDENZE AFFLITTIVE (Versetto 27). In tutto questo vedete lo sforzo divino di risvegliare il peccatore

20 Tu hai dato loro il tuo Spirito buono per istruirli. Il "buon Spirito" di Dio è menzionato in Salmi 143:10 ; e il fatto che Dio "istruisce e insegna" gli uomini in Salmi 32:8. Ma l'istruzione dello Spirito di Dio non è menzionata in nessun altro luogo nell'Antico Testamento

Lo Spirito Santo come maestro

"Tu hai anche dato il tuo buon Spirito per istruirli". Questa affermazione è più enfaticamente vera per i cristiani che per Israele. Viviamo sotto "la dispensazione dello Spirito", quando la "promessa dello Spirito" si adempie più abbondantemente. Abbiamo qui

UNA MERAVIGLIOSA DIMOSTRAZIONE DELLA MISERICORDIA DIVINA. È nel bel mezzo della narrazione dell'orgoglio e della testardaggine di Israele che viene fatta questa affermazione. Cantici è in un mondo ribelle che lo Spirito di Dio viene per istruire, restaurare e salvare

II UN DONO INESTIMABILE

1. La sua natura. Speciale influenza e operazione divina - lo Spirito Santo che agisce su e nelle menti e nei cuori degli uomini

(1) Negli uomini ispirati e attraverso di essi e le loro espressioni con la parola o lo scritto. "I santi uomini di Dio parlarono sospinti dallo Spirito Santo". Da tale ispirazione ciò che avrebbe potuto essere altrimenti appreso viene insegnato in modo più chiaro e autorevole, e vengono rivelate le verità che si riferiscono specialmente alla salvezza, che non avrebbero potuto essere conosciute altrimenti

(2) Nel cuore degli uomini in generale. Coloro a cui giunge il Vangelo godono di questa grande benedizione, per la loro illuminazione, convinzione, conversione, rigenerazione e santificazione

(3) Attraverso la Chiesa. Cioè, attraverso la parola e la vita dei cristiani, e in connessione con la comunione, il culto e le ordinanze cristiane. Non, tuttavia, come un'influenza magica da dispensare a volontà degli uomini

2. La sua bontà. "Il tuo buon Spirito". Inteso non per descrivere la bontà personale dello Spirito Santo, ma il valore della sua influenza per gli uomini. Tra i doni di Dio a Israele nominati nel contesto, questo era incalcolabilmente il migliore. I doni di Dio che chiamiamo provvidenziali sono inestimabili; Quelli della sua grazia hanno un valore molto più alto, e di questi questo è il più grande. Senza lo Spirito nessun altro dono divino sarebbe utile per il nostro più alto ed eterno benessere. Questo rende tutte le altre benedizioni veramente benedette. Lo Spirito buono ci fa bene tutte le cose, anche quelle che chiamiamo male, sì, quelle che in se stesse sono cattive

III UNA GRANDE OPPORTUNITÀ. "Per istruirli". Ognuno di noi può avere l'inestimabile vantaggio di un Maestro Divino che non solo parla all'orecchio o all'occhio, ma entra nel cuore e le cui istruzioni sono le più essenziali per il nostro benessere. Egli rende "saggi per la salvezza". Le uniche condizioni sono la fede in lui e nel suo insegnamento, la volontà di imparare e mettere in pratica le sue lezioni e la preghiera per le sue influenze

IV UNA PESANTE RESPONSABILITÀ. In proporzione al valore dei doni di Dio sono le responsabilità che essi impongono. Nessuna responsabilità può, quindi, essere così pesante come quella che scaturisce dal dono dello Spirito Santo; la presenza tra noi, l'influenza su di noi, di una Persona Divina che offre e spinge il suo aiuto per condurci a Dio, alla bontà e al cielo. Felici coloro che lo accolgono in. il loro cuore come ospite e guida permanente, la vita della loro vita, l'anima della loro anima. Ma badiamo a non "rattristare lo Spirito Santo di Dio", o "a disprezzare lo Spirito della grazia", ed egli si allontani da noi completamente e per sempre, lasciandoci al "castigo più doloroso" che cade su coloro ai quali Dio viene più vicino e misericordioso, ed è da loro rigettato

22 Tu li hai divisi in angoli. cioè "li hai piantati in ogni angolo della Terra Santa" -- "li hai dati per possederne l'interezza" -- in definitiva, cioè, non all'inizio (vedi il commento su Versetto 8. Il paese di Sihon e il paese del re di Heshbon. I leviti dovevano sapere che Sihon era re di Heshbon, e (se il testo è valido) devono essersi espressi come fecero, a titolo di amplificazione retorica; forse, però, il furgone dopo "Sihon" è l'errore di un copista

Versetti 22-25.- Canaan conquistato e posseduto

Continuando il racconto della bontà di Dio verso la loro nazione, il popolo narra come i loro padri ottennero il possesso della terra promessa. Tutto è attribuito a Dio

EGLI PRESERVÒ LA NAZIONE per entrare nel paese (Versetto 23). Anche se quelli che uscirono dall'Egitto morirono, tranne due, nel deserto, i loro figli si moltiplicarono "come le stelle del cielo"

II CONQUISTÒ IL PAESE E NE DIEDE LORO POSSESSO. Prima i regni a est del Giordano (Versetto 22), poi il resto della terra (Versetto 24). Benché gli abitanti fossero numerosi e valorosi, egli li sottomise; con la sua potenza presero anche "città forti" (Versetto 25)

III LA TERRA CHE DIEDE LORO ERA DI GRANDE VALORE, E OFFRÌ LORO MOLTO GODIMENTO (Versetto 25)

IV EGLI ADEMPÌ COSÌ LE SUE PROMESSE (Versetto 23)

Riflessioni:

1. La perpetuazione della nazione di Israele ci ricorda la perpetuità della Chiesa di Cristo. Nonostante la morte delle successive generazioni di cristiani, le devastazioni dell'errore, la mondanità, ss.), la sua continuazione è garantita dalla promessa: "Le porte dell'Ades non prevarranno contro di esso"

2. L'adempimento della promessa di Canaan, dopo un periodo così lungo, dovrebbe assicurarci l'adempimento di tutte le promesse di Dio. "Fedele è colui che ha promesso", ed è onnipotente per superare tutti gli ostacoli e l'opposizione

3. Il possesso di una buona terra dovrebbe suscitare la nostra gratitudine e lode. La nostra terra è superiore a Canaan sotto molti aspetti, fornita di tutti i tipi di vantaggi che le fatiche di altri hanno creato per noi; e, come le generazioni successive di Israeliti, lo ereditiamo senza conquiste, e con molto meno pericolo di invasione di quello che hanno sperimentato loro. Dio è il Datore di tutti, e dovrebbe essere sempre lodato per tutti; e dovremmo preoccuparci che non perdiamo la nostra eredità con l'empietà e l'ingiustizia

4. I cristiani sono eredi di "un paese migliore". Il cielo è come Canaan, come dono di Dio, secondo le sue promesse; come un "riposo" dopo molto vagabondaggio e inquietudine, e come abbondo in qualsiasi cosa possa servire al godimento, e far sì che i suoi abitanti "si dilettino nella grande bontà di Dio". Ma è di gran lunga superiore, come paese mai inquinato dall'idolatria e dalla malvagità; i cui abitanti sono tutti santi; che nessun nemico può invadere, nessun peccato, sofferenza o morte può entrare; i cui godimenti sono tutti puri, spirituali e senza pericolo; e da cui non c'è espulsione. È "un'eredità incorruttibile, immacolata e che non appassisce", un possesso eterno

23 Come le stelle del cielo. C'è un riferimento qui alla promessa fatta ad Abramo Genesi 15:5; 22:17 Sulla grande moltiplicazione che ebbe luogo in Egitto vedi Esodo 1:7,12

24 I Cananei. A volte, come in Versetto 8, si parla dei Cananei come di una delle nazioni scacciate; A volte la parola è usata in un senso più ampio, e include le altre sei nazioni. Qui abbiamo il senso ampio

25 Presero città forti. Come Gerico, Ai, Libna, Lachis, Hazer, Hebron, ss. Una terra grassa. Confronta Numeri 14:7,8; Deuteronomio 8:7-9; 2Re 18:32. Case piene di tutti i beni. Vedere Deuteronomio 6:11. Alberi da frutto in abbondanza. Gli alberi da frutto della Palestina sono, oltre alla vite e all'olivo, il fico, il carrubo o robinia (ceratonia siliqua), la mela cotogna, il melo, il mandorlo, il noce, il pesco, l'albicocco, il gelso, il sicomoro, il fico d'India, il melograno e l'arancio. Anche le palme da dattero erano anticamente abbondanti nella valle del Giordano. Essi... divenne grasso, confronta Deuteronomio 32:15 e Geremia 5:28, gli unici altri luoghi in cui ricorre l'espressione qui usata. Il confronto mostrerà che si vuole disprezzare: "sono diventati dissoluti e indulgenti con se stessi". Si sono deliziati. Piuttosto, "lussureggiante" (ετρυφησαν, LXX)

Essi... uccidi i tuoi profeti. Confronta Matteo 23:37; Luca 11:47. La tradizione ebraica afferma che Isaia, Geremia ed Ezechiele furono assassinati. Molti profeti furono uccisi da Izebele, con l'approvazione di Acab 1Re 18:4 Zaccaria, figlio di Ioiadà, fu messo a morte da Ioas 2Cronache 24:22

26 Versetti 26-31.- La malvagità di Israele e la bontà di Dio

Un riassunto della storia nazionale dall'ingresso in Canaan alla cattività. Una storia lugubre; ma, come era naturale e conveniente in una confessione di peccato, i fatti più piacevoli sono omessi

I La grande e inveterata malvagità del popolo. Questo è descritto da vari termini e frasi, e la sua efferatezza si manifesta in molti particolari

1. Flagrante disobbedienza alle leggi divine. Sebbene così buoni e così adatti a promuovere il loro benessere, "cosa che se uno fa, abiterà in loro" (Versetto 29)

2. Orgoglioso e ostinato disprezzo delle rimostranze e degli avvertimenti divini

3. Persecuzione fino alla morte degli ispirati messaggeri di Dio (Versetto 26)

4. Ricadute ripetute dopo una riforma parziale. Ciononostante

(1) La severità dei castighi che l'hanno prodotta

(2) Il fervore delle loro preghiere per la liberazione e le promesse di emendamento

(3) Il segnale e le numerose liberazioni effettuate per loro in risposta alle loro preghiere

5. La persistenza della loro disobbedienza

II LA MERAVIGLIOSA E LUNGA E CONTINUA BONTÀ DI DIO

1. Nell'inviare loro messaggeri successivi per avvertirli e condurli al pentimento. Anche quando ne uccidevano alcuni, ne mandava altri

2. Nell'infliggere loro la punizione per lo stesso fine

3. Rispondendo ripetutamente alle loro preghiere per la liberazione

4. Sopportandoli così a lungo, anche se "hanno operato grandi provocazioni"

5. Nel preservare un resto quando alla fine disperse la nazione (Versetto 31). Mostrandosi in tutto "un Dio misericordioso e misericordioso"

Riflessioni:

1. Peccato e sofferenza sono indissolubilmente legati tra loro

2. La sofferenza è inflitta affinché il peccato possa essere sottomesso

3. L'emendamento prodotto dalla sofferenza è spesso solo temporaneo

4. La persistenza nel peccato assicura la rovina finale

5. La bontà di Dio è mostrata nella testimonianza che mantiene contro il peccato e nei castighi che infligge al peccatore

6. Dio è fedele alle sue promesse, anche se gli uomini si dimostrano infedeli (Versetto 31)

7. La storia di Israele è uno specchio in cui tutti possono vedere la propria somiglianza. Nazioni e individui; chi più, chi meno. Anche i cristiani sinceri in una certa misura. Molti possono dire con il buon George Herbert: "Signore, con quale cura ci hai a cuore! I genitori ci condiscono per la prima volta; poi i maestri di scuola ci consegnano alle leggi; ci mandano legati alle regole della ragione, ai santi messaggeri, ai pulpiti e alle domeniche, al dolore che perseguita il peccato, alle afflizioni ordinate, all'angoscia di tutte le dimensioni, alle reti sottili e agli stratagemmi per catturarci, alle Bibbie aperte, a milioni di sorprese, alle benedizioni in anticipo, ai legami della gratitudine, al suono della gloria che risuona nelle nostre orecchie; Senza, la nostra vergogna; dentro, le nostre coscienze; Angeli e grazia, speranze eterne e paure: eppure tutti questi recinti e tutta la loro schiera Un solo astuto peccato di petto spazza via completamente"

27 Tu hai dato loro dei salvatori. ad esempio Otniel ed Eud, che sono chiamati "salvatori", Giudici 3:9,15 Samgar, Gedeone, Iefte, Sansone, Saul, Davide, ss. Lo scrittore sembra avere in mente soprattutto la storia dei "Giudici" (vedi il versetto successivo)

28 Dopo che si sono riposati. Vedi Giudici 3:11,30; 5:31; 8:28

29 Ritirato la spalla. Confronta Osea 4:16 ("Israele scivola indietro come una giovenca traviata") e Zaccaria 7:11. La metafora è tratta dall'azione di una bestia da peso che, quando gli viene richiesto di tirare, si sottrae al giogo e riparte La testimonianza divina contro il peccato

"E testimoniò contro di loro, affinché tu potessi ricondurli alla tua legge". La testimonianza divina contro il peccato e i peccatori è ripetutamente menzionata in questa confessione (vedi Versetti, 26, 30). Possiamo avere un'opinione generale su di esso

IO IL TESTIMONE DI DIO CONTRO IL PECCATO E I PECCATORI

1. Nelle sue sante leggi. Dichiarando la sua volontà, denunciando la disobbedienza e avvertendo contro le sue conseguenze

2. Nelle sue rivelazioni dell'eternità, del giudizio, dell'inferno, del paradiso. "Non vi entrerà in alcun modo nulla di contaminante"

3. Nella natura dell'uomo. La testimonianza della coscienza; gli effetti malvagi del peccato sul corpo (malattie, morte) e sull'anima, disordinando, degradando, intorpidendo la coscienza, indurendo il cuore, ecc

4. Negli effetti del peccato sulle circostanze del peccatore

5. Negli effetti del peccato sulla società. Distruzione della stima e della fiducia reciproche. Disordini, divisioni, miserie

6. Nei metodi di salvezza dal peccato. Le sofferenze sopportate dal nostro Signore nell'espiazione del peccato. Le pene della convinzione, della penitenza, ss. prodotte dalla parola e dallo Spirito di Dio

7. Dalla Chiesa. La sua costituzione come società dichiaratamente rinunciante al peccato e chiamata a combattere contro di esso ovunque. Il suo ministero, le ordinanze, gli esempi di santità, la disciplina sui trasgressori

II IL SUO DESIGN

1. Per dissuadere dal peccato

2. Produrre pentimento

"Affinché tu possa ricondurli alla tua legge"

III LA RIVELAZIONE DI DIO CHE È COSÌ FATTA. Manifestazioni di

1. Il suo odio per il peccato. Che il suo permesso della sua prevalenza potrebbe sembrare mettere in discussione

2. La sua benevolenza. Le Sue testimonianze contro il peccato sono tante suppliche affinché gli uomini non si facciano del male, tante salvaguardie contro di loro, tante forti ragioni per passare dal peccato alla santità, e quindi dalla miseria alla beatitudine

3. La sua giustizia nel condannare l'impenitente. Il disprezzo della testimonianza divina contro il peccato produrrà la rovina finale, ma il peccatore perduto avrà solo se stesso da incolpare. "Oggi", dunque, "se volete udire la sua voce, non indurite il vostro cuore". Non si dica di te: "Eppure non vollero prestare ascolto" (Versetto 30)

30 Li hai sopportati per molti anni. Le dieci tribù per 260 anni dalla rivolta di Geroboamo, le restanti due tribù per altri 135 anni. testimonia contro di loro mediante il tuo Spirito nei tuoi profeti. Confronta 2Re 17:13, dove la frase usata è quasi la stessa, e vedi anche 2Cronache 36:15,16. Ci fu una successione continua di profeti dal tempo di Salomone fino alla cattività. Oltre a quelli i cui scritti sono giunti fino a noi, troviamo menzione di Achia di Silo, Iddo il veggente, Semaia il profeta, Hanani, Ieu figlio di Hanani, Elia, Eliseo, Michea figlio di Imla, Zaccaria figlio di Ieoiada, Ulda e (forse) Hosai. La colpa del popolo ebraico era enormemente accresciuta dal fatto che non voleva prestare orecchio alle esortazioni costantemente rivolte loro dai messaggeri di Dio. Perciò furono dati nelle mani dei pagani, ossia del popolo dei paesi

32 Il nostro Dio, il grande, il potente e il terribile. Confronta Neemia 1:5 con il commento. Che osservano l'alleanza e la misericordia. Questa frase, che ricorre anche in Neemia 1:5, sembra derivare dalle parole del Salmista: "Conserverò per lui la mia benignità per sempre, e il mio patto resterà saldo presso di lui" Salmi 89:28 Tutti i guai. Letteralmente, "la stanchezza", ma la parola è chiaramente usata qui per "soffrire" in generale. Dal tempo dei re d'Assiria. I re d'Assiria, nel senso più stretto della parola, erano stati lo strumento originale di Dio per punire il suo popolo ribelle. Un re non menzionato nelle Sacre Scritture ci dice che sconfisse Acab e costrinse Ieu a pagargli un tributo. Un altro (Pul) prese il tributo da Menahem 2Re 15:19,20 Un terzo (Tiglat. Pfieser) portò in cattività due tribù e mezzo Ibid. Versetto 29; 1Cronache 5:26 Un quarto (Salmanassar) pose l'assedio a Samaria, 2Re 17:5 e un quinto (Sargon) lo prese. Un sesto (Sennacherib) tolse a Ezechia tutte le città fortificate di Giuda e lo costrinse a comprare la salvezza di Gerusalemme 2Re 18:13-16 Un settimo (Esar-Addon) fece portare Manasse come prigioniero a Babilonia 2Cronache 33:11 Perciò Isaia chiama il monarca assiro "la verga dell'ira di Dio" Isaia 10:5

Versetti 32-38.- Un doloroso appello alla compassione divina

La conclusione della confessione pubblica unitaria. Contiene:

I UN'APPROPRIATA INVOCAZIONE. Simile a quello di Neemia, Neemia 1:5 e che sarebbe stato ritenuto adatto dopo il precedente racconto degli atti divini

II UN APPELLO ALLA PIETÀ DIVINA. Alla luce di:

1. La grandezza dei loro guai passati (Versetto 32). «Non lasciare che tutti i guai sembrino pochi». "Non consideratelo troppo piccolo per richiedere preavviso e sollievo. Piuttosto vedi quanto è grande, e portalo a termine con misericordia". Forse, tuttavia, il significato è: "Che sia ritenuto sufficiente rispondere al disegno della punizione, e quindi sia ora terminato" Comp. Isaia 40:2

2. La loro attuale condizione depressa (Versetti. 36-37). Una condizione di sottomissione ai Gentili, di spoliazione e di "grande angoscia"

III IL RICONOSCIMENTO DELLA GIUSTIZIA DIVINA NEL LORO TRATTAMENTO (Versetti, 33-35)

IV UNA DICHIARAZIONE DELLA LORO STIPULA DI UN PATTO UNITO SOLENNE E FEDELE. Una degna conclusione dei lavori della giornata. In conclusione

1. La giustizia di Dio nell'infliggere il castigo dovrebbe essere riconosciuta di cuore da coloro che ne implorano la cessazione o la mitigazione

2. La revisione delle nostre vite passate è adattata e dovrebbe suscitare umiliazione, penitenza e risoluzioni di emendamento. Perciò: "È molto saggio parlare con le nostre ore passate, e chiedere loro quale notizia hanno portato al cielo, e come avrebbero potuto portare notizie più gradite"

33 La giustizia di Dio nel punire i peccatori

"Ma tu sei giusto in tutto ciò che ci viene addosso; perché tu hai agito bene, ma noi abbiamo agito malvagiamente". Le parole esprimono una convinzione giusta e salutare, e fanno un riconoscimento adatto ad accompagnare un appello alla compassione divina

I LA CONVINZIONE ESPRESSA. Di grandissima importanza che non solo lo pronunciamo verbalmente, ma lo sentiamo sinceramente. Come possiamo arrivare a questa convinzione?

1. Con la fede nell'essenziale rettitudine di Dio. Che non può essere ingiusto in nessuna delle sue azioni vedi Deuteronomio 32:4

2. Considerando la rettitudine e la bontà delle leggi contro le quali abbiamo peccato

3. Ricordando tutto ciò che Dio ha fatto per proteggerci dal peccato (vedi al Versetto 29). Se nonostante il peccato, veniamo giustamente puniti

4. Richiamando alla mente i nostri peccati. Il loro male essenziale, il loro numero e la loro grandezza, e le circostanze che aggravano la loro colpevolezza (la varia bontà di Dio, le nostre opportunità, i nostri vantaggi, le nostre conoscenze, le nostre convinzioni, i buoni propositi, ss.). Una tale rassegna ci porterà ad esclamare con Esdra: "Tu, nostro Dio, ci hai puniti meno di quanto meritino le nostre iniquità" Esdra 9:13

5. Confrontando ciò che sopportiamo con le minacce divine. Gli israeliti erano stati avvertiti delle conseguenze della loro ribellione contro Dio. Stava solo adempiendo la sua parola. Cantici è con noi. Ciò che soffriamo non è più, anzi meno, di quanto siamo stati avvertiti di aspettarci

II I VANTAGGI DI UNA TALE CONVINZIONE

1. Impedirà che mormoriamo per le nostre sofferenze. "Perché si lamenta l'uomo vivente, l'uomo per la punizione dei suoi peccati?" Lamentazioni 3:39

2. Sarà di grande aiuto nel produrre il pentimento. È probabile che la sofferenza faccia il suo giusto lavoro nell'umiliarci e nel rendere odioso il peccato quando riconosciamo la giustizia di Dio nell'infliggerla

3. Porterà a un appello alla misericordia di Dio per la liberazione. Un tale appello, fatto per mezzo di Cristo, sarà preso in considerazione, mentre un appello alla giustizia sarebbe tanto inutile quanto infondato. Infine, osservate che la bontà di Dio è tanto evidente quanto la sua giustizia nelle sofferenze che infligge in questa vita. Essi hanno in vista "il nostro profitto, affinché siamo partecipi della sua santità", e quindi della vera ed eterna beatitudine. Ma se per la nostra perversità non riescono a raggiungere questo risultato, sono seguiti dalle pene del "giudizio senza misericordia"

34 le tue testimonianze, con le quali hai testimoniato contro di loro. cioè la testimonianza resa dai profeti (Confronta Versetto 30)

35 Non ti hanno servito nel loro regno. Non c'è bisogno di modificare la lettura qui. "Nel loro regno" significa "mentre avevano un regno tutto loro, e non erano soggetti, come ora, a una potenza straniera". La tua grande bontà. Vedi sopra, Versetto 25. La terra grande e grassa. Confronta Esodo 3:8. Sebbene i confini della Palestina siano stretti, tuttavia la terra che Dio ha dato al suo popolo, estendendosi dall'Eufrate al fiume d'Egitto, Genesi 15:18 potrebbe benissimo definire una terra "grande" o "larga"

36 Oggi siamo servi. cioè ora non abbiamo più un regno, siamo schiavi: il persiano è il nostro padrone. Poiché non vogliamo essere servi di Dio, siamo consegnati a lui 2Cronache 12:8), dove "il servizio di Dio" e "il servizio dei regni dei paesi" sono contrapposti

37 Dà molto sollievo ai re. "I monarchi persiani traggono grandi entrate dal nostro territorio". L'importo pagato dalla Giudea non è noto; ma la Siria, in cui era inclusa la Giudea, pagava annualmente in denaro 350 talenti d'argento (Erod. 3:91), cioè circa 90.000 sterline. C'è stato anche un ulteriore contributo in natura. Hanno il dominio sui nostri corpi. Possono impressionarci sia come soldati che come marinai, e farci combattere le loro battaglie per loro. Probabilmente gli ebrei presero parte alla spedizione di Serse contro la Grecia. E sopra il nostro bestiame. Possono impressionare il nostro bestiame per il loro treno bagagli

38 A causa di tutto questo. A causa dei nostri peccati passati e della loro punizione, per prevenire il ripetersi di comportamenti simili e di afflizioni simili. Noi... sigillo ad esso. In Oriente è sempre il sigillo che autentica un documento. I documenti babilonesi erano spesso timbrati con una mezza dozzina di sigilli o più. Questi venivano impressi sull'argilla umida, e poi l'argilla veniva cotta. A volte ciascuna parte del contratto imprimeva il proprio sigillo su un pezzo separato di argilla per sigillare, che poi attaccava al documento per mezzo di una corda (Layard, 'Ninive and Babylon', p. 154). In questo modo è possibile fissare un numero qualsiasi di sigilli

Illustratore biblico:

Neemia 9

 

4 CAPITOLO 9

Neemia 9:4-38

e gridarono a gran voce all'Eterno, al loro Dio.-Il supplicante:-

La vera prova del bene ricevuto nelle ordinanze religiose è il loro effetto santificante sulla vita. Molti alberi sono allegri con fiori in primavera che non danno frutti in autunno; E così tanti ascoltatori del Vangelo, che appaiono pieni di promesse nel tempo delle ordinanze, non mostrano alcuna devozione decisa nella loro condotta successiva

(I.) Le circostanze della preghiera. Spesso è più facile agire per Dio che pregarLo, lavorare nella Sua vigna piuttosto che servire al Suo trono. L'attività può offrire occasione di eccitazione, e spazio per l'esposizione, e l'opportunità di attirare l'ammirazione degli altri; mentre la preghiera chiama all'esercizio della fede, a coltivare l'umiltà, a vivere sotto l'occhio di Dio. Ci si potrebbe aspettare che il lavoro spirituale, in verità, attiri il servo vicino al Padrone per la comunione e l'aiuto. Presto scopre la debolezza e la miseria umana, e la dipendenza dal potere onnipotente per la forza, per l'approvvigionamento, per ogni benedizione. Ma, invece di dimostrarsi un incentivo alla preghiera, spesso se ne fa un sostituto; e l'operaio si sente come se fosse troppo occupato nel servizio per trovare il tempo per una supplica incessante. E così il popolo di Giuda qui attribuiva un grande valore alla preghiera. Hanno lavorato per restaurare le mura e il tempio di Gerusalemme, e il successo ha coronato i loro sforzi. Ma l'attività in queste sacre imprese, lungi dal raffreddare la loro devozione, li ispira a crescere il fervore nelle preghiere e nelle suppliche a Dio. In riferimento alle circostanze di questa preghiera, si può notare:

1.) Veniva offerto immediatamente dopo l'osservanza della Festa dei Tabernacoli. Il quindicesimo giorno del settimo mese cominciava questa festa, il ventiduesimo si chiudeva; e "il ventiquattresimo giorno di questo mese i figli d'Israele si riunirono" per questa preghiera. Il momento dell'incontro è la prova dell'ardore della loro devozione. I fedeli formali si stancano presto degli esercizi spirituali e chiedono: "Quando se ne andrà la luna nuova, per poter vendere il grano; e il sabato, per poter mettere il grano?" È una cornice di devozione molto a desiderare. Incontri prolungati come questo, per gli esercizi religiosi, possono essere utili solo in occasioni straordinarie, ma l'amore abituale per la comunione con Dio è insieme la forza e la gioia di un cuore santo. Non è un'intensa influenza momentanea, che fluisce dal sole estivo, che copre i campi di grano e gli alberi di frutti, ma il bagliore quotidiano dei suoi raggi geniali; quindi non è una sola ora alla presenza di Cristo, ricevendo una piena manifestazione di Lui nell'anima, che la salva dai timori della colpa, e la abbellisce con la Sua immagine, ma è un dimorare in Lui, un "guardare a Gesù", un "venire a Dio per mezzo di Lui". "Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso, se non rimane nella vite; non potrete più farlo, se non dimorate in me". Inoltre, questa preghiera veniva offerta in un periodo di digiuno solenne (ver. 1) . Nel pellegrinaggio verso la terra migliore, la valle dell'umiliazione si trova vicino alle deliziose montagne; e le buone prospettive della terra dell'Emmanuele ottenute dall'uno preparano a camminare in sicurezza attraverso gli aspri sentieri dell'altro, mentre la stessa vita di fede è mantenuta in entrambi. Inoltre, la preghiera fu offerta in mezzo a sinceri desideri di nuova obbedienza. "La progenie d'Israele si separò da tutti gli stranieri" (ver. 2) . Questo sincero desiderio di eliminare il peccato e di obbedire alla Parola Divina è essenziale per una preghiera efficace. "Se considero l'iniquità nel mio cuore, il Signore non mi ascolterà".

(II.) Il contenuto della preghiera

1.) Un'adorazione della maestà divina (ver. 6)

2.) Una rassegna delle misericordie passate. Le misericordie celebrate sono: la scelta di Dio per Israele; la Sua liberazione da loro dalla schiavitù; La Sua guida di loro attraverso il deserto; e il Suo conferimento su di loro di privilegi spirituali

3.) Notiamo nella preghiera la confessione di numerosi peccati (vers. 16-35). La luce della misericordia divina mostra qui la nube oscura delle loro iniquità. Confessano la loro ostinata disobbedienza a Dio (versetti 16-19). Indurirono la loro cervice, e non diedero ascolto ai comandamenti del Signore. Confessano di disprezzare la bontà onnipotente (versetti 20-26). Confessano il loro rifiuto dell'avvertimento divino (vers. 27-30). Confessano di non aver glorificato Dio nei Suoi doni (versetti 34, 35)

4.) Nella preghiera osserviamo una supplica per la misericordia sovrana (versetti 32, 36, 37)

(III.) Le lezioni della preghiera

1.) Il dovere della preghiera nell'angoscia pubblica. Il popolo di Giuda era qui in pubblica angoscia, e offre una preghiera unita a Dio per il Suo aiuto nel momento del bisogno

2.) La benedizione della preghiera a una comunità. A questa preghiera per Gerusalemme seguirono periodi di prosperità nella città santa, e tutto ciò che rappresentava

3.) Il potere della preghiera per il risveglio della Chiesa. (W. Ritchie.)

Tu, proprio Tu, sei Signore solo; Tu hai fatto il cielo.-Il Te Deum:-

In questo abbiamo forse l'esposizione più completa del carattere glorioso e multiforme di Geova che si trova in ogni singolo passo della Scrittura, e in esso viene anche messo in evidenza in stridente contrasto la condotta peccaminosa del Suo popolo eletto. L'Onnipotente è qui riconosciuto come...

1.) Il Dio della creazione

2.) Il Dio dell'alleanza

3.) Il Dio della redenzione (versetti 9-11)

4.) Il capo del suo popolo

5.) Il Legislatore

6.) Il sostenitore del Suo popolo

7.) Il Dio della compassione e l'ascoltatore della preghiera. (W. P. Lockhart.)

Lo scopo della prova delle carenze nazionali:

(I.) Per incoraggiarli ad aspettarsi ulteriore aiuto da Dio

(II.) Per costringerli a entrare in un patto più stretto con Lui. (Ibidem)

Tu sei il Signore Dio, che hai scelto Abramo.-La scelta di Dio:-

La mia forza durante tutta la mia vita è stata proprio questa, che non ho fatto alcuna scelta. Durante gli ultimi trentasei anni Dio ha cambiato dodici volte la mia casa e quindici volte la mia opera. Non ho quasi mai fatto ciò che io stesso avrei scelto. (Dean Farrar.)

E hai adempiuto le Tue parole.-La certezza delle promesse di Dio:-

Tutti i mezzi sono nelle Sue mani. Un padre può promettere a suo figlio che farà qualcosa di lui quando sarà grande, ma la sua attività declina, lui è fatto fallire. Ma il grande Padre non andrà mai in bancarotta, non verrà mai meno; Il suo potere è infinito. Molti capitani di mare hanno dovuto, durante una tempesta, dire ai passeggeri: "Ho fatto tutto quello che potevo; Ora non c'è altro che la barca". Dio non deve mai dirlo al Suo popolo. (Thomas Jones.)

La promessa divina è certa:

Le società possono essere private del diritto di voto e gli statuti revocati. Anche le montagne possono essere rimosse e le stelle cadono dalle loro sfere; ma un mandato fondato sulla promessa divina è inalienabilmente sicuro e dura come l'eternità stessa. (Hervey.)

9 CAPITOLO 9

Neemia 9:9

E abbiamo visto l'afflizione dei nostri padri in Egitto.-La via del dovere, la via della prova:-

(I.) Che il sentiero del dovere umano passa qui attraverso grandi prove

1.) A volte comporta il sacrificio di un'amicizia affettuosa. Lot dovette separarsi da Abramo, Barnaba da Paolo, Paolo da Marco

2.) A volte comporta il sacrificio di prospettive mondane

3.) A volte si tratta di mettere in pericolo la vita stessa

4.) A volte si tratta di un'indignazione per i nostri teneri sentimenti. Abramo offre Isacco

(II.) Quelle grandi prove attraverso le quali corre qui il sentiero del dovere servono a mettere alla prova i principi dei pellegrini

1.) Rivela i cattivi principi del cuore. Gli ebrei al Mar Rosso rivelarono la loro ingratitudine, meschinità, aspostasia, codardia

2.) Rivela i buoni principi del cuore

(III.) Quella fede illimitata in Dio è essenziale per portarci in sicurezza attraverso il sentiero del dovere con tutte le sue grandi prove. (Omileta.)

Dio nostro aiuto:

Quello che segue è un estratto di Stanley a Sir William Mackinnon: "Tu, che durante tutta la tua lunga e variegata vita hai creduto fermamente nel Dio del cristiano, e prima che gli uomini abbiano professato la tua devota gratitudine per le molte misericordie che ti sono state concesse, comprenderai meglio di molti altri i sentimenti che mi animano quando mi ritrovo di nuovo nella civiltà, illeso nella vita o nella salute, dopo aver attraversato tanti periodi tempestosi e angoscianti. Costretto nell'ora più buia a confessare umilmente che senza l'aiuto di Dio ero impotente, feci voto nelle solitudini della foresta che avrei confessato il Suo aiuto davanti agli uomini. Un silenzio come di morte era intorno a me; Era mezzanotte; Ero indebolito dalla malattia, prostrato dalla stanchezza e consumato dall'ansia per i miei compagni bianchi e neri, la cui sorte era un mistero. In questa angoscia fisica e mentale ho implorato Dio di restituirmi il mio popolo. Nove ore dopo esultavamo di una gioia estatica. In piena vista di tutto c'era la bandiera cremisi con la mezzaluna, e sotto le sue pieghe ondeggianti c'era la colonna posteriore da tempo perduta". Mungo Park fu confortato dal Signore da un minuscolo pezzetto di muschio, e Livingstone fu preservato da Lui quando la maggior parte delle persone lo dava per perduto: e ora, dalla terribile oscurità delle foreste infinite, Stanley grida al Dio vivente, e vive per testimoniare la fedeltà di Jahvè che ascolta la preghiera

12 CAPITOLO 9

Neemia 9:12

E di giorno li guidasti per una colonna di nuvole.-Le colonne di nube e di fuoco:-

Le persone che per quarant'anni hanno seguito quella nuvola di fuoco hanno lasciato impronte nelle sabbie del tempo che ci servono come alfabeto di vita. La marcia degli Israeliti è un'allegoria della vita dell'uomo. Come una provvidenza palpabile agli occhi stessi dell'uomo, la nuvola di fuoco indicava quella volontà di Dio che è il desiderio dei veri cuori di ogni epoca di compiere. Questa nuvola di fuoco suggerisce...

(I.) Che la vita dell'uomo sulla terra sia una disciplina condotta da Dio. Gli Israeliti emersero dall'Egitto come un enorme sciame di api di umanità che si dirigeva verso un altro alveare. Dalle oscure superstizioni della vita e dalle grossolane immoralità dell'antichità andarono nel deserto per imparare i rudimenti della vita. Al di fuori della sfera delle risorse naturali dell'uomo, Israele dovette imparare la fede nell'ambiente soprannaturale dell'uomo. Il loro viaggio nel deserto fu l'esercitazione di una nazione destinata ad essere il veicolo della rivelazione divina per un mondo. La nostra vita sulla terra è principalmente una disciplina prolungata e varia, e il suo significato risiede nella virilità che ne risulta alla fine. La questione principale non è quanto tempo impieghiamo ad attraversare questo lembo di terra, o quanto ne abbiamo mentre viaggiamo, ma ciò che il viaggio fa di noi rispetto al carattere nudo e morale di tutti noi. Molto suggestiva, se riflettete, è l'incapacità di Israele di comprendere il significato di gran parte della loro marcia. Perché dovessero stare fermi e perché muoversi non era sempre chiaro. Non possiamo comprendere facilmente i modi di vita a zig-zag. Guardando le nostre cose, e non la nostra anima, a volte sembra che ci muoviamo in modo molto inutile, segnando il tempo piuttosto che marciare. Un uomo buono e attivo, il cui lavoro è la sua vita, disse: "Con questa malattia ho perso un mese". In che modo? D'ora in poi egli porterà con sé ogni giorno della sua vita una riverente premura nei confronti di Dio, e in tutto il suo carattere ci sarà la sfumatura di una dolce tenerezza, il risultato delle realizzazioni meditative di quel "mese perduto". Il mese è stato perso, dunque? Dio ci guida e ci lascia non dove vorremmo essere, ma dove abbiamo bisogno di essere. C'è saggezza in ogni fase della marcia e della contromarcia della vita. Il miglio più difficile della vita è "ordinato dal Signore" e il suo luogo più oscuro è illuminato dalla colonna di fuoco. È saggio conservare le lezioni dell'esperienza. Come bambini, dimentichiamo le lezioni di fondo. Gli insegnamenti della scuola del dolore sono dimenticati nel cortile della nostra gioia

(II.) Che durante tutto il nostro viaggio di vita seguiamo un Dio che non vediamo mai. Quella nuvola bordata di fuoco non era Dio. La finestra della cattedrale, infiammata dalle sue glorie mescolate, nasconde il sole, mentre è allo stesso tempo una testimonianza multicolore del suo fulgore vivente. La vita lascia spazio al dubbio e dà alla mondanità la sua possibilità. Qui sta gran parte della nostra libertà vigilata. Quei segni di Dio che sono la prova di cose che non si vedono sono spesso abituati a una relativa impotenza sull'anima

1.) Alcuni degli Israeliti peccarono proprio all'ombra della colonna di fuoco. I sentimenti di riverenza e meraviglia sono in pericolo di esilio dalla mente

2.) La natura, con le sue trasformazioni delle stagioni

3.) Il sabato

4.) La casa di Dio

5.) Preghiera; Le nostre preghiere possono diventare come l'avvolgimento dei nostri orologi: azioni che commettiamo, a malapena sicuri se vengono compiute o meno. Spesso vediamo la maggior parte di Dio nella notte dell'esperienza

(III.) Quella protezione che la presenza di Dio assicura a coloro che Lo seguono. Sopra l'accampamento addormentato la nuvola si stendeva come uno scudo d'oro da guerriero. Eppure, con quanta lentezza Israele fu addestrato al coraggio! Ogni nuovo pericolo creava un vigliacco chiasso nel campo. I loro nemici non potevano fare loro alcun male; ma la loro immaginazione era terribile per loro come un esercito con le bandiere. Le loro menti erano rese nervose dalle loro stesse illusioni. I parigini hanno esposto quello che chiamano un "Panorama della guerra". Salendo su quella che sembra essere una specie di torre, sembra di vedere la campagna intorno a Parigi animata dalle cupe attività della guerra. Più vicino allo spettatore sono collocati veri cannoni e simili, e questi sfumano in forme dipinte così perfettamente da produrre un'illusione simile a quella del pittore che attirava gli uccelli dagli occhi veloci verso i suoi acini d'uva dipinti. L'illusione è meravigliosa e si può quasi sentire l'odore della polvere da sparo. Ma non c'è movimento: i soldati sono immobili come pietre, il proiettile che scoppia rimane nell'atto dell'esplosione e il lampo di fiamma continua dalla bocca del cannone. Questo rompe l'incantesimo. Non è che un'immagine, dopo tutto. Così a volte saliamo sulla torre dell'apprensione e vediamo assediare eserciti di guai. Vicino a noi ci sono alcuni veri oggetti di paura, e da essi passiamo a dipingere una lunga prospettiva di fantasie morbose, fino a quando la vita sembra circondata da innumerevoli nemici. Dopo un po' scopriamo che si tratta per lo più di un'immagine, "il vero dipinto della nostra paura". Che la principale preoccupazione di tutte sia quella di seguire il grande Capo del pellegrinaggio della vita. (Samuel Gregory.)

13 CAPITOLO 9

Neemia 9:13

Tu sei sceso sul monte Sinai e hai parlato con loro dal cielo.- Segui le indicazioni: -

Una volta ho visto un'immagine che mi è rimasta impressa nella memoria per anni e anni. Era l'immagine di una notte buia, selvaggia, tempestosa, e un viaggiatore stava in piedi sulle staffe del suo cavallo a un bivio, cercando di leggere le indicazioni sul palo. Con quanta impazienza guarda! Riesco ancora a vederlo, che tiene con cura tra le mani il fiammifero acceso per timore che il vento lo spenga prima che lui abbia letto le indicazioni. È stata una buona cosa per lui che ci fossero delle indicazioni, ed è una buona cosa che le abbiamo anche noi. Dove sono le nostre direzioni? Essi sono... la Bibbia. Questa è la Parola di Dio per noi, che ci dice quale strada prendere quando arriviamo al bivio. Segui le indicazioni. Fai quello che Dio ti dice e non sbaglierai mai. (J. Reid Howatt.)

16 CAPITOLO 9

Neemia 9:16

Ma essi e i nostri padri si comportarono con orgoglio e indurirono la loro cervice.-Indurito dal peccato:-

Il dottor Manton dice: "Come una costituzione delicata è più capace di soffrire di una robusta e ostinata, e la tenera carne di un bambino sentirà più presto la frusta che la pelle spessa di uno schiavo, così i figli di Dio, avendo una più seria apprensione delle cose, e uno spirito più tenero, sentono più presto il peso del dispiacere del loro Padre, e fatelo più a cuore degli spiriti negligenti e stupidi, che ridono della loro croce o bevono i loro dolori". La tenerezza del cuore è dunque un attributo del figlio di Dio, e anche un attributo molto prezioso. Gli uomini dal cuore duro non sono uomini secondo il cuore di Dio. Nella misura in cui il sentimento diminuisce, la vita è diminuita. Gli uomini spirituali sono uomini sensibili. L'ossificazione del cuore è una malattia mortale. Le declinazioni nella grazia sono un bruciare l'anima. Quando l'acqua viene riscaldata dal sole estivo, la pietra più piccola vi affonda; Quando sarà congelato nell'esplosione settentrionale, un enorme blocco sarà sollevato sulla sua superficie e non penetrerà mai nelle sue profondità. Così, quando l'anima si raffredda per la lontananza da Dio, sosterrà un enorme peso di peccato; Ma quando la grazia ritorna, e l'anima è in una giusta condizione spirituale, un grammo di peccato sarà più di quanto l'anima possa sopportare. Oh, per un po' più di questa santa sensibilità! (C. H. Spurgeon.)

17 CAPITOLO 9

Neemia 9:17

Ma tu sei un Dio pronto a perdonare, pietoso e misericordioso.-Perdono divino:-

(I.) Cosa è necessario per rendere interessante l'argomento

1.) Una condanna di colpevolezza

2.) L'apprensione per il pericolo che corriamo come trasgressori

3.) La scoperta dei privilegi di uno Stato graziato

(II.) Le prove che stabiliscono la verità della dottrina

1.) La disposizione che Egli ha preso per l'esercizio del perdono

2.) La prontezza con cui Egli perdona al nostro ritorno

3.) La sua serietà nell'eccitarci a cercare la benedizione

4.) Il carattere di coloro che hanno ricevuto il perdono

5.) Il numero di coloro che ottengono il perdono

(III.) Il modo in cui questo argomento può essere abusato

1.) Quando ci porta a negare qualsiasi disposizione in Dio a punire

2.) Quando ci incoraggia a sperare nel perdono in modi non garantiti dalla Parola di Dio

(1) Senza un riferimento all'opera di Cristo

(2) Senza pentimento

(3) Ritardando una domanda di richiesta fino alla fine della vita

(4) Aspettando di trovare questo perdono in un altro mondo se non riusciamo ad ottenerlo in questo

(IV.) Miglioramento

1.) Dovrebbe dare incoraggiamento a chi ha il cuore spezzato

2.) Dovrebbe offrire consolazione a coloro che hanno creduto per grazia

3.) L'argomento richiede la nostra ammirazione e lode

4.) Ci invita anche non solo ad ammirare, ma anche a imitare Efesini 4:31, 32; 5:1. (W. Jay.)

Perdono dei peccati:

(I.) La certezza di questa disponibilità al perdono. Questo può essere visto...

1.) Nei piani che Egli ha escogitato per il suo conferimento, coerenti con il Suo onore di sovrano e compatibili con il Suo carattere di Sovrano giusto e morale

2.) Nelle ripetute assicurazioni e suppliche urgenti riguardo ai fatti che sono forniti nella Sua Parola

3.) Negli sforzi che fa per effettuarlo, e così frequentemente registrato nelle pagine della storia

(II.) Le condizioni di questa disponibilità al perdono

1.) Una vivida apprensione della colpa personale

2.) Una piena consapevolezza del pericolo personale

3.) Pentimento e fede. (W. S. Edwards.)

Il perdono dei peccati:

Nessun attributo della Divinità è così calcolato per offrire incoraggiamento e sollievo al peccatore afflitto e penitente come quello della Sua misericordia. La sua giustizia e la sua santità lo fanno tremare. La Divina Misericordia è l'unica fonte da cui proviene tutta la nostra speranza. Se Dio fosse spietato, se non fosse in grado e non volesse perdonare, quanto terribile e disperata sarebbe la nostra condizione!

(I.) Alcune delle caratteristiche distintive del perdono divino. Rispettando questa benedizione, osserviamo che è...

1.) Gratuito nel suo elargimento. Se non fosse stato perfettamente gratuito, sarebbe stato per sempre fuori dalla nostra portata. Poiché l'uomo decaduto è del tutto privo di ogni rettitudine intrinseca e acquisita, non potrà mai ottenerla sulla base del suo merito. Consapevole della sua totale indegnità e di essere privo di ogni merito, il salmista gridò: "Per amore del tuo nome, perdona la mia iniquità, perché è grande". Nel perdono dei peccati, Dio agisce come il creditore verso i suoi due debitori; uno gli deve cinquecento denari e l'altro cinquanta; e quando non avevano nulla da pagare, francamente (liberamente) li perdonò entrambi. È vero che ci sono certi doveri che devono essere adempiuti dal peccatore; deve pentirsi e credere; Ma questi atti non possono mai meritare il perdono. Il perdono del penitente scaturisce dalla grazia gratuita e sovrana di Dio, ed è trasmesso attraverso il canale del sangue espiatorio del Redentore

2.) Illimitato nella sua estensione. La misericordia di Dio che perdona non si limita a nessun grado di colpa o a una quantità di trasgressione. "Benedici il Signore, anima mia, e non dimenticare tutti i Suoi benefici; che perdona tutte le tue iniquità, che guarisce tutte le tue malattie". La misericordia perdonante di Dio si estende alle trasgressioni più flagranti e trascende ogni concezione umana. Non c'è peccato così atroce che Dio non possa perdonare, e non c'è colpa di una sfumatura così profonda che Egli non possa rimuovere

3.) Permanente nel suo godimento

(II.) Dimostrare la verità della dichiarazione. La prontezza di Dio al perdono è manifesta...

1.) Dalle disposizioni a tal fine previste. Prima che i peccatori potessero essere perdonati e salvati, c'erano alcune barriere che dovevano essere rimosse. Poiché Dio era il supremo Legislatore e Giudice del mondo, il Protettore della giustizia e della bontà, gli toccò non perdonare i colpevoli senza punire il peccato, e ciò in modo tale da soddisfare la Sua giustizia offesa, e rivendicare l'onore della Sua legge disprezzata, e allo stesso tempo dichiarare il Suo più grande odio per il peccato. Se non ci fosse stato il Mediatore, la giustizia e la santità di Dio sarebbero state come ostacoli eterni all'esercizio della misericordia di perdono

2.) Le dichiarazioni espresse della Scrittura. Ascoltate il linguaggio esultante e trionfante del profeta Michea: «Chi è un Dio simile al nostro Dio, che perdona l'iniquità e passa oltre la trasgressione del resto della sua eredità? Egli non trattiene la sua ira per sempre, perché si compiace della misericordia". Vedete con quanta insistenza Dio esorta gli incuranti e gli impenitenti, dicendo: "Convertitevi, convertitevi dalla vostra via malvagia, perché morirete, o casa d'Israele?" "Come ti abbandonerò, o Efraim? Come ti libererò, o Israele? Come farò io a renderti come Adma? Come ti porrò come Zeboim?" Osservate il grande mandato degli apostoli, "che il pentimento e la remissione dei peccati siano predicati nel suo nome, fra tutte le nazioni, cominciando da Gerusalemme".

3.) Fatti registrati. Questa gloriosa verità non è dichiarata solo dalla voce dell'ispirazione, ma anche dalla forte e impressionante testimonianza dell'esperienza. Quante moltitudini hanno già ottenuto il perdono! Le Scritture abbondano degli esempi più sorprendenti e sorprendenti di questa deliziosa verità. Ma se guardiamo nel Nuovo Testamento, vedremo questa verità risplendere con ancora più splendore. Il primo esempio che ci colpisce qui è Pietro. Quanto grandi e terribili furono i suoi peccati! Rinnegò il suo divino Signore e Maestro, e ciò con giuramenti e maledizioni; eppure, pentito, fu perdonato. Nella stessa lista vediamo Maria Maddalena, "dalla quale furono cacciati sette spiriti impuri". (Ricordo congregazionale dell'Essex.)

Perdonare la misericordia:

Queste parole...

(I.) Preferisci una carica importante. "E si è rifiutato di obbedire", ecc. Sebbene questa accusa sia stata mossa principalmente contro gli ebrei, è sostanzialmente applicabile a tutti i peccatori impenitenti. Ecco che...

1.) Un'accusa di ostinata disobbedienza. Siamo colpevoli della stessa accusa. Abbiamo obblighi infiniti verso l'Essere Divino. Egli è il Creatore, il Sovrano, il Benefattore, il Redentore, il Salvatore e il Giudice dell'umanità

2.) Un'accusa di dimenticanza criminale. "E non si ricordarono dei tuoi prodigi" Salmi 78:10-17; 106:21-26. Dio ha coronato ognuno di noi con amorevole benignità e tenera misericordia, e ha operato prodigi nella nostra creazione, conservazione, redenzione e salvezza. Troppo spesso abbiamo dimenticato infedelmente i Suoi innumerevoli benefici e mormorato ingrati contro le Sue gentili dispensazioni Isaia 1:2, 3

3.) Un'accusa di impenitenza indurita. "Ma indurirono il loro collo", ecc. Questo è uno stato terribile Proverbi 29:1; Romani 2:5, 6; Ebrei 3:15

(II.) Contenere una graziosa dichiarazione. "Tu sei un Dio pronto a perdonare". Ciò è evidente da...

1.) Le perfezioni del carattere divino

2.) Il glorioso schema della redenzione umana ( Isaia 53:5, 6 ; Romani 3:25, 26; 2Corinzi 5:18, 21

3.) Le testimonianze e le promesse della Scrittura

(III.) Suggerisci istruzioni appropriate. (Schizzi di quattrocento sermoni.)

Un Dio pronto a perdonare:

(I.) La storia di Israele illustra in modo singolare la disponibilità di Dio a perdonare

(II.) È altrettanto vero che il Signore in ogni momento è un Dio pronto a perdonare

1.) È vero per Lui per natura. La misericordia è un attributo essenziale di Dio

2.) Egli stesso ha rimosso l'impedimento che si frapponeva sulla via del perdono

3.) Egli manda il Suo messaggio d'amore ai peccatori mentre sono ancora nei loro peccati

4.) Non pone condizioni dure con i peccatori

5.) Ciò che Egli richiede all'uomo mediante il Vangelo Egli opera anche in Lui mediante il Suo Spirito

6.) Accetta anche il grado più basso delle grazie necessarie. Pentimento, ecc. (C. H. Spurgeon.)

Un Dio che perdona:

(I.) La natura di questo indulto. È...

1.) Gratuito. Il perdono deve essere così. Non c'è nulla da obiettare nel dire che Cristo l'ha acquistata. È vero, Egli ha comprato, ma è libero nel suo dono su di noi, perché non potremmo meritarlo, né rivendicarlo come un diritto

2.) Completare. Non significa che si riferisca al futuro. Alcuni dicono che una volta perdonato tutto fatto. Non così le Scritture. Completo perché si riferisce a tutti; completo perché è pieno

3.) Presente. Alcuni dicono che non fino alla morte. Non così le Scritture

4.) Giusto. "Sappiatelo, dunque, uomini e fratelli", ecc. Giusti perché conferiti in base a giusti princìpi; a motivo dell'espiazione di Cristo

5.) Discriminante. Se Cristo è morto per tutti, come mai non tutti sono perdonati? Rimedio disponibile solo per coloro che ne fanno richiesta. Quindi...

(II.) Le condizioni. Le Scritture ci insegnano il dovere del perdono se l'offensore si pente e lo chiede. Così, con Dio, la nostra confessione deve essere...

1.) Franco. "Chi copre i suoi peccati non prospererà, ma chi li confessa e li abbandona avrà misericordia".

2.) Penitente. "Il sacrificio", ecc. Molti confessano francamente, ma non penitentemente. La vera penitenza vista nel pubblicano

3.) Credere

(III.) Prova che Dio è pronto a perdonare

1.) Dallo schema di redenzione. L'amore nel complotto, la fine del piano; e se il perdono non è dispensato, la fine è vinta

2.) Dalla Sua relazione con il Salvatore. Come Padre non poteva dare una garanzia più grande

3.) Dai mezzi che impiega per portare a Lui. Manda lo Spirito, la Provvidenza, la Parola. Caratterizzati dall'amore

4.) Da ricevimenti che altri hanno incontrato. Manasse - ladro morente - Saul. Mostrato in Prodigo. Lezioni:

1.) Il soggetto non implica che Dio non punirà

2.) Il soggetto mostra solo la via della liberazione, e quella via deve essere presa ora. (E. R. Derry.)

La gioia del perdono:

Un uomo di nome Giovanni Welsh giaceva in prigione a Chicago con una condanna a morte. I suoi amici hanno cercato di ottenere che la sua condanna fosse commutata in carcere a vita. Il giorno prima di quello fissato per l'esecuzione arrivò senza ricevere alcuna risposta favorevole. Il prigioniero sedeva nella sua cella ad ascoltare e desiderava ardentemente una tregua. Di lì a poco sentì il rombo delle ruote di un'auto. Portò i materiali per il patibolo e ben presto udì i colpi dei martelli e si immaginò appeso all'impalcatura che poteva sentire sollevare. Il rumore quasi lo fece impazzire, e mandò a chiamare il governatore e lo pregò di poterlo portare via da qualche parte da quel rumore spaventoso. Fu portato in una cella lontana e lì sedette sul bordo del letto, tormentato da pensieri cupi, ogni speranza svanita. Fu sorpreso dalla sua fantasticheria da un passo frettoloso lungo il corridoio. La chiave fu infilata nella serratura e uno degli ufficiali della prigione si fermò davanti a lui. Teneva in mano un foglio firmato dal Governatore dello Stato dell'Illinois. È stata una commutazione della sua pena... Come irruppe la verità nella sua mente! Quando il foglio gli fu consegnato, non riuscì a leggerlo per le lacrime; ma era un foglio che gli portava la vita, e lui lo abbracciò, lo strinse e lo baciò. (H. W. Taylor.)

26 CAPITOLO 9

Neemia 9:26-29

Ma essi furono disubbidienti e si ribellarono contro di te.-Provocazioni e punizioni:-

(I.) Quanto giustamente possiamo essere accusati, come gli ebrei nel testo, di aver operato grandi provocazioni. Ciò sarà manifesto se consideriamo...

1.) A quale altezza prodigiosa si elevano tra noi tutti i tipi di iniquità. Ateismo, infedeltà, bestemmia, intemperanza, impurità, immoralità commerciale

2.) Quali impegni abbiamo per astenerci da tutte le trasgressioni delle leggi di Dio

3.) Che i nostri peccati sono stati commessi contro i tentativi più prevalenti dello Spirito di Dio di trattenerci e reclamarci da essi

4.) Che i nostri peccati sono stati commessi contro molte e grandi misericordie

5.) Che i nostri peccati sono stati commessi contro la disciplina della verga di Dio e quei molti giudizi che Egli ha mandato per insegnarci la giustizia

(II.) Che abbiamo grandi ragioni per temere che le nostre grandi provocazioni possano essere punite da Dio come lo furono quelle degli ebrei. Conclusione: qual è il mezzo più efficace per prevenire la punizione con cui le nostre grandi provocazioni ci minacciano? (Lilly Butler.)

e testimoniò contro di loro, affinché tu potessi ricondurli alla tua legge.-Le leggi di Dio:-

Alcuni anni fa mi stavo godendo una passeggiata sulle Portsdown Hills, una delle località preferite dalla gente di Portsmouth, e godevo di una deliziosa vista sul mare. Sono tutti aperti al pubblico, ad eccezione di alcuni luoghi che sono accuratamente recintati. Sono questi i luoghi più lussuosi, dove l'erba è più morbida e il muschio più verde? No, in effetti, queste sono le parti rotte e precipitose, dove potrebbero verificarsi gravi incidenti. Le leggi di Dio sono proprio come questi recinti. L'amore di Dio ha messo dei recinti lì per impedirci di farci del male. (F. S. Webster.)

Segnali di pericolo:

Viaggiando lungo le nostre grandi ferrovie passiamo davanti a molte stazioni di segnalazione. In relazione a ciascuno di questi c'è un uomo nominato, uno dei cui compiti è quello di vedere che la strada sia libera. Se un ponte dovesse essere rotto, o ci fosse qualche ostacolo sulla strada, ci si aspetta che suoni un campanello, sventoli una bandiera, o faccia un segnale di qualche tipo, in modo che il macchinista di qualsiasi treno che arriva lungo la strada possa sapere in tempo di fermare il suo treno prima che sia fatto qualsiasi danno. E la bandiera che l'uomo sventola, o il segnale che emette, è l'avvertimento dato ai treni in avvicinamento per salvarli dalle ferite. Nel viaggio che stiamo perseguendo in questa vita siamo sicuri di incontrare molti pericoli. La Bibbia è la guida che Dio ci ha dato da usare nel cammino. E gli avvertimenti che si trovano in questo libro sono i segnali per dirci i pericoli che si trovano lungo il nostro cammino in modo da poterli evitare. Non possiamo essere al sicuro nel nostro viaggio attraverso il mondo se non stiamo attenti a prestare attenzione a questi avvertimenti

33 CAPITOLO 9

Neemia 9:33

Ma Tu sei giusto in tutto ciò che ci viene addosso.Le miserie della vita, la loro origine e il loro rimedio.

Le miserie della vita sono state un tema fruttuoso per gli scrittori di tutte le epoche. Alcuni si sono sforzati di coinvolgerci nella loro contemplazione per un fine saggio e buono. Altri hanno colto l'occasione per contestare la saggezza, la giustizia e la bontà di Dio. Tali nozioni, così sprezzanti della provvidenza di Dio, tendono, anche nel migliore degli uomini, se non opportunamente sradicate, a indebolire quelle impressioni di riverenza e di gratitudine che sono necessarie per aggiungere calore alla devozione e vigore alla virtù. L'insegnamento della Scrittura è che Dio non deve essere accusato di disprezzo per la Sua creazione. Egli ha creato l'uomo per la felicità, e questa felicità è stata perduta dalla violazione delle condizioni a cui era annessa. Il male fisico e morale sono entrati nel mondo insieme. Per evitare l'infelicità dobbiamo evitare il peccato. Considera-

(I.) Quanti pochi dei mali della vita possono essere giustamente attribuiti a Dio. Dobbiamo distinguere attentamente ciò che è effettivamente stabilito da Lui da ciò che è solo permesso, o ciò che è la conseguenza di qualcosa fatto a noi stessi, e non potrebbe essere impedito se non con l'interruzione di quelle leggi generali che chiamiamo il corso della natura o l'ordine stabilito dell'universo. Se esaminiamo tutte le afflizioni della mente, del corpo e della condizione secondo questa regola, troveremo che Dio non è altro che complice di esse se non perché non opera miracoli per prevenirle, come permette agli uomini di essere padroni di se stessi, e li trattiene solo con coercizioni applicate alla loro ragione

1.) Nel fare una stima delle miserie che derivano dai disturbi del corpo, dobbiamo considerare quante malattie derivano dalla nostra pigrizia, intemperanza o negligenza; quanti vizi o follie dei nostri antenati ci hanno trasmesso

2.) Né le inquietudini della mente sono meno frequentemente eccitate da noi stessi

(1) L'orgoglio è la fonte generale della nostra infelicità

(2) Desideri smodati

(3) Sollecitudine indebita per eventi futuri che dà origine a paure e ansie moleste

3.) La povertà non è sempre l'effetto della malvagità, ma spesso può essere l'effetto della virtù; Ma non è detto che la povertà sia un male

(II.) Fino a che punto una pietà generale potrebbe esentare qualsiasi comunità da questi mali. Una comunità in cui la virtù dovrebbe generalmente prevalere, in cui ogni membro dovrebbe temere Dio con tutto il suo cuore e amare il suo prossimo come se stesso, in cui ogni uomo dovrebbe sforzarsi di rendersi "perfetto, come è perfetto il Padre suo che è nei cieli", troverebbe questi mali praticamente inesistenti

(III) Quanto nell'attuale stato corrotto del mondo determinati uomini possano, con la pratica dei doveri della religione, promuovere la propria felicità. (Giovanni Taylor, LL. D.)

Dio ha fatto bene:

(I.) Giusto quanto alla saggezza. È di grande importanza per noi sapere e sentire, specialmente quando siamo sballottati dai flutti e avvolti nelle tenebre di qualche grave afflizione, che Dio è infinitamente saggio e che la Sua saggezza può condurre e condurrà tutte le circostanze del Suo popolo a una felice uscita. Questo è assolutamente necessario per godere di qualcosa di simile alla calma della sicurezza in mezzo a tali scene. È così negli affari comuni della vita. Il soldato confida nella saggezza del suo generale ed è calmo in battaglia. Il marinaio confida nella saggezza del suo capitano ed è calmo nella tempesta. Il viaggiatore ha fiducia nella saggezza della sua guida e prosegue il suo percorso in pacifica sicurezza. E così, se i credenti vogliono godere di una calma e gioiosa sicurezza nel combattere le battaglie, sfidare le tempeste e perseguire il pellegrinaggio della loro attuale prova, devono avere un riposo stabile e solido nell'infallibile saggezza di Dio. E devono cercare questo, non tanto dalle deduzioni della ragione umana, o dalle luci migliori della loro esperienza in relazione alla provvidenza, quanto dalle operazioni di fede nelle rivelazioni della Scrittura di Dio e del Suo governo

(II.) Diritto alla giustizia. In mezzo alle afflizioni della vita, non solo dobbiamo riconoscere e confidare nell'infinita saggezza di Dio, ma dobbiamo sforzarci, con la luce della rivelazione e dell'esperienza, di riconciliare la giustizia di Dio con le afflizioni dei giusti, e così giustificare le vie di Dio agli uomini. Gli uomini che guardano solo alla superficie delle cose e degli eventi, e giudicano in base a ciò, spesso accusano Dio di essere rigoroso, ingiusto e ingiusto nelle operazioni e nelle questioni della Sua provvidenza. Tutte le sofferenze temporali sono la giusta conseguenza del peccato originale o attuale, e sono spesso meritate dal migliore degli uomini. Nessuno può affermare di essere libero dalle debolezze umane e dai difetti peccaminosi, e quindi non ha il diritto di lamentarsi della punizione dei suoi peccati. Le nostre afflizioni, in genere, sono molto inferiori alla colpa che abbiamo contratto. Si sta affrettando il tempo in cui la saggezza e la giustizia della provvidenza saranno evidenti in modo convincente a tutti

(III.) Diritto per quanto riguarda la bontà. "Tu sei buono e fai il bene". Questa fu la testimonianza del salmista; Tale è la testimonianza uniforme della rivelazione; e tale, nonostante i suoi misteri, è il riconoscimento della Provvidenza universale. Ed è molto necessario per noi essere convinti di questo, e vivere sotto l'influenza perpetua e crescente di esso, in mezzo alle tribolazioni della vita. Altrimenti, come possiamo essere calmi, sicuri e felici?

1.) Sforzati di capire Dio nelle tue afflizioni. Dall'assenza di questa visione intelligente della provvidenza di Dio nell'afflizione spesso scaturisce il danno più grande. L'ignoranza qui, come dappertutto, è sempre accompagnata da diffidenza, paura, insoddisfazione e ansia deperibile; mentre, d'altra parte, l'intelligenza produce fiducia, serenità, contentezza e una deliziosa pace e riposo

2.) Impara a evitare uno spirito di invidia e mormorio. Se Dio agisce con saggezza, giustizia e misericordia, permettendo spesso ai malvagi di vivere e prosperare e ai giusti di cadere in grandi afflizioni, allora rassegnatevi alla Sua volontà, accontentatevi delle dispensazioni della Sua mano, non invidiate la condizione degli altri, né mormorate contro la vostra. Considera bene la follia, la vanità e la miseria della prosperità peccaminosa, che ha bisogno piuttosto della tua pietà che della tua invidia

3.) Impara ad essere fermo e fedele nel servizio e nella causa di Dio. Le afflizioni hanno allontanato molti da Cristo e dal Suo regno. (W. Gregorio.)

L'azione di Dio nella Sua giustizia a volte è inspiegabile:

Prendete un bastoncino dritto e mettetelo nell'acqua, allora vi sembrerà storto; perché? Perché lo osserviamo attraverso due mezzi, l'aria e l'acqua. Qui sta la deceptio visus; È per questo che non possiamo discernere correttamente. Così l'agire di Dio nella Sua giustizia, che in se stesso è rettilineo, senza la minima obliquità, ci sembra tortuoso. affinché gli empi prosperino e gli uomini buoni siano afflitti; che gli Israeliti facciano i mattoni e gli Egiziani abitino nelle case; che i servi vadano a cavallo e i principi vadano a piedi: queste sono cose che fanno vacillare i migliori cristiani nei loro giudizi. E perché? ma perché considerano l'azione di Dio attraverso un duplice mezzo di carne e spirito, così tutte le cose sembrano andare in croce, anche se in realtà vanno abbastanza bene. Ed è per questo che l'azione di Dio nella Sua giustizia non è così ben discernibile, poiché gli occhi dell'uomo da soli non ne sono giudici competenti. (J. Spencer.)

38 CAPITOLO 9

Neemia 9:38

E a causa di tutto ciò, facciamo un patto sicuro, e lo scriviamo.-Alleanza con Dio:-

Ci si può chiedere: Ci si aspetta che i cristiani d'oggi stipulino tali patti? A questo rispondiamo sia sì che no. Sì, se si tiene conto della vera consacrazione del cuore al Signore. No, se si tratta di una mera questione di forma, di una fonte di schiavitù o di un ministro dell'orgoglio spirituale. Se non ci sbagliamo, alcune delle Chiese del New England hanno una forma di patto che ogni nuovo aderente è tenuto a firmare, e sappiamo che lo stimato presidente Edwards sosteneva la stipula di patti scritti tra i singoli cristiani e l'Onnipotente. In riferimento a ciò, ciascuno deve esercitare il proprio giudizio come davanti a Dio. (W. P. Lockhart.)

Riferimenti incrociati:

Neemia 9

1 Lev 23:34,39; 2Cron 7:10
Ne 8:2
Giudic 20:26; 2Cron 20:3; Esd 8:23; Est 4:3,16; Is 22:12; Gioe 1:13,14,; 2:15-17; Gion 3:5-8; At 13:2,3
Gios 7:6; 1Sa 4:12; 2Sa 1:2; Giob 2:12

2 Ne 13:3,30; Esd 9:2; 10:11
Sal 144:7,11; Is 2:6; Os 5:7
Ne 1:6; Lev 26:39,40; Esd 9:6,7,15; Sal 106:6,7; Dan 9:3-10,20; 1G 1:7-9

3 Ne 8:4,7,8
Ne 8:3

4 Ne 9:5; 8:7; 10:9-13; 12:8
2Cron 20:19; Sal 3:4; 77:1; 130:1; Lam 3:8; Giov 11:43; At 7:60

5 1Re 8:14,22; 2Cron 20:13,19; Sal 134:1-3; 135:1-3
1Cron 29:20; Esd 3:11; Sal 103:1,2; 117:1,2; 145:2; 146:2; Ger 33:10,11; Mat 11:25; Ef 3:20,21; 1P 1:3
Eso 15:6,11; De 28:58; 1Cron 29:13; Sal 72:18,19; 145:5,11,12; 2Co 4:6
1Re 8:27; 1Cron 29:11; Sal 16:2; 106:2

6 De 6:4; 2Re 19:15,19; Sal 86:10; Is 37:16,20; 43:10; 44:6,8; Mar 12:29,30; Giov 10:30
Ge 1:1; 2:1; Ez 20:11; Sal 33:6; 136:5-9; 146:6; Ger 10:11,12; Col 1:15,16; Ap 4:11; 14:7
De 10:14; 1Re 8:27
Sal 36:6; Col 1:17; Eb 1:3
Ge 2:1; 32:2; 1Re 22:19; Sal 103:21; 148:2-4; Is 6:2,3; Eb 1:6; Ap 5:11-13

7 Ge 12:1,2; De 10:15; Gios 24:2,3; Is 41:8,9; 51:2
Ge 11:31; 15:7; At 7:2-4
Ge 17:5

8 Ge 12:1-3; 15:6,18; 22:12; At 13:22; 1Ti 1:12,13; Eb 11:17; Giac 2:21-23
Ge 12:7; 15:18; 17:7,8; 22:16-18; De 7:8,9; 9:5; Sal 105:8,9; Lu 1:72,73
Ge 15:18-21; Eso 3:8,17; De 7:1; Gios 9:1; 11:3
De 26:3; Gios 11:23; 21:43-45; 23:14; Sal 105:43,44
Nu 23:19; Sal 92:14,15; Tit 1:2; Eb 6:18; 1G 1:9

9 Eso 2:25; 3:7-9,16; At 7:34
Eso 14:10-12

10 Eso 7:1-25; 14:1-31; De 4:34; 11:3,4; Sal 78:12,13,43-53; 105:27-37; 106:7-11; 135:8,9; 136:10-15; At 7:36
Eso 5:2,7,8; 9:17; 10:3; 18:11; Giob 40:11,12; Dan 4:37; 5:23; 1P 5:5
Eso 9:16; Gios 2:10,11; Sal 83:18; Is 63:12,14; Ger 32:20; Ez 20:9; Dan 9:15; Rom 9:17

11 Eso 14:21,22,27,28; Sal 66:6; 78:13; 114:3-5; 136:13-15; Is 63:11-13
Eso 15:1-21; Sal 106:9-11; Eb 11:29
Eso 15:5,10; Ap 18:21

12 Ne 9:19; Eso 13:21,22; 14:19,20; Sal 78:14; 105:39
Sal 107:7; 143:8

13 Eso 19:11,16-20; De 33:2; Is 64:1,3; Abac 3:3
Eso 20:1,22; De 4:10-13,33; 5:4,22-26; Eb 12:18-26
De 4:8; 10:12,13; Sal 19:7-11; 119:127,128; Ez 20:11-13; Rom 7:12-14,16
Sal 119:160

14 Ge 2:3; Eso 16:29; 20:8-11; Ez 20:12,20
Eso 21:1-23:33; Lev 27:34; De 4:5,45; 5:31
Ne 1:8; Giov 1:17

15 Eso 16:4,14,15; De 8:3,16; Sal 78:24,25; 105:40; Giov 6:31-35; 1Co 10:3
Ne 9:20; Eso 17:6; Nu 20:7-11; De 8:15; Sal 77:15-20; 105:41; 114:8; 1Co 10:4
De 1:8; Gios 1:2-4
Ge 14:22; Nu 14:30; Ez 20:15

16 Ne 9:10,29; Eso 32:9; De 9:6,13,23,24,27; 32:15; Sal 78:8-72; 106:6; Is 63:10; Ger 2:31; At 7:51
De 31:27; 2Re 17:14; 2Cron 30:8; 36:13; Sal 95:8-10; Prov 29:1; Is 48:4; Ger 19:15; Rom 2:5; Eb 3:13,15
Eso 15:26; De 5:29; Sal 81:8,11-14; Is 48:18

17 Nu 14:3,4,11,41; 16:14; Sal 106:24,25; Prov 1:24; Eb 12:25
Sal 78:11,42,43; 86:5,15; 106:7,13; Mat 16:9-11; 2P 1:12-15
Nu 14:4; At 7:39
Nu 14:18,19; Sal 86:5,15; 130:4; Mic 7:18,19
Eso 34:6,7; Sal 78:38; 103:8-18; 145:8,9; Is 55:7-9; Gioe 2:13; Rom 9:15; Ef 1:6,7
1Re 6:13; 8:57; Sal 106:43-46

18 Eso 32:4-8,31,32; De 9:12-16; Sal 106:19-23; Ez 20:7-44

19 Ne 9:27; 1Sa 12:22; Sal 106:7,8,45; Is 44:21; Lam 3:22; Ez 20:14,22; Dan 9:9,18; Mal 3:6
Ne 9:12; Eso 13:21,22; 40:38; Nu 9:15-22; 14:14; Is 4:5,6; 1Co 10:1,2

20 Ne 9:30; Nu 11:17,25-29; Is 63:11-14
Sal 143:10; Rom 15:30; Ga 5:22,23; Ef 5:9; 2P 1:21
Eso 16:15,35; Gios 5:12
Eso 17:6; Sal 105:41; Is 41:17,18; 48:21; 49:10; Giov 4:10,14; 7:37-39

21 Eso 16:35; Nu 14:33,34; De 2:7; 8:2; Am 5:25; At 13:18
De 8:4; 29:5; Sal 34:10

22 Gios 10:11; Sal 78:65; 105:44
De 32:26; Gios 11:23
Nu 21:21-35; De 2:26-36; 3:1-17; Sal 135:10-12; 136:17-22

23 Ge 15:5; 22:17; 1Cron 27:23
Gios 1:1-3:17
Ge 12:7; 13:15-17; 15:18; 17:8; 26:3

24 Nu 14:31; Gios 21:43,45
Gios 18:1; 1Cron 22:18; Sal 44:2,3
2Ti 2:26

25 Nu 13:27,28; De 3:5; 6:10-12; 9:1-3
Ne 9:35; De 8:7-10; 32:13; Ez 20:6
De 32:15; Sal 65:11; Is 6:10; Ger 5:27,28; Os 13:6
1Re 8:66; Ger 31:14; Os 3:5; Rom 2:4

26 Giudic 2:11,12; 3:6,7; 10:6,13,14; Sal 78:56,57; 106:34-40; Ez 16:15-63; 20:21; 23:4-49
1Re 14:9; Sal 50:17; Ez 33:3-5
1Re 18:4,13; 19:10; 2Cron 24:20,21; 36:16; Ger 26:20-23; Mat 21:35; 23:34-37; At 7:52
Ne 9:18; 2Re 21:11; Ez 22:25-31

27 De 31:16-18; Giudic 2:14,15; 3:8-30; 2Cron 36:17; Sal 106:41,42; Dan 9:10-14
De 4:29-31; Giudic 3:15; 6:6-10; 10:15,16; Sal 106:43-45
Giudic 2:18; 3:9-15; 1Sa 12:10,11; 2Re 13:5; 14:27; Abd 1:21

28 Giudic 3:11,12,30; 4:1; 5:31; 6:1
1Re 8:33,34,39; Is 63:15
Sal 106:43-45

29 Ne 9:26; De 4:26; 31:21; 2Re 17:13; 2Cron 24:19; 36:15; Ger 25:3-7; Os 6:5
Ne 9:10,16; Eso 10:3; Ger 13:15-17; 43:2; 44:10,16,17; Dan 5:20; Giac 4:6-10
Lev 18:5; Ez 20:11; Lu 10:28; Rom 10:5; Ga 3:12
Zac 7:11,12
Ger 7:26; 17:23; 19:15

30 Sal 86:15; Rom 2:4; 2P 3:9
2Re 17:13; 2Cron 36:15; Ger 7:25; 25:4
Ne 9:20; Is 63:10; At 7:51; 28:25; 1P 1:11; 2P 1:21
Is 5:5,6; 42:24; Ger 40:2,3; 44:22; Lam 2:17; Zac 7:13

31 Ger 4:27; 5:10,18; Lam 3:22; Ez 14:22,23; Dan 9:9
Ne 9:17; Eso 34:6,7; 2Re 13:23; 2Cron 30:9; Sal 103:8,9; 145:8,9

32 Ne 1:5; De 7:21; Sal 47:2; 66:3,5
De 7:9; 1Re 8:23; Dan 9:4; Mic 7:18-20
Lev 26:18,21,24,28; Esd 9:13
2Re 23:29,33,34; 25:7,18-21,25,26; 2Cron 36:1-23; Ger 8:1-3; 22:18,19; 34:19-22; 39:1-18; 52:1-34; Dan 9:6,8
2Re 15:19,29; 17:3; Is 7:17,18; 8:7,8; 10:5-7; 36:1-37:38

33 Ge 18:25; Giob 34:23; Sal 119:137; 145:17; Ger 12:1; Lam 1:18; Dan 9:5-14
Lev 26:40,41; Giob 33:27; Sal 106:6; Dan 9:5-10

34 Ger 29:19
Ne 9:30; 2Re 17:15
De 31:21; 2Re 17:13

35 De 28:47; Ger 5:19; Rom 3:4,5
Ne 9:25
De 8:7-10; 31:21; 32:12-15

36 De 28:48; 2Cron 12:8; Esd 9:9

37 De 28:33,39,51; Esd 4:13; 6:8; 7:24
Ne 5:8; Lev 26:17; De 28:48; Giov 8:33

38 Ne 10:29; 2Re 23:3; 2Cron 15:12,13; 23:16; 29:10; 34:31; Esd 10:3
Ne 10:1

Dimensione testo:


Visualizzare un brano della Bibbia


     

Aiuto Aiuto per visualizzare la Bibbia

Ricercare nella Bibbia


      


     

Ricerca avanzata

Aiuto Aiuto per ricercare la Bibbia

Indirizzo di questa pagina:
https://www.laparola.net/testo.php?riferimento=Neemia9&versioni[]=Nuova+Riveduta&versioni[]=C.E.I.&versioni[]=Nuova+Diodati&versioni[]=Riveduta+2020&versioni[]=Riveduta&versioni[]=Ricciotti&versioni[]=Tintori&versioni[]=Martini&versioni[]=Diodati&versioni[]=Commentario&versioni[]=CommentarioPulpito&versioni[]=CommentarioIllustratore&versioni[]=Riferimenti+incrociati

Indirizzo del testo continuo:
https://www.laparola.net/app/?w1=bible&t1=local%3Anr&v1=NH9_1&w2=bible&t2=local%3Acei1974&v2=NH9_1&w3=bible&t3=local%3And&v3=NH9_1&w4=bible&t4=local%3Ar2&v4=NH9_1&w5=bible&t5=local%3Aluzzi&v5=NH9_1&w6=bible&t6=local%3Aricciotti&v6=NH9_1&w7=bible&t7=local%3Atintori&v7=NH9_1&w8=bible&t8=local%3Amartini&v8=NH9_1&w9=bible&t9=local%3Adio&v9=NH9_1&w10=commentary&t10=local%3Acommabbrmh&v10=NH9_1&w11=commentary&t11=local%3Acommpulpito&v11=NH9_1&w12=commentary&t12=local%3Acommillustratore&v12=NH9_1&w13=commentary&t13=local%3Arifinc&v13=NH9_1