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Commentario:Romani 14:17Non è il caso di esporre la libertà in Cristo, ed implicitamente l'Evangelo, a un biasimo; poichè il mangiare ed il bere di una cosa piuttosto che di un'altra, sono pratiche le quali non toccano all'essenza del regno di Dio. Il regno che Dio vuole stabilire nel mondo, che prima è «dentro di noi» Luca 17:21, di cui la società cristiana è la principale manifestazione esterna 1Corinzi 4:20; Colossesi 1:13, ma che non avrà il suo completo svolgimento se non nei nuovi cieli e nella nuova terra 1Corinzi 6:9; 15:50; Galati 5:21; 2Tessalonicesi 1:5; 2Timoteo 4:18. quel regno non consiste nel mangiam o non mangiare d'un cibo, nel bere o non bere vino. Codeste pratiche toccano solo l'uomo esterno Matteo 15:11, mentre l'essenza del regno di Dio sta in una vita nuova, sta nell'impero di nuove, sante e celesti disposizioni che regolano la vita dei figli di Dio. perchè il regno di Dio non sta nel mangiare o nel bere di questo o di quello, ma è giustizia, cioè: «rettitudine morale per la quale si rende al prossimo quel che gli è dovuto» 2Pietro 3:13, pace cioè, «buona armonia fra tutti i membri della Chiesa» ed allegrezza nello Spirito Santo. è «lo slancio spirituale, individuale e collettivo, che regna presso i fedeli quando la comunione fraterna fa sentire la sua dolcezza e che niuno è contristato. Per tali disposizioni l'anima trovasi innalzata in una sfera ove tutti i sacrifici diventano facili ed ove la carità regna senza ostacolo. Ecco la realtà del regno di Dio sulla terra» (Godet). È meno in armonia col contesto l'intendere giustizia, della giustificazione; pace, della pace con Dio; allegrezza, dell'allegrezza della speranza, per quanto quelle grazie siano il fondamento delle disposizioni morali di cui parla l'Apostolo e di cui è sorgente lo Spirito Santo. Riferimenti incrociati:Romani 14:17Dan 2:44; Mat 3:2; 6:33; Lu 14:15; 17:20,21; Giov 3:3,5; 1Co 4:20; 6:9; 1Te 2:12 Dimensione testo: Indirizzo di questa pagina: |