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Commentario:Romani 16:25Romani 16:25-27. La dossologia finale. Paolo non può congedarsi dalla chiesa di, Roma senza elevare il suo cuore e quello dei lettori a Dio, in un atto finale d'adorazione. Più sopra Romani 16:20 li ha incoraggiati col pensiero che Dio darebbe loro presto la vittoria sul nemico delle anime; qui egli dà gloria a Colui che è potente da fortificarli nella fede in quell'Evangelo di Cristo che egli ha loro esposto, e che è la manifestazione dell'eterno e savio disegno di Dio per la salvazione del mondo. Nelle sue mani potenti egli può rimetterli con fiducia, come farà, alcune settimane dopo, della chiesa di Efeso Atti 20:31-32. Questa dossologia in cui sono come condensate in breve spazio le verità esposte, nell'Epistola, probabilmente la tracciò di sua propria mano sul papiro, come soleva fare per autenticare i suoi scritti. Or a Colui che vi può fortificare, cioè rendervi saldi, forti, incrollabili. Era questo lo scopo per cui desiderava vedere Romani 1:11: secondo il mio Evangelo e la predicazione di Gesù Cristo, L'Evangelo, di Paolo è la Buona Novella ch'egli annunzia al mondo. Se lo chiama suo, non lo fa per opporre quel ch'egli predica a quello che predicano gli altri Apostoli (cfr. 1Corinzi 15:1-11; Galati 2). Se mai, lo vuole opporre all'insegnamento dei falsi quanto melliflui dottori Romani 16:17. L'Evangelo che egli annunzia ha per centro Gesù Cristo Romani 1:3; 1Corinzi 2; perciò egli lo definisce più precisamente: «la predicazione di Gesù Cristo», la che ha per oggetto la persona e l'opera Salvatore. Non si tratta qui nè di quello che Gesù Cristo ha predicato, nè della predicazione affidata. da Gesù Cristo agli Apostoli. L'espressione raffermarvi secondo l'Evangelo viene a dire: rendervi saldi di una forza che invece d'allontanarvi dal Vangelo della grazia che vi è stato annunziato, vi radicherà sempre meglio nella conoscenza e nella pratica di esso. In fondo, significa esser resi saldi nella fede in Cristo che ne è la pietra fondamentale Colossesi 2:7; Efesini 3:18. Ma l'Evangelo, che ha Gesù per centro, non è che la manifestazione di un disegno eterno di Dio. Quindi è che Paolo soggiunge: conformemente alla rivelazione del mistero che fu tenuto occulto fin dal tempi più remoti, ma è ora manifestato, Per mistero ved. Romani 11:25. Il mistero tenuto celato nei secoli passati (lett. «tempi eterni» 2Timoteo 1:9; Tito 1:2) è il disegno di Dio per la salvazione del mondo. Ciò non vuol dire che, prima della venuta di Cristo, nulla fosse trapelato del piano di Dio. Fin dall'Eden, era stata pronunziata una parola che conteneva una promessa di redenzione Genesi 3:15. Ad Abramo Dio aveva detto che, tutte le nazioni della terra sarebbero benedette nella sua progenie. Le istituzioni della legge erano le ombre d'una realtà avvenire; le profezie erano quadri parziali in cui appariva abbozzato or sotto uno, or sotto altro aspetto, il grande disegno di Dio, con al centro la figura del Messia, coperto qua d'ignominia, e là coronato di gloria. Ma se quelle rivelazioni preparatorie erano come luce di lampada, il pieno giorno non è sorto che con la venuta di Cristo 2Pietro 1:19 e colla effusione dello Spirito. Per lo Spirito che investiga anche le cose profonde di Dio, hanno potuto gli Apostoli, Paolo in ispecie, conoscere, ed esporre il piano di Dio per la salvazione tanto dei pagani che dei Giudei 1Corinzi 2:6-16; Efesini 3:1-13; Colossesi 1:24-29; 2Timoteo 1:8-12. In questa verità salutare ora pienamente rivelata, Paolo brama che i Romani sieno saldamente radicati. Riferimenti incrociati:Romani 16:25Rom 14:4; At 20:32; Ef 3:20,21; 1Te 3:13; 2Te 2:16,17; 3:3; Eb 7:25; 1P 5:10; Giuda 1:24,25 Dimensione testo: |