Nuova Riveduta:

Salmi 22:6

Ma io sono un verme e non un uomo,
l'infamia degli uomini, e il disprezzato dal popolo.

C.E.I.:

Salmi 22:6

Felicità e grazia mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
e abiterò nella casa del Signore
per lunghissimi anni.

Nuova Diodati:

Salmi 22:6

Ma io sono un verme e non un uomo; il vituperio degli uomini e disprezzato dal popolo.

Riveduta 2020:

Salmi 22:6

Ma io sono un verme e non un uomo;
l'infamia degli uomini e il disprezzato dal popolo.

La Parola è Vita:

Salmi 22:6

Non ci sono versetti che hanno questo riferimento.

La Parola è Vita
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Riveduta:

Salmi 22:6

Ma io sono un verme e non un uomo;
il vituperio degli uomini, e lo sprezzato dal popolo.

Ricciotti:

Salmi 22:6

E il tuo favore m'accompagnerà tutti i giorni di mia vita, e [farà] ch'io dimori nella casa del Signore per lunghi dì.

Tintori:

Salmi 22:6

E la tua misericordia mi seguirà tutti i giorni della mia vita. E così abiterò nella casa del Signore per molti anni.

Martini:

Salmi 22:6

E la tua misericordia mi seguirà, per tutti i giorni della mia vita. Affinchè io abiti nella casa del Signore pe' lunghi giorni.

Diodati:

Salmi 22:6

Ma io sono un verme, e non un uomo; Il vituperio degli uomini, e lo sprezzato fra il popolo.

Commentario abbreviato:

Salmi 22:6

Capitolo 22

Lamentele di scoraggiamento Sal 22:1-10

Con la preghiera di liberazione Sal 22:11-21

Lodi per le misericordie e la redenzione Sal 22:22-31

Versetti 1-10

Lo Spirito di Cristo, che era nei profeti, testimonia in questo salmo, in modo chiaro e completo, le sofferenze di Cristo e la gloria che doveva seguire. Abbiamo una dolorosa denuncia del ritiro di Dio. Questo può essere applicato a qualsiasi figlio di Dio, schiacciato, sopraffatto dal dolore e dal terrore. Le diserzioni spirituali sono le afflizioni più dure per i santi; ma anche il loro lamento per questi pesi è un segno di vita spirituale e di sensi spirituali esercitati. Gridare: "Dio mio, perché sono malato, perché sono povero?" sa di scontentezza e di mondanità. Ma "Perché mi hai abbandonato?" è il linguaggio di un cuore che lega la sua felicità al favore di Dio. Questo deve essere applicato a Cristo. Con le prime parole di questo lamento, egli ha riversato la sua anima davanti a Dio quando era sulla croce (Mt 27:46). Essendo veramente uomo, Cristo provava una naturale riluttanza a passare attraverso dolori così grandi, eppure il suo zelo e il suo amore prevalsero. Cristo dichiarò la santità di Dio, suo Padre celeste, nelle sue sofferenze più acute; anzi, dichiarò che esse ne erano una prova, per la quale sarebbe stato continuamente lodato dal suo Israele, più che per tutte le altre liberazioni ricevute. Mai nessuno che abbia sperato in te si è vergognato della sua speranza; mai nessuno che ti abbia cercato ti ha cercato invano". Si tratta di una denuncia del disprezzo e del biasimo degli uomini. Il Salvatore parla qui dello stato di abiezione in cui era ridotto. La storia delle sofferenze di Cristo e della sua nascita spiega questa profezia.

Riferimenti incrociati:

Salmi 22:6

Sal 99:6,7; 106:44; Giudic 4:3; 6:6; 10:10-16
Sal 25:2,3; 31:1; 69:6,7; 71:1; Is 45:17; 49:23; Rom 9:33; 10:11; 1P 2:6

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