Nuova Riveduta:

Salmi 73

Libro terzo, Salmi 73-89
(Ge 18:25; Is 33:22)
Prosperità effimera dei malvagi
Sl 37; 49; Gr 12:1-2; Gv 13:7
1 Salmo di Asaf.
Certo, Dio è buono verso Israele,
verso quelli che sono puri di cuore.
2 Ma quasi inciamparono i miei piedi;
poco mancò che i miei passi non scivolassero.
3 Poiché invidiavo i prepotenti,
vedendo la prosperità dei malvagi.
4 Poiché per loro non vi sono dolori,
il loro corpo è sano e ben nutrito.
5 Non sono tribolati come gli altri mortali,
né sono colpiti come gli altri uomini.
6 Perciò la superbia li adorna come una collana,
la violenza li avvolge come un manto.
7 Gli occhi escono loro fuori dalle orbite per il grasso;
dal cuor loro traboccano i cattivi pensieri.
8 Sbeffeggiano e malvagiamente progettano d'opprimere;
parlano dall'alto in basso con arroganza.
9 Alzano la loro bocca fino al cielo,
e la loro lingua percorre la terra.
10 Perciò il popolo si volge dalla loro parte,
beve abbondantemente alla loro sorgente,
11 e dice: «Com'è possibile che Dio sappia ogni cosa,
che vi sia conoscenza nell'Altissimo?»
12 Ecco, costoro sono empi;
eppure, tranquilli sempre, essi accrescono le loro ricchezze.
13 Invano dunque ho purificato il mio cuore
e ho lavato le mie mani nell'innocenza!
14 Poiché sono colpito ogni giorno
e il mio tormento si rinnova ogni mattina.
15 Se avessi detto: «Parlerò come loro»,
ecco, avrei tradito la stirpe dei tuoi figli.
16 Ho voluto riflettere per comprendere questo,
ma la cosa mi è parsa molto ardua,
17 finché non sono entrato nel santuario di Dio,
e non ho considerato la fine di costoro.
18 Certo, tu li metti in luoghi sdrucciolevoli,
tu li fai cadere in rovina.
19 Come sono distrutti in un momento,
portati via, consumati in circostanze orribili!
20 Come avviene d'un sogno quando uno si sveglia,
così tu, Signore, quando ti desterai,
disprezzerai la loro vana apparenza.
21 Quando il mio cuore era amareggiato
e io mi sentivo trafitto internamente,
22 ero insensato e senza intelligenza;
io ero di fronte a te come una bestia.
23 Ma pure, io resto sempre con te;
tu m'hai preso per la mano destra;
24 mi guiderai con il tuo consiglio
e poi mi accoglierai nella gloria.
25 Chi ho io in cielo fuori di te?
E sulla terra non desidero che te.
26 La mia carne e il mio cuore possono venir meno,
ma Dio è la rocca del mio cuore e la mia parte di eredità, in eterno.
27 Poiché, ecco, quelli che s'allontanano da te periranno;
tu distruggi chiunque ti tradisce e ti abbandona.
28 Ma quanto a me, il mio bene è stare unito a Dio;
io ho fatto del Signore, di Dio,
il mio rifugio,
per raccontare, o Dio, tutte le opere tue.

C.E.I.:

Salmi 73

1 Maskil. Di Asaf.
O Dio, perché ci respingi per sempre,
perché divampa la tua ira
contro il gregge del tuo pascolo?
2 Ricordati del popolo
che ti sei acquistato nei tempi antichi.
Hai riscattato la tribù che è tuo possesso,
il monte Sion, dove hai preso dimora.
3 Volgi i tuoi passi a queste rovine eterne:
il nemico ha devastato tutto nel tuo santuario.
4 Ruggirono i tuoi avversari nel tuo tempio,
issarono i loro vessilli come insegna.
5 Come chi vibra in alto la scure
nel folto di una selva,
6 con l'ascia e con la scure
frantumavano le sue porte.
7 Hanno dato alle fiamme il tuo santuario,
hanno profanato e demolito la dimora del tuo nome;
8 pensavano: «Distruggiamoli tutti»;
hanno bruciato tutti i santuari di Dio nel paese.
9 Non vediamo più le nostre insegne,
non ci sono più profeti
e tra di noi nessuno sa fino a quando...
10 Fino a quando, o Dio, insulterà l'avversario,
il nemico continuerà a disprezzare il tuo nome?
11 Perché ritiri la tua mano
e trattieni in seno la destra?
12 Eppure Dio è nostro re dai tempi antichi,
ha operato la salvezza nella nostra terra.
13 Tu con potenza hai diviso il mare,
hai schiacciato la testa dei draghi sulle acque.
14 Al Leviatàn hai spezzato la testa,
lo hai dato in pasto ai mostri marini.
15 Fonti e torrenti tu hai fatto scaturire,
hai inaridito fiumi perenni.
16 Tuo è il giorno e tua è la notte,
la luna e il sole tu li hai creati.
17 Tu hai fissato i confini della terra,
l'estate e l'inverno tu li hai ordinati.
18 Ricorda: il nemico ha insultato Dio,
un popolo stolto ha disprezzato il tuo nome.
19 Non abbandonare alle fiere la vita di chi ti loda,
non dimenticare mai la vita dei tuoi poveri.
20 Sii fedele alla tua alleanza;
gli angoli della terra sono covi di violenza.
21 L'umile non torni confuso,
l'afflitto e il povero lodino il tuo nome.
22 Sorgi, Dio, difendi la tua causa,
ricorda che lo stolto ti insulta tutto il giorno.
23 Non dimenticare lo strepito dei tuoi nemici;
il tumulto dei tuoi avversari cresce senza fine.

Nuova Diodati:

Salmi 73

La fine della effimera prosperità dei malvagi
1 [Salmo di Asaf.] Certamente DIO è buono verso Israele, verso quelli che sono puri di cuore. 2 Ma quanto a me, quasi inciampavano i miei piedi, e poco mancò che i miei passi sdrucciolassero. 3 Poiché portavo invidia ai vanagloriosi, vedendo la prosperità dei malvagi. 4 Perché non vi sono dolori nella loro morte, e il loro corpo è pingue. 5 Essi non sono tribolati come gli altri mortali, né sono colpiti come gli altri uomini. 6 Perciò la superbia li cinge come una collana e la violenza li avvolge come una veste. 7 I loro occhi escono fuori per il grasso e le immaginazioni perverse del loro cuore traboccano. 8 Essi scherniscono e tramano perfidamente di opprimere, e parlano con arroganza. 9 Dirigono la loro bocca contro il cielo, e la loro lingua percorre la terra. 10 Perciò la loro gente si volge da quella parte e beve copiosamente alle loro acque, 11 e dice: «Come è possibile che DIO sappia ogni cosa e che vi sia conoscenza nell'Altissimo?». 12 Ecco, costoro sono empi, eppure essi sono sempre tranquilli ed accrescono le loro ricchezze. 13 Invano dunque ho purificato il mio cuore e ho lavato le mie mani nell'innocenza. 14 Poiché sono colpito tutto il giorno e castigato ogni mattina. 15 Se avessi detto: «Parlerò anch'io così», ecco, avrei rinnegato la generazione dei tuoi figli. 16 Allora ho cercato di comprendere questo, ma la cosa mi è parsa molto difficile. 17 Finché sono entrato nel santuario di DIO e ho considerato la fine di costoro. 18 Certo, tu li metti in luoghi sdrucciolevoli e così li fai cadere in rovina. 19 Come sono distrutti in un momento, spazzati via consumati con improvvisi terrori! 20 Come un sogno al risveglio, così tu, o Signore, quando ti risveglierai, disprezzerai la loro vana apparenza. 21 Quando il mio cuore era inacerbito e mi sentivo trafitto internamente, 22 io ero insensato e senza intendimento; davanti a te ero come una bestia. 23 Ma pure io sono sempre con te; tu mi hai preso per la mano destra. 24 Tu mi guiderai col tuo consiglio e poi mi porterai nella gloria. 25 Chi ho io in cielo fuor di te? E sulla terra io non desidero altri che te. 26 La mia carne e il mio cuore possono venir meno, ma DIO è la rocca del mio cuore e la mia parte in eterno. 27 Poiché ecco, quelli che si allontanano da te periranno; tu distruggi tutti quelli che, fornicando, si allontanano da te. 28 Ma quanto a me, il mio bene è di accostarmi a DIO; io ho fatto del Signore, dell'Eterno, il mio rifugio, per raccontare tutte le opere tue.

Riveduta 2020:

Salmi 73

LIBRO TERZO, SALMI 73-89
(Genesi 18:25; Isaia 33:22)
1 Salmo di Asaf.
Certo, Dio è buono verso Israele,
verso quelli che sono puri di cuore.
2 Ma quasi inciamparono i miei piedi;
poco mancò che i miei passi non scivolassero.
3 Poiché invidiavo gli orgogliosi,
vedendo la prosperità dei malvagi.
4 Poiché per loro non vi sono dolori,
il loro corpo è sano e pingue.
5 Non sono tribolati come gli altri mortali,
né sono colpiti come gli altri uomini.
6 Perciò la superbia li cinge come una collana,
la violenza li avvolge come un manto.
7 I loro occhi gli escono dalle orbite per il grasso;
dal loro cuore traboccano pensieri malvagi.
8 Sbeffeggiano e tramano malvagiamente di opprimere;
parlano altezzosamente, con arroganza.
9 Alzano la loro bocca contro il cielo,
e la loro lingua percorre la terra.
10 Perciò il popolo si volge dalla loro parte,
beve abbondantemente alla loro sorgente
11 e dice: “Com'è possibile che Dio sappia ogni cosa,
che vi sia conoscenza nell'Altissimo?”.
12 Ecco, costoro sono empi;
eppure, tranquilli sempre, essi accrescono i loro averi.
13 Invano dunque ho purificato il mio cuore
e ho lavato le mie mani nell'innocenza!
14 Poiché sono colpito ogni giorno
e la mia pena si rinnova ogni mattina.
15 Se avessi detto: “Parlerò come loro”,
avrei tradito la generazione dei tuoi figli.
16 Ho voluto riflettere per comprendere questo,
ma la cosa mi è parsa molto ardua,
17 finché non sono entrato nel santuario di Dio,
e non ho considerato la fine di costoro.
18 Certo, tu li metti in luoghi sdrucciolevoli,
tu li fai cadere in rovina.
19 Come sono stati distrutti in un momento,
travolti e portati via in circostanze terribili!
20 Come avviene di un sogno quando uno si sveglia,
così tu, o Signore, quando ti desterai,
disprezzerai la loro vana apparenza.
21 Quando il mio cuore si inacerbiva
e io mi sentivo trafitto internamente,
22 ero insensato e senza intendimento;
io ero davanti a te come una bestia.
23 Ma pure, io resto sempre con te;
tu mi hai preso per la mano destra;
24 tu mi guiderai con il tuo consiglio,
e poi mi riceverai in gloria.
25 Chi ho io in cielo fuori di te?
E sulla terra non desidero che te.
26 La mia carne e il mio cuore possono venire meno,
ma Dio è la rocca del mio cuore e la mia parte in eterno.
27 Poiché, ecco, quelli che si allontanano da te periranno;
tu distruggi chiunque ti è infedele.
28 Ma quanto a me, il mio bene è stare vicino a Dio;
io ho fatto del Signore, dell'Eterno, il mio rifugio,
per raccontare, o Dio, tutte le opere tue.

Riveduta:

Salmi 73

LIBRO TERZO
(Salmi 73-89)
1 Salmo di Asaf.
Certo, Iddio è buono verso Israele,
verso quelli che son puri di cuore.
2 Ma, quant'è a me, quasi inciamparono i miei piedi;
poco mancò che i miei passi non sdrucciolassero.
3 Poiché io portavo invidia agli orgogliosi,
vedendo la prosperità degli empi.
4 Poiché per loro non vi son dolori,
il loro corpo è sano e pingue.
5 Non son travagliati come gli altri mortali,
né son colpiti come gli altri uomini.
6 Perciò la superbia li cinge a guisa di collana,
la violenza li cuopre a guisa di vestito.
7 Dal loro cuore insensibile esce l'iniquità;
le immaginazioni del cuor loro traboccano.
8 Sbeffeggiano e malvagiamente ragionan d'opprimere;
parlano altezzosamente.
9 Metton la loro bocca nel cielo,
e la loro lingua passeggia per la terra.
10 Perciò il popolo si volge dalla loro parte,
e beve copiosamente alla loro sorgente,
11 e dice: Com'è possibile che Dio sappia ogni cosa,
che vi sia conoscenza nell'Altissimo?
12 Ecco, costoro sono empi:
eppure, tranquilli sempre, essi accrescono i loro averi.
13 Invano dunque ho purificato il mio cuore,
e ho lavato le mie mani nell'innocenza!
14 Poiché son percosso ogni giorno,
e il mio castigo si rinnova ogni mattina.
15 Se avessi detto: Parlerò a quel modo,
ecco, sarei stato infedele alla schiatta de' tuoi figliuoli.
16 Ho voluto riflettere per intender questo,
ma la cosa mi è parsa molto ardua,
17 finché non sono entrato nel santuario di Dio,
e non ho considerata la fine di costoro.
18 Certo, tu li metti in luoghi sdrucciolevoli,
tu li fai cadere in rovina.
19 Come sono stati distrutti in un momento,
portati via, consumati per casi spaventevoli!
20 Come avviene d'un sogno quand'uno si sveglia,
così tu, o Signore, quando ti desterai,
sprezzerai la loro vana apparenza.
21 Quando il mio cuore s'inacerbiva
ed io mi sentivo trafitto internamente,
22 ero insensato e senza conoscimento;
io ero verso di te come una bestia.
23 Ma pure, io resto del continuo con te;
tu m'hai preso per la man destra;
24 tu mi condurrai col tuo consiglio,
e poi mi riceverai in gloria.
25 Chi ho io in cielo fuori di te?
E sulla terra non desidero che te.
26 La mia carne e il mio cuore posson venir meno,
ma Dio è la ròcca del mio cuore e la mia parte in eterno.
27 Poiché, ecco, quelli che s'allontanan da te periranno;
tu distruggi chiunque, fornicando, ti abbandona.
28 Ma quanto a me, il mio bene è d'accostarmi a Dio;
io ho fatto del Signore, dell'Eterno, il mio rifugio,
per raccontare, o Dio, tutte le opere tue.

Ricciotti:

Salmi 73

Contro gli oppressori d'Israele, distruttori del tempio
1 Ode di Asaf. Perchè, o Dio, [ci] hai rigettato per sempre? [perchè] divampa il tuo furore contro le pecorelle del tuo pascolo? 2 Ricordati del popol tuo, che t'acquistasti da principio, [e] riscattasti [per farne] la tribù della tua eredità, [ricordati del] monte Sion, sul quale tu hai posto la tua sede! 3 Alza le tue mani sulle superbie loro per sempre: quanti danni ha fatto il nemico nel santuario! 4 Si son gloriati i tuoi odiatori in mezzo [al luogo] della tua solennità, v'han posto ad insegna le loro insegne 5 stolti che furono! - proprio all'ingresso, su in alto. Quasi [fossero] in una selva d'alberi, con le scuri 6 han spezzato le sue porte a un tempo, con la scure e l'ascia [le] hanno abbattute! 7 Han messo a fuoco il tuo santuario, han profanato e atterrato il tabernacolo del tuo nome! 8 Han detto in cuor loro tutta la loro schiatta: «Sopprimiamo tutte le feste di Dio di sulla terra!». 9 Le nostre insegne non le vediamo [più], non c'è più un profeta, nè c'è alcuno tra noi che sappia sino a quando [tutto ciò avrà a durare]. 10 Sino a quando, o Dio, bestemmierà il nemico, [e] l'avversario schernirà sempre il tuo nome? 11 Perchè allontani la tua mano, e la tua destra [non trai fuori] dal tuo seno mai? 12 Ma Dio è il nostro re da' secoli antichi, ha fatto [prodigi di] salvezza in mezzo alla terra! 13 Tu rassodasti con la tua potenza il mare, tu stritolasti il capo de' draghi nelle acque. 14 Tu spezzasti la testa del drago [marino] e la desti in pasto alle bestie del deserto. 15 Tu facesti scaturire le fonti e i torrenti, tu seccasti i fiumi perenni. 16 Tuo è il giorno e tua è la notte, tu hai creato la luna e il sole. 17 Tu hai fissato tutti i confini della terra; l'estate e l'inverno tu gli hai formati. 18 Ricordati di questo: il nemico ha bestemmiato il Signore, e un popolo stolto ha schernito il tuo nome! 19 Non abbandonare alle belve le anime a te fedeli, e le anime de' tuoi miseri non dimenticar per sempre. 20 Riguarda al tuo patto! Perchè gli [angoli più] oscuri della terra son pieni di covi di iniquità. 21 L'oppresso non se ne torni via confuso! il misero e il bisognoso lodino il tuo nome! 22 Sorgi, o Dio, sostieni la tua causa, ricorda gli oltraggi che ti si fan dallo stolto tutto il dì. 23 Non dimenticar le grida de' tuoi nemici, la superbia di quei che t'odiano cresce sempre!

Tintori:

Salmi 73

Pianto sulla rovina d'Israele e del tempio
1 (Meditazione. di Asaf). Perchè, o Dio, ci hai rigettati per sempre? Perchè il tuo furore divampa contro le pecorelle da te pascolate? 2 Ricordati del tuo popolo che ab antico hai fatto tuo. Lo redimesti come scettro della tua eredità: il monte Sion fu il luogo della tua dimora, 3 Alza le tue mani contro la loro superbia senza limiti. Quanti mali ha fatti il nemico nel santuario! 4 Quelli che ti odiano alzano gridi di trionfo nel luogo delle tue solennità; vi han posto come insegne le loro bandiere, 5 E senza riflettere le han poste sulla sommità (del tempio) come alle porte. Come se fossero stati in una selva, con accetto 6 In un momento ne hanno spezzate le porte, atterrando ogni cosa con asce e scuri. 7 Han dato fuoco al tuo santuario, hanno abbattuto e profanato il Tabernacolo del tuo nome. 8 Disse in cuor suo tutta la loro genia: «Facciamo cessar sulla terra tutte le feste di Dio». 9 Non vediam più le nostre insegne, non c'è più alcun profeta, non ci riconosce più. 10 Fino a quando, o Dio, insulterà il nemico? L'avversario bestemmierà il tuo nome per sempre? 11 Perchè ritiri la tua mano, la tua destra? (Cavala) dal tuo seno per sempre. 12 Eppure Dio è stato il nostro re da secoli, ha data la salvezza in mezzo alla terra. 13 Tu col tuo potere desti saldezza al mare, stritolasti nelle acque le teste dei dragoni. 14 Tu fracassasti le teste del dragone, lo desti a mangiare ai popoli dell'Etiopia. 15 Tu facesti scaturire fonti e torrenti, tu seccasti fiumi perenni. 16 Tuo è il giorno, tua è la notte, tu facesti l'aurora e il sole. 17 Tu fissasti i limiti della terra, opera tua son l'estate e la primavera. 18 Ricordati di questo: il nemico ha insultato il Signore, un popolo insensato ha provocato il tuo nome. 19 Non abbandonare alle bestie le anime di quelli che ti lodano, non dimenticare per sempre le anime dei tuoi poveri. 20 Abbi riguardo al tuo patto, perchè i luoghi oscuri della terra: son pieni di covi d'iniquità. 21 L'umile non torni via confuso: il povero e il bisognoso dian lode al tuo nome. 22 Sorgi, o Dio, difendi la tua causa, ricordati dei tuoi oltraggi, che ti vengono di continuo dall'insensato. 23 Non dimenticare gli urli dei tuoi nemici: la superbia di coloro che ti odiano cresce sempre.

Martini:

Salmi 73

Orazione a Dio nelle calamità del popolo, essendo profanato il tempio.
1 Salmo di intelligenza: di Asaph.
E perchè, o Dio ci hai tu rigettati per sempre, si è infiammato il tuo sdegno contro le pecorelle della tua greggia? 2 Ricordati della tua congregazione, che tua fu fin da principio. Tu comperasti il dominio di tua eredità: il monte di Sion fu il luogo di tua abitazione. 3 Alza per sempre il tuo braccio contro la loro superbia: quanti mali ha commesso il nemico nel santuario! 4 E color che ti odiano se ne vantarono nel luogo stesso delle tue sommità. 5 Hanno poste (e non v'han fatto riflessione) le loro insegne; le insegne sulla sommità del tempio, come ad un capo di strada. 6 Hanno similmente spezzate con accette le sue porte, come si fa degli alberi nella foresta: colle scure, e colle accette lo hanno atterrato. 7 Han dato fuoco al tuo santuario: han profanato il tabernacolo, che tu avevi sopra la terra. 8 Ha detto in cuor suo tutta la loro nazione: Leviam di sopra la terra tutti i giorni consagrati al culto di Dio. 9 E noi non veggiam que' nostri prodigj, né v'ha pia alcun profeta, ed egli più non ci riconosce. 10 E fino a quando, o Dio, insulterà l'inimico, e l'avversario bestemmierà continuamente il tuo nome? 11 E perché ritiri tu la tua mano? tira fuor dal tuo seno la tua destra una volta per sempre. 12 Ma Dio, il quale da' secoli è nostro Re ha operato salute nel mezzo della terra. 13 Tu desti col tuo potere saldezza al mare: tu le teste de' dragoni conculcasti nelle acque. 14 Tu spezzasti le teste del dragone; gli facesti preda de' popoli dell'Etiopia. 15 Tu apristi le rupi in fontane, e torrenti: tu asciugasti i fiumi nella loro forza. 16 Tuo è il giorno e tua è la notte: tu creasti l'aurora, ed il sole. 17 Tu facesti la terra, e i suoi confini: opera tua sono e l'estate, e la primavera. 18 Di queste cose ricordati. Il nemico ha detti improperj contro il Signore: e un popolo stolto ha bestemmiato il tuo nome. 19 Non dare in poter delle bestie le anime di quelli, che te onorano, e non ti scordar per sempre dell'anime de' tuoi poveri. 20 Volgi lo sguardo alla tua alleanza; perocché i più oscuri nomini della terra hanno copia di case iniquamente occupate. 21 L'uomo umiliato non si parta (da te) svergognato: il povero, e il bisognoso daran lodi al tuo nome. 22 Levati su, o Signore, giudica la tua causa: ricordati degli oltraggi fatti a te, di quelli, che un popolo stolto ti fa tutto giorno. 23 Non ti scordare delle voci de' tuoi nemici: la superbia di color, che ti odiano va sempre in su.

Diodati:

Salmi 73

1 <<Salmo di Asaf.>>
CERTAMENTE Iddio è buono ad Israele, A quelli che son puri di cuore. 2 Ora, quant'è a me, quasi che incapparono i miei piedi; Come nulla mancò che i miei passi non isdrucciolassero. 3 Perciocchè io portava invidia agl'insensati, Veggendo la prosperità degli empi. 4 Perciocchè non vi sono alcuni legami alla lor morte; E la lor forza è prosperosa. 5 Quando gli altri uomini sono in travagli, essi non vi son punto; E non ricevono battiture col rimanente degli uomini. 6 Perciò, la superbia li cinge a guisa di collana; La violenza li involge come un vestimento. 7 Gli occhi escono loro fuori per lo grasso; Avanzano le immaginazioni del cuor loro. 8 Son dissoluti, e per malizia ragionano di oppressare; Parlano da alto. 9 Mettono la lor bocca dentro al cielo, E la lor lingua passeggia per la terra. 10 Perciò, il popolo di Dio riviene a questo, Veggendo che l'acqua gli è spremuta a bere a pien calice, 11 E dice: Come può essere che Iddio sappia ogni cosa, E che vi sia conoscimento nell'Altissimo? 12 Ecco, costoro son empi, e pur godono pace e tranquillità in perpetuo; Ed accrescono le lor facoltà. 13 Indarno adunque in vero ho nettato il mio cuore, Ed ho lavate le mie mani nell'innocenza. 14 Poichè son battuto tuttodì, Ed ogni mattina il mio gastigamento si rinnuova.
15 Se io dico: Io ragionerò così; Ecco, io son disleale inverso la generazione de' tuoi figliuoli. 16 Io ho adunque pensato di volere intender questo; Ma la cosa mi è parsa molto molesta. 17 Infino a tanto che sono entrato ne' santuari di Dio; Ed ho considerato il fine di coloro. 18 Certo, tu li metti in isdruccioli; Tu li trabocchi in ruine. 19 Come sono eglino stati distrutti in un momento! Come son venuti meno, e sono stati consumati per casi spaventevoli! 20 Son come un sogno, dopo che l'uomo si è destato; O Signore, quando tu ti risveglierai, tu sprezzerai la lor vana apparenza.
21 Quando il mio cuore era inacerbito, Ed io era punto nelle reni; 22 Io era insensato, e non aveva conoscimento; Io era inverso te simile alle bestie. 23 Ma pure io sono stato del continuo teco; Tu mi hai preso per la man destra. 24 Tu mi condurrai per lo tuo consiglio, E poi mi riceverai in gloria; 25 Chi è per me in cielo, fuor che te? Io non voglio altri che te in terra. 26 La mia carne ed il mio cuore erano venuti meno: Ma Iddio è la rocca del mio cuore, e la mia parte in eterno. 27 Perciocchè, ecco, quelli che si allontanano da te periranno; Tu distruggerai ogni uomo che fornicando si svia da te. 28 Ma quant'è a me, egli mi è buono di accostarmi a Dio; Io ho posta nel Signore Iddio la mia confidanza, Per raccontar tutte le opere sue.

Commentario abbreviato:

Salmi 73

1 Capitolo 73

La tentazione del salmista Sal 73:1-14

Come ha ottenuto una vittoria su di essa Sal 73:15-20

Come ne ha tratto profitto Sal 73:21-28

Versetti 1-14

Il salmista era fortemente tentato di invidiare la prosperità dei malvagi; una tentazione comune, che ha messo alla prova le grazie di molti santi. Ma egli stabilisce il grande principio al quale ha deciso di attenersi. È la bontà di Dio. È una verità che non può essere scossa. I buoni pensieri su Dio fortificano contro le tentazioni di Satana. La fede anche dei credenti più forti può essere fortemente scossa e pronta a fallire. Ci sono tempeste che mettono a dura prova le ancore più solide. Gli stolti e i malvagi hanno talvolta una grande parte di prosperità esteriore. Sembrano avere la minor parte dei problemi di questa vita e sembrano avere la maggior parte delle sue comodità. Vivono senza il timore di Dio, eppure prosperano e vanno avanti nel mondo. Gli uomini malvagi spesso trascorrono la loro vita senza grandi malattie e la terminano senza grandi dolori, mentre molte persone pie sanno a malapena cosa sia la salute e muoiono con grandi sofferenze. Spesso i malvagi non sono spaventati né dal ricordo dei loro peccati né dalla prospettiva della loro miseria, ma muoiono senza terrore. Non possiamo giudicare lo stato degli uomini oltre la morte, da ciò che accade alla loro morte. Egli guardò all'estero e vide molti del popolo di Dio in grande difficoltà. Poiché i malvagi sono molto audaci, il suo popolo torna qui; non sanno cosa dire, anzi, perché bevono a fondo l'amaro calice dell'afflizione. Parlava con sentimento quando parlava dei propri problemi; non c'è disputa contro il senso, se non per fede. Da tutto ciò è nata una forte tentazione di abbandonare la religione. Ma impariamo che il vero corso della santificazione consiste nel purificare l'uomo da ogni inquinamento sia dell'anima che del corpo. Il cuore viene purificato dal sangue di Cristo, che viene impugnato per fede; e le mani vengono purificate dalle opere iniziate dello Spirito del Signore, che si manifestano in un'accorata risoluzione, in un proposito e in uno studio della santità, nonché in un corso di vita e di azioni irreprensibili. Non è vano servire Dio e osservare le sue ordinanze.

15 Versetti 15-20

Il salmista, dopo aver mostrato i progressi della sua tentazione, mostra come la fede e la grazia abbiano prevalso. Egli mantenne il rispetto per il popolo di Dio e per questo si trattenne dal dire ciò che aveva pensato male. È segno che ci pentiamo dei pensieri cattivi del cuore, se li reprimiamo. Niente offende di più i figli di Dio che dire che è vano servire Dio, perché non c'è nulla di più contrario alla loro esperienza universale. Egli pregò Dio di farglielo capire, e capì la fine miserabile degli empi: anche nel pieno della loro prosperità non facevano altro che maturare per la rovina. Il santuario deve essere il rifugio di un'anima tentata. Le afflizioni del giusto finiscono in pace, quindi è felice; i piaceri dell'empio finiscono in distruzione, quindi è miserabile. La prosperità dei malvagi è breve e incerta, luoghi scivolosi. Guardate cos'è la loro prosperità: è solo un vano spettacolo, è solo un'immaginazione corrotta, non è sostanza, ma una mera ombra; è come un sogno, che può piacerci un po' mentre siamo assopiti, ma anche allora disturba il nostro riposo.

21 Versetti 21-28

Dio non permetterebbe che il suo popolo sia tentato, se la sua grazia non fosse sufficiente non solo a salvarlo dal male, ma anche a renderlo vincitore. Questa tentazione, l'opera dell'invidia e del malcontento, è molto dolorosa. Riflettendo su di essa, il salmista riconosce che è stata la sua follia e la sua ignoranza a tormentarsi in questo modo. Se gli uomini buoni, in qualsiasi momento, a causa della sorpresa e della forza della tentazione, pensano, parlano o agiscono in modo errato, ne riflettono con dolore e vergogna. Dobbiamo attribuire la nostra sicurezza nelle tentazioni e la nostra vittoria non alla nostra saggezza, ma alla presenza benevola di Dio con noi e all'intercessione di Cristo per noi. Tutti coloro che si affidano a Dio saranno guidati dal consiglio della sua parola e del suo Spirito, i migliori consiglieri qui, e saranno accolti nella sua gloria nell'altro mondo; le speranze e le prospettive credenti di questo ci riconcilieranno con tutte le provvidenze oscure. Il salmista fu così stimolato a stringersi di più a Dio. Il cielo stesso non potrebbe renderci felici senza la presenza e l'amore del nostro Dio. Il mondo e tutta la sua gloria svaniscono. Il corpo viene meno per la malattia, l'età e la morte; quando la carne viene meno, vengono meno anche la condotta, il coraggio e il conforto. Ma Cristo Gesù, nostro Signore, si offre di essere tutto in tutti per ogni povero peccatore, che rinuncia a tutte le altre porzioni e confidenze. Con il peccato siamo tutti lontani da Dio. E la professione di Cristo, se continuiamo a peccare, aumenterà la nostra condanna. Che possiamo avvicinarci e mantenerci vicini al nostro Dio, con la fede e la preghiera, e che sia un bene farlo. Coloro che con cuore retto ripongono la loro fiducia in Dio, non mancheranno mai di ringraziarlo. Signore benedetto, che hai promesso così benevolmente di diventare la nostra porzione nell'altro mondo, impediscici di sceglierne un'altra in questo.

Commentario del Pulpito:

Salmi 73

1 

QUESTO è il primo dei "Salmi di Asaf", di cui il presente libro ne contiene undici. Essi sono caratterizzati da un uso preponderante del nome "Elohim" rispetto a quello di "Geova", da una grande calma e solennità di tono, e da una malinconia pervasiva. Il presente salmo ha per soggetto l'annoso problema della prosperità del malvagio Giobbe 21:7-15 Salmi 37:1-38 Geremia 12:1-3 , ecc. Lo scrittore è stato turbato riguardo ad esso, e di conseguenza si è quasi allontanato da Dio (Versetto 2); ma, dopo una dura lotta (Versetti. 13-16), i suoi occhi sono stati illuminati sull'argomento, e ha trovato una spiegazione che gli è soddisfacente (Versetti. 17-20). Egli contrappone il suo precedente stato di perplessità e pericolo con la sua attuale soddisfazione e sicurezza (Versetti. 21-24); e conclude esprimendo una fiducia incondizionata nella salvezza finale dei giusti e nella distruzione dei malvagi

Metricamente, il salmo sembra cadere in otto strofe: la prima e l'ultima di due versetti ciascuna, le restanti sei ciascuna di quattro versetti

In verità Dio è buono con Israele; cioè in verità, nonostante le apparenze contrarie, che per un certo tempo avevano fatto dubitare lo scrittore. Si ipotizza che il trionfo di Absalom possa essere stata la circostanza che scosse la fede di Asaf. anche a quelli che hanno un cuore puro; cioè ai pii in Israele, che sono il vero Israele. Dio è veramente dalla loro parte, anche se per un certo tempo può sembrare che favorisca i malvagi Sulla necessità di un cuore puro, vedi Salmi 24:4

OMELIE di S. CONWAY Versetti 1-28. Il doloroso conflitto della carne e dello Spirito, e la gloriosa conquista dello Spirito alla fine

I L'INIZIO DEL SALMO. In questo egli indica ingegnosamente quelle rocce contro le quali era come se avesse spaccato la sua anima

II LA METÀ DEL SALMO. In questo egli confessa candidamente che la sua ignoranza e la sua follia sono state il principale fondamento della sua colpa

III LA FINE DEL SALMO. In questo bacia con gratitudine quella mano che lo ha condotto fuori dal labirinto

Questo è il riassunto chiaro e accurato del contenuto di questo salmo da parte di un vecchio divino puritano. Se qualcuno di noi, sfortunatamente, dovesse trovare il proprio ritratto nella condotta di cui si è parlato all'inizio, non passi molto tempo prima che la metà e la fine del salmo ci ritraggano altrettanto bene!

Versetti 1-28. La prova e la liberazione di Asaf

Asaf fu grandemente tentato, come mostra chiaramente questo salmo. Non importa se parla di se stesso o, come è probabile, di qualche altro servo di Dio. Considera—

IO LA SUA TENTAZIONE

1. È stato molto terribile. (Vedi Versetto 2, "I miei piedi erano quasi andati", ecc.) Com'è onesta la Bibbia! Dice tutta la verità sugli uomini, e anche sugli uomini buoni. Li mostra tentati e quasi sopraffatti

2. Nacque dal fatto che vide "la prosperità dei malvagi". Uno spettacolo, per i santi dell'Antico Testamento, molto difficile da sopportare. Poiché non avevano la nostra conoscenza della vita eterna. Versetto 24 non è una confutazione di questa affermazione. Perché se avesse significato, come noi comunemente lo intendiamo, l'essere ricevuto per la futura "gloria" dei redenti di Dio in cielo, come mai una così grande parte degli ebrei al tempo di nostro Signore non credeva in alcuna vita futura, e che nostro Signore doveva rivolgersi alla dichiarazione (a noi) apparentemente irrilevante, "Io sono l'Iddio di Abramo, di Isacco", ecc., quando, se l'interpretazione comune è corretta, c'era questa e altre chiare Scritture simili a cui appellarsi? Quindi, e per altre ragioni ancora, riteniamo che i santi dell'Antico Testamento non avessero la conoscenza della vita futura e delle ricompense che avrebbero dovuto essere loro accordate. Perciò per loro la vista di ciò che sembrava essere un'ingiustizia, come la prosperità dei malvagi e l'avversità dei buoni, era particolarmente dolorosa; perché non conoscevano alcun rimedio

3. E questo gli causò molto danno. Divenne invidioso e amareggiato, Versetti. 4-14 sono una lunga protesta e lamentela contro Dio; e scontroso, "come una bestia davanti a te", e infelice: "è stato troppo doloroso per me". E tutto ciò lo rovesciò (Versetto 2). Questo fu il processo di Asaf

II IL NOSTRO È LO STESSO OGGI. Vediamo proprio ciò che fece Asaf; e siamo tentati di dire, come molti dicono: "Il timore di Dio non è il principio della sapienza, né, in verità, della sapienza affatto; " e quindi non avranno nulla a che fare con esso. Ma la nostra scusa è molto inferiore a quella di Asaf, poiché la nostra è una luce più chiara e una conoscenza più completa. Tuttavia, i fatti della vita portano all'incredulità, se li guardiamo solo a loro. Gli uomini sentono che il diritto dovrebbe prevalere. Quando eravamo bambini, ci dicevano che sarebbe successo. Ma molto spesso, per quanto possiamo vedere, non è così. Guardiamo la natura, e ci appare assolutamente immorale, perché crudele, implacabile, spietata, omicida con i deboli, che favorisce solo i forti. Leggiamo la storia, e spesso ci inchiniamo che registra solo il trionfo dei malvagi e l'umiliazione dei buoni! La società, inoltre, è ordinata su tutt'altro che su basi moralmente giuste. E non vediamo dappertutto gli innocenti soffrire per i colpevoli, coinvolti nel loro peccato e che portano la loro condanna? Non è solo la sofferenza, anche se così grande, che dà origine all'incredulità in Dio, ma l'apparente ingiustizia della sua assegnazione. E quindi, oggi, il cupo cinismo e l'incredulità del Libro dell'Ecclesiaste raccontano il pensiero di non pochi. Ma nota...

III ALCUNE SICURE SALVAGUARDIE CONTRO QUESTA TENTAZIONE. Guardate come Asaf trovò la liberazione, e giunse infine alla conclusione che egli confessa nel versetto iniziale di questo salmo

1. Ha tenuto a freno la lingua, non ha parlato dei suoi dubbi, ma li ha tenuti per sé, per quanto riguardava gli uomini (Versetto 15)

2. Li ha posti tutti davanti a Dio. (versetto 17) Egli "entrò nel santuario". Pregò, ma non discusse. E il risultato fu che arrivò a vedere i fatti nella loro vera luce; che la ricchezza dell'empio significava solo tanti "luoghi scivolosi". La morte per lui era "distruzione" e la sua certa prospettiva lo faceva essere "completamente consumato dai terrori"; e anche nel migliore dei casi era "disprezzato" dal Signore (Versetti. 19, 20). Così l'invidia di Asaf si trasformò in pietà, per quanto potesse essere

3. Ha realizzato l'amore di Dio. Egli ottenne questo con l'onesta confessione del peccato di cui Dio lo aveva convinto (Versetti 21, 22). Anche richiamando alla mente l'amore che Dio gli aveva mostrato (Versetto 23); la cura esercitata su di lui; e la sicura prospettiva della beatitudine gli si presentava davanti. Così venne un grande impeto d'amore nel suo cuore verso Dio (Versetto 25); e la ferma persuasione sia della miseria di essere lontani da Dio (Versetto 27), sia della beatitudine di avvicinarsi a lui (Versetto 28). Così la nebbia e le tenebre si diradarono, come, sul monte della comunione con Dio, faranno sempre. — S.C

OMULIE di C. Short Versetti 1-28. La soluzione di un grande problema

La domanda qui è: perché gli uomini buoni dovrebbero soffrire, e gli uomini cattivi prosperare, quando la Legge aveva detto che Dio era un Giudice giusto, che distribuiva agli uomini di questo mondo la dovuta ricompensa per le loro azioni? Il corso delle cose dovrebbe riflettere perfettamente la giustizia di Dio. Il salmista lotta per una soluzione di questo problema. Il primo versetto contiene la conclusione a cui era giunto

I IL SUO PERICOLO. Espresso nel secondo, tredicesimo e ventiduesimo versetto

1. L'esempio e i sofismi dei malvagi avevano quasi provocato la sua stessa rovina. I suoi piedi erano stati tentati dalla loro prosperità ad abbandonare le vie della rettitudine, ed era quasi caduto nella loro infedeltà

2. La sua fede nella giustizia era stata quasi perduta. (versetto 13) Invano aveva purificato la sua vita interiore ed esteriore, almeno per un po' fu tentato di pensarlo

3. Altri erano stati indotti a seguire l'esempio dei malvagi. (versetto 10) "Perciò volgi dietro di loro il suo popolo, e al pieno corso (della loro prosperità) si disseterà" (Perowne)

II LA CAUSA DEL SUO PERICOLO. (Versetti 4-9)

1. I malvagi e gli atei sembravano prosperi e felici. Non avevano problemi, né dolori che affrettassero la loro morte ("bande"). Sono orgogliosi e violenti, oppressivi e sfidanti i cieli. Tutte queste sono stime affrettate e superficiali dell'esperienza dei malvagi

2. Lui stesso era turbato e castigato continuamente. (versetto 14) Colui che si era dato tanto da fare per purificare il suo cuore e le sue mani. Questo era il mistero che lo sconcertava

3. Ma trattiene l'espressione dei suoi dubbi agli altri. (versetto 15) Ha rinunciato a scuotere la fede degli altri e a farli inciampare

III RASSICURAZIONE CON IL RECUPERO DELLA SUA FEDE. (Versetti 17-28)

1. Ha trovato la soluzione alla luce della presenza di Dio. (versetto 17) Il santuario era il simbolo della presenza di Dio. Fino a quel momento aveva studiato la questione solo alla luce dell'esperienza umana; ora alla luce del carattere giusto di Dio

2. La loro prosperità finirebbe improvvisamente. (Versetti 18-20)

3. La comunione con Dio è la realizzazione del nostro destino più alto, non di un bene sconosciuto. (Versetti 23-28) — S

2 

Ma quanto a me, i miei piedi erano quasi scomparsi; i miei passi erano quasi scivolati. Il salmista aveva dubitato della bontà e della giustizia di Dio, a causa della prosperità dei malvagi. Ora sente che il suo dubbio era stato un peccato e lo aveva quasi indotto a rinunciare alla sua fiducia nell'Onnipotente. Era quasi scivolato dalla roccia della fede nell'abisso dello scetticismo

Fughe strette

"Il generale vittorioso, nell'ora del trionfo, ha non di rado motivo di ricordare quanto per poco tempo, per svista o per errore di calcolo, abbia perso la giornata. Un po' più di pressione su questa o quell'ala, un piccolo prolungamento della lotta, qualche minuto di ritardo nell'arrivo dei rinforzi, e la sua orgogliosa bandiera era stata trascinata nella polvere. Il pilota, che dirige la sua barca in porto in sicurezza, a volte sa come, per mancanza di abilità marinaresca, ha quasi fatto naufragio. E il mercante di successo ricorda le crisi della sua storia quando si è trovato sull'orlo della rovina, quando l'ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata solo quella di far precipitare la catastrofe. E come le fughe per un pelo avvengono nella vita spirituale

NE NOTO ALCUNI

1. Il dubbio e l'oscurità dell'incredulità causati dal rimuginare sui misteri della provvidenza Confronta Geremia 48:11

2. Tentazione terribile. Vedi Giuseppe in prigione, Mosè in Egitto, Daniele a Babilonia, i martiri. "I giusti si salvano a malapena".

3. Quando siamo stati abbassati, come lo è stato il figliol prodigo, dal nostro stesso peccato. Allora c'è la crisi, quando dobbiamo decidere se tornare a Dio o continuare nel nostro peccato. Il figliol prodigo tornò da suo padre; Efraim si unì ai suoi idoli e, come Amon, "peccò sempre più". Quanti sono ora in cielo quelli che un tempo erano quasi perduti! Davide, Manasse, Pietro, il ladrone pentito, Maria Maddalena e molti altri

II CHE COSA CI INSEGNANO TALI CASI

1. Non disperare mai di nessuno. Dio può salvarli

2. Non presumere mai per noi stessi. "Chi pensa stia in piedi", ecc

3. Grande gratitudine, se siamo tenuti

4. Profonda simpatia per coloro che cadono

5. Sempre per dimorare in Cristo.—S.C

3 

Poiché ero invidioso degli stolti, quando vedevo la prosperità degli empi comp. Salmi 37:1 Invidia gli empi perché prosperano è tenere conto più delle cose buone di questa vita che del favore di Dio, preferire il bene fisico a quello morale. Significa anche dubitare che Dio governi l'universo secondo la rigida regola della giustizia. La parola tradotta "stolto" significa piuttosto "vanitosi vanagloriosi". Tali diventano comunemente gli empi quando prosperano comp. Salmi 5:5

4 

Poiché non ci sono legami nella loro morte; o, nessuna sofferenza (δυσπαθειαι, Aquila; "tormenti", Cheyne); Comp. Giobbe 21:13 , "Passano i loro giorni nella ricchezza, e in un attimo scendono nella tomba; " e Versetto 23, "Uno muore nel pieno delle sue forze, essendo completamente tranquillo e tranquillo". Tali morti accadono spesso, e sono una dura prova di fede per coloro che non hanno la ferma convinzione della realtà di un aldilà. Ma la loro forza è salda; letteralmente, il loro corpo è paffuto (Cheyne). Ma la Versione Autorizzata probabilmente dà il vero significato. Cadono nella tomba mentre la loro forza è ancora immutata

5 

Non sono in difficoltà come gli altri uomini, né sono afflitti come gli altri uomini . Giobbe 21:8-10 C'è, senza dubbio, qualcosa di iperbole orientale in questa rappresentazione, come c'è nel racconto dato da Giobbe (l.s.c.), che in seguito egli qualifica Giobbe 27:13-23 Ma ancora una certa immunità dalla sofferenza sembra spesso attaccarsi all'uomo malvagio, che Dio non castiga, perché il castigo non gli servirebbe a nulla

Versetti 5, 6. Molta facilità, molto pericolo

Questo è l'insegnamento di questi versetti, e di innumerevoli Scritture, vedi Salmi 55:19 Geremia 48:11 Così:

DIO CI INSEGNA SEMPRE QUESTA VERITÀ

1. Nella sua Parola. Vedi anche Ebrei 12 e le biografie del popolo di Dio in tutte le epoche. La storia della Chiesa, così come è data nella Scrittura, rivela abbondantemente la misericordiosa legge di Dio del cambiamento

2. Per analogia. Dio non permette che nulla rimanga senza cambiamento. Anche le rocce e le colline, il globo solido, sono tutte soggette a cambiamenti. Le stagioni si alternano

Tempesta e tempesta rendono pura l'aria che, come nelle valli svizzere, altrimenti diventerebbe stagnante. Il grande mare è "agitato, che non può mai essere calmo". Nella vita vegetale, "eccetto un chicco di grano in cui cade", ecc. I processi di cambiamento sono vari e sempre in atto in tutto il mondo vegetale. E così nella vita animale. Non sperimentare il cambiamento sarebbe la morte. Ed è così con la mente. Nessun cambiamento, c'è idiozia. Deve essere stimolata dall'arrivo di nuove verità e dal riaggiustamento di quelle vecchie. Nella vita sociale... "Il vecchio ordine cambia, lasciando il posto al nuovo, per timore che una buona usanza corrompa il mondo".

Nella vita ecclesiastica. Che cos'era la Riforma se non la tempesta che si abbatteva sulle valli della vita ecclesiastica di quel tempo, dove l'aria era diventata così stagnante e corrotta che gli uomini non potevano vivere? Ed è così nella vita politica e morale. Molta pace è molto pericolo. "Poiché gli uomini non hanno cambiamenti, non temono Dio". Non possiamo scivolare nel regno di Dio, né, come insegna erroneamente il ben noto inno, possiamo: "Sederci e cantare noi stessi verso la beatitudine eterna".

Non così vi entriamo, ma "attraverso molta tribolazione". Cantici nostro Signore, e tutta l'esperienza, dichiarano chiaramente

II, MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? Perché nella nostra natura ci sono mali radicati, che possono essere eliminati solo con l'azione di questa legge del cambiamento. Come:

1. Ostinazione. Guardate il ruscello che si agita rumorosamente, mentre scende attraverso la valle giù dalla collina. Ma, proprio sulla sua strada, ecco! C'è una torre enorme. Scende il torrente a tutta velocità verso di lui, come se volesse dire: "Togliti di mezzo". Ma questo è esattamente ciò che la roccia non fa; e così il torrente furioso si scaglia contro di esso. E oh, quale rabbia e tumulto, quale agitazione e rabbia, sorge subito! Ma se aspetti un momento, e osservi, vedrai che il torrente sembra pensare a ciò che è meglio fare; Perché, ecco! Scivola dolcemente, dolcemente, silenziosamente intorno alla torre, che si erge ancora ostinata e inesorabile proprio dove si trovava prima. Sembra che il ruscello abbia imparato la lezione: è diventato tutto d'un tratto così dolce e sottomesso. Ora, questa è una delle diecimila parabole naturali di cui il mondo è pieno. La corrente della nostra ostinazione, decisa ad andare per la sua strada, scorre impetuosa nel suo corso; ma la roccia della legge di Dio del cambiamento, che manda avversità e prove, si frappone sulla sua strada, e non si muoverà, e la volontà egoistica è spezzata contro di essa, come Dio voleva che fosse. Solo così questo male può essere curato

2. Orgoglio. L'afflizione e il dolore affliggono gli uomini umili e abbattono lo spirito superbo

3. Incredulità. Il materialismo e l'ateismo di oggi sono infranti da questa legge. Nel giorno dell'angoscia, l'anima non può trattenersi dall'invocare Dio

4. Egoismo. L'agio favorisce questo, come alimenta molto di più di ciò che è male; ma la prova insegna spesso agli uomini a pensare agli altri oltre che a se stessi

5. E così con l'indolenza e l'amore del mondo. Essere "in difficoltà come lo sono gli altri uomini" ha il potere salutare di scuotere gli uomini dall'uno e di liberarli dall'altro. E quale opportunità offre questa legge del cambiamento per rendere testimonianza del potere sostenitore della grazia di Dio! Le difficoltà sopportate con paziente coraggio dato da Dio sono un potente argomento a favore di Dio, la cui forza tutti sentono

III QUALE DOVREBBE ESSERE IL NOSTRO ATTEGGIAMENTO NEI CONFRONTI DI QUESTA LEGGE?

1. Non venite meno, non vi preoccupate.

2. Umiliati sotto la potente mano di Dio, in modo da poter ottenere la benedizione che la tua afflizione è destinata a portare.

6 

Perciò l'orgoglio li avvolge come una catena; o, è come una catena intorno al loro collo (Versione Riveduta) - li fa irrigidire il collo e tenere la testa in alto. Non essendo afflitti, si considerano i favoriti del Cielo, e quindi sono gonfi di orgoglio, che mostrano nel loro andatura e nel loro portamento. La violenza li copre come un vestito. L'orgoglio e la presunzione portano naturalmente alla violenza, che diventa così abituale per loro che sembra il loro abbigliamento ordinario . Salmi 109:18,19 La violenza dei grandi in Israele è continuamente denunciata, sia dai salmisti che dai profeti; vedi Salmi 11:2; 55:9; 58:2; 72:14 , ecc.; Isaia 1:15;3:15;59:3-7 Osea 4:1,2 Amos 3:10 , ecc

7 

I loro occhi risaltano per la grassezza. I loro occhi, che gongolano per i lussi che li circondano, sembrano risaltare dai loro volti grassi e gonfi comp. Giobbe 15:27 Salmi 17:10 Hanno più di quanto il cuore possa desiderare; letteralmente, l'immaginazione del loro cuore ha sorvolato. Il significato esatto è dubbio

8 

Sono corrotti e parlano male dell'oppressione, parlano con alterigia; piuttosto, si fanno beffe e parlano malvagiamente; Parlano dell'oppressione dall'alto del cielo , cioè "si fanno beffe dei giusti e parlano male di loro; parlano degli atti oppressivi che meditano, come se fossero esseri divini, che parlano dall'alto del cielo" (Cheyne)

9 

Essi posero la bocca contro il cielo. Cantici Hupfeld e il canonico Cook, che comprendono l'espressione di bestemmia, ma la maggior parte dei critici moderni traducono: "Hanno posto la loro bocca nei cieli", e considerano il significato quasi affine a quello della seconda frase del versetto precedente: "Parlano come se fossero abitanti dei cieli". e la loro lingua cammina per la terra. La loro lingua è sempre occupata: si vantano (Versetto 3), mentono, maldicano

10 

Perciò il suo popolo ritorna qui; Piuttosto, perciò egli volge il suo popolo verso l'esterno; cioè con le sue grandi pretese e la sua audacia, egli (l'uomo malvagio) volge i suoi seguaci alla sua propria condotta, e li induce ad agire come agisce lui. E acque di coppa piena sono strizzate per loro; piuttosto, e le acque in abbondanza sono prosciugate da loro. Essi "bevono l'iniquità come acqua", Giobbe 15:16 "svuotando" il calice che viene loro consegnato

Le azioni dell'empia prosperità

Sembra che una di queste tre azioni fosse nella mente del salmista, ma non possiamo dire con certezza quale. Le parole giustificano entrambe le interpretazioni. Prendiamo, in primo luogo, quello suggerito da loro così com'è nella Versione Autorizzata, e come comunemente letto

IO , IL POPOLO DI DIO, SONO SVIATO. Poiché per "suo popolo" molti intendono il popolo di Dio, e che essi, allettati e ingannati dallo scintillio della prosperità terrestre, si allontanano dalle vie di Dio per seguire questi empi. "Essi sono sviati dal cattivo esempio, come il salmista confessa di essere stato lui stesso", e si voltano dietro di loro. (Cfr. "Dema mi ha abbandonato, avendo amato questo mondo presente"). Quanto spesso questo accade' Ma cosa si intende per "acque di una tazza piena", ecc.? O la coppa del piacere profano, che svuotano fino alla feccia; oppure è, come in Salmi 80:5 , e come attesta l'esperienza reale, che quando il popolo di Dio si smarrisce, come qui rappresentato, sarà un calice pieno di dolore e di lacrime che dovrà bere, come in effetti fa. Gli uomini più miserabili si allontanano da Dio. Non può che essere così. Questo è ciò che i nostri traduttori intendevano intendere con la loro traduzione. Ma un altro significato che le parole giustificano è...

II UNA FOLLA LI SEGUE, CIOÈ GLI EMPI. Le persone di cui si parla sono la folla di attaccati ai ricchi, quelli che cercheranno di trovare il favore dei ricchi e dei grandi di questo mondo. La versione del libro di preghiere così lo espone: "Perciò il popolo cade sotto di loro, e lì succhiano non poco vantaggio". Questi attaccapanni sono le persone che si attaccano ai ricchi del mondo, e "che si radunano come pecore all'abbeveratoio", nella speranza di ciò che possono ottenere. Ma che ottengano qualcosa o no, gli empi che seguono; "succhiano non poco vantaggio". Sono ancora più venerati e adulati, e hanno a portata di mano innumerevoli strumenti volenterosi per servire al loro scopo e per portare più "acqua al loro mulino". E il risultato è che diventano più orgogliosi e arroganti che mai (vedi Versetto 11). Ma, figlio di Dio, dovunque tu sia, di' all'anima tua: "Anima mia, non entrare nel loro segreto".

III IL POPOLO DI DIO DEVE SOFFRIRE UN'ASPRA PERSECUZIONE. Cantici il Caldeo, la Settanta e la Vulgata sembrano capire le parole. I malvagi si rivoltano contro il popolo di Dio, che è, di conseguenza, "nutrito con pane di lacrime, e ha dato loro lacrime da bere senza misura" Salmi 80:5 È la sorte predestinata del popolo di Dio, ma il nostro Salvatore ci dice che è una porzione benedetta. L'ultima e principale delle Beatitudini Matteo 5 dichiara: "Beati voi quando gli uomini vi perseguiteranno", ecc. Ed è così; poiché dimostra, con la tua sopportazione della persecuzione, che hai scoperto la preziosità dell'amore di Dio, e sai con certezza che, per amore di esso, puoi essere ben contento di morire. Questa è la conoscenza che è, qui e ora, vita eterna. Che Dio ci impedisca di dare l'esempio della prima di queste interpretazioni, e di far parte di quella miserabile folla di cui si parla nella seconda! ma se ci troviamo fra i terzi, Cristo ci chiamerà suoi beati. — S.C

11 

E dicono: "Come fa Dio a saperlo?". La loro malvagità genera in loro scetticismo. Essi desiderano che Dio non sappia, e quindi cominciano a chiedersi se egli sappia o possa conoscere comp. Salmi 10:4,11,13 E c'è conoscenza nell'Altissimo? Dio si preoccupa in qualche modo delle cose che avvengono sulla terra? Salmi 94:7 L'uomo non è forse troppo debole e spregevole per attirare la sua attenzione?

12 

Ecco, questi sono gli empi, che prosperano nel mondo; piuttosto, e prosperano sempre. Aumentano di ricchezza. Questa è l'impressione che il salmista ha ricevuto dal corso generale delle vicende umane del suo tempo. È strettamente correlato al punto di vista di Giobbe Giobbe 21:7-15

13 

In verità, ho purificato invano il mio cuore e ho lavato le mie mani nell'innocenza. Questo fu il primo sentimento istintivo del salmista, quando notò la prosperità degli empi. La versione del libro di preghiere inserisce, tra questo versetto e l'ultimo, le parole: "E io dissi", che è un'esegesi corretta, anche se un po' libera. Confrontate con l'espressione: "Mi sono lavato le mani nell'innocenza", le straordinarie parole di Giobbe: "Se mi lavo con la neve e non mi pulisco mai le mani" Giobbe 9:30

14 

Poiché tutto il giorno è stato tormentato. Mentre gli empi hanno prosperato, e la rete è stata afflitta da tutti (Versetto 5), io, il rappresentante dei giusti, sono stato "afflitto", o afflitto, continuamente. Che cosa mi giova, dunque, la bontà? e castigato ogni mattina; letteralmente, e il mio castigo è stato ogni mattina comp. Giobbe 7:18

15 

Se io dico: Parlerò così, ecco, dovrei offendere la generazione dei tuoi figli; o, se l'avessi detto (Versione riveduta). Se, quando questi sentimenti mi assalirono, e la sorte dell'empio mi sembrò molto migliore della mia, avessi deciso di esprimere tutti i miei pensieri e di farli conoscere a tutti, allora avrei dovuto trattare slealmente la generazione dei tuoi figli. Avrei dovuto abbandonare la loro causa; Avrei ferito i loro sentimenti; Avrei dovuto mettere un ostacolo sulla loro strada. Perciò, sottintende il salmista, egli non disse nulla, una reticenza che merita di essere imitata

16 

Quando pensavo di saperlo; letteralmente, e meditai, per capirlo. È implicito un processo di attenta riflessione e considerazione, durante il quale il salmista si sforzò di comprendere il metodo del governo di Dio e di spiegare a se stesso le sue apparenti anomalie. Ma lui dice: "È stato troppo doloroso per me". Non ci riuscì; Era sconcertato e perplesso, e tutto lo sforzo era per lui un dolore e un dolore

17 

finché non entrai nel santuario di Dio; Salmi 68:35;84:1;132:7 Le tre suddivisioni sia del tabernacolo che del primo tempio, cioè il cortile, il luogo santo e il santo dei santi, costituivano tre santuari. Il salmista, nella sua perplessità, portò i suoi dubbi nel santuario di Dio, e lì, "nella calma del sacro cortile" (Kay), riconsiderò il difficile problema. Confrontate l'azione di Ezechia con la lettera sconcertante di Sennacherib 2Re 19:14 Allora capii la loro fine. Nel santuario gli venne il pensiero che, per giudicare correttamente la felicità o la miseria di un uomo, è necessario attendere la fine (cfr. Erode, 1:32; Soph., 'OEd. Tyr.,' ad fin.; Eurip., 'Andromach.,' 50:100; Aristotele, 'Eth. Nic.,' 1:10)

18 

Certo, li hai posti in luoghi sdrucciolevoli. I malvagi non hanno mai una presa sicura sulla loro prosperità. Sono un "posto in luoghi scivolosi", luoghi da cui possono facilmente scivolare e cadere. Tu li hai gettati giù per la distruzione. La caduta arriva spesso, anche in questa vita. Le fiorenti città della pianura sono distrutte dal fuoco che viene dal cielo; Il paese del Faraone è rovinato dalle piaghe e il suo esercito distrutto nel Mar Rosso; L'esercito di Sennacherib muore in una notte; Gezabele è divorata dai cani; Atalia è uccisa di spada; Antioco Epifane muore in una lontana spedizione; Erode Agrippa è mangiato dai vermi; i persecutori, come Nerone, Galerio, Giuliano, fanno una fine prematura. Una punizione significativa colpisce i malvagi in centinaia e migliaia di casi. Quando non lo fa, la domanda rimane: La morte è la fine? Questo punto non è formalmente portato avanti, ma è alla base dell'intera argomentazione; e, a meno che la retribuzione dopo la morte non sia considerata certa, una sola eccezione alla regola generale della retribuzione in questa vita sconvolgerebbe la soluzione che il salmista trova soddisfacente

19 

Come vengono portati in desolazione, come in un momento! C'è qualcosa di molto sorprendente nella subitaneità con cui spesso crolla la prosperità di un uomo malvagio. Saul, Gezabele, Atalia, Epifane, Erode Agrippa, sono esempi calzanti, così come Nerone, Galerio, Giuliano. Si possono citare anche il primo e il secondo impero napoleonico. Sono completamente consumati dal terrore; letteralmente, periscono; giungono alla fine a causa dei terrori, comp. Giobbe 18:11;24:17;27:20

20 

Come un sogno quando ci si sveglia, così, o Signore, quando ti svegli, disprezzerai la loro immagine. Come gli uomini disprezzano i loro sogni quando si svegliano da essi, così, quando Dio "si desta e si risveglia al giudizio", Salmi 35:23 disprezzerà tali mere parvenze di umanità Salmi 39:6 come lo sono i malvagi

21 

Così il mio cuore fu addolorato; letteralmente, perché il mio cuore era addolorato, o "era inacidito". Il "per" si riferisce a una frase soppressa di autocondanna: "Ma in quel momento non vidi tutto questo, la soluzione non mi si presentò". Ero troppo pieno di dolore e di amarezza per considerare la questione con calma e spassionatezza. E mi hanno ficcato le redini; cioè "una fitta di appassionato malcontento aveva trafitto il mio essere più profondo" (Cheyne)

22 

Cantici ero stolto e ignorante, ero come una bestia davanti a te. Non avevo più intelligenza delle bestie brute; Salmi 32:9;92:7 Proverbi 30:2

23 

Nondimeno io sono sempre con te; cioè: "nondimeno, io non mi sono allontanato, ma ho sempre mantenuto la mia presa su di te; " e, da parte tua, tu mi hai tenuto per la mia destra; cioè tu mi hai sostenuto e mi hai impedito di scivolare , comp. Salmi 18:35;89:21;119:117

24 

Tu mi guiderai con il tuo consiglio. Il salmista esprime piena fiducia nella continua guida di Dio attraverso tutti i pericoli e le difficoltà della vita, nonostante le sue proprie mancanze e "stoltezza". Poi guarda oltre questa vita ed esclama: E poi (tu vuoi) ricevermi nella gloria. Persino il professor Cheyne vede in questo la storia di Enoch spiritualizzata. "Camminare con Dio", dice, "è seguito da un'accoglienza con gloria, o nella gloria; e confronta il passaggio con Salmi 49:16 , che ha precedentemente spiegato come dimostrazione che "il poeta ha quell'intuizione religiosa che forma il nucleo della speranza dell'immortalità".

Versetto 24. Guida divina

Asaf guardò il mondo della vita umana e vide uno spettacolo che lo turbò e lo lasciò perplesso, come da allora ha turbato e perplesso molti cuori pii. Vide il ricco peccatore vestito di porpora e di lino fino, e che se la cavava sontuosamente; atei, eppure prosperi; aggiunta di un campo all'altro; spendendo nel lusso egoistico ciò che ha guadagnato con la frode e l'estorsione; e infine morendo in serena vecchiaia, e deposto in uno splendido sepolcro. E vide il devoto, onesto, paziente adoratore di Dio, che faticava duramente per tenere il lupo fuori dalla sua porta, contento delle briciole della tavola del ricco per sbarcare il magro pasto dei suoi figli; morendo prematuramente, consumato dalle cure e dagli stenti, e precipitato in una tomba senza nome. Quando Asaf vide questo, e molto altro ancora, non poté fare a meno di chiedere: "Perché è così? Perché la mano dell'Onnipotenza non arresta con un tocco l'equilibrio storto, non corona la virtù e la pietà con la prosperità, e non travolge il vizio e l'ingiustizia con la miseria e la vergogna?" Poi "entrò nel santuario di Dio". Si unì, sebbene con spirito turbato, alla lode di Dio; "Poiché la sua benignità dura in eterno". Riversò la sua anima in preghiera silenziosa, mentre il sacerdote serviva all'altare d'oro. Allora lo Spirito Santo ha gettato nella sua mente una luce che ha illuminato tutta la prospettiva della vita umana. Vide che aveva lasciato l'elemento principale fuori dai suoi calcoli, dimenticando di chiedere: "Quale sarà la fine?" Egli comprese i pericoli della prosperità e i benefici dell'avversità; come l'orgoglio, la cupidigia, la lussuria, l'egoismo, l'ingiustizia, prosperano in una lussuosa indulgenza di sé, come zizzanie in un terreno fertile; e come il Signore castiga coloro che ama Ebrei 12:10) Allora comprese la loro fine. Confessò il suo errore. E con nuova umiltà e nuova fede egli affida qui se stesso e tutte le sue preoccupazioni alla guida paterna e alla volontà sovrana di Dio: "Tu guiderai", ecc. Queste parole esprimono un profondo senso di bisogno della guida divina; disponibilità a farsi guidare; la certezza che Dio guiderà

HO BISOGNO DELLA GUIDA DIVINA. L'uomo inizia la vita come la più indifesa delle creature. Se non fosse nutrito, vestito, curato da altri, morirebbe quasi subito dopo la nascita. Senza la compagnia e l'addestramento dei suoi anziani, se fosse riuscito a crescere, gli sarebbe mancata la lingua, se non la ragione. Man mano che cresce, e raccoglie i frutti di tutta questa guida e di tutti questi consigli, comincia ad essere impaziente di controllare, a immaginarsi autosufficiente. Si farà guidare dai suoi stessi consigli. Questa presunzione diventa in molti casi così sfrenata, che il pensiero di dipendere anche da Dio diventa intollerabile. «Le nostre labbra, dicono, sono le nostre: chi è il Signore su di noi?» La verità è che ciò di cui abbiamo veramente bisogno, quando abbiamo superato le nostre prime diminuzioni, non è una guida minore, ma di un tipo più elevato. Più uno è forte, più ricco, più saggio è, più male può fare e più miseria può incorrere, se prende una strada sbagliata. Tu, giovane, nell'orgoglio della tua energia indomita; Tu, uomo di mondo, nella maturità della tua esperienza accumulata, hai non meno, ma più bisogno di guida di quando ti sedevi sul banco di scuola o giacevi tra le braccia della tua balia

1. Abbiamo bisogno di una guida a causa della nostra ignoranza del futuro. Le uniche cose che possiamo prevedere con certezza sono i moti dei corpi celesti e l'azione delle forze naturali. Nel momento in cui entriamo nel mondo della vita, ci troviamo nella regione dell'incertezza. È vero, prevediamo molto. Gli affari sarebbero impossibili, la vita impossibile, senza una grande lungimiranza. Ma su tutto aleggia una nebbia di incertezza. I tuoi piani sono fatti, forse, con previsioni sagge. Ma la nave arriverà? Avverrà l'ascesa o la caduta che ritieni avvenga? La domanda per i beni che stai producendo continuerà o cesserà improvvisamente? Il raccolto sarà buono o cattivo? Non puoi dire più di quanto tu possa fare i tuoi affari questo giorno della settimana, o se giaci delirante per la febbre

2. Abbiamo bisogno di una guida a causa della fallibilità del nostro giudizio. Se non ci fosse una nuvola sulla nostra conoscenza, se l'equilibrio del giudizio pende storto, potremmo facilmente coinvolgere noi stessi e gli altri in una disgrazia irreparabile. Questo fu ciò che umiliò tanto il salmista. Si rese conto che il suo giudizio sulle vicende umane era stato completamente sbagliato. Aveva adottato un criterio completamente falso e, se fosse stato lasciato a scegliere per se stesso e per gli altri, avrebbe scelto in modo disastrosamente sbagliato. I pensieri di Dio, egli vide, non sono i nostri pensieri, non più di quanto le vie di Dio siano le nostre vie. "Qual è, allora, la guida?" chiede. "Con il tuo consiglio." "Consigliare" ha un doppio significato: "consiglio" e "piano, o scopo". Egli può intendere: "Guidami con la tua Parola e il tuo Spirito, insegnandomi a giudicare, rendendo chiaro il mio dovere", oppure: "Scegli il mio sentiero e la mia sorte secondo il tuo saggio proposito". Ma il primo senso include davvero il secondo; perché se Dio ci mostra la nostra via, deve essere la via che sceglie per noi. Calvino dice: "Anche se a volte le cose vanno bene quando siamo avventati e stolti (poiché Dio ripara i nostri errori e trasforma i nostri inizi sbagliati in lieto fine), tuttavia la sua benedizione più comune e più completa risiede nel dare saggezza al suo popolo; e nulla deve essere pregato più ardentemente che poter essere governati dallo Spirito di sapienza e consiglio".

II Quindi queste parole sono UNA PREGHIERA PER LA GUIDA DIVINA. Tanto da dire: "Ho bisogno di una guida; il mio futuro è nascosto; Il mio giudizio è fallibile. Per te il futuro è come il presente; l'oscurità come la luce. Tutti gli eventi, tutte le stagioni, tutte le menti e le volontà degli uomini sono nelle tue mani. Scegli tu la mia via. Guidami sul tuo sentiero e insegnami. Spiana il mio sentiero; ma, anche se è oscuro, lasciami riposare in questo: che è il tuo consiglio, non il mio". Una cosa è credere al fatto della guida divina; un altro di essere disposti a seguirlo. Una cosa, anche, è confidare che Dio ci guidi nel cammino che abbiamo scelto; un altro per dire: "Non la mia volontà, ma la tua". Eppure dovrebbe essere facile! Che cos'è l'intera Bibbia se non una prova continua che la via di Dio è la via giusta, e le vie che gli uomini scelgono per se stessi, sbagliate? "A tutti noi piacciono le pecore", ecc.; "Chi non ha risparmiato", ecc. Isaia 53:6 Romani 8:32

III CERTEZZA CHE DIO GUIDERÀ. Quindi ciò di cui abbiamo bisogno che Dio faccia, perché lui può e noi non possiamo; e ciò che siamo disposti a fare lui, e a chiederci, miriamo a fare per noi, affinché possiamo aspettarci che lo faccia. Queste parole sono più che il grido del bisogno; più che la resa della propria volontà; sono l'espressione trionfante della fede. "Tu guiderai... alla gloria". Ecco un raggio di sole di chiara speranza e di promessa ispirata che squarcia tutte le nuvole del dubbio, della paura e dell'ignoranza. Una di queste prove è sufficiente per dimostrare che è un errore enorme supporre che la speranza dell'immortalità sia nascosta agli antichi santi. (In effetti, anche a prescindere dall'ispirazione, gli ebrei non potevano ignorare ciò che era ben noto agli egiziani, secoli prima di Mosè) Qui l'equilibrio si rimette a posto. Perché gli empi prosperano? Perché sono "uomini del mondo, la cui parte è in questa vita" Salmi 17:14 Perché Dio non dà ai suoi figli la loro parte qui? Affinché egli possa prepararli per la loro parte in futuro 2Corinzi 4:16-18; Giovanni 14:2-4,6 Ecco la differenza tra la preveggenza della fede e la preveggenza del calcolo mondano. Per la lungimiranza terrena è il prossimo futuro che è chiaro; Più si ritira, più fitte si addensano le nebbie. All'occhio della fede è il futuro prossimo che possiamo tranquillamente lasciare incerto, perché il futuro lontano, l'eterno, si rivela. "Non sappiamo cosa accadrà domani", ma sappiamo cosa sarà quando i cieli e la terra che sono ora saranno passati. "Noi sappiamo" 2Corinzi 5:1

25 

Chi ho io in cielo se non te? Chi c'è in tutto l'esercito del cielo su cui io possa fare affidamento, eccetto te? Nessuno dei tuoi "santi", né angelo né arcangelo, può offrirmi alcun sostegno o sostentamento, preservarmi, guidarmi o salvarmi, ma TU solo comp. Giobbe 5:1 E non c'è nessuno sulla terra che io desideri all'infuori di te. Tanto meno la terra può fornirmi un sostituto di Dio. Su di lui si concentrano gli affetti del mio cuore , comp. Salmi 63:1 , "L'anima mia ha sete di te, la mia carne ti brama in una terra arida e assetata, dove non c'è acqua"

Supremo piacere in Dio

«Non è... Che cosa ho, ma... Chi? Le cose, per quanto molte, ricche, gloriose, belle, non possono saziare l'anima, né in cielo più che sulla terra". Non nelle cose, ma nelle persone, l'anima personale deve trovare la sua parte. E non in molti, ma in Uno; a cui l'anima può guardare, a cui può venire in ogni momento e a cui, come qui, può elevare il suo grido: "Tu sei la Forza del mio cuore e la mia Parte per sempre". Ma...

UN TALE PIACERE IN DIO È STATO RITENUTO IMPOSSIBILE. Per esempio:

1. Calvino, un dotto, devoto e per lo più un vero espositore della Scrittura, ma tristemente privo di quegli istinti più gentili e teneri che sono assolutamente essenziali per la sua piena e accurata comprensione, nel commentare il nostro testo, ha effettivamente detto: "Se diamo la più piccola parte dei nostri affetti alle creature, defraudiamo Dio dell'onore che gli appartiene". Ora, questo è completamente falso e in terribile contraddizione con la Parola che dice: "Se non amiamo il nostro fratello che abbiamo visto, come possiamo amare Dio che non abbiamo visto?"

2. E ci sono molte anime devote perseguitate dal timore che, amando coloro che le circondano con l'intenso affetto che sanno di nutrire verso di loro, stiano in qualche modo defraudando Dio di ciò che è dovuto solo a lui. E ancora di più, quando confrontano l'amore che hanno per Dio con l'amore che nutrono per coloro che sono loro cari sulla terra, quest'ultimo amore sembra tanto più caldo e profondo del primo che, quando arrivano a un testo come questo, esitano e confessano a se stessi che tali parole non sono per loro, per loro non sarebbero vere. E sono molto preoccupati per questo, e sanno a malapena cosa fare. Vorrebbero poterle dire, ma sentono di non poterlo fare. Ora, naturalmente, ci sono molte persone in cui sarebbe ipocrisia, grossolana e palpabile, se parlassero come fa qui il salmista. Sono freddi, duri, mondani e così legati alla terra che non pensano mai di amare Dio. Il massimo che si può ottenere da loro è una vaga confessione che "suppongono di doverlo fare". Ma stiamo pensando a anime veramente devote e pie, che tuttavia confessano con dolore che le parole del nostro testo, e di molti altri simili, sono ben al di là di ciò che possono dire. A quanto pare, costoro credono che, sebbene il nostro benedetto Signore abbia comandato loro di amare il Signore loro Dio con tutto il cuore, non lo fanno, e dubitano che qualcuno lo abbia mai fatto, o possa farlo. Sembra che non si rendano conto di quanto sia grave l'accusa che rivolgono al Signore, di aver comandato ciò a cui è impossibile obbedire. I genitori terreni non trattano i loro figli in questo modo, ma sembra che pensino che lo faccia il nostro Padre celeste

II MA È POSSIBILE PER NOI, COMUNQUE

1. Qui, in ogni caso, c'è una dichiarazione di esso. Il salmista, se non esprimeva, come siamo certi che fece, il proprio sentimento profondo e sincero, doveva essere vittima dell'inganno, oppure un miserabile ipocrita. Ma chi lo pensa?

2. E non è solo in tale affermazione. I salmi ne sono pieni, e abbiamo già accennato al primo e grande comandamento. Il Nuovo Testamento parla anche di "amore perfetto", proprio quel sentimento di cui parla il nostro testo

3. E ci sono state e ci sono migliaia di anime in cui dimora tale amore, per le quali Dio è la loro "gioia immensa", il cui supremo diletto è in Dio

4. E ciò che sembra non lo contraddice davvero. Consideriamo infatti gli elementi del nostro amore per Dio. Essi sono: completa sfiducia in se stessi; la fiducia in Dio solo per il soddisfacimento dei bisogni più profondi della nostra anima, come il perdono, la pace, la purezza, la vita eterna; santa riverenza, timore reverenziale e gratitudine. Ma tutte queste cose sono ben diverse da ciò che noi amiamo ai nostri simili; in modo che non si scontrino l'uno con l'altro. Al contrario, l'amore inferiore può aiutare il superiore, e il superiore non può esistere se non esistono gli inferiori.

III MA SE TALE SUPREMO DILETTO IN DIO È POSSIBILE, È ANCHE INFINITAMENTE DESIDERABILE. Tutta la vita, anche la più meschina e povera, viene trasformata, trasfigurata, glorificata, per mezzo di essa. L'anima diventa indipendente da ogni favore terreno, e non bada al cipiglio di questo mondo, né a tutte "le fionde e le frecce della fortuna oltraggiosa". Indicibilmente benedetta, e la benedizione è la caratteristica dell'anima in cui dimora questo amore di Dio. Vedi le parole di Paolo "triste, ma sempre allegro", ecc

IV SI OTTIENE ATTRAVERSO L'OBBEDIENZA E LA FIDUCIA. "Chi osserva i miei comandamenti, è colui che mi ama", disse il nostro Signore. Tale obbedienza non è solo il frutto, ma la radice dell'amore che ne scaturisce. Obbediamo e arriviamo ad amare colui al quale obbediamo. Servire è il segreto, non solo il segno, ma anche la fonte dell'amore. Il nostro amore per i nostri figli è proporzionato ai sacrifici che facciamo per loro. È così dappertutto e per sempre.

26 

La mia carne e il mio cuore vengono meno. Il significato è: "Anche se la mia carne e il mio cuore vengono meno completamente, anche se tutta la mia natura corporea e animale svanisce e finisce nel nulla, tuttavia qualcosa nella natura di un cuore, il vero 'io', la coscienza, rimarrà, e sarà sostenuto da Dio". Dio è la Forza del mio cuore, e la mia Porzione preVersetto "Una forte affermazione di immortalità personale" (Cook). "Questo è il misticismo della fede; siamo sull'orlo della concezione di San Paolo del πνευμα, l'organo della vita in Dio" (Cheyne)

Forza nella debolezza

"La mia carne... per sempre". I salmi di Asaf non portano meno l'impronta dell'ispirazione divina di quella di Davide; Eppure il loro carattere è molto diverso. Lo Spirito Santo impiega strumenti diversi per fini diversi. Leggendo i salmi di Davide e la vita di Davide, si è pronti a dire che abbiamo un riassunto di tutta l'esperienza umana. Eppure Asaf ci mostra profondità di esperienza in cui probabilmente Davide non è mai penetrato. Questo salmo si apre bruscamente: «Certo» — o, come a margine, «ancora» — «Dio è buono con Israele!» Questo ci riporta a quel grave conflitto mentale in cui Asaf era scampato a malapena alla sconfitta (Versetti 2, 3). Una lotta con il dubbio, in cui molti possono simpatizzare. In Versetti. 1-6, ecc., mostra come i suoi occhi si aprirono alla follia e all'ingiustizia dei suoi duri pensieri di Dio. Da questo profondo abbassamento (Versetto 22) egli scaturisce a un balzo verso la più alta altezza della fede. E in questo ventiseiesimo versetto, egli schiaccia insieme, per così dire, i due estremi della sua esperienza. Agisce una volta come un grido di sconfitta e un grido di vittoria

IL GRIDO DELLA SCONFITTA, UNA CONFESSIONE DI DEBOLEZZA, DISPERAZIONE, FALLIMENTO. "La mia carne", ecc. "Cuore", nelle Scritture, rappresenta l'intera natura mentale e spirituale; "carne" (spesso "carne e sangue"), per la nostra natura di mortali, spesso di peccatori. Qui, come in Salmi 84:2 . Un crollo totale dell'energia, corporea e mentale. La speranza e il coraggio sembrano esauriti. Il passato sembra un abisso in cui la felicità è stata inghiottita; il presente, un fardello schiacciante; Il futuro, un vuoto oscuro. Se dovessi chiamare questa un'immagine della vita umana, a molti sembrerei un'esagerazione oscura e ingrata. La nostra visione della vita dipende dalla nostra esperienza. Giovane, felice, forte, speranzoso, non c'è niente di simile. Il passato ha pochi reset, il presente pochi inconvenienti, il futuro senza nuvole. Grazie a Dio per il sole! Ma ricordate a quale fragile filo è appesa la vita. La salute può venir meno, gli amici muoiono, gli investimenti più fidati si rivelano una trappola, i calcoli sbagliati. (Come le case sull'orlo del Lago di Zag.) La lezione della nostra debolezza, una delle grandi lezioni della vita. Dio ha vari modi — alcuni gentili, altri severi — di insegnarlo; Ma ne abbiamo bisogno. Coloro che non lo imparano, non i più felici (Versetti. 6-9). Caso estremo: persone rovinate dalla loro stessa prosperità. Ma prendete esempi più miti: quelli che non hanno mai imparato l'umiliante lezione della debolezza; non i cristiani più maturi, più ricchi, più capaci di simpatizzare. Anche il nostro benedetto Signore aveva bisogno di questa lezione (possiamo azzardarci a dirlo?), non solo per la perfezione dell'obbedienza, ma per la simpatia Ebrei 5:7,8;2:18 Se non siete mai stati costretti a dire: "La mia carne e il mio cuore vengono meno", avete molto da imparare. Soprattutto il pieno conforto e il trionfo dell'altra metà del verso

II IL GRIDO DI VITTORIA. L'espressione di una fede trionfante. "Dio", ecc

1. Ciò implica ciò che il Nuovo Testamento chiama riconciliazione con Dio. I teologi parlano di Dio che si è riconciliato con noi. Le Scritture, del nostro essere riconciliati — Dio ci riconcilia a sé Romani 15:10 , vedi Revised Version, Versetto 11; 2Corinzi 5:18 Dio non può essere "la Forza" di un cuore non riconciliato — in inimicizia. Credo che ci siano persone che hanno sentito predicare il vangelo per tutta la vita, ma che non hanno mai veramente capito che il vangelo è solo questo messaggio. Sanno che qualcosa li rende veri cristiani. Ma "non riconciliati!... per inimicizia!" Non così male! Se riuscissero a capire che è proprio così, questo sarebbe il primo passo per 'afferrare la forza di Dio'. Una coscienza inquieta è una grande causa di debolezza; una coscienza morta o addormentata, peggio. La pace fa la forza; La giustizia, l'amore, la gioia, sono forza

2. Una mente in riposo in Dio; soddisfatti della sapienza, della giustizia, della bontà di tutte le sue azioni; non perché possiamo comprenderle completamente, ma possiamo confidare in Dio. Asaf ebbe dure prove (Versetto 14). Ma la cosa peggiore, la più difficile, è la difficoltà di conciliare ciò che vedeva nel mondo con la bontà e la giustizia di Dio. Quel dubbio che può sorgere nella mente più devota; più devoto, più doloroso. Insolubile alla ragione (Versetto 16). "La luce e la pace non vengono dal pensiero, ma dalla fede" (Perowne). Nella casa di Dio, forse nell'adorazione pubblica, forse nella meditazione silenziosa e nella preghiera, questi due grandi principi gli apparvero in primo piano:

(1) che il piano di Dio non è quello di interferire violentemente per fermare il peccato, ma di fare del peccato il proprio punitore e la propria punizione;

(2) Il significato e la misura della vita non si trovano nell'ambito di questa breve vita, ma al di là. Alcuni interpreti credevano così tanto che gli Ebrei ignorassero l'immortalità, che spiegano questo delle calamità temporali. La prospera malvagità ha spesso una fine vergognosa e terribile. Ma la vera difficoltà (Versetti, 3-12) è che spesso non è così. Asaf non l'avrebbe imparato nella casa di preghiera, ma nei tribunali, nei luoghi di ritrovo degli affari, ecc. Inoltre, questa visione è insostenibile. Impossibile che gli Ebrei, per non parlare dei profeti ispirati, potessero ignorare ciò che sapevano gli Egiziani e le altre nazioni pagane. (Lo Sceol non è mai "la tomba", è "l'Ades").

3. Di conseguenza, ecco una porzione infinita, una speranza illimitata. "La mia parte per sempre". Guida qui, gloria nell'aldilà (Versetto 24). In questo sole, l'oscurità e il gelo del dubbio svaniscono. Non che il credente trascuri le difficoltà, ma guardi oltre. Forse vede con più forza dell'incredulo; Ma solo ombre sul sentiero, non più barriere, pietre d'inciampo. "Dio" sia "Forza" che "Porzione". Non le mie opinioni, la mia fede, ma Dio stesso. Non dice: "forza della mia carne", anche se anche questo è vero Galati 2:20 , "nella carne" Venga meno, marcisca, perisca! Prima che Asaf parlasse o scrivesse come profeta, dovette imparare come credenteVersetto Lo stesso Spirito è disposto ad essere il nostro Maestro

La carne che viene meno e l'Iddio che si rafforza

Ecco un contrasto vivido e benedetto. Considera—

IO IL FALLIMENTO DEL CUORE E DELLA CARNE qui raccontato

1. Alcuni comprendono questo come il risultato del suo stolto conflitto con Dio; e qui, come tutti coloro che lottano con Dio, fu sconfitto e umiliato

2. Altri, che raccontano del suo appassionato desiderio di Dio, di come fosse "malato d'amore", crollato dal suo desiderio di Dio

3. Altri, come raccontando del suo pesante carico di guai. "Aveva una verga di Dio invece di un buon pezzo di pane per la sua colazione ogni mattina; e la tavola era coperta di sacco e fornita con le stesse erbe amare sia a pranzo che a cena".

4. Ad ogni modo, è un fatto che il cuore e la carne vengono meno, sia nel male che nel bene. Le erbe migliori appassiscono così come le peggiori erbacce. Non c'è scarico in questa guerra

5. Che rimprovero è per coloro i cui tesori sono tutto il mondo!

II IL DIO CHE RAFFORZA. Come compie la sua opera di grazia?

1. Per mezzo del suo Spirito nei nostri cuori

2. Mediante la sua Parola di promessa per il futuro. Lo spirito e la Parola sono la sua "verga e il suo bastone", che ci confortano. — S.C

27 

Poiché, ecco, quelli che sono lontani da te periranno. Poiché Dio è la fonte di tutta la vita, essere "lontani da lui" significa perire, vedere questa vita allontanarsi da noi, anche se esiste un qualsiasi tipo di esistenza. Il salmista è vago riguardo al destino ultimo dei malvagi, fiducioso solo della continuazione dell'esistenza, in una condizione che egli dichiara essere "buona", dei giusti. Tu hai distrutto tutti quelli che si prostituiscono lontano da te. La frase forte qui usata è rara nei Salmi, ricorrendo solo in questo luogo e in Salmi 106:39 . Si riferisce comunemente a pratiche idolatriche, ma a volte è usato per altri tipi di declinazione e alienazione da Dio: vedi Levitico 20:6; Numeri 14:33

28 

Ma è bene per me avvicinarmi a Dio; o, "ma quanto a me, la vicinanza a Dio è il mio bene" (Kay). Confronta il noto inno: "Più vicino, mio Dio, a te, più vicino a te; Anche se è una croce che mi innalza; Eppure tutto il mio canto sarà, Più vicino, mio Dio, a te, Più vicino a te".

Ho riposto la mia fiducia nel Signore Dio, letteralmente, nel Signore Geova (Adonai Geova), una combinazione insolita. affinché io possa annunziare tutte le tue opere. Con l'intenzione di dichiarare e magnificare sempre d'ora in poi tutte le tue opere

Avvicinarsi a Dio, una buona cosa

Il salmista è molto enfatico al riguardo. Le sue parole lasciano intendere che ne è abbastanza sicuro. Chiediamoci, allora: Perché è così bello avvicinarsi a Dio? Molte sono le risposte

È così per contrasto con ciò che aveva fatto, stanco di comprendere le vie nascoste di Dio, il labirinto della sua provvidenza. Da ciò non era venuto fuori nulla di buono, ma solo male. Gotthold, nei suoi "Emblemi", ci racconta dei capricci di suo figlio. Un giorno il padre era seduto nel suo studio e, quando alzò gli occhi dal libro, vide, in piedi sul davanzale della finestra, il suo figlioletto. Era terribilmente spaventato, perché il bambino stava lì in grave pericolo di cadere a terra e di essere fatto a pezzi. Il ragazzino era stato ansioso di sapere che cosa facesse suo padre tante ore al giorno nel suo studio, e alla fine, con una scala, era riuscito, con audacia fanciullesca, a salire, finché si fermò fuori dalla finestra, a guardare suo padre con tutti gli occhi. "Così," disse il padre, mentre prendeva il bambino nella sua camera e lo rimproverava per la sua follia, "così ho cercato spesso di entrare nella sala del consiglio di Dio, per vedere perché e perché ha fatto questo e quello; e così mi sono esposto al pericolo di cadere nella mia stessa distruzione".

II A CAUSA DI CIÒ CHE IMPLICA

1. Che era in pace con Dio. Un'anima non riconciliata non può avvicinarsi

2. Che conosceva la strada. Aveva imparato la benedetta ma difficile arte di avvicinarsi, perché l'avvicinarsi è del cuore, non solo delle labbra, e Satana cercherà sempre, e troppo spesso ci riesce, di impedirlo

3. Aveva scoperto quanto fosse buono dalla sua esperienza personale

III PERCHÉ LA LUCE È MOLTO MIGLIORE nella regione vicino a Dio. In quale nebbia e foschia si trovava finché "entrò nel santuario di Dio" e si avvicinò a lui! Lì vediamo le cose veramente come non possiamo altrove

IV LE TEMPESTE DELL'ANIMA SI SPENGONO LAGGIÙ. È la regione della calma benedetta

V L'ARIA È COSÌ TONIFICANTE. Dio è "la Salute del mio volto", "la Forza del mio cuore".

NON È DIO IL NOSTRO DIO, IL NOSTRO DIO, LA CASA DELLA NOSTRA ANIMA? Dove possiamo dunque essere migliori che a casa nostra?

Riferimenti incrociati:

Salmi 73

1 Sal 50:1; 74:1; 83:1; 1Cron 6:39; 15:17; 16:7,37; 25:1-6; 2Cron 29:30
Sal 2:6; 42:11
Sal 73:18-28; 84:11; Is 63:7-9; Lu 12:32
Giov 1:47; Rom 2:28,29; 4:16; 9:6,7
Sal 51:10; Ger 4:14; Mat 5:8; Tit 3:5; Giac 4:8

2 Sal 5:7; 17:15; 35:13; Gios 24:15; 1Sa 12:23; 1Cron 22:7; Giob 21:4
Sal 116:8; 1Sa 2:9; Rom 7:23,24
Sal 17:5; 38:16; 94:18; Giob 12:5

3 Sal 37:1,7; Giob 21:7; Prov 3:31; 24:1; Ger 12:1; Giac 4:5

4 Sal 17:14; Giob 21:23,24; 24:20; Ec 2:16; 7:15; Lu 16:22
Sal 17:10

5 Sal 73:12; Giob 21:6; Prov 3:11,12; Ger 12:1,2; 1Co 11:32; Eb 12:8; Ap 3:19

6 De 8:13,14; 32:15; Est 3:1,5,6; 5:9-11; Giob 21:7-15; Ec 8:11; Ger 48:11,29; Ez 28:2-5; Dan 4:30
Giudic 8:26; Prov 1:9; CC 4:9; Is 3:19; Ez 16:11
Prov 3:31; 4:17; Mic 2:1,2; 3:5; Giac 5:4-6
Sal 109:18,29; 1P 5:5

7 Sal 17:10; 119:70; Giob 15:27; Is 3:9; Ger 5:28; Ez 16:49
Sal 73:12; 17:14; 1Sa 25:2,36; Lu 12:16-19

8 Sal 53:1-4; Prov 30:13,14
Sal 10:2,10,11; 12:4,5; Eso 1:9,10; 1Sa 13:19; 1Re 21:7-29; Ger 7:9-11; Os 7:16
2P 2:10; Giuda 1:16

9 Eso 5:2; 2Cron 32:15; Giob 21:14; Dan 3:15; 7:25; Ap 13:6
Sal 52:4; Lu 18:4; Giac 3:6

10 Sal 75:8

11 Sal 73:9; 10:11; 94:7; Giob 22:13,14; Ez 8:12; Sof 1:12
Sal 44:21; 139:1-6; Os 7:2

12 Sal 37:35; 52:7; Ger 12:1,2; Lu 16:19; Giac 5:1-3
Sal 73:3
Sal 17:14; 62:10; Ger 5:17,28; Os 12:7,8

13 Giob 9:27,31; 21:15; 34:9; 35:3; Mal 3:14
Sal 24:4; 26:6; 51:10; Eb 10:19-22; Giac 4:8

14 Sal 34:19; 94:12; Giob 7:3,4,18; 10:3,17; Ger 15:18; Am 3:2; Eb 12:5; 1P 1:6

15 1Sa 2:24; Mal 2:8; Mat 18:6,7; Rom 14:15,21; 1Co 8:11-13
Sal 22:30; 24:6; 1P 2:9

16 Sal 36:6; 77:19; 97:2; Prov 30:2,3; Ec 8:17; Rom 11:33
Sal 39:6; Lu 18:32-34; Giov 16:18,19

17 Sal 27:4; 63:2; 77:13; 119:24,130
Sal 37:37,38; Giob 27:8; Ec 8:12,13; Ger 5:31; Lu 12:20; 16:22,23

18 Sal 35:6; De 32:35; Ger 23:12
Sal 37:20,24,35-38; 55:23; 92:7; 94:23; 2Te 1:9

19 Sal 58:9; Giob 20:5; Is 30:13; At 2:23; 1Te 5:3; Ap 18:10
Nu 17:12,13; 1Sa 28:20; Giob 15:21; 20:23-25; Prov 28:1; Is 21:3,4; Dan 5:6

20 Sal 90:5; Giob 20:8; Is 29:7,8
Sal 7:6; 78:65
Sal 39:6

21 Sal 73:3; 37:1,7
Giob 16:13; Lam 3:13

22 Sal 69:5; 92:6; Prov 30:2; Ec 3:18
Sal 32:9; Is 1:3

23 Sal 16:8; 23:4; 139:1-12,18; Ge 17:1; Mat 1:23; 28:20; Eb 13:5
Sal 37:17,24; 63:8; Is 41:10,13; 42:1

24 Sal 16:7; 25:9; 32:8; 48:14; 143:8-10; Prov 3:5,6; 8:20; Is 30:21; 48:17; 58:8,11; Lu 11:13; Giov 16:13; Giac 1:5
Sal 49:15; 84:11; Lu 23:46; Giov 14:3; 17:5,24; At 7:59; 2Co 5:1; 1P 1:4,5

25 Sal 16:5,11; 17:15; 37:4; 43:4; 63:3; 89:6; Mat 5:8; Fili 3:8; 1G 3:2; Ap 21:3,22,23
Sal 42:1,2; 104:34; 143:6-8; Is 26:8,9; Abac 3:17,18; Mat 10:37; Fili 3:8

26 Sal 63:1; 84:2; 119:81,82; Giob 13:15; 2Co 4:8-10,16-18; Fili 1:21; 2Ti 4:6-8; 2P 1:14
Sal 18:2; 27:14; 138:3; Is 40:29-31; 2Co 12:9,10
Sal 16:5,6; 119:57; 142:5; Lam 3:24; Ap 21:3,4,7

27 Sal 119:155; Giob 21:14,15; Is 29:13; Ger 12:2; Mat 15:7,8; Ef 2:13,17
Eso 34:15; Nu 15:39; Giac 4:4; Ap 17:1-5

28 Sal 65:4; 84:10; 116:7; Lam 3:25,26; Lu 15:17-20; Eb 10:19-22; Giac 4:8; 1P 3:18
Sal 66:16; 71:17,24; 107:22; 118:17

Dimensione testo:


Visualizzare un brano della Bibbia


     

Aiuto Aiuto per visualizzare la Bibbia

Ricercare nella Bibbia


      


     

Ricerca avanzata

Aiuto Aiuto per ricercare la Bibbia

Indirizzo di questa pagina:
https://www.laparola.net/testo.php?riferimento=Salmi73&versioni[]=Nuova+Riveduta&versioni[]=C.E.I.&versioni[]=Nuova+Diodati&versioni[]=Riveduta+2020&versioni[]=Riveduta&versioni[]=Ricciotti&versioni[]=Tintori&versioni[]=Martini&versioni[]=Diodati&versioni[]=Commentario&versioni[]=CommentarioPulpito&versioni[]=Riferimenti+incrociati

Indirizzo del testo continuo:
https://www.laparola.net/app/?w1=bible&t1=local%3Anr&v1=PS73_1&w2=bible&t2=local%3Acei1974&v2=PS73_1&w3=bible&t3=local%3And&v3=PS73_1&w4=bible&t4=local%3Ar2&v4=PS73_1&w5=bible&t5=local%3Aluzzi&v5=PS73_1&w6=bible&t6=local%3Aricciotti&v6=PS73_1&w7=bible&t7=local%3Atintori&v7=PS73_1&w8=bible&t8=local%3Amartini&v8=PS73_1&w9=bible&t9=local%3Adio&v9=PS73_1&w10=commentary&t10=local%3Acommabbrmh&v10=PS73_1&w11=commentary&t11=local%3Acommpulpito&v11=PS73_1&w12=commentary&t12=local%3Arifinc&v12=PS73_1