Giobbe 221 Capitolo 22 Elifaz mostra che la bontà di un uomo non giova a Dio Giob 22:1-4 Giobbe accusato di oppressione Giob 22:5-14 Il mondo prima del diluvio Giob 22:15-20 Elifaz esorta Giobbe al pentimento Giob 22:21-30 Versetti 1-4 Elifaz ritiene che, poiché Giobbe si lamentava tanto delle sue afflizioni, pensasse che Dio fosse ingiusto nell'affliggerlo; ma Giobbe era ben lontano dal pensarla così. Ciò che dice Elifaz è ingiustamente applicato a Giobbe, ma è verissimo che quando Dio ci fa del bene non è perché è in debito con noi. La pietà dell'uomo non è un profitto per Dio, non è un guadagno. I guadagni della religione per gli uomini sono infinitamente più grandi delle sue perdite. Dio è un Sovrano che non rende conto della sua condotta, ma è perfettamente saggio, giusto, fedele, buono e misericordioso. Egli approva la somiglianza con la propria santità e si compiace dei frutti del suo Spirito; accetta i servizi riconoscenti dell'umile credente, mentre respinge le orgogliose pretese di chi è sicuro di sé. 5 Versetti 5-14 Elifaz lancia pesanti accuse contro Giobbe, senza che le sue accuse siano motivate, se non dal fatto che Giobbe è stato visitato come egli ritiene che Dio abbia sempre visitato ogni uomo malvagio. Lo accusa di oppressione e di aver fatto del male con la sua ricchezza e il suo potere nel periodo della sua prosperità. 15 Versetti 15-20 Elifaz vuole che Giobbe segni la vecchia strada che gli uomini malvagi hanno percorso e veda qual è stata la fine della loro strada. È bene che la segniamo, per evitare di percorrerla. Ma se gli altri si consumano e noi no, invece di incolpare loro e sollevare noi stessi, come fa Elifaz, dovremmo essere grati a Dio e prenderlo come un avvertimento. 21 Versetti 21-30 La risposta di Elifaz implicava erroneamente che Giobbe non aveva finora conosciuto Dio e che la prosperità in questa vita sarebbe seguita alla sua sincera conversione. Il consiglio che Elifaz dà qui è buono, anche se, per quanto riguarda Giobbe, era costruito sulla falsa supposizione che egli fosse estraneo e nemico di Dio. Guardiamoci dal calunniare i nostri fratelli; e se ci tocca in sorte di soffrire in questo modo, ricordiamoci di come fu trattato Giobbe, e di come fu calunniato Gesù, per essere pazienti. Esaminiamo se la calunnia non abbia un qualche colore, e camminiamo con prudenza, in modo da evitare ogni apparenza di male. Dimensione testo: Indirizzo di questa pagina: Indirizzo del testo continuo: |