Esodo 20

1 Capitolo 20

La prefazione ai dieci comandamenti Es 20:1-2

I comandamenti della prima tavola Es 20:3-11

La seconda tavola Es 20:12-17

La paura del popolo Es 20:18-21

Nuova proibizione dell'idolatria Es 20:22-26

Versetti 1-2

Dio parla in molti modi ai figli degli uomini, per mezzo della coscienza, della provvidenza, della sua voce, a cui tutti dovremmo fare molta attenzione, ma Egli non ha mai parlato come ha fatto con i DIECI COMANDAMENTI. Questo legge Dio l'aveva data all'uomo già prima: essa era scritta nel suo cuore; ma il peccato l'ha così deturpata che era necessario rammentare la sua conoscenza. La legge è spirituale e conosce i pensieri segreti, i desideri e le disposizioni del cuore. La sua più grande richiesta è l'amore, senza il quale l'ubbidienza è mera ipocrisia. Essa richiede la costante ubbidienza perfetta e infallibile, difatti nessuna legge al mondo ammette disobbedienza verso se stessa. Tutti devono rispettate la legge intera e commettendo un reato, sebbene contro un articolo solo, il responsabile è colpevole di tutta la legge, Giacomo 2:10. Omettere o cambiare qualcosa di essa, in pensieri parole opere è peccato e il salario del peccato è la morte.

3 Versetti 3-11

I primi quattro dei dieci comandamenti, comunemente chiamati la PRIMA tavola, ci dicono del nostro dovere verso Dio. È esatto metterli prima, poiché l'uomo ha avuto un Creatore da amare, prima ancora di avere il prossimo da amare. Non c'è da aspettarci che chiunque è sincero con suo fratello, sarà falso verso il suo Dio. Il primo comandamento riguarda l'oggetto del culto, JEHOVA e Lui solo. Qui è proibito il culto alle creature. Qualunque cosa diminuisca l'amore perfetto, la gratitudine, la riverenza o il culto verso Dio, va contro questo comandamento. Qualsiasi cosa fate, fatela tutto a gloria di Dio. Il secondo comandamento riferisce del culto che dobbiamo rendere al Signore nostro Dio. Ci è impedito di fare qualsiasi immagine o rappresentazione della Deità, in qualsiasi forma o a qualsiasi scopo, o tributare culto a qualsiasi creatura, immagine o rappresentazione. Ma l'importanza spirituale di questo comando si estende molto più in là. Qualsiasi tipo di superstizione è qui proibita, cosiccome l'utilizzo di vane invenzioni umane nel culto a Dio. Il terzo comandamento riguarda il modo di tributare culto, che è con tutta la riverenza e la serietà possibile. Sono proibiti tutti i giuramenti falsi. Tutto quelli che con leggerezza si appellano a Dio, o i profani che maledicono sono una orrenda offesa a questo comando. Non importa se si tratta di parlare di Dio o delle cose sacre, o cose simili a queste: esse vanno contro questo comandamento e non c'è affatto alcun vantaggio, onore o piacere in loro. Il Signore riterrà colpevole colui che usa il suo nome in vano. La forma del quarto comandamento, "Ricordati", dimostra che il comandamento non fu dato solo adesso, ma esso era conosciuto già da prima. Un giorno dei sette deve essere santificato. Sei giorni sono assegnati per gli affari terreni, ma non bisogna mai trascurare il servizio di Dio e l'attenzione alle nostre anime. In quei giorni dobbiamo fare a tutti i nostri lavori e nessuno di essi è permesso nel giorno sabato. Cristo permette di fare opere irrimandabili di carità e di pietà, poiché il sabato è stato fatto per uomo e non l'uomo per il sabato, Marco 2:27, ma sono proibiti tutti i lavori di lusso, di vanità o per gratificare se stesso in qualsiasi modo. Il fare commercio, pagare i salari, saldare i conti, operare negli affari, studiare, fare visite trascurabili, viaggiare o conversare alla leggera non si addice in questo giorno santo al Signore. La pigrizia e l'indolenza possono essere un riposo carnale, ma non un riposo santo. Il sabato del Signore dovrebbe essere un giorno di riposo dal lavoro terreno e un dedicarsi al servizio di Dio. I vantaggi del rispetto di questo giorno santo non solo giovano alla salute e alla felicità umana per mezzo del tempo che si dedica all'anima: ecco l'eccellenza di questo comandamento. Il giorno è benedetto; gli uomini sono benedetti da esso e in esso. Il beneficio e la guida per santificarsi non è solo limitati al settimo giorno, ma è propria del giorno di sabato.

12 Versetti 12-17

Le leggi della SECONDA tavola, cioè, gli ultimi sei dei dieci comandamenti, dichiarano il nostro dovere verso noi stessi e gli altri e spiegano il grande comandamento: "Amerai il tuo prossimo come te stesso, Luca 10:27. La devozione e l'onestà devono andare insieme. Il quinto comandamento riguarda i compiti che abbiamo nei confronti dei nostri genitori. Rispettare il proprio padre e la propria madre include la stima verso loro dimostrata con la nostra condotta, l'ubbidienza ai loro comandi legittimi, andare a loro quando essi vi chiamano, andare dove essi vi inviano, fare quel che essi ordinano, ritirarsi da quello che essi proibiscono e questo farlo come bambini, allegramente e mossi da un principio di amore. Bisogna pure sottomettersi ai loro consigli e alle loro correzioni. Cercare, in ogni cosa, di consolare i genitori e rendere facile la loro vecchiaia, mantenerli se essi hanno bisogno di sostegno, come ha insegnato particolarmente il nostro Salvatore riguardo a questo comandamento, Matteo 15:4-6. Gli spiriti attenti conoscono i benefici particolari nelle cose temporali grazie all'ubbidienza, e il contrario si può dire dei bambini disobbedienti. Il sesto comandamento richiede che riguardiamo la vita e la sicurezza degli altri come fosse la nostra. I Giudici, i loro ufficiali e i testimoni che attestano la verità non trasgrediscono questo comando. L'autodifesa è legittima; ma molto di ciò che non è ritenuto un assassinio dalle leggi di uomo, è tale davanti a Dio. Passioni furiose, provocate dall'ira o dall'ubriachezza non sono giustificabili: altrettanto colpevole è l'assassinio nei duelli, effetto orribile di uno spirito altezzoso e vendicativo. Ogni contesa per motivi di denaro, fama o ira e malizia, è una trasgressione a questo comando e lo spargimento di sangue per questi motivi è assassinio. Si può includere in questa lista anche il tentare gli altri al vizio e a commettere reati che tolgono la vita. Amministrare male, rompere il cuore o accorciare le vite di genitori, di mogli o altri parenti, è una trasgressione a questo comando. Questo comando proibisce l'invidia, la malizia, l'odio, l'ira e la lingua esasperante o offensiva. L'auto-distruzione è qui proibita. Questo comandamento richiede uno spirito di gentilezza, di pazienza e perdono. Il settimo comandamento riguarda la castità. Dovremmo avere paura tanto di ciò che contamina il corpo, quanto di quello che lo distrugge. Qualunque cosa tendente a contaminare l'immaginazione o aizzare le passioni, ricade sotto questa legge, e più specificatamente immagini impure, libri, conversazione o roba simile. L'ottavo comandamento è la legge dell'amore rispettoso della proprietà degli altri. La parte di terra assegnataci ottenuta in un modo onesto, è il pane che Dio ci ha dato, per cui dobbiamo essere grati, soddisfatti di essa e, usando mezzi legittimi, avere fiducia nella Provvidenza per il futuro. L'imporsi sugli altri sfruttando la loro ignoranza, la creduloneria, le loro necessità e così via, fa trasgredire la legge di Dio, sebbene tali peccati siano commessi in nome della società. I conquistatori di regni per giustizia umana sono annoverati in questo comandamento. Defraudare gli altri contraendo debiti senza la prospettiva di pagarli o evitando di pagarli per vivere di carità non necessaria, sottraendo al povero il suo salario, queste e altre tali cose, trasgrediscono questo comando che richiede il darsi da fare, la frugalità e l'accontentarsi e facendo agli altri, per ciò che riguarda i beni terreni, quello che vorremmo fosse fatto a noi. Il nono comandamento riguarda il nostro buon nome e quello del nostro prossimo. Questo impedisce di parlare falsamente di qualsiasi argomento, mentire, equivocando, ideare o progettare di ingannare il nostro prossimo. Parlare ingiustamente del nostro prossimo, ferire la sua reputazione. Portare false testimonianze contro di lui o calunniarlo in una conversazione, fare il porta e riporta, rendendo peggiori i fatti o in qualsiasi altro modo cercare di innalzare la nostra reputazione a danno del nostro prossimo. Come viene trasgredito ogni giorno questo comandamento dalle persone di tutti tipi ! Il decimo comandamento va alla radice: "Non devi bramare". Gli altri proibiscono tutto il desiderio di fare che cosa sarà un'offesa ai nostri dintorni; questo proibisce che tutto faccia un torto a desiderio di dovere quello che ci appagherà.

18 Versetti 18-21

Questa legge, così estesa che non la si può misurare, così spirituale che non la si può eludere e così ragionevole che non la si può criticare, sarà il metro di valutazione del giudizio futuro di Dio riguardo alla condotta umana. Se ci misuriamo con questo metro, crederemo che la nostra vita è stata vissuta nel peccato. E con questa legge santa e un giudizio terribile davanti a noi, come possiamo disdegnare il vangelo di Cristo? E la conoscenza della legge mostra la nostra necessità di pentimento. Nei cuori dei credenti il peccato è detronizzato e crocifisso, la legge di Dio è scritta e l'immagine di Dio è rinnovata. Lo Spirito Santo gli permette di odiare il peccato e di fuggire da esso per amare e rispettare questa legge in sincerità e in verità; né cesserà egli di pentirsi se cadrà.

22 Versetti 22-26

A Mosè entrato nella nube scura e densa, Dio parlò da qui fino a tutto il capitolo 23, che è prevalentemente un'esposizione dei dieci comandamenti. Le leggi in questi versetti si riferiscono al culto di Dio. Agli Israeliti è assicurata l'accettazione amorevole di Dio del loro servizio. Col vangelo, gli uomini sono incoraggiati a pregare in ogni dove e dovunque il popolo di Dio si incontra nel suo nome e per tributargli il culto, ed egli sarà in mezzo a loro, verrà a loro e là li benedirà.

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