Genesi 27

1 Capitolo 27

Isacco manda Esaù a cacciare la selvaggina Gen 27:1-5

Rebecca insegna a Giacobbe come ottenere la benedizione Gen 27:6-17

Giacobbe, che finge di essere Esaù, riceve la benedizione Gen 27:18-29

La paura di Isacco, l'importunità di Esaù Gen 27:30-40

Esaù minaccia Giacobbe, Rebecca manda via Giacobbe Gen 27:41-46

Versetti 1-5

Le promesse del Messia e della terra di Canaan erano state trasmesse a Isacco. Isacco, avendo adesso circa 135 anni ed i suoi figli 75 anni e non considerando vera la parola Divina che riguardava i suoi due figli e cioè che il maggiore avrebbe dovuto servire il minore, si decise a porre tutto l'onore e la potenza che erano contenuti nella promessa su Esaù, il figlio più grande. Siamo molto più inclini a regolarci secondo la nostra ragione che secondo la divina rivelazione e pertanto spesso ci smarriamo nel cammino.

6 Versetti 6-17

Rebecca sapeva che la benedizione era destinata a Giacobbe e si aspettava che la ricevesse, ma fece un torto ad Isacco imbrogliandolo, inducendolo pure a diventare cattivo. Mise pure un ostacolo sulla strada di Esaù e gli diede un pretesto per odiare Giacobbe e la religione. Tutto da biasimare! Si tratta di una di quelle misure sbagliate che spesso si prendono lontani dalla promessa divina, come se, alla fine, si potessero giustificare o scusare i mezzi sbagliati usati. Molti agiscono malamente seppure con l'idea di essere utili nel promuovere la causa di Cristo. La risposta a tali cose è quella con la quale Dio si rivolse ad Abraamo: "Sono l'Iddio Onnipotente: cammina davanti a me e sii perfetto". Fu un discorso molto avventato quello di Rebecca: "Su di me sia la tua maledizione, figlio mio". Cristo ha preso su di sé la maledizione della legge per tutti coloro che prendono su di essi il giogo del comando, quello del vangelo. Ma è troppo audace affermare per chiunque: "Su di me sia la tua maledizione".

18 Versetti 18-29

Giacobbe, con qualche difficoltà, riuscì a conseguire il suo scopo e ricevette la benedizione. Questa benedizione è data in modo molto generale. Nessuna menzione è fatta delle misericordie tipiche del patto con Abraamo. Questo potrebbe essere accaduto per il fatto che Isacco aveva Esaù nella sua mente, sebbene gli fosse davanti Giacobbe. Egli non poteva ignorare che Esaù aveva disdegnato le cose migliori. Inoltre, il suo attaccamento a Esaù fece in modo tale da fargli trascurare il consiglio divino e deve avere molto indebolito la sua fede in queste cose. Ci si poteva quindi aspettare che quella pochezza della sua benedizione confermasse lo stato della sua mente.

30 Versetti 30-40

Quando Esaù comprese che Giacobbe ricevette la benedizione pianse con un grido forte e amarissimo. Prima o poi viene il giorno in cui coloro che hanno la luce per le benedizioni del patto e vendono i loro benefici spirituali per ciò che non è di alcun valore, invano li richiederanno. Isacco, quando si accorse dell'inganno subìto, tremò fortemente. Quelli che seguono la scelta dei propri sentimenti piuttosto che la volontà divina, si troveranno nella perplessità. Ma egli immediatamente si rianima e conferma la benedizione che diede a Giacobbe, dicendo: "L'ho benedetto e sarà benedetto!". Quelli che rinunciano alla loro saggezza, alla grazia, alla loro fede e a una buono coscienza a causa di onori, ricchezza o piaceri di questo mondo, e tuttavia fingono zelo per le benedizioni, saranno giudicati indegni di esse e il loro destino sarà di conseguenza. Una benedizione comune venne data ad Esaù. Ed egli desiderava proprio questo. Blandi desideri di felicità, senza la scelta di fini e mezzi giusti, conducono molti alla loro rovina. Le folle vanno all'inferno con le loro bocche piene di buoni auguri. La grande differenza è che non c'è niente nella benedizione di Esaù che conduca a Cristo e senza quello, la pinguedine della terra e l'abbondanza dei campi, varrà a poco. Isacco, per fede, benedisse entrambi i figli, seconda la parte che gli sarebbe toccata.

41 Versetti 41-46

Esaù concepì malizia verso Giacobbe a causa della benedizione che non aveva ottenuto. Egli si incamminò così sulla via di Caino che ammazzò suo fratello poiché Abele aveva ottenuto quell'accoglienza divina di cui egli si era reso immeritevole. Esaù cercò di impedire a Giacobbe e alla sua discendenza di avere il dominio togliendogli la vita. Gli uomini possono rifiutare i consigli di Dio, ma non possono cambiarli. Per evitare guai Rebecca avvertì Giacobbe del pericolo e gli consigliò di scappare per la sua salvezza. Non dobbiamo ritenere troppo vicini alla saggezza e alla risolutezza anche i figli più promettenti e pieni di fede, ma bisogna custodirli per tenerli fuori dalle vie del male. Quando leggiamo questo capitolo, ci accorgiamo che non dobbiamo seguire il migliore tra gli uomini se questi non agisce secondo la legge di Dio. Non dobbiamo rendere cattivo il bene che ne può venire e viceversa. E sebbene Dio annullò le cattive azioni riportate in questo capitolo per adempiere ai suoi scopi, tuttavia vediamo il suo giudizio su di loro e le conseguenze dolorose che riguardarono le parti. Era il privilegio e il vantaggio particolare di Giacobbe trasmettere queste benedizioni spirituali a tutte le nazioni. Il Cristo, il Salvatore del mondo, doveva nascere in una qualche famiglia e Giacobbe fu preferito a Esaù, secondo la santa volontà di Dio Onnipotente, che certamente reputa meglio quello che è più adatto e ha diritto a dispensare i suoi favori a piacimento in quanto vede giustamente, Ro 9:12-15.

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