Genesi 9

1 Capitolo 9

Dio benedice Noè e concede la carne come cibo Gen 9:1-3

Il sangue e l'assassinio vengono proibiti Gen 9:4-7

Il patto di Dio per mezzo dell'arcobaleno Gen 9:8-17

Noè pianta una vigna, si ubriaca ed è deriso da Cam Gen 9:18-23

Noè maledice Canaan, benedice Sem, prega per la morte di Iafet, la sua morte Gen 9:24-29

Versetti 1-3

Le benedizioni di Dio sono la causa del nostro agire bene. Su da Lui dipendiamo, a Lui dobbiamo essere grati. Non dimentichiamoci del vantaggio e del piacere che riceviamo dal lavoro delle bestie e quello che la loro carne procura. Né dobbiamo essere meno grati per la sicurezza di cui godiamo dalle bestie selvagge e dannose per mezzo della paura dell'uomo che Dio ha messo dentro di loro. Vediamo la realizzazione di questa parola ogni giorno e in ogni dove. Questo darci gli animali come cibo ne autorizza pienamente l'uso ma non l'abuso a causa della nostra ghiottoneria e ancor meno per crudeltà. Non dobbiamo trattare male le bestie inutilmente mentre sono in vita, né quando togliamo via le loro vite.

4 Versetti 4-7

La ragione principale della proibizione di mangiare sangue consisteva indubbiamente nel fatto che lo spargimento del sangue, che avveniva nei sacrifici, voleva rammentare la grande espiazione. Essa serviva anche per controllare la crudeltà umana, affinché coloro che versavano il sangue degli animali per cibarsi non diventassero insensibili ad essi e fosse pure fomentata meno l'idea dello spargimento di sangue umano. L'uomo non deve togliersi la vita. Le nostre vite appartengono a Dio e noi dobbiamo rinunciare ad esse solo quando piace a Lui. Se in qualsiasi modo acceleriamo la nostra morte, ne siamo responsabili verso Dio. Quando Dio richiede la vita di un uomo che ha ucciso ingiustamente un altro, l'assassino non può rendere indietro quella e perciò deve dare proprio la sua. Prima o poi, in questo mondo o nell'altro, Dio scoprirà gli assassini e punirà quelli che sono scampati dalla punizione umana. Ci sono ministri di Dio (i magistrati N.d.T) che proteggono gli innocenti e sono un terrore per i malvagi ed essi non portano la spada invano, Ro 13:4. L'assassinio premeditato va sempre punito con la morte. A questa legge aggiungiamo una ragione. Poiché si trovano ancora i resti dell'immagine di Dio sull'uomo colpito, colui che uccide ingiustamente un uomo, deturpa l'immagine di Dio e lo disonora.

8 Versetti 8-17

Come il vecchio il mondo fu distrutto per diventare un monito di giustizia, così questo mondo rimane come monito di misericordia. Ma il peccato che fece perire il vecchio mondo, brucerà questo nuovo. Nei patti tra gli uomini, ciò che si promette dovrebbe essere solennemente mantenuto e l'adempiere quanto pattuito da sicuramente maggior soddisfazione reciproca. Il sigillo di questo patto biblico fu l'arcobaleno che probabilmente appariva già da prima fra le nubi ma che mai fu un sigillo di un patto fino ad adesso. L'arcobaleno appare quando abbiamo maggiormente motivo di temere la pioggia copiosa: Dio, perciò, mostra questo sigillo della parola affinché essa non prevalga. Più densa è la nube, più luminoso è l'arco nella nube. Così, laddove abbondano afflizioni minacciose così abbondano maggiormente le consolazioni. L'arcobaleno è la riflessione dei raggi del sole che splendono sulle gocce di pioggia: tutta la gloria dei sigilli del patto deriva da Cristo, Sole di giustizia. Ed egli verserà una gloria sulle lacrime dei suoi santi. Un arco indica terrore ma questo non ha né corda né freccia e un solo arco non fa che poche ferite. Qui troviamo un arco che è diretto verso l'alto, non verso la terra, poiché i sigilli del patto sono stati progettati per consolare e non per incutere terrore. Come Dio guardando l'arcobaleno ricorda il patto, così pure noi ricordiamo quel patto con fede e gratitudine. Senza la rivelazione, questa dolce rassicurazione non poteva essere conosciuta, ma senza fede essa sarà inutile a noi. Ma quando nei pericoli più grandi, ai quali tutti siamo esposto, ci riferiamo al nuovo patto con le sue benedizioni esso sarà una dolce consolazione per noi.

18 Versetti 18-23

L'ubriachezza di Noè è riportata nella Bibbia con quell'equità che si trova solo nelle Scritture come un caso e una prova dell'umana debolezza e imperfezione, sebbene egli fosse stato sorpreso nel peccato, e per mostrare che il migliore tra gli uomini non può rimanere stabile a meno che egli non dipenda dalla grazia divina e vi rimanga. Cam sembra essere stato un uomo cattivo nell'essersi probabilmente rallegrato di aver trovato suo padre in uno situazione disdicevole. È stato detto di Noè che egli era perfetto nelle sue generazioni, vedi Gen 6:9, ma questo indica la sua sincerità e non un'innocente perfezione. Noè, che si era mantenuto sobrio in società ubriaca, è ora ubriaco in una società sobria. Quando credeva di stare in piedi, dovette guardarsi di non cadere. Dobbiamo fare molta attenzione quando utilizziamo abbondantemente le cose create da Dio, affinché non le utilizziamo in eccesso Lu 21:34. La conseguenza del peccato di Noè fu la vergogna. Osservate qui il grande male del peccato di ubriachezza. L'ubriacatura fa denudare gli uomini: le infermità e le debolezze che essi hanno vengono scoperte quando essi sono ubriachi e così rivelano i loro segreti più facilmente. L'ubriachezza disonora gli uomini e li espone al disprezzo. Come li mette in mostra, così li disonora. Quando gli uomini si ubriacano, essi dicono e fanno quello che da sobri arrossirebbero solo pensare. Notate l'attenzione di Sem e Iafet nel coprire la vergogna del loro padre. C'è un manto di amore da gettare sui difetti di tutti 1P 4:8. Oltre a questo c'è una toga di riverenza da gettare sui difetti dei genitori e degli altri superiori. La benedizione di Dio assiste coloro che rispettano i loro genitori, mentre le maledizioni sono specialmente su quelli che li disonorano.

24 Versetti 24-29

Noè maledice Canaan, il figlio di Cam: forse questo suo nipote era più colpevole di tutti. Il servo più spregevole sarà tale anche tra i suoi pari. Questo indica certamente le vittorie ottenute in diverse riprese da Israele sui Cananei, per mezzo delle quali essi stati fatti passare per la spada o indotti a pagare un tributo. Il continente intero dell'Africa fu prevalentemente popolato dai discendenti di Cam e, perciò, quanti anni le parti migliori di quel paese caddero sotto il dominio dei Romani, quindi dei Saraceni e ora dei Turchi! In quale malvagità, ignoranza, barbarie, schiavitù e miseria vivono la maggior parte degli abitanti! E che dire dei poveri negri che ogni anno sono venduti e comprati come bestie al mercato e portati da un mondo per fare il lavoro delle bestie in un altro! Ma questo in nessun modo scusa la cattiveria e la barbarie di quelli che arricchiscono se stessi non con il prodotto del loro sudore e del loro sangue. Dio non ci ha ordinato di schiavizzare i negri e, senza dubbio, egli punirà severamente questi torti così crudeli. La realizzazione di questa profezia, che contiene quasi una storia del mondo, libera Noè dal sospetto di averlo indotto a questo a causa dell'ira personale. Essa prova completamente che lo Spirito Santo ha preso l'occasione dalla violazione di Cam per rivelare i suoi scopi segreti. "Benedetto sia Dio, il Signore di Sem": la chiesa sarebbe stata costruita e continuata nella posterità di Sem e da lui vennero i Giudei, che furono, per lungo tempo, l'unico popolo credente che Dio aveva nel mondo. Cristo, che era Dio il Signore, nella sua natura umana ha dovuto discendere da Sem; per mezzo di lui, riguardo alla carne, Cristo è venuto. Noè benedice anche Iafet e, in lui, le isole dei gentili che furono popolate dalla sua discendenza. Qui troviamo profetizzata la conversione dei gentili e la loro adesione alla chiesa. Possiamo leggere, "Dio estenda Iafet ed egli abiterà nelle tende di Sem": I giudei e i gentili saranno uniti insieme nel vangelo, entrambi saranno uniti in Cristo. Noè ha vissuto per vedere due mondi, ma essendo un erede della giustizia che è la fede, egli ora riposa in speranza aspettando di vedere uno migliore dell'uno e dell'altro.

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