Marco 11

1 Capitolo 11

L'ingresso trionfale di Cristo a Gerusalemme Mc 11:1-11

Il fico sterile maledetto, il tempio purificato Mc 11:12-18

Preghiera nella fede Mc 11:19-26

I sacerdoti e gli anziani interrogati su Giovanni Battista Mc 11:27-33

Versetti 1-11

La venuta di Cristo a Gerusalemme dimostra in modo straordinario che egli non temeva la potenza e la cattiveria dei suoi nemici. Questo avrebbe incoraggiato i suoi discepoli che erano pieni di paura. Inoltre, che non era inquieto al pensiero delle sue imminenti sofferenze. Ma tutto ciò evidenziava la sua umiliazione; e queste cose ci insegnano a non badare alle cose alte, ma a condiscendere a chi è di bassa condizione. Quanto male fanno i cristiani a prendersi lo stato, quando Cristo era così lontano dal rivendicarlo! Hanno accolto la sua persona: "Benedetto colui che viene", "Colui che deve venire", così spesso promesso, così a lungo atteso; viene nel nome del Signore. A lui vanno i nostri migliori affetti; è un Salvatore benedetto, che ci porta benedizioni, e benedetto sia Colui che lo ha mandato. Sia lodato il nostro Dio, che è nell'alto dei cieli, su tutti, Dio benedetto in eterno.

12 Versetti 12-18

Cristo cercò di trovare qualche frutto, perché il tempo della raccolta dei fichi, pur essendo vicino, non era ancora giunto; ma non ne trovò. Egli fece di questo fico un esempio, non per gli alberi, ma per gli uomini di quella generazione. Era una figura della rovina della Chiesa giudaica, alla quale era venuto a cercare frutti, ma non ne trovò. Cristo andò al tempio e iniziò a riformare gli abusi nei suoi tribunali, per dimostrare che quando il Redentore venne a Sion, fu per allontanare l'empietà da Giacobbe. Gli scribi e i capi dei sacerdoti cercarono non tanto di fare pace con lui, quanto di distruggerlo. Un tentativo disperato, che non potevano non temere di combattere contro Dio.

19 Versetti 19-26

I discepoli non riuscivano a capire perché quel fico dovesse appassire così presto; ma tutti appassiscono chi rifiuta Cristo; rappresentava lo stato della chiesa ebraica. Non dobbiamo adagiarci in nessuna religione che non ci renda fecondi di buone opere. Cristo insegnò loro da allora a pregare con fede. Si può applicare a quella fede potente di cui tutti i veri cristiani sono dotati e che fa miracoli nelle cose spirituali. Ci giustifica, e così rimuove le montagne della colpa, che non si alzeranno mai in giudizio contro di noi. Purifica il cuore e così rimuove le montagne della corruzione, rendendole chiare davanti alla grazia di Dio. Una grande commissione al trono della grazia è quella di pregare per il perdono dei nostri peccati; e la cura di questo dovrebbe essere la nostra preoccupazione quotidiana.

27 Versetti 27-33

Il Salvatore mostra quanto la sua dottrina e il suo battesimo fossero vicini a quelli di Giovanni; avevano lo stesso disegno e la stessa tendenza a portare il regno del Vangelo. Questi anziani non meritavano di essere istruiti, perché era evidente che non si battevano per la verità, ma per la vittoria; e non c'era nemmeno bisogno di dirglielo, perché le opere che compiva dicevano chiaramente che aveva l'autorità di Dio, dato che nessun uomo avrebbe potuto fare i miracoli che faceva, se Dio non fosse stato con lui.

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