Se Dio disse a Balaam di andare da Balac, perché si arrabbiò con Balaam perché era andato?

Numeri 22:22

Da secoli gli studiosi hanno cercato di spiegare questo fatto, ma non c'è una spiegazione chiara. Questo è in parte perché sembra di dipende dalle motivazioni di Balaam ma, come per tutti noi, le motivazioni erano miste e non semplicemente buone o cattive.

Balac, il re di Moab, chiamò Balaam per maledire gli Israeliti (Num 22:5-6). Quando gli ambasciatori arrivarono da Balaam con una ricompensa, Balaam disse loro di aspettare una notte affinché lui potesse chiedere a Dio quello che dovesse fare. Balaam usò il nome Yahweh che era stato rivelato a Mosè, per cui conosceva il Dio d'Israele (Num 22:7-8). Dio rispose a Balaam di non andare da Balac e di non maledire Israele, perché era un popolo benedetto (Num 22:12). Balaam mandò via gli ambasciatori, riferendo solo la prima parte del messaggio da Dio (Num 22:13). Forse era un desiderio di lasciare la porta aperta per futuri tentativi, se Balac non sapeva che Israele era benedetto e non poteva essere maledetto.

Balac poi mandò più ambasciatori da Balaam, e gli promise una ricompensa ancora più grande (Num 22:15-17). Balaam rispose che non poteva fare quello che Yahweh aveva ordinato di non fare, nonostante la grandezza della ricompensa (Num 22:18). Nondimeno, Balaam disse loro di aspettare una notte affinché potesse chiedere a Dio quello che dovesse fare (Num 22:19). Questo è forse un'indicazione di un desiderio di fare quello che Balac aveva chiesto, perché sapeva già quello che Dio aveva detto e non serviva chiedere di nuovo. Forse sperava di poter maledire Israele e così ottenere la ricompensa. Questo non è nel testo a questo punto, ma è una possibilità secondo quello che è raccontato più avanti nella Bibbia.

Quella notte, Dio disse a Balaam di andare con gli ambasciatori se erano venuti a chiamarlo, ribadendo che Balaam doveva fare solo quello che Dio gli avrebbe detto di fare (Num 22:20). Possibilmente è un esempio della volontà permissiva di Dio, in contrasto con la sua volontà direttiva. Cioè, Dio dà dei comandi espliciti per spiegare il comportamento giusto, come in Num 22:12. Nonostante questo, quando insistiamo ci permette di agire contro questa volontà, con tutte le conseguenze, come in Num 22:20 e il seguito.

Quindi Balaam andò con gli ambasciatori, ma Dio si arrabbiò perché era andato (Num 22:21-22). L'angelo del Signore si mise sulla strada, e avrebbe ucciso Balaam se la sua asina non l'avesse visto e rifiutato di proseguire (Num 22:22,33). Il motivo per cui avrebbe ucciso Balaam era che le azioni di Balaam erano contrarie al volere di Dio (Num 22:32), nel senso della volontà direttiva. Però, l'intenzione di Dio non era di uccidere Balaam, ma di avvertirlo che era in pericolo. Altrimenti non avrebbe fatto apparire l'angelo all'asina, per bloccare il viaggio di Balaam.

Anche se poi Balaam si ravvide e voleva ritornare indietro, avendo capito di aver sbagliato, l'angelo gli disse di continuare ad andare a Balac, ribadendo che Balaam doveva dire solo quello che Dio gli avrebbe detto di dire (Num 22:34-35). Balaam stesso ripeté a Balac che poteva dire solo le parole che Dio gli avrebbe messo in bocca (Num 22:38). Infatti, tre volte Balac portò Balaam ad un posto per maledire Israele, ma tre volte Balaam lo benedisse perché così Dio gli disse di fare (Num 23-24).

Fino a questo punto, sembra che Balaam sia stato sempre ubbidiente a Dio. Però, il racconto successivo è di Baal-Peor, dove gli Israeliti fornicarono con i Moabiti (il popolo di Balac) e commisero idolatria (Num 25:1-5). Anche se Balaam non è menzionato in questo capitolo, più tardi è scritto che Balaam suggerì ai Moabiti di trascinare gli Israeliti all'infedeltà verso Dio (Num 31:16). Per questo motivo, c'era una (falsa) dottrina nella chiesa primitiva chiamata la dottrina di Balaam, che induceva le persone a commettere idolatria e a fornicare (Ap 2:14). Come conseguenza, Balaam fu ucciso dagli Israeliti insieme con gli altri nemici di Dio (Num 31:8; Gios 13:22). Quindi anche se ubbidiva a Dio, aveva il desiderio di far cadere Israele per aiutare Moab. Non potendo maledire Israele, come Balac voleva, suggerì un altro modo che Dio non gli aveva espressamente detto di non dire. Fece così presumibilmente per il desiderio di ricevere la ricompensa. Infatti, il Nuovo Testamento dice che Balaam amò un salario di iniquità e il lucro (2P 2:15; Giuda 11). Anche se questo amore non è descritto in Num 22, è possibile che aveva questo desiderio già quando andò con gli ambasciatori, che spiegherebbe l'ira di Dio contro di lui anche se Dio gli aveva permesso di andare.

Come Dio, mandando il suo angelo, avvertì Balaam che l'ubbidienza esterna non basta, così Dio, con questo brano, avverte anche noi che l'ubbidienza esterna, essere gente brava e religiosa, non basta, se anche le nostre motivazioni non sono pure.