Guida allo studio della Bibbia

9. Altri libri profetici prima dell'esilio

Nel precedente riassunto storico abbiamo tralasciato alcuni libri, che possono essere considerati meglio in sezioni separate. Prima di tutto, i libri profetici. Ce ne sono sette, e ne parleremo in ordine cronologico (per quanto è possibile determinarlo).

1. Michea

Il ministero di questo profeta fu nei regni di Iotam, Acaz e Ezechia; fu quindi contemporaneo con Isaia, che profetizzò sotto gli stessi re. Chiamò il suo libro "Parola del Signore, rivolta a Michea, il Morastita. Visione che egli ebbe riguardo a Samaria e a Gerusalemme" (Michea 1:1). Predice la caduta di tutte e due le città, e rimprovera la gente per i peccati che stanno portando la loro distruzione. Predice anche la restaurazione del popolo, ed è lui che proferisce la chiara profezia della città di nascita di Gesù Cristo, e che fu citata ad Erode dagli scribi quando i magi arrivarono a Gerusalemme (Matteo 2:1-6, Marco 5:1-2). Siccome profetizzò per così tanto tempo, è quasi certo che il suo piccolo libro contenga solo una piccola parte dei suoi oracoli profetici.

2. Naum

Questo scrittore non ci dice quando profetizzò, ma il suo libro si chiama, "Oracolo su Ninive" (Naum 1:1), ed è una profezia della caduta e desolazione di quella antica città. Fu pronunciata dopo che gli Assiri (di cui Ninive era la capitale) ebbero invaso Giuda per l'ultima volta (Naum 1:9-15), e ciò fu fatto da Sennacherib nel regno di Ezechia. Fra questo e la caduta di Ninive 20 anni dopo (nel 625 a.C.) Naum profetizzò; non possiamo fissare la data della scrittura del libro più precisamente. Il suo piccolo libro apre con un magnifico tributo alla maestà e potenza di Geova, e la sua descrizione della battaglia dell'ultimo assedio di Ninive è così vivida da sembrare una di un testimone oculare.

3. Abacuc

Questo profeta, come Naum, non ci dice quando profetizzò; ma le sue prime frasi dimostrano che era in un periodo di generale empietà, e quando l'invasione dei Caldei, che predice, sarebbe successo nella vita di colui a chi parla. Ciò corrisponde al periodo malvagio nell'ultima parte del regno di Manasse o all'inizio di quello di Giosia, perché fu un periodo di empietà e ci volevano solo da 25 a 40 anni prima dell'invasione dei Caldei. Allora i Caldei erano ancora sottomessi agli Assiri, e non c'era una possibilità umana che diventassero potenti. La preghiera di Abacuc, che si trova nell'ultima parte del suo libro (Abacuc 3:1-19), è una delle espressioni più pie nell'intera Bibbia.

4. Sofonia

Questo profeta spiega la sua genealogia andando indietro di quattro generazioni, fino a Ezechia; e siccome l'unico uomo importante di quel nome era il re Ezechia, si suppone che il profeta appartenesse alla famiglia reale. Profetizzò durante il regno di Giosia (Sofonia 1:1), ma non è scritto in quale parte del regno. Se è stato nei primi 13 anni precedette Geremia (Geremia 1:2), e ciò è quasi certo quando consideriamo il contenuto del suo libro, perché descrive varie forme di idolatria che la gente di Gerusalemme e di Giuda faceva (Sofonia 1:4-6), e che furono abolite da Giosia nel dodicesimo anno del suo regno. I primi due capitoli e una parte del terzo denunciano Gerusalemme per le sue iniquità e predicono giudizi distruttivi che verranno per questo motivo. Anche le nazioni adiacenti sono incluse, soprattutto quelle che erano state nemiche dei Giudei. L'ultima metà del terzo capitolo contiene una predizione della liberazione d'Israele dalle calamità imminenti e della prosperità futura. Siccome il popolo ascoltò questo appello profetico nella prima parte del regno di Giosia, il quale veniva dalle labbra di un parente del re, è probabile che influenzasse grandemente il re affinché intraprendesse la riforma di cui il suo regno è noto. Il libro andrebbe letto dopo aver letto dei regni di Manasse e di Amon (2Re 21:1-26; 2Cronache 33:1-25), e prima di leggere quello di Giosia (2Re 22:1-23:30; 2Cronache 34:1-35:27). Esamina da vicino lo stato della società quando Giosia cominciò a regnare (quando aveva 12 anni), ed aiuta a spiegare il fatto sorprendente che sebbene suo padre e suo nonno fossero idolatri e commisero molte azioni malvagie, lui intraprese un cammino contrario rovesciando l'idolatria che avevano stabilito e riportando la gente all'adorazione di Geova.

5. Abdia

Questo libro molto breve è intitolato "Visione di Abdia" (Abdia 1). Non abbiamo informazioni sulla storia personale di questo profeta. La prima parte del libro (Abdia 1-16) è una denuncia ad Edom per l'animosità che aveva mostrato verso i Giudei quando Gerusalemme fu distrutta dai Caldei sotto Nabucodonosor, e una predizione di punizione per questo nemico innaturale verso un popolo imparentato con loro. Fu quindi scritto dopo quell'evento e prima della punizione predetta. Una simile denuncia di Edom da parte di Geremia (Geremia 49:7-22) contiene alcune delle stesse frase utilizzate da Abdia, dimostrando che uno di questi profeti copiò dall'altro. Siccome scrissero in quasi esattamente lo stesso periodo, non è possibile sapere quale dei due copiò.

Nel resto del libro c'è una profezia della conquista di Edom da parte dei Giudei (Abdia 17-21), che fu adempiuta dopo il ritorno dai Giudei dall'esilio in Babilonia. Ezechiele, che era pure un contemporaneo di Abdia, ha una profezia simile (Ezechiele 25:12-14).

Non è detto niente di questa ostilità di Edom nei libri storici, ma appare non solo negli scritti di questi tre profeti ma anche nel Salmo 137, scritto in cattività o poco dopo la sua fine, in cui l'autore dice:
"Ricòrdati, Signore, dei figli di Edom,
che nel giorno di Gerusalemme
dicevano: «Spianatela, spianatela,
fin dalle fondamenta!»" (Salmo 137:7)

6. Ezechiele

Questo profeta, come Geremia, era un sacerdote (Ezechiele 1:3). Fu chiamato ad essere profeta nel quinto anno della cattività del re Ioiachin, che corrisponde con il quinto anno del regno di Sedechia, l'ultimo re di Gerusalemme. Era in quel tempo fra i prigionieri nel paese dei Caldei (Ezechiele 1:3), e senza dubbio era uno di quelli portati via con Ioiachin da Nabucodonosor. Quando iniziò a profetizzare, Geremia profetizzava già da 30 anni; e siccome Ezechiele aveva allora 30 anni (Ezechiele 1:1), era cresciuto con l'insegnamento di Geremia. Continuò a profetizzare fino al ventisettesimo anno della cattività di Ioiachin (Ezechiele 29:17), e forse di più. I suoi primi sei o sette anni si sovrapposero agli ultimi di Geremia, e durante quel periodo lavoravano insieme, uno a Gerusalemme e l'altro vicino a Babilonia, e tutti e due predicevano la caduta del regno di Giuda e esortavano il popolo a ravvedersi. La prima metà del libro di Ezechiele, cioè 24 dei suoi 48 libri, parla di questo. Utilizza moltissimi simboli strani, con parole e con azioni, ed alcuni di cui sono molto difficili da interpretare. Ma insegna anche in modo molto semplice alcune lezioni di grande importanza, non solo per la sua epoca ma anche per ogni generazione dell'umanità. Il lettore distinguerà facilmente i capitoli che contengono queste lezioni, e dovrebbe studiarli fino a quando diventano molto familiari.

La seconda metà del libro contiene predizioni che riguardano la ristorazione di Israele e di Giuda, e il loro futuro nel proprio paese. In questa parte ci sono descrizioni e simboli ancora più misteriosi che nella prima parte; alcuni di cui non sono mai stati interpretati in modo soddisfacente. Come gli altri profeti, dà poche informazioni sulla sua storia personale, e non si sa niente per quanto riguardo la sua morte. Se avesse vissuto fino all'età di 100 anni avrebbe visto la fine della cattività; ma siccome ciò è molto improbabile, probabilmente morì in Babilonia.

7. Gioele

Non si sa niente della storia personale di Gioele, tranne che era il figlio Petuel (Gioele 1:1). Diversamente dalla maggior parte dei profeti, non dice in quale regno o regni profetizzò, e così le indicazioni di data nel suo libro sono così indefinite che i commentatori si differiscono molto per quanto riguardo la data di scrittura; alcuni dicono che è fra i primi, altri fra gli ultimi dei profeti. Fortunatamente, il valore del libro per noi non dipende dalla data esatta.

La prima parte del libro (Gioele 1:1-11, 17) contiene una predizione di un'invasione di locuste più grande di quelle mai viste da generazioni precedenti nel paese di Giuda (Gioele 1:2-3). La descrizione è molto vivida, come se la scena passasse davanti agli occhi del profeta. Il linguaggio utilizzato in diverse parti della descrizione è tale da far capire ad alcuni interpreti che tutto sia un'immagine simbolica di eserciti umani.

Dopo questa invasione il profeta predice una condizione prospera per il paese (Gioele 2:17-27), e poi lo spargimento dello Spirito Santo. L'apostolo Pietro nel giorno della Pentecoste citò la profezia, affermando che era allora in parte adempiuta (Gioele 2:28-32; confronta Atti 2:16-31). Questa è la caratteristica più notevole della profezia di Gioele. Gli fu dato fra tutti i profeti di fare la profezia più chiara del grand'evento che inaugurò il regno di Dio sulla terra.

Il resto del libro contiene una profezia del giudizio di Dio sulle nazioni che circondavano Giuda per le crudeltà che avevano versato su quel popolo. Il libro non menziona affatto il regno di Israele, e questo fatto, insieme a quello che tutti i riferimenti locali sono a Giuda, dimostrano che il profeta viveva nel regno meridionale. Non c'è un periodo particolare della storia a cui il libro si riferisce.

Domande di ripasso

Continua: 10. I libri poetici