Guida allo studio della Bibbia

11. I libri dell'esilio

Abbiamo parlato di tutti i libri dell'Antico Testamento collegato con gli eventi che precedettero l'esilio babilonese. Adesso parleremo dei due libri che descrivono esclusivamente gli eventi successi durante l'esilio, cioè i libri di Daniele e Ester. Inoltre, bisogna ricordarsi che porzioni dei libri di Geremia e Ezechiele sono stati scritti durante gli anni della cattività, e Isaia 40-66 tratta di questo periodo sebbene scritto prima.

1. Daniele

Questo libro, come pure le esperienze di Daniele stesso, trattano di tutto il periodo della cattività di Giuda, perché inizia nel terzo anno di Ioiachim, re di Giuda, otto anni prima della cattività di Ioiachim (Daniele 1:1), e conclude nel terzo anno di Ciro, re della Persia, due anni dopo la fine della cattività di Giuda (Daniele 10:1; Esdra 1:1-3). L'autore afferma in modo indiretto di essere Daniele; perché benché i primi sei capitoli siano scritti nella terza persona, come era comune nei racconti storici, gli ultimi sei sono scritti nella prima persona. Faceva parte della famiglia reale di Giuda (Daniele 1:3), ed è probabile che lui e i suoi compagni fossero stati portati a Babilonia da Nabucodonosor come ostaggi per la buona condotta di Ioiachim, che doveva pagare un tributo ai babilonesi. Daniele vide l'inizio e la fine dell'impero babilonese, e faceva parte della corte durante tutto il periodo.

Gli eventi raccontati nei primi sei capitoli avevano per il Signore due scopi: prima di tutto, voleva che i Giudei in cattività non perdessero la loro fede in Geova; e secondo, per far conoscere il potere e la maestà di Geova alla popolazione pagana dell'impero babilonesi. I Giudei dovevano essere molto tentati, quando videro la città santa e il tempio di Dio in rovina e loro stessi trasportati in un paese straniero da una nazione pagana, a pensare che Geova li avesse abbandonati nonostante le molte promesse fatte ai loro padri, oppure che non fosse in grado di sconfiggere gli dèi del grande impero pagano. Entrambi le conclusioni li avrebbe portati a seguire la religione dei loro conquistatori, e così perdere tutte le buone cose che Geova aveva promesso loro. Da una parte, i conquistatori, ascrivendo (come tutte le nazioni pagane) le loro vittorie al potere maggiore degli dèi che loro adoravano, inevitabilmente pensavano che gli loro dèi fossero molto più potenti di Geova. Ma questo ragionamento sbagliato fu corretto da un serie di eventi racconti nella prima parte del libro.

Gli altri sei capitoli di Daniele, tutti profetici, rivelano il destino d'Israele; sebbene alcune profezie fossero oscure allora, ed altre sono così tuttora, altre ancora erano comprensibili come storia e furono di grande incoraggiamento per i Giudei durante i conflitti feroci attraverso i quali passarono nel periodo dalla fine dell'esilio fino alla venuta di Cristo.

2. Ester

Gli eventi raccontati in questo libro si svolsero nel regno di Assuero, chiamato anche Xerxes o Serse. Il suo nome persiano, scritto in lettere latine, è Khshayarsha. I Greci lo tradussero nella loro lingua Xerxes, e gli Ebrei Ahasuerus. Questo re cominciò a regnare circa 50 anni dopo il decreto di Ciro che permise ai Giudei di ritornare al proprio paese, e di conseguenza gli eventi del libro, sebbene appartenessero alla storia dei Giudei in esilio, si svolsero fra 50 e 60 anni dopo la fine del periodo di 70 anni predetto da Geremia. Cioè, si svolsero fra quei Giudei che decisero, dopo la proclamazione di Ciro, di rimanere in un paese straniero.

Questo libro racconta una crisi nella storia del popolo giudeo. Un decreto fu promulgato dal re che ogni Giudeo nel suo regno doveva essere ucciso in un certo giorno. Gli eventi che portarono a questo decreto, e le azioni tramite cui la calamità fu evitata, formano il contenuto del libro, e presentano una serie incredibile di provvidenze divine. Nel libro di Ester Dio non è nominato neanche una volta. Ma è lasciato al lettore scoprire per sé stesso la mano di Dio attraverso gli eventi descritti.

Domande di ripasso

Continua: 12. I libri dopo l'esilio