Il ritegno di Gesù

Matteo 4:1-11

Scritto da Richard Wilson.

10/2/2002

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Nel passato, una cosa che mi ha colpito di Gesù erano i suoi miracoli e l'esercizio della sua autorità.
Ma recentemente, leggendo i Vangeli di nuovo, mi ha colpito invece quanti pochi miracoli ha fatto, quanto poco ha usato la sua autorità. In altre parole, il suo ritegno nel mostrare la sua divinità.
Senz'altro, Gesù ha guarito molte persone e ha dimostrato la sua potenza sulla Natura. Ma diverse volte è andato via piuttosto di guarire una folla di ammalati; diverse volte non ha voluto guarire un malato (il paralitico, la donna di sirofenicia). Poi, i miracoli sono stati quasi sempre con individui, locali. Come mai non ha affrontato i problemi più grandi, per esempio distruggendo tutti i virus che causano le malattie, o eliminando tutti i terremoti e tempeste e altri disastri naturali nel mondo? Non sarebbe molto più facile credere in lui?

Tentazioni: secondo atto del ministero pubblico di Gesù, dopo il battesimo.
Subito Dio lo fa tentare (1). Tentazioni non mali in sé; cadere sì.
"Dio non può essere tentato dal male, ed egli stesso non tenta nessuno" [Gc 1:13]. Quindi ha concesso che il diavolo tentasse Gesù. È vero che Dio non tenta nessuno nel senso di cercare di fare del male, ma è anche vero che Dio mette alla prova. Forse in questo senso lo SS ha condotto Gesù ad essere tentato: affinché Gesù mostrasse la vera natura del suo ministero, o affinché Gesù avesse modo di capire, sperimentare cosa volesse dire essere Figlio di Dio e Figlio dell'uomo.

Prima tentazione
Satana ha puntato su una debolezza di Gesù. Gesù non ha mangiato per 40 giorni, e poi il diavolo si è avvicinato a lui e ha detto, "Hai fame, fa' un miracolo affinché queste pietre diventino pani". Non ha tentato Gesù all'inizio, quando non aveva fame, ma ha aspettato fino a quando i desideri umani di Gesù lo rendessero più suscettibile alla tentazione. Così anche noi: non siamo tentati dove siamo forti, ma ai nostri punti deboli: lì dobbiamo stare attenti. Concupiscenza, denaro, come altri pensano di noi.
Ma Gesù ha rifiutato di sfamarsi con un miracolo. Ecco il ritegno di cui parlavo. Senz'altro il miracolo stesso non era sbagliato: non ha moltiplicato del pane per 5000 persone? E poi per 4000 persone? Non ha cambiato l'acqua in vino? Perché qui non l'ha fatto? Nessuno l'avrebbe visto, non avrebbe cambiato il modo in cui altri pensavano di lui.
La risposta è che avrebbe cambiato chi era. La cosa importante non era avere fame o meno; la cosa importante è dipendere totalmente da Dio (4b). Satana ha detto che se era il Figlio di Dio, poteva cambiare le pietre in pani. Ma la realtà era che se Gesù lo avesse fatto, se avesse usato i suoi poteri miracolosi per soddisfare i suoi desideri, non sarebbe stato più il Figlio di Dio, in sottomissione a suo Padre celeste, che dipendeva da lui per ogni suo bisogno. Avrebbe pensato a lui stesso prima, e solo a Dio secondo.
Un altro aspetto. Genesi 3: Satana ha tentato gli umani Adamo e Eva nel giardino dicendo loro che potevano essere come Dio. Matteo 4: Satana ha tentato l'umano Gesù, il secondo Adamo, nel deserto dicendogli che doveva agire come Dio, perché lo era. Ma Gesù, il Figlio dell'uomo, non l'ha fatto, altrimenti sarebbe stato un fasullo come uomo. Un essere che faceva finta di essere umano, ma il momento che capitava qualche problema o difficoltà tirava fuori la sua bacchetta magica per risolvere tutto. Sarebbe stato troppo facile per Gesù così, e se avesse fatto così non avrebbe potuto capire le nostre difficoltà.
Ma Gesù invece ha qui mostrato, rifiutando di fare miracoli per il proprio beneficio, di essere sia il vero Figlio di Dio, che il vero Figlio dell'uomo.

Seconda tentazione
Gesù ha detto che doveva dipendere solo da Dio. "Bene, dice Satana, mostra la tua dipendenza. Buttati dal punto più alto del tempio. Sappiamo che non morirai; Dio non lo permetterà e manderà i suoi angeli per proteggerti."
Ma ancora una volta Gesù ha rifiutato. Questa volta, perché non era giusto tentare Dio (7). Non doveva approfittare del suo stato di Figlio di Dio per fare degli spettacoli per gli altri, per giocare, per fare delle cose stupide senza senso.
Nei Vangeli apocrifi, Gesù come bambino faceva degli uccelli di argilla, per poter sospirare su di loro e dare loro la vita. Ha accecato delle persone, per poterli guarire.
No, essere Figlio di Dio significa dipendere da Dio, ma anche fare la sua volontà, non cose senza senso.

Terza tentazione
Per l'ultima tentazione, Satana offre a Gesù potere e autorità, gli offre tutti i regni e tutta la gloria. Bastava che Gesù adorasse il diavolo. Anche qui la cosa offerta non era male in sé stessa: Gesù merita tutti i regni del mondo e di essere glorificati. E un giorno riceverà in eredità queste cose. Ma non in questo modo. Non diventando un re sulla terra, e sicuramente non adorando Satana.
Così di nuovo Gesù rifiutò, perché si deve adorare solo Dio (10).

Riflessioni
In tutte e tre le tentazioni, Gesù poteva fare quello che era richiesto, quello che il diavolo gli ha tentato a fare. Il problema era sempre il motivo o il mezzo – fare un miracolo per il proprio bene, adorare Satana. Il diavolo giocava a casa, e diceva, "Qui detto io le regole. Questo è come funziona il mio mondo. Pensa a te stesso, e seguimi." Ma Gesù ha invaso questo mondo, è venuto per portare la salvezza. Ma è importante non soltanto che è venuto a salvarci, ma anche il modo in cui l'ha fatto. Ha girato sottosopra le tecniche di questo mondo. Non ha usato i suoi poteri miracolosi per impressionare la gente affinché credesse in lui. Non ha esercitato la sua potenza per costringere altri a credere in lui.
Proprio qui, all'inizio del suo ministero, poteva dare solo un piccolo segno di essere d'accordo, e avrebbe potuto costruire il cristianesimo non su quattro piccoli racconti della sua vita e un uomo sconfitto inchiodato su una croce, ma su un impero che porta altri a Dio conquistandoli e che li accontentano soddisfacendo tutti i loro bisogni materiali.
Se siamo onesti, forse questo è il tipo di salvatore che vogliamo. Non sarebbe più facile se potessimo dire, "Credi in Gesù, e non avrai più fame. Non avrai più problemi finanziari"? O se potessimo dire, "Credi in Gesù, o lui ti farò morire"? Vorremmo forse un salvatore che facesse ogni cosa bene, un uomo potente, di successo, un vincitore. Invece abbiamo un salvatore soffrente, che aveva fame, che era stanco, che è stato ucciso come un criminale.
Questo è il significato delle tre tentazioni. È anche il senso delle tentazioni che ha continuato ad avere durante la sua vita. Quando Gesù ha annunciato per la prima volta che doveva morire, Pietro ha detto, "Dio non voglia, Signore! Questo non ti avverrà mai!" Gesù l'ha rimproverato: "Vattene via da me, Satana. Non hai il senso delle cose di Dio".
L'ultima tentazione di Cristo: Uno dei ladroni: "Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!". Alcuni che passavano: "Ha salvato altri e non può salvare sé stesso. Il Cristo, il re d'Israele, scenda ora dalla croce, affinché vediamo e crediamo!".
La realtà era che per salvare altri, non poteva salvare sé stesso. Per questo ha dovuto respingere le tentazioni di Satana.

Risultato: ha aumentato la nostra libertà rinunciando al diritto di obbligarci a credere. L'ironia della venuta di Gesù è che, in un certo senso, è più facile non credere in Dio adesso. Prima, c'era Dio che combatteva alla testa dell'esercito di Israele, e gli altri popoli sapevano chi era il dio più forte. Adesso non lo fa più, anzi Gesù ha aggiunto un motivo di scandalo. Seguiamo un uomo crocifisso invece del dio di un esercito sempre vincitore. Ma è questo quello che Dio vuole: vuole che noi lo amiamo liberamente, non perché siamo obbligati.

A volte vorremmo un Dio più attivo nel mondo, un Dio meno timido nell'intervenire in modo vistoso. Soffriamo da troppa libertà , troppo tentazioni a non credere. Chi non vorrebbe essere sopraffatto dall'opera di Dio, chi non vorrebbe avere prove schiaccianti della sua esistenza e del suo amore per non avere più dubbi? Chi non vorrebbe che Dio fosse più attivo nel mondo, affinché non ci siano più le guerre, non ci siano più i disastri, non ci siano più i bambini che muoiono dalla fame?
Ma questa è la via delle tentazioni di Satana. Il desiderio di Dio di darci libertà è così assoluto, che ci permette addirittura di vivere come se non esistesse, di sputargli in faccia, e di crocifiggerlo.

Perché Dio fa così? Perché è facile per Dio nella sua onnipotenza costringerci a rispondere a lui. Ma non sarebbe il tipo di risposta che vuole. Vuole che noi lo amiamo completamente e liberamente. E mentre il potere può creare l'ubbidienza, solo l'amore produce una risposta di amore.
Così in tutto il suo ministero Gesù ha amato tutti, ma non costretto nessuno.
Il giovane ricco: "lo guardò, lo amò", ma poi lo lasciò andare via.
Quando molti dei suoi discepoli si sono tirati indietro e non andavano più con lui, Gesù ha detto ai dodici: "Non volete andarvene anche voi?".
Giuda
L'invito: "Se uno vuol venire dietro a me, rinunzi a sé stesso, prenda la sua croce e mi segua" non costringe o obbliga affatto.

La domanda alla fine è: vale la pena? Anche se il diavolo non è riuscito a fare cadere a Gesù, forse non pensava neanche di aver perso. Il ritegno da parte di Gesù di usare il suo potere per costringerci a credere significa che per 2000 anni il male ha libertà di agire. Significa che il mondo è di Satana. Anche se Gesù non giocava secondo le regole di Satana, lui sì ha continuato a usare il suo potere per sé stesso.
Il ritegno di Dio crea delle opportunità per coloro che si oppongono a Dio.
Vale la pena avere tutta questa libertà, se la conseguenza è il mondo malato che vediamo e subiamo? Io non posso rispondere, perché non è la mia decisione, ma di Dio, e secondo lui sì, vale la pena. Vale la pena per Dio essere respinto dalla maggioranza, affinché alcuni lo amino di più. Vale la pena per Gesù sottomettersi alla morte, per rinnovare i suoi seguaci. E mi fido della sua decisione, soprattutto perché costa molto di più a Dio che quanto costi a noi.

Siccome Gesù era completamente umano, le sue tentazioni sono anche le nostre tentazioni. La libertà che Gesù ci ha lasciati nelle sue tentazioni è propria la libertà che esercitiamo ogni volta che siamo tentati a seguire la nostra via piuttosto di quella di Dio. Quando siamo tentati a servire noi stessi invece di dipendere completamente da Dio. Diversamente da Gesù, però, falliamo, non sempre resistiamo alle tentazioni del diavolo, non abbiamo la stessa fiducia che la via di Dio è quella giusta e vogliamo le soluzioni veloci, semplici ai nostri problemi.
Mentiamo, perché è più facile che fidarci della verità, anche quando ci fa male.
Non aiutiamo gli altri, perché ci costa.
Cerchiamo di dominare gli altri invece di servirli.
In tutte queste situazioni, dobbiamo pregare di aver la stessa fiducia e pazienza che Gesù aveva nelle sue tentazioni. Dobbiamo riflettere su come Gesù ha risposto, e chiedere il suo aiuto, perché "noi abbiamo un sommo sacerdote [Gesù] che può simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato" e siccome "egli stesso ha sofferto la tentazione, può venire in aiuto di quelli che sono tentati".