GIUSEPPE VENDUTO

Genesi 37:1

Scritto da giudrago.

4/5/2008

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Genesi 37. Giuseppe fu venduto, solo, dai fratelli? Famosa, è la storia di Giuseppe che sto per raccontare.
Durante il percorso, scopriremo alcuni aspetti inconsueti che, certamente, susciteranno perplessità per lo svolgersi delle vicende, ed anche di riflessione, per come una relazione famigliare possa trasformarsi in tragedia, e poi, per mano di Dio, volgersi, in benedizione.
Sappiamo, che Giuseppe, allÂ’età di diciassettÂ’anni, aveva ricevuto da Dio il potere di interpretare i sogni che gli erano raccontati, di volta in volta, dai vari personaggi. Per questo motivo Giacobbe, nutriva verso di lui un particolare amore, ma nello stesso tempo esercitava un singolare controllo nel seguire lo sviluppo delle vicende intorno alla sua vita, ed anche per il fatto strano ché lo aveva avuto nella sua vecchiezza, da Rachele.
Genesi 37:4 I suoi fratelli vedevano che il loro padre lÂ’amava più di tutti gli altri fratelli; perciò lÂ’odiavano e non potevano parlargli amichevolmente.
LÂ’odio dei fratelli verso Giuseppe, si accrebbe, quando, un giorno raccontò loro di avere sognato, Genesi 37:7 Â…Â…Â…Â…dei covoni in mezzo ai campi, ed ecco che il mio covone si alzò e restò diritto; i vostri covoni si radunarono intorno al mio covone e gli sÂ’inchinarono davanti».
Il ragazzo, nella sua ingenuità, non si immaginava che quello che raccontava dei sogni, potesse creare del risentimento nellÂ’animo dei suoi fratelli, ma ancora più delicato era il caso, quando questi sogni si avveravano; allora il preannunzio di una situazione scomoda, avrebbe messo in allarme quel soggetto e la situazione, avrebbe fatto scaturire odio nei suoi confronti.
Tuttavia, la relazione di Giuseppe e dei suoi fratelli, si cominciò ad incrinane maggiorante, quando, egli raccontò un altro sogno che aveva fatto, ai suoi genitori.
Genesi 37:9 Â…Â…Â…Â….Egli fece ancora un altro sogno e lo raccontò ai suoi fratelli, dicendo: «Ho fatto un altro sogno! Il sole, la luna e undici stelle si inchinavano davanti a me».
Genesi 37:10 Egli lo raccontò a suo padre e ai suoi fratelli; suo padre lo sgridò e gli disse: «Che significa questo sogno che hai fatto? Dovremo dunque io, tua madre e i tuoi fratelli venire a inchinarci fino a terra davanti a te?
Come si può facilmente intuire le cose si mettono male per Giuseppe, e di seguito vediamo il perché.
Quelle parole dette da suo padre, (suo padre lo sgridòÂ…Â…. e dovremo dunque io, tua madre e i tuoi fratelli venire a inchinarci fino a terra davanti a te?) non sono da sottovalutarle, anzi, se i fratelli, mormorando, perpetravano come farlo scomparire dalla famiglia, diverso e più pericoloso fu il piano di Giacobbe.
Premetto, che oltre gli occhi degli uomini, ci sta sempre lÂ’occhio di Dio; cioè nessuno può dire al contrario, del fatto che Dio, in quel momento, stava preparando un piano divino.
Seguendo i fatti, esce fuori un certo comportamento da parte di Giacobbe che causerà una svolta decisiva allÂ’accadimento delle vicende.
Così i fatti, si svolgono nel modo come sono esposti: in occasione che i fratelli vanno a Sichem per pascolare il gregge, ecco che si mette in atto il piano di Giacobbe.
Egli non dimenticando affatto quanto Giuseppe disse intorno al sogno delle stelle, della luna ed il sole, disse a Giuseppe:
Genesi 37:14 Israele gli disse: «VaÂ’ a vedere se i tuoi fratelli stanno bene e se tutto procede bene con il gregge; poi torna a dirmelo». Così lo mandò dalla valle di Ebron, e Giuseppe arrivò a Sichem .
Riflettiamo ai presupposti: Giacobbe, amava Giuseppe più degli altri figli, lo faceva vestire con una tunica dalle lunghe maniche (vestiario che addiceva ad un nobile per allora), era il figlio atteso che ebbe nella sua vecchiezza e sapeva che Dio era con lui per i sogni che si avveravano.
Israele, non considerando tutte queste prerogative, né dei sentimenti paterni, né della realtà divina, pose in essere un temerario piano, che fu quello di mandare suo figlio, a piedi, appena diciassettenne, su una distanza di circa 100 km, da Hebron fino a Sichem, col rischio di essere sbranato da un leone o da altra fiera e con la probabilità di essere anche preso, come schiavo, dalle carovane in transito.
Immaginiamo cosa avrà detto Israele, fra se: sÂ’è come dici, Â…..il sole e la luna e le stelle si piegheranno a te, vediamo ora, se ti metto di fronte al pericolo, se veramente Dio è con te. Per rincarare il fardello, su quella missione, Giuseppe, doveva anche ritornare da solo, per portargli la notizia, non avendogli, Giacobbe suggerito, nemmeno di tornare a casa con i suoi fratelli. Dai fatti, si deduce che il piano non era quello che avrebbe dato un buon padre di famiglia.
Nel seguito, quando Giacobbe vide che Giuseppe non tornò, cominciò a sentirsi in colpa e si strappò i vestiti e fremeva dentro di se e pianse per lungo tempo.
Genesi 37:34 Allora Giacobbe si stracciò le vesti, indossò il sacco, e fece cordoglio di suo figlio Giuseppe, per molti giorni.
Ecco, che nella sua espressione di dolore si intravede, sottilmente, un senso di colpa per quello che aveva orchestrato.
Giacobbe, non si dava pace al dolore di avere perso il figlio amato ed al pensiero di avere tentato, anche, Dio.
giuseppe drago