STRUMENTO VALIDO Isaia 6:1-8 Scritto da Aceto Giacomo. 30/4/2022 Numero di voti per questo studio: 0
“ Nell'anno della morte del re Uzzia, vidi il Signore seduto sopra un trono alto, molto elevato, e i lembi del suo mantello riempivano il tempio. Sopra di lui stavano dei serafini, ognuno dei quali aveva sei ali; con due si copriva la faccia, con due si copriva i piedi, e con due volava. L'uno gridava all'altro e diceva: «Santo, santo, santo è il SIGNORE degli eserciti! Tutta la terra è piena della sua gloria!» Le porte furono scosse fin dalle loro fondamenta dalla voce di loro che gridavano, e la casa fu piena di fumo. Allora io dissi: «Guai a me, sono perduto! Perché io sono un uomo dalle labbra impure e abito in mezzo a un popolo dalle labbra impure; e i miei occhi hanno visto il Re, il SIGNORE degli eserciti!» Ma uno dei serafini volò verso di me, tenendo in mano un carbone ardente, tolto con le molle dall'altare. Mi toccò con esso la bocca, e disse: «Ecco, questo ti ha toccato le labbra, la tua iniquità è tolta e il tuo peccato è espiato». Poi udii la voce del Signore che diceva: «Chi manderò? E chi andrà per noi?» Allora io risposi: «Eccomi, manda me!»”
Il capitolo che abbiamo letto, è uno dei più particolari e anche belli , dello scritto di Isaia, in quanto ci presenta una scena che non appartiene a questa realtà, ma al mondo dello spirito. Qui vediamo Dio assiso sul suo trono nella sua grande maestà, e gli angeli (serafini), che volavano al di sopra dicendo “Santo, santo, santo è il SIGNORE degli eserciti!”. Ciò su cui mi soffermerò è la chiamata al servizio di Isaia, e quali qualità egli dimostra tangibilmente, dimostrando la sua attitudine al compito a cui viene chiamato, un vero valido strumento, e quali sono i passi che lo portano al servizio.
1) PRIMO PASSO : GIUDIZIO SOBRIO DI SE STESSO.
Isaia alla visione della Santità di Dio, non può fare a meno di pronunciare quella frase : «Guai a me, sono perduto! Perché io sono un uomo dalle labbra impure e abito in mezzo a un popolo dalle labbra impure; e i miei occhi hanno visto il Re, il SIGNORE degli eserciti!», dimostrando in modo inequivocabile, che la Santità di Dio mette in evidenza il nostro stato di uomini peccatori. E tali siamo nella realtà, ma non sempre siamo disposti a riconoscerlo e ad ammettere che tale è la verità. Chiaramente, in vista di un servizio a Dio, dobbiamo comprendere che Lui non va cercando persone degne, anche perché non ne troverebbe di certo, ma persone disposte a riconoscere la propria indegnità, persone che sappiano riconoscere la realtà interiore di uomini peccatori e disposti a farsi cambiare. “Per la grazia che mi è stata concessa, dico quindi a ciascuno di voi che non abbia di sé un concetto più alto di quello che deve avere, ma abbia di sé un concetto sobrio, secondo la misura di fede che Dio ha assegnata a ciascuno” Romani 12:3. Dio apprezza la sobrietà nell’uomo, dove per sobrietà è da intendere un giudizio di se stessi, consono e vicino alla realtà del giudizio di Dio.
a) “Allora Davide disse a Natan: «Ho peccato contro il SIGNORE». Natan rispose a Davide: «Il SIGNORE ha perdonato il tuo peccato; tu non morrai” 2Samuele 12:13.
Dio perdona il re Davide perché seppe umiliarsi e riconoscere il suo errore, a differenza del re Saul, che così non fece, potendo continuare a essere l’unto di Dio.
b) “Simon Pietro, veduto ciò, si gettò ai piedi di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore” Luca 5:8. Dio perdona a Pietro nel momento che si prostra ai suoi piedi.
c) “Egli, tutto tremante e spaventato, disse: Signore, che vuoi che io faccia? Il Signore gli disse: alzati, entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare” Atti 9:6. Dio perdona Saul quando si riconosce peccatore.
2) SECONDO PASSO: LA PURIFICAZIONE.
La visione continua con la scena dell’angelo, che vola verso Isaia con un carbone ardente tolto con le molle dall’altare. Dopo l’aver riconosciuto il suo stato spirituale, viene la purificazione. Nessuno può arrogarsi il diritto di operare nel campo di Dio, se non prima Dio attua la purificazione. Comprendiamo pure che tale atto è qualcosa che solo Dio può compiere nella vita dell’uomo, nessuno può purificare da solo la propria vita. La purificazione è prerogativa del nostro Signore e solo a Lui spetta di realizzarla in noi, ciò avviene dopo aver riconosciuto il proprio stato di peccatori. Molto significativo è quel di carbone ardente con cui purifica la bocca del profeta, come a significare che solo il fuoco Divino è in grado di purificarci efficacemente. Chiediamo al nostro Signore che il fuoco dello Spirito Santo, purifichi la nostra vita, che tocchi ogni nostra parte del corpo che ci trascina a corruzione, affinché possiamo diventare servitori validi nel Suo campo. Abbiamo parlato prima di Davide, di Pietro, di Paolo, impariamo da loro se vogliamo essere servitori di Dio efficaci, solo dopo l’umiliazione di essersi riconosciuti peccatori, Dio li ha innalzati. Un esempi classico è dato dai sacerdoti, in quanto potevano svolgere ufficio di purificazione mediante sacrificio solo quando avevano purificato se stessi prima.
“Infatti non potevano celebrarla al tempo dovuto, perché i sacerdoti non si erano santificati in numero sufficiente, e il popolo non si era radunato a Gerusalemme” 2Cronache 30:3.
In ultimo vorrei fare risaltare l’espressione,” la tua iniquità è tolta e il tuo peccato è espiato”, il termine che usa “espiato”, ci riporta all’attualità dei nostri tempi, tempi di ravvedimento tramite espiazione che Gesù il nostro signore ha fatto sulla croce per noi.
3) TERZO PASSO: IL SERVIZIO.
Terzo ed ultimo passo di questa riflessione, riguarda il servizio vero e proprio, che avviene, cosi come abbiamo accennato, dopo una vera conversione e un grande purificazione. “E chi andrà per noi?» Allora io risposi: «Eccomi, manda me!” per poter affrontare serenamente il servizio a Dio, bisogna per forza di cose essere purificati. Dio ancora oggi fa la stessa domanda di allora, “E chi andrà per noi?. L’onnipotente Dio, colui che potrebbe fare tutto da solo, vuole la nostra collaborazione. Dio vuole costruire con noi e per noi, ecco perché le sue parole oggi sono più che mai attuali. Dobbiamo solo stare attenti alla sua voce, e rispondere in un modo veramente adeguato «Eccomi, manda me!»”. Dio ama i volontari animati da spirito di mansuetudine e sottomissione.
“Io ringrazio colui che mi ha reso forte, Cristo Gesù, nostro Signore, per avermi stimato degno della sua fiducia, ponendo al suo servizio me” 1Timoteo 1:12. L’avermi stimato degno, presuppone una verifica fatta da Dio nei nostri riguardi, e dopo avere trovato un cuore rinnovato, vi è l’investitura alla collaborazione. Chiediamo continuamente a Dio l’olio dell’unzione, che inondi la nostra vita, l’olio che ci purifica, ma che nello stesso tempo ci mette in condizione di intraprendere un lavoro per il nostro Dio. Lo Spirito Santo è l’olio per eccellenza per una unzione santa e santificatrice della nostra vita.
CONCLUSIONE
Nell’affidare un compito all’uomo, Dio è giustamente molto attento, al fine di evitare banali errori. Pensate che provò anche Gesù il suo unigenito figlio, infatti sta scritto:
“Nei giorni della sua carne, con alte grida e con lacrime egli offrì preghiere e suppliche a colui che poteva salvarlo dalla morte ed è stato esaudito per la sua pietà. Benché fosse Figlio, imparò l'ubbidienza dalle cose che soffrì; e, reso perfetto, divenne per tutti quelli che gli ubbidiscono, autore di salvezza eterna, essendo da Dio proclamato sommo sacerdote secondo l'ordine di Melchisede” Ebrei 5:7-10
Vogliamo essere veramente strumenti validi nelle sue mani? Una sola è la strada che dobbiamo battere, quella di non essere arroganti, ma umili e sottomessi, come ci hanno insegnato i grandi uomini di Dio, e poi lasciarsi purificare dal fuoco di Dio, dallo Spirito Santo di Dio.
Dio ci benedica.
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