Commentario abbreviato:Luca 11:3329 Versetti 29-36 Cristo promise che sarebbe stato dato un altro segno, quello del profeta Giona, che in Matteo è spiegato come la risurrezione di Cristo, e li avvertì di migliorare questo segno. Ma anche se Cristo stesso fosse il predicatore costante di ogni congregazione e operasse quotidianamente miracoli in mezzo a loro, se la sua grazia non umiliasse i loro cuori, non trarrebbero profitto dalla sua parola. Non desideriamo più prove e insegnamenti più completi di quelli che il Signore si compiace di offrirci. Dobbiamo pregare senza sosta affinché i nostri cuori e le nostre menti si aprano, per trarre profitto dalla luce di cui godiamo. E soprattutto facciamo attenzione che la luce che è in noi non sia tenebra; perché se i nostri principi guida sono sbagliati, il nostro giudizio e la nostra pratica devono diventarlo ancora di più. Diodati:Luca 11:33OR niuno, avendo accesa una lampana, la mette in luogo nascosto, nè sotto il moggio; anzi sopra il candelliere, acciocchè coloro che entrano veggan la luce. Martini:Luca 11:33Nessuno, accesa che ha la lampana, la pone in un nascondiglio, o sotto il moggio; ma sopra il candeliere, affinchè chi entra, vegga lume. Nuova Diodati:Luca 11:33La lampada del corpo Nuova Riveduta:Luca 11:33Parabola della lampada e dell'occhio Ricciotti:Luca 11:33L'occhio dell'anima Riferimenti incrociati:Luca 11:33Lu 8:16,17; Mat 5:15; Mar 4:21,22 Riveduta:Luca 11:33Nessuno, quand'ha acceso una lampada, la mette in un luogo nascosto o sotto il moggio; anzi la mette sul candeliere, affinché coloro che entrano veggano la luce. Riveduta 2020:Luca 11:33La parabola della lampada e dell'occhio Tintori:Luca 11:33Nessuno, acceso un lume, lo mette in luogo nascosto o sotto il moggio; ma sul candeliere, affinchè chi entra vegga luce. Dimensione testo: |