Commentario abbreviato:Romani 16:7Capitolo 16 L'apostolo raccomanda Febe alla chiesa di Roma e saluta alcuni amici che si trovano lì Rom 16:1-16 Ammonisce la chiesa contro coloro che creano divisioni Rom 16:17-20 Saluti cristiani Rom 16:21-24 L'epistola si conclude con l'attribuzione della gloria a Dio Rom 16:25-27 Versetti 1-16 Paolo raccomanda Febe ai cristiani di Roma. I cristiani devono aiutarsi l'un l'altro nei loro affari, soprattutto con gli stranieri; non sappiamo di quale aiuto potremmo avere bisogno noi stessi. Paolo chiede aiuto per uno che è stato utile a molti; chi annaffia sarà annaffiato anche lui. Sebbene la cura di tutte le Chiese lo impegnasse quotidianamente, egli era in grado di ricordare molte persone e di inviare saluti a ciascuna di esse, con caratteristiche particolari, ed esprimere preoccupazione per loro. Per evitare che qualcuno si senta ferito, come se Paolo si fosse dimenticato di lui, invia i suoi ricordi agli altri, come fratelli e santi, anche se non nominati. Aggiunge, in chiusura, un saluto generale a tutti loro, a nome delle Chiese di Cristo. Diodati:Romani 16:7Salutate Andronico e Giunia, miei parenti, e miei compagni di prigione, i quali son segnalati fra gli apostoli, ed anche sono stati innanzi a me in Cristo. Nuova Diodati:Romani 16:7Salutate Andronico e Giunia, miei parenti e compagni di prigione, i quali sono segnalati fra gli apostoli, e anche sono stati in Cristo prima di me. Nuova Riveduta:Romani 16:7Salutate Andronico e Giunia, miei parenti e compagni di prigionia, i quali si sono segnalati fra gli apostoli ed erano in Cristo già prima di me. Riferimenti incrociati:Romani 16:7Rom 16:11,21 Riveduta:Romani 16:7Salutate Andronico e Giunio, miei parenti e compagni di prigione, i quali sono segnalati fra gli apostoli, e anche sono stati in Cristo prima di me. Dimensione testo: Indirizzo di questa pagina: |