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Esodo 271 Capitolo 27 L'altare dei sacrifici. (1-8) Il cortile del tabernacolo. (9-19) L'olio per le lampade. (20,21) Versi 1-8 Nel cortile davanti al tabernacolo, dove si trovava il popolo, c'era un altare, dove esso doveva portare i sacrifici e sul quale i sacerdoti dovevano offrirli a Dio. Era di legno ricoperto d'ottone. C'era una grata di ottone nella cavità dell'altare, in mezzo al quale ardeva il fuoco e veniva bruciato il sacrificio. Era fatto a mo' di rete come un setaccio appeso sulla cavità, attraverso cui le ceneri potevano cadere. Questo altare bronzeo simboleggiava Cristo che moriva per espiare i nostri peccati. Il legno veniva consumato da un fuoco dal cielo, se non fosse stato protetto dall'ottone: né poteva la natura umana di Cristo portare la collera di Dio, se non fosse stata sostenuta dalla potenza Divina. 9 Versi 9-19 Al tabernacolo era annesso un cortile lungo circa sessanta metri e largo trenta, formato da tende appese su colonne, fissate su prese bronzee. All'interno di questa chiusura i sacerdoti e i Leviti offrivano i sacrifici e là soltanto era ammessa la presenza del popolo. Queste distinzioni rappresentano la differenza fra la chiesa visibile e la vera chiesa spirituale, che ha l'accesso a Dio e la comunione con lui. 20 Versi 20-21 L'olio puro indica i doni e le grazie dello Spirito, che ricevono tutti i credenti da Cristo, il buon Olio e senza quale la nostra luce non può splendere davanti agli uomini. I sacerdoti dovevano avere cura della luce delle lampade. È il lavoro dei ministri che, predicando ed esponendo Le Scritture, sono come una lampada che illumina la chiesa, il tabernacolo di Dio sulla terra. Benedetto sia Dio che questa luce non è limitata oggi solo al tabernacolo Giudeo, ma è una luce per illuminare i gentili e per portare la salvezza fino agli estremi confini della terra. Dimensione testo: Indirizzo di questa pagina: |