Commentario abbreviato:

Luca 20

1 Capitolo 20

I sacerdoti e gli scribi mettono in discussione l'autorità di Cristo Lc 20:1-8

La parabola della vigna e dei vignaioli Lc 20:9-19

Del tributo Lc 20:20-26

Riguardo alla risurrezione Lc 20:27-38

Gli scribi messi a tacere Lc 20:39-47

Versetti 1-8

Spesso gli uomini pretendono di esaminare le prove della rivelazione e la verità del Vangelo, mentre cercano solo scuse per la loro incredulità e disobbedienza. Cristo rispose a questi sacerdoti e scribi con una domanda chiara sul battesimo di Giovanni, alla quale la gente comune poteva rispondere. Tutti sapevano che veniva dal cielo e che non c'era nulla di terreno. A coloro che seppelliscono la conoscenza che hanno, viene giustamente negata un'ulteriore conoscenza. Era giusto che Cristo rifiutasse di rendere conto della sua autorità a coloro che sapevano che il battesimo di Giovanni veniva dal cielo, ma non volevano credere in lui, né riconoscere la loro conoscenza.

9 Versetti 9-19

Cristo pronunciò questa parabola contro coloro che decidevano di non riconoscere la sua autorità, nonostante le prove di essa fossero così evidenti. Quanti assomigliano ai Giudei che uccisero i profeti e crocifissero Cristo, nella loro inimicizia verso Dio e nell'avversione al suo servizio, desiderosi di vivere secondo i loro desideri, senza controllo! Tutti coloro che sono favoriti dalla parola di Dio facciano attenzione a fare un uso corretto dei loro vantaggi. Terribile sarà la sorte sia di coloro che rifiutano il Figlio, sia di coloro che professano di riverirlo, ma non rendono i frutti a tempo debito. Sebbene non potessero non riconoscere che per un tale peccato era giusta una tale punizione, non potevano tuttavia sopportare di sentirla. È la follia dei peccatori, che perseverano nelle vie del peccato, pur temendo la distruzione alla fine di tali vie.

20 Versetti 20-26

Coloro che sono più astuti nei loro disegni contro Cristo e il suo Vangelo, non possono nasconderli. Egli non diede una risposta diretta, ma li rimproverò perché si proponevano di imporglielo; ed essi non riuscirono a trovare nulla con cui sobillare il governatore o il popolo contro di lui. La saggezza che viene dall'alto indirizzerà tutti coloro che insegnano veramente la via di Dio a evitare le insidie che gli uomini malvagi tendono loro; e insegnerà il nostro dovere verso Dio, verso i nostri governanti e verso tutti gli uomini, in modo così chiaro che gli avversari non avranno nulla di male da dire su di noi.

27 Versetti 27-38

È comune per coloro che intendono minare qualsiasi verità di Dio, caricarla di difficoltà. Ma facciamo un torto a noi stessi e alla verità di Cristo quando ci formiamo un'idea del mondo degli spiriti in base al mondo dei sensi. Ci sono più mondi: un mondo visibile presente e un mondo invisibile futuro; ognuno metta a confronto questo e quel mondo e dia la preferenza nei suoi pensieri e nelle sue preoccupazioni a quello che li merita. I credenti otterranno la risurrezione dai morti, cioè la risurrezione benedetta. Quale sarà la condizione felice degli abitanti di quel mondo, non possiamo esprimerlo o concepirlo, 1Cor 2:9. Coloro che sono entrati nella gioia del loro Signore, sono interamente presi da essa; quando c'è la perfezione della santità, non ci sarà occasione di preservarsi dal peccato. E quando Dio si è definito il Dio di questi patriarchi, intendeva dire che era un Dio sufficiente per loro (Gen 17:1), la loro ricompensa più grande (Gen 15:1). Egli non ha mai fatto per loro in questo mondo ciò che rispondeva alla piena portata del suo impegno; perciò ci deve essere un'altra vita, in cui farà per loro ciò che adempirà completamente alla promessa.

39 Versetti 39-47

Gli scribi lodarono la risposta di Cristo ai Sadducei sulla risurrezione, ma furono messi a tacere da una domanda sul Messia. Cristo, come Dio, era il Signore di Davide; ma Cristo, come uomo, era il figlio di Davide. Gli scribi avrebbero ricevuto il giudizio più severo per aver frodato le povere vedove e per aver abusato della religione, in particolare della preghiera, che usavano come pretesto per portare avanti piani mondani e malvagi. La pietà disordinata è un doppio peccato. Supplichiamo allora Dio di tenerci lontani dall'orgoglio, dall'ambizione, dalla cupidigia e da ogni cosa malvagia, e di insegnarci a cercare l'onore che viene solo da Lui.

Commentario del Nuovo Testamento:

Luca 20

1 CAPO 20 - ANALISI

1. L'autorità di Gesù messa in dubbio da una deputazione del Sinedrio. Irritati oltre ogni misura dagli eventi accaduti in quel momento, cioè dall'entrata trionfale di Gesù in Gerusalemme, dalla purificazione del tempio, dagli osanna dei bambini, e dai miracoli che egli compiva perfino nei sacri cortili (dove non avea mai fino allora mostrato in quel modo il suo divino potere), una deputazione di sacerdoti, di scribi e di anziani (i tre grandi corpi che costituivano il Sinedrio), in virtù della loro autorità come custodi della religione e dei buoni costumi del popolo, e come guardiani del tempio, si avvicinò a Gesù, come già prima al Battista Giovanni 1:19-28, domandando con qual diritto facesse queste cose, e da chi lo avesse ricevuto. Tenuto conto dei motivi che li spingevano a ciò, come pure del fatto che avevano in mano tanto da rispondere da sé alle proprie domande, Gesù avrebbe potuto ricusarsi a rispondere; fa loro invece una domanda, sopra un soggetto in apparenza diverso, non per evadere la loro, ma perché essa conteneva, se vi rispondevano dirittamente, una risposta sufficiente a quanto gli aveano chiesto. Quella domanda eccola: «Il battesimo di Giovanni era egli dal cielo, o dagli uomini?» la parola battesimo indicando qui evidentemente tutta quanta l'opera del Precursore. Se essi riconoscevano divina la missione del Battista, doveano per necessaria conseguenza riconoscere che da Dio pure derivava Cristo la sua autorità; poiché Giovanni lo aveva ripetutamente additato come il Messia, come quel «più forte di lui, di cui egli non era degno di sciogliere il correggiuol delle scarpe». Essi non avevano mai apertamente sconfessato Giovanni come profeta, e benché non avessero simpatia alcuna per i suoi insegnamenti, motivi di prudenza li consigliavano a lasciar credere che essi pure partecipavano alla credenza popolare a suo riguardo. Ma erano astuti abbastanza per comprendere che la, loro risposta, qualunque essa fosse, li avrebbe messi fra le corna di un dilemma. Se, riconoscevano che la missione di Giovanni era stata divina nella sua origine, Cristo poteva subito dir loro: Perché dunque non accettate la sua testimonianza a mio riguardo come Messia, e perché mettete in quistione l'autorità mia di far queste cose? D'altra parte, dichiarandosi contro alla divina missione del Battista, temevano di suscitare un tumulto e di venir lapidati dal popolo persuasissimo che Giovanni era profeta. Ebbero dunque ricorso ad una menzogna: «Non sappiamo». Con questa loro ipocrisia e codardaggine aveano perduto ogni diritto ad essere istruiti della natura e della origine dell'autorità che Cristo esercitava. In breve la risposta di Gesù significava: "Poiché voi che pretendete d'essere guardiani della religione a prò del popolo, non potete nemmanco determinar la sorgente della autorità del Battista, è inutile parlarvi della mia" Luca 20:1-8.

2. Parabola dei vignaiuoli scellerati. Questa parabola come pure quella dei due figli Matteo 21:28, non fu rivolta esclusivamente alla deputazione del Sinedrio cui Gesù avea turata la bocca, come sappiamo da Matteo e da Marco, ma pure al popolo cui stava predicando prima della venuta di quella, e che tuttora si affollava intorno ai disputanti. Lo scopo di questa parabola era di mettere sotto gli occhi così del popolo come dei suoi rettori la condotta degli Israeliti, per tutto il corso della loro storia come chiesa o popolo eletto, verso i profeti o messaggieri di Dio e verso di lui medesimo come Figlio di Dio, l'ultimo ed il più grande della lunga serie; ammonendoli al tempo stesso delle inevitabili conseguenze che ne avverrebbero per loro medesimi; perdita cioè dei loro privilegi speciali, i quali verrebbero trasferiti ad altri più atti a farne buon uso. A questo scopo parla loro di una vigna, accuratamente cinta e provvista di tutto il necessario allogata a certi coltivatori; un servo dopo l'altro vien mandato dal padrone della vigna per ricevere i frutti; tutti vengono successivamente battuti, lapidati od uccisi; finalmente manda l'unico e diletto suo figlio, e questi incorre nella sorte medesima, viene ucciso e buttato fuori della vigna. In risposta quindi alla domanda: «Che farà il padrone della vigna a quei vignaiuoli scellerati?» il popolo, senza averne coscienza, pronunzia subito la propria sentenza: «Egli verrà e distruggerà quei lavoranti, e darà la vigna ad altri». Nell'udire questo verdetto naturale della retta coscienza popolare, la deputazione quasi involontariamente esclama: «Così non sia!» e su ciò Gesù cita la profezia del Salmo 118: relativamente alla «pietra che gli edificatori han riprovata e che è divenuta il capo del cantone», continuando, per così dire, la profezia della parabola sotto un'altra immagine. Questa pietra del cantone è Gesù medesimo; egli ce la rappresenta primieramente come passiva, sopportando ogni maniera di rozzo trattamento, ma vendicandosi alfine per tutti gl'insulti ricevuti, facendo cadere e rimaner fiaccati i suoi insultatori. Alla fine poi, quasiché fosse investita di qualche forza vitale, sollevata e maneggiata da qualche invisibile e potentissima mano, essa scenderà con forza irresistibile sui suoi schernitori e li ridurrà in polvere Luca 20:9-18.

3. Domande insidiose relative al tributo ed alla risurrezione. I sommi sacerdoti e gli Scribi, ora irritati oltre misura avrebbero voluto arrestar subito Gesù e metterlo a morte, ma li trattiene la manifesta simpatia del popolo verso di lui. Rinunziando alla violenza, ricorrono ora alla frode, proponendogli una serie di domande affin di soprapprenderlo, e di rendergli nemici o i popoli o i Romani loro padroni. La prima, proposta dai Farisei e dagli Erodiani coalizzati, riferivasi alla legittimità della loro sudditanza all'impero romano; ma Gesù vi rispose in modo da evitar quel doppio pericolo, dando al tempo stesso una regola importante ed eccitando la sorpresa e l'ammirazione dei suoi uditori. Chiesta una moneta portante il nome e l'esergo di Cesare, rispose subito: «Rendete adunque a Cesare le cose di Cesare, e a Dio le cose di Dio». Tentarono quindi la prova i Sadducei, con tono più frivolo e schernitore. Mediante la supposizione di un caso esagerato, cercarono di gettare il ridicolo sulla dottrina della risurrezione, presentandola come una enorme assurdità. La risposta del Salvatore contiene una importante vendicazione di quella preziosa dottrina, e da una parte svela la completa loro ignoranza dello stato dei risorti, mentre dall'altra stabilisce l'innegabile testimonianza resa a quella dottrina nell'Antico Testamento. Una terza domanda fatta da un dottore della legge, relativamente all'importanza comparativa dei comandamenti di Dio, ricordata da Matteo e da Marco, viene omessa da Luca. Le risposte date in questa circostanza furono tali che i suoi nemici più non si attentarono a fargli altre domande, perché sentivano che così facendo non riuscivano se non a metter sempre più in evidenza l'impareggiabile saviezza di Cristo Luca 20:19-40.

4. Gesù chiude la bocca ai Farisei, facendo loro una domanda intorno a Davide ed al Messia. Avendo così risposto a tutte le loro quistioni, Gesù, a sua volta, propone agli Scribi un quesito, in cui è interessata una importante profezia messianica, il vero senso della quale era andato perduto o dimenticato. A questo tien dietro un ammonimento al popolo contro dei conduttori così poco meritevoli di fiducia, così per la loro ignoranza come per la loro ipocrisia Luca 20:41-47.

Luca 20:1-8. L'AUTORITÀ DI GESÙ MESSA IN DUBBIO DA UNA DEPUTAZIONE DEL SINEDRIO Matteo 21:23-27; Marco 11:27-33

Per l'esposizione vedi Matteo 21:23-27.

9 Luca 20:9-19. PARABOLA DEI VIGNAIUOLI SCELLERATI Matteo 21:33-46; Marco 12:1-12

Per l'esposizione vedi Matteo 21:33-46.

20 Luca 20:20-40. DOMANDE INSIDIOSE RELATIVE AL TRIBUTO ED ALLA RISURREZIONE Matteo 22:15-33; Marco 12:13-27

Per l'esposizione vedi Marco 12:13-27.

41 Luca 20:41-47. GESÙ CHIUDE LA BOCCA AGLI SCRIBI, FACENDO LORO UNA DOMANDA INTORNO A DAVIDE ED AL MESSIA Matteo 22:41-46; Marco 12:35-40

Per l'esposizione vedi Marco 12:35-40.

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