Cosa rappresenta il capro espiatorio, e chi è Azazel?

Levitico 16:5-22

Una volta all'anno, nel giorno dell'espiazione, il sommo sacerdote prendeva due capri. Un capro (scelto a sorte) era sacrificato nel santuario come espiazione dei peccati d'Israele. Il sommo sacerdote poi metteva le mani sull'altro capro, confessando le iniquità degli Israeliti e così riversandoli sul capro. Il capro era poi mandato nel deserto "ad Azazel". Così in realtà era il primo capro che era il capro espiatorio, anche se nel linguaggio comune moderno qualcuno che porta gli errori degli altri, somigliando così al secondo capro, viene chiamato il capro espiatorio, I due capri rappresentano due aspetti della salvezza dal peccato, la punizione per il peccato e la rimozione del peccato, che sono stati realizzati in modo perfetto nel sacrifico unico di Gesù Cristo (Is 53:5-6).

Ci sono due interpretazioni principali della parola "Azazel", che è usata 4 volte in questo capitolo e mai altrove nella Bibbia. Il Libro di Enoch (un testo apocrifo giudaico del prima secolo a.C.) dice che Azazel era un demonio; se il termine fosse usato al tempo del libro di Levitico è meno chiaro. In ogni caso il capro non era un sacrificio al demonio: pochi versetti dopo in Lev 17:7 quella pratica era proibita, e la Bibbia non insegna mai che serve dare qualcosa ai demoni affinché i peccati siano perdonati. Invece i peccati sarebbero stati mandati via al deserto, un luogo impuro, al dominio del male, dove appartenevano. Un'alternativa è di accettare le consonanti del testo ebraico, ma mettere vocali diverse, siccome le vocali sono un'aggiunta posteriore al testo originale (nel 800 d.C. all'incirca, anche se conformemente alla tradizione orale che era più vecchia di quella data). Infatti, anche la traduzione greca dell'Antico Testamento (la Septuaginta) fa così, traducendo invece "capro che va via" o "capro da mandare via".