La preghiera sacerdotale

Giovanni 17:1-26

Scritto da Aceto Giacomo.

22/7/2022

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Quella che comunemente viene chiamata “La preghiera sacerdotale”, è in realtà la preghiera che Gesù innalza al Padre in presenza dei suoi discepoli in conclusione di quella giornata storica che tutti definiamo “l’ultima cena”, prima che affrontasse il martirio della croce. Egli stesso dice: Luca 22:15 “…. «Ho vivamente desiderato di mangiare questa Pasqua con voi, prima di soffrire …” e certamente comprendiamo il motivo di tanta trepidazione, da quel momento, in pochissimo tempo, sarebbero successe tanti avvenimenti, tutti rivelati dalle profezie e che avrebbero sancito l’inizio di una nuova dispensazione , “ l’era della salvezza”. Nella preghiera in oggetto, ci sono tre obbiettivi che Gesù vuole raggiungere e li mette davanti al trono del Padre: ricevere la gloria che aveva lasciato, preservare dal maligno i discepoli, ricerca di benedizioni per la futura chiesa.

1) ORA, O PADRE, GLORIFICAMI
Come tutti sappiamo, Gesù venendo sulla terra, ha dovuto, come dice la scrittura, annichilire se stesso (Filippesi 2:7) prendendo forma umana in un corpo non preso in prestito, non usurpato, ma creato appositamente per Lui, generato per virtù dello Spirito Santo, al fine di poterlo offrire come sacrificio per il peccato dell’umanità, una sola volta e per sempre. Analizzando il termine annichilì, che i testi moderni traducono con svuotare e altri con spogliare se stesso, comprendiamo che Gesù venuto sulla terra come uomo, rinunciò volontariamente a tutti le prerogative che possedeva nell’essere Dio, conservandone però la dignità, e divenendo simile a carne di peccato, nell’aspetto ma non nella sostanza. Ora chiede al Padre di poter riprendere in tutto e per tutto la gloria che aveva lasciato. Ricorda al Padre che ha adempiuto in modo eccellente la missione che aveva da compiere (v.4-6), glorificare il Padre sulla terra e manifestare il suo nome ai discepoli al fine di creare quel piccolo nucleo di credenti che avrebbe formato la prima chiesa. Gesù afferma: Giovanni 17:6 “Io ho manifestato il tuo nome agli uomini che tu mi hai dati dal mondo; erano tuoi e tu me li hai dati; ed essi hanno osservato la tua parola”, ora desidera riprendere la gloria lasciata, gloria che gli può ridare solo il Padre, Filippesi 2:9-11 “Perciò Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome, affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra, e sotto terra, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre”. Oggi noi sappiamo, perché ci è stato rivelato, che Gesù è alla destra del Padre e intercede per noi credenti. Ricordiamoci che:
a) Gesù morto è certezza di espiazione del peccato dell’uomo.
b) Gesù risuscitato è certezza di perdono dell’uomo peccatore che viene lavato dal sangue di Gesù.
c) Gesù glorificato è certezza di salvezza eterna dell’uomo redento.
Ecco perché Gesù prega il Padre di ridargli la gloria che aveva lasciato “Ora, o Padre, glorificami tu presso di te della gloria che avevo presso di te prima che il mondo esistesse” sa che è necessario ora prendere il suo posto alla destra del Padre per iniziare a intercedere.

2) IO PREGO PER LORO
Il secondo punto della preghiera di Gesù, riguarda proprio i discepoli, quelli che il Padre gli aveva dato. Gesù sente la necessità di pregare per loro, in quanto essi erano portatori del seme della nuova nascita, seme che avrebbero dovuto spargere nel mondo quando Gesù non sarebbe stato più con loro. Cera un rischio che Gesù cerca di scongiurare, fino a quel momento Lui aveva vegliato su di loro, letteralmente dice che li aveva custoditi, Egli li aveva nutriti spiritualmente, aveva dato loro i suoi insegnamenti, ne aveva fatto dei discepoli pronti a diventare a loro volta dei maestri validi per le future generazioni, ma ora avrebbero dovuto affrontare da soli i pericoli che il nemico avrebbe posto davanti al loro cammino, ecco perché sente la necessità di pregare il Padre per loro. Gesù fa tre richieste fondamentali al Padre:
a) Conservali (v. 11) nel tuo nome …. Affinché siano uno, aggiungendo: come noi
b) Preservali (v. 15) dal maligno
c) Santificali (v. 17) nella verità, la tua parola è verità.
Comprendiamo bene quanto siano importanti queste richieste fatte da Gesù, infatti se non fosse intervenuto il Padre, dopo l’ascesa al cielo di Gesù, mandando il Consolatore, oggi potremmo dire che sicuramente non ci sarebbe stata chiesa. Ringraziamo Dio che ha esaudito anche queste richieste di Gesù.

3) NON PREGO SOLTANTO PER QUESTI
L’ultima richiesta di Gesù ci coinvolge in prima persona, Egli concentra la sua preghiera su quanti avrebbero creduto nell’opera redentrice che Egli stava svolgendo tramite la parola che questi discepoli avrebbero sparso da li a poco per tutto il mondo. Noi siamo il frutto di tale opera e della preghiera di Gesù, ecco perché dicevo che questa richiesta ci coinvolge e ci interessa in prima persona. Fondamentalmente Gesù fa due richieste per la futura chiesa:
a) SIANO TUTTI UNO (v. 21) e ribadisce la stessa affermazione che ha fatto per i discepoli “affinché siano uno come noi siamo uno”, questo per poter realizzare, tramite la gloria che Gesù ci ha dato:
a. perfezione nell’unità (v.23)
b. un mondo pronto ad ascoltarci parlare del perdono in Cristo (v. 23)
c. realizzare l’amore del Padre nella nostra vita (v. 23)
a) SIANO CON ME (v. 24) e cosa meravigliosa Gesù dice “voglio”, questo per farci comprendere quanto Egli ci ama profondamente, infatti in Isaia 53:11 leggiamo:“Dopo il tormento dell'anima sua vedrà la luce e sarà soddisfatto; per la sua conoscenza, il mio servo, il giusto, renderà giusti i molti, si caricherà egli stesso delle loro iniquità”, affermando così che noi siamo il frutto del tormento dell’anima sua. Il nostro futuro destino è quello di stare con Gesù per mirare la sua gloria, gloria che vuole condividere con noi, la sua chiesa.

CONCLUSIONE
Il capitolo che abbiamo letto e quindi la preghiera di Gesù, si conclude mettendo l’accento sull’amore di Dio che deve essere conosciuto e realizzato. Tutta la scrittura parla e ci fa intravvedere l’amore di Dio; la venuta di Gesù è frutto dell’amore suo, la sua vita, la sua morte e la sua resurrezione e la sua ascesa al cielo ci parlano dell’amore che Dio ha per il mondo (Giov. 3:16), quei pochi uomini e donne riuniti nell’alto solaio sono l’evidenza tangibile di questo amore, io e te e quanti altri hanno accettato nel tempo la salvezza in Gesù, tramite la parola degli Apostoli, è il frutto di questo grande amore.

La preghiera di Paolo per gli Efesini Efesini 3:14-21
“Per questo motivo piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ogni famiglia nei cieli e sulla terra prende nome, affinché egli vi dia, secondo le ricchezze della sua gloria, di essere potentemente fortificati, mediante lo Spirito suo, nell'uomo interiore, e faccia sì che Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, perché, radicati e fondati nell'amore, siate resi capaci di abbracciare con tutti i santi quale sia la larghezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità dell'amore di Cristo e di conoscere questo amore che sorpassa ogni conoscenza, affinché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio. Or a colui che può, mediante la potenza che opera in noi, fare infinitamente di più di quel che domandiamo o pensiamo, a lui sia la gloria nella chiesa, e in Cristo Gesù, per tutte le età, nei secoli dei secoli. Amen”.

Dio ci benedica.