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Apocalisse 15

1 Capitolo 15

Un canto di lode viene intonato dalla chiesa Ap 15:1-4

Sette angeli con le sette piaghe; e a loro una delle creature viventi dà sette ampolle d'oro piene dell'ira di Dio Ap 15:5-8

Versetti 1-4

Sette angeli apparvero in cielo, pronti a portare a termine la distruzione dell'anticristo. Quando la misura dei peccati di Babilonia fu colmata, essa trovò la piena misura dell'ira divina. Mentre i credenti si trovano in questo mondo, in tempi di difficoltà, come su un mare di vetro misto a fuoco, possono guardare alla loro liberazione finale, mentre nuove misericordie richiamano nuovi inni di lode. Quanto più conosciamo le opere meravigliose di Dio, tanto più loderemo la sua grandezza come Signore Dio Onnipotente, Creatore e Governatore di tutti i mondi; ma il suo titolo di Emmanuele, il Re dei santi, ce lo renderà caro. Chi considera la potenza dell'ira di Dio, il valore del suo favore o la gloria della sua santità, rifiuterebbe di temere e onorare solo lui? La sua lode è al di sopra del cielo e della terra.

5 Versetti 5-8

Nei giudizi che Dio esegue sull'anticristo e sui suoi seguaci, egli adempie le profezie e le promesse della sua Parola. Questi angeli sono preparati per il loro lavoro, vestiti di lino candido e puro, con il petto cinto da una cintura d'oro, che rappresenta la santità, la rettitudine e l'eccellenza di questi rapporti con gli uomini. Sono ministri della giustizia divina e fanno ogni cosa in modo puro e santo. Erano armati dell'ira di Dio contro i suoi nemici. Anche la creatura più meschina, quando è armata dell'ira di Dio, sarà troppo dura per qualsiasi uomo al mondo. Gli angeli ricevettero le fiale da una delle quattro creature viventi, uno dei ministri della vera Chiesa, come risposta alle preghiere dei ministri e del popolo di Dio. L'Anticristo non poteva essere distrutto senza una grande scossa per tutto il mondo, e anche il popolo di Dio sarebbe stato in difficoltà e in confusione mentre si svolgeva la grande opera. Le più grandi liberazioni della Chiesa avvengono attraverso passi terribili e sorprendenti della Provvidenza; e lo stato felice della vera Chiesa non inizierà finché i nemici ostinati non saranno distrutti e i cristiani tiepidi o formali non saranno purificati. Allora, eliminato tutto ciò che è contrario alla Scrittura, l'intera chiesa sarà spirituale, e l'insieme, portato alla purezza, all'unità e alla spiritualità, sarà saldamente stabilito.

Commentario del Nuovo Testamento:

Apocalisse 15

1 Sezione Quarta. Apocalisse 15-16. LA VISIONE DEGLI ANGELI CON LE SETTE COPPE DELL'IRA DI DIO

Apocalisse 15-16 contengono un'unica visione come lo indica il primo versetto del c. 15 che ne da il contenuto essenziale. Non si tratta più qui soltanto di avvertimenti preannunzianti l'avvicinarsi del giudizio, nè di prefigurazioni di esso come nella messe e nella vendemmia della terra, ma si tratta del principio effettivo del giudizio sui nemici, giacchè le sette ultime piaghe non sono più dei castighi disciplinari destinati a produrre il ravvedimento come quelle che seguivano l'apertura dei suggelli o il suono delle trombe, ma sono assai più gravi nei loro effetti di distruzione: le coppe son piene dell'ira dell'Onnipotente; sono il vento che precede la tempesta. A rassicurare il Veggente e i suoi lettori intorno alla sorte dei fedeli, gli è concesso però, fin dal principio della visione, di contemplarli raccolti al sicuro davanti al trono di Dio e intenti a celebrarne le perfezioni; dopo di che, con cuore più tranquillo; egli può seguire i preparativi e quindi l'esecuzione dei prodromi del giudizio che segnerà la vittoria del Cristo sui nemici.

Apocalisse 15:1-4. I vincitori della bestia celebrano anticipatamente le perfezioni del Dio che, attraverso grandi giudizi, redime il suo popolo

Poi vidi nel cielo un altro segno grande e maraviglioso:

Di 'un gran segno nel cielo' e di 'un altro segno' si parla in Apocalisse 12:1,3; e d'altronde sono segni apportatori di rivelazioni anche le apparizioni di Apocalisse 14.

sette angeli che aveano sette piaghe, le ultime; poichè con esse si compie l'ira di Dio.

L'apparizione simultanea di sette angeli com'è narrata in Apocalisse 14:6 e segg., e l'esecuzione della terribile loro missione Apocalisse 16 costituiscon la grandezza del 'segno' maraviglioso. Le piaghe sono le ultime rispetto a quelle menzionate in connessione con le trombe e coi suggelli; non ve ne saranno altre dopo quelle e, si compie con esse, almeno sotto quella forma, l'ira di Dio. Il giudizio propriamente detto manifesterà in modo ancor più completo la giustizia divina Apocalisse 17-20.

2 E vidi come un mare di vetro e di fuoco,

In Apocalisse 4:6 si legge che 'davanti al trono c'era come un mare di vetro, simile a cristallo'; qui, alla limpidezza cristallina s'aggiungono i riflessi color di fuoco, che tale è il senso delle parole 'mare... mescolato con fuoco'. Alla pace della sicurezza raggiunta ed alla santità s'unisce il pensiero delle prove che si son dovute attraversare.

e quelli che avevano ottenuto vittoria sulla bestia

(lett. dalla bestia, così da sfuggire al suo dominio)

e sulla sua immagine

per non adorarla

e sul numero del suo nome

(cfr. Apocalisse 13:14-18) per non portarlo come segno di sudditanza,

i quali stavano in piè sul mar di vetro

(o presso al mare. Cfr. Apocalisse 3:20)

avendo delle arpe di Dio,

cioè delle arpe destinate al servizio di Dio, per accompagnare il canto delle sue lodi. Cfr. Apocalisse 5:8; 14:2.

3 E cantavano il cantico di Mosè, servitore di Dio, e il cantico dell'Agnello.

Il quadro è profetico e mira a infondere nei fedeli che son chiamati a combattere le forze anticristiane, la certezza ch'essi, uniti a Cristo e sotto la sua guida, vinceranno e potranno cantare, nella felicità del cielo, l'inno della redenzione alla gloria di Dio. Si confr. i quadri di Apocalisse 7:9-17; 11:15-19; 14:1-5. Il cantico di Mosè è quello che il Duce dell'antico popolo di Dio intuonò sulle rive del Mar Rosso quando l'esercito del Faraone nemico fu sommerso dalle onde Esodo 15. Il cantico dell'Agnello non è diverso dal primo poichè è sempre il cantico della redenzione, ma della redenzione non più esterna e tipica solamente, bensì spirituale e completa, ed eterna, sotto la guida non di un duce umano imperfetto, ma del Figliuol dell'uomo che, per redimere il suo popolo, versò il proprio sangue e dal trono della gloria spiega la sua potenza per condurre i suoi alla finale vittoria sugli ultimi e più tremendi nemici.

dicendo Grandi e maravigliose sono le tue opere, o Signore Iddio onnipotente;

L'inno è intessuto d'espressioni tolte dai Salmi e dai profeti; ma quel che sorprende è l'assenza di allusioni alla tribolazione da cui sono usciti vittoriosi quelli che lo cantano. Essi sono assorti nella contemplazione delle perfezioni di Dio quali sono apparse nel governo morale del mondo durante il periodo decisivo da loro attraversato e ne salutano con gioia i risultati benefici per l'estensione del regno di Cristo. Le opere di Dio sono quelle di cui parleranno Apocalisse 16 e segg. e che i redenti vedono già compiute, nel quadro profetico.

giuste e veraci sono le tue vie, o Re delle nazioni.

Cfr. Geremia 10:7. Nonostante la loro rivolta, Dio resta il vero re e giudice delle nazioni tutte. La sua condotta severa verso quelle che han seguito l'anticristo è conforme a giustizia e a verità.

4 Chi non temerà, o Signore, e chi non glorificherà il tuo nome? poichè tu solo sei santo;

Gli adoratori della bestia rinnegavano e bestemmiavano Dio; ma dopo il tremendo giudizio che li ha colpiti, chi non temerebbe il nome del Dio che ha mostrato la sua santità nel punire il male e nel salvare i suoi fedeli? Infatti, tutte le nazioni, tutta l'umanità scampata ai giudizi divini, saranno condotte a riconoscere Dio come solo degno del loro culto.

e (lett. poichè) tutte le nazioni verranno e adoreranno nel tuo cospetto, poiché i tuoi giusti giudizi sono stati manifestati.

Anche nel quadro generale di Apocalisse 11 il risultato dei giusti giudizi di Dio ( δικαιωματα) è che il 'rimanente da gloria all'Iddio del cielo' Apocalisse 11:13. La conversione generale delle nazioni fa parte della profezia dell'Antico Testamento Salmi 2; Michea 4; Isaia 2; 11; 60, ecc. Gesù l'adombrò nelle parabole del lievito e del granel di senape. Essa avrà il suo glorioso adempimento nell'epoca del millennio, dopo la vittoria sui nemici del regno di Dio.

5 Apocalisse 15:5-16:1. Sette angeli escon dal tempio celeste e ricevon le sette coppe dell'ira di Dio, con l'ordine di versarle sulla terra

E dopo queste cose,

cioè dopo aver contemplato la scena profetica dei vincitori sul mar di vetro,

vidi, e il tempio del tabernacolo della testimonianza,

s'intende: il tempio (luogo santo e santissimo) appartenente al tabernacolo dov'era custodita la legge scritta sulle due tavole, chiamata 'la testimonianza' perché attestava la volontà di Dio riguardo all'uomo

6 fu aperto nel cielo; e i sette angeli che recavano le sette piaghe usciron dal tempio, vestiti di lino puro e risplendente, e col petto cinto di cinture d'oro.

I loro vestimenti attestano la loro santità e la gloria di cui sono adorni. Cfr. Apocalisse 19:8; 1:13; Atti 10:30, ecc. Escon dal tempio cioè dalla immediata presenza di Dio a significare che la Missione punitiva di cui sono incaricati procede dall'Eterno e fa parte dei suoi disegni. «La misericordia ed i castighi vengono del pari dal santuario perchè i rigori stessi sono diretti a pro del regno di Dio» (Allo).

7 E una delle quattro creature viventi diede ai sette angeli sette coppe d'oro piene dell'ira di Dio, il quale vive nei secoli dei secoli.

La creazione nei suoi rappresentanti genuini brama d'esser liberata da tutto ciò che la corrompe, anche se i castighi devono cader su di essa quale abitazione degli uomini ribelli. Perciò una delle creature viventi è incaricata di dare agli angeli le coppe simboliche piene dell'ira di Dio; e in Apocalisse 19:4 esse si uniscono agli alleluia in occasione del giudizio su Babilonia.

8 E il tempio fu ripieno di fumo a cagione della gloria di Dio e della sua potenza; e nessuno poteva entrare nel tempio finchè fossero compiute le sette piaghe dei sette angeli.

In Esodo 40:34-35 si legge che quando Mosè ebbe finito di erigere il tabernacolo «la nuvola coprì la tenda di convegno e la gloria dell'Eterno riempì il tabernacolo. E Mosè non potè entrare nella tenda di convegno...». Parimente quando fu consacrato il tempio di Salomone, 'la nuvola riempì la casa dell'Eterno e i sacerdoti non poterono rimanervi per fare l'ufficio loro...' 1Re 8:10. Anche nella visione dell'Eterno nel suo tempio Isaia 6, il fumo riempie la casa, quasi a velare la maestà del Dio santo che i serafini adorano coprendosi la faccia. Qui trattandosi della manifestazione dell'ira, la visione viene a significare che Dio resta inaccessibile finchè i decreti della sua giustizia non siano compiuti. Ogni intercessione sarebbe quindi inutile. Cfr. Lamentazione 3:44.

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