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Apocalisse 8

1 Capitolo 8

Il settimo sigillo viene aperto e appaiono sette angeli con sette trombe, pronti a proclamare gli scopi di Dio Ap 8:1-2

Un altro angelo getta il fuoco sulla terra, che produce terribili tempeste di vendetta Ap 8:3-5

I sette angeli si preparano a suonare le loro trombe Ap 8:6

Quattro le suonano Ap 8:7-12

Un altro angelo denuncia i maggiori guai che verranno Ap 8:13

Versetti 1-6

Il settimo sigillo viene aperto. Per un po' di tempo ci fu un profondo silenzio in cielo; tutto era tranquillo nella Chiesa, perché ogni volta che la Chiesa sulla terra grida per l'oppressione, il grido arriva fino al cielo; oppure è un silenzio di attesa. Le trombe furono date agli angeli, che dovevano suonarle. Il Signore Gesù è il Sommo Sacerdote della Chiesa, con un turibolo d'oro e molto incenso, la pienezza dei meriti nella sua persona gloriosa. Se gli uomini studiassero di conoscere la pienezza che è in Cristo e si sforzassero di conoscere la sua eccellenza. Se fossero veramente convinti che Cristo ha un ufficio come quello di Intercessore, che ora svolge con profonda simpatia. A nessuna preghiera, così raccomandata, è mai stato negato l'ascolto e l'accettazione. Queste preghiere, così accettate in cielo, hanno prodotto grandi cambiamenti sulla terra. Il culto e la religione cristiani, puri e celesti nella loro origine e natura, quando furono inviati sulla terra e si scontrarono con le passioni e i progetti mondani degli uomini peccatori, produssero notevoli tumulti, qui esposti in un linguaggio profetico, come il nostro Signore stesso dichiarò, Lu 12:49.

7 Versetti 7-13

Il primo angelo suonò la prima tromba e seguirono grandine e fuoco mescolati al sangue. Una tempesta di eresie, un miscuglio di terribili errori che si abbatte sulla Chiesa, o una tempesta di distruzione. Il secondo angelo suonò e un grande monte, ardente di fuoco, fu gettato nel mare; e la terza parte del mare divenne sangue. Con questo monte alcuni intendono i capi delle persecuzioni; altri, Roma saccheggiata dai Goti e dai Vandali, con grande strage e crudeltà. Il terzo angelo suonò e cadde una stella dal cielo. Alcuni ritengono che si tratti di un eminente governatore, altri di una persona di potere che ha corrotto le chiese di Cristo. Le dottrine del Vangelo, fonti di vita spirituale, di conforto e di vigore per le anime degli uomini, sono corrotte e rese amare dalla mescolanza di pericolosi errori, cosicché le anime degli uomini trovano la rovina dove cercavano ristoro. Il quarto angelo suonò e le tenebre caddero sulle grandi luci del cielo che illuminano il mondo, il sole, la luna e le stelle. Le guide e i governatori sono posti più in alto rispetto al popolo e devono dispensare luce e influssi gentili nei suoi confronti. Quando il Vangelo giunge a un popolo e non ha effetti adeguati sul suo cuore e sulla sua vita, è seguito da giudizi terribili. Dio dà l'allarme con la parola scritta, con i ministri, con la coscienza degli uomini e con i segni dei tempi; così che se gli uomini sono sorpresi, è colpa loro. L'ira di Dio rende amaro ogni conforto e persino la vita stessa è pesante. Ma Dio, in questo mondo, pone dei limiti ai giudizi più terribili. La corruzione della dottrina e del culto nella Chiesa sono grandi giudizi, e sono anche le cause e i segni abituali di altri giudizi che arrivano su un popolo. Prima che venissero suonate le altre tre trombe, si avvertiva solennemente quanto sarebbero state terribili le calamità che sarebbero seguite. Se i giudizi minori non avranno effetto, la Chiesa e il mondo dovranno aspettarsene di più grandi; e quando Dio verrà a punire il mondo, gli abitanti tremeranno davanti a lui. Che i peccatori siano avvertiti di fuggire dall'ira che verrà; che i credenti imparino a valutare e ad essere grati per i loro privilegi e che continuino pazientemente a fare il bene.

Commentario del Nuovo Testamento:

Apocalisse 8

1 Sezione Terza. Apocalisse 8. IL SETTIMO SUGGELLO - LE QUATTRO PRIME TROMBE

E quando l'Agnello ebbe aperto il settimo suggello, si fece silenzio nel cielo per circa lo spazio di mezz'ora.

Colla rottura del settimo suggello il libro dell'avvenire è interamente aperto. Del suo contenuto una parte sola è stata rivelata al veggente; un'altra lo sarà nella nuova serie di visioni che s'inizia coll'apertura dell'ultimo suggello e altre ancora lo saranno quando avrà sonato la settima tromba. A significare l'intensa aspettazione colla quale gli spiriti angelici ed umani seguono lo svolgersi del piano di Dio sulla terra, specialmente nei momenti che paiono decisivi, si fece silenzio nel cielo, quando il Cristo ebbe aperto l'ultimo suggello, e quel silenzio solenne si protrasse per circa mezz'ora. Tace la gran voce di lode dei riscattati, tacciono i cori degli angeli tutto è raccoglimento e adorazione silenziosa.

2 E io vidi i sette angeli che stanno in piè davanti a Dio, e furon date loro sette trombe.

Lo stare in piè o il tenersi davanti a Dio è l'atteggiamento di chi è al servizio o agli ordini immediati di Dio. L'angelo che annunzia la nascita del precursore e poi del Cristo dice a Zaccaria: 'Io son Gabriele che sto davanti a Dio e sono stato mandato... ad annunziarti...' Luca 1:19. Il modo in cui si parla qui dei sette angeli a cui son date le trombe che daranno il segnale dei giudici di Dio, mostra che si tratta di arcangeli, o quanto meno di angeli di un ordine molto elevato. Il vederli muniti di trombe e pronti a dare dei segnali accresce in tutti l'aspettazione. I fedeli però devono aver la certezza che Dio, nello svolgere il suo regno, tiene conto delle preghiere ch'essi fanno salire dinanzi a Lui, specialmente nei tempi della lor distretta. E questo fatto è messo in rilievo in Apocalisse 8:3-5.

3 E un altro angelo venne e si fermò presso l'altare, avendo un turribolo d'oro;

A motivo delle funzioni sacerdotali compiute da quest'angelo, alcuni interpreti hanno creduto che si trattasse del Signor Gesù, il Mediatore tra Dio e gli uomini, per i meriti e l'intercessione del quale le preghiere dei credenti possono essere esaudite. Ma perchè sarebbe allora designato come un altro angelo, diverso dai sette, ma pur sempre spirito creato e ministratore come loro? D'altronde le preghiere dei fedeli, secondo l'ordine di Gesù, sono state fatte 'nel suo nome'. L'angelo compie un servizio, i profumi che deve far fumare sull'altare gli son dati per ordine di Dio, e l'atto che compie è destinato a mettere in evidenza un fatto: 'che, cioè, nel modo e nel momento opportuni, Dio risponde al grido che sale dalla sua Chiesa tribolata ad implorare la liberazione, la fine del regno del male. L'altare qui mentovato pare essere quello dei profumi, che nel tempio terrestre era posto davanti all'arca. Nel turribolo c'è la brace che l'angelo verserà sull'altare e sulla quale spargerà i profumi che gli son dati.

e gli furon dati molti profumi affinchè li unisse alle preghiere di tutti i santi sull'altare d'oro che era davanti al trono.

Il greco porta: 'affinché li desse alle preghiere...' a significare ch'è venuto il momento in cui Dio accoglie benignamente le preghiere dei suoi, per esaudirle. All'apertura del quinto suggello s'erano udite le anime dei martiri che chiedevano giustizia e s'era lor detto di pazientare ancora un poco. Qui si parla delle preghiere di tutti i santi, non dei soli martiri. E la chiesa intera che grida a Dio e l'atto dell'angelo può rappresentare il consenso degli spiriti celesti, il loro Amen alle preghiere dei santi. Cfr. il loro 'amen' alle lodi dei riscattati Apocalisse 7:12. Non è questione qui di intercessione degli angeli come ad es. in Zaccaria 1:12; ma l'intercessione di quegli spiriti che seguono con tanta simpatia le sorti del regno di Dio sulla terra e son «mandati a servire a pro di quelli che hanno ad eredar la salvezza» Ebrei 1:14, non giustificherebbe per nulla un qualsiasi atto d'adorazione a loro rivolto. Se c'è un libro che condanni esplicitamente l'adorazione della creatura, questo è l'Apocalisse. Cfr. Apocalisse 19:10; 22:8-9.

4 E il fumo dei profumi, unendosi alle preghiere dei santi, salì dalla mano dell'angelo al cospetto di Dio.

Dice lett.: 'il fumo dei profumi salì alle preghiere... davanti a Dio', cioè avvolse le preghiere, unendosi ad esse per mostrar ch'esse erano gradite e che stavano per essere esaudite.

5 Poi l'angelo prese il turribolo

rimasto vuoto accanto all'altare

e l'empì del fuoco dell'altare,

ossia della brace su cui era stato arso l'incenso,

e lo gettò sulla terra e ne seguirono tuoni e voci e lampi e un terremoto.

Sono questi gli emblemi ed i segni precursori dei giudizi divini che stanno per colpir la terra. Un simbolo analogo serve ad annunziare la ruina di Gerusalemme nella visione d'Ezechiele 10:2. Però i giudizi di cui le trombe daranno il segnale non sono ancora definitivi; essi sono più gravi di quelli rappresentati dai suggelli, ma mirano pur sempre ancora a produrre negli uomini, mediante i dolori che cagionano, il ravvedimento. Purtroppo l'ostinazione dei peccatori frustra l'intenzione divina, come si vede in Apocalisse 9:20-21.

6 E i sette angeli che avean le sette trombe si prepararono a sonare.

I tuoni e i lampi li avvertono ch'è giunto il momento in cui dovranno dare i loro segnali.

7 I giudizi che tengon dietro al suono delle trombe formano due gruppi come quelli connessi coi suggelli Apocalisse 6. Nelle due serie, i primi quattro presentano analogie speciali fra loro e così pure i tre ultimi. All'apertura dei primi suggelli si vedono apparire i quattro cavalieri; al suono delle prime quattro trombe, dei flagelli colpiscono la terra, il mare, le acque dolci e i luminari celesti. «I varii mezzi accessori naturali dell'esistenza umana sono devastati o convertiti in veleno: la terra e i suoi prodotti son devastati dal fuoco; il mare è mescolato a sangue e le navi, così utili all'uomo, son distrutte; le fonti e le correnti d'acqua, refrigerio importante della vita, sono avvelenate e cagionano la morte di chi ne beve; le naturali lampade celesti si oscurano» (Alford). I flagelli che tengon dietro alle tre ultime trombe non colpiscono più soltanto i mezzi dell'esistenza; ma colpiscono direttamente la vita degli uomini e sono distinti dai quattro primi dall'aquila volante che li chiama dei guai Apocalisse 8:13.

Questi flagelli offrono parecchie rassomiglianze colle piaghe mandate sull'Egitto e destinate ad ottener, per amore o per forza, la liberazione d'Israele. V'è anche qui un crescendo nella gravità dei giudizi divini di fronte alla crescente ostinata empietà che resiste agli appelli di Dio. Nell'Apocalisse questa crescente gravità dei flagelli non si osserva soltanto nella serie annunziata dalle trombe; ma se si paragonano fra loro le tre serie di giudizi connesse coi sette suggelli, colle sette trombe e colle sette coppe, si vedrà che mentre i cavalieri hanno podestà sopra la quarta parte della terra Apocalisse 6:8, i flagelli delle trombe colpiscono la terza parte della terra, del mare ecc., e quelli che seguono le coppe versate sulla terra Apocalisse 16 sono assai più radicali: ogni essere vivente nel mare perisce, le acque dolci diventano sangue, il sole brucia gli uomini, il regno della bestia diventa tenebroso... A misura che aumenta l'empietà umana, i giudizi di Dio diventan più severi.

Da quanto siamo venuti dicendo si vedrà che non possiamo accettar l'opinione di chi interpreta i flagelli delle quattro prime trombe come dei simboli delle invasioni dei Barbari che rovesciarono l'impero romano d'occidente nel quinto secolo: di Alarico coi Goti, di Radagasio coi Vandali (1a tromba), di Genserico conquistatore dell'Africa romana e delle isole mediterranee (2a tromba), di Attila cogli Unni che passa il Danubio, il Reno, e devasta la pianura del Po (3a tromba), di Odoacre cogli Eruli che dichiara abolito il titolo d'imperatore d'occidente (4a tromba). Interpretazioni di questo genere sono costrette o a far violenza al testo per piegarlo agli eventi storici, o a far violenza alla storia per piegarla al senso del testo. Quanto alle interpretazioni allegoriche, crediamo che il gran numero e la varietà di esse, uniti al fatto che l'immaginazione vi ha di solito larghissima parte, consiglino la massima prudenza nell'accoglierle.

Siccome la prima serie di giudizi ci ha condotti, col sesto suggello, in vista del 'gran giorno dell'ira' e la seconda serie, colla settima tromba Apocalisse 11:15-19 ci conduce parimenti fino alla soglia del giudizio Apocalisse 11:18, ne segue che i flagelli della seconda serie cadono sopra una parte almeno del campo coperto dalla prima; ma il fatto ch'essi sono più gravi dei primi e appariscono nella visione come una serie posteriore, induce a credere ch'essi si riferiscano ad un'epoca più avanzata dello svolgimento del piano divino, epoca in cui anche il male è cresciuto in seno alla parte ribelle dell'umanità.

E il primo suonò, e vi fu grandine e fuoco,

come nella settima piaga d'Egitto Esodo 9:24,

mescolati con sangue

forse a significare che il flagello cagionerebbe distruzion di vite com'era avvenuto in Egitto,

che furon gettati sulla terra

Nulla nel testo lascia supporre che si debba restringere il senso della parola 'terra' ad una parte minima della superficie terrestre, come sarebbe ad es. la Palestina od anche il territorio dell'impero romano d'occidente. L'angelo getta del fuoco dell'altare dal cielo 'sulla terra' Apocalisse 8:5; l'aquila annunzia dei guai 'a quelli che abitano sulla terra' Apocalisse 8:13; le locuste hanno il potere di danneggiar, sulla terra, 'gli uomini che non hanno il suggello di Dio' Apocalisse 9:4; la cavalleria che passa l'Eufrate è mandata ad «uccidere la terza parte degli uomini» e «il resto degli uomini» non si ravvede dalla sua idolatria nè dai suoi misfatti Apocalisse 9:15,20-21. Tutte queste espressioni portano ad intendere in senso molto largo la 'terra' di cui si parla.

e la terza parte della terra fu arsa,

s'intende la terza parte della superficie,

e la terza parte degli alberi fu arsa, ed ogni erba verde fu arsa.

Mentre nella settima piaga d'Egitto la grandine era quella che danneggiava persone e cose, qui è il fuoco che dissecca e consuma tutta la vegetazione erbacea necessaria all'alimentazione del bestiame nonchè dell'uomo, e consuma una proporzione considerevole anche degli alberi che sono più resistenti alle fiamme. La distruzione è parziale, non totale, perchè 'nella sua ira, Dio si ricorda ancora di aver pietà' Habacuc 3:2 e vuol dar luogo al ravvedimento.

8 Poi suonò il secondo angelo e una massa simile ad una gran montagna ardente (lett.: e come una gran montagna ardente di fuoco) fu gettata nel mare;

Si tratta non di una vera montagna nè di un vulcano, ma di una massa infuocata avente le dimensioni d'una montagna. L'espressione 'fu gettata nel mare' pare accennare ad un corpo celeste che piomba dall'alto.

e la terza parte del mare divenne sangue

La prima piaga che colpì l'Egitto consistè nel mutamento in sangue delle acque del Nilo e dei suoi canali, talchè il pesce morì Esodo 7. Della seconda coppa si dice in Apocalisse 16 che «l'angelo la versò nel mare ed esso divenne sangue come di morto, ed ogni essere vivente che si trovava nel mare morì». Qui il giudizio è meno grave e colpisce solo una terza parte della superficie liquida - giacchè tale dev'essere il senso della «terza parte del mare».

9 e la terza parte delle creature viventi che erano nel mare morì,

cioè, quelle che erano nei mari colpiti.

e la terza parte delle navi perì.

Non si dice per quale ragione, ma si può supporre che siano state colpite dalla massa infocata o colate a fondo o fatte naufragare dallo sconvolgimento prodotto da quella massa. «Questo giudizio colpisce il mare, le creature viventi in esso, le navi che lo solcano, ch'è quanto dire un'altra fonte dell'alimentazione, il mezzo col quale i popoli giungono alla ricchezza, alla prosperità. Tutto questo si perde o si muta in cosa nauseabonda colla trasformazione in sangue delle acque marine» (Bonnet). Non mancano anche qui le interpretazioni allegoriche. Secondo gli uni la montagna ardente sarebbe Satana infuriato, il mare le nazioni, i pesci periti i cristiani perseguitati e uccisi, le navi le congregazioni sparite. Secondo altri la montagna è una grande eresia, come sarebbe l'arianismo o il pelagianismo, che piomba nel mar della Chiesa, ne corrompe la vita, cagionando perdizione alle anime e rovina alle singole comunità. Secondo altri ancora la montagna ardente è la Chiesa invasa dal fanatismo che accende le guerre di religione e avvelena la vita cristiana del popolo, tutto il benessere sociale. Come saggio d'interpretazione storica si può citare ancora questa: Il mare è quello di Galilea che rappresenta la Palestina, la montagna è Vespasiano, i pesci sono i Giudei, le navi son le città distrutte della Palestina; o quest'altra: la montagna rappresenta la migrazione dei popoli di cui le invasioni barbariche sono l'esempio tipico, e che sconvolgono la vita delle nazioni, devastando e distruggendo beni e vite. Si potrebbe continuare, ma bastano questi esempi a mostrare quanto vi sia di arbitrario in questi sistemi d'interpretazione.

10 Poi sonò il terzo angelo, e cadde dal cielo una grande stella ardente come una torcia; e cadde sulla terza parte dei fiumi e sulle fonti delle acque.

La descrizione della grande stella fa pensare a una cometa o ad una meteora che frazionandosi lascia cadere i suoi frammenti qua e là su di una parte dei fiumi e delle fonti la cui acqua è indispensabile alla vita. I fiumi e i rivi che bagnano la terra e sono mezzi importanti di comunicazione tra gli uomini, non sono meno utili del mare.

11 Il nome della stella è Assenzio; e la terza parte delle acque divenne assenzio,

divenne amara come l'assenzio;

e molti uomini morirono a cagione di quelle acque, perchè eran divenute amare.

Nell'Antico Testamento l'amaro e il velenoso sono spesso accoppiati per non dire identificati. In Geremia 23:15 l'Eterno minaccia i falsi profeti di abbeverarli di assenzio e di dare loro da bere delle acque attossicate e in Deuteronomio 29:18 si legge: 'non siavi tra voi radice alcuna che produca veleno e assenzio'. In se stesso l'assenzio non è un veleno, ma non è men vero che delle acque amare per l'uso ordinario non possono a meno di produrre malattie e morte. L'interpretazione cosidetta storica ha veduto nella stella un condottiero giudeo, ovvero Attila re degli Unni; l'interpretazione allegorica vi scorge gli eretici in genere o qualche lor capo. «La stella Assenzio, dice De Perrot, rappresenta un dottor cristiano che abbandona il cielo limpido della rivelazione cristiana e colla sua deplorevole caduta, coll'insegnar la menzogna e l'errore, avvelena l'acqua viva della Parola di Dio. I falsi dottori rendono amara come l'assenzio quell'acqua ch'è più dolce del miele. L'eresia cagiona la morte delle anime e, nel senso letterale, le eresie hanno fatto scorrere rivi di sangue...E la terza tromba seguita a sonare ai giorni nostri, poichè ogni spirito che non confessa Gesù Cristo venuto in carne non viene da Dio, ma è spirito anticristiano».

12 Poi sonò il quarto angelo, e la terza parte del sole fu colpita e la terza parte della luna e la terza parte delle stelle, affinchè la loro terza parte si oscurasse e il giorno non risplendesse per la sua terza parte e lo stesso avvenisse della notte.

Le tenebre complete durate tre giorni costituirono la nona piaga sull'Egitto Esodo 10:21-23, e nei profeti si parla spesso di oscuramento della luce del giorno. Cfr. Amos 8:9; 5:20; Gioele 2:30-31. Non è facile dire se l'oscuramento dei luminari si riferisca a una diminuzione costante di un terzo della loro luce ovvero si riferisca all'oscuramento durante una terza parte del giorno e della notte. E vano poi il cercar la ragione fisica di un tale fenomeno. L'interpretazione storica scorge qui la fine dell'impero romano d'occidente coll'abdicazione di Romolo Augustolo. L'interpretazione allegorica vi vede una ecclissi straordinaria che oscura il sole della rivelazione divina, la luna della sapienza umana e le stelle (i conduttori) della Chiesa cristiana. 'Dopo l'eresia, osserva De Perrot, è l'ignoranza che viene ad assalir la Chiesa del Salvatore, un oscuramento spirituale che caratterizzò per lungo tempo la Chiesa del medioevo. Al tempo di Carlomagno molti preti non sapevano più leggere nè scrivere. Prima della Riforma le masse non conoscevano più che i primi elementi del cristianesimo, mentre le grandi verità cristiane eran cadute nell'oblio'. Stimiamo più sicuro il considerar i quattro flagelli annunziati dalle quattro prime trombe come dei castighi che colpiscono la dimora, i mezzi di sussistenza, le cose che allietano la vita degli uomini, e ciò col fine di trarli a, pentimento, secondo Apocalisse 9:20; ad un tal fine non ci pare che siano adatti il fanatismo, l'eresia e l'ignoranza del Vangelo. Coi critici che trovano prive di risalto e superflue le quattro prime trombe, e le considerano come un'aggiunta posteriore al testo originale, crediamo inutile discutere.

13 E guardai e udii un'aquila che volava in mezzo al cielo,

in alto così da esser veduta e udita da tutti,

e diceva con gran voce: Guai, guai, guai a quelli che abitano sulla terra, a cagione degli altri suoni di tromba dei tre angeli che debbono ancora suonare!

C'è chi vede nell'aquila l'emblema del Veggente di Patmo il cui sguardo profetico scruta l'avvenire; ma di solito l'aquila è piuttosto l'emblema del giudizio di Dio che piomba sugli uomini come l'aquila sulla sua preda. Cfr. Deuteronomio 28:49; Habacuc 1:8. «C'è turbamento nella natura; ma finora gli uomini non sono stati colpiti che indirettamente; ora tre Guai speciali annunziati a parte, stanno per piombar su di loro. Un'aquila li proclama» (Allo).

AMMAESTRAMENTI

1. 'Quel silenzio di mezz'ora nel cielo mi è sempre parso una delle cose più sublimi della Scrittura'. Così scriveva un pio teologo del secolo scorso. Quel raccogliersi degli spiriti celesti nell'adorazione e nell'attesa, in uno dei momenti più decisivi della storia del regno di Dio, deve insegnare a noi, creature così agitate, così facilmente distratte, il raccoglimento in presenza delle rivelazioni di Dio per meditarle, il raccoglimento in presenza delle opere di Dio nella natura e nella storia per adorare il loro Autore, il raccoglimento in presenza delle vie di Dio riguardo a noi stessi. Non per nulla Dio ci dà la calma della sera e il silenzio delle notti, il riposo santo della Domenica e i tempi della prova in cui ci chiama a rientrare in noi medesimi e ci parla, nel raccoglimento dell'anima, a tu per tu.

2. Le preghiere dei santi non sono sempre esaudite subito nè nel modo ch'essi desiderano; ma non sono mai perdute se sono conformi ai santi disegni di Dio. Perciò il Signor Gesù ha insegnato che i suoi devono 'del continuo pregare e non stancarsi'. Viene il momento in cui le lor preghiere sono gradite a Dio come un profumo soave ed Egli le esaudisce. La scena dell'angelo che avvolge nella nube dell'incenso datogli le preghiere dei santi, lungi dall'inculcare il culto degli angeli, c'insegna ch'essi, quali conservi dei cristiani, sono di cuore con loro nel chiedere a Dio di stabilire il suo regno e ci fanno vedere «che le fervide preghiere degli angeli e dei santi hanno per effetto di affrettar l'esecuzione dei giudizi di Dio e il compimento dei suoi disegni misericordiosi» (De Perrot).

3. Quando le leggi che Dio ha date alla natura operano in modo regolare, che la luce del sole è degli astri piove gradita sulla terra, che i commerci attivati mediante le comunicazioni per mare e per fiumi prosperano recando all'uomo ogni sorta di beni, che Dio manda dal cielo le pioggie e le stagioni fruttifere dando ai mortali abbondanza di cibo e di letizia Atti 14:17, l'uomo dimentica facilmente il Datore supremo e si fa di quei beni e dei godimenti che procurano altrettanti idoli. A scuoterlo dal suo torpore spirituale, Dio lo priva per un tempo di quei beni e gli fa sentire che, ad un suo cenno, quella regolarità che gli sembra immutabile della natura può essere d'un tratto sconvolta, affinchè gli uomini imparino ad adorare il loro Creatore ed a cercare in Lui solo la loro pace e la loro felicità.

Anima mia, acquetati in Dio solo,

perchè da lui Viene la mia speranza.

Egli solo è la mia rocca e la mia salvezza;

Egli è il mio alto ricetto; io non sarò smosso!

   Salmi 62:5-6.

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