Commentario abbreviato:

Atti 3

1 Capitolo 3

Un uomo zoppo guarito da Pietro e Giovanni At 3:1-11

Il discorso di Pietro ai Giudei At 3:12-26

Versetti 1-11

Gli apostoli e i primi credenti frequentavano il culto del tempio nelle ore di preghiera. Pietro e Giovanni sembrano essere stati guidati da una direzione divina, per operare un miracolo su un uomo di oltre quarant'anni, che era stato storpio fin dalla nascita. Pietro, nel nome di Gesù di Nazaret, lo fece alzare e camminare. Così, se vogliamo tentare a buon fine la guarigione delle anime degli uomini, dobbiamo andare avanti nel nome e nella potenza di Gesù Cristo, chiamando i peccatori indifesi ad alzarsi e a camminare sulla via della santità, per fede in Lui. Quanto è dolce per le nostre anime il pensiero che, per quanto riguarda tutte le facoltà paralizzate della nostra natura decaduta, il nome di Gesù Cristo di Nazaret può renderci integri! Con quale santa gioia ed esultanza calpesteremo le corti sante, quando Dio Spirito ci farà entrare con la sua forza!

12 Versetti 12-18

Osservate la differenza nel modo di operare i miracoli. Nostro Signore parlava sempre come se avesse un potere onnipotente, non esitava mai a ricevere i maggiori onori che gli venivano tributati a causa dei suoi miracoli divini. Gli apostoli, invece, riferivano tutto al loro Signore e rifiutavano di ricevere qualsiasi onore, se non come suoi strumenti immeritevoli. Questo dimostra che Gesù era uno con il Padre e co-uguale a Lui, mentre gli apostoli sapevano di essere uomini deboli e peccatori, e di dipendere in tutto e per tutto da Gesù, la cui potenza aveva prodotto la guarigione. Gli uomini utili devono essere molto umili. Non a noi, Signore, non a noi, ma al tuo nome dai gloria. Ogni corona deve essere gettata ai piedi di Cristo. L'apostolo mostra ai Giudei la grandezza del loro crimine, ma non li fa arrabbiare né li spinge alla disperazione. Certo, chi rifiuta o rinnega Cristo lo fa per ignoranza, ma questa non può essere una scusa.

19 Versetti 19-21

L'assoluta necessità del pentimento deve essere solennemente addebitata alle coscienze di tutti coloro che desiderano che i loro peccati siano cancellati e che possano partecipare al ristoro che solo il senso dell'amore perdonante di Cristo può offrire. Beati coloro che hanno provato questo sentimento. Non era necessario che lo Spirito Santo facesse conoscere i tempi e le stagioni di queste dispensazioni. Questi argomenti sono ancora oscuri. Ma quando i peccatori saranno convinti dei loro peccati, grideranno al Signore per ottenere il perdono; e per i penitenti, i convertiti e i credenti arriveranno tempi di ristoro dalla presenza del Signore. In uno stato di prova e di prospezione, il Redentore glorificato sarà fuori dalla nostra vista, perché dobbiamo vivere per fede in lui.

22 Versetti 22-26

Ecco un potente discorso per avvertire i Giudei delle terribili conseguenze della loro incredulità, con le parole stesse di Mosè, il loro profeta preferito, per il quale, per finto zelo, erano pronti a rifiutare il cristianesimo e a cercare di distruggerlo. Cristo è venuto nel mondo per portare con sé una benedizione. E ha mandato il suo Spirito per essere la grande benedizione. Cristo è venuto per benedirci, facendoci uscire dalle nostre iniquità e salvandoci dai nostri peccati. Noi, per natura, siamo legati al peccato; il disegno della grazia divina è di allontanarci da esso, affinché non solo lo abbandoniamo, ma lo odiamo. Nessuno pensi di poter essere felice continuando a peccare, quando Dio dichiara che la benedizione consiste nell'essere allontanati da ogni iniquità. Nessuno pensi di comprendere o credere al Vangelo, se cerca solo la liberazione dalla punizione del peccato, ma non si aspetta la felicità di essere liberato dal peccato stesso. E nessuno si aspetti di essere liberato dal suo peccato se non credendo e ricevendo Cristo, il Figlio di Dio, come sua sapienza, giustizia, santificazione e redenzione.

Commentario del Nuovo Testamento:

Atti 3

1 3. LA CHIESA IN GERUSALEMME (Atti 3:1-6:7)

La terza sezione ha otto parti:

1. LO ZOPPO SANATO (Atti 3:1-10);

2. IL DISCORSO DI PIETRO ALLA FOLLA (Atti 3:11-26);

3. L'ARRESTO DI PIETRO E GIOVANNI; IL LORO INTERROGATORIO ED IL LORO RILASCIO (Atti 4:1-22);

4. UN'ALTRA EFFUSIONE DELLO SPIRITO SANTO (Atti 4:23-31);

5. LA CARITÀ DELLA CHIESA E L'IPOCRISIA DI ANANIA E SAFFIRA (Atti 4:32-5:11);

6. SEGNI E PRODIGI (Atti 5:12-16);

7. L'ARRESTO DEGLI APOSTOLI, LA LORO LIBERAZIONE MIRACOLOSA, L'ATTO D'ACCUSA DINNANZI AL CONCISTORO, IL DISCORSO DI GAMALIELE ED IL LORO DEFINITIVO RILASCIO (Atti 5:17-42);

8. IL DIACONATO (Atti 6:1-7).

1. Lo zoppo sanato (Atti 3:1-10)

Molti segni e miracoli si facevano dagli apostoli, ci ha detto lo storico Atti 2:43. Di cotesti segni e di cotesti miracoli ecco qui un esempio, che ci condurrà di faccia al primo conflitto tra la Chiesa ed il potere ufficiale.

Al tempio.

Per tempio qui non s'ha da intendere l'edificio sacro, il santuario ( ναος), ove soltanto i sacerdoti potevano entrare; qui si tratta dei cortili che circondavano il santuario, coi portici, con le sale ecc. ( ἱερον), ove il popolo si adunava, sia per assistere agli atti del culto, sia per le sue divozioni private.

L'ora nona corrisponde, presso a poco, alle nostre tre pom. (Vedi nota Atti 2:15).

2 Dal seno di sua madre,

è modo ebraico, che equivale al nostro "zoppo" nato, o: fin dalla nascita.

Era posto (dai suoi amici, s'intende) alla porta del tempio detta Bella.

Mancano i dati per dire con certezza di che porta si trattasse. Giuseppe Flavio (Guerra Giudaica V. 5. 3) parla di una porta di Nicanor, che sarebbe stata di grande ricchezza e magnificenza; ed alcuno pensa che, nel nostro passo, si tratti di questa. Altri preferiscono credere si tratti d'un'altra, chiamata Susan; altri ancora parlano d'una terza, detta Huldah; ma è inutile fantasticare; senza dati sicuri, non si può concluder nulla di certo.

Per chieder l'elemosina.

Allora non c'erano né ospedali, né ricoveri per gli sventurati; il povero non potea fare assegnamento che sulla carità di chi si trovava in migliori acque di lui, ed era cosa importante, si capisce, che, a sollecitare con frutto la carità dei passanti, egli scegliesse, o si scegliessero per lui, i posti più frequentati, come l'ingresso del tempio, lo stradone maestro Marco 10:46; Luca 18:35; Giovanni 9:1-8, od i posti per altre ragioni più promettenti, come le porte dei ricchi Luca 16:20.

4 Riguarda a noi!

Pietro non dice così per vedere se cotest'uomo fosse proprio storpio o fosse un impostore; dice così per prepararlo a ricevere con attenzione il beneficio che gli sarà concesso, e per fargli ascoltare con raccoglimento il nome del Salvatore.

6 Nel nome di Gesù Cristo il Nazareo...

Questa espressione significa: per la potenza e per la volontà di Gesù. Non si tratta d'un effetto magico prodotto da un nome pronunciato con solennità Atti 19:13; ma si tratta dell'azione di una personalità che opera con coscienza e libertà, e che conferisce il suo potere a quelli ch'ella ha scelti come suoi istrumenti.

7 Le sue piante e caviglie si raffermarono

Piante ( βασεις) e caviglie ( σφυρδα lo stesso che σφυρα, ossa di cui si compone il piede e specialmente: calcagno, tallone) sono due termini scientifici. Si vede in quest'accenno la penna d'un medico; e si può desumere da questa terminologia scientifica un argomento per assicurarci che l'autore dei "Fatti" e proprio Luca, il medico Colossesi 4:13.

8 Ed egli d'un salto si rizzò in piè e camminava ecc.

Questo verso. 8 è pieno di vita; è la rappresentazione più grafica che si possa dare, del fatto dello storpio sanato; e si sente subito che, nella narrazione, c'è l'opera d'uno che fu presente alla scena. È Luca, senza dubbio, che scrive; ma Luca non fa qui che mettere in iscritto i viventi e freschi ricordi comunicatigli da Pietro.

Ed entrò con loro nel tempio... lodando Iddio.

In mezzo alla gioia che gli arreca il beneficio, ei non dimentica il benefattore; e va nel tempio a ringraziarlo.

10 Riflessioni

1. Avviene, ahimè, purtroppo spesso che incontriamo per le vie le comitive d'amici, che "di pari consentimento" vanno a prostituire i doni che hanno da Dio, per le bettole, per le case di giuoco, per i luoghi infami. Ci edifichi qui il santo quadro di due amici del cuore che tanti ricordi e tante esperienze hanno in comune, i quali, in perfetta comunione di spirito, salgono assieme alla casa di Dio all'ora convenuta per la preghiera.

2. Riguarda a noi!... E lo storpio riguarda intentamente e s'aspetta di ricever qualcosa da loro. "Riguardate a noi!..." gridiamo sovente alla folla per via di manifesti per le cantonate, per via di avvisi distribuiti a mano per le strade, o mandati per la posta. E quando le folle vengono a noi, nelle nostre chiese, e "ci guardano intentamente" e "s'aspettano di ricever qualcosa", oh quante volte son costrette a tornarsene a vuoto! Hanno udito delle parole, e delle belle parole, forse; ma non sono state trascinate ai piedi della croce dal soffio onnipotente dello Spirito, che noi non abbiam saputo né voluto invocare.

3. Io non ho né, argento né oro; ma quello che ho... Il patrimonio di San Pietro non consisteva né in argento né in oro, consisteva in quella fede "a cui tutto è possibile" Marco 9:23. La Chiesa romana, che pur si vanta d'aver Pietro a capo e maestro, ha cambiato d'idea; al patrimonio spirituale della fede in Cristo per mezzo del Vangelo, ella preferisce il "patrimonio tangibile dell'argento e dell'oro".

4. "Poveri, eppure arricchendo molti" 2Corinzi 6:10; è il motto apostolico, e dev'essere anche il nostro motto. Pietro è povero; eppure è, nelle mani di Dio, il mezzo per comunicare ad uno storpio nato la gran ricchezza della guarigione del corpo. Chi di noi, per quanto povero e meschinello egli sia, non può additare alle anime con cui viene ogni giorno in contatto quel Gesù in cui egli ha creduto? E se per la sua testimonianza qualche peccatore fosse tratto "dalla morte alla vita" non avremmo noi malgrado la nostra povertà fatto a quei peccatori un beneficio maggiore di quello che Pietro stesso fece allo storpio? Senza dubbio; perché, "che giova egli all'uomo se guadagna tutto il mondo e fa perdita dell'anima sua?" Matteo 16:26.

5. Una lezione importante ci dà qui lo storpio. Egli è felice, e si capisce che lo sia; ma la sua felicità non lo inebria al punto da fargli dimenticare il debito di gratitudine che ha verso chi lo ha beneficato. Egli tiene abbracciato (ver. 11) Pietro e Giovanni; è tanta la gratitudine che sente per i due apostoli, che pare non possa più staccarsi da loro; ma mentre è così grato agli apostoli, ei si ricorda che ogni "buon dono viene dall'alto" Giacomo 1:17 e si reca al tempio ad esprimere la sua riconoscenza a Dio.

11 2. Il discorso di Pietro alla folla (Atti 3:11-26)

Teneva, abbracciato;

esprime la riconoscenza dello storpio. È così grato, che pare non possa più staccarsi dai suoi benefattori.

Il portico di Salomone

era un passaggio coperto della parte orientale del tempio; un portico formato da un magnifico colonnato, che portava il nome di Salomone, perché era il solo residuo del tempio costruito da cotesto re. Era la sola parte del tempio salomonico rimasta in piè dopo la tremenda distruzione ordinata da Nebuchadnezzar. Quivi era il "gran cortile" di cui in 2Cronache 4:9; 6:13 (vedi Gius. Flavio Antich. 20:9:7).

12 Perché vi maravigliate di questo?

Pietro non rimprovera qui alla gente quel sentimento di stupore ond'ella si sente occupata; le rimprovera l'attribuire che fa il miracolo agli apostoli anzi che a Dio.

13 L'Iddio d'Abrahamo e d'Isacco...

Siamo nel tempio; e Pietro rievoca nel sacro recinto i nomi, dei quali ciascuno è tutto un poema nella storia della pietà israelitica. Non siamo noi gli autori del miracolo, ma è l'Iddio del "Patto" coi padri nostri!

Ha glorificato il suo Figliuolo Gesù.

La parola Figliuolo ( παις θεου) io rendo, col Bengel e coi migliori e più autorevoli interpreti, per Servitore. Gesù è il Servitore di Jahveh Matteo 12:18; in Lui l'ideale del gran profeta Isaia 40-66 prende forma e corpo come mai aveva fatto per lo innanzi nella storia della umanità. Voi, dice Pietro, L'avete rinnegato, sprezzato ed ucciso; ma Dio lo ha glorificato; l'ha onorato ed esaltato. E nel nome di Lui che questo miracolo è stato da Dio compiuto; e così facendo, Egli ha mostrato d'approvare l'opera del suo Figliuolo ed ha circondato d'un'aureola di gloria il suo Servitore.

Benchè egli (Pilato) giudicasse ecc. Vedi Matteo 27:17-25; Luca 23:16; Giovanni 19:4.

14 Voi rinnegaste Atti 3:13-14. Vedi Giovanni 19:15.

Il micidiale è Barabba Marco 15:7; Luca 23:19.

15 Il Principe della vita ( αρχηγος της ζωης).

La stessa espressione è in Atti 5:31; Ebrei 2:10; 12:2. La parola Principe ( αρχηγος) vuol dire veramente: duce, condottiero, in senso militare Uno che conduce i suoi alla vittoria, si può dire l'autore della vittoria stessa. E qui la parola autore renderebbe meglio il senso del testo. Il Martini, infatti, dice, meglio del Diodati: l'autore della vita. L'idea di Pietro è questa: "a Cristo che dà la vita, voi avete preferito uno (Barabba) che ad altri tolse la vita: e stolti che siete! spegnendo Gesù, voi tentaste di spegnere addirittura la sorgente della vita!"

16 Il nome di Gesù, sta qui per Gesù stesso. È modo tutto ebraico. Il nome, come in Atti 4:12, sta per la persona. Il miracolo non fu operato per qualche virtù magica che fosse nel nome di Gesù; ma per l'autorità e per la potenza di Gesù stesso. E da osservarsi, a scanso d'equivoci, che in tutto il verso. 16 non si parla di fede dello storpio, ma sempre della fede che Pietro e Giovanni avevano in Cristo.

17 Fratelli.

Col verso. 17 l'apostolo cangia di tono. Dopo avere scosse le coscienze, ei comincia a parlare al cuore. Chiama fratelli, quelli che dianzi ha chiamati omicidi; e ricordando la ignoranza in cui essi erano, relativamente alla volontà di Dio, quando commisero il delitto, apre dinnanzi a loro gli orizzonti della speranza Luca 23:34; 1Timoteo 1:13; 1Pietro 1:14.

19 Ravvedetevi dunque e convertitevi.

Il ravvedetevi ( μετανοεω) accenna ad un fatto interno; al cambiamento di quel pensiero, che dirige le azioni della vita. Il convertitevi ( επιστρεφω) accenna ad un fatto esterno; al cambiamento della condotta; e corrisponde all'ebraico tornare, incamminarsi in direzione opposta a quella nella quale siamo andati durante il tempo in cui siamo stati lontani da Dio.

20 Tempi di refrigerio.

Questi tempi di refrigerio, a mente di Pietro, saranno inaugurati dalla seconda apparizione di Gesù sulla terra. È un fatto però, che chi si ravvede e si converte e giunge così ad aver dalla misericordia di Dio cancellati tutti i propri peccati, è un fatto, dico, che è condotto al gaudio di un refrigerio morale e spirituale, che è un pregustamento di quel gaudio perfetto ch'egli avrà, quando "sarà sempre col Signore".

Dalla presenza del Signore, cioè, da Dio stesso, che è L'autore, la sorgente di cotesto "refrigerio".

Ed Egli, vale a dire, Iddio...

Gesù Cristo, che vi è stato destinato, dicono i codici maggiori e più autorevoli (A. B. C. D. E); altri codici minuscoli (e il Textus Receptus) hanno: che vi è stato predicato; e così la Vulgata e, quindi, il Martini.

21 Per il tempo del ristoramento di tutte le cose vedi Matteo 17:11; Romani 8:21,23; 1Corinzi 15:13-28.

Fino dal principio del mondo;

fino dal Protoevangelo; dal primo buon annunzio del trionfo del bene sul male, che Dio fece nell'Eden Genesi 3:15.

22 Mosè stesso disse ai padri.

Quell'ai padri è omesso dai codici più autorevoli. È, senza dubbio, una aggiunta posteriore. La citazione di Deuteronomio 18:15-18, come le altre due di Genesi 12:3; 22:18 sono fatte a memoria e s'accordano più con la versione greca dei LXX che col testo ebraico. Il come me del passo profetico non tende a stabilire una perfetta somiglianza, fra Mosè e Cristo; il punto di somiglianza fra Mosè e Cristo è soltanto nel fatto che ambedue furono suscitati da Dio a rivelare al popolo della promessa tutto il consiglio e tutta la volontà dell'Eterno. Quindi è che così all'uno come all'altro il popolo dovrebbe dare ascolto.

D'infra i vostri fratelli.

Il Messia doveva essere suscitato d'infra il popolo d'Israele.

24 Da Samuele.

Non si tratta di profezie messianiche, che Samuele avrebbe pronunciate; perché di coteste profezie non ce ne sono; si tratta forse, di quelle che si sono poi trovate nei libri che portano il suo nome; o, forse, la menzione di Samuele è qui dovuta al fatto, che dai rabbini egli era considerato come il fondatore delle scuole dei profeti. Il Barde dice: "Il nostro apostolo fa risalire fino a Samuele la imponente serie dei predicatori dei tempi andati, i di cui oracoli hanno in vista i tempi felici dei trionfi messianici. Il profetismo propriamente detto non ebbe egli per padre cotest'uomo illustre? Samuele ebbe L'onore d'unger Davide; e per cotest'atto, diventò uno degli antenati spirituali del Messia."

25 Voi siete i figliuoli dei profeti e del patto.

Voi siete i discepoli, i seguaci dei profeti. I maestri tra i giudei, si chiamavano spesso padri; e i loro discepoli, figli Matteo 12:27. Il Barde preferisce prendere questo ὑιοι (figliuoli) nel senso proprio di figliuoli e non accetta il senso traslato di discepoli. Ma il senso traslato bisogna ammetterlo, perché non tutti gl'israeliti avrebbero potuto produrre un certificato di diretta derivazione da un profeta! Voi siete la posterità d'Abrahamo, col quale il patto fu stretto. (Confr. con Galati 3:8-10). Questo versetto 25 è come una citazione condensata di Genesi 12:3; 18:18, 22:18.

26 A voi, per i primi.

L'Evangelo doveva, prima che ad altri, esser predicato ai giudei. Luca 24:47; Matteo 10:5-6; 15:24; Atti 13:46; Romani 1:16.

Dopo aver suscitato.

Il participio αναστησας (avendo suscitato) usato così in modo assoluto senza l' εκ νεκρων (dai morti) va tradotto avendo suscitato o dopo aver suscitato, piuttosto che avendo risuscitato. L'apostolo non ha qui in mira il fatto speciale della risurrezione, ma piuttosto la promessa di Mosè citata al verso. 22: Il Signore Iddio vostro vi susciterà un profeta ecc.

Suo servitore.

Qui, come al verso. 13, la parola παις traduciamo Servitore invece che Figliuolo.

Convertendo ciascuno ecc.

Il Barde nota che nel Nuovo T. l' αποστρεφειν (convertire) ha sempre il senso attivo di convertire qualcuno e non quello riflessivo di convertirsi; quindi bisogna tradurre: convertendo ciascuno di voi dalle sue malvagità, e non affinché o purchè ciascheduno si converta dalle sue iniquità, come fanno il Martini ed il Diodati (ediz. non rived.).

Riflessioni

1. Chi direbbe mai che il Pietro divinamente sublime di questo discorso è lo stesso Pietro codardamente meschino, che nella corte del sommo sacerdote rinnega il suo maestro? Eppure è lo stesso Pietro, ma santificato dalla virtù dello Spirito. Il Dott. Parker chiama a ragione questo discorso di Pietro un miracolo maggiore di quello della guarigione dello storpio. Pietro, che avea rinnegato il suo maestro, qui, pieno dello Spirito, getta accusa sopra accusa, in faccia ai giudei, che avevano fatto crocifiggere Gesù; e lo fa in quel medesimo luogo, dov'essi aveano tentato di lapidare il Cristo Giovanni 10:23-31. "Un uomo come Pietro, dice il Dott. Parker, deve trionfare nel suo ministerio, o deve finire col lasciarci la vita."

2. Gli apostoli benchè abbiano realmente operato essi il miracolo, non se ne attribuiscono affatto la gloria. Se l'opinione del volgo attribuiva alla loro santità il privilegio di cui godevano, essi, da fedeli discepoli del Cristo, sapevano che la santità d'un uomo, qualunque nome egli porti, non è mai tale che possa meritargli delle prerogative negate al comune dei mortali. Il dono dei miracoli 1Corinzi 12:9 non è il prezzo di un merito, ma un effetto della grazia: e l'onore ne ridonda solamente a Colui, che solo domina tutte le cose. Io vorrei che sotto ogni immagine, sotto ogni statua, dinnanzi alle quali la superstiziosa pietà del volgo brucia l'incenso di tanta inutile adorazione, si scrivessero queste parole: "Perché fissate in noi gli occhi, come se per la nostra virtù o santità potessimo fare qualcosa per voi (verso. 12)...?"

3. L'ignoranza può attenuare, ma non cancellare la colpa. Quante volte l'ignoranza dell'unico mezzo di salvezza non è ella stessa il risultato della colposa attitudine che dinnanzi all'Evangelo prendono coloro ai quali "noi facciamo l'ambasciata per Cristo?" 2Corinzi 5:20. Niuno può cancellare la colpa fuori di Dio, che la cancella a coloro che si ravvedono e si convertono; a coloro, cioè, che rientrando nel santuario della loro coscienza riconoscono d'avere errato, quando non hanno dato alla loro vita morale il solo fondamento durevole che è, Cristo 1Corinzi 3:11: e che, gettandosi con effusione nelle braccia del Redentore, non cercano più d'allontanarsi da Dio Luca 15:13, ma tornano indietro e non sono felici finché non respirino di nuovo la santa atmosfera della casa del Padre Luca 15:20,24.

4. Chi è Gesù? Riassumiamo tutte le risposte che Pietro dà nel suo discorso a questa importante domanda. Gesù è il Servitore di Dio Atti 3:13,16. Non un servitore di Dio nel senso ordinario della espressione biblica; ma il Servitore di Dio; la realtà di quella grande ombra, che Isaia salutò nel suo lontano orizzonte profetico Isaia 40-66. Egli è il Profeta Atti 3:22; il profeta per eccellenza; non soltanto nel senso monco e volgare di uno che predice l'avvenire; ma nel senso biblico e comprensivo di colui che esorta, che conforta, che riprende, che insegna le lezioni che dà il passato; che rivela il vero e solenne senso del presente, e che, per via di ispirate e divine intuizioni, preannunzia il futuro. Egli è il Santo Atti 3:14; colui, cioè, che in senso assoluto e perfetto è separato dal male e consacrato a Dio. Egli è il Giusto Atti 3:14; colui, che neppure un uomo come Pilato Atti 3:13 trovò degno di peccato; e che neppure i suoi più accaniti nemici poterono trovar macchiato d'ombra di fallo Giovanni 8:46. Egli è l'autore della vita Atti 3:15; colui che mostra ai mortali il vero sentiero della vita, e che conduce per cotesto sentiero coloro che son disposti a seguirlo.

5. L'ultima parola dell'apostolo e una parola di speranza che si fonda sopra un dovere. Egli ha ricordato, in modo energico, ai suoi lettori il loro peccato. Gesù, tuttavia, non è stato suscitato da Dio per condannarli Giovanni 3:17, ma per benedirli; ad una condizione: che si ravvedano e si convertano Atti 3:19: che diano, cioè, un nuovo indirizzo al proprio pensiero ed alla propria condotta.

6. Una triplice testimonianza dà del Cristo questo discorso di Pietro:

1) Il Cristo è la ragione ultima d'ogni miracolo (Atti 3:12-17);

2) il Cristo è il redentore delle anime (Atti 3:18-21);

3) il Cristo è il e l'Amen 2Corinzi 1:20 di tutte le profezie (Atti 3:22-26).

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