Genesi 29

1 Capitolo 29

Giacobbe viene al pozzo di Aran Gen 29:1-8

Il suo approccio con Rachele, Labano lo intrattiene Gen 29:9-14

Il patto di Giacobbe per ottenere Rachele, l'inganno di Labano Gen 29:15-30

I figli di Lea Gen 29:31-35

Versetti 1-8

Giacobbe procedeva con letizia nel suo viaggio, dopo la dolce comunione avuta con Dio a Betel. La provvidenza lo portò al campo dove le greggi di suo zio dovevano abbeverarsi. L'attenzione dei pastori per le loro pecore può ricordarci la tenera preoccupazione che il nostro Signore Gesù, il grande Pastore delle pecore, ha per il suo gregge e per la sua chiesa, poiché egli è il buon Pastore che conosce le sue pecore ed è conosciuto da loro. La pietra sull'imboccatura del pozzo era posta per proteggerlo: l'acqua era scarsa e non era di uso pubblico. I diversi interessi però non dovrebbero privarci di aiutare gli uni gli altri. Quando tutti i pastori vennero insieme alle loro greggi, quali vicini benvoluti, poterono abbeverare le loro greggi. La legge della gentilezza della lingua ha una potenza imponente, Pr 31:26. Giacobbe fu cortese con questi stranieri ed egli li trovò altrettanto benevoli nei suoi confronti.

9 Versetti 9-14

Osservate l'umiltà e l'affaccendarsi di Rachele. Nessuno deve vergognarsi di essere un onesto e umile lavorate, né deve impedire, per invidia, l'avanzamento degli altri. Quando Giacobbe capì che questa era una sua parente, egli fu subito pronto a servirla. Labano non lo onorò diversamente, ma gli diede accoglienza e fu soddisfatto delle informazioni che Giacobbe gli dette. Sebbene dobbiamo evitare di essere stupidamente pronti a credere in ogni cosa dettaci, dobbiamo oltremodo fare attenzione ad essere troppo circospetti onde mancare di carità.

15 Versetti 15-30

Durante il mese che Giacobbe fu ospite, egli non rimase inattivo. Dovunque ci troviamo, è cosa buona impiegarci per utili servizi, perciò Labano era desideroso che Giacobbe potesse continuare a stare presso di lui. È nostro dovere ricompensare. Giacobbe rese noto a Labano l'affetto che egli provava per sua figlia Rachele. E non avendo alcuna dote da donarle, promise di mettersi a servizio di Labano per sette anni. L'amore rende i lunghi e duri servizi brevi e facili, perciò leggiamo cosa ha fatto l'Amore, Eb 6:10. Se sappiamo come valutare la felicità celeste, le sofferenze di questo tempo presente saranno come un niente davanti a noi. Un anno di lavoro sarà come alcuni giorni per quelli che amano Dio e aspettano la venuta di Cristo. Giacobbe, che si era imposto a suo padre, ora è sottomesso a Labano, suo suocero e ricompensato con un inganno simile. Qui, sebbene Labano fosse ingiusto, il Signore però fu giusto: vedete Giudici 1:7. Anche i giusti, se fanno un passo falso, sono ricompensati a volte allo stesso modo qui sulla terra. E molti di quelli che, al contrario di Giacobbe, vengono delusi dall'aspetto fisico della persona nel loro matrimonio, presto si troveranno, e questo dolore sarà più grande, delusi anche dal carattere di quella persona. La scelta di voler creare una famiglia va fatta con riflessione e senno in entrambi gli aspetti. C'è motivo di credere che la scusa di Labano non fu vera. Il suo piano di sistemare la faccenda peggiorò poi le cose. Giacobbe fu indotto ad avere due mogli. Egli non poteva rifiutare Rachele poiché l'aveva sposata e meno ancora poteva rifiutare Lea. Fino a quel tempo non c'era alcun comando preciso che vietava di sposare più di una moglie. Era per i patriarchi un peccato di ignoranza, ma oggi non si può giustificare tale pratica, specialmente adesso che la volontà di Dio è chiaramente resa nota dalla legge Divina, Le 18:18 e ancor di più è stato puntualizzato dal nostro Salvatore che un uomo deve essere uniti insieme a una donna sola, 1Co 7:2.

31 Versetti 31-35

I nomi che Lea dette ai suoi figli esprimevano il suo rispetto verso Dio e verso suo marito: Ruben "Il SIGNORE ha visto la mia afflizione; ora mio marito mi amerà" e Levi "Il SIGNORE ha udito che io ero odiata, e mi ha dato anche questo figlio". L'affetto reciproco è il dovere e il conforto di una relazione coniugale e gli sposi dovrebbero raccomandarselo a vicenda, 1Co 7:33-34. Ella con gratitudine riconosce la dolce provvidenza di Dio nell'averla ascoltata. Tutto ciò che ci sostiene e consola nelle afflizioni, o tende alla loro liberazione, deve essere ricondotto a Dio. Il quarto figlio lo chiamò Giuda, o "lode", e con ciò intendeva: "Questa volta loderò il Signore". Questi era colui, da cui, per quanto riguarda la carne, discese Cristo. Tutto ciò che è motivo di gioia, deve essere causa del nostro ringraziamento a Dio. Le ultime benedizioni dovrebbero spingerci velocemente a lodare Dio per quelle precedenti: "Ora loderò il Signore più e meglio di come ho fatto". Tutte le nostre lodi devono imperniarsi su Cristo, sia come causa di esse che come Mediatore. Egli discese secondo la carne da colui il cui nome era "Lode" e, pertanto, Egli è la nostra lode. C'è Cristo nel mio cuore? Motivo per cui adesso loderò il Signore.

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