Commentario abbreviato:Giobbe 10:4Capitolo 10 Giobbe si lamenta delle sue difficoltà Gb 10:1-7 Implora Dio come suo Creatore Gb 10:8-13 Si lamenta della severità di Dio Gb 10:14-22 Versetti 1-7 Giobbe, stanco della sua vita, decide di lamentarsi, ma non vuole accusare Dio di ingiustizia. Qui c'è una preghiera affinché sia liberato dal pungiglione delle sue afflizioni, che è il peccato. Quando Dio ci affligge, litiga con noi; quando litiga con noi, c'è sempre un motivo; ed è auspicabile conoscere il motivo, per potersi pentire e abbandonare il peccato per cui Dio ha una controversia con noi. Ma quando, come Giobbe, parliamo nell'amarezza della nostra anima, aumentiamo la colpa e l'irritazione. Non dobbiamo nutrire pensieri duri nei confronti di Dio; in seguito vedremo che non ce n'era motivo. Giobbe è sicuro che Dio non scopre le cose, né le giudica, come fanno gli uomini; perciò ritiene strano che Dio lo tenga sotto afflizione, come se dovesse prendere tempo per indagare sul suo peccato. Martini:Giobbe 10:4Son eglino forse gli occhi tuoi occhi di carne? E la tua vista sarà ella simile a quella dell'uomo? Riferimenti incrociati:Giobbe 10:4Giob 9:32; 1Sa 16:7; Lu 16:15; Ap 1:14 Dimensione testo: |