Matteo 12,38-40

Versetti 38-45

Sebbene Cristo sia sempre pronto ad ascoltare e ad esaudire i desideri e le preghiere dei santi, chi chiede male, chiede e non ottiene. I segni sono stati concessi a coloro che li desideravano per confermare la loro fede, come Abramo e Gedeone, ma negati a coloro che li chiedevano per giustificare la loro incredulità. La risurrezione di Cristo dai morti con la sua stessa forza, chiamata qui il segno del profeta Giona, fu la grande prova che Cristo era il Messia. Come Giona rimase tre giorni e tre notti nella balena e poi ne uscì vivo, così Cristo sarebbe rimasto così a lungo nella tomba e poi sarebbe risorto. I Niniviti avrebbero svergognato i Giudei per non essersi pentiti; la regina di Saba, per non aver creduto in Cristo. E noi non abbiamo queste preoccupazioni a ostacolarci, non veniamo a Cristo con queste incertezze. Questa parabola rappresenta il caso della chiesa e della nazione ebraica. È applicabile anche a tutti coloro che ascoltano la parola di Dio e sono in parte riformati, ma non veramente convertiti. Lo spirito immondo se ne va per un po', ma quando torna trova Cristo che non lo chiude fuori; il cuore è spazzato da una riforma esteriore, ma è guarnito dalla preparazione ad assecondare i suggerimenti del male, e l'uomo diventa un nemico più deciso della verità. Ogni cuore è residenza di spiriti immondi, tranne quelli che sono templi dello Spirito Santo, per fede in Cristo.

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